POLAR M600, il tuo personal coach a portata di polso!

Se siete il tipo di persona che rimanda a domani diete salutari e attività fisica, questo è il prodotto che fa per voi! Sto parlando di Polar M600, lo smartwatch multifunzione che fa da motivatore, medico, psicologo, amico, copilota!

Come funziona POLAR M600? Sembra un normale orologio, in realtà quello che indossate è un mini computer da polso che:

– rileva la frequenza cardiaca
– ha il GPS integrato
– rileva l’andamento del sonno
– registra chiamate e musica
– permette la navigazione sul web
– ed ha molti altri comandi gestibili vocalmente

Se siete degli sportivi è il prodotto a cui non potrete più rinunciare, Polar M600 rileva la vostra attività quotidiana, quindi passi effettuati, distanze percorse in bici, calorie bruciate durante una corsa; se tutto questo è azzerato durante l’arco della giornata, Polar M600 non si esime dal farvi un sonoro rimprovero, incitandovi ad alzarvi da quella sedia e fare due passi!

E se volete beffeggiare i vostri amici anti-sport, con Polar M600 potete condividere sui vostri social network tutti i risultati e i vostri progressi, che verranno tenuti in memoria attraverso le App collegate.

POLAR M600:



Polar M600 è solo uno tra i prodotti del brand, multinazionale leader nella produzione e commercializzazione di sport watch e tecnologie indossabili. Dotato di lettura ottica a 6 led, legge la vostra frequenza cardiaca direttamente dal polso, attraverso un algoritmo sviluppato e testato internamente per la massima precisione ed affidabilità.

E’ inoltre dotato di 4 Gb di memoria interna, dove poter sincronizzare la propria musica e ascoltarla durante l’attività fisica; è un prodotto altamente tecnologico attento alle mode – ha infatti un cinturino in morbido silicone intercambiabile, che è possibile sostituire a seconda dei gusti: nero, bianco e rosso – ed un display personalizzabile touchscreen a colori ad alta definizione in vetro Gorilla glass.

Il costo del vostro personal coach Polar M600 è di € 349,90 – è sempre con voi, parla solo se interpellato, vi consiglia di dormire se il vostro sonno non è stato riposante, è una enciclopedia vivente, vi porta ovunque. Cosa volete di più?!

Le foto della presentazione Polar M600 a Milano: 



(foto Antonio la Zazzera)

Antonio Marras si racconta attraverso le sue opere alla Triennale di Milano

Lo conosciamo tutti in qualità di stilista, anche se lui stesso non ama definirsi un designer di moda, bensì “uno che fa abiti, anzi stracci, pasticci“.

E’ Antonio Marras, sardo doc, che veste questa volta i panni dell’artista, esponendo alla Triennale di Milano un lavoro di 500 opere oltre a installazioni.

Un racconto fatto di disegni, ritagli, collage, stoffe, appunti, creazioni fatte a mano, dove il lavoro umano è parte fondamentale del percorso creativo.

Antonio Marras raccoglie i suoi pensieri su carta, abbattendo la timidezza forse, come lui stesso dichiara, e aprendo i cassetti delle immagini della sua vita. Un percorso meditato a lungo, a tratti sofferto, ma che ci ha permesso di sbirciare un poco nella vita di un grande stilista, che porta in passerella non solo “abiti”, come tende a sottolineare, ma idee molto forti, linguaggi che emozionano, toccano, portano spesso a riflettere. (Qui la collezione primavera-estate 2017 alla Milano Fashion Week, che ha come tema l’indipendenza degli stati africani dalla colonia francese).

Si viene accolti da un gregge di giacche e camicie appese, passaggio obbligato per poter accedere alla mostra, tutte rigorosamente uguali con un campanaccio da bovino legato al fondo. Ci si chiede se sia il desiderio di riportare un’esperienza sensoriale che ricorda la sua amata terra, la Sardegna, e i rumori degli animali che pascolano, o semplicemente ci sta dicendo che siamo tutti dei pecoroni perché vestiamo allo stesso modo senza distinguerci.

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Delle grandi figure di pezza raggiungono il soffitto, ricordano un Giacometti di stoffa; appunti e scarabocchi più volte rielaborati, sono disposti sotto campane di vetro, dove spuntano ossessive le lunghe unghie laccate di rosso, ricorrenti nelle immagini rappresentate da Marras, uomini che urlano, squali dalle fauci spalancate.

