Il sincretismo stilistico di Edward Crutchley

La collezione AI2017 di Edward Crutchley è stata presentata nell’ambito della London Fashion Week Men’s. Oriente e Occidente si incontrano, tra stampe patchwork e tapestry floreale, in un crogiolo di ispirazioni eterogenee in costante bilico tra passato e presente. Una collezione emblematica, che riesce a districarsi con incredibile nonchalance alternano suggestioni elisabettiane e dettagli pop, mixando mirabilmente streetwear e sportswear con virtuosismi barocchi di stampe che omaggiano la pittura rinascimentale. Tripudio di broccati di seta pregiati, di richiami alle vestigia greche che lasciano il posto al grunge di pantaloni cargo e di volumi Nineties, in bilico tra un quadro pre-raffaellita e un programma di MTV.

Chic e contemporaneo, l’uomo Crutchley ama mixare, dando vita ad un sincretismo iconico che non teme audaci accostamenti e bizzarri mix & match stilistici. Sembra di scorgere il celebre Rainbow Portrait di Elisabetta I eseguito da Isaac Oliver accanto ai tessuti preziosi di Anna Maria Garthwaite fino ai dipinti di Bruegel: un simbolismo denso che travalica i capi sporty per lasciarsi andare a suggestive epifanie stilistiche. Largo a sete jacquard in stampa tecnica e iridescente, tra nylon funzionale e cashmere: tra bomber oversize e sapienti dettagli sartoriali, veniamo proiettati in una realtà sospesa nel tempo, dai rimandi quasi onirici.

I gioielli sono firmati da Hannah Martin, mentre gli occhiali da sole sono realizzati in collaborazione con Blyszak. Volumi rilassati per capi oversize dalle sovrapposizioni audaci: non mancano tute in velluto declinate in cammello e cioccolato, come anche capi che ricordano i pigiami in seta. Eleganza disimpegnata e intarsi preziosi ispirati al Giappone dominano tra le maglie stampate.

Lo stile timeless di Chester Barrie

La collezione AI2017 di Chester Barrie è stata presentata nell’ambito della settimana londinese dedicata alla moda uomo. Un tuffo nello charme della vecchia Inghilterra, per una collezione iconica che segna il trionfo del British style. Largo a cravatte in site pura declinate in colori diversi ed indossate con una varietà di abiti stampati. Un’estetica nuova secondo cui non tutto deve sposarsi alla perfezione. La collezione vede i cappotti come capo iconico, tra morbida alpaca dalle suggestioni luxury e cashmere pregiato. Largo anche a blazer doppiopetto e maglioni a collo alto. Spicca tra i materiali prediletti anche la lana bouclé. Blu e verde dominano negli abiti sartoriali. Chester Barrie è il primo brand della celebre Savile Row ad aderire alla filosofia del see-now buy-now- Tra gli abiti da sera una giacca doppiopetto in tartan e capi in velluto, che omaggiano la Hollywood degli anni Cinquanta. Chester Barrie è sinonimo di stile e personalità: il brand incarna la quintessenza del più iconico stile British, per un’eleganza timeless, apprezzata tra gli altri dal modello David Gandy e da attori come David Harewood, Hugh Bonneville e Mark Gatiss. Tra i clienti più celebri del brand anche Sir Winston Churchill, Cary Grant e Frank Sinatra. Chester Barrie fu fondato a Londra nel 1935 da Simon Ackerman, un geniluomo inglese emigrato negli Stati Uniti d’America. Dopo aver fatto ritorno in Inghilterra, Ackerman divenne pioniere di Savile Row, dove creò la sua sartoria dando vita a collezioni di ready-to-wear dallo charme evergreen.

