I piumini Moncler scompaiono nella campagna primavera estate 2017

Una campagna pubblicitaria in cui il prodotto scompare: ecco l’idea geniale di Moncler per la collezione primavera estate 2017. Nelle fotografie scattate da Annie Leibovitz, i piumini Moncler si fondono con il paesaggio circostante insieme a Liu Bolin, artista cinese visionario. L’artista invisibile, così è chiamato questo figlio della Rivoluzione Culturale cinese, noto in tutto il mondo per le sue fotografie, sculture e performance visive in cui il soggetto si mimetizza con lo sfondo. Così i giubbotti Moncler e tutti i capi della collezione primavera estate 2017 sono stati dipinti per fondersi con il paesaggio naturale di Central Park o con la poetica malinconia dei volumi accumulati in una storica libreria di New York, per scatti che sono arte più che pubblicità.


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Annie Leibovitz è alla sua quinta campagna per Moncler e ha sempre dimostrato di saper trasportare piumini e tute da sci in un’atmosfera magica, da fiaba. Per Liu Bolin invece è il primo lavoro in collaborazione con un brand di moda, dopo una vita di opere d’arte e performance visive. La sua arte inizia come testimonianza della distruzione da parte delle autorità cinesi del villaggio di artisti indipendenti Suojia Arts Camp, dove l’artista risiedeva, nel novembre 2005. La sua più famosa serie Hiding in the City lo vede mimetizzarsi con le strade e i monumenti di Pechino come forma di protesta per la mancanza di rispetto verso il patrimonio artistico del paese. Seguiranno poi Hiding in Italy e Hiding in New York, con lo stesso scopo. Stavolta Liu Bolin si fa immortalare da Annie Leibovitz indossando piumini Moncler e look dalla collezione primavera estate 2017, creando la stessa magia ma per uno scopo diverso. L’occhio della fotografa, quello dell’artista e la poesia nascosta a New York si mettono al servizio di Moncler per una campagna pubblicitaria che fa sognare e svela angoli di magia nella quotidianità delle città moderne.


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Moncler in aiuto dei terremotati

Moncler corre in aiuto dei terremotati di Norcia e Cascia: il brand di Remo Ruffini ha donato 1.800 piumini ai giovani di alcune località colpite dal terremoto dell’agosto scorso. Ruffini raccoglie l’appello lanciato da Fiorello: il popolare presentatore nel suo programma Edicola Fiorello condivideva l’appello lanciato dalla Protezione Civile per raccogliere vestiti per le popolazioni colpite dal sisma.

Non si è fatta attendere la risposta di Moncler, che è sceso in prima linea, donando gli iconici piumini ai meno fortunati: sono circa 1800 i piumini donati ai ragazzi delle scuole di alcuni dei paesi che sono stati colpiti dal terremoto, come Arquata del Tronto, Cascia e Norcia.

A dare per prima notizia della donazione da parte del brand è stata Alessia Marcuzzi: la nota conduttrice ha postato sul suo account Facebook una fotografia commentata con parole eloquenti: “Oggi Moncler con il progetto ‘Warmly Moncler’ ha fatto un gesto davvero grande e amorevole! Ha scaldato i bambini e i ragazzi delle zone terremotate di Norcia, Arquata del Tronto e Cascia, donando loro circa 2000 piumini! Bravi”.

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Remo Ruffini


L’azienda dal canto suo sceglie la via del low profile e non commenta l’iniziativa benefica che l’ha vista protagonista. Perché la beneficenza, quella vera, si fa ma non si dice. Il brand di lusso si distingue per un’iniziativa all’insegna della solidarietà, correndo in aiuto dei tanti ragazzi rimasti senza casa a seguito del sisma dello scorso 24 agosto.

Moncler, la filosofia della maison: nuovo flagship store a New York

Moncler, l’azienda tessile specializzata in abbigliamento invernale, apre un flagship store a New York.
La marca di piumini conserva la stessa produzione tenendo sempre a mente l’evoluzione da semplice marchio a global trend.

