“Piero Gemelli: Storie Immaginate”, una mostra a cura di Maria Vittoria Baravelli

Ad accogliervi, il suo autoritratto, un mezzo busto dal volto coperto da una giacca, su una foto attaccata al muro con un pezzo di scotch. L’essenziale, la totale mancanza di vanità, così pare raccontarsi Piero Gemelli nella mostra fotografica Piero Gemelli: Storie Immaginate“, alla Galleria d’arte Frediano Farsetti.

Se nella bellezza non c’è nulla di schematico e calcolato, perchè la natura opera anche per istinto, il mondo classico di Piero Gemelli ha sempre qualcosa di matematico, nelle proporzioni, nelle composizioni, nella scelta perfetta della posa di una modella, nel minimalismo calibrato e rassicurante. E’ proprio il classicismo il tema della prima sezione in Galleria, dove i nudi non sono ostentazione del corpo femminile, ma un elisio di bellezza.

Alle pareti, i pensieri scritti a mano dall’autore, ritagli di fogli a volte dimenticati in qualche libro, appunti di viaggio tenuti tra una mappa ed una guida, frasi scarabocchiate in camere d’albergo, dopo una chiamata interurbana, come nelle due foto sequenziali fatte di letti sfatti.

l’autoritratto di Piero Gemelli

Piero Gemelli è fotografo e architetto, conosciuto particolarmente per i suoi lavori nel mondo della moda e del beauty e per le campagne pubblicitarie di Tiffany, Gucci, Ferré, Lancôme, Estée Lauder, Revlon, Shiseido, ma crediamo che nello still life Gemelli esprima e racchiuda i concetti di entrambi i mestieri. Se nelle sculture da lui stesso realizzate riesce a far brillare un anello tanto da farlo sembrare un occhio, se su di un manichino avvolge un bracciale facendolo diventare un armamentario adamantino, se da un fil di ferro fa emergere un volto femminile, lo si deve non solo ad un estro e ad un talento innegabile, ma alla curiosità fresca e continua, che rende le opere di Gemelli dei pezzi immortali, dei quadri senza tempo, delle fotografie totalmente moderne.

Sì certo, troviamo una Monica Bellucci dalla straripante bellezza fotografata nel suo doppio, ed un Roberto Bolle statuario in uno scatto in movimento, ma chi riesce a rendere a rendere interessante un pezzo di vetro frantumato, trasformandolo in una scultura elegante e piena di grazia, come quei kintsugi dalle cicatrici d’oro?

Piero Gemelli costruisce grattacieli, opere architettoniche con degli scarti di metallo, rendendo il materiale povero, una vera e propria struttura urbana, con l’uso della luce e delle ombre.

“Piero Gemelli: Storie Immaginate”, è la mostra curata da Maria Vittoria Baravelli alla Galleria d’arte Frediano Farsetti appena conclusasi, ma ve n’è in arrivo un’altra, e noi saremo qui per raccontarvela.