La principessa Deena licenziata da Vogue Arabia dopo appena due numeri

La Principessa Deena Aljuhani Abdulaziz non è più il direttore di Vogue Arabia dopo l’uscita dei primi due numeri, ma precisa «Non ho lasciato, sono stata licenziata!». Condé Nast non ha ancora rilasciato un comunicato ufficiale in merito a quanto accaduto, ma sembrerebbe che la neonata edizione araba del mensile patinato stia già vivendo una crisi. Lanciato online a settembre e in forma cartacea a marzo, con una splendida copertina che ritraeva Gigi Hadid ricoperta da un velo di pizzo e cristalli, il progetto di Vogue Arabia era stato fortemente voluto proprio da Deena Aljuhani Abdulaziz. La sua avventura nella moda è iniziata dieci anni fa, quando la donna, moglie di un membro della famiglia reale dell’Arabia Saudita, ha fondato la sua boutique di lusso online D’Na.


«Questo progetto improbabile è diventato realtà. Voglio ringraziare Condé Nast per aver fatto sì che ciò accadesse!» dichiarava la principessa appena un paio di sere fa, al party per il lancio di Vogue Arabia al Museo d’Arte Contemporanea di Doha. Presenti duecento invitati tra cui membri di famiglie reali, stilisti di fama mondiale e celebrities come Naomi Campbell, Lauryn Hill, Peter Dundas, Marco de Vincenzo, Delfina Delettrez Fendi, Suzy Menkes. In quell’occasione Jonathan Newhouse, Presidente di Condé Nast International, diceva «È un grande onore e una gioia essere qui questa sera. Era un sogno lanciare Vogue Arabia, questo magazine meraviglioso…e voglio sottolineare le capacità e il glamour del nostro incredibile caporedattore, la Principessa Deena. Voglio congratularmi con lei e con il suo team, che hanno realizzato tutto ciò. Grazie per aver condiviso questa bellissima serata con noi». Il licenziamento della direttrice è arrivato, quanto mai inatteso, stamattina. La Principessa avrebbe dato l’annuncio a Business of Fashion, dichiarando «Mi sono rifiutata di scendere a compromessi quando ho sentito l’approccio della casa editrice in conflitto con i valori che sono fondamentali per i nostri lettori e con il ruolo del direttore nel soddisfare quei valori in un maniera autentica».


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Shopping online, Gucci e Farfetch presentano la consegna in 90 minuti

Lo shopping online non è mai stato così veloce: Gucci e Farfetch si uniscono per il progetto Store-to-Door in 90 minutes, letteralmente dal negozio a casa tua in 90 minuti. Il vero lusso è il tempo, e la sfida dello shopping online è quella di ridurlo al minimo. Ci ha pensato l’e-commerce Farfetch in collaborazione con la griffe fiorentina. Da oggi sarà infatti possibile acquistare alcuni capi delle collezioni Gucci, tra cui borse, occhiali da sole, abiti, sul sito Farfetch.com e riceverli a casa in un’ora e mezza. La consegna super veloce sarà attiva in dieci città:  Londra, New York, Dubai, Los Angeles, Madrid, Miami, Milano, Parigi, San Paolo e Tokyo e permetterà di fare shopping online al mattino e indossare un abito griffato la sera stessa.


L’e-commerce che tratta grandi firme della moda internazionale, e che punta all’inserimento in Borsa entro il prossimo anno, ha in serbo altre novità per gli amanti dello shopping. Farfetch sta infatti lavorando allo Store of the future che, unendo shopping online e negozi fisici, promette di rendere l’esperienza d’acquisto sempre più semplice e personale per ogni cliente. «I retail fisici totalizzano il 93% delle vendite e, sebbene l’online stia crescendo molto velocemente, manterranno un peso pari all’80% del totale nel 2025 – ha raccontato José Neves, CEO dell’e-commerce, durante la conferenza FarfetchOS di ieri – I retailer hanno bisogno di raccogliere informazioni riguardanti i loro clienti proprio come accade nell’online. Lo ‘Store of the future’ sarà quindi l’anello di congiunzione tra un’ottima presenza online e una completa offerta omnichannel, con al proprio interno la tecnologia che migliora l’esperienza del consumatore in loco e permette di dare al retailer piena visibilità di ciò che accade in negozio. Il prossimo passo nell’evoluzione dell’industria fashion è il negozio connesso, che usa la tecnologia per enfatizzare l’esperienza di lusso retail per diventare ancor più cliente-centrica». Il lancio dello Store of the Future avverrà nel luxury store Browns a Londra e nel negozio Thom Browne di New York.


