Alessandro Michele miglior designer internazionale secondo il Cfda

È l’artefice di una rivoluzione estetica all’interno di una maison storica. Ha sovvertito ogni regola della creatività e si è dimostrato vicino ai suoi clienti e alle loro esigenze.

La sua premiazione, dunque, era attesa da molti ed ora è ufficiale: Alessandro Michele, direttore artistico di Gucci, sarà premiato nell’ambito del Council of Fashion Designers of America come miglior designer internazionale, riconoscimento che l’anno scorso è stato portato a casa dal duo di couturiers Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli e che negli anni passati ha fregiato Riccardo Tisci nel 2013 e Miuccia Prada nel 2004.

 

La prima collezione Gucci A/I 15-16 disegnata da Alessandro Michele (fonte Madame Figaro)
La prima collezione Gucci A/I 15-16 disegnata da Alessandro Michele (fonte Madame Figaro)

 

 

 

Alessandro Michele, designer della maison fiorentina dal 2015, ha un passato ben florido nel campo della moda. Dopo gli studi presso l’Accademia di Costume e di Moda di Roma, inizia la sua carriera in Fendi.

 

 

Gucci collezione primavera/estate 2016 (fonte Madame Figaro)
Gucci collezione primavera/estate 2016

 

 

 

Successivamente ricopre il ruolo di direttore creativo in Richard Ginori e nel 2011 fiancheggia Frida Giannini in Gucci.

Il suo stile è unico, ancorato negli anni settanta rinvigorito da un tocco di personalità che regala alle collezioni un’impronta unica.

 

 

Outfit collezione Gucci Autunno/inverno 16-17 (fonte Madame Figaro)
Outfit collezione Gucci Autunno/inverno 16-17 (fonte Madame Figaro)

 

 

Durante l’evento che si terrà il prossimo 6 giugno, concorreranno per la categoria womenswear: Marc Jacobs, Altuzarra, The Row, Rodarte e Proenza Schouler.

A contendersi il premio per la categoria menswear saranno, invece: Public School, Thom Browne, Rag & Bone, Todd Snyder e Tim Coppens.

Un marchio tra Mansur Gavriel, Altuzarra, Irene Neuwirth, Proenza Schouler e The Row potrà vincere il premio per la categoria gioielli.

 

 

Per la copertina fonte i-d.vice.com

 

 

Eleanor Lambert: una vita per la moda

Fashionista ante litteram, un senso innato per lo stile e la capacità di captare il gusto nel raggio di un miglio. Eleanor Lambert è stata una vera maestra nello stile e nel fashion biz: PR ante litteram, è stata anche colei che ha inventato la più famosa lista delle “meglio vestite al mondo”.

Lo sguardo della ragazza che, eterea e giovanissima, posa per Cecil Beaton, tradisce una smisurata ambizione. Già all’epoca, quando Eleanor è ancora una perfetta sconosciuta nel mondo della moda, le si legge negli occhi la voglia di arrivare. Genio pubblicitario che rese New York la capitale del fashion e creatrice della prima fashion week della Grande Mela, la vita di Eleanor Lambert è stata la parabola di una visionaria che ha osato là dove nessuno aveva il coraggio di osare ed ha vinto.

Originaria dell’Indiana, nata a Crawfordsville il 10 agosto del 1903, Eleanor Lambert frequenta corsi di scultura al John Herron Art Institute di Indianapolis e nel frattempo scrive di shopping per l’Indianapolis Star. Qui conosce lo studente di architettura Willis Connor, con cui intraprende un rapporto sentimentale. La giovane Eleanor, desiderosa di evadere da quella realtà per lei troppo angusta, dichiarerà più avanti che quella relazione fu per lei come “un biglietto di sola andata per uscire da quella città” . Insieme la coppia si iscrive all’Art Institute di Chicago, dove la giovane Eleanor studia moda. Messo da parte un discreto gruzzolo, la coppia si trasferisce a New York. Connor non possiede assolutamente i requisiti necessari per essere la persona giusta per Eleanor, determinata ad eccellere in qualsiasi campo e intenzionata persino ad inventarsi ex novo una nuova professione pur di affermarsi lavorativamente.

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Eleanor Lambert nacque a Crawfordsville, Indiana, il 10 agosto 1903

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PR ante litteram, la Lambert ideò nel 1940 la famosa International Best Dressed List


La giovane si stabilisce quindi ad Astoria, nel Queens, e si mantiene con due lavoretti part-time, rispettivamente all’interno della redazione di un notiziario di moda, il Breath of the Avenue, e come designer di copertine di libri per una casa editrice. Qui il suo capo nota immediatamente il talento della ragazza, come anche il sagace sensazionalismo che la giovane Eleanor riesce ad adoperare a suo piacimento, ottenendo discreti successi. L’uomo le consiglia quindi di mettersi in proprio e di aprire una sua attività. Eleanor è ancora poco più che una ragazzina e la vita non è sempre facile per lei. Un episodio in particolare, divenuto assai famoso, vede Eleanor fare un brutto incontro: una notte si imbatte in un gruppo di scrittori ubriachi, tra cui la celebre Dorothy Parker, che la portano a sua insaputa nello studio di un tatuatore. Fu così che la giovane si ritrovò tatuata una piccola stella blu sulla caviglia.

