Torre Ristorante in Fondazione Prada, il nuovo appuntamento alla moda di Milano

TORRE RISTORANTE FONDAZIONE PRADA, MILANO

La vista è affascinante, soprattutto in una giornata di nuvole dense e scure che lasciano passare una luce fitta sulle guglie dei grattacieli, che creano un riverbero scintillante sulle vetrate circostanti.
Siamo al sesto piano della Torre in Fondazione Prada, sede del Ristorante Torre, un edificio ad ampia vetrata, dentro il metallico labirinto d’arte, dove ogni piano sembra essere un livello di un videogioco futurista. Subito all’entrata, la prima ad accogliervi sarà la luce, e il bancone centrale dietro cui sfila l’immensa bottigliera sospesa con una invitante esposizione di distillati e liquori di ogni angolo di mondo.

A servirvi Tommaso Cecca, responsabile e anima di Camparino in Galleria, l’iconico locale milanese fondato nel 1915 da Davide Campari, per questa giornata speciale che inaugura la nuova stagione gastronomica del ristorante Torre, seguendo stagionalità e ritmo della natura.
E a proposito di ritmo, ad accompagnare il delizioso brunch, la musica di Roy Paci e Roxy, un mix di elettronica che sembra seguire gli umori di queste nuvole curiose, sempre più vicine a noi, quasi vogliano entrare.

Torre brunch sarà il nuovo appuntamento fisso del week end milanese, un approccio culinario che rispetta la materia prima e la tradizione. In cucina, lo chef Lorenzo Lunghi, formatosi professionalmente al ristorante ‘Gambero Rosso’ (due Stelle Michelin) di Emanuela e Fulvio Pierangelini a San Vincenzo, Livorno. Propone un’originale interpretazione del classico brunch newyorkese con un menu dalle radici italiane, dall’uovo poché con salsa al pecorino, al pesce crudo e pomodoro, dalla milanese di vitello, alla focaccia barese con aggiunta di burratina.
Un percorso a ritroso nei ricordi d’infanzia e nei viaggi italiani che la vostra memoria e il vostro dna nostalgico non possono dimenticare.

L’ambiente ha qualcosa di veramente eccezionale, il cammino all’entrata è attorniato da poltroncine Soviet e tavolini Tulip di Eero Saarinen, e la cappa per caminetto (1949) con accanto la Testa di medusa (1948-54) sono opere di Lucio Fontana; qui anche un semplice caffè vi sembrerà il più aromatico del mondo.

Progettato da Rem Koolhaas con Chris van Duijn e Federico Pompignoli dello studio OMA, il Ristorante Torre è come diviso in 3 zone ad altezze diverse, bar, ristorante e terrazza. Gli ambienti interni sono arredati con tavolini in legno e sedie Executive di Eero Saarinen e presentano una selezione di quadri e fotografie di Thomas Demand, Jeff Koons, Goshka Macuga e John Wesley. Lo spazio più rialzato accoglie arredi originali del Four Seasons Restaurant di New York progettato da Philip Johnson nel 1958 ed elementi dell’installazione di Carsten Höller The Double Club (2008-2009). I piatti d’artista appesi alla grande parete sono realizzati per il ristorante Torre da John Baldessari, Thomas Demand, Nathalie Djurberg & Hans Berg, Elmgreen & Dragset, Joep Van Lieshout, Goshka Macuga, Mariko Mori, Tobias Rehberger, Andreas Slominski, Francesco Vezzoli e John Wesley, una piccola parte che attende compagnia di altri autori.

Torre Ristorante è un’alternativa alle location modaiole e chiassose, qui la moda passeggia tra i tavoli ma è riservata, al massimo la ritrovate su qualche account Instagram; si beve bene e potete godervi Milano dall’alto.



