Attacco all’aeroporto di Istanbul: si contano 41 vittime e oltre 230 feriti

Il numero delle vittime dell’attacco all’aeroporto di Istanbul continua a salire: sarebbero 41 i morti, di cui 13 stranieri, e almeno 230 i feriti. Una vera mattanza che ha sconvolto la notte della capitale turca. Tra le vittime anche i tre kamikaze, che intorno alle 22 hanno aperto il fuoco ai controlli di sicurezza, nella zona degli arrivi, per poi farsi saltare in aria. La polizia turca sospetta però che il commando fosse composto da 7 persone: tre sono morte durante l’esplosione in aeroporto, una donna è stata arrestata ieri sera e altri tre sarebbero in fuga. L’identità degli attentatori non è stata ancora resa nota, ma dalle indagini si evince che fossero tutti cittadini stranieri. E mentre prosegue la tragica identificazione delle vittime e dei feriti, cominciano a farsi strada le prime ipotesi sull’attentato in Turchia.


Il premier turco, Binali Yildirim, è stato il primo a ventilare l’ipotesi di un attentato dell’Isis. La Turchia è un Paese da tempo nel mirino dello Stato Islamico, perché è riuscita a contenere gli estremismi e ad ingaggiare una positiva lotta al terrorismo, anche normalizzando i rapporti con la Russia e con Israele. Ed ecco che lo spettro dell’Isis avanza, supportato anche dalle dinamiche dell’attacco all’aeroporto di Istanbul. Lo scalo di Atatürk rientrerebbe nella tipologia di obiettivi sensibili: luoghi molto affollati, in cui si mette in atto un proficuo incontro fra culture, così come era successo recentemente nell’attentato di Bruxelles e in quelli di Parigi. Intanto il governo turco cerca di evitare allarmismi, limitando la circolazione di immagini e informazioni sull’attacco terroristico anche grazie al rallentamento di twitter e facebook, in alcuni momenti del tutto inaccessibili.