Eleganza mannish dal sapore vagamente rustico e artigianale e silhouette lineari e minimali caratterizzano una collezione contrassegnata da un soft tailoring d’ispirazione naturale, secondo la visione umanista e sostenibile di Brunello Cucinelli. La primavera-estate 2020 del marchio umbro del lusso dedicata alle donne di gusto e alle nuove gentlewomen sarà scandita dalle righe che si inseguono nei gessati e nelle maglie matelot mentre il knitwear, cavallo di battaglia dell’imprenditore-filosofo, acquista una nuova, limpida freschezza grazie al lino. Anche i moderni effetti sparkling accolgono i capricci e le irregolarità del lino per assumere naturalezza anche negli aspetti più sofisticati. Armature diagonali, gabardine, cover e drill mitigano il loro aspetto maschile grazie a nuance rosate, a interventi di organze trasparenti, di georgette vibranti e di delicati plissé per divenire interpreti di un’atmosfera lussuosa e di un vestire sofisticato. Le ispirazioni dagli anni ’90 si traducono in un messaggio minimal, lineare e simmetrico: tessuti diagonali, gabardine di cotone e lana in varianti neutre o colorate, superfici lisce, filati regolari, righe marina e capri o gessati di ascendenza maschile. Jersey compatti per abiti dalle scollature ampie e silhouette sagomate che evocano l’espressione della femminilità propria di quegli anni. Twill di lino corposi, anche effetto rafia, si alternano a soffici e croccanti popeline e a denim tinti dalla mano crêpe. Lo scenario più rustico e naturale esalta il fascino dell’irregolarità. Il feel organico dei midollini viene tradotto in lavorazioni a intreccio e rete su pelli e filati. Disegnature esotiche e floreali create da ricami di fibre vegetali, piccole cannutiglie o monili ammorbidiscono le linee più formali dei tailleur e delle giacche doppiopetto. Giacche dalle spalle importanti, con cintura che evidenzia il punto vita o dritte in versione doppiopetto, propongono un look sartoriale ma dal carattere decisamente disinvolto. Gessate, colorate, dalle superfici mosse e vissute, sono sempre facilmente combinabili in tailleur.
Il lusso vero è tale quando non è esibito, quando è radicato nel più puro understatement. Da Bottega Veneta Daniel Lee, che è alla sua seconda stagione come direttore creativo della maison del gruppo Kering, fa faville con un set di accessori coloratissimi e preziosi, davvero desiderabili e che, pare, sono già dei bestseller delle vendite, come spiega anche Voguebusiness.com. Uomo e donna, come nell’autunno-inverno, sfilano insieme in passerella fra le colonne neoclassiche di via Senato, condividendo colori e materiali preziosi trattati con mano sicura e con perizia artigianale. Il capo-must è il trench che a volte diventa una tuta e presenta delle belle impunture alte a definire il punto vita, altre volte si tinge di colori decisi e inaspettati: rosso carminio o azzurro baby. Trench anche per la sera, versatile e multitasking da portare anche sui dress iridescenti dallo scollo a cappuccio che risplendono tempestati da specchietti all over. Scarpe e bags (piccole o enormi) rendono glamour i capi più basic e austeri, ispirati palesemente agli anni’90 e all’estetica minimalista di quegli anni. Tutto è estremamente grafico e geometrico ma non per questo meno sontuoso. Abiti di maglia tubolare generosamente scollati e bluse foulard dalle fantasie ludiche si portano con maxi bag molto fluffy e capienti, delle bisacce in sostanza completamente intrecciate da portare a bandoliera, mentre le minibag a macro intreccio hanno l’impugnatura in radica. La chocolate bag nuova di zecca si abbina alle scarpe da sera rivestite di specchietti tipo sfera stroboscopica. Grande ritorno della shoulder bag a mezzaluna, anch’essa retaggio della seconda metà degli anni Novanta. Si presenta in versione print zebrato oppure intrecciata e tondeggiante con catene dorate o silver. Il nitore design degli accessori mira a esaltare la morbidezza delle texture e la ricercatezza delle lavorazioni. La nappa si alterna al cotone e al denim declinato in overall e outfit workwear de luxe sia per lui che per lei. La palette è energetica e frizzante: verde mela o smeraldo, arancio, giallo sole, accanto all’azzurro tenue. L’uomo non potrà fare a meno delle giacche con spalle spioventi sempre informali, dei bermuda in nappa ultrasottile e lucida da portare con i calzini lunghi neri e con mocassini morbidissimi anch’essi intrecciati, e con golf a costine dalla vena neo-minimal.