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Primavera estate 2017, una sfilata di moda segna il nuovo corso di Pimkie

La catena di moda francese Pimkie si apre a un nuovo corso. Il brand ha voluto segnare la propria svolta con una sfilata di moda a Parigi lo scorso 12 aprile. Camicie e gonne sono state il focus del defilé primavera estate 2017 che ha mescolato stili e tendenze per rivolgersi alla clientela più giovane e attrarre nuove fan. Pimkie ha invitato la stampa, i clienti, gli influencer a prendere parte alla sfilata di moda al Lycée Henri IV, trasmessa live sui social network e commentata da 1.300 fan del marchio. «Oggi arriviamo a una vera svolta dopo la ricostruzione degli ultimi anni – ha raccontato la direttrice marketing di Pimkie, Dorotheé Braure – vogliamo far sapere che ci siamo, ora che tutto è coerente!». Il brand è arrivato a un punto di svolta: il direttore creativo Sidney Rhule, che guida lo stile di Pimkie dallo scorso autunno, ha creato una collezione primavera estate 2017 trendy e trasversale, adatta ad accontentare la clientela più fedele, quella della fascia tra i 18 e i 24 anni, ma anche ad attrarre le trentenni.


«Il nostro obiettivo è far crescere il nostro modo di esprimerci nella moda – spiega Rhule dietro le quinte del defiléScegliamo dei giudizi reali, che corrispondono ai desideri del cliente; per esempio per questa stagione le gonne e le camicie». Minigonne di jeans anni ’90, abitini stampati, giacche di pelle e accessori metallizzati per una collezione che segue tutti i trend della moda primavera estate 2017. C’è la stampa Vichy, ci sono ruches e volant, sandali in suede e cappelli di paglia nella prima sfilata di moda Pimkie. E c’è anche un nuovo modo di comunicare l’essenza del brand. «La particolarità di questo evento è che abbiamo mischiato le nostre tre comunità – precisa ancora la direttrice marketing – un centinaio di influencer e giornalisti, ma anche cento collaboratori e infine anche un centinaio di clienti».


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Cruise collection 2018: le location scelte dalle griffe

Il periodo delle sfilate Cruise 2018 sta per arrivare: le più grandi maison presenteranno le loro collezioni crociera in luoghi incantevoli, scelti perché legati alla storia del marchio o al fil rouge della collezione. Le Cruise Collection, nate per proporre un perfetto guardaroba da vacanza a chi soggiornava nei paesi caldi, sono diventate ottime vetrine dello stile delle maison. Lontane dai ritmi serrati delle fashion week, temporalmente e spesso anche geograficamente, permettono di focalizzare l’attenzione sui capi proposti, sulle spettacolari location e su linee, volumi e colori che influenzeranno la successiva collezione principale. Dove sfileranno il mese prossimo le griffe più importanti del fashion system? Alcune hanno scelto di tornare alle origini, nella città dove tutto è cominciato, altri prediligono mete esotiche, dal fascino unico e legate ai mercati emergenti.


Dopo Gucci alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti, a Firenze, anche Prada sceglie di rimanere in Italia. Miuccia Prada rimane là dove la storica maison è nata, è diventata una firma internazionale e rimane uno dei simboli del made in Italy: a Milano. La location designata è l’Osservatorio della Galleria Vittorio Emanuele II, architettura ottocentesca e vista sul Duomo per presentare la Cruise Collection 2018. Anche Chanel ha scelto il magico luogo in cui la storia di Rue Cambon ha avuto inizio: Parigi ospiterà di nuovo la sfilata della maison il 3 maggio, dopo la collezione Metiers d’Arts dello scorso dicembre. Louis Vuitton sfilerà invece in Giappone, Paese con cui il brand francese ha un rapporto d’amore da molti anni. A Tokyo, infatti, Louis Vuitton è presente con un monomarca dal 1978 e artisti nipponici sono stati invitati negli anni a collaborare con il brand, da Takashi Murakami a Yayoi Kusama, fino a Rei Kawakubo. Dior, infine, porterà la Cruise Collection 2018 firmata da Maria Grazia Chiuri a Los Angeles. Il luogo della sfilata, che si svolgerà l’11 maggio, è ancora segretissimo.

