Cruise collection 2018: le location scelte dalle griffe

Il periodo delle sfilate Cruise 2018 sta per arrivare: le più grandi maison presenteranno le loro collezioni crociera in luoghi incantevoli, scelti perché legati alla storia del marchio o al fil rouge della collezione. Le Cruise Collection, nate per proporre un perfetto guardaroba da vacanza a chi soggiornava nei paesi caldi, sono diventate ottime vetrine dello stile delle maison. Lontane dai ritmi serrati delle fashion week, temporalmente e spesso anche geograficamente, permettono di focalizzare l’attenzione sui capi proposti, sulle spettacolari location e su linee, volumi e colori che influenzeranno la successiva collezione principale. Dove sfileranno il mese prossimo le griffe più importanti del fashion system? Alcune hanno scelto di tornare alle origini, nella città dove tutto è cominciato, altri prediligono mete esotiche, dal fascino unico e legate ai mercati emergenti.


Dopo Gucci alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti, a Firenze, anche Prada sceglie di rimanere in Italia. Miuccia Prada rimane là dove la storica maison è nata, è diventata una firma internazionale e rimane uno dei simboli del made in Italy: a Milano. La location designata è l’Osservatorio della Galleria Vittorio Emanuele II, architettura ottocentesca e vista sul Duomo per presentare la Cruise Collection 2018. Anche Chanel ha scelto il magico luogo in cui la storia di Rue Cambon ha avuto inizio: Parigi ospiterà di nuovo la sfilata della maison il 3 maggio, dopo la collezione Metiers d’Arts dello scorso dicembre. Louis Vuitton sfilerà invece in Giappone, Paese con cui il brand francese ha un rapporto d’amore da molti anni. A Tokyo, infatti, Louis Vuitton è presente con un monomarca dal 1978 e artisti nipponici sono stati invitati negli anni a collaborare con il brand, da Takashi Murakami a Yayoi Kusama, fino a Rei Kawakubo. Dior, infine, porterà la Cruise Collection 2018 firmata da Maria Grazia Chiuri a Los Angeles. Il luogo della sfilata, che si svolgerà l’11 maggio, è ancora segretissimo.

Space oddities in passerella da Chanel

Invasioni spaziali in passerella da Chanel: Karl Legerfeld declina il suo estro in chiave galattica, per una collezione autunno/inverno 2017-18 ricca di charme. Nella cornice del Grand Palais un razzo gigante alto 35 metri saluta gli ospiti del défilé. Eccesso, stravaganza, opulenza sono le keyword di una sfilata evento in cui la maison del lusso per antonomasia rivive una nuova stagione grazie al genio creativo di Kaiser Karl: dimenticate note streetwear, qui si punta a suggestioni luxury, sapientemente smitizzate da mise iconiche che si aprono però con garbo alla contemporaneità. Una ventata di freschezza irrompe prepotentemente nelle ultime collezioni, per una donna che avverte un sempre più impellente bisogno di novità: ma l’heritage più autentico della maison fondata da mademoiselle Coco non verrà mai snaturato. E se il tradizionale tweed dal piglio bon ton si apre ora ad inedite suggestioni da Space oddities, i risvolti Sixties non sono però scontati: il mood spaziale à la Lagelfeld poco o nulla ha da attingere a nomi che invece basarono il proprio successo in gran parte su questo filone, ad esempio Courrèges. “Ci sono capi spaziali ma non stupidi come quelli degli anni Sessanta”, coì ha commentato Lagerfeld la collezione. Tante sono le immagini che vengono evocate attraverso capi sfarzosi: il cielo notturno, la Via Lattea, il suolo di Marte tempestano capi in lurex in una pioggia di paillettes e cristalli. Largo anche a note argentate che evocano universi siderali e suggestioni lunari, tra tocchi di blu che ricordano un’aurora boreale. Grigio, bianco e nero dominano nella palette cromatica, accanto a rosso, blu e porpora, in una collezione che sembra pensata per calcare una superficie planetaria. Eterogenee le ispirazioni per le silhouette, che si adattano a molteplici esigenze. Largo anche a pantaloni cropped dal mood sporty-chic, che si alternano a stampe galattiche. Stivali glitterati ai piedi e dischi lunari come borse costituiscono gli accessori cult della prossima stagione inverale.