Ma tra le parole chiave dell’azienda, “innovazione” e “scelta” sembrano essere quelle più utilizzate.
Renzo Ruffini, Chairman e Managing Director di Moncler, esprime queste due caratteristiche in un’ottica che fa da contrasto tra la ricerca e la tradizione: “Negli ultimi anni abbiamo lavorato moltissimo sulla tecnologia e sulla ricerca, in particolare di materiali sempre più leggeri, in grado di rendere il piumino un prodotto adatto ad ogni stagione e ogni zona geografica. La scelta più forte è stata quella di fare poche cose ma fatte bene: Moncler non ha ceduto alle lusinghe di sfruttare il brand allargando la gamma di prodotti. La segmentazione della marca è stata un boom degli anni ’80, oggi il cliente vuole unicità e qualità“.

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Allora perché continuare ad aprire nuovi flagship store?
La risposta dell’azienda risiede nell’esigenza di comunicare direttamente con il cliente consumatore che può rivolgersi a un team di professionisti Moncler per ogni occasione.

All’inizio non eravamo abbastanza vicini al consumatore, perché la necessità era di riorganizzare l’azienda. L’apertura dei negozi ci ha fatto capire l’importanza di capire a fondo il cliente per soddisfare le sue esigenze: per avere successo bisogna creare esperienze diverse in ogni città e non presentare un prodotto standardizzato o stereotipato. Moncler cerca di fare prodotti che non seguano le tendenze della moda, ma le necessità del consumatore: ad esempio prodotti adatti per chi viaggia, con modalità d’uso estremamente versatili“, continua Ruffini.

Comunicazione diretta, presenza, inutilizzo di intermediari fa di Moncler un’azienda in grado di soddisfare il consumatore locale.
Ruffini afferma: “Non credo al ‘see now, buy now’, il ciente va coinvolto in altri modi“.

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Uno di questi è dare spazio al brand in diverse città, ecco che Moncler apre il primo flagship store a New York in Madison Avenue.
In occasione di questo evento, l’azienda ha prodotto una collezione di 28 piumini in edizione limitata venduti sul sito ad essi dedicato.
Special Collection designed by Thom Browne è il nome della capsule collection che destinerà il suo ricavato alla organizzazione Roobin Hood.
Inoltre, per festeggiare ulteriormente questa nuova apertura, Moncler ha prodotto “Brave“, lo short movie girato dal regista newyorkese Spike Lee con protagonisti i ballerini Lil Buck, John Boogz e Damaris Lewis.

Date le direttive del brand, sembrerebbe essere sempre in espansione.
In linea d’onda con questa filosofia della maison, ci sarebbe da chiedersi: “E in Italia?
Ruffini risponde: “Per quanto Milano continui ad essere una piazza importante, le città d’arte, come Venezia e Firenze, stanno crescendo sempre di più“.
Che questa crescita possa essere il pretesto di nuovi punti vendita?

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Freeze for Frieze: le post-card artistiche di Moncler

Moncler sigla una divertente collaborazione con i giovani artisti della Royal College of Art per una serie di cartoline legate all’evento Frieze London.

Il risultato è Freeze for Frieze: una serie di post- card (in tutto quattrocento) che sono stati esposti all’interno della boutique della griffe situata in Old Bond Street.

Gli studenti del celebre college londinese si sono cimentati in diversi stili artistici esplorando anche la ritrattistica.

Tra i volti celebri della moda e non è facile “incontrare” designer come Alessandro Sartori ed Alber Elbaz o star del cinema come Jude Law.

Tra i vari lavori, inoltre, è stata proposta una Fiat 500, uno smile e l’onda del mare in burrasca.

Il progetto racchiude però un animo nobile.

Sullo shop online del marchio è possibile acquistare alcune post-card firmate, al costo di sessanta sterline.

Il ricavato della vendita aiuterà due studenti (i più meritevoli) della Royal College of Art con una borsa di studio biennale.

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Foto tratte da moncler.com