L. Wang, imprenditrice e stilista da milioni di follower su TikTok, ha debuttato a Milano

L. WANG,
IMPRENDITRICE E STILISTA DA MILIONI DI FOLLOWER SU TIKTOK, HA DEBUTTATO A MILANO

Stilista, imprenditrice, attrice, modella e regina di TikTok, dove i suoi video registrano milioni di like, Loora Wang, ha debuttato a Milano con il suo brand Loora Pwd, il 25 Settembre a Palazzo Serbelloni con uno show che è stato una vera e propria case history. Presente anche Tik Tok International che le ha dedicato uno speciale.

Un debutto a Milano inaspettato: basti pensare che Loora era un promettente ingegnere nucleare prima di abbandonare la carriera per dedicarsi alla sua più grande passione, la moda. Dopo gli studi, muove i primi passi nel mondo del fashion prima a Parigi e poi a Milano, città di cui Loora si innamora per l’artigianalità, il savoir fare e la creatività tipica dello stile italiano.

Nel 2017 fonda il suo brand e nel 2018 debutta con la sua prima collezione alla Shenzhen Fashion Week: un successo che porta oggi la sua azienda a fatturare circa 500 milioni di euro. Con un organico produttivo tutto al femminile e 200 monomarca nei più importanti shopping mall della Cina oggi Loora Pwd è uno dei brand più ricercati anche sul web.

Nei suoi video Loora non solo mostra le sue collezioni ma si propone come il simbolo di una femminilità consapevole, interprete delle nuove esigenze femminili cinesi e della loro naturale evoluzione. Determinata, femminista, emancipata e indipendente, la stilista si presenta ai suoi 10 milioni di follower come “una donna per le donne” con collezioni che vanno oltre i look di passerella o da red carpet ma che sanno esprimere personalità e incarnano un nuovo modello al femminile che trova riscontro nella sua moda, fatta di collezioni adatte al day by day, tanto da essere il secondo brand più venduto sul web in Cina.

Dopo aver sfilato durante le principali Fashion Week cinesi come Bejing e Shenzhen e dopo aver ricevuto numerosi premi e prestigiosi riconoscimenti, oggi Loora ha fatto un passo in più: presentare la sua collezione a Milano il 25 settembre a Palazzo Serbelloni durante la settimana della moda.

Precursore di una moda senza limiti e prima designer in Cina a far sfilare sulle sue passerelle modelle transgender e nogender, oltre ad essere fondatrice del suo brand è anche Presidente del Comitato Permanente dell’Associazione degli Industriali dell’Abbigliamento della Provincia di Henan, Direttore esecutivo di China Garment Association e di China Haute Couture Association, oltre che Vice Presidente di Shenzhen Garment Association.

Il debutto a Milano è stato per l’intraprendente stilista cinese, un passo fondamentale per il suo brand sempre più orientato a una produzione maggiormente sostenibile: in programma per settembre l’accordo con una delle maggiori aziende italiane specializzate in materiali ecosostenibili che permetterà a Loora Pwd di dare ai suoi capi un indirizzo ancora più green e inclusivo.

Annakiki SS 2024 – L’Evoluzione Post-Futurista

L’Evoluzione Post-Futurista: Coevoluzione dell’Umanità e della Tecnologia

“Né gli esseri umani possono creare mutazioni, né possono impedire che avvengano mutazioni. Gli esseri umani semplicemente conservano e accumulano mutazioni che sono già avvenute.

 — Charles Darwin, “Sull’Origine delle Specie”

Nel 1859, Charles Darwin pubblicò l’importante opera “Sull’Origine delle Specie,” discutendo dell’evoluzione della vita. Affrontò principalmente due argomenti: le diverse forme di vita sulla Terra che si sono evolute, e l’evoluzione biologica che è guidata dalla selezione naturale. Infatti credeva che la specie umana non fosse un’entità invariabile ma che cambiasse in risposta ai cambiamenti ambientali, e che l’evoluzione fosse un processo graduale e continuo.