La nuova couture firmata Chanel

Sulla passerella di Chanel si consuma una rivoluzione silenziosa, che svincola la haute couture dalla sua identità primigenia: ad attuare la nuova rivoluzione è ancora una volta Karl Lagerfeld, che, intercettando un sentimento nuovo nei confronti dell’haute couture da parte del mercato, propone un’inversione di tendenza, tra tailleurini bon ton perfetti per il giorno e capi piumati da gran soirée. Nella cornice del Grand Palais sfila un’haute couture dai risvolti inediti: apre il défilé Arizona Muse, mannequin amatissima da kaiser Karl. Inizialmente è un tripudio di tailleur che sarebbero piaciuti a mademoiselle Coco. Tanta moda ma poca couture, forse. Ma ci piace e ci convince. Il tailleur si arricchisce di virtuosismi inediti, tra cinture alte che strizzano il punto vita e il filo di perle, che ora si porta alla caviglia. Con o senza colletto, il tailleur si indossa ora con cappello in stile Fifties e décolléte argentate. Il taglio è sartoriale e la tradizionale lana bouclé si arricchisce ora di fibre tessili che strizzano l’occhio alla sperimentazione. Moderno eppure evergreen, il tailleur rivendica il primato di una nuova couture, pensata ora anche per il dailywear. Poco dopo è la volta degli abiti lunghi: tra inedito minimalismo di lunghi abiti impreziositi da cintura in vita, si snoda una nuova “alta moda”, non più alla ricerca smodata del coup de theatre, ma amante delle silhouette pulite ed essenziali. Largo infine al genio Lagerfeld, che riporta in auge una moda scintillante, in un tripudio di cristalli e paillettes che illuminano lunghi abiti da red carpet. Sfila una donna che ama il lusso, a partire dalla scenografia, illuminata da un gioco fantasmagorico di specchi. Qui viene ricreato ad hoc l’atelier di Rue Cambon, che diviene location privilegiata per una parata di corsetti interamente ricoperti di paillettes e micro cristalli e piume di marabù, che bordano lunghi abiti a sirena ma anche abitini corti con gonna a ruota. Chiude il défilé l’abito da sposa, indossato da Lily-Rose Depp, giovanissima musa di Lagerfeld. In una nuvola di tulle sfila una sposa principesca e romantica.

Fendi, Moschino, Chanel & il Food Fashion, le borse da esibire quando non hai fame

Accedo al mio profilo Instagram.
Scorro la home come fosse pane quotidiano e, in qualche modo, lo è.
Quante volte ci siamo trovate ad avere una fame incontrollabile e a doverla ignorare a causa di immagini di cibi deliziosi?
Facendo un calcolo approssimativo risulta che quasi il 70% del nostro capitale sociale su Instagram posti foto di interminabili tavolate.
E ancora squisiti e succulenti piatti tutti da gustare in un sol boccone, arrosto, pasta, dolci.

Food Blogger?

Tralasciando le food blogger che sembrano avere come unico scopo quello di farci salire l’acquolina in bocca, la stragrande maggioranza dei nostri amici e conoscenti pare abbia uno smisurato quantitativo di cibo da fotografare.
Da chi utilizza questo sistema come lavoro, invece, non possiamo che approfittarne per “scopiazzare” qualche ricetta innovativa.
Ben accetti sono anche gli spunti interpretativi nell’apparecchiare la tavola o – e questa ritengo sia la vera portata straordinaria di questo lavoro – conoscere qualche metodo infallibile per preparare in pochi minuti e con pochi ingredienti quelle ricette definibili “tappa-buchi”, ovvero che possano riempirci la pancia senza troppa fatica.

E le fashion blogger?

Di contrasto, le fashion blogger sembrano non possedere un’alimentazione capace di somministrarci il desiderio di aprire il frigo e ingerire tutto ciò che ne contiene.
I loro pasti sono composti da insalata, verdura in quantità, qualche spuntino giornaliero, poche calorie.
E i dolci? In quanto a dolci sono esperte di macarons e frappè ma nel caffè sono solite girare cucchiaini di zucchero di canna.