Negli anni’60 il marchese Emilio Pucci di Barsento introdusse silhouette moderniste
e uno spirito aristocratico e insieme sporty accompagnato a materiali stretch di nuova
concezione (l’organzino ad esempio), innovazioni destinate a trainare l’evoluzione
dello sportswear di lusso e del ready-to-wear made in Italy. Oggi lo stesso spirito
dinamico, ludico e gioioso delle creazioni di uno dei grandi pionieri dell’italian style
rivive in creazioni esclusive che esaltano il movimento senza privarlo di sensualità,
con un’allure sofisticata in equilibrio fra esuberanza e tecnologia. La collezione per
l’estate 2020 é un invito a vivere il tempo con Pucci – momenti filtrati come
attraverso un prisma dalle sfaccettature iridescenti, un viaggio dove le immagini
mutano senza soluzione di continuità, in un flusso libero, creativo e affascinante
attraverso filati stretch lavorati a jacquard con sofisticate tecnologie. Vengono
riproposte le iconiche stampe della maison. C’è ad esempio la Vivara riprodotta a
traforo su leggings e top o ripresa a stampa multi-dimensionale dai cromatismi
vibranti su jersey, nylon, popeline e drill di cotone, unita al tessuto in capi ibridi di
sapore sportivo e versatile. Vivara accende con elasticità slip dresses in viscosa
accoppiata alle gonne mosse da giochi cinetici laser cut. La stampa Ciwara viene
addolcita in toni acquerellati, imprimendo vitalità ai caftani. La pelle è traforata e
ricamata con effetto broderie anglaise (Sangallo); cut-outs stampati sono applicati a
chemisier dalle linee reinventate. I top foulard imprimé e le casacche sfrangiate si
alternano e si susseguono nel segno di un effortless glamour. Il tema foulard è
proposto nelle stampe di collezione anche in sofisticati turbanti, che aggiungono un
tocco di raffinata eccentricità. linee body-conscious avvolgono il corpo in un body-
mapping. Per la sera trasparenze maliziose ed eleganti su fondo nero e gli abiti corti
con motivi stampati ricamati in paillettes sono un trionfo di sensualità. Il tuxedo è
ridisegnato come tuta ultrafemminile. È una sera soft e originale, con pantaloni fluidi
di georgette, parka di chiffon, pigiami palazzo, top-foulard ricamati in toni ricchi e
sofisticati: rosso, rosa, bianco e nero.
Sono passati dieci anni da quando Massimo Giorgetti ha iniziato la sua avventura nella moda con il brand MSGM. Oggi lo stilista che si è conquistato un posto al sole nel gotha della moda anche grazie alla sua esperienza come direttore creativo da Emilio Pucci, ripercorre i suoi primi anni di successi con una collezione radiosa, ludica e festosa, ma sempre molto elegante. La rilettura dei classici, dal tailleur al soprabito estivo in tweed leggero, approda a una grintosa destrutturazione del formalwear: i cappotti in tweed, dalle forme oversize in check vivaci, sono insieme irriverenti e rigorosi, in contrasto con il romanticismo delle camicie in popeline con rouche. Gli abiti fluidi in organza si indossano su t-shirt con stampe delicate e funny insieme. I jeans attillati a vita alta si portano con bluse di taffetas croccante con maniche voluminose assecondando una verve petillante che pervade l’intera collezione. I prendisole di bouclé terminano con lunghe frange danzanti. Il pizzo si accende di bagliori fluo, abiti esuberanti esibiscono pattern floreali dai contorni sfocati, le grandi rose di una cappa in popeline, rievocano l’esplosione di vita di un giardino immaginario. L’approccio alla moda del giovane Giorgetti è garbato e charmant, i colori esplodono in una sinfonia di tinte vivaci che nella scenografia delle sculture dei bagni misteriosi di De Chirico nei giardini della Triennale acquistano ancor maggiore risalto. Fiocchi e tye die, mocassini decorati da graffiti, street meets couture, sulle note del sound di Battiato e delle sue più magiche canzoni anni’80. Benedetta nostalgia.