Ristorante Torre
Via Lorenzini 14, 20139 Milano

+39 02 23323910 reservationtorre@fondazioneprada.org

Prada Spirit: la nuova frontiera dello shopping alternative

Prada Spirit è il nome del nuovo e originale progetto retail lanciato da Miuccia Prada e Patrizio Bertelli a Macau, presso  lo store cinese Galaxy Mall. Da oggi in poi, è infatti possibile acquistare dei capi firmati Prada in tutto relax, in un comodo angolo appositamente ricostruito come un Bar-Caffé e ideato per la socializzazione dei clienti.


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Come un vero e proprio bar tradizionale, è fornito di menu tramite il quale il cliente può ordinare ed acquistare il prodotto desiderato in un’atmosfera rilassata e lussuosa. Il bancone centrale è rivestito completamente da una teca trasparente ed è circondato da alti sgabelli rossi. Il fondale, invece, consiste in una parete-chandelier, con delle lame in perspex sfaccettato.


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Il centro Galaxy Mall aveva  d’altronde già ospitato un altro progetto di Prada intitolato Silver Line dove era possibile acquistare accessori da viaggio per donna, direttamente all’interno di una porzione di treno. Il nuovo progetto Prada Spirit, in occasione del Capodanno Cinese, farà ben presto tappa in altre importanti città: Pechino, Shanghai, Hong Kong, Taipei, Singapore, Seoul, Vancouver e Costa Mesa.


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Cruise collection 2018: le location scelte dalle griffe

Il periodo delle sfilate Cruise 2018 sta per arrivare: le più grandi maison presenteranno le loro collezioni crociera in luoghi incantevoli, scelti perché legati alla storia del marchio o al fil rouge della collezione. Le Cruise Collection, nate per proporre un perfetto guardaroba da vacanza a chi soggiornava nei paesi caldi, sono diventate ottime vetrine dello stile delle maison. Lontane dai ritmi serrati delle fashion week, temporalmente e spesso anche geograficamente, permettono di focalizzare l’attenzione sui capi proposti, sulle spettacolari location e su linee, volumi e colori che influenzeranno la successiva collezione principale. Dove sfileranno il mese prossimo le griffe più importanti del fashion system? Alcune hanno scelto di tornare alle origini, nella città dove tutto è cominciato, altri prediligono mete esotiche, dal fascino unico e legate ai mercati emergenti.


Dopo Gucci alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti, a Firenze, anche Prada sceglie di rimanere in Italia. Miuccia Prada rimane là dove la storica maison è nata, è diventata una firma internazionale e rimane uno dei simboli del made in Italy: a Milano. La location designata è l’Osservatorio della Galleria Vittorio Emanuele II, architettura ottocentesca e vista sul Duomo per presentare la Cruise Collection 2018. Anche Chanel ha scelto il magico luogo in cui la storia di Rue Cambon ha avuto inizio: Parigi ospiterà di nuovo la sfilata della maison il 3 maggio, dopo la collezione Metiers d’Arts dello scorso dicembre. Louis Vuitton sfilerà invece in Giappone, Paese con cui il brand francese ha un rapporto d’amore da molti anni. A Tokyo, infatti, Louis Vuitton è presente con un monomarca dal 1978 e artisti nipponici sono stati invitati negli anni a collaborare con il brand, da Takashi Murakami a Yayoi Kusama, fino a Rei Kawakubo. Dior, infine, porterà la Cruise Collection 2018 firmata da Maria Grazia Chiuri a Los Angeles. Il luogo della sfilata, che si svolgerà l’11 maggio, è ancora segretissimo.

Nonconformists, la nuova adv di Prada firmata da Willy Vanderperre

Prada presenta la sua nuova campagna adv Nonconformists, firmata dal fotografo Willy Vanderperre per le collezioni autunno inverno 2017-18. Inserita all’interno del progetto artistico 365, la campagna pubblicitaria ha un che di rivoluzionario: le immagini sono state scattate lo scorso 15 gennaio, dietro le quinte della sfilata Prada uomo autunno inverno 2017-18. Per la prima volta, quindi, una collezione viene immortalata prima di sfilare davanti al pubblico e alla stampa. Le immagini acquisiscono così una spontaneità, una ruvidezza, una verità che sui set fotografici si rischia di perdere. Immediate, quasi crude, le fotografie di Vanderperre ritraggono modelle e modelli in pose quasi spontanee, cogliendo la verità della persona, del personaggio e dei capi che indossa.


