Giovani e liberi attraverso gli occhi di Pierpaolo Piccioli: dopo 25 anni il designer lascia la maison Valentino

Giovani e liberi attraverso gli occhi di Pierpaolo Piccioli: dopo 25 anni il designer lascia la maison Valentino

Dopo circa 25 anni di collaborazione, Pier Paolo Piccioli lascia la maison Valentino.  Un’esperienza iniziata nel 1999 quando il designer è approdato alla casa di moda fondata da Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti. Inizialmente con l’incarico di realizzare la linea gioielli, passa poi alla direzione creativa del brand, prima in coppia con Maria Grazia Chiuri e infine nel 2008 da solista. Il contatto prolungato con l’artigianato italiano di questo lungo excursus gli ha permesso di apprendere quel ‘savoir faire che è alla base del mestiere di un designer’.

Pierpaolo Piccioli

Carattere poco avvezzo ai lati commerciali del settore, ritiene che ‘non si ha bisogno di nuovi oggetti, ma di sogni ed emozioni‘. Nel momento in cui scopre attraverso i grandi fotografi, come David Bailey, il potere narrativo della moda, decide di voler intraprendere la carriera come designer. La capacità che apprezza maggiormente di questi artisti è quella di saper raccontare le persone e coglierne la bellezza, ‘che non risiede negli attributi fisici ma in una grazia intrinseca‘. La realizzazione della sua prima collezione infatti non parte da un’idea di vestito, ma di bellezza. E il contrasto è palese visto che la moda è effimera mentre la bellezza è eterna.

Ma è la tensione del contrasto stesso, come nei due poli opposti di una pila, a creare l’energia che rende accattivanti le sua creazioni. La stessa tensione che si manifesta ad esempio nel dover conciliare il suo motto no rules is my rule con la tradizione ben consolidata della maison. In quest’ultimo caso Piccioli risolve l’apparente paradosso sostenendo che ‘non esiste innovazione senza conoscenza del passato e il limite stesso dà la possibilità di pensare a come superarlo‘.

La tendenza alla sovversione di un sistema consolidato, utilizzando la tradizione stessa, emerge da alcune delle sue collezioni più iconiche. E nel processo di cambiamento ritiene particolarmente fertili i momenti di transizione, quando menti libere possono dire qualcosa di nuovo e ‘mostrare il sentiero del futuro‘. Una delle collezioni manifesto di questa poetica della transizione come periodo di fertilità è la sua prima sfilata in solo per la la ss2017. 

In quell’occasione Piccioli unì all’arte rinascimentale le stampe fatte a mano della stilista Zandra Rodhes. È con quest’ultima infatti che sono stati realizzati gli abiti diafani con temi che richiamavano l’opera di Hieronymus Bosch The Garden of Earthly Delights. 

Un’altra sfida abbracciata dal designer è stata inoltre quella di modellare il significato che solitamente viene attribuito ai colori. ‘I colori sono in definitiva parte del messaggio che vuoi trasmettere‘, e in una sua celebre collezione ha voluto stravolgere in particolare il significato del pink. La fall-winter 2022-23 ha infatti reso il colore signature del brand con la collaborazione di Pantone: nasce così il PP Pink, un rosa super saturo che poco ha dei tratti dolci e femminili attribuiti solitamente a questa tonalità.

La stessa carica innovativa caratterizza la sfilata Black Tie, applicata ad un classico indumento corporate maschile. L’idea della sfilata gli è arrivata guardando la figlia quindicenne scegliere una cravatta dal suo armadio per un outfit serale, rimodellando inconsapevolmente il significato dell’accessorio. La cravatta così diventa simbolo della creatività individuale e non più del potere costrittivo maschile, un modo con il quale fare emergere la propria personalità.

È con collezioni come queste che Piccioli si è aggiudicato premi come il Designer of the Year nel 2022 ed è stato inserito dal Time tra le cento persone più influenti al mondo. Ma soprattuto ha creato un immaginario che ci ha regalato la sua visione, i suoi occhi, per ‘guardarci come lui ci vede’ e come egli stesso si sente, giovane e libero.