Il neoclassicismo romantico di Bartolotta & Martorana
Di Enrico Maria Albamonte
Simone Bartolotta e Salvatore Martorana hanno da poco lanciato Bartolotta & Martorana, un brand giovane ed effervescente che fa della couture-à-porter il suo sigillo creativo. Le creazioni della coppia stilistica si distinguono per il connubio fra alta moda e tecnologia: tecniche da atelier si intrecciano con materiali avant-garde come il neoprene e il lattice. Trasparenze piccanti e linee sinuose definiscono un’estetica stravagante ma mai banale nel segno di una coquetterie concettuale che sembra citare la grande lezione sartoriale di Alexander McQueen e Viktor & Rolf ma anche i virtuosismi di Riccardo Tisci quando era direttore creativo di Givenchy. I due giovani fashion designer siciliani, che già esportano le loro creazioni all’estero, per la primavera-estate 2020 hanno evocato a Palazzo Parigi a Milano un immaginario fatto di abiti onirici, sospesi fra l’attitudine playful e romantica dell’infanzia e la dimensione concettuale e contemporanea della maturità. Pizzo 3D e tulle scolpito per architetture soft siglano l’identità di questa sirena tecnoromantica. Tinte pastello e golosi toni sorbetto accendono le silhouette teatrali ed elaborate delle toilette notturne ma anche i pant suits, le tute e le mise da cocktail: protagonista il tulle lavoratissimo, a onde, a cespuglio, per spettacolari abiti da red carpet che inneggiano alla seduzione femminile. Dalla linea a sirena si passa agli abiti imprimés floreali in rosa/rosso e turchese e azzurro. Forme organiche e civettuole rouche guarniscono giacche e bluse e raffinati arabeschi sci-fi velano i body nude look. Deliziosi coni gelato campeggiano sugli sfiziosi abiti e tailleur celesti. Una donna childish e raffinata che punta a sedurre sussurrando il suo DNA di languida malia.
Una femme fatale d’altri tempi incede sinuosa in pedana sulle note ammalianti delle canzoni di Mina e di Ornella Vanoni, avvolta in languide vestaglie di satin e pigiami couture di una raffinata lascivia, per una nottambula che vive una vita da sogno. L’intimo inside-out, elevato da Ermanno Scervino a regola aurea dello stile, conquista la scena nella collezione donna primavera-estate applaudita da Kitty Spencer, Martina Colombari e Luca Argentero, protagonista dell’ultimo biopic su Leonardo Da Vinci. Lo stilista, che il prossimo anno festeggerà 20 anni di carriera, può essere legittimamente considerato l’erede di Emanuel Ungaro famoso per i suoi drappeggi da diva e per il suo uso magistrale del pizzo che gli valse ai tempi d’oro l’appellativo di ‘monsieur dentelle’. Laddove però il pizzo da Scervino è sempre sdrammatizzato: se nella collezione invernale è sommato alla severa eleganza androgina dei coat di tweed, per l’estate prossima simula l’insostenibile leggerezza delle piume, a ribadire l’effetto lingerie à porter che pervade la collezione. La piccante coquetterie di sottovesti e giacche da camera come anche dei nuovi pigiami azzurro cielo, animalier o punteggiati di pois formula un visione destrutturata del suit formale più ricercato dal giorno alla sera, per una femme galante che ama le succinte cappe di nappa verde pisello e il parka prezioso e dégagé. Tutto ha un piglio rilassato e insieme sexy di una sofisticata ambiguità: la nappa nera è tradotta in tute casual e pantaloni dal taglio femminile come anche nelle fogge ipersexy degli abiti bustier a princesse dalla gonna animata da volumi inediti. Un flash ciclamino somma il pizzo e i ricami di cristalli, le stampe e il giallo, l’organza e lo chiffon conferiscono una vaporosa leggerezza agli abiti da gran sera e da ballo destinati a star del calibro di Nicole Kidman che ripetono gli orli frastagliati delle gonne svasate degli abiti da cocktail che si avvicendano agli outfit romantici dalle inflessioni mannish in pizzo brodé. Sexy-chic.
