Tendenze moda primavera/estate 2017: borse

La bella stagione è ormai alle porte e mai come quest’anno il focus è sugli accessori: borse e scarpe divengono protagoniste assolute di una primavera/estate 2017 all’insegna del colore. Formati originali, colori vitaminici e grande fantasia caratterizzano le borse presentate nelle collezioni moda PE2017: ce n’è davvero per tutti i gusti, dai modelli a secchiello al marsupio ai modelli da postina, un caleidoscopio di idee tutte da imitare per essere sempre al passo con i fashion trend di stagione.

La borsa a forma di secchiello torna in auge e si impone come must have assoluto nel guardaroba di ogni donna: declinato in ogni colore e impreziosita da decorazioni varie, il secchiello è in assoluto il modello più amato dagli stilisti, che per questa stagione lo propongono in innumerevoli nuance. Funzionale e pratico, il secchiello è perfetto per il daywear, da indossare su cardigan e trench. E se Victoria Beckham sceglie la pelle e colori che virano al blu e all’azzurro, Alexander Wang propone alcune varianti in colori vitaminici, perfetti per affrontare l’estate.

Protagonista assoluto della stagione estiva è anche il marsupio, che torna prepotentemente alla ribalta, declinato in chiave luxury: l’accessorio, considerato must have degli anni Novanta, fa il suo ingresso trionfale sulla passerella di Rag and Bone, ma tanti sono gli stilisti che prendono come spunto il marsupio per fornire interessanti divagazioni sul tema. Alberta Ferretti accosta ad abiti da sera in impalpabile chiffon una borsa postina legata in vita, in cuoio effetto invecchiato, dalle inedite suggestioni vintage. Similmente Desigual e N°21 sdoganano la borsetta da legare in vita come ciondolo di una cintura. Un’interessante tendenza, da copiare assolutamente.

SFOGLIA LA GALLERY:



Immancabile come di consueto la handbag, modello classico per eccellenza dal sapore bon ton: la borsa a mano, immancabile nel guardaroba di ogni donna, è uno dei modelli più versatili, perfetto sia per il giorno che per la sera. Lo ritroviamo declinato in chiave ladylike sulla passerella di Gucci e Christian Siriano, solo per citare alcuni designer che hanno sfoggiato il più classico dei modelli di borse. Largo a geometrie ardite da Jeremy Scott, per borsette irresistibili che ricordano triangoli e cubi; grafismi arditi e proporzioni audaci da Proenza Schouler, in una collezione coloratissima e ricca di charme.

Fiocco azzurro per Beatrice Borromeo e Pierre Casiraghi

Fiocco azzurro in casa Casiraghi-Borromeo: lo scorso 28 febbraio è nato il primogenito della coppia. Beatrice Borromeo, classe 1985, e Pierre Casiraghi, nato nel 1988, sono una delle coppie più ammirate dal gossip internazionale: dopo dieci anni di fidanzamento e quasi due dal matrimonio, i due giovani sono diventati genitori di un maschietto. Il bebé è nato lo scorso 28 febbraio all’ospedale Principessa Grace di Montecarlo (lo stesso che ha visto nascere tutti gli eredi del Principato): a darne per prima l’annuncio è stata Matilde Borromeo, sorella della neo mamma, che ha scelto Instagram per annunciare il lieto evento. «28 febbraio 2017, una nuova data da aggiungere al calendario di famiglia», queste le parole che annunciavano la nascita del piccolo nel post di Matilde Borromeo, pubblicato su Instagram accanto ad una foto raffigurante una veduta di Montecarlo, di un mazzo di fiori e di alcuni cuoricini azzurri. Il post, poi rimosso, è stato comunque utile a diffondere la notizia. Il nome scelto per il primogenito di Pierre Casiraghi è Stefano Ercole Carlo: un nome che vuole essere un omaggio al papà di Pierre, Stefano Casiraghi, tragicamente scomparso nel 1990 durante un incidente in mare. Ma anche gli altri due nomi dell’erede di casa Grimaldi vantano una lunga tradizione all’interno delle rispettive famiglie: Ercole Grimaldi era infatti figlio di un antico signore del Principato di Monaco, vissuto tra il Cinquecento e il Seicento, mentre Carlo è il nome del padre della neo mamma e del fratello. Il nome Stefano era già stato scelto anche da Andrea, fratello maggiore di Pierre, per uno dei suoi figli, Sasha Stefano. Beatrice Borromeo, all’anagrafe Beatrice Borromeo Arese Taverna, è nata a San Candido il 18 agosto 1985 da Carlo Ferdinando Borromeo e di Paola Marzotto. Ex modella, giornalista e conduttrice televisiva, la giovane è laureata in Scienze giuridiche presso l’Università Bocconi. Altezza svettante (176 cm) e volto perfetto, la giovane ad appena quindici anni calca la passerella di Chanel a piazza di Spagna a Roma. Molti saranno poi gli stilisti che se la contenderanno: la bionda Beatrice sfilerà per Valentino, Trussardi, Alberta Ferretti ed Ermanno Scervino e sarà il volto di Blumarine per diverse stagioni. Pierre Rainier Stefano Casiraghi è nato a Monaco il 5 settembre 1987, terzogenito della principessa Carolina di Monaco e di Hannover e del suo secondo marito, Stefano Casiraghi, fratello di Andrea e Charlotte Casiraghi. Anche lui bocconiano, nel 2008 si fidanza con Beatrice Borromeo. La coppia si è sposata con rito civile il 25 luglio 2015. Nell’agosto dello stesso anno si sono svolti i festeggiamenti per il matrimonio religioso.