Ma siamo italiani…

E in quanto tali possediamo un amore smisurato nei confronti della buona cucina.
Anche coloro che non amano cucinare, hanno provato l’ebbrezza di passare delle ore ai fornelli in attesa della propria personalissima ricetta da servire con entusiasmo.
Inoltre sono sempre più in crescita i programmi televisivi a mo’ di sfida culinaria: vince il migliore.
Basti pensare alla cake design mania che ha assorbito completamente il panorama della cucina italiana e internazionale negli ultimi anni.

Anche la moda vuole la sua parte: è il Food Fashion

È la nuova tendenza di stagione.
Le borse di Prada, Moschino, Chanel e Fendi divengono così degli ottimi spuntini (da sbranare? no, da esibire).
Le it-bag fanno presto da fashion food, la tendenza capace di rendere digeribile – anche in termini di acquisto – la moda.
Amate i toast? Via con Prada.
Preferite le baguette? Gli zainetti di Chanel fanno al caso vostro.
Ma non solo, Chanel tratta anche pancakes con glassa e ciambelline con lo zucchero.
O ancora la bagel Philadelphia e salmone di Fendi, gli english muffin o i waffles di Moschino, e ancora toast di Louis Vuitton.

Le borse sono in mostra fino al 2 maggio alla Division Gallery di Montreal.

La nuova campagna pubblicitaria primavera/estate 2017 di Chanel

È Arizona Muse il volto scelto da Karl Lagerfeld per la nuova campagna pubblicitaria primavera/estate 2017 di Chanel. La modella statunitense viene immortalata come una lolita cyborg in foto dal piglio ironico e futurista. In bilico tra i manga giapponesi e suggestioni robotiche, la campagna pubblicitaria firmata dall’obiettivo di Lagerfeld riprende il filone di Data Center Chanel, il tema della sfilata primavera/estate 2017 della maison.

Una moda 3.0 che coniuga la classe senza tempo tanto cara a mademoiselle Coco ed inediti virtuosismi tecnologici, per una primavera/estate 2017 in bilico tra passato e futuro. Con lo styling firmato da Carine Roitfeld e le foto realizzate dallo stesso Lagerfeld, la nuova campagna pubblicitaria Chanel rivisita lo stile più iconico della maison ad inedite ispirazioni robotiche, tra stampe psichedeliche e colori fluo.

Una donna robotica che rivisita il più classico dei tailleurini in tweed a suggestioni spaziali: è l’avvento dell’era digitale ad aver ispirato a Lagerfeld la nuova collezione, ed ora la nuova campagna pubblicitaria. Arizona Muse, classe 1988, interpreta con brio ed ironia il mood della collezione primavera/estate 2017 di Chanel. Non mancano dettagli pop e funky, sebbene prevalga il filone space oddity.

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Intanto la maison ha anche svelato i nomi dei protagonisti della campagna della nuova it bag Gabrielle: la borsa, che è stata presentata lo scorso settembre durante la sfilata primavera/estate 2017, vedrà protagonisti della adv Cara Delevingne e Kristen Stewart, muse di Lagerfeld, la blogger ed incarnazione dello stile parisien Caroline de Maigret e il rapper americano Pharell Williams, che ha sfilato per la maison nell’ultima sfilata Métiers d’Art, nella cornice dell’Hotel Ritz di Parigi. La campagna pubblicitaria della nuova it bag, uscirà il prossimo 3 aprile. #TheCHANELGABRIELLEbag sarà l’hashtag ufficiale per seguire l’evento. Stay tuned.

La donna robotica di Chanel

Occhi puntati a Parigi sulla collezione primavera/estate 2017 di Chanel, che ha sfilato nella penultima giornata della settimana della moda. Kaiser Karl guarda al futuro, in un Grand Palais allestito per l’occasione alla stregua di un “Data Center Chanel” dalle suggestioni spaziali. In un groviglio di cavi e fibre ottiche, spunta il data center che incapsula vite e segreti degli utenti Google o Facebook: Lagerfeld si arrende all’era digitale, per un défilé 3.0. Il futuro è qui, questo il leitmotiv della sfilata.