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Frequenti le immagini che raccontano la masturbazione femminile, accompagnata da una sorprendente parete ricoperta da animali in peluche. Un feticcio? Gli stessi animali che ritroviamo morti, appesi, sgozzati in un angolo della sala, un ricordo delle abitudini contadine isolane.

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Antonio Marras disegna da sempre, da sempre da’ sfogo alla sua nevrotica creatività, un caos che deve sfociare “per evitare di pagare lo psicologo“, ironizza. Un passato da dislessico, il bambino Marras si rifugiava nelle poesie e nella fotografia, sperimentando negli ultimi anni la pittura ad olio.

La sua mania? Raccogliere oggetti vecchi per ridargli una nuova vita. E’ così che lavora nel suo studio, passando attraverso 5 lunghe tavole di legno che raccolgono i più disparati elementi recuperati per caso, nei suoi lunghi e numerosi viaggi – e nel pieno della creatività li assembla, li mischia, li colora. Ed ora hanno un nome:
Nulla dies sine linea“, il titolo della mostra, “nessun giorno senza disegnare”, frase di Apelle riportata da Plinio il Vecchio.

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La donna è musa e figura inquietante nelle opere di Marras, una donna il cui corpo si mostra senza veli, spesso sanguinante durante il periodo mestruale; sono lolite, sono adolescenti, sono adulte, tutte dalle unghie laccate di rosso. Donne a tratti fragili, donne che subiscono le violenze del marito, così come ci racconta il tema sulla paura di un bambino di pezza, nell’aula sarda del baccano, la maestra dal forte dialetto che sgrida gli alunni e i loro musi animali.

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Porte chiuse, aperte, passaggi, spiragli, è come se ad ogni passo si entrasse in una fase della vita dell’artista, un nuovo mondo, e si arriva a quello maturo e consapevole del piacere sessuale, una stanza chiusa chiamata “Le relazioni pericolose“. La stanza delle provocazioni, bocche affamate, donne e uomini che ostentano il proprio sesso, Les liaison dangereuses all’ultimo stadio, più che un Laclos, un de Sade.

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Ma le manìe di Marras non finiscono, nemmeno i più profondi timori delle malattie, e della dipendenza di dipendere da qualcun altro. Come lo racconta? Incorniciando lo schizzo che fece il neurologo sulla malattia della madre e la benda di sutura sporca di sangue relativa all’operazione della moglie Patrizia.

Un tratto erotico alla Schiele, una linearità asciutta alla Giacometti, ma una mano inconfondibile che è quella dello stilista, Antonio Marras, che non smette di stupirci, che ha raccontato – lasciando parlare le sue debolezze, le sue paure, le sue ossessioni – i colori della sua infanzia, i profumi della sua terra, le relazioni umane, senza risparmiarsi.

La Triennale di Milano – dal 22 ottobre 2016 al 21 gennaio 2017
Antonio Marras – Nulla die sine linea
a cura di Francesca Alfano Miglietti

LA TRIENNALE
Viale Alemagna 6
02 724341
info@triennale.org
www.triennale.org

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I colori di Wes Anderson nella collezione Cividini SS 2017

COLLEZIONE PRIMAVERA ESTATE 2017 CIVIDINI – RIVIVONO I COLORI SEVENTIES TANTO AMATI DA WES ANDERSON 

Avete mai visto I Tenenbaum, film del 2001 di Wes Anderson? Se la risposta è no, il consiglio è una full immersion nella filmografia di questo grande regista, che ha la capacità di disegnare personaggi dai profili dettagliati e coloratissimi, figure che è impossibile dimenticare.

Le sue pellicole sono fedeli alle cromie dei ’70, quindi abbondanza di sabbia, beige, arancioni saturi, e inquadrature simmetriche che rendono ogni scena, un piccolo quadro. E’ alla stramba famiglia dei Tenenbaum che Cividini si ispira per la collezione primavera-estate 2017.

Chi è la donna Cividini? Una piccola Margot (interpretata nel film da Gwyneth Paltrow) dall’eye-liner sporcato e marcato, introversa scrittrice di drammi teatrali, veste capi iconici come la polo affilata con pantaloni gaucho in popeline di cotone o in flessuosi cady di viscosa-seta.

sx I Tenenbaum – dx Cividini SS2017


I protagonisti, nei film di Wes Anderson, sono bambini dalle infinite capacità, talentuosi e obbligati a crescere troppo in fretta a causa di assenza di figure genitoriali di riferimento. Dei superuomini in miniatura vestiti da businessman. Anche nel wardrobe Cividini, i dettagli riportano alla confusione adolescenziale, maniche lunghe a coprire le mani, mix & match coraggiosi, e la stessa fascia da tennis che indossa Ritchie, piccolo campione sportivo, fino all’età adulta.