Chanel FW 2024-25: omaggio a Claude Lelouch e alla storia iconica della maison

Chanel FW 2024-25: omaggio a Claude Lelouch e alla storia iconica della maison

Già dalla colonna sonora, che riprende la musica di Pierre Barouh, si evince che l’advertising della Fall-Winter 2024-25 di Chanel è ispirato esplicitamente al film Un uomo e una donna del regista francese Claude Lelouch. In particolare è ripresa una delle scene finali (quella della cena), il viaggio in macchina, e le riprese di una serena spiaggia a Deauville

L’atmosfera in cui i due protagonisti sono immersi è infatti proprio quella della cittadina costiera normanna, cara alla maison poiché proprio lì nel 1913 Gabrielle Chanel inaugurò la sua prima boutique di moda, affascinata dal clima bucolico di quel luogo.

Possiamo notare come, attraverso un gioco di richiami, la scena dell’appuntamento dei due amanti, interpretati da Brad Pitt e Penelope Cruz, ben si presta all’esposizione della celebre Flap bag, dal momento che anche nel film, in primo piano, sul tavolo è esposta una borsa nera di forma analoga. 

Le inquadrature del paesaggio balneare che intervallano il dialogo tra i due protagonisti, inoltre, richiamano il legame di Chanel con il mare. È proprio negli anni di Deauville infatti che nasce la marinière, l’iconica maglia a righe orizzontali bianche e blu ispirata a quella dei marinai ed emblema dell’inconfondibile stile chic balneare ideato dalla stilista francese.

In un clima di erotismo raffinato, che ben si addice all’immaginario di Chanel, il cortometraggio aggiunge all’eleganza quel tocco di seduzione emblematico della maison.È in questa danza di allusioni ed eleganza che ad uno Chateaubriand mediamente cotto si sovrappone la calda passione dei corpi a cui si allude nel finale.

Un tributo a Dries van Noten: maestro della moda avant-gard annuncia il ritiro

La mattina del 19 marzo, dopo una carriera di quattro decadi, lo stilista belga Dries van Noten annuncia il suo ritiro come direttore creativo del proprio brand. Infatti quella che sfilerà a Parigi per la ss25 menswear di giugno, sarà la sua ultima collezione. In suo onore ripercorriamo i tratti salienti del percorso artistico e lavorativo di una delle personalità più influenti del mondo della moda avant-gard.

Distintosi come uno dei Sei di Anversa assieme a designer del calibro di Ann Demeulemeester, van Noten dichiara di trarre ispirazione dovunque: da un fiore, un odore, una poesia, un film. E durante la sua carriera lo ha dimostrato attraverso le sue collezioni, che meravigliano per la varietà ed eccletticità delle references. Non a caso nel 2014 è stato uno dei pochi stilisti viventi ad essere esposto nel Musée des Arts Decoratifs di Parigi con una mostra intitolata Inspirations.

È un esempio di questa ricettività poliedrica la Grunge collection (ss 2013), che parte dallo stile tipico di questo genere musicale, come quello dell’iconico vestito floreale indossato da Kurt Cobain ad Amherst nel 1990, per unirsi con le tonalità e colori dei quadri del pittore britannico Lucien Freud.

D’altronde il designer di Anversa ha avuto un legame prediletto con la pittura sin da piccolo. Infatti suo nonno, oltre che sarto, è stato un collezionista d’arte. Questa passione si esprime ad esempio con i capi ispirati ai quadri dell’artista Francis Bacon, realizzati per la fall-winter 2009. Egli stesso ha affermato come non volesse ricreare l’arte del pittore irlandese, ma travasare nei propri lavori le emozioni provate guardando le sue tele. 

Attraverso l’uso di colori e stampe estrosi, unite all’eleganza delle silhouette sartoriali, van Noten  è riuscito a creare un proprio stile iconico che si potrebbe definire avant-gard opulento.

Amante dell’esotico e della contaminazione degli stili, evidenzia quanto sia importante la conoscenza del passato e del diverso, dai quali estrarre le connessioni per realizzare ciò che l’arte gli permette di intuire. E in questo processo creativo assume un ruolo fondamentale l’apprendimento dell’artista. Infatti egli stesso ha dichiarato che ‘Nel momento stesso in cui smetto di imparare qualcosa, allora è meglio che mi fermi, perché la paura più grande che ho è di essere sistematico.’

Dries van Noten ha dimostrato di saper bilanciare gli aspetti più cerebrali della sua personalità con una lucida concretezza: formatosi alla Royal Academy of Fine Arts di Londra e avendo lavorato nella boutique del padre ad Anversa, afferma di non voler vivere nel passato, che pure tanto ama, e di realizzare vestiti per il futuro che non siano solo arte, ma che possano essere acquistati e indossati. 