L’evoluzione umana segue una via simile. Dopo aver acquisito saggezza, abbiamo costruito la civiltà e inventato la tecnologia, mirando a plasmare il nostro futuro destino. Brian Arthur, un pensatore americano, presentò una prospettiva sull’evoluzione umana nel suo libro “La Natura della Tecnologia.” Suggerì che la tecnologia, come la biologia, può evolversi attraverso “aggiornamenti,” “miglioramenti” e “sviluppi.” Proprio come gli organismi biologici subiscono “mutazioni” come risultato di cambiamenti fondamentali, Arthur credeva che la tecnologia esistesse da sempre per servire agli scopi umani.

Negli ultimi dieci anni, i drastici cambiamenti nell’ambiente naturale, nelle dinamiche politiche globali e il rapido avanzamento della tecnologia, guidato dall’arrivo dell’intelligenza artificiale, ci hanno spinto a riflettere sull’era dell’informazione in rapida evoluzione e sul futuro incerto dell’umanità. Basandosi su questo contesto, la designer Anna Yang osa immaginare cosa succederebbe se gli esseri umani e la tecnologia co-evolvessero. Se processi come l’autoriparazione, le connessioni emotive e l’autocoscienza si verificassero contemporaneamente nella relazioni tra umani e tecnologia, e se gli esseri umani possedessero attributi sia meccanici che biologici, potrebbe ciò portare a nuove “mutazioni”? Con il coinvolgimento della tecnologia, il corpo umano potrebbe subire cambiamenti inediti, dando origine a forme di vita straordinarie?

La collezione Primavera/Estate 2024 di ANNAKIKI, intitolata “Alian Body,” è la risposta della designer a queste domande introspettive. Rappresenta i pensieri e riflessioni di Anna Yang sull’ambiente dinamico e incerto in cui gli esseri umani vivono e sul futuro ambiguo che ci attende. La designer immagina che le mutazioni genetiche possano scatenare “anomalie” umane future. In un mondo post-futuristico in cui tecnologia ed esseri umani coesistono, il corpo umano potrebbe subire nuovi cambiamenti, evolvendo in forme che offrono autodifesa contro minacce esterne, creando così una prospettiva futura completamente nuova. L’elemento predominante di questa stagione è la “spina”, Anna Yang ha tratto ispirazione dalle intricate forme delle mutazioni cellulari e le ha tradotte in sporgenze appuntite che ricordano spine argentate futuristiche. Realizzate in materiale PET rivestito d’argento, ogni spina è meticolosamente tagliata a mano e cucita  dagli artigiani a creare un senso di profondità. Il nylon rigenerato dalla tecnologia è utilizzato per creare fitte boscaglie di spine, realizzate attraverso imbottiture e cuciture manuali, adornate con stampe a righe e pois. Perni metallici conici neri sono distribuiti in modo uniforme sugli abiti, simboleggiando l’irremovibile armatura del futuro dell’umanità nel mondo visionario di ANNAKIKI.

Allo stesso tempo, Anna Yang mira a creare un nuovo ordine dal caos. Utilizzando tessuto denim con bordi sfilacciati, preservandone la natura grezza e ruvida, contrapposta a tessuti in maglia elasticizzati sfrangettati e forati per incarnare i cambiamenti costanti della divisione cellulare. Tratto d’ispirazione dalla struttura a doppia elica del DNA, utilizza elementi circolari per scolpire varie forme, utilizzando tazze spiraliche e strutture circolari  in 3D come base per creare un secondo corpo architettonico. Disserta la struttura a doppia elica, estendendola e trasformandola artisticamente, evolvendola in vari elementi mutati come punti e strisce, infusi con l’iconico logo di ANNAKIKI, simile a un esperimento di intervento genetico. La stella a quattro punte, emblema del brand, ispirata all’estetica dell’arte frattale, subisce una trasformazione e si fonde armoniosamente in abiti dal design minimalista dalle spalle larghe, simili a invincibili armature futuristiche.

“Something À La Mode” Edizione 2.0

Dopo il successo della prima edizione, il formato vincente di “Something À La Mode” trunk show creato dalla Fashion Curator Veronica Sheynina, è tornato a Milano durante la MFW con due nuovi stilisti.


Presentando una collezione eco-sostenibile realizzata completamente in lino il brand made in Russia VOLTRY.

E la stilista Italiana SOFIA ALEMANI che dopo la Montecarlo FW e Alta Roma ha scelto l’evento “Something À La Mode” per presentare le sue nuove eclettiche creazioni.