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dettaglio fascia per capelli alla sfilata Cividini SS2017


Tra le proposte primavera estate 2017 di Cividini, la polo è protagonista, abbinata alla gonna plissé soleil,  anche i miniabiti omaggiano questo capo iconico dall’allure sportiva, i cardigan leggeri sono in seta e i pantaloni maschili cadono morbidi.

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La palette colori sorride al regista statunitense e si riempie di sabbia bagnata, petrolio, papaya, geranio, navy e bianco ottico.

Crescere è un passaggio obbligato, fortuna che con la moda si può ancora giocare!

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sx palette colori nei film di Wes Anderson – dx Cividini


Guarda qui tutta la collezione primavera estate 2017 Cividini:




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La domanda più gettonata che si pone ad uno stilista è “Da dove prendi ispirazione?” e molto spesso accade che la sua musa sia in realtà differente da quello che noi vediamo.
Lo spettatore osserva con i suoi occhi, con la sua memoria visiva, quello che nella realtà è la trasformazione di ciò che la sua reminiscenza sa.



Piccione.Piccione per la collezione primavera estate 2017 propone il suo bagaglio creativo, che prende riferimenti da movies e fotografia, ma nella varietà di colori che i suoi abiti abitano, le ispirazioni e i collegamenti sono sfaccettati e multiformi, a partire dalla delicatezza cromatica delle immagini di Tim Walker, grande fotografo rappresentante di una realtà onirica.



sx foto Tim Walker – dx Piccione.Piccione SS17




Piccione.Piccione sfila alla Milano Fashion Week un mondo incantato, immagini di una realtà illusoria, fiabesca e brillante. Pizzi, sangalli, ricami, ogni scelta materica è di una delicatezza esasperata e minuziosamente lavorata per stupire, ogni dettaglio femminile conferisce alla totalità dell’outfit una contemporaneità originale.



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sx foto Ekaterina Belinskaya – dx dettaglio Piccione.Piccione




Fluttuano nella leggerezza degli abiti, le donne Piccione.Piccione, come delle sirene tra le acque del mare; sono vestite con tocchi di menta e verde acqua, rosa e lilla come i fiori, e le stampe sono romantiche rappresentazioni sottomarine, che vanno a impreziosire gli chiffon, i rasi e le sete.



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sx dettaglio Piccione.Piccione SS17 – dx foto Ekaterina Belinskaya




Per la primavera estate 2017 il brand Piccione.Piccione propone un total look dove ogni accessorio completa la collezione: dalle borse con perline, alle collane con conchiglie, fino ai sandali con tacchi elaborati, tutto ricorda l’ambiente marino.



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Gli orecchini sono delle cascate di perline bianche o dalle tonalità pastello, sono onde oppure fiori, li si osserva con lo stupore infantile in un mondo adulto. C’è il desiderio, nella collezione SS2017 Piccione.Piccione, che aveva Peter Pan, quello di non crescere mai.



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sx foto Tim Walker – dx dettaglio Piccione.Piccione




Guarda l’intera collezione primavera estate 2017 di Piccione.Piccione:







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Daniela Gregis eleganza contadina – collezione primavera estate 2017

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Il legame con la natura della stilista Daniela Gregis è leggibile ad ogni défilé, per la stagione primavera estate 2017 ha inscenato una donna vestita di fiori, di colori pastello come il rosa tenue e il giallo canarino e di quei tessuti stropicciati e comodi tanto amati dalla designer, come il lino.

Ogni dettaglio è un richiamo ad una femminilità timida, che non ostenta, dai colletti tondi alla collegiale, alle calzette bianche in pizzo fin sotto il ginocchio, dalle ballerine pink ai maxi grembiuli in stile fifties a quadretti bianchi e rosa.

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Amante dell’arte e di quello che l’arte insegna, Daniela Gregis colora i tessuti di stampe astratte e lascia sfilare le modelle tra farfalle di carta dipinte e lo sfondo di una casa al mare; si respira aria di primavera, intorno l’allegria dei fiori.

In un completo rosso con tanto di cesto in vimini alla mano, la donna Daniela Gregis ci ricorda una Cappuccetto Rosso che passeggia tra i boschi, coperta da una mini mantella lavorata a mano, con al capo un maxi fiore in tessuto, a mo’ di cerchietto.