Per Anna Molinari, meglio nota nel fashion system come la regina delle rose, la vera eleganza è la gentilezza. Che tradotto significa: un giardino fiorito di rose che sbocciano ovunque. Su top di organza in colori pastello e si posa su abiti-petalo dalla leggerezza incantevole. È stampata sul satin duchesse in abiti a corolla; diventa tridimensionale trasformandosi quasi per magia in cinture fiorite; è ricamata come un gioiello con cristalli luccicanti su lunghi abiti da sera languidi e sensuali. Conferisce un tocco delicato ricamata su camicie maschili o su spolverini in suède. L’idea è quella di una donna gentile ma i sensuali abiti maculati e brodé evocano l’immaginario peccaminoso e civettuolo di Helmut Newton, il fotografo superstar artefice delle più memorabili campagne pubblicitarie del brand. Le classiche sottovesti in satin sono bordate con maliziosi pizzi Chantilly e indossate sotto trench affusolati stampati animalier, per un look da giorno dalla disinvoltura moderna e femminile. Per un tocco di glamour, gli abitini lingerie sono rivestiti da una preziosa rete trasparente in cristalli, che rivela il corpo con seduttiva raffinatezza. La palette della collezione si accende di nuance delicate e vibranti. Il bianco dei gelsomini; il fucsia vivace delle azalee; il verde lime dei limoni profumati; il giallo delle margherite e delle mimose. Novità di questa collezione primavera-estate 2020: cinque maglie in filato di seta realizzate in freschi colori sorbetto, con parole, ricamate in strass e cristalli, che esprimono sentimenti delicati – Sweetie, Lovely, Smiley, Cutie, Kind. E’ una proposta see now buy now messa in vendita dopo la sfilata sul sito e-commerce della griffe e nella boutique milanese di via della Spiga.
Le piratesse posh di Etro – collezione Primavera Estate 2020
Di Enrico Maria Albamonte
Con leggerezza e una spontaneità disinvolta, la collezione per la primavera-estate 2020 disegnata da Veronica Etro è un continuo gioco di contrasti dagli effetti inaspettati. Sofisticate piratesse, come Anne Bonny e Mary Read, e groupie aristocratiche, come Anita Pallenberg e Marianne Faithfull si incontrano in destinazioni hippy ed esotiche. Uno spirito selvaggio e spensierato incontra una raffinatezza borghese: due diverse anime che si mescolano in un’estetica che combina in maniera audace ed effortless forze contrastanti dedicata a donne coraggiose e passionali, nuove eroine di mondi lontani, eppure così vicini. Se gli abiti asimmetrici in voile di cotone, i caftani stampati e gli abitini fazzoletto ricamati richiamano le atmosfere di un lungo viaggio, tailleur sartoriali indossati sia con camicie rubate al guardaroba maschile che con bluse in seta dai morbidi fiocchi e giacche safari introducono una ventata di raffinata eleganza. Tessuti leggerissimi punteggiati da tattili ricami, frange metalliche e stampe variopinte trovano posto accanto all’elaborata maglieria, che include poncho e maxi cardigan in cotone. Patchwork di jacquard e tessuti stampati caratterizzano i capispalla in pelle e suede. Accenti di lingerie dai tessuti preziosi introducono nella collezione una sensualità discreta, esaltata dalla enigmaticità della sera che si tinge di note di navy blu scuro e nero. Simbolo di libertà e rinascita, la farfalla diventa protagonista di stampe allover, si nasconde nei motivi paisley e ispira le costruzioni a pannello di fluidi abiti. Grandi cappelli in paglia dall’aspetto vissuto, foulard stampati, alte cinture con fibbie lavorate a mezza luna, stivali da pirata in pelle e sandali piatti arricchiti da cavigliere gioiello o decorati da farfalle in metallo sono souvenir da collezionare lungo un viaggio senza fine in giro per il mondo.