La donna che calca la passerella assomiglia ad un freddo robot ed indossa caschi spaziali sopra il tailleurino bon ton in tweed, iconico capo simbolo della maison francese. Largo poi a stampe psichedeliche e colori al neon, per una moda fluttuante nei volumi, come negli impalpabili maxi dress. Largo a top lingerie e pantaloni impreziositi da caleidoscopici giochi cromatici. Non manca la maglieria jacquard mentre la lana bouclé, capo passepartout del brand, viene rivisitata. Freschezza sembra essere la parola chiave, in una collezione che inaugura un’estetica nuova.

Suggestioni funky e pop si intersecano nei dettagli, come i berretti Basket Cap. Allure youth anche nelle t-shirt e nei jeans, da indossare con camicie in seta. Non mancano citazioni d’autore come nelle collane iconiche, nelle cinture con camelia e negli orecchini con la doppia c, omaggio a Mademoiselle Coco, ça va sans dire. Mood da space oddity nell’irriverente clutch a forma di robot, che si preannuncia già incontrastata it bag della prossima stagione estiva.

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(Foto: Madame Figaro)

J12-XS: il nuovo orologio da polso di Chanel

L’iconico orologio da polso J12 di Chanel è stato rivisitato nella foggia ed oggi è rock più che mai.

Il J12-XS riflette nei suoi 9 millimetri, tutto l’anima del direttore creativo della maison, Karl Lagerfeld.

Non a caso, la versione in edizione limitata di 150 pezzi del nuovo gioiello di maison Chanel, può essere montato su un guanto nero, simile a quello indossato dal Kaiser della moda.

 

Fonte immagine lofficielsingapore.com
Fonte immagine lofficielsingapore.com

 

Lusso estremo per l'orologio da polso di Chanel (fonte immagine lofficielsingapore.com)
Lusso estremo per l’orologio da polso di Chanel (fonte immagine lofficielsingapore.com)

 

 

Il modello J12-XS si compone, come anticipato prima, da diverse varianti. Classico se indossato singolarmente, prezioso su un bracciale profilato di diamanti (per questo modello la cifra da pagare è di 55 mila euro per il basso e 110 mila euro per quello alto). L’anello con quadrante di diamanti ha un valore commerciale di 35 mila euro. Tutte le varianti sono accomunate dal quadrante in ceramica.

La celebre maison dalla doppia C, si è affidata ad ateliers esterni per la produzioni di questo orologio di lusso. Il guantiere Causse ha realizzato i guanti mentre il brodeur Lesage, i ricami dei bracciali manchette, ricchi di pietre luxury che imitano le pelli di alligatore, galuchat e pitone.

 

 

Fonte cover nuyou

All’asta i gioielli di Coco Chanel

L’appuntamento è fissato per il prossimo 10 ottobre 2016 a Parigi quando, all’interno dell’ Hotel Drouot, verrà battuta un’asta che vede protagonisti i gioielli di Mademoiselle Coco Chanel.

Chi avrà la fortuna di accedere a questa asta, avrà la possibilità di sceglie tran ben 410 monili creati da  Gabrielle Bonheur Chanel, alcuni di questi, per altro, facenti parte di una collezione privata della stilista.

 

(fonte immagine ansa.it)
(fonte immagine ansa.it)

 

Facciata Hotel Drouot (fonte immagine artctualite.com)
Facciata Hotel Drouot (fonte immagine artctualite.com)

 

 

La casa d’aste di Drouot, è tra le più rinomate di Parigi e si occupa prevalentemente di vintage. Quello di Chanel, peraltro, non è un debutto. In passato, infatti, ha destato clamore l’asta che metteva in vendita 653 pezzi haute couture della maison, alcuni di questi erano delle limited edition altri, creati appositamente per essere indossati dalle star sui red carpet o in particolari eventi che richiedevano opulenza e glamour.

La vendita include orecchini e parures lussuose che incarnano lo stile di Coco Chanel attraverso oltre cinquant’anni di creazioni.

Non mancheranno le perle, le camelie e le pietre preziose di cui il valore, almeno per le Chanel addicted, sarà inestimabile.

