L’ultimo suo grande progetto è stato “Amazônia”, allestito presso Fabbrica del Vapore a Milano nel 2023, immagini testimonianza di ciò che sopravvive prima di un’ulteriore progressiva scomparsa.
“Il mio desiderio, con tutto il cuore, con tutta la mia energia, con tutta la passione che possiedo, è che tra 50 anni questa mostra non assomigli a una testimonianza di un mondo perduto” affermava Sebastião Salgado, che oggi ci lascia all’età di 81 anni.
A darne l’annuncio l’Académie des Beaux-Arts di Parigi di cui era membro, la cause sono ancora ignote.
Ci lascia non solo il più grande fotografo umanista dei nostri tempi, ma un uomo che ha dedicato la sua vita ad una missione, quella di cambiare la visione delle cose e del mondo. Con la sua sensibilità e quel modo gentile di guardare attraverso l’obiettivo, Salgado è riuscito a riportare per immagini i cambiamenti climatici, sociali, economici del Pianeta. Il fine ultimo è sempre stato quello di porre l’accento sulle condizioni dei più deboli, sulla deforestazione, sulla miseria, sugli effetti devastanti delle disparità sociali.
Con “La mano dell’uomo“, il suo reportage più noto, il colossale progetto sulle condizioni dei lavoratori nelle miniere d’oro del Brasile, nei pozzi di petrolio del Golfo Persico, nelle miniere di zolfo Indonesiane, Salgado ci racconta una missione prima di una rappresentazione. La fotografia per lui è stata uno stile di vita, una vocazione.
Con “Genesi” ci ha fatto innamorare degli abitanti della Terra, un omaggio alla Grande Madre e ai suoi figli, pinguini, elefanti, balene vissuti nei luoghi più incontaminati, la meravigliosa biodiversità del Madagascar, della Papua Nuova Guinea e dell’ Emisfero Nord.
Ed è attraverso i video e le testimonianze degli amazzoni e dei loro ritratti in “Amazônia“, che Salgado ci invita ad “ascoltare” e a riflettere sulla situazione degli abitanti della foresta. La foresta, l’ecosistema fragile che le comunità indigene, che la vivono, rispettano e amano. Ma il riflettore, anche se sono loro i fotografati, è su di noi, su tutta l’umanità che ha la responsabilità di occuparsene, partendo dalle piccole cose.
Salgado lascia un vuoto immenso, ma ci lascia anche un grande insegnamento, amare e ripettare la Terra che viviamo. Facciamone buon uso.
(foto Ansa)