Blood Brother omaggia Londra

Blood Brother, il brand londinese di streetwear, presenta alla London Fashion Week Men’s una collezione di capi basic dalle linee sartoriali: texture iconiche e ricche caratterizzano capispalla e pezzi dal mood sporty-chic. I designer Nicholas Biela e James Waller rendono omaggio ai ragazzi di strada che nel 18esimo e nel 19esimo si riversavano sulle sponde del Tamigi: mercanti, spazzini, traghettatori. Una collezione ricca di charme, per un AI2017 che guarda anche alla cartografia di Londra, esplorandone scorci iconici e segreti.

Ecco sbucare tra le stampe un riferimento alla Battersea Power Station, che viene trasfigurata in una giacca nera, attraverso stampe dalle linee geometriche, da indossare con un berretto da baseball. I pantaloni sono caratterizzati da silhouette oversize da indossare con magliette blu. La mappa rivive anche in un cappotto nero impreziosito da dettagli iconici. Non mancano dettagli knitwear con logo intarsiato sulle maniche di una maglia da indossare con gilet e pantaloni arancioni. Ispirazioni astratte dominano l’intera collezione, che guarda anche agli edifici londinesi e al passato della città. Non mancano suggestioni biker nelle giacche da motociclista in nylon declinato in tinte neon. Forte e sublime, la collezione omaggia e rivisita la sartorialità, unendola ad inediti giochi stilistici, per un’anima bifronte.

Il brand Blood Brother presenta collezioni di menswear, footwear ed accessori dall’anima British. I fondatori Nicholas Biela e James Waller, entrambi diplomati presso il London College of Fashion, vantano nel loro curriculum collaborazioni con Jean Pierre Braganza, Diesel, CSM Design Lab e J. Lindeberg. L’estetica del brand è forte e ben definita e unisce un mood funzionale a costruzioni sartoriali e alla sperimentazione nell’uso di materiali innovativi.

Qasimi: la rivoluzione nel segno dello stile

Pacata e sofisticata la collezione Qasimi, presentata nell’ambito della settimana della moda uomo di Londra. Il brand, alla sua quarta stagione nel calendario della fashion week londinese, trae ispirazione dai movimenti giovanili: ma il nuovo rivoluzionario ha l’aria di un dandy. Stretto in lunghi cappotti dal piglio sartoriale e in morbidi capi in filato di lana, il giovane mette in scena una protesta dai toni eleganti e pregni di fascino.

Charme allo stato puro nel trionfo di minimalismo che caratterizza la collezione AI2017 di Qasimi. “Il punto di partenza era l’idea di buttare i ragazzi giù dal letto e catapultarli nelle strade a protestare”, ha dichiarato Khalid bin Sultan Al Qasimi durante la presentazione.

Nella sua estetica alla base della collezione vi sono John Lennon e la sua indimenticabile Bed-In, una forma di protesta non-violenta contro la guerra in Vietnam messa in atto nel 1969 dal cantante e dalla moglie Yoko Ono. Inoltre ad ispirare Qasimi anche Black Lives Matter, movimento internazionale di attivisti originario della comunità afro-americana, e le proteste del Dakota Pipeline.

“Penso che stiamo tutti protestando”, ha affermato Qasimi.”Penso che non si va più nelle strade perché non cambia nulla. Abbiamo bisogno di farlo quotidianamente”. Un giovane impegnato politicamente che tuttavia sceglie di non rinunciare a pregiate suggestioni luxury per uno stile iconico. Influenzato dai graffiti visti negli Emirati Arabi, lo stilista indugia in toni pastello, come il rosa baby, accostati a verde, kaki e mostarda. Suggestioni grunge anche nei materiali usati, per cappotti classici. Il giovane dandy non teme di apparire ieratico in velluti e sete preziose, che si alternano ad iconico knitwear, mentre lunghissime sciarpe sfiorano il pavimento.



La rivoluzione auspicata da Khalid Al’Qasimi parte da riflessioni di tipo estetico: proprio dall’estetica si parte per affermare una nuova etica e una nuova politica. Delicata e soft la collezione, che indugia in capi sartoriali e pantaloni cargo. I cappotti ricordano le vesti da camera e si accostano a ciabatte ricamate in arabo. Suggestiva ed affascinante, la collezione ristabilisce i codici di un rinnovato minimalismo, per veri intenditori.