Per maggiori informazioni www.drouot.com

 

 

 

Fonte cover blog.modaeabbigliamento.it

Auguri Coco. Omaggio alla grande Chanel

Ha rivoluzionato la moda con la sua classe. La sua caparbietà e la sua intelligenza l’hanno portata in alto e le hanno concesso di divenire la “signorina” della moda.

Avrebbe compiuto oggi, 19 agosto 2016, 133 anni: Gabrielle Bonheur Chanel, in arte Coco Chanel a distanza di oltre un secolo, non smette di essere venerata, anzi, in molti rimpiangono gli anni d’oro dell'”Impero moda” di cui lei era la sovrana indiscussa.

Coco Chanel, vide la luce in un ospizio per poveri a Saumur, il 19 agosto 1883. Concepita al di fuori dal vincolo matrimoniale, la sua esistenza fu attraversata da momenti di totale povertà. I suoi genitori, in vero,  nulla o niente potevano offrire a lei ed ai fratelli Alphons, Julie, Antoinette e Lucien: il padre, Henri-Albert Chanel era un ambulante girovago nei mercati dell’ Auvergne mentre la madre Jeanne, era figlia di un locandiere.

 

Chanel in uno scatto nel suo laboratorio (fonte immagine dailymail.com)
Chanel in uno scatto nel suo laboratorio (fonte immagine dailymail.com)

 

 

Alla morte della matriarca, la giovanissima Gabrielle assieme alle sorelle, furono lasciate crescere nell’orfanotrofio di Aubazine, educate dalle suore del Sacro Cuore.

Nel commentare lo stile di Coco Chanel, la scrittrice  Karen Karbo sostenne che la stilista fu influenzata dal periodo della vita monacale, aggiungendo tocchi di white e black nelle sue collezioni.

Fu nel 1901 che l’eclettica Coco si avvicina alla moda. A 18 anni, apprese i fondamenti del cucito nella bottega Maison Grampayre ma fu tre anni dopo, con l’incontro proverbiale con Etienne de Balsan, che il destino di Chanel incrocia definitivamente il mondo della moda.

 

(fonte immagine en.r8lst.com)
(fonte immagine en.r8lst.com)

 

 

Dopo questo incontro, Modemoiselle Chanel vive, suo malgrado, una relazione amorosa tormentata, imperversata da diversi intrecci.

Presso il castello di Royallieu dovette condividere “le camere” assieme all’altro amore di Etienne, Emilienne D’Aleçon.

Ma fu proprio in queste mura, che de Balsan diede la possibilità a Coco di intraprendere la sua carriera da designer, aiutandola a realizzare una collezione di cappelli nell’appartamento di Boulevard Malesherbes.

Con il tempo, Gabrielle, forse stanca di un amante poco avvezzo da esserle fedele, s’innamora di Boy Capel, l’unico grande amore della sua vita.

 

Coco assieme al suo grande amore Boy Capel (fonte immagine thestylerebels.com)
Coco assieme al suo grande amore Boy Capel (fonte immagine thestylerebels.com)

 

 

Fu proprio Capel (un ricco industriale), ad anticiparle i soldi per aprire la prima boutique in 31 Rue de Cambon. Nel 1912, nel negozio, Gabrielle iniziò a vendere anche capi d’abbigliamento come maglioni e gonne in maglia.

Coco entrò nelle grazie della borghesia. Era il 1914, in  pieno conflitto mondiale. Le donne facevano a gara pur di indossare le sue creazioni, raffinate e garbate. Resistette perfino alla grave crisi economica che colpì la Francia nel dopoguerra.

L’inventiva di Chanel le permise, inoltre, di introdurre il jersey nei capi d’abbigliamento, tessuto sinora utilizzato per confezionare biancheria intima. Nel 1917, la stilista possedeva diverse boutiques in Francia a Deauville, Biarritz e Parigi.

Gli anni venti, intanto, consacrano Gabrielle regina del fashion system.

 

Gabrielle Bonheur Chanel non usciva mai senza le sue perle (fonte immagine villaosvaldo.it)
Gabrielle Bonheur Chanel non usciva mai senza le sue perle (fonte immagine villaosvaldo.it)

 

 

A lei si deve la moda del capello corto (lanciata per necessità visto che dovette tagliare i capelli dopo esserseli accidentalmente bruciati) e la nascita del tubino nero, nel 1926.