Entrambe ispirate agli anni ’70 e a un certo attivismo politico che le attraversa con un’energia palpabile, le collezioni Prada uomo e donna per il prossimo autunno inverno sono fatte di linee semplici, materiali grezzi, sovrapposizioni apparentemente casuali. Lana e popeline, velluto a coste e cachemire alternano texture morbide e ruvide per una moda che esalta la semplicità e l’individualità. Nei raffinati scatti in bianco e nero e nelle immagini a colori, Willy Vanderperre esplora l’unicità dell’individuo che interpreta la collezione in maniera personale. Così gli uomini e le donne di Prada sono sé stessi ma interpretano anche un personaggio, testimonial di un manifesto che inneggia alla spontaneità. Lexi Boling, Mia Brammer, Kris Grikaite, Natalie Westling, Aiden Andrews, Clement Chabernaud, Michel de Haan, Alpha Dia, Kassian Ibrahim, Mikolaj Kajak, Adam Osborne, Kerkko Sariola, Quintin Van Konkelenberg sono i volti della campagna, in cui appaiono cappotti di pelliccia patchwork e cardigan bon ton, pullover a V e, ovviamente, le borse Prada autunno inverno 2017-18. Miuccia Prada si affida un nuovo tipo di comunicazione, che racconti la sua moda ma anche i tempi in cui viviamo e la necessità, per tutti, di esprimere la propria identità anche attraverso i vestiti.


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Milano Moda Donna: il femminino sacro firmato Prada

Sulla passerella di Prada si respira un’aria nuova: per l’autunno/inverno 2017-2018 Miuccia Prada elabora un’estetica inedita, interamente basata su una riscoperta della femminilità. Seducente e maliziosa, la donna Prada diviene protagonista assoluta sulle passerelle milanesi, tra abiti a sirena, cappottini profilati di piume di marabù e citazioni che rimandano al glamour cinematografico. In un caleidoscopio di frange, piume e suggestioni Seventies sfila “La Città delle Donne”, un’armata di donne consapevoli e agguerrite: l’intento da cui parte Miuccia Prada è molto chiaro, la parola d’ordine è sedurre. «Mi sono interrogata sugli strumenti della seduzione», così ha dichiarato la stilista, protesa nel tentativo di forgiare una nuova identità, che pone accanto all’heritage del brand note inedite, per una femminilità fresca e prorompente. Sulle note techno dei Cardopusher la donna Prada attraversa un catwalk dai toni domestici, accanto a letti e lampade: i poster di Robert McGinnis e le locandine di pellicole celebri, come Colazione da Tiffany, decorano le pareti di un set originale, in cui si muove sicura la musa della stilista. Largo a knitwear prezioso lavorato a mano, impreziosito da disegni floreali; i cappottini bon ton si aprono ad inaspettati coup de theatre, per una femme fatale che non teme di sfoggiare le sue armi per sedute. Gli anni Settanta sono protagonisti, per capispalla e cappelli dal piglio lady like; non mancano i gioielli, come le perle. Le gonne rivelano spacchi ad alto tasso erotico, sapientemente smussato da cuissard flat. Largo a gonne a matita, cardigan, giacche sartoriali e capispalla in velluto a coste, tweed, shirling e jacquard, mixati in un pattern audace, tra note arancio e rosso fragola. Il grunge più sofisticato, mirabile interpretazione dell’eleganza effortlessy-chic, si arricchisce di spunti nuovi, per una sirena metropolitana che ostenta femminilità da vendere, stretta in abiti a sirena che ne enfatizzano la silhouette.

