5 motivi per cui: “San Valentino? No, grazie”

È tempo di guardarsi attorno, San Valentino è alle porte.
Già si notano cuoricini aleggianti nei locali, peluche di orsetti in formato extra large, montagne di cioccolato Perugina in tutti i luoghi e in tutti laghi.
Insomma, la festa degli innamorati non potrebbe avere esito migliore se non quello di regalarsi oggettistica di vario genere da conservare e tenere in ricordo dell’amata/amato.

Ho collezionato di tutto in questi anni: da frasi fatte a portachiavi a forma di cuore, molti peluche dal dubbio gusto (sì, ho l’impressione di averne anche due uguali, ho il doppione. Qualcuno vuole provare uno scambio?), portapenne in alluminio con angioletti in stampa 3D, cuscini a cuoricino con logo nazionale: “TI AMO“.
D’altro canto non posso negare di aver sempre desiderato, come la maggior parte delle mie amiche, di ricevere un pensierino o un biglietto durante la festa dell’Amore.
Così, mentre spensierata mi facevo risucchiare da un sistema consumistico che vende a caro prezzo il sentimento, un giorno, non ricordo né dove né quando, ho ceduto alla domanda: “cos’è l’amore?“.
Potrebbe sembrare cinico e stonare un po’ con l’incanto di pellicole attuali tipo La La Land, ma la risposta che riuscii a darmi non fu soddisfacente.

Non sapevo declinare, in nessun modo, il sostantivo Amore.
Senza ulteriori aspettative, decisi di ricorrere all’etimo della parola Amore così come mi avevano insegnato al Liceo.
Quando non conosci il significato di una parola, raggiungilo scomponendola e traducendola secondo la sua origine“, diceva la mia prof. di Latino e Greco.
Così feci.
Amore = Ab Mortis, è la forza che tiene lontani dalla morte.
Pensai fosse la cosa più bella che avessi mai potuto imparare.
Restava ancora soltanto qualche quesito incompleto: perché festeggiarlo solo a San Valentino? Perché ricoprirsi di millemila oggetti tutti uguali senza alcuna connessione emotiva? Perché essere paragonata a mille altri amori? Dov’era la nostra unicità, il nostro compromesso?.

Ecco 5 motivi per i quali oggi mi sento di dire: “San Valentino? No, grazie“:

1) San Valentino diviene luogo di competizione alla domanda: “che ti ha regalato?“.
“Ricevere un regalo costoso” non è sinonimo di “essere tanto amati”.

2) San Valentino diviene una scommessa: “quanto bene stiamo insieme?“.
È una domanda che non sempre ha esiti positivi, sicuri di volerlo sapere così?

3) San Valentino mette ansia. Basti pensare allo stress per organizzare nei tempi stabiliti qualcosa di romantico e assolutamente speciale.

4) San Valentino mette a disagio. Se ti lamenti e sei fidanzata, allora sei in crisi. Se ti lamenti e sei single, sei acida.

5) San Valentino è noioso: cenetta fuori, mazzi di rose, cioccolatini, gita in mountain bike, scalata delle montagne, conquista dell’America, concertone del primo maggio anticipato, giro del mondo in 80 giorni.
Ah, sicuri che poi avete anche voglia di fare l’amore?