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Silenzio, disciplina, e grazia, traspaiono dalla leggerezza di una collezione, sempre fedele a se stessa, carica di assenza di logo e dove “il contadino, il più delle volte, è più elegante del ricco“.

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Sfoglia qui la collezione primavera estate 2017 di Daniela Gregis:



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Lucio Vanotti e l’inno alla semplicità – collezione primavera estate 2017

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Subito vengono alla mente le immagini di una abitazione giapponese, la sua semplicità, la linee pulite, l’ambientazione domestica dove il bianco e le sue sfumature sono protagonisti.

La collezione primavera estate 2017 di Lucio Vanotti riconferma il suo stile del “Less in more“.

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Forme maxi, dai polsini alle felpe-mantello, dai pantaloni alle sacche, quelle bin bag o buste della spesa, dettagli che giocano sempre con la texture in vernice bianca o nera.

I materiali si alternano tra le texture pragmatiche del grill, del denim chiaro e delle stuoie fino alla fluidità dei cotoni camiceria, viscose, sete e jersey makò.

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Candidi camicioni, quasi sacrali, vengono abbinati alle ciabatte a fascia, una donna pronta per un bagno turco, una giornata in uno stabilimento termale o nella vasca di casa, ma sempre in un quell’atmosfera intima e rarefatta che si respira durante le sfilate di Lucio Vanotti.

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Byblos crea una collezione leggera come l’aria – primavera estate 2017

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Non esiste elemento più impalpabile e misterioso dell’aria, che può accarezzarci, distruggerci ma che non possiamo toccare.

Maestro indiscusso dell’arte di dipingere l’aria è il Perugino, Pietro di Cristoforo Vannucci, nel suo ultimo periodo di produzione artistica; Peter Lindbergh invece, pseudonimo di Peter Brodbeck e fotografo di origini polacche, ci ha lasciato e ci regala tuttora delle immagini dove l’aria sembra materializzarsi, farsi concreta, solida, materiale.

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Un’immagine di Peter Lindbergh


Chi, nella moda, ha pensato di ispirarsi a questo elemento? Byblos!

Byblos per la collezione primavera estate 2017 si ispira alle opere di Peter Gentenaar, sculture di carta che assumono eleganti forme: sono nuvole? Sono fiori? L’aria tutto crea e tutto trasforma. E così gli abiti diventano leggere nuvole mosse dal vento, colorate dall’aria, così come colorate sono le passamanerie, i fili che decorano gli abiti, i lacci e le leziose frange che creano un ipnotico gioco di movimento.

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I ricami sono eterei e leggeri, il tulle lungo fino agli orli, giallo e bianco una presenza costante; le borse ricordano cariche nuvole dai colori saturi.

Byblos primavera estate 2017 è una collezione destinata ad una donna amante dell’arte e di una eleganza che esiste, senza essere ingombrante. Come l’aria.

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San Andrès, la moda che veste con il cuore – collezione SS17

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Si vede bene solo con il cuore” scriveva Antoine de Saint-Exupéry, l’autore de “Il piccolo principe“. E’ con il cuore che San Andrés crea la nuova collezione primavera estate 2017.

Cuori come ciondoli sui bracciali, cuori applicazioni sugli abiti, cuori orecchini, scollature a cuore, tutto è invaso dall’amore che il designer Andrés Caballero ha per la moda.

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Da sempre legato alla sua terra, il Messico, San Andrés sfoggia i suoi colori vivaci, una presenza fissa della firma, con ricami di cristalli Swarovski e parure Stroili create appositamente per la sfilata.

Emerald green, sky blue, bouganvillea pink, le palette di San Andrès che ricordano immense distese di prati fioriti; gli abiti sono impreziositi da delicate applicazioni a mo’ di fiore, i tessuti vanno dai jacquard in seta e traslucidi a quelli più corposi dalle cromie sature e piene.

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La donna San Andrés conserva un animo romantico, e vive la moda come un’esperienza intima: vestire è raccontare qualcosa di sé.

Nei cuori che indossa, la donna San Andrés porta, in un’epoca moderna e veloce, la tradizione culturale e la pazienza di una artigianalità mai dimenticata.

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Caleidoscopica la sfilata Aigner SS17 alla Milano Fashion Week

AIGNER PRIMAVERA ESTATE 2017 – MILANO FASHION WEEK 

Crea un effetto ipnotico e ha più di tre secoli, il caleidoscopio è l’highlight della collezione primavera estate 2017 di Aigner.