bea st

Il fascino tribale di Dhela

Si chiama Dhela il brand creato l’anno scorso da Daniella Helayel, ex direttore creativo di Issa London. La seconda collezione del marchio continua a sviluppare la linea già sperimentata nell’esordio: tra suggestioni Seventies e note tribali tripudio di stile boho-chic, per una donna che ama attingere alle tradizioni di culture e popoli lontani. Ispirata dai paesaggi del Perù, tra stampe iconiche e silhouette svolazzanti riscopriamo l’estetica fondata da Daniella Helayel: la stilista brasiliana, da sempre maestra nel raccontare lo stile attraverso note effortlessy-chic, trae ispirazione dai suoi viaggi per una collezione sofisticata e vibrante, che esalta le silhouette e gioca con una palette cromatica intensa. Dominano rosso e nero, per lunghi abiti in stile Seventies, talvolta impreziositi da mantelli: charme allo stato puro nel velluto prezioso, atmosfere coloniali nelle stampe etniche, tra profumi speziati e grafismi tribali. Allure nei tessuti prediletti, quali il crêpe de chine, lo chiffon di seta e il pizzo di cotone, impreziositi da tocchi in lurex, a conferire un’aura glam alla collezione. Una viaggiatrice dallo spirito indomito è la muda ideale di Dhela, una avventuriera in chiave luxury che colleziona souvenir di viaggio ed emozioni, che trasfigura poi nel suo stile. Per l’autunno/inverno 2017-18 la stilista si lascia trasportare nei paesaggi incontaminati del Perù, tra arcobaleni e tramonti mozzafiato. Largo a caftani preziosi, abiti effetto trompe l’oeil e lunghi abiti da diva. Sofisticata e chic, la musa di Dhela non lesina in note luxury, tra sete preziose, tocchi di knitwear, chiffon stampati e velluti da red carpet. Una magistrale interpretazione per uno stile quantomai attuale.

Echi nostalgici nella collezione di Jackie JS Lee

Pulizia e minimalismo sfilano sulla passerella di Jackie JS Lee, che si ispira ad un mood infantile: a chi non è capitato da bambino di attingere al guardaroba dei grandi, incespicando sulle scarpe con tacco della mamma o trovandosi quasi smarrito dentro i tailleur di molte taglie più grandi? Questo è il leitmotiv della collezione autunno/inverno 2017-2018 di J. JS Lee, che gioca con volumi oversize e proporzioni inedite, quasi sbilanciate e deformate, in un irresistibile e caleidoscopico effetto visivo. La designer anche stavolta mixa mirabilmente suggestioni mannish ad aggraziata femminilità: sapienti note sartoriali dal piglio business si uniscono all delicatezza di dettagli, come i fiocchi che cingono la vita di alcune giacche e cappottini ladylike doppiopetto in mohair o lana, che ricordano certi capi indossati da bambine. Le camicie sartoriali hanno maniche extra lunghe, con polsini maxi dal piglio teatrale. Pregiato knitwear si alterna a gonne a vita alta impreziosite da mini cinture ad enfatizzare il punto vita: cinturine spiccano anche su pantaloni. Giocosa ed ironica la collezione riporta la moda al suo lato più ludico e ad una voglia di sperimentare, specialmente con le proporzioni. Nostalgica e glamour la sfilata celebra il lato più infantile di ognuno di noi, andando a sbirciare nell’album dei nostri ricordi. La designer, originaria di Seoul, si è diplomata nel 2007 presso la prestigiosa Central Saint Martin: dopo due anni di lavoro da Kisa London, Jackie JS Lee è tornata alla Saint Martin per frequentare un master, ultimando il suo percorso formativo nel 2010: da subito la stilista ha ottenuto l’attenzione della stampa e dei buyer, ricevendo anche l’Harrods Award. Le sue collezioni sono caratterizzate da note sartoriali e proporzioni androgine, pensate per una donna moderna.

