La collezione Intimissimi Primavera Estate 2018, un viaggio nella bella Italia

INTIMISSIMI SI LASCIA GUIDARE DALL’ARTE PER LA PRIMAVERA-ESTATE 2018
UN VIAGGIO TRA TRADIZIONE E CONTEMPORANEITÀ – UNO SGUARDO ALLE NOVITÀ IN ARRIVO


Sono i fiori il filo conduttore della nuova collezione Primavera Estate 2018 di Intimissimi.
I fiori e la natura in rapporto con l’arte, una visione che soggiace a un rapporto di regole quali l‘armonia, la grazia, la leggerezza.

L’estetica è protagonista, unita ad una scelta di tessuti che esaltano la femminilità, pizzi, raso, seta, merletti.  L’applicazione di fiori e boccioli su tessuti see through, sono un omaggio al celebre dipinto “La Primavera” di Sandro Botticelli, 1482, oggi conservato alla Galleria degli Uffizi di Firenze. La scena del quadro è perfettamente bilanciata nella presenza dei nove personaggi, una composizione ritmica e simmetrica attorno al nucleo dell’opera: la donna. La stessa rispondenza cui si incentra tutta la collezione Primavera Estate 2018 Intimissimi.

La palette cromatica va dai tenui rosa, ai cipria e ai malva, passando per colori neutri come il talco fino ad arrivare ai blu.


Capo must fuori e dentro casa, il kimono è la nuova tendenza che trae ispirazione dalle atmosfere orientali; Intimissimi intende omaggiare per questa Primavera Estate 2018 l’opera lirica di Giacomo Puccini: Madama Butterfly. Una geisha illusa dall’amore di un ufficiale di Marina degli USA, si ucciderà per non essere stata ricambiata dall’oggetto del suo desiderio. La geisha è la donna a cui il brand si orienta e al suo mondo estetico, fatto di kimono decorati con flower print macro, ricami alla chinoiserie, facili da indossare anche in occasioni nightwear.
La palette passa da accenti corallo, dai colori forti delle foreste verdi e arriva all’azzurro avio.



Le scenografie scelte da Intimissimi per la stagione del Sole, attraversano le più belle mete italiane: Verona,  Portofino, Amalfi, per poi arrivare al caldo Marocco.

Giulietta e Romeo e il romantico periodo di San Valentino, raccontano l’eleganza che si svela piano; la sensualità è raccontata nei capi attraverso giochi di trasparenze, laccetti e raffinati accostamenti nero-blu.

Dalla Liguria, esattamente da Portofino, arrivano gli accostamenti di tessuti jacquard, pizzi, stampe marine, ricami crochet e pizzo sangallo.

Romantic Ballet trae spunto dal mondo della danza classica, i capi sono caratterizzati da delicati intrecci, armoniose stampe floreali e romantici pizzi bicolor. La palette esplora tutte le sfumature del rosa, dal nude fino al viola, fino ad accostarsi alle tonalità polverose del verde e del blu.



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NEOCLASSIC MODERNISM FASHION EDITORIAL

Laura Letinsky: dalla natura morta allo still life

Laura Letinsky è una fotografa canadese rinomata soprattutto per i suoi still lifes estrosi, quasi barocchi. Nata a Winnipeg nel 1962, è attualmente docente di Arti Visive presso l’Università di Chicago. Ciò che sobbalza maggiormente, agli occhi degli osservatori dei suoi lavori, è l’estrema naturalezza con cui coniuga pittura e fotografia.


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Le sue immagini si avvalgono delle prospettive multiple tipiche della della natura morta olandese del XVII secolo per rappresentare scene di consueta vita domestica, esplorandone le possibili relazioni umane che si possono celare in essa.


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La plasticità si alterna sapientemente con la piattezza, generando un effetto di tensione e malinconia. Gli avanzi di cibo, inoltre, sono fotografati dalla Letinskey tra un pasto e l’altro o immediatamente dopo uno di essi.
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La disposizione dei piatti non è mai casuale, bensì serve ad evidenziare la struttura compositiva dell’immagine nel suo insieme: posate, piatti, fiori, frutta e resti di cibo sono cosparsi vicini sui piani, come se esistesse una correlazione narrativa più o meno stretta tra essi.
Anche laddove non appare la presenza umana, l’artista canadese la rievoca tramite la raffigurazione degli spazi domestici, avvalendosi del fascino visivo delle immagini per sottolinearne l’intimità.


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Laura Letinsky ricrea degli effetti molto vicini alla pittura, inducendo l’osservatore a domandarsi sull’ambiente catturato nelle immagini e sull’identità dei consumatori dei piatti. In altre serie, come “Venus Inferred” e “Somewhere, Somewhere“, è sempre la casa coi suoi spazi a far da protagonista nei suoi scatti: l’osservatore diviene, così, lo spettatore spontaneo di scene quotidiane come l’abbraccio di una coppia o una donna che prova a sfilare il suo reggiseno riflettendosi nello specchio della sua stanza. La casa, che è il soggetto immancabile nella sua fotografia diviene, pertanto, lo specchio dell’identità dei suoi componenti.


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http://lauraletinsky.com/