Colori e facce multiformi, gli abiti Aigner SS17 cambiano natura a seconda della prospettiva da cui li si guarda, come brillanti camaleonti, le donne Aigner stupiscono nei verde lapis, lime, mirtillo rosso, rosa, malva e prugna.

Sono colori che arrivano dai folli e movimentati ’70, con tessuti presi direttamente dalle piste della Disco Flair e silhouette daI personaggi da Studio 54. Le forme sono grafiche con applique in metallo in chiusure ed elementi decorativi, in un mix & match mai visto prima.

I tessuti vanno dai scintillanti pantaloni disco style e paillettes ai tulle, passando per il denim evergreen, pelle e velluto devoré.

Poliedrica, policromatica, la donna Aigner primavera estate 2017 si carica dei colori vitaminici e di dettagli preziosi: gioielli opulenti con pietre Swarovski, scarpe con tacco e décolleté a punta in velluto, borse must-have come la Tiny Tin bag a forma di lattina con dettagli in oro o la Medea velvet da abbinare ad abito tono su tono, o la Pina con logo in cristallo a chiusura e tessuto glitterato.

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Gli amanti criminali

Due adolescenti, lei, Alice, avrebbe dovuto chiamarsi Eva, manipolatrice, avida, curiosa con tendenze sadiche, lui è il fidanzatino, accomodante, insicuro, devoto, impotente, almeno all’inizio del film, quando i due si ritrovano a fare giochetti sessuali su iniziativa della ragazza.

Alice spinge Luc ad ammazzare un loro compagno, solo perché ha mostrato un interesse sessuale nei suoi confronti. Luc trova la forza di un gesto così macabro dopo aver guardato i due in intimità, spinto forse dalla rabbia, dalla frustrazione, dall’impossibilita’ di far godere la propria amante, a differenza dell’aitante compagno di scuola, un giovane bello e virile.
I due fuggitivi si ritrovano nel bosco dove vengono rapiti da un orco, un passaggio da un inizio alla “Natural born killers” fino alla storia di “Hansel e Gretel”, con uno svolgimento nettamente diverso: è con il suo giustiziere, l’orco, che finalmente Luc prova piacere. Amplessi omosessuali rubati, a cui il ragazzino non si vieta e dove forse nasce una specie di sentimento-riconoscenza. Tutto questo tra scene morbose e voyeristiche, con un finale inaspettato: può la VITTIMA amare il proprio CARNEFICE?

Quando c’è di mezzo il SESSO, può.

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(Gli amanti criminali, 1999 di Francois Ozon)

Metà sirene metà corsare le donne Philosophy by Lorenzo Serafini SS17

Chi non ha mai visto “Laguna blu“, meraviglioso film dove una Brooke Shields in tenera età ne interpreta la protagonista? Chi non ha mai sognato di perdersi in quel mare azzurro e profondo e di vivere lo stesso amore appassionato? Laguna blu è entrato nella memoria collettiva per la storia, l’ambientazione, le magnifiche location e la bellezza degli attori stessi.

Brooke Shields era perfetta per il ruolo di ragazza ingenua, della bella che non sa di essere bella, ed è a questo romantica timidezza che Philosophy by Lorenzo Serafini si ispira per la collezione primavera estate 2017.

Fedele allo stile vittoriano, così come l’epoca in cui il romanzo da cui prende spunto viene ambientato, la collezione Philosophy by Lorenzo Serafini propone una femminilità delicata; il designer immagina le sue donne sperdute in un’isola deserta, le immagina gioiose nella loro solitudine, le vede danzare vestite di maglie di cotone dalla trama vissuta, arse dal tempo, fluttuare in abiti fluidi e asimmetrici.

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Metà sirena metà corsara, la donna Philosophy prende dall’epoca vittoriana la palette colori, le ruches, le balze, i pizzi, e dagli anni ’80 i dettagli forti, le cinture oversize, gli stivali, che la fanno sembrare una sexy pirata naufragata in mare ma in gran stile.

Vicina al mare, il suo elemento naturale, la donna Philosophy indossa fantasie tropicali e abiti dalle spalline sottilissime in pizzo sfumato, come il manto delle acque, le ruches ricordano le onde spumose che regolano lo scorrere del tempo.

E’ una primavera estate 2017 da cui lasciarsi trasportare, una collezione raffinata, discreta come una dama 19mo secolo, sensibile come il gusto di Lorenzo Serafini.

 

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Guarda qui l’intera sfilata Philosophy by Lorenzo Serafini primavera estate 2017:



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