Diesel Black Gold unifica le sfilate uomo e donna: saranno presentate a Milano Moda Uomo

Sulla scia di molti brand che stanno rivoluzionando il modo di intendere la settimana della moda e le sfilate al suo interno, il brand Diesel Black Gold annuncia che unificherà le collezioni di moda uomo e moda donna in un unico show. Lo hanno annunciato in un’intervista a Business of Fashion Renzo Rosso, patron del gruppo Otb cui fa capo Diesel Black Gold, e il direttore creativo del marchio Andreas Melbostad. La collezione primavera estate 2018, che sfilerà il prossimo giugno in occasione di Milano Moda Uomo, sarà presentata accanto alle proposte di womenswear. La moda donna, inoltre, viene dimezzata in casa Diesel: il marchio sceglie di concentrarsi sulle main collection (primavera estate e autunno inverno) ed eliminare le pre-collezioni. La moda uomo, invece, rimarrà invariata: accanto alle collezioni principali, saranno prodotte anche la pre-fall e la resort.


Una rivoluzione nel calendario delle sfilate è in atto già da qualche stagione, promossa tra gli altri dal brand DSquared2 proprio in occasione della settimana della moda di Milano. Per Diesel Black Gold si tratta, in realtà, di un ritorno al passato: la sfilata d’esordio a New York nel 2008 vedeva proposte di moda uomo e moda donna insieme in passerella. «Con l’evoluzione della cultura contemporanea che si sta spostando verso una minore conformità dei generi, e con due collezioni strettamente associate, l’unificazione delle sfilate Uomo e Donna rappresenta per noi un naturale sviluppo – spiega il direttore creativo di Diesel durante l’intervista – Questa nuova strategia ci permetterà di comunicare meglio la nostra vision creativa e di introdurre contemporaneamente sul mercato le collezioni». La scelta è stata presa con l’approvazione di Renzo Rosso, che dichiara «Sono da sempre un grande sostenitore delle sfilate ‘miste’. Diesel Black Gold è oggi un punto di riferimento per il mercato attuale ed è diventato fondamentale comunicare un messaggio forte, coesivo e in linea con i tempi».

Jude Law sarà Silente in Animali Fantastici 2

Jude Law interpreterà Albus Silente nel sequel di Animali Fantastici e dove trovarli, e i fan sono in delirio. Il film, che narra le vicende precedenti alla saga di Harry Potter, è stato campione d’incassi lo scorso anno (con più di 800 milioni di dollari in tutto il mondo e un Oscar ai migliori costumi) e il seguito, che uscirà nelle sale a novembre 2018, è già attesissimo. Pochi giorni dopo l’uscita in dvd e blu ray di Animali Fantastici e dove trovarli, primo di cinque film che narrano la storia del mondo magico dal 1926 al 1945, i fan di Harry Potter sono stati colpiti dalle prime indiscrezioni sul secondo capitolo. Animali Fantastici 2 (che non ha ancora un titolo definitivo) sarà girato la prossima estate tra Parigi e Londra, e finalmente ieri è stato annunciato il nome di uno dei protagonisti. Per interpretare Albus Silente, uno dei personaggi più amati nella saga di Harry Potter, negli anni della sua giovinezza, è stato scelto Jude Law. L’attore, nominato agli Oscar nel 1999 (per Il talento di Mr. Ripley) e nel 2003 per Ritorno a Cold Mountain, è reduce dal recente successo della serie tv The Young Pope di Paolo Sorrentino.


Albus Silente, interpretato da Richard Harris e poi da Micheal Gambon, è uno dei personaggi più amati della saga di Harry Potter, ma le ombre sulla sua giovinezza accennate in Harry Potter e i doni della morte stanno per essere rivelate. In Animali Fantastici il mago sarà un semplice insegnante di Trasfigurazione, ex migliore amico di Gellert Grindelwald (interpretato da Johnny Depp), per il quale prova una forte attrazione e con cui si scontrerà alla fine della saga. «Jude Law è un attore con un talento fenomenale, e ammiro il suo lavoro da tanto tempo – ha dichiarato David Yates, regista degli ultimi quattro film della saga di Harry Potter e dell’intera saga di Animali Fantastici Non vedo l’ora di poter lavorare con lui. So che catturerà con brillantezza tutte le inaspettate sfumature di Silente in questo periodo molto differente della sua vita che J.K. Rowling ci rivelerà».