Fendi, Moschino, Chanel & il Food Fashion, le borse da esibire quando non hai fame

Accedo al mio profilo Instagram.
Scorro la home come fosse pane quotidiano e, in qualche modo, lo è.
Quante volte ci siamo trovate ad avere una fame incontrollabile e a doverla ignorare a causa di immagini di cibi deliziosi?
Facendo un calcolo approssimativo risulta che quasi il 70% del nostro capitale sociale su Instagram posti foto di interminabili tavolate.
E ancora squisiti e succulenti piatti tutti da gustare in un sol boccone, arrosto, pasta, dolci.

Food Blogger?

Tralasciando le food blogger che sembrano avere come unico scopo quello di farci salire l’acquolina in bocca, la stragrande maggioranza dei nostri amici e conoscenti pare abbia uno smisurato quantitativo di cibo da fotografare.
Da chi utilizza questo sistema come lavoro, invece, non possiamo che approfittarne per “scopiazzare” qualche ricetta innovativa.
Ben accetti sono anche gli spunti interpretativi nell’apparecchiare la tavola o – e questa ritengo sia la vera portata straordinaria di questo lavoro – conoscere qualche metodo infallibile per preparare in pochi minuti e con pochi ingredienti quelle ricette definibili “tappa-buchi”, ovvero che possano riempirci la pancia senza troppa fatica.

E le fashion blogger?

Di contrasto, le fashion blogger sembrano non possedere un’alimentazione capace di somministrarci il desiderio di aprire il frigo e ingerire tutto ciò che ne contiene.
I loro pasti sono composti da insalata, verdura in quantità, qualche spuntino giornaliero, poche calorie.
E i dolci? In quanto a dolci sono esperte di macarons e frappè ma nel caffè sono solite girare cucchiaini di zucchero di canna.

Ma siamo italiani…

E in quanto tali possediamo un amore smisurato nei confronti della buona cucina.
Anche coloro che non amano cucinare, hanno provato l’ebbrezza di passare delle ore ai fornelli in attesa della propria personalissima ricetta da servire con entusiasmo.
Inoltre sono sempre più in crescita i programmi televisivi a mo’ di sfida culinaria: vince il migliore.
Basti pensare alla cake design mania che ha assorbito completamente il panorama della cucina italiana e internazionale negli ultimi anni.

Anche la moda vuole la sua parte: è il Food Fashion

È la nuova tendenza di stagione.
Le borse di Prada, Moschino, Chanel e Fendi divengono così degli ottimi spuntini (da sbranare? no, da esibire).
Le it-bag fanno presto da fashion food, la tendenza capace di rendere digeribile – anche in termini di acquisto – la moda.
Amate i toast? Via con Prada.
Preferite le baguette? Gli zainetti di Chanel fanno al caso vostro.
Ma non solo, Chanel tratta anche pancakes con glassa e ciambelline con lo zucchero.
O ancora la bagel Philadelphia e salmone di Fendi, gli english muffin o i waffles di Moschino, e ancora toast di Louis Vuitton.

Le borse sono in mostra fino al 2 maggio alla Division Gallery di Montreal.

Prada: la ribellione all’insegna dell’understatement

Echi esistenzialisti attraversano la collezione autunno/inverno 2017-2018 di Prada. Una ribellione all’insegna dell’understatement per Miuccia Prada, che rielabora un’estetica nuova per l’eleganza maschile, all’insegna della semplicità. Naïf ed autentico, l’uomo che calca la passerella sfoggia capi dall’appeal urban e dal retrogusto beat: tra grandi occhiali da vista e l’immancabile basco alla francese, must have della collezione, rivivono gli echi di una ribellione giovanile mai sopita nelle coscienze.