Chanel ebbe il merito di raccontare una donna nuova, vista dagli occhi critici di una loro simile. Rivoluzionò il suo stile, imponendo una nuova concezione di abito che venne apprezzato fin da subito. La sua, era una donna dinamica, capace di adattarsi al mondo maschile, confrontandosi con loro sia al lavoro che nella vita sociale.

Era sprezzante nei confronti dei suoi colleghi, per la quale non ebbe nessun riguardo nel giudicare le loro collezioni.

 

Il cappello era l'accessorio preferito di Coco (fonte immagine fanpage.it)
Il cappello era l’accessorio preferito di Coco (fonte immagine fanpage.it)

 

Distrusse il mito della Belle Époque di Paul Poiret e di monsieur Christian Dior, disse:  “addobba delle poltrone, non veste delle donne: l’eleganza è ridurre il tutto alla più chic, costosa, raffinata povertà”; e proprio nell’anno in cui il suo rivale più grande, Dior, venne a mancare (era il 1957), Chanel vinse l’Oscar della moda ricevendo il Neiman – Marcus Award.

Coco morì in una gelida notte d’inverno, il 10 gennaio 1971, all’età di ottantasette anni.

 

(fonte immagine emaze.com)
(fonte immagine emaze.com)

 

 

 

Ripercorriamo la storia di Coco Chanel con una serie di aforismi che l’hanno resa celebre.

 

Un uomo può indossare ciò che vuole. Resterà sempre un accessorio della donna;

La moda è fatta per diventare fuori moda;

Prima di uscire, guardati allo specchio e levati qualcosa;

Quelli che creano sono rari; quelli che non creano sono numerosi. Quindi gli ultimi sono i più forti;

–  Se una donna è malvestita si nota l’abito. Se è ben impeccabilmente si nota la donna;

Alcune persone pensano che il lusso sia l’opposto della povertà. Non lo è. È l’opposto della volgarità;

Non si è mai troppo ricche, né troppo magre;

Non mi pento di nulla nella mia vita, eccetto di quello che non ho fatto;

Il profumo è l’accessorio di moda basilare, indimenticabile, non visto, quello che preannuncia il tuo arrivo e prolunga la tua partenza;

Quando troverò un colore più scuro del nero, lo indosserò. Ma fino a quel momento, io mi vestirò di nero;

L’educazione di una donna consiste in due lezioni: non lasciare mai la casa senza calze, non uscire mai senza cappello;

È l’accessorio di moda basilare, indimenticabile, non visto, quello che preannuncia il tuo arrivo e prolunga la tua partenza;

La moda passa, lo stile resta.

 

 

Fonte cover supertlab.it

 

 

 

 

 

 

 

 

Chanel: in passerella omaggio all’atelier

Ha sfilato a Parigi nell’ambito della haute couture l’Autunno/Inverno 2016-2017 firmato Chanel. Nessun coup de théâtre, non c’è spazio per indugiare in istrionismi: ago e filo, manichini, cartamodelli e macchine da cucire divengono protagonisti assoluti di una sfilata che trascende i confini della mera passerella per entrare nel laboratorio.

L’atelier di Coco Chanel rivive in diretta sul défilé e la passerella viene invasa dai sarti e dagli artigiani, coloro che, con lavoro certosino, confezionano le stesse collezioni. È così che le quattro sarte première accompagnano kaiser Karl sulla passerella: le sarte divengono principali interpreti di una sfilata che intende omaggiare l’essenza stessa del concetto di haute couture.

Trionfo di tweed e lana bouclé per le prime uscite: giacche in primo piano, capo evergreen della maison. Couture (poca) si unisce al refrain nel segno della tradizione. Beige e marrone ma anche nero, rosa e azzurro dominano la palette cromatica. Seguono a ruota abiti ricamati. Stoffe pesanti per gonne longuette, pantaloni larghi alla caviglia, boleri, ricami. Banditi i gioielli e le borse, che pure costituiscono da sempre una delle maggiori eredità di mademoiselle Coco.