La moda iridescente di Christopher Kane

Istronica e suggestiva la collezione presentata da Christopher Kane nell’ambito della London Fashion Week: sfilano sulla passerella londinese capi caratterizzati da una miriade di elementi di design, citazioni storiche e silhouette futuriste. Lo stilista presenta una collezione autunno/inverno 2017-2018 in cui protagonista assoluta è una femminilità tosta, declinata su uniformi pratiche e funzionali che accostano note workwear a delicatezza di stampe floreali. Il risultato è un’estetica priva di fronzoli, tra linee mannish e tocchi futuristi: si alternano sul défilé tubini dal sapore etereo, tra stampe floreali dal sapore quasi antico: ma dimenticate romanticismo e delikatessen, qui il piglio è audace, basti guardare ai tagli dei vestiti, realizzati a vivo, e alle proporzioni oversize dei cappotti in lana. Il più classico dei trench con cintura in vita si arricchisce di righe glitterate e dettagli in paillettes; fiori di paillettes impreziosiscono lunghi abiti, accanto a righe e patchwork di tessuti effetto nude look, da indossare sotto a giacchine laminate effetto spaziale. Tripudio di tessuti metallizzati, per gonne a sirena, magliette, casacche e abiti accollati: atmosfere da space oddities dominano l’intero défilé, in un crogiolo di ispirazioni multiformi che dà vita ad una sfilata ad alto tasso di adrenalina. Non mancano le sovrapposizioni, tra salopette lasciate sbottonate e camicie classiche che fuoriescono dai pantaloni; il cardigan conferisce una nota bon ton alla collezione, sia declinato in rosa baby sia in tessuto iridescente; lunghi abiti iperfemminili vengono smussati da inedite stampe raffiguranti missili e costellazioni. Opulenza nelle preziose sete Gainsborough, suggestioni neoclassiche nel design floreale di certi capi, ispirazioni grunge nei pannelli che fanno capolino da alcune uscite. Le stampe sono ispirate all’opera dell’artista Ionel Talpazan. Largo ad effetti 3D e tessuti iridescenti, che conferiscono un’aura spaziale e misteriosa all’intera collezione. Una riuscita prova stilistica per Kane.

L’eterea eleganza di Sharon Wauchob

Atmosfere oniriche ed ispirazioni eterogenee caratterizzano la collezione autunno/inverno 2017-2018 di Sharon Wauchob. Nella cornice della chiesa di San Cipriano sfila la seconda collezione presentata dalla stilista nella capitale britannica. Sharon Wauchob si ispira alle fotografie di Deborah Turbeville e a certe aree di Versailles ancora tutte da scoprire: la celebre fotografa di moda, divenuta famosa per il suo stile onirico e per un’estetica caratterizzata da immagini sfocate ed intrise di romanticismo, rivive sulla passerella londinese in una collezione dal piglio etereo e sognante. Largo a pizzo e velluti preziosi, paillettes e stampe, per una esplorazione dell’animo femminile. Deborah Turbeville, scomparsa nel 2013, diviene protagonista di una collezione che rimanda al suo immaginario estetico, intriso di atmosfere oniriche: qui si stagliano creature eteree che ricordano quasi delle ninfe. Largo a pizzo francese e sete pregiate per abiti in stile Seventies, declinati in stampe colorate. La palette cromatica predilige toni delicati mentre i tessuti vengono dalla Francia, come il pizzo, in un inedito mix di tessuti inglesi e francesi. Largo a capispalla in tweed inglese dal sapore classico e dalle proporzioni mannish, accanto a tessuti glitterati in stile glam-rock e paillettes argentate. Silhouette comode e fluide dominano l’intera collezione, accanto alle note sartoriali di pantaloni declinati in velluti brillanti nelle gradazioni del giallo oro e del rosso scarlatto. Eterea e delicata la donna Wauchob calca la passerella londinese con garbo e semplicità, tra note tailoring che danno vita a capispalla caratterizzati da tagli istrionici; largo anche a sovrapposizioni come nelle camicie bon ton con fiocco da indossare con chemisier impreziositi da delicate stampe floreali. Struggente eleganza in chiave romantica.