VOLTRY è un brand Russo eco-sostenibile specializzato da più di 50 anni nella lavorazione del filato di lino ecologico, trasformando i capi in veri trend. Il brand è stato il primo in Russia a utilizzare il filato di lino ecologico per la produzione di maglieria ed è diventata il leader assoluto del settore in Russia.

La produzione è focalizzata sui capi in tessuto di lino con l’uso dei vari metodi di lavorazione a mano che rendono ogni capo VOLTRY unico ed esclusivo.

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La visionaria Designer SOFIA ALEMANI presenta la sua collezione “XXL vs XXS Capsule”, dove il concetto curvy esplode finalmente nella gioia di mille colori e luci di paillettes esibite nel segno del massimalismo.


SOFIA ALEMANI presenta un approccio spontaneo e curioso al tessuto, dove nulla è scontato. Così il diritto lascia il posto al rovescio, creando inedite percezioni e suggestioni tattili inesplorate.


“Con questa speciale capsule di capi prêt a couture ad ispirazione sport chic – spiega Sofia Alemani – desidero ringraziare le mie clienti che sono tutte donne vere e di tante età e taglie diverse. Le ringrazio perché credono ancora nella qualità e nella creatività dei capi sartoriali, fatti su misura e immaginati per valorizzare al massimo la bellezza di ciascuna”.


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Una collezione mai terminata quella di Moschino Spring Summer 2019 – Milano Fashion Week

MILANO FASHION WEEK – COLLEZIONE MOSCHINO PRIMAVERA ESTATE 2019

I ritmi delle sfilate sono serrati, finita una collezione si è già al lavoro per un’altra, i disegni, i tagli, le prove, le modelle, i fitting, lo show da preparare, le nottate insonni. Insomma si ha sempre l’ansia di non arrivare mai in tempo, di non farcela, il Lexotan per il panico, il Supradine per il fisico, gli aiutini per aumentare la creatività. Che tutti pensano, ehi, se c’è qualcuno a cui non manca – la creatività – quello è proprio Jeremy Scott. Ma oggi scopriamo che anche Jeremy è uno di noi, umano, uno che non ce la fa, uno che ha dovuto consegnare i bozzetti, gli schizzi dei disegni, e dare ordine di concretizzarli così com’erano sulla carta: degli abiti scarabocchiati, delle calze dal tratto di pennarello nero, dei cappelli disco che sembran di cartone appena ritagliato, scarabocchiate anche le décolleté in tinta con l’abito, le pochette, stampe che sono disegni di catene d’oro con il logo Moschino.

Non c’è mai tempo, si ha troppo da fare, troppo lavoro, questo lo deve dire la donna super impegnata, lo dice, con il tailleur che indossa, con quei fiorellini disegnati e colorati fuori dal bordo, con il rotolo di tessuto ancora in mano, di un long dress non finito, quello importante, per la sua serata galante, quello per l’evento speciale, ma non ha tempo, è sempre tutto in divenire, e poi potrebbe cambiare idea, volerlo più corto, più lungo, più drappeggiato. Presto presto presto che deve uscire!!!

Et voilà, la donna fumetto Moschino Spring Summer 2019 .



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AD ALTAROMA SI CELEBRA IL MAESTRO RENATO BALESTRA

Alta Roma celebra Renato Balestra, 94 anni, nato a Trieste ha studiato ingegneria, con la passione per la moda, ancora giovanissimo si trasferisce prima a Milano poi a Roma dove ha aperto il suo primo atelier nel 1961.


Nello scenario più autentico dell’antica Roma Renato Balestra ha aperto la serata con il suo famoso Blu Balestra, seguito poi dai abiti per le prime della scala a concludere con abiti da sposa.


In totale sfilano 70 outfit che riassumono l’eleganza del maestro della haute couture italiana, una notte magica che neanche la pioggia è riuscita a fermare, ispirazione alla bellezza pura della donna, riprende uno stile principesco adattandolo alla raffinatezza dei suoi gusti.


Stampa, critici , blogger e ospiti, hanno assistito alla sfilata di una collezione ispirata al mondo principesco, più che una sfilata, una notte da fiaba.