A proposito di questa concretezza, si è sempre rifiutato di realizzare collezioni haute couture che non potesse vedere esposte nei negozi. Limitatosi ad organizzare quattro sfilate l’anno, van Noten ha sostenuto la necessità di rallentare i ritmi forsennati delle fashion week, rivelandosi anche attento alle tematiche ambientali. Egli stesso ha affermato ‘che la moda è ormai morta, e che in realtà sia un bene perché è di moda ciò che dopo solo sei mesi non lo è più’.

Inoltre, nonostante suoi collaboratori, come il sound director Michel Gaubert, vantino non a torto, il suo spirito di indipendenza, van Noten nel 2018 ha ceduto il suo brand al gruppo spagnolo Puig, rimanendone però direttore creativo e investitore minore. In questo modo ha potuto dedicarsi ad altre passioni nella sua residenza ottocentesca nei pressi di Anversa e, allo stesso tempo, preservare la stabilità economica dei propri dipendenti.

(foto copertina via @Pinterest)

Clarks – Una lettera d’amore ai rave

CLARKS – UNA LETTERA D’AMORE AI RAVE

CLARKS ORIGINALS CELEBRA L’EREDITÀ DELLA SCENA RAVE UNDERGROUND DI MANCHESTER,
IMMERGENDOSI IN UN’ALTRA INFLUENTE SOTTOCULTURA

Clarks è entusiasta di lanciare la nuova campagna per l’estate, “SunsetA Clarks In
Manchester Film”. Soprannominata “A Love Letter to the Rave” (una lettera d’amore alla cultura rave),
è un tributo alle notti inebrianti degli anni Novanta, dentro il club Acid House.
In questa decade rivoluzionaria, la musica rave e i club underground ispirarono un movimento dance mondiale,
e Clarks può affermare con orgoglio che le sue scarpe erano spesso le calzature preferite da questa
generazione di liberi pensatori che amavano ballare tutta la notte.

UN RITORNO AI RAVE
Il filmato, girato dal regista Glenn Kitson, il film segue le serate di due gruppi di giovani: Tony e Rose nel
1991 e Connor e i suoi amici oggi, mentre si dirigono verso quella che potrebbe essere la notte della loro
vita. Il video, della durata di due minuti, fa anche riferimento all’iconica stazione radio Sunset 102, tempio
leggendario della musica elettronica di Manchester.
Nella nuova collezione che accompagna il filmato, l’iconica scarpa Wallabee brilla ancora una volta sotto
luci stroboscopiche. Presentata in tre vivaci modelli, ognuno dei quali è dedicato all’individualità e alla
libertà
, è il modello perfetto per le notti d’estate quando si esce a divertirsi.

RINASCIMENTO RAVE
Lo spirito dell’era rave si esprime nella nuova collezione Clarks attraverso morbidi scamosciati e divertenti effetti grafici,che conferiscono alla scarpa Wallabee un’atmosfera fresca e libera per l’estate.

DAISY COLLECTION In questa stagione, Clarks incarna questo sentimento in un paio di Wallabee floreali da capogiro. In questa versione esclusiva dell’iconico modello Originals, rifinito con due fob, le margherite sono ricamate direttamente sulla tomaia in pelle scamosciata e foderata in microsuede.

SWIRL COLLECTION
Una stampa optical, ispirata alle immagini grafiche dei manifesti psichedelici della scena rave,adorna la tomaia e la soletta di questo modello in pelle scamosciata. I colori vivaci vibrano l’uno con l’altro, creando un movimento simile a una visione allucinogena, mentre un fob speciale ne completa lo stile.

YIN-YANG COLLECTION
Il design con motivo Yin-Yang conferisce a questa scarpa iconica un taglio fresco. I colori terrosi si prestano a uno stile versatile, mentre l’inimitabile suola in crêpe mantiene ogni passo radicato nell’intramontabile DNA Clarks Originals. Per una finitura che rimane ancorata ai dettagli, i distintivi loghi fob arricchiscono ogni paio di scarpe tra cui uno sormontato da una margherita ricamata, che richiama immediatamente atmosfere estive.

LO SPIRITO CONTINUA A VIVERE
A trent’anni dai rave, Clarks crede ancora che la cultura giovanile sia una forza positiva per la società.Durante il periodo di pasqua, il negozio Clarks Originals di Manchester presenterà alcune affascinanti fotografie d’archivio, in collaborazione col Museum of Youth Culture. Questa campagna è un’ode alla cultura rave, che continua a essere apprezzata in tutto il mondo. Ispirata alla Manchester di allora, pronta per le feste di oggi.

Guardiani FW24: la Sneaker Wen ha il volto del nuotatore olimpionico Filippo Magnini

Celebre nuotatore italiano, campione mondiale ed europeo, bronzo olimpico ad Atene, oggi personaggio dello show business e imprenditore nell’ambito del benessere, Filippo Magnini è il nuovo testimonial di Guardiani per la nuova collezione FW24. Uomo dall’anima poliedrica, sempre pronto ad affrontare con grinta la vita in ogni suo aspetto, incarna tutti i valori che da sempre contraddistinguono il brand e il suo prodotto di punta, WEN, la sneaker best seller di Guardiani dal DNA sport-fashion, protagonista anche della collezione fw24 presentata al Micam.


 
“Abbiamo scelto Filippo Magnini come protagonista della prossima campagna pubblicitaria di Guardiani per l’Autunno Inverno 2024-25, perché riflette perfettamente l’attitude dinamica e lifestyle del brand e della nostra iconica sneaker Wen, che sarà oggetto della campagna. Una sneaker dalla silhouette retrò, versatile e leggerissima pensata per uomini come lui, sempre in movimento ma con un preciso gusto estetico, in perfetto equilibrio tra stile e funzionalità” sottolinea Rubina Guardiani, Responsabile Comunicazione Guardiani.

Le sneakers Wen presentate alla 97esima edizione di Micam, giocano con l’eleganza di una palette classy alternandola con stile a toni più accesi e di tendenza, frutto della continua e approfondita ricerca stilistica del marchio.


 
“Il brand Guardiani appartiene alla società BLUMORE SRL e dal 2020 è prodotto e distribuito dal gruppo Zeis Excelsa. Fino ad oggi la strategia distributiva si è focalizzata sul mercato italiano, a partire dalla prossima stagione prevediamo una maggior espansione all’estero” conclude Massimiliano Rossi, Direttore Generale Zeis Excelsa.

Tra vita e immaginario: il santuario creativo di Rick Owens a Concordia sulla Secchia

Tra vita e immaginario: il santuario creativo di Rick Owens a Concordia sulla Secchia

In un’intervista rilasciata per Vogue Grecia, il designer americano Rick Owens ha sostenuto che il suo obiettivo in quanto artista fosse quello di esprimersi attraverso creazioni che possedessero una componente narrativa e poetica, in grado di invadere lo spazio attraverso l’esagerazione.

Nelle sue collezioni questo spirito di magnificenza ed eccesso si manifesta attraverso l’alterazione e deformazione delle fisionomie dei suoi capi, e nelle location solenni che richiamano templi classici. L’immaginario del designer americano però non si riconosce solo nel suo brand, ma sembra essere un’ aura che pervade più aspetti della sua vita. Egli stesso ha affermato di credere nell’invenzione del proprio sé più che nel potere ineluttabile del destino, ed è con il suo stile di vita che ha inventato la propria estetica personale distintiva, immergendovisi.

Di questo immaginario ben definito e riconoscibile che esula dal mondo della moda, è testimonianza l’abitazione nel comune italiano di Concordia sulla Secchia in Emilia-Romagna. La struttura si trova accanto alla fabbrica del brand Rick Owens ed è considerata dal designer il luogo prediletto per la creazione delle sue collezioni. A testimonianza di ambiente riservato alla creatività, si può citare la presenza di una stanza con pareti di marmo travertino realizzata sul modello di una caverna, quasi a ricreare l’archetipo di un utero materno dal quale partorire nuove idee.

Oltre ad essere dedicato a momenti di creatività, l’abitazione è anche associata a periodi di disciplina e allenamento. Se in un senso pratico ciò è testimoniato dalla presenza di una grande palestra che occupa buona parte dell’appartamento, il minimalismo generale con l’assenza quasi totale di decorazioni riporta il valore ideale di questa severità. Rick Owens stesso si definisce più un eliminatore che un collezionista. La sua intenzione è ricreare un ambiente monastico utilizzando alcuni elementi distintivi come le rigide sedie di legno realizzate dall’artista futurista Giacomo Balla che ricordano, usando le parole del designer stesso, i banchi di una chiesa.