Un po’ artista maledetto e un po’ nerd, l’uomo ricalca il filone già sdoganato da Alessandro Michele in casa Gucci, impreziosito qui dallo stile iconico firmato Prada. Sfilano suggestioni hippie nella pelle all over e nei volumi, dai pantaloni alle pellicce shaggy: i Seventies rivivono nel look dell’uomo Prada, che sfoggia barba incolta e capelli lunghi. In mano un album da disegno per lasciare a briglia sciolta l’immaginazione, sempre pronto a tracciare schizzi della realtà che lo circonda. Un’aura Parisien attraversa la collezione, che elogia la semplicità e l’umanità. E semplice e lineare è il guardaroba dell’uomo che sfila, eccezion fatta per qualche accessorio, come le collane fatte di conchiglie e i monili porte-bonheur.

Sullo sfondo del défilé scorci di una quotidianità nei letti con lenzuola in pelle e nelle piastrelle, che profumano di scene casalinghe. L’uomo Prada sfila in maglione e pantaloni beige: l’elogio della tranquillità, si potrebbe dire, se non dessimo ai dettagli l’attenzione che meritano, come la cintura in pelliccia. Dominano angora e velluti, tra sciarpe e berretti sfila un’estetica concettuale e ribelle. Tripudio di effortlessy-chic nei montoni e nella pelle all over, tra nappine e grafismi che rimandano al cubismo.

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Miuccia Prada lancia un messaggio di natura politica: un cambio di rotta rispetto ai fasti del passato, portatore però di una nuova estetica, ricca di messaggi subliminali e di virtuosismi stilistici. “Non aspettatevi grandi cose. Dopo sfilate grandiose e fantasiose, avverto la necessità di fare l’opposto e di parlare di umanità, di semplicità, di modestia”. Sfila la ribellione anni Settanta, tra trench in lana e colli alti.



Distopica e mai scontata la realtà rappresentata da Miuccia Prada nei dettagli, come i maglioni, che “riprendono tutto quello che un artista non dovrebbe dipingere: i panorami stereotipati, i mazzi di fiori. Li ho voluti in collezione, sotto forma di stampe, disegni e ricami non tanto per ribadire il mio interesse per il cattivo gusto, ma piuttosto per raccontare l’importanza della debolezza, il suo rispetto in un momento in cui mi sembrano tornare di moda la prepotenza e il culto di una forza, di un potere che mi preoccupano”. Snob ma democratico, l’uomo Prada si ribella ai diktat provenienti dal circo mediatico: non più relegato nella sua torre d’avorio, ma battagliero in piazza a combattere per gli ideali in cui crede, l’uomo che sfila sfoggia sciarpe fatte a mano e tocchi stilistici di ispirazione rétro.

(Foto: WWD)

Prada: 365 immagini per le nuove adv

A raccontare la nuova campagna pubblicitaria Prada per la primavera/estate 2017 365 immagini. Un progetto che promuove l’universo della maison attraverso cinque diversi percorsi: Pathways, Frontiers, Stations, Exits e Terrains.

Un approccio nuovo e multidimensionale che rivoluziona il concetto tradizionale di adv, proponendo anche testimonial illustri, a partire da Jude Law. L’attore britannico diviene protagonista del video, immortalato dal fotografo Willy Vanderperre in un paesaggio dalle suggestioni noir.

Una campagna pubblicitaria in fieri, che reinterpreta la tradizionale campagna pubblicitaria e non teme di sfidare le convenzioni: non è più una sola storia a raccontare le collezioni Prada, ma saranno molteplici realtà, che si pongono come specchio della realtà contemporanea, spesso caratterizzata da una forte complessità. 365 racconta anche questo, fornendo numerose immagini per rappresentare un’unica stagione. Una narrazione ricca di sfumature che non viene più attuata secondo un unico punto di vista, ma prendendone in considerazione diversi.