Sfila a Londra la moda underground di Ashley Williams

Impertinente, eclettica ed originale la collezione autunno/inverno 2017-2018 di Ashley Williams, protagonista della London Fashion Week. Sulle passerelle londinesi sulle note di Under the Ivy di Kate Bush sfila una parata di cowgirls, in bilico tra note Eighties e introversione. La stilista propone una collezione ricca di sfaccettature, che si ispira sia alla party girl più scatenata, protagonista della movida, sia alla ragazza che alla vita notturna preferisce la tranquillità domestica e che non disdegna una serata trascorsa a guardare Netflix. Largo a tute dalle note workwear, decorate con slogan audaci declinati in nuance fluo: si va dal verde limone al grigio di slogan come “Gimme Five” o “Misery”, ispirato a Stephen King. Ashley Williams si ispira allo Street style per accostamenti audaci ed istrionici, che guardano anche al passato e alle subculture, in primis quella dei paninari, protagonisti della Milano da bere. Non mancano influenze spiccatamente americane, in particolare il West e i rodei, accanto a note preppy, in un melting pot ispirazionale dal grande impatto scenografico. Tripudio di gonne tartan e pantaloni ampi tagliati al ginocchio; il kilt assume nuova vita e viene declinato in colori audaci come il giallo. Non mancano frange e cappelli da cowboy, tra orecchini di diamanti e minidress. Largo anche a stampe in stile hawaiano per camicie e due pezzi. Note preppy impreziosiscono certe giacche in stile college, indossate con kilt declinato anche negli accessori, come le borse. Stampe tartan anche su minidress e blazer; i jeans si riappropriano della vita alta, per volumi che strizzano l’occhio agli Eighties. Bluse con maniche a sbuffo oversize dal piglio teatrale vengono impreziosite da stampe floreali in bianco e nero, mentre tute sportive in jersey si indossano con cappottini giallo canarino. Completano il quadro giubbotti da cowboy e maglioni decorati con grafismi optical. Una collezione ricca di simbolismi e riferimenti stilistici che rischia però di cadere nel mero overdressing.

Sfila a Londra il mix & match di Joseph

Ardita sperimentazione pervade la passerelle di Joseph: sarà un autunno/inverno 2017-2018 all’insegna del mix & match, per una moda che si apre ad inediti accostamenti stilistici. Sovversiva, irriverente, la collezione Joseph è caratterizzata da un mix di tessuti di pregio accostati a materiali grezzi, tra linee femminili e suggestioni mannish. Louise Trotter, direttrice creatica del brand, offre una vasta gamma di capi in pregiato knitwear, selezionando filati di lana da accostare a trench in PVC e cappotti militari in vinile. Largo a proporzioni oversize sia per i capispalla che per i pantaloni, caratterizzati da tagli sartoriali che strizzano l’occhio al guardaroba maschile. Largo a tute oversize dalle suggestioni workwear spesso impreziosite da grafismi dal piglio surrealista; suggestioni mariniere in certi caban e nei cardigan con bottoni ampi; femminilità allo stato puro negli abitini svolazzanti in impalpabile chiffon di seta; giochi cromatici a contrasto nei patchwork floreali che impreziosiscono capispalla cocoon e lunghi abiti in chiffon plissettato. La palette cromatica predilige il blu, il bianco, il rosso e le stampe floreali. Non mancano note Eighties e Nineties nel grunge di certi tailleur oversize come anche nei maxi cappotti in vinile. La designer, che ha definito Joseph un brand “che vive in uno spazio androgino”, si dimostra coerente con la propria estetica: tuttavia in questa stagione l’identità stilistica del marchio si arricchisce di note maschili. La stilista ha dichiarato infatti di voler lasciarsi ispirare “dall’ideologia di un’uniforme maschile, da un lato, e dal guardaroba ideale di una donna, dall’altro, mettendo tra essi uno specchio cosicché possano realmente riflettersi reciprocamente”. E proprio come accade con gli specchi, l’immagine che ne deriva appare spesso distorta, deformata da note stridenti; il risultato è una realtà falsata dall’occhio umano, che sembra non riconoscere più il sempre più labile confine tra finzione e realtà, tra immaginazione e vita concreta. Non mancano tocchi iperfemminili, come nelle bluse arricchite da rouches, ma le stesse camicie rivelano note dichiaratamente maschili a partire dai colletti. Una collezione in bilico tra ispirazioni military-chic e note genderless, il cui scopo principale è affermare con forza il potere seduttivo femminile, considerato alla stregua di un’arma a favore delle donne.

Le tradizioni gaeliche sfilano da Pringle of Scotland

Suggestioni gaeliche caratterizzano la sfilata di Pringle of Scotland. Ad ispirare Fren Stringer, design director del womenswear del brand scozzese, sono i paesaggi delle Highlands, con le loro tradizioni millenarie e le immense distese verdi. Il risultato è una collezione autunno/inverno 2017-2018 in cui le note knitwear divengono protagoniste assolute, declinate su pepli dal sapore neoclassico, che accