Obiettori di coscienza e abusi in sala parto: basta tacere

Si intitola #bastatacere la campagna lanciata appena pochi giorni fa da Elena Skoko e Alessandra Battisti del network internazionale Human rights in childbirth e che sui social sta diventando virale. Sulla linea della campagna internazionale #breakthesilence, l’obiettivo è quello di portare alla luce i maltrattamenti fisici e psicologici che alcune donne sono costrette a sopportare quando danno alla luce un bambino. Skoko e Battisti hanno chiesto alle mamme d’Italia di raccontare, in forma anonima e senza fare nomi di medici e ospedali, le disavventure più o meno drammatiche che hanno vissuto in sala parto.


Tantissime donne hanno aderito alla campagna, e il risultato già dopo pochi giorni è allarmante: costrette a un parto cesareo anche quando non è necessario, a manovre dolorose e con pesanti conseguenze come l’episiotomia e la manovra di Kristeller, allontanate a forza dal bambino appena nato e dal partner. Nei messaggi anonimi c’è chi racconta di essere stata insultata, definita “incapace di partorire“, sbeffeggiata per aver chiesto di allattare o di non allattare. Anche ostetriche e infermiere raccontano abusi in sala parto e violenze fisiche e psicologiche alle quali hanno dovuto assistere. “Ho visto bambini separati senza motivo dalle loro mamme, trattati come bambolotti senza rispetto – ha scritto un’ostetrica –  Ho visto donne subire ripetute Kristeller e finire con distacchi di placenta, inversioni uterine, costole rotte. Ho visto donne subire il taglio cesareo anche quando l’anestesia non aveva ancora avuto effetto“. La campagna è volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione e a chiedere una legge contro il reato di violenza ostetrica.


#Bastatacere arriva in contemporanea con le accuse del Consiglio d’Europa in merito alla legge sull’aborto. Un ricorso presentato dalla Cgil ha portato l’Europa ad analizzare la situazione dell’aborto in Italia, rivelando anche in questo caso un quadro desolante. A quasi 40 anni dalla legge 194, le donne incontrano ancora notevoli difficoltà a trovare le strutture ospedaliere e il personale medico che le aiuti ad abortire. Le convinzioni morali del singolo non possono impedire il rispetto di una legge: l’altissimo numero di obiettori di coscienza e il mancato rispetto della legge sull’aborto sono, per il Consiglio d’Europa, violazioni del diritto alla salute.


Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha dichiarato “Sono molto stupita perché dalle prime cose che ho letto mi sembra si rifacciano a dati vecchi che risalgono al 2013. Il dato di oggi è diverso. Non c’è alcuna violazione del diritto alla salute“.