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Jeff Koons per Louis Vuitton, le borse iconiche si rivestono d’arte

Louis Vuitton ha scelto Jeff Koons per una collezione speciale di borse e accessori che arriverà nei negozi il prossimo 28 aprile. L’artista statunitense, famoso per le sue opere neo-pop, è solo l’ultimo dei collaboratori illustri della maison: Stephen Sprouse, Takashi Murakami, Richard Prince, Yayoi Kusama, Cindy Sherman, James Turrell, Olafur Eliasson e Daniel Buren, hanno posto la loro firma su speciali edizioni delle iconiche borse Vuitton. Stavolta tocca a Koons reinventare grandi classici come la Louis Vuitton neverfull, il bauletto Speedy e gli accessori in pelle che hanno fatto la storia della griffe. L’artista ha scelto di reinterpretare opere d’arte immortali in una serie di opere chiamata Gazing Ball e utilizzata come stampa delle borse Vuitton. Koons è stato inoltre il primo a ricreare la famosa stampa monogram con le proprie iniziali.


Le originali «copie» dei lavori di Leonardo da Vinci, Tiziano, Rubens, Fragonard e Van Gogh firmate da Jeff Koons sono diventate coloratissime stampe che uniscono moda e arte. La Giocanda si trasferisce su un bauletto Louis Vuitton, i paesaggi di Van Gogh diventano custodie per Ipad, i dinamici dipinti di Rubens decorano il portafogli. Il tutto accostato a colori primaverili come l’azzurro, il verde acqua, il rosa fragola. La collezione, denominata Vuitton Masters, è stata presentata in un evento blindato al Louvre di Parigi, nella Salle des États, vicino alla Mona Lisa. Bernard Arnault, presidente e chief executive officer di LVMH, e Jean-Luc Martinez, presidente e direttore del museo, hanno collaborato per creare un evento unico, che ha permesso agli ospiti di ammirare le borse Louis Vuitton realizzate da Jeff Koons proprio accanto alle tele originali che lo hanno ispirato. Presenti all’evento tantissime celebrities fedeli alla griffe francese: Cate Blanchett, Jennifer Aniston, Justin Theroux, Michelle Williams, Jennifer Connelly, Catherine Deneuve, Léa Seydoux, Miranda Kerr e Adèle Exarchopoulos hanno potuto godere della magia del Louvre e del nuovo connubio tra moda e arte.


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Cecenia, omosessuali nei campi di concentramento: sottoposti a torture e ricatti

In Cecenia alcune ex caserme militari sarebbero state riconvertite in veri e propri campi di concentramento in cui almeno un centinaio di omosessuali sarebbero stati rinchiusi, torturati e ricattati. A raccontarlo è stato il giornale  Novaya Gazeta, che lo scorso 1 aprile ha pubblicato un’inchiesta sulla vicenda. Nella repubblica russa della Cecenia, controllata dal 2007 dalla dittatura di Ramzan Kadyrov, l’omofobia è diffusa a livelli allarmanti, tanto che diverse ONG documentano da anni sequestri, arresti e abusi contro cittadini omosessuali. La nuova ondata di agghiaccianti torture sembra essere iniziata quando un gruppo di attivisti che fa riferimento al sito GayRussia.ru ha chiesto alcuni permessi per organizzare delle parate dell’orgoglio LGBT in quattro città. L’obiettivo dell’associazione, sicura di non ottenere i permessi, era proprio quello di denunciare il rifiuto alla Corte Europea per i Diritti Umani di Strasburgo. Il solo fatto di aver inviato le richieste, però, ha scatenato una controffensiva durissima: Vladimir Putin avrebbe chiesto ai leader locali di inasprire la discriminazione nei confronti degli omosessuali.


La situazione più drammatica è proprio quella della Cecenia, in cui sono stati creati veri e propri campi di concentramento. Un centinaio uomini tra i 16 e i 50 anni sarebbero stati arrestati per «il loro – presunto o accertato – orientamento sessuale non tradizionale», racconta l’inchiesta di Novaya Gazeta, sequestrati e sottoposti a torture e umiliazioni. Il portavoce del presidente Ramzan Kadyrov ha liquidato l’inchiesta come un pesce d’aprile, dichiarando «Non puoi arrestare o reprimere persone che semplicemente non esistono nella repubblica. Se queste persone esistessero in Cecenia, le forze dell’ordine non dovrebbero preoccuparsi perché le loro stesse famiglie li manderebbero in luoghi da cui non potrebbero più tornare». Human Rights Watch ha però raccolto diverse testimonianze di uomini sequestrati e torturati, pubblicate nei giorni scorsi in un nuovo articolo su Novaya Gazeta e poi su tutti i maggiori quotidiani del mondo, dal New York Times al Guardian. «Diverse volte al giorno ci portavano fuori e ci picchiavano – ha raccontato un uomo che è riuscito a scappare – Ci colpivano sempre sotto la vita, sulle cosce, le natiche e i genitali. Ci dicevano che eravamo peggio degli animali e che non avevamo più diritti». Altre testimonianze raccontano di torture e percosse nei campi di concentramento, di uomini umiliati davanti alle proprie famiglie e poi rilasciati perché i parenti li uccidessero. «Suo zio lo ha ucciso – racconta un uomo che è scappato all’estero a proposito di un amico – Lo so per certo. Aveva 20 o 21 anni»

La Miss in pigiama: la mia vita con il morbo di Crohn

La Miss in pigiama è il nome di una pagina facebook, di un libro che uscirà prossimamente e di una supereroina della quotidianità: è Elena Zulato, trentasettenne di Rovigo che ha deciso di raccontare la sua malattia. «Tutti nella mia città mi vedevano passare per strada e mi chiamavano la miss – racconta – In pochi sapevano che, in realtà, nella mia esistenza il vestito che ho indossato di più è il pigiama». Elena Zulato è una bellissima donna che nel 2002 ha partecipato a Miss Italia. Bellezza, moda, passerelle, chiunque la guardasse pensava che la sua vita fosse fatta di questo. In pochi sapevano che Elena soffre del morbo di Crohn, una complessa malattia cronica che comporta innumerevoli problemi nella vita di ogni giorno, da quando aveva 10 anni. Oggi ha deciso di raccontarsi al mondo, prima con una pagina facebook e poi con il libro che sta scrivendo, come La Miss in pigiama. Una donna che lotta ogni giorno, da sempre, contro una malattia invalidante per la quale non esiste ancora una cura, ma che riesce a vivere nonostante tutto una vita felice e soddisfacente.


Il morbo di Crohn è un’infiammazione cronica dell’intestino, che causa forti dolori addominali, perdita di peso e tutta una serie di sintomi collaterali come dolori muscolari, stanchezza cronica, coliche. Il problema principale, per chi ne soffre, è quello di non potersi cibare normalmente. Elena Zulato non può mangiare quasi nessun cibo, il che le provoca non pochi problemi nell’andare al ristorante, a una festa, a cena da amici, privandola di una parte importante della convivialità. «Sogno una pizza e uno spritz all’ora dell’aperitivo!» scherza. L’avventura della Miss in pigiama è iniziata a 10 anni quando, in seguito a fortissimi crampi allo stomaco, ha passato due mesi in ospedale per poi avere finalmente la diagnosi: convive con il morbo di Crohn e con la necessità di nutrirsi tramite sondino da allora. «Non mi ricordo neanche come si sta bene – racconta, come moltissime persone affette da una malattia cronica – ero piccola e sentivo molto la stanchezza fisica che porta la malattia, con i suoi dolori articolari, manifestazioni extraintestinali, coliche e molto altro». Ciò non le ha impedito, però, di vivere una vita il più possibile soddisfacente, di partecipare al celebre concorso di bellezza, di avere un marito e una famiglia al suo fianco e un lavoro che ama. «Oggi, dopo parecchi anni, ho deciso di raccontare la mia storia in un libro. Per questo sto cercando un editore, qualcuno che abbia voglia di dare voce a quello che noi malati invisibili viviamo ogni giorno. Vorrei aiutare così le centinaia di persone che lottano contro questa malattia».