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La donna esotica di Cristiano Burani – collezione SS 2018

La collezione Cristiano Burani Primavera Estate 2018 è l’esperienza di un viaggio, come quella che fece Paul Gauguin quando fuggì a Tahiti per coltivare l’arte come lui la intendeva: selvaggia e primitiva, come le donne dell’isola. Una missione artistica, una collezione che la ricorda con i colori vivaci dei fiori, con la florida bellezza delle donne locali.

sx Cristiano Burani SS18 – dx “Racconti Barbari” di Paul Gauguin 1902


La Primavera Estate 2018 di Cristiano Burani sfugge alla fatica e si rifugia tra le braccia di Madre Natura, godendone a pieno le libertà, la donna veste leggera con i tulle plissettati, le nuance vitaminiche la accendono, i cow boy boots la portano a spasso per le foreste inesplorate.

sx Cristiano Burani SS18 – dx “Girasoli e pere” di Paul Gauguin 1901


I colori neon, come l’azzurro delle gonne plissé, ricordano i cieli oliosi dell’isola polinesiana cara a Gauguin, le stampe floreali la sua nuova casa, le frange multicolor dei maxi marsupi sono le code dei pappagalli.
La maglieria è lavorata a mano ed è la tessitura di reti che lasciano intravedere il corpo della donna, quasi fosse un peccato coprirla; ciò che appare pelliccia in realtà è denim, ciò che sembra non è, una collezione carica di energia e mistero, quasi fosse un messaggio di nuova speranza.
Che sia questa la strada Cristiano Burani?

sx “Montagne a Tahiti” di Paul Gauguin 1893 – dx Cristiano Burani SS18


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ALTAROMA 2017 – PASSATO E FUTURO IN PASSERELLA

Rani Zakhem torna a sfilare sulle passerelle di AltaRoma all’insegna delloStudio 54, dei colori, dei ricami e della audacia.  La palette è una costante mutazione di colori, dal giallo al bluette, che si susseguono negli abiti in organza di seta, chiffon, tulle o raso prezioso.
La donna di Rani Zakhem è una donna coraggiosa che si mette in mostra senza mai essere volgare.


RANI ZAKHEM -  (ph) S. Dragone / Luca Sorrentino
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RANI ZAKHEM -  (ph) S. Dragone / Luca Sorrentino
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Dopo le sfilate di alta moda autunno-inverno 2017 /2018 della Haute Couture di Parigi, Antonio Grimaldi apre le porte del suo nuovo atelier, presentando la sua collezione nella suggestiva scenografia di Palazzo Besso a Largo di Torre Argentina. la sua proposta è quella di sottolineare forme e pregi della donna.


“Vivo e lavoro a Roma, Palazzo Besso è la mia seconda casa e sono felice di festeggiare l’apertura del nuovo atelier nella Capitale. In questa città sono nato professionalmente e qui ho imparato l’arte della Couture e i segreti dell’alta moda” dichiara Antonio Grimaldi.


ANTONIO GRIMALDI - (ph) S. Olivieri / Luca Sorrentino
ANTONIO GRIMALDI – (ph) S. Olivieri / Luca Sorrentino

ANTONIO GRIMALDI - (ph) S. Olivieri / Luca Sorrentino
ANTONIO GRIMALDI – (ph) S. Olivieri / Luca Sorrentino

ANTONIO GRIMALDI - (ph) S. Olivieri / Luca Sorrentino
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ANTONIO GRIMALDI - (ph) S. Olivieri / Luca Sorrentino
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ANTONIO GRIMALDI - (ph) S. Olivieri / Luca Sorrentino
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L’Accademia Koefia ha presentato una collezione realizzata dai 46 studenti del terzo anno ispirata alla “STRADA”: ai suoi stili, ai suoi ritmi e i suoi artisti circensi di Felliniana memoria. Tema dominante è il Denim che, personalizzato, ricamato, dipinto e mixato con altri materiali, crea un filo conduttore tra le storie raccontate in passerella.


I blue jeans vengono contaminati da preziosi dettagli, accostamenti di tessuti come il tulle, la seta oltre a molteplici trattamenti.
La strada narra, anche oggi, il grande circo della vita e del quotidiano, come quello di Roma: città eterna, amata e maledetta. Un racconto che parla di lei, dei suoi usi e costumi perché, in fondo si sa, tutte le strade portano a Roma.