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Jude Law è protagonista della nuova campagna pubblicitaria Prada


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365 sono le foto scelte per rappresentare l’universo Prada nel 2017


Durante l’anno saranno infatti realizzate nuove immagini che rappresenteranno le nuove collezioni Prada. Cinque filoni per raccontare un’unica estetica: dalle spiagge assolate agli interni di un ufficio, dal black and white al colore, tante sono le location e le sfumature che raccontano l’universo di Miuccia Prada. L’obiettivo fotografico di Vanderpierre diviene testimone di una campagna all’insegna dell’individualismo, che presenta persone diverse e punti di vista diversi, uniti dall’estetica del brand.

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Una campagna pubblicitaria innovativa per rappresentare lo stile Prada attraverso molteplici punti di vista


Jude Law, testimonial della campagna menswear, si muove sospeso in una realtà quasi onirica, immerso in un paesaggio lunare caratterizzato da dune di sabbia. La realtà che lo circonda è in continuo mutamento: nessuna certezza, non ci sono più punti di riferimento, in una realtà che modifica costantemente le nostre percezioni. Il fascino di Prada continua ad incantare.

Prada, nuovo flagship store a Copenhagen

Nuove aperture nel campo moda, Prada apre un flagship store a Copenhagen.
Situato a Ostergade, una delle vie di massimo interesse per lo shopping cittadino, il nuovo store Prada vede la luce all’interno dello storico department store Illum, acquistato da la Rinascente nel 2013.

La spiegazione dell’apertura di tanti nuovi punti vendita è sostenuta da Patrizio Bertelli, Ceo di Prada, che commenta: “Con l’attuazione della prima fase di razionalizzazione dei vari processi operativi e gestionali e con l’avvio di una serie di nuove iniziative che consentiranno al Gruppo di rispondere più rapidamente alle esigenze di un mercato in rapida evoluzione, considero il 2016 un punto di svolta importante“.

Il 2016, quindi, si direbbe essere un anno fortunato dal punto di vista degli incassi e delle vendite, tanto da registrare un forte flusso di cassa operativo pari a 267 milioni di euro, possibile grazie ad azioni volte alla riduzione del magazzino.
Un flusso monetario di questa portata ha finanziato diversi investimenti per una somma di 108 milioni di euro.

Il nuovo store si articola su due livelli e conta 900 metri quadrati di spazio per la vendita.
Al suo interno le collezioni uomo e donna, le calzature, gli accessori e la pelletteria.
La parte frontale del punto vendita gioca con un incastro di luci tra vetrine e light-box che si rifà inevitabilmente alla volontà di unificare la contemporaneità al classico stile della maison Prada.
Questa commistione di due elementi vede le sedute in velluto di Osvaldo Borsani, riprodotte in esclusiva per il brand, e pareti in tela acquarellata sui toni del verde, scacchi bianchi e neri per il pavimento in marmo antico, ancora marmo per le mensole in verde Alpi con teche di cristallo, soffitto a travetti.

Il concept dello store è basato su un unico colore visibile in ogni ambiente, in minor o in massima parte: il verde.
Coniugato in toni e intensità differenti, il verde ricopre di stile il nuovo store Prada a Copenhagen.

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Prada Journal III edizione: il concorso letterario rende visibili le parole dei vincitori

Che Prada non fosse solo una casa di moda italiana lo si sapeva. La signora Miuccia, insieme al marito Patrizio Bertelli, non ha mai nascosto la sua passione per l’arte, l’architettura, la cultura in generale. Così dal 2013, in collaborazione con Giangiacomo Feltrinelli editore e Luxottica, bandisce il concorso letterario Prada Journal. Scrittori esordienti provenienti da tutto il mondo si sfidano a colpi di pensieri e parole, ogni anno trattando un tema diverso. L’edizione del concorso letterario 2016 partiva dal prompt “Luci, ombre e miraggi. Non sempre cose e persone sono come le vediamo”. Un argomento piuttosto complesso, che ha messo a dura prova i partecipanti con stimoli tangibili e onirici, realtà e finzione, maschere e volti da svelare. Indossando un paio di occhiali da vista Prada, realizzati in collaborazione con Luxottica, per vederci chiaro.