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L’ex moglie di Prince racconta il loro amore in un libro

Quasi un anno fa, il 21 aprile 2016, moriva Prince. Il cantautore di Minneapolis, trovato morto per un’overdose di farmaci oppiacei, ha lasciato un profondo vuoto nel cuore dei suoi fan sparsi in tutto il mondo, che per giorni hanno indossato capi viola e cantato Purple Rain per omaggiare la sua memoria. Oggi, l’anniversario della sua dipartita viene celebrato dalla donna che lo ha amato e che lo ha raccontato in un libro: è Mayte Garcia, ex moglie di Prince, che ha deciso di rivelare la vita intima del cantante. L’amicizia, l’amore, il matrimonio, il dramma della perdita di un figlio. Dettagli che raccontano l’uomo dietro la star, raccolti nel libro di memorie “The Most Beautiful: My Life with Prince“.


Il titolo è un chiaro omaggio al successo di PrinceThe most beautiful girl in the world” del 1994. Nel libro, Mayte Garcia racconta di aver conosciuto il cantante quando aveva appena 16 anni, quando Prince la notò in un video in cui ballava la danza del ventre, con lo zampino di sua madre che l’aveva fatta intrufolare a un concerto. Affascinato dalla giovane danzatrice, Prince la invita sul palco e scatta la scintilla. Un rapporto delicato, prima d’amicizia e poi d’amore, tra la star e la ragazza più giovane di lui di 15 anni. La differenza d’età non è un ostacolo: i due si sposano quando Mayte ha 22 anni e poco dopo nasce Amiir, il cui nome arabo ha il significato di “Principe“. La morte del piccolo per una malformazione genetica, ad appena 6 giorni di vita, sarà il dolore più straziante. «Non penso che l’abbia mai superata – ha rivelato la donna in un’intervista al magazine People – Non credo che nessuno possa riuscirci. Io stessa non ci sono riuscita». Oggi Mayte Garcia, 43 anni, ha il coraggio di rivelare quella profonda ferita, l’amore e il dolore di una star che era anche e soprattutto un uomo.

Steno Vanzina, una mostra a Roma per celebrare i 100 anni dalla nascita del regista

Steno Vanzina compie 100 anni, o meglio li compirebbe se fosse ancora in vita. A celebrarlo, una mostra che percorre la sua carriera e le opere che hanno reso immortale il padre della commedia all’italiana. Nato nel 1917, StefanoSteno” Vanzina viene omaggiato dalla mostra “Steno, l’arte di far ridere. C’era una volta l’Italia di Steno. E c’è ancora” alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, che sarà inaugurata domani e chiuderà il prossimo 4 giugno. L’esposizione ruota intorno al Diario Futile, una sorta di Zibaldone pop in cui il regista annotava pensieri e ispirazioni, incollava ritagli di giornale e foto dei suoi collaboratori. Allo stesso modo la Galleria sarà invasa da fotografie e filmati, copioni e cimeli del maestro della commedia all’italiana.


A fornire il materiale per la mostra sono stati i fratelli Vanzina, Enrico e Carlo, che dichiara: «Questa mostra è un po’ come papà, non è pretenziosa ma racconta molto». Racconta, infatti, la storia di un’Italia prima, durante e dopo il boom economico. Attraverso lo sguardo di Steno Vanzina, il cinema italiano racconta la società dei suoi tempi con risate genuine e talvolta amare, portate in scena da attori che hanno fatto la storia come Totò e Aldo Fabrizi, Alberto Sordi e Vittorio De Sica, Gigi Proietti e la coppia Franchi-Ingrassia. Insieme alla sua vita privata, alla famiglia Vanzina, ai rapporti con i suoi collaboratori, la mostra dedicata a Steno esplorerà anche il tema della censura, abbattutasi sulla commedia Le avventure di Giacomo Casanova. Una mostra che racconta la storia del cinema e quella della nostra società dagli anni ’50 agli anni ’80, attraverso capolavori della commedia all’italiana come Un americano a Roma e Febbre da cavallo. «Per tanti anni si è snobbato un certo tipo di film – dice ancora Carlo Vanzinaè la maledizione del cinema popolare. Papà oggi sarebbe entusiasta, una celebrazione qua dentro è un sogno».


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