Il lusso non ha bisogno di etichette: nel cuore del Pollino, in Calabria, si celebra l’esperienza autentica
Questa estate il Parco Nazionale del Pollino ha ospitato il Pollino Cocktail Camp: un raduno eccezionale sulla botanical mixology con bartender da tutta Italia. Party, degustazioni, foraging per riscoprire verità spesso dimenticate.
Viviamo nell’epoca di quello che il sociologo Pierre Bourdieu definiva la “distinzione”: la costante ricerca di segni esteriori che separano l’eccellenza dall’ordinario. Eppure, esiste una falsa dicotomia nel nostro immaginario collettivo tra ciò che è genuinamente eccellente e ciò che appare lussuoso.
Il lusso contemporaneo, specialmente nel food and beverage, non risiede più nell’ostentazione di costi proibitivi o nella ricerca dell’esotico fine a se stesso. Si colloca invece, seguendo l’intuizione di Walter Benjamin sulla “aura” dell’opera d’arte, nell’unicità irripetibile di un’esperienza autentica. È tutto ciò che si trova alla punta della piramide dell’eccellenza: purezza, integrità delle materie prime, rarità non artificiale ma naturale, semplicità che nasconde complessità di saperi millenari.
Parco del Pollino – Il regno delle meraviglie nascoste
Il Parco del Pollino, con i suoi 192.565 ettari di estensione, è la più grande area protetta di nuova istituzione in Italia. Dal 2015 fa parte della Rete europea e globale dei Geoparchi sotto l’egida dell’UNESCO, un riconoscimento che suggella quello che chi lo conosce sa già: questo è un arcobaleno di eccellenze paesaggistiche, storiche, antropologiche, culturali, ambientali, una biodiversità che il mondo ci invidia.
Eppure dovremmo essere tutti più bravi nel valorizzarlo e comunicarlo. A partire da chi nel settore ci lavora, dato che le diversità gastronomiche regionali sono il nostro punto di forza, una personalità per ogni area italiana, che sulla tavola, per colori, cucine, ricette e gusti, potrebbe insegnare a ogni altra cucina dell’emisfero.
È qui che nascono il peperone di Senise IGP, dalla forma allungata e dal colore che va dal verde al rosso intenso; qui cresce la melanzana rossa di Rotonda DOP, piccola e tonda come una mela ma dal sapore intenso e leggermente piccante; qui si coltiva il poverello bianco, un fagiolo prezioso spesso utilizzato in una pasta fresca simile a tagliatelle rustiche, accompagnato da una generosa pioggia di pecorino stagionato. E ancora il paddaccio, formaggio a pasta filata dalla forma particolare, e la ricotta infornata che profuma di tradizione secolare.



Quando l’altitude diventa attitudine – Pollino Cocktail Camp
Ogni anno, a mille metri di altitudine, tra le montagne di questa meraviglia italiana, si tiene il Pollino Cocktail Camp, esattamente a Campotenese – una reunion dei migliori bartender d’Italia che ha trovato nella seconda edizione estiva 2025, la sua dimensione più autentica. Oggi capitanati dalla direzione artistica di Umberto Oliva, firma calabrese entrato nella rosa dei rappresentanti della miscelazione contemporanea italiana.
Un raduno di bartender per la maggior parte provenienti da questa terra, che hanno fatto il giro del mondo per poi ritornarvici. Come quelli che dopo esperienze tra Australia e Londra hanno aperto locali spinti dal desiderio di portare alto il nome del loro territorio, ne è un esempio Francesco Vocaturo del Blacksheed di Cosenza; o Peke Bochicchio che con la sua Barmacia di Potenza ha fatto dell’ironia una firma distintiva; o come Ivan Francesco Filippelli, oggi Bar Manager di The Spirit a Milano sito in Porta Romana, locale milanese di prestigio, con un curriculum d’eccellenza che forse, intimamente, vorrebbe togliersi guanti e giacca per buttarsi in un locale vero, nudo e crudo, dove la spontaneità è il distillato più richiesto.


L’autenticità come filosofia di vita
Tre giorni di festa, esplorazioni sensoriali, degustazioni, escursioni e live set con miscelazioni che celebrano il patrimonio botanico del Parco Nazionale del Pollino. Perché questo evento non è solo una convention di settore: è il vero specchio di un’organizzazione che è anzitutto un ritrovo tra amici veri, che attorno a un tavolo cantano e suonano la chitarra, bevono il vino locale rosso come la terra che lo genera, tra una fetta d’nduja che farebbe bruciare il naso a Grisù e una di caciocavallo che sa di pascoli d’alta quota.
Umberto Oliva, nerd della miscelazione e tecnico sopraffino della mixology, ha scelto una comunicazione fondata sull’essenza più che sull’apparenza. La sua è una filosofia che rifiuta i fronzoli e punta dritto al cuore delle cose: un’occasione unica per celebrare la cultura del cocktail in una cornice naturale mozzafiato, promuovendo la valorizzazione del territorio.


Ospitalità ed Esperienza
Bartender professionisti e appassionati possono partecipare a masterclass, degustazioni e competizioni, esplorando nuove tecniche e sperimentazioni. Ma qui il vero lusso non è sedersi sul sofà all’ultima moda, vivere per primi la tendenza dell’ultima nuova apertura, nè dell’ ingrediente più esotico. È nell’aria pura che riempie i polmoni, nel silenzio rotto solo dal vento tra i pini loricati, nella genuinità di un momento condiviso senza filtri né sovrastrutture, nell’ospitalità di una Calabria che ha bisogno di voci (quelle anche dei giornalisti), ma che è piena di cuori, dei Giovanni Gagliardi, Donato Sabatella, Sergio Senatore e Manuela Laiacona, padroni di casa che ci hanno fatto sentire in famiglia.
Il Pollino Cocktail Camp dimostra che il lusso autentico non ha bisogno di griffe o di prezzi proibitivi. Ha bisogno di passione, di territorio, di storie da raccontare. Ha bisogno di quella rara combinazione di eccellenza tecnica e autenticità emotiva che solo chi ha radici profonde sa esprimere.
In un mondo che spesso confonde il valore con il prezzo, eventi come questo ci ricordano che la vera ricchezza sta nella capacità di trasformare la semplicità in straordinario, l’ordinario in memorabile. Perché alla fine, il lusso più grande è quello di essere semplicemente, profondamente, autenticamente se stessi.