Back to Sixties per Daniel W. Fletcher

I favolosi Swinging Sixties rivivono nella collezione di Daniel W. Fletcher, presentata durante la London Fashion Week. Un tuffo indietro nel tempo per una collezione iconica, che trae ispirazione da echi rivoluzionari sessantottini e da suggestioni in chiave Seventies. Una moda impegnata, un po’ beat e un po’ esistenzialista, quella prediletta dallo stilista, da sempre stimolato dalla realtà e dalla politica.

“Il 2016 è stato un anno turbolento per la politica”, ha commentato Fletcher, riferendosi agli eventi che hanno segnato l’anno appena conclusosi, dalla Brexit all’elezione di Trump alla presidenza degli Stati Uniti d’America fino ai crescenti sentimenti di xenofobia e alla massiccia ondata di immigrazione. Il designer si rivolge alle giovani generazioni offrendo loro un importante monito a non arrendersi e a non accettare i diktat precostituiti, stimolandone la criticità. A proposito degli anni Settanta, che ispirano la sua collezione, Fletcher ha commentato: “Si trattava di un periodo in cui vi erano contrasti politici e la gente era infelice. Sento che ora ci troviamo in una situazione simile”.

La collezione AI2017 verte su inediti mix cromatici che sbucano da elementi sartoriali. Una collezione che lo stesso designer definisce “un po’ più elegante e più matura”. Lo stilista, che debutta alla London Fashion Week Men’s, è noto per i suoi iconici pigiami in seta e per le stampe patchwork che caratterizzano le sue creazioni.



Largo a giacche in pelle impreziosite da iconiche stampe patchwork: blocchi di colore che indugiano nei toni della terra, tra beige, marrone e rosso. Una palette cromatica dalle tinte autunnali. Inoltre su cappotti e capispalla spiccano dettagli ispirati alle Olimpiadi degli anni Settanta.

Back to Eighties in passerella da Martine Rose

Un sovvertimento generale degli archetipi maschili è quello che ha avuto luogo sulla passerella di Martine Rose: una collezione che ridefinisce i canoni di maschile e femminile, rendendo i confini tra i due sessi labili. Elegante e a tratti rétro l’uomo che calca la passerella, tra suggestioni Eighties e guizzi di American Style.

“Volevo un banchiere, quasi un American Psycho”, ha commentato la stilista. La sfilata ha avuto luogo al Seven Sisters Indoor Market, vicino lo studio della designer, sito a Tottenham: una location originale, che ha visto sfilare la collezione AI2017 di Martine Rose tra gli occhi entusiasti dei barbieri e dei commercianti che lavorano lì. “Volevo che la gente avesse un’esperienza il più vicina possibile ad un mercato vero”, ha aggiunto la designer.

In passerella modelli pettinati alla Phil Oakey indossano cravatte e abiti sartoriali: tripudio di camicie di seta e citazioni Eighties. A metà tra un banchiere e un agente immobiliare, l’uomo Martine Rose è dinamico ed eclettico: autenticità e rimandi alla realtà caratterizzano la collezione, che non lesina in tocchi vintage. La stilista 36enne sfila fuori dal calendario ufficiale della London Fashion Week Men’s e propone una collezione ricca di caleidoscopici virtuosismi stilistici, in bilico tra passato e presente.



Martine Rose gioca con la tradizionale uniforme che da sempre contraddistingue certe professioni: cravatte d’ordinanza perfette per Wall Street ma anche per l’impiegato più comune, vengono impreziosite da tocchi androgini e da suggestioni sartoriali. Volumi esagerati e teatrali specie nei pantaloni. Ispirazioni vintage negli impermeabili. Tra i materiali usati tripudio di satin e pelle ma anche lana. Una collezione che non lascia indifferente lo spettatore, colpito da una fucina di idee ricche di brio ed originalità. Sapiente uso del flashback per riportare in auge trend che spopolavano nei favolosi anni Ottanta, per un uomo dalla personalità esplosiva.

