Le mostre di Euroluce: “HELENE BINET. Natura, tempo e architettura”

Massimo Curzi cura e allestisce la personale di Hélène Binet, una delle autrici più significative della fotografia contemporanea, mostrando come il suo lavoro indaghi la relazione tra luce naturale e architettura.

L’opera di una delle autrici più significative della fotografia contemporanea, Hélène Binet, mostrata attraverso una selezione originale − che attinge dall’archivio del suo imponente lavoro − sulla relazione tra luce naturale e architettura, tra natura e tempo, e che si presenta come un racconto (per immagini) di opere dei più importanti maestri dell’architettura. L’originale e inconfondibile poetica di una ricerca fotografica condotta da ormai 35 anni, con tecnica analogica e in modo rigoroso, e che dimostra come quest’arte sia capace di evidenziare come poche altre le qualità specifiche dello spazio progettato e costruito. “Uno straordinario lavoro in bianco e nero portato avanti con coerenza e caparbietà sull’eterno rapporto tra luce e ombra in alcune delle più importanti opere d’architettura di sempre” commenta Massimo Curzi mentre Hélène Binet racconta: “Nella selezione delle immagini per questa mostra, siamo partiti dalle mie prime fotografie, come quelle che testimoniano il lavoro di John Hejduk, per arrivare poi alle più recenti dell’architettura storica coreana. L’intento è rimasto immutato: con delicate associazioni, accostamenti di immagini, ombre e silenzi spero di pungolare l’immaginazione di chi guarda e di portarlo da qualche parte non troppo lontano dal primo schizzo dell’architetto”.L’allestimento

L’allestimento è immaginato come un momento di pausa e riflessione durante il percorso sempre sorprendente ed eterogeneo del contesto fieristico. Un doppio corpo architettonico con struttura a telaio in tavole di legno è pensato rivestito esternamente in alluminio sabbiato ed internamente in lastre di feltro blu notte, il tutto a creare un forte contrasto tra l’interno e l’esterno dello spazio espositivo. Il feltro disposto sulle pareti interne metterà in evidenza le opere esposte, creando anche un contesto acustico ovattato e silenzioso alla ricerca di un momento di sospensione temporale rispetto a un esterno frenetico e pulsante. Un pavimento di morbida moquette permetterà di accentuare ancora di più questa qualità spaziale.

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