Atmosfera vacanziera, insostenibile leggerezza ed effortless elegance. Missoni rilegge i suoi codici legati ai cromatismi calibrati e al contempo irriverenti nel segno della più completa libertà di comporre e scomporre ad libitum il proprio guardaroba. In attesa di svelare il suo progetto di accessori su cui il brand pare punterà sempre di più, Angela Missoni, direttore creativo della maison di famiglia si diverte a citare gli amori estivi di Jane Birkin e di Serge Gainsbourgh, lei un po’ crazy gipsy, confusa e felice, lui un artista eccentrico, arbiter elegantiarum e un filo narcisista. Ma ci sta, perché la collezione è un inno alla gioia e soprattutto un modo ludico per attestare la fedeltà del nuovo percorso creativo, intrapreso ormai da alcune stagioni, nei confronti di un retaggio che ha segnato non solo la storia della moda ma anche del costume. Gli anni settanta, quelli di Jane Birkin e di Serge Gainsbourgh ma anche di BB e di Gigirizzi, il playboy avvenente che era anche attore e che portava sempre un foulardino annodato al collo (qualcuno lo chiama ‘strangolino’) proprio come i modelli che sfoggiano con grande spontaneità i capi della nuova collezione nel segno di una eleganza rilassata che abbraccia la filosofia del put together che ha decretato il successo mondiale del marchio. In questa sfilata co-ed che si svolge lungo la passerella naturale di un bordo piscina, nei bagni misteriosi di via Pierlombardo, si scorge tutto il rigoglio di una natura voluttuosa che ambisce a essere finalmente rispettata e amata. Attraverso le fantasie floreali minute spesso rielaborate in digitale e quindi mai leziosamente romantiche, i colori pieni e sempre ben orchestrati in una palette che privilegia il bluette, il rosso fiamma e il giallo canarino, evocano la grande evasione estiva di un immaginario fatto di stampe e di patchwork, di lavorazioni raffinate ma molto anticonvenzionali, fra frange e nugoli di rouche e volant che ondeggiano con il corpo nei lunghi abiti a tenda oppure nei baby doll imprimé da portare con impalpabili cardigan e con gilet rubati palesemente al guardaroba di lui che a lei invece chiede in prestito i colori e una certa studiata negligenza che consente di portare senza imbarazzo una giacca glitterata o sfumata in turchese e smeraldo. Perché oggi in fondo gli steccati fra i sessi sono diventati del tutto evanescenti.