Cinquanta sfumature di knitwear per John Smedley

Un’atmosfera nuova caratterizza la collezione presentata da John Smedley nell’ambito della London Fashion Week dedicata al Menswear. Il brand, leader nel knitwear, per la prima volta si cimenta nella creazione di capi mediante l’uso di materiali grezzi, come alpaca e lana di pecora nera.

Ma non aspettatevi suggestioni grunge: la collezione AI2017 di John Smedley esplora territori inusitati che intendono conferire ai materiali meno nobili tocchi di un nuovo lusso contemporaneo. “Volevamo davvero fare qualcosa che celebrasse una fibra sottovalutata dalla moda, come la lana di pecora nera”, ha dichiarato Jess McGuire-Dudley, marketing e design director del brand. La lana di pecora nera, più vicina al carbone come colore, viene utilizzata per numerosi pezzi, tra cui un maglione con scollo alla marinara e una cappa la cui lavorazione ha impiegato oltre cento ore di lavoro.

Eccellenza artigianale e tripudio di British style caratterizzano la collezione, che si sviluppa tra silhouette pulite dal piglio androgino: le collezioni di menswear e womenswear vengono presentata insieme, in una linea unisex dal grande impatto emotivo. I pezzi forte della collezione sono la tuniche arancione con collo alto e il bomber nero in lana bouclé. Suggestioni minimal-chic vestono l’uomo e la donna John Smedley: l’eleganza senza tempo di capi basic non lesina tuttavia in guizzi stilistici destinati a non passare mai di moda.



Largo al più sofisticato stile effortlessy-chic, per un’eleganza pulita e ricercata, che si esprime in capi essenziali e funzionali, perfetti per affrontare i rigori invernali senza perdere di vista lo charme. Capi perfetti per lui e per lei, che rimandano ad uno stile classico ed iconico, tra tocchi retro ed ispirazioni evergreen.

La provocazione è di moda da Christopher Shannon

Il design e l’architettura costituiscono l’ispirazione prevalente alla base della collezione AI2017 di Christopher Shannon. Lo stilista ha infatti dichiarato di essersi lasciato ispirare dagli edifici che quotidianamente catturano il suo occhio durante il suo tragitto per andare a lavoro. Altro topos prediletto per la nuova collezione sono i ciclisti che percorrono la sua stessa strada: suggestioni tratte dalla vita quotidiana, ma che l’estro del designer trasforma in caleidoscopici giochi stilistici che attraversano la passerella.

Una collezione dallo spirito intrinsecamente streetwear, che vede un tripudio di colori audaci ed iconici riferimenti al denim, cifra stilistica di Shannon. Apre il défilé un outfit in jersey giallo canarino: le tinte fluo caratterizzano l’intera sfilata, insieme allo stile ciclista, che si traduce in leggings all over. Altro colore che domina la palette cromatica è l’indaco: l’abbiamo visto in pannelli patchwork su denim, per giacche e camicie accostato al bianco e al nero: spiccano colletti e cuffie in colori al neon e jeans declinati in accese bicromie.

Largo a proporzioni over e decostruzioni ardite, per accostamenti audaci che però non pesano mai sullo stile della collezione. Teatrale ed istrionico il denim utilizzato per decorare i parka. Il nylon, cifra stilistica del designer, torna prepotentemente anche su giacche con zip da indossare con pantaloni cargo. Ironia e aggressività sono i sentimenti prevalenti nel fashion show, a partire dagli slogan che campeggiano sulle maglie, inedite rivisitazioni del logo di altri brand: ecco “Tumbleweed” al posto di Timberland, “Loss International” al posto di Hugo Boss e “CS Constant Stress” per indicare Calvin Klein. Aperta provocazione o solo reazione alla Brexit e alla vittoria di Trump negli Stati Uniti? Potente ed efficace l’estetica del designer inglese, noto per le sue performance al limite del teatrale. Dissidente e fieramente bastian contrario, lo stilista di Liverpool è un anticonformista nato, da sempre amante degli eccessi e di uno stile che fa dell’imprevedibilità la sua prerogativa.