Il padre intanto vuole riportarla a casa a tutti i costi, convinto che New York non sia il luogo adatto ad una giovane donna sola. Ma Eleanor resiste. Dopo aver avviato un’agenzia di pubblicità a Manhattan occupandosi principalmente di gallerie d’arte, a metà degli anni Trenta diviene uno dei primi uffici stampa per il Whitney Museum of American Art. Numerosi sono gli artisti da lei rappresentati, tra i quali spiccano Isamu Noguchi, Jacob Epstein e Jackson Pollock. Dopo essere convolata a nozze con Seymour Berkson abbandona la sua brillante carriera di PR per passare alla moda. Risale al 1932 il suo primo lavoro per la designer Annette Simpson: impressionata dalla copertura mediatica che la Lambert aveva garantito agli artisti da lei rappresentati, la designer la assunse. Tuttavia, come più tardi dichiarato da lei stessa, la Lambert non venne mai retribuita per quella sua prima prestazione lavorativa nel settore moda.

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Un ritratto di Eleanor Lambert
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Gloria Guinness, definita dalla Lambert “la donna più elegante al mondo”

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Eleanor Lambert ritratta da Cecil Beaton negli anni Trenta


Eleanor fu pioniera nel considerare la moda alla stregua di una forma d’arte tra le più nobili: cominciò ben presto a chiedersi perché non pubblicizzare anche la moda americana, proprio come aveva fatto con l’arte. Si confida quindi con l’amica Diana Vreeland, celebre fashion editor di Harper’s Bazaar. Ma nemmeno la Vreeland -che pure fu visionaria scopritrice di immensi talenti- crede in lei, reputando le sue idee troppo naïf. Ma la Lambert persiste e nel 1940 cambia il corso della moda, creando la sua celebre International Best Dressed List. È una rivoluzione epocale: per la prima volta nella storia venivano dati i voti ai look sfoggiati dalle celebrities del tempo. Come spesso accade nel patinato sistema del fashion biz, improvvisamente tutti sono pazzi di lei; tutti la corteggiano; tutti sgomitano per entrare a far parte della sua Hall of Fame. Nel 1958 invia telegrammi a Babe Paley, Elisabetta II, alla duchessa di Windsor e alla contessa Mona von Bismarck, annunciando loro che erano entrate a far parte della sua Hall of Fame. Apparvero nella sua lista anche la viscontessa Jacqueline de Ribes, Marisa Berenson, Lauren Bacall, Marella Agnelli, Gloria Guinness, Cary Grant e molti altri.

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La Lambert ideò nel lontano 1943 una fashion week newyorchese ante litteram denominata “Press Week”

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Una giovane Eleanor Lambert posa per Cecil Beaton, suo amico e cliente, all’inizio della sua carriera


Nel 1943 la Lambert entra nuovamente nel mito, creando la prima settimana della moda mai conosciuta al mondo e quella che è a tutti gli effetti la New York Fashion Week che noi tutti conosciamo. La prima settimana della moda della Grande Mela viene creata dal New York Dress Institute, di cui la Lambert era PR. Questa era la prima organizzazione promozionale nell’industria della moda americana e la settimana della moda venne inizialmente denominata “Press week”. Creata allo scopo di distogliere l’attenzione dei media americani dalla moda parigina durante la Seconda Guerra Mondiale, la fashion week ideata dalla Lambert vuole promuovere il buon gusto e lo stile made in the USA. Pochissimi erano infatti coloro che potevano viaggiare fino a Parigi in quel periodo, e si temeva che la moda americana potesse restare indietro. La Press Week si rivelò un successo clamoroso. Grazie ad essa, magazine come Vogue iniziarono a parlare dei designer americani. La settimana della moda della Grande Mela a metà degli anni Cinquanta cambiò nome in “Press Week of New York” e solo nel 1993 assunse il nome attuale di “New York Fashion Week”.

Reduce da questi successi di portata storica, la Lambert venne incaricata per ben due volte, nel 1959 e nel 1967, di rappresentare e promuovere la moda americana in Russia, Germania, Italia, Australia, Svizzera, Giappone e Brasile, incarico conferitole direttamente dal governo degli Stati Uniti d’America.

Nel 1965 fu designata al Collegio nazionale delle arti del National Endowment for the Arts e nel 1962 organizzò il Council of Fashion Designers of America (CFDA) e vi rimase come membro onorario fino al 2003. Nel 2001 il CFDA istituì l’Eleanor Lambert Award, assegnato per contributi unici al mondo della moda e/o meriti speciali nel settore. Pochi mesi prima della sua morte, avvenuta il 7 ottobre del 2003, la Lambert aveva affidato a quattro editor di Vanity Fair i diritti della sua lista, la International Best Dressed List, nata di fatto nel 1940. La sua ultima apparizione pubblica fu in grande stile, durante la settimana della moda di NY nel settembre del 2003, pochi giorni prima di morire, all’età di cento anni. Il nipote Moses Berkson dopo la sua morte ha girato un documentario a lei dedicato.


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