Un’estate assolata e bucolica dove fiori profumati sbocciano nei prati sullo sfondo di una natura radiosa illuminata da un sole caldo, abbagliante, che si tinge di quel giallo brillante tanto caro al regista Quentin Tarantino che ne ha fatto la cifra distintiva del suo ultimo capolavoro ‘C’era una volta…a Hollywood’. Baciata dal sole, la donna di Fendi tratteggiata da Silvia Venturini Fendi, al suo debutto come direttore creativo del ready-to-wear femminile della maison di LVMH( la designer figlia di Anna Fendi si occupava già degli accessori anche prima della scomparsa di Karl Lagerfeld e ora è il direttore artistico di Fendi) è più realistica ma anche più libera e un po’ più audace che in passato, come ha precisato la stilista romana nel backstage. Nel parterre, oltre al gotha della stampa internazionale, spiccano Katie Holmes, Sabrina Carpenter, Tommy Dorfman, Diplo, Matilda Lutz e altri ricchi, belli e famosi, tutti a Milano per scoprire le nuove proposte della griffe. Nello spazio Fendi di via Solari 35, su una lunga passerella dorata, sfilano le star del catwalk internazionale che rifanno il verso alla bellissima e sventurata Sharon Tate, icona tarantiniana (interpretat nell’ultimo film dalla splendida ed elegante Margot Robbie) amante del giallo canarino e delle pelli preziose, esibendo i nuovi feticci dell’estate 2020 targati dalla doppia ‘F’ (che significa Fun Fur ed è stato creato da Lagerfeld negli anni’60): la baguette e la peekaboo subiscono una metamorfosi realizzate con materiali sontuosi e insieme capricciosi come la rafia, pelle intrecciata e tela logata, ma anche fiori di visone intarsiati sulle baguette più desiderabili. Lavorazioni superbe impreziosiscono i talismani del lusso made in Fendi: le fantasie botaniche che celebrano una natura botticelliana appaiono shiny nella innovativa versione vetrificata e sono traslate sulle minibag da caveau e nella fodera del caban di castoro estivo, il camoscio traforato con patchwork geometrici è declinato in giacche fittate e lunghi spolverini molto seventies, la giacca boxy di nylon dal print tropical è completamente perforata al laser, il blouson di visone estivo biondo si porta con lo chemisier check dalla superficie cerata, l’accappatoio di spugna è stampato in versione quadri verdi e neri, striscioline di pellicce fresate e stampate a fiori multicolori sono disposte sui lievi soprabiti trasparenti, trame crochet si alternano a pattern matelassé peso piuma in bianco gesso e tinte pastello, come il rosa marshmallow. I volumi over e le costruzioni sartoriali che citano l’archivio anni’80 della maison non lasciano spazio ad anodine leziosità. Paillettes trasparenti drappeggiate e maglie sottilissime rimandano alle dimensioni scultoree di lavorazioni trapuntate e cloqué. Un caleidoscopio di texture e tonalità unisce la tradizione FENDI ad una vena di fronda estiva. La palette alterna i colori naturali al giallo, fino al rosa cipria e bib bubble fino al verde clorofilla. Tutto è molto fluido ed esprime il punto di vista femminile di Silvia Fendi sulla moda. Deliziosi maxi-gambaletti si abbinano a mocassini slingback con tacco largo e sandali peep-toe floreali.
Incede imperiosa sulla lunga passerella rasoterra issata su vertiginosi tacchi a stiletto, sfidando le insidie della giungla metropolitana sulle note di un sound martellante e ipnotico, molto rock. La password della moda primavera-estate 2020 è giungla. La musa di Donatella Versace è sempre stata self conscious, assertiva e indipendente e oggi guarda con attenzione e preoccupazione alla questione cruciale della salvaguardia del pianeta. La foresta amazzonica, polmone globale, è in fiamme? Donatella Versace non ci sta. E con la sua collezione per la prossima stagione calda abbraccia la causa ecologica rieditando un abito che dopo 20 anni è ancora attualissimo: il jungle dress, sfoggiato da Jennifer Lopez nel 2000 in occasione dei Grammy Awards dove si presentò a braccetto di Puff Daddy per ritirare un premio ambito al suo talento canoro, consegnatole da David Duchovny. In quell’occasione, come racconta la bionda stilista della griffe della medusa, Google lanciò Google images, un autentico serbatoio iconografico volto a sopperire alla carenza di immagini del mitico abito, portato in passerella nel 2000 a Milano da già Amber Valletta che chiude la pedana di Versace con un lungo abito scollato in cady di seta nero con uno spacco vertiginoso, un modello di archivio di atelier rivisitato.
Jennifer Lopez in Versace
Il tropical glamorama di Versace è allestito sotto una cupola ricreata ad hoc in memoria del retaggio neoclassico della maison e fulcro dell’ariosa scenografia, ed esplode affrescando la lunga parete che scorre attorno alla passerella. Sensuale e sinuosa, la sirena di Versace è definita innanzitutto da una silhouette boyconscious a T, scultorea e conturbante, che acquista carattere grazie alle spalle imbottite (forgiate da Gianni Versace negli anni’70 dopo aver visto Star Wars) e dal busto triangolare per poi valorizzare seno, vita e fianchi enfatizzati da corsetti scollati a cuore e a quadrifoglio e dalle forme ad anfora.
La lussureggiante foresta tropicale ammalia in verde e blu ma anche, nella versione più lisergica e flamboyant, in fucsia e arancio, traducendosi in look eleganti e grintosi che riesumano il total look anni’80. Il gusto dei coordinati perfettamente abbinati si coglie nei completi in nappa dipinta a mano in nero e verde alga, come pure nei tailleur pantaloni in principe di Galles volutamente ‘sporcato’ dalla tecnica tie-die, nel denim fantasia jungle in cui le maxi bag e gli spolverini-trench in pvc trasparente, come pure le calze e i collant, assecondano il mood eco-glamour delle sgargianti fantasie del fashion show. Il colore prima di tutto, che è poi la poesia dell’anima. La blusa in seta laccata dalle spalle ad arco e dalle maniche importanti percorse da arricciature arancio, è abbinata alla gonna nera a matita longuette e si porta con gli occhiali a maschera (un’altra autocitazione anni’80 dell’archivio) in tinta sia con il parka in plastica laccata sia con l’elegante dress in jersey che scivola sul corpo. L’oro, epitome dell’opulenza medusa style, impera come un tocco di Mida in tutta la collezione: nei dettagli delle spille da balia e dei bottoni, sulle aste degli occhialoni scuri e coloratissimi, nelle catene delle borsette da sera, nei portasigarette in metal mesh che si portano come un collier, nei braccialetti che ornano le caviglie delle modelle. Oro a profusione anche nei bijoux ricchissimi dalle forme floreali anni’40 che non fanno rimpiangere l’alta gioielleria. Dopo la parata dei modelli in nero assolutamente vamp, dalla giacca in pelle doppiopetto all’abito con le spalle drappeggiate, dal minidress punteggiato da fiori di paillettes anch’esse nere alla princesse con lo scollo sagomato in crepe di seta, arriva la gran sera.
Era forse il cast più favoloso quello delle super top che sfilano in pedana da Versace: Iman Amman, Gigi Hadid, Irina Shayk, kaia Gerber, Kendall Jenner, Amber Valletta e le più strepitose modelle ebony che calcano le più prestigiose passerelle della moda. Femminilità senza compromessi e seduzione esplosiva negli abiti da gran sera, spesso longuette o mini: sono in maglia metallica stampata jungle, ricamata di fiori 3D in plexi e petali di pelle e cristalli con frange di pvc multicolori, oppure sono tempestati da un diluvio di paillettes. L’estetica eco-glam culmina nell’uscita finale dello show che è anche il fashion moment più cliccato e fotografato della fashion week di Milano: volteggia provocante orgogliosa dei suoi 50 anni Jennifer Lopez, attrice e cantante portoricana, avvolta nel jungle dress verde e blu e con la gonna che si solleva altezza inguine, aprendosi sul pube tempestato di cristalli, sulla falsariga della spettacolarizzazione della malia femminile della gonna plissé dell’abito sexy e immacolato di Marylin nel film ‘Quando la moglie è in vacanza’. La diva, che a 50 anni compiuti sfoggia un fisico flessuoso e invidiabile modellato dalla pole dance, è la protagonista del film ‘Hustlers’ che sta per uscire sui nostri schermi e racconta la storia di un gruppo di spogliarelliste che si improvvisano rapinatrici. Un nuovo capitolo arguto e ironico sull’empowerment femminile, vangelo di Donatella Versace che tuttora le donne più belle del mondo.