ACCADEMIA KOEFIA - (ph) S. Dragone / Luca Sorrentino
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Lo sportswear deluxe di Versace

Una nuova svolta introspettiva domina la sfilata autunno/inverno 2017-2018 di Versace: Donatella Versace porta alla Milano Moda Uomo un cast internazionale di modelli che ricordano l’uomo comune. Dimenticatevi i fasti a cui la maison della Medusa ci ha abituati da tempo: ora si avverte l’esigenza di un’estetica nuova, che si rivolge prevalentemente all’uomo della porta accanto.

Scopo dichiarato del défilé, come dichiarato dalla stessa Versace, era vestire una varietà di uomini: “Viviamo in tempi difficili, con problemi che riguardano tutto il mondo”, ha dichiarato la stilista. “Mi piaceva l’idea di una fratellanza di uomini e credo che gli uomini insieme siano più forti”.

Il logo della Medusa risplende di una luce nuova e rielabora un nuovo codice di lusso che strizza l’occhio allo sportswear. Non mancano suggestioni sartoriali nei cappotti dal taglio impeccabile, nei trench classici e nei completi. Sfila un uomo misterioso, che nasconde il volto sotto una sorta di velo composto dai capelli bagnati, sparsi sul viso. Largo a silhouette grafiche e linee pulite, per un uomo che non teme di unire le note classiche dei suoi capispalla al piglio rock da sempre cifra stilistica della maison.

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Una sfilata coinvolgente e drammatica, che rivendica un’immagine nuova per l’uomo contemporaneo: messi da parte lustrini e paillettes, Donatella Versace sembra voler ispirarsi ad un uomo segnato dalla vita, a partire dai casting per la scelta dei modelli. La stilista ai volti patinati che oggi vanno per la maggiore ha preferito dei visi che potessero invece raccontare una storia attraverso l’espressività.

La palette cromatica all’inizio della sfilata indugia sui toni del rosso, del porpora, del marrone, del ruggine: si alternano sulla passerella abiti formali e cappotti con spalle importanti, in un riuscito mix tra sportswear e tailoring. Si passa poi ai piumini dal piglio più informale: leggerezza e volume si uniscono a stampe patchwork dal forte impatto scenografico e a grafismi inediti che inneggiano allo stile più iconico del brand.



L’uomo Versace sfila indossando una sorta di uniforme dal fascino urban: alcuni outfit sembrano presi in prestito dal guardaroba di un uomo d’affari, come il cappotto cammello, i trench e i completi dal piglio sartoriale. Nella seconda parte del défilé si passa a suggestioni streetwear, tra bomber, cappellini da baseball e pantaloni tartan. Grafismi inediti osano in caleidoscopici virtuosismi stilistici che rimandano anche a culture e religioni diverse, come il triangolo che ricorda le stampe ebraiche. Largo poi a tartan all over e a collage fotografici che raffigurano statue neoclassiche. La Medusa colpisce ancora.

Lo stile British trionfa sulla passerella di Oliver Spencer

La collezione AI2017 di Oliver Spencer, che ha sfilato nell’ambito della London Fashion Week Men’s, tradisce un’ispirazione risolutamente maschile. L’uomo torna in primo piano, protagonista assoluto di una sfilata ricca di charme, alla riscoperta di un’eleganza senza tempo.

Lo stilista attinge anche ad una miscellanea di immagini che ispirano la collezione, come richiami musicali. “Volevo solo creare dei capi più tosti, molto più interessanti e lineari- capi per ragazzi”, ha commentato lo stilista nel backstage. La sfilata, che ha avuto luogo lo scorso 8 gennaio, ha visto alternarsi sulla passerella silhouette classiche e tessuti naturali e preziosi. Tripudio di tartan all over, in omaggio al più autentico British style. Calcano la passerella anche modelli agée, a dimostrazione del fatto che la moda e lo stile non hanno confini di età, razza o cultura.

Largo al più classico Principe di Galles, a tweed di lana e suggestioni vintage nei cappotti dal piglio rilassato, nei pantaloni dal taglio sartoriale e nelle giacche bomber. La palette cromatica abbraccia toni autunnali e caldi, come le sfumature di verde e marrone. La musica -in particolare lo ska punk- da sempre parte dell’estetica di Spencer, non smette di influenzare anche questa collezione. Largo a maglioni oversize dalle suggestioni punk, mixati al velluto di giacche declinate in oro e rosso.