Rick Owens vive per periodi intermittenti in questa abitazione da circa vent’anni, eppure sostiene di non aver mai voluto far ridipingere i banchi del suo ufficio per conservare un senso di memoria, attraverso segni di matite sui tavoli, o piante lasciate crescere selvaggiamente sulla veranda.

Questo richiamo a realtà passate è alla base della sua estetica, che egli stesso definisce retro-futuristica e che combina materiali atavici con forme contemporanee, della quale sono emblema i vasi geometrici di bronzo e cristalli di roccia.

Accanto all’attrazione per il passato, è inoltre pervasiva la presenza della morte. A questo proposito il designer dichiara di essere stato affascinato dalle salme presenti nelle chiese italiane. Egli stesso possiede un teschio umano esposto all’interno della casa e acquistato all’asta, che funge da memento mori, promemoria della vacua vanità.

Legato alla morte e alla memoria, un sarcofago chiamato Liza è sicuramente quello che il designer definisce il suo oggetto preferito. Egli racconta come lo abbia scelto in particolare poiché diverso dalla maggioranza dei sarcofagi, che generalmente sono colorati e non riportano i segni del tempo.

La presenza del sarcofago richiama un altro tema frequente nella sua estetica, ovvero quello dell’esotismo. Emblematica è la collezione di piume di galli Onogadori, allevati nel diciasettesimo secolo in Giappone, posizionata su di una parete dell’ ufficio, e che aumenta tramite acquisti e contatti con fattorie nipponiche. 

In un’intervista tenuta dalla giornalista Sofia Tchklonia, Rick Owens ha dichiarato che “l’indifferenza è un forte elemento di seduzione“. Un’indifferenza intesa come essere flamboyant rifiutando però la bellezza classica. A tal proposito dichiara che il “voler attirare l’attenzione può essere una forma di aggressività o di gioco” e che lui nel processo creativo intende comprendere entrambi questi aspetti. Infatti se molti degli oggetti citati possono facilmente apparire sinistri e in un certo senso aggressivi nella loro esuberanza, comprendono allo stesso tempo la dimensione giocosa del processo creativo, che consiste nell’invenzione del proprio sé e del suo immaginario, come fosse esso stesso un’opera d’arte.



(fonti immagini Tumblr, 10magazine, Pinterest, foto cover J.Teller)

LEVI’S® for Feet: il ritorno delle sneakers iconiche, al passo coi tempi

Amato per la sua ricca storia di innovazione nel denim, il brand Levi’s® vanta anche una storia unica nella realizzazione di calzature di alta qualità. Nel 1975, Levi’s® lanciò Levi’s® for Feet, una linea di boots, sneakers e mocassini. Dopo il recente lancio della Raven, un desert boot nel 2022, Levi’s® for Feet ha riportato in vita il modello runnér retro “Stryder” con una rielaborazione fedele e confortevole della prima sneaker Levi’s® con il logo originale 2 Legs. Per il 2024, Levi’s® for Feet punta sul suo logo distintivo 2 Legs ed espande ulteriormente la sua offerta di sneakers con le nuove Swift, Sneak.

Il restyle di Levi’s® for Feet è iniziato esplorando i suoi archivi. Tra i materiali d’archivio e le foto delle scarpe degli anni ’70, uno dei dettagli distintivi è stato il logo unico della sneaker Stryder, che raffigura due gambe in movimento. Dopo una lunga ricerca, un paio originale è stato finalmente individuato in un sito d’aste in Giappone, e il design team di Levi’s® è riuscito a realizzarne fedelmente una versione moderna della Runner. Levi’s® for Feet offre ora opzioni di colore aggiuntive per una Stryder moderna, ampliando contemporaneamente la famiglia di stili che utilizzano il logo distintivo 2 Legs.

Per la collezione Primavera/Estate ’24, le sneakers di Levi’s® for Feet includono le nuove Swift e Sneak, due modelli casual, dal design e branding degli anni ’70. Realizzata in twill di cotone con texture naturale, la versatile Sneak è dotata di una suola traspirante in gomma.

A completare le ultime proposte di Levi’s® for Feet c’è la Swift, che presenta il logo 2 Legs su una sneaker moderna ed elegante. Realizzata in pelle sintetica e camoscio, la Swift è dotata anche di una traspirante suola in gomma.

La Stryder, la Swift e la Sneak sono già disponibili per l’acquisto su Levi.com, sull’app Levi’s®, e in alcuni negozi Levi’s® selezionati.