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Sfila al Gran Palais una collezione all’insegna dell’austerity. Rigore e sobrietà nei tailleur in tweed con spalle oversize che si alternano sulla passerella. Poche le citazioni alla maison di rue Cambon, solo qua e là sbuca qualche spilla raffigurante la celebre camelia. Le mannequin indossano stivali neri aderenti come calze, guanti a mezze dita e capelli raccolti in uno chignon. La femminilità è appesantita dalle proporzioni, pochi accenni alla dolcezza oltre ai cerchietti con fiocchetto bon ton tra i capelli delle modelle. Gli abiti da sera sono declinati in un black & white dalle suggestioni optical: largo a tulle e organza per mantelli che sovrastano i capi da gran soirée.

In passerella sfila Mariacarla Boscono, mentre il front-row è invaso da vip, a partire da Willow Smith, nuova musa di Karl Lagerfeld, Caroline de Maigret, Milla Jovovich, Jessica Chastain, Vanessa Paradis. La sfilata ha visto inoltre il lancio del profumo “Boy”, dedicato a Boy Capel, grande amore di Coco Chanel, morto nel 1919 in un incidente automobilistico.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Boy: la nuova fragranza di Chanel

Robert Capel era un uomo fortunato. Robert Capel era più che una fonte d’ispirazione.

Potrebbe essere definito colui che ha contribuito ai fasti di una fra le maison di lusso più apprezzate al mondo.

Boy Capel, fu il primo a credere nelle potenzialità di Mademoiselle Coco Chanel, investendo parte del suo patrimonio (era un abile giocatore di polo n.d.r.) nella prima boutique di Gabrielle Bonheur, a Deauville.

 

Boy Capel fu l'unico grande amore di Coco Chanel (fonte blogdimoda)
Boy Capel fu l’unico grande amore di Coco Chanel (fonte blogdimoda)

 

 

Coco ne era perdutamente innamorata:” È stata la grande occasione della mia vita: Avevo incontrato qualcuno che non mi avviliva. Aveva una personalità molto forte, singolare, una natura ardente e concentrata. Mi ha formata, ha saputo sviluppare ciò che avevo di unico, a spese del resto. […] Per me è stato un padre, un fratello, tutta la mia famiglia”, è la confessione di Coco ripresa da Claude Delay in Coco Chanel. Genio Passione Solitudine, ed. Lindau.

Boy morì a soli 38 anni, il 22 dicembre 1919, a causa di un incidente stradale, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore della stilista.

 

La relazione tra Coco e Boy durò solo 12 anni (fonte blogdimoda)
La relazione tra Coco e Boy durò solo 12 anni (fonte blogdimoda)

 

 

Amandoti ho capito che la vita non è bella perché è nostra. È  bella perché esiste qualcuno a cui donarla…”, dichiarò Gabrielle al più grande amore della sua vita.

A distanza di novantasette anni, maison Chanel rende omaggio a Capel, con il profumo Boy: l’ultima fragranza della collezione Les Exclusives de Chanel.

Occorrerà attendere il prossimo giugno 2016 per acquistare Boy, presentato nel classico flacone di vetro trasparente con monogramma e tappo magnetico, nella versione 75 e 200 ml.

Nella fragranza, gli accordi principali sono il geranio rosa e la lavanda (provenienti dal sud della Francia) ed ancora: la scorza di limone e di pompelmo, la vaniglia, il sandalo, fiori d’arancio.

 

Boy è la prima fragranza Chanel dal nome maschile (fonte blogdimoda)
Boy è la prima fragranza Chanel dal nome maschile (fonte blogdimoda)

 

 

Olivier Polge, creatore di Boy ha così spiegato il profumo: “Nel lavorare a questa fragranza non ho sicuramente cercato di creare un unisex, volendo piuttosto immergermi nel mondo delle fragranze maschili… dimostrando come possano essere facilmente indossabili da una donna. […]Non si è trattato insomma di creare una via di mezzo ma, al contrario, l’obiettivo era realizzare una fragranza decisamente maschile. E — come per molte altre cose nella vita — a determinarne il genere è la persona che la indossa“.