Designer fieramente autodidatta, Oliver Spencer si è formato a Portobello, lavorando come sarto. Nel 2002 fonda il brand che porta il suo nome. I suoi capi iconici sono caratterizzati da tagli sartoriali: bando al formalismo, lo stilista predilige virtuosismi stilistici che seguono le sue ispirazioni predilette. Non teme mai di osare, Spencer, forte di un’estetica ricca di immagini. Oggi i suoi store sono decine e decine in tutto il mondo e i suoi capi sono venduti Selfridges, da Liberty of London e da Mr Porter.

Gli echi nazionalisti di Matthew Miller

Una collezione sofisticata e politicamente impegnata, quella presentata da Matthew Miller nell’ambito della London Fashion Week Men’s. L’autunno/inverno 2017-2018 dipinto da Miller vede echi nazionalisti e bandiere che inneggiano ad Albion: in uno scenario post-apocalittico l’uomo che calca la passerella col viso dipinto sembra uscito da guerriglie urbane e da guerre per l’indipendenza.

Suggestioni belliche attraversano l’interno défilé, intitolato non a caso “Fear Itself”. Ispirato da agitazioni militari e politiche che hanno caratterizzato la storia recente, lo stilista concentra la sua attenzione nei dettagli. Ecco sfilare una giacca da pilota combattente risalente al 1941: le tasche diventano inserti per l’artiglieria, perfette per nascondere munizioni e bombe a mano. In attacco o in difesa, gli uomini e le donne che si alternano sul catwalk sembrano usciti da una guerra di trincea, guerriglieri solitari di una battaglia in nome dello stile.

Vesti da combattente in nylon si alternano a giacche biker in pelle dal mood aggressivo, prontamente stemperato da lunghi cardigan fluidi indossati sotto. C’è un senso di poesia e struggente dedizione ad alti ideali di giustizia, che prevale nell’intero défilé: la causa universale viene sposata dai modelli, che sembrano sfilare tra le barricate. Non mancano le sovrapposizioni, come le due maglie indossate l’una sopra l’altra. Largo anche a tagli sartoriali, che rivelano la maestria di Miller nel destreggiarsi con classe tra ispirazioni eterogenee pur mantenendo il British style d’ordinanza.



“Non ho mai visto la bellezza come un oggetto fisico. Vedo fondamentalmente la bellezza come un momento, un sentimento fugace, una cicatrice, un ricordo, un’esperienza, il senso di libertà”, con queste parole lo stilista saluta dal suo sito internet. Ricca e versatile la sua estetica, che coniuga ribellione e poesia.

(Foto: WWD)

I samurai cyborg di Michiko Koshino

Cosa succede quando lo streetwear si arricchisce di suggestioni spaziali, condite da citazioni manga e rimandi futuristi? Ce lo mostra Michiko Koshino. La designer giapponese si rivela genio visionario, profeta dell’avvento di una nuova era della moda. In uno scenario post-apocalittico in cui a dominare sono i cyborg, l’uomo di Koshino si veste di capi scultorei che omaggiano lo street style in versione futurista.

Ricordano certi guerrieri samurai gli uomini che indossano la collezione AI2017 di Michiko Koshino. Statica e a tratti inquietante la presentazione, che ha monopolizzato l’attenzione della London Fashion Week: nella location dell’Institute of Contemporary Arts si sono alternati modelli maschili e femminili strizzati dentro capi scultura dai rimandi grunge, a metà tra le linee tipiche dei Nineties ed echi avveniristici e post-atomici.

“Ho cercato di creare qualcosa di buffo ma indossabile”, ha dichiarato Koshino durante la presentazione. La designer ha anche ammesso la sua intenzione di riprodurre silhouette che evocassero gli animali interpretati però in chiave cartoon. Suggestiva e colorata, la collezione vede tessuti in colori istrionici, parka oversize e buffi cappucci.



Quasi una corazza indossata sul corpo, i capispalla dalle proporzioni esagerate non lesinano in suggestioni teatrali, ad alto impatto scenografico. La stilista giapponese ha tratto ispirazione dall’origine guerriera della sua famiglia, che vanta antenati samurai. La stilista, classe 1943, dimostra ancora una volta il suo estro e la sua capacità di interpretare i tempi attraverso il suo occhio sagace.