La collezione disegnata con AI da ANNAKIKI FW24-25  

ANNAKIKI Collezione FW24-25
L’ERA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

“L’era dell’intelligenza artificiale è arrivata, dovremmo accoglierla o essere cauti?”
“I prossimi cinquant’anni saranno l’epoca dell’IA.”
Kevin Kelly


I prossimi cinquant’anni saranno l’epoca dell’IA.”

Queste sono le parole profonde dello studioso della cultura digitale Kevin Kelly il quale nel suo libro “I prossimi 5000 giorni” prevede che l’IA sarà equiparata all’automazione e alla rivoluzione industriale, guidando una nuova rivoluzione: così come l’umanità ha cambiato il pianeta attraverso la saggezza, l’intelligenza artificiale continuerà a portare nuovi cambiamenti nel mondo.
 
Come ha detto Kelly, mentre non siamo ancora in grado di definire chiaramente cosa sia l'”intelligenza artificiale“, siamo già stati trascinati dalla marea dei tempi, iniziando ad imparare come conviverci. Siamo affascinati dalla potente capacità di elaborazione dei dati, dalla velocità di risposta e dalla sua facilità d’uso. Mentre accogliamo con gioia una nuova ondata di rivoluzione tecnologica, siamo anche preoccupati: l’IA ha bisogno di avere coscienza di sé come gli esseri umani? Mostra davvero “creatività” e “immaginazione”? Ci priva delle opportunità di lavoro o crea nuove possibilità di impiego?
 
Queste domande hanno suscitato profonde riflessioni nell’animo della designer Anna Yang che afferma: “Attualmente, non possiamo ignorare l’impatto delle tecnologie dell’IA come ChatGPT e Midjourney sull’industria. Sto pensando se la creatività dell’IA sia diversa da quella umana. Possiamo distinguere le differenze creative tra le due? L’IA ha davvero la creatività che immaginiamo?

La collezione autunno-inverno 2024/25 di ANNAKIKI ha come tema “l‘era dell’intelligenza artificiale” e presenta 50 look in stile futuristico retrò attraverso un format di sfilata digitale, esplorando il tema della coesistenza e della co-creazione tra intelligenza artificiale e umanità. Questa stagione, Anna Yang ha utilizzato la fusione tra fotografia reale e tecnologia dell’IA come concetto creativo, creando una sfilata virtuale dalla scenografia al pubblico, e ha presentato in modo speciale otto look virtuali generati con l’assistenza dell’IA. La capacità innovativa e l’ampia immaginazione dimostrate dall’IA hanno lasciato la designer sbalordita. Ciò che originariamente richiedeva una settimana o più di lavoro ora può essere realizzato in un tempo estremamente breve grazie alla tecnologia dell’IA, e la realtà dei prodotti finiti è difficile da distinguere. Questo sembra preannunciare una riduzione significativa della complessità tecnica della progettazione, consentendo a chiunque in futuro di progettare la propria linea di abbigliamento grazie alla potenza della tecnologia.

Tuttavia, Anna si è presto resa conto che l’IA non è onnipotente. Per i designer pieni di creatività e impegnati nella realizzazione di idee, la moda ne è la manifestazione ideale. Anche se l’IA può generare “moda” attraverso i dati, spesso manca di coerenza e fattibilità nel design e non può essere completamente trasformata in prodotti reali, specialmente durante il processo di campionamento. Questo ha portato Anna a riconoscere che l’IA ha ancora limiti in questa fase e al momento non può sostituire completamente la creatività e il senso estetico umano, né stabilire connessioni emotive che colpiscono il cuore. Gli esseri umani non solo possono creare arte, ma possono anche trasformare concetti in realtà fisiche, apprezzare l’arte in modo unico e sperimentare la trasmissione di informazioni. Questa è una caratteristica unica e insostituibile dell’umanità.

Immaginando di vivere in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale e l’umanità convivono e prosperano, Anna ha creato una serie di guerriere futuriste che indossano armature, simbolo del potere che sovverte le tradizioni e mette in discussione il convenzionale, combattendo coraggiosamente contro l’eccessiva invasione dell’intelligenza artificiale e proteggendo al contempo la preziosa creatività e immaginazione umane.
 
Questa stagione, Anna si è impegnata a sfidare i nuovi limiti del design delle silhouette, utilizzando esclusivamente il nero e il bianco come colori principali per esplorare le infinite possibilità dell’assoluto. Oltre ai materiali comuni come la pelle, il denim rivestito e i materiali compositi, ha introdotto attivamente nuovi tessuti tecnologici. I primi nove look della sfilata sono stati ispirati al concetto di “guscio”, sottolineando che, sebbene l’intelligenza artificiale possa creare, manca di emozioni e anima, producendo solo “gusci” privi di anima. Basandosi su questo concetto, Anna ha utilizzato una varietà di tessuti compositi come ossa di pesce e materiali creati da pelle e alluminio, combinati con la tecnologia di cucitura tridimensionale, per creare design dalle silhouette ampie con effetti visivi unici.

L’armatura è il fulcro di questa stagione, grazie alla tecnologia di progettazione tridimensionale e ai dettagli degli armamenti smontabili, permette a chi la indossa di trasformarsi facilmente tra la vita quotidiana e scene più drammatiche, dimostrando una grande adattabilità e versatilità. Le iconiche maniche a onde tridimensionali appaiono in tutta la collezione, celebrando la forza femminile. Il simbolo del marchio, la stella a quattro punte, è onnipresente, intagliata in modo artistico sul petto, svelando la bellezza nascosta del corpo, o nascosta nei dettagli, mantenendo la naturalezza dei movimenti e sottolineando l’identità unica del marchio.
Inoltre, Anna ha utilizzato tessuti con memoria tecnologica per progettare abiti da sera, rompendo i limiti dei materiali tradizionali e mostrando la diversità e l’avanguardia del design. Pur mettendo in discussione la creatività dell’IA, Anna ha anche scelto di collaborare con essa in modo creativo, trasformando i pattern astratti generati dall’IA in forme concrete, ad esempio stampando le immagini di volti umani progettate dall’IA, con dettagli realistici, sugli abiti, in uno stile futuristico retrò; oppure utilizzando pelle e tecniche sperimentali di legatura con cordini per trasformare le armature tubolari progettate dall’IA in realtà, mostrando il potenziale illimitato della creatività umana.
 
Anna Yang conclude le sue riflessioni con le seguenti parole: “Dovremmo guardare al futuro dell’umanità con ottimismo. L’IA, come strumento tecnologico, può sicuramente aiutarci a risolvere molti problemi, ma allo stesso tempo dovremmo affrontare con cautela le nuove sfide che questa tecnologia potrebbe portare.

Milano Fashion Week – MARYLING FW 24-25

MARYLING FW 24-25 – MILANO FASHION WEEK

WINTER SNOWFLAKE ADVENTURE

Il ricordo di una giornata sugli sci tra le cime innevate di Madonna di Campiglio è il cuore della FW 24/25 di MARYLING, “Winter Snowflake Adventure”. Un’immersione magica nella natura che diventa il pretesto per creare una collezione elegante e comoda, moderna e colorata, che rilegge in maniera accattivante l’evoluzione dello sport e del suo stile – sempre più riconoscibile, iconico, lussuosamente funzionale- in dialogo con la moda.

Al centro il classico maglione natalizio dalle lavorazioni hand made che, con il sapiente uso del color block e il suo motivo tradizionale a maglia, dà vita a nuovi oggetti del desiderio, ricchi di vibrazioni accattivanti. L’ispirazione è una miscellanea di fascinazioni artistiche sulle quali MARYLING costruisce l’anima della sua proposta. La snow art e i suoi pattern nati dalla mano di Simon Beck, il land artist celebre per le opere sulla neve fresca; il fotografo dei fiocchi di neve Wilson A.Bentley, pioniere nel rappresentare un mondo microscopico, tanto evanescente quanto affascinante; l’artista americano Doug Aitken maestro nel creare miraggi architettonici con gli specchi.

Così le tracce sulla neve si mutano in habotai di seta stampata in bianco e nero; i paesaggi montani, gli scorci da cartolina, le cromie del rosa, del bianco, del blu indaco disegnano abiti in chiffon e amplificano il carattere dei piumini, mountain clothing per eccellenza, oltre che quello delle puff bag e delle sciarpe trapuntate. E ancora il neoprene assume toni psichedelici mentre capi monocromatici conservano il comfort tipico dell’abbigliamento sportivo celebrando, al contempo, la loro essenza con tinte vivaci pensate per spiccare sulla neve.

E ancora spazio alla maglieria con intarsi; agli jacquard caratterizzati dai simboli iconici della stagione invernale traslati nelle lavorazioni a maglia e nei filati lussuosi, insieme alle texture classiche di MARYLING come la lana lunga, i cappotti in cachemire e mohair, le mantelle e i capispalla sartoriali nelle tonalità cammello, sabbia, cioccolato e fard.

I pattern rileggono il concetto di vacanza sugli sci in chiave glamour e la bellezza dell’inverno tra alberi ghiacciati, cime montuose e una calda atmosfera di relax. Le linee dei modelli sono ispirate alle forme iconiche dell’abbigliamento sportivo graffiate da dettagli di design, enfatizzati da lavorazioni lussuose ed eleganti, che portano la snow couture anche in città.

Calcaterra Fall Winter 2024/25

Matèria

Calcaterra Fall-Winter 2024/25

Se esiste un capospalla perfetto, è certamente firmato Calcaterra, che in questa collezione Fall Winter 2024/25 lo rende il protagonista del guardaroba.

Dalle misure over e dalle strutture geometriche, il caposcala si fa comodo, dalle lunghezze maxi, lasciando libero il corpo e arricchendosi di dettagli femminili, come i maxi fiori applicati o lasciando uscire i fiocchi e le stoffe della camicie.

Chic, mai costretta in abiti seconda pelle, la donna Calcaterra è libera dalle costrizioni, gioca con le forme maschili, gli accessori come le borse diventano dei maxi contenitori dalle forme geometriche, rotondi, rettangolari e trapezoidali, quasi degli origami che aprendosi svelano uno spazio nascosto.

Notte o giorno non ha più importanza, bisogna essere sempre pronte ed eleganti, per cui il raso e le sete si coprono di pellicce e le giacche si scoprono con tagli alla Fontana.

Se il look è sciolto, i capelli sono perfetti, impomatati in un’acconciatura con riga laterale e dal taglio maschile, corto sempre più corto, per non doversene preoccupare.

Pantaloni con riga perfettamente stirata, dalla vita alta, altissima, sì ai guanti e meno ai gioielli, pochi ma dalle stesse linee dell’outfit, con cerchi e catene maxi; i colori sono quelli caldi dell’autunno, perfetti per un genere “autumn deep warm“, ruggine, bordeaux, zafferano, torba, bianco latte, dattero, rosa antico, geranio, verde bosco, tabacco, un bellissimo bouquet che scalda.

La collezione di Daniele Calcaterra è ricca della materia di cui è fatta la terra, dei suoi colori e delle sue profondità; sceglie i tessuti più pregiati, lane, sete, shetland, cotoni preziosi, alpaca e upcycled fur. I veri gioielli sono i fiori, che ritornano su capispalle e scarpe, il giglio pure e la peonia.

ELISABETTA FRANCHI FALL-WINTER 2024/25

ELISABETTA FRANCHI FALL-WINTER 2024/25

THE CLUB

L’ispirazione della collezione autunno-inverno 2024/25 nasce dall’immagine senza tempo delle uniformi dei college inglesi, che Elisabetta Franchi ha reinterpretato partendo dall’estetica tomboy.

L’uniforme viene raccontata con un tocco di trasgressione per esprimere la personalità unica di ogni donna, che si riconosce all’interno di una community ma senza omologarsi.

La fusione di stili incarna il dualismo di una donna contemporanea e libera, che si muove con disinvoltura tra il silenzio della biblioteca ed il ritmo frenetico dei party, abbracciando con passione sia il fascino tradizionale della cultura accademica che glamour della vita notturna.

Microgonne a pieghe, maxi-cardigan e pullover indossati come fossero miniabiti si fondono armoniosamente in un gioco di sovrapposizioni con le camicie, vere protagoniste della collezione, e con giacche dal taglio maschile, mentre i cappotti lunghi in tweed e tartan, aggiungono un’allure di raffinata sartorialità.

Stemmi e blasoni, preziosamente ricamati, evocano il senso di appartenenza a un club esclusivo, accademico o sportivo. Il tartan gioca un ruolo centrale nel guidare la palette colori, dominata dal rouge noir, dall’oxford e dal grigio steel, a tratti illuminata da un vivace mimosa.

Gli eleganti abiti lunghi, preziosamente ricamati, scivolano su sneakers dal sapore vintage, e si fondono con avvolgenti sciarpe in maglia creando un irresistibile mix glamour e cozy. Le calzature spaziano dai combat boot alle slingback con tacco medio, da abbinare sempre ai calzini maschili.