Le opere di oltre diecimila scrittori sono state lette e valutate da una giuria d’eccezione in questa edizione 2016 del concorso Prada Journal. Il regista Gabriele Salvatores; Carlo Feltrinelli, proprietario della casa editrice; la scrittrice A. M. Hobbes e il designer e scrittore Craig Mod si sono tuffati in un oceano di pensieri e parole per uscirne con i nomi dei quattro vincitori. Kei Matsushima (Dialogando con un’ombra), Flávio Vinicius Moreira Costa (Tenente Marcus), Billie Phillips (Non v’è più balsamo in Galaad) e Maria Laura Rodriguez (L’ora del lupo) si sono aggiudicati la vittoria nel concorso indetto da Prada e Feltrinelli. Quest’anno, però, Prada Journal ha introdotto un’importante novità: estratti dai racconti dei vincitori sono stati messi in scena da undici attori in due diverse ambientazioni per un’esperienza di teatro digitale che rende visibili le parole, dalla carta allo schermo del pc. Basta collegarsi al sito web ufficiale del concorso per sperimentare la visione di queste rappresentazioni teatrali. Ad accompagnare la proclamazione dei vincitori, come ogni anno, una collezione di occhiali da vista Prada e Luxottica. Da indossare mentre si guardano i corti, ça va sans dire.

 

MILAN FASHION WEEK: IL PAST FORWARD DI PRADA

Inversione di marcia da Prada, che riafferma con forza il manifesto estetico da sempre congeniale al brand: è un’eleganza semplice e saldamente radicata nella contemporaneità e nelle sue contraddizioni quella che sfila in passerella. Largo a pigiami dal piglio orientale, tailleur e capispalla profilati di piume di marabù, grafismi ed iperbolici déjà-vu. Introspettiva e nostalgica, in linea con lo spirito della maison ma proiettata al futuro, la collezione disegnata da Miuccia Prada per la prossima stagione estiva può essere riassunta in quel Past forward che dà il titolo al cortometraggio realizzato da David O. Russell in collaborazione con la stilista, che sarà presentato il prossimo novembre a Los Angeles.

Patchwork di tartan e pattern floreali si incrociano tra velcro che strizza le silhouette e classicità. Ricami e dettagli preziosi all over si intersecano ad accenni sporty-chic, mentre costumi profilati di piume con culottes dalle linee Fifties si indossano sopra camicette classiche, per un’eleganza che non segue alcun diktat e che non teme di osare. Un po’ collegiale la donna che sfila in grembiulini e chemisier, per un ritorno al passato: tripudio di tartan e piume di marabù per un nuovo concetto di semplicità che guardi al lato umano.

“Questa mia eleganza è tutta sbagliata e per questo mi piace -così Miuccia Prada ha descritto la collezione-. Se no la parola stessa fa vecchio, anche se fa sempre bene guardare al classico di certi cardigan cammello o grigi e di certi chemisier”. “Stavolta ho voluto cambiare tutto, purificare, togliere il troppo -ha aggiunto la stilista- per una semplicità chic, molto umana, passionale, sensibile. Cose belle e brutte mixate insieme senza troppe contaminazioni di stylist. Adesso no, è l’ora della semplicità alla mia maniera, con la piuma messa su una camicetta e sui polsi, all’orlo dei pantaloni o sui sandali, a volte di dubbio gusto”. Miuccia Prada pesca dal passato per farsi strada nella giungla contemporanea, dove spesso l’eleganza diviene un’incognita. Accostamenti arditi eppure mirabili, per un vecchio che non invecchia mai, iconici evergreen magistralmente riproposti in una collezione che riafferma l’identità primigenia di un marchio da sempre sinonimo di stile.

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(Foto: Madame Figaro)