Inedito workwear in passerella da Xander Zhou

Un’estetica forte e ricca di stimoli alla base della collezione AI2017 di Xander Zhou: suggestioni sartoriali predominano tra proporzioni Eighties e note glam. La tradizionale divisa indossata dai banchieri di ogni parte del mondo- tre pezzi e cravatta- viene ora eletta da Xander Zhou a capo iconico, passepartout su cui si sviluppa l’intera collezione. In un tripudio di note workwear non mancano omaggi al maoismo, che si esplicano nei kimono, nelle uniformi militari e persino nel porno giapponese, che viene omaggiato qua e là. Sfilano camici e riferimenti kung fu in una collezione dal mood futurista, che mixa hentai e sartorialità in un inedito sincretismo dal grande impatto scenografico. Apre il défilé un look che sembra preso in prestito da Wall Street: largo alla camicia, indossata con panciotto e cravatta: si continua con un caleidoscopio di look iconici in cui domina l’ironia. Sotto un trench argentato dal retrogusto vagamente glam si apre il nero all over di un abito sartoriale, mentre torna in auge il gessato, reinterpretato anch’esso in chiave ironica.



Largo a denim giapponese dall’aria vissuta che impreziosisce un cappotto squadrato e pantaloni a vita alta da indossare a torso nudo, ma che sarebbero altrettanto perfetti anche se accostati ad un maglione in cashmere. I cappotti kinmono in pelle si alternano a giacche oversize e colletti perfetti per l’impiegato medio, ma che trovano in Xhou nuova linfa vitale.

Lo stilista, classe 1982, fonda il brand che porta il suo nome dopo aver studiato fashion design in Olanda. Il primo designer di nazionalità cinese a sfilare alla London Fashion Week Men’s, Xhou si è fatto conoscere per il suo stile ricco di materiali e forme iconiche. Le sue collezioni sono ora disponibili a Londra, New York, Tokyo, Seoul e in molte altre nazioni. Amante della sperimentazione, lo stilista esplora i confini tra forma e funzionalità e le qualità dei materiali utilizzati. Reinterpreta forme classiche attraverso nuove suggestioni e abolisce il gender per capi androgini. Ad affascinarlo anche la Youth culture e i movimenti giovanili, da sempre portatori di nuove ispirazioni.

Il gentiluomo British in passerella da Kent & Curwen

Ispirazioni rétro si uniscono al più iconico stile British per una delle collezioni più interessanti tra quelle presentate nell’ambito della settimana della moda londinese dedicata al menswear: Kent & Curwen riportano in auge la quintessenza dello stile British. Il brand, di proprietà di David Beckham, si affida all’estro del direttore creativo Daniel Kearns: dopo il debutto, avvenuto lo scorso settembre con una collezione venduta esclusivamente sull’online retail Mr Porter, ora Kent & Curwen si impone come uno dei protagonisti assoluti della London Fashion Week. Un’eleganza senza tempo intrisa di rimandi vintage caratterizza la collezione, che tuttavia appare indirizzata ad un uomo che vive nella contemporaneità. Per la collezione AI2017 viene esplorato l’archivio del brand, con particolare attenzione alle suggestioni sporty, che tornano alla ribalta in maglioni stile cricket, maglie da rugby e righe mariniere: note sporswear si impreziosiscono ora di linee sartoriali dall’iconica eleganza, che rappresentano per antonomasia lo stile British.



Kearns riabilita il suo guardaroba più iconico, aggiungendovi numerose giacche impreziosite dal logo del brand, caratterizzato dalla rosa Tudor, emblema dello stile britannico. Lo sport domina su maglie da sci e da cricket, come su sciarpe in lana ispirate dai club universitari inglesi. L’eleganza degli atenei più esclusivi e prestigiosi del Regno Unito si esprime in una collezione perfetta per un dandy contemporaneo, che allo streetwear imperante preferisce il vintage più sofisticato. Tripudio di camicie come uniformi, con stemmi ricamati, o ancora cappotti dall’allure military-chic e blazer decostruiti, perfetti con un dolcevita.

David Beckham e Daniel Kearns sembrano avere un’idea molto chiara di ciò che vogliono: la collezione sembra essere destinata a un uomo giovane e sicuro di sé, orgoglioso del suo stile timeless, e che non lesina in richiami nostalgici. Non mancano i dettagli, come i cappelli baker boy realizzati in collaborazione con Lock & co. In passerella sfila un gentiluomo contemporaneo, che ama sfoggiare uno stile vagamente rétro, forte di una personalità ben definita e di una classe innata. Chapeau.

L’estetica Mod in passerella da Ben Sherman

Echi nostalgici e suggestioni vintage caratterizzano la collezione AI2017 di Ben Sherman. Sono gli indimenticabili Swinging Sixties ad ispirare allo stilista una collezione iconica, che si distingue alla London Fashion Week Men’s. Mark Williams, il direttore creativo del brand, porta sulle passerelle londinesi un riuscito omaggio all’era Sixties, con notevoli citazioni al background del decennio in questione, dalla musica alle sub culture imperanti.

Tripudio di ispirazioni militari mixate a sportswear dal piglio futurista si intersecano mirabilmente in un continuo rimando di flashback e virtuosismi stilistici: Williams si volta indietro per guardare ai look sfoggiati dai giovani di allora. Ad ispirare lo stilista è in particolare lo stile Mod, che trova sublime incarnazione in Paul Weller, frontman dei Jam.

Il simbolo dei Mod spicca su magliette a maniche lunghe, tra stampe patchwork dalle note optical: una collezione che riesce a porsi al contempo come estremamente commerciale e pregna di significati e citazioni letterarie, per uno stile sofisticato e timeless, perfetto anche per la contemporaneità. Largo a capi sartoriali caratterizzati dalle linee skinny, da indossare sotto un parka oversize. Tripudio di camouflage all over per giacche e capispalla da indossare con un dolcevita e pantaloni sartoriali. Sfila un’eleganza classica che strizza l’occhio allo stile British dei Sixties, reinterpretandolo in chiave contemporanea.



Anche Ben Sherman si unisce ai brand che hanno sposato la filosofia del see-now buy-now: per l’occasione è stata creata una capsule collection esclusiva, acquistabile immediatamente dopo la sfilata. I capi saranno venduti nello store londinese del brand e sul sito web: non mancheranno parka in stile army-chic, bomber in satin, giacche Harrington, camicie a stampa vichy e jeans. I prezzi vanno dai 79 ai 613 dollari.

Ben Sherman, fondatore dell’omonimo brand, viene descritto come un uomo proiettato in avanti, rivoluzionario e alla perenne ricerca del bello. Imprenditore appassionato e visionario, Sherman nacque a Brighton nel 1925 e a soli vent’anni lasciò la Gran Bretagna post bellica per trasferirsi in America. Dopo aver fatto ritorno nella nativa Inghilterra per motivi familiari, Sherman nel 1963 iniziò a disegnare magliette per uomo, che in breve diverranno iconiche. Da lì il successo planetario ci mette poco ad arrivare e gli anni Settanta consacrano lo stilista, scomparso nel 1987. Uno stile che ha fatto storia e che ancora oggi si pone come baluardo di certa eleganza evergreen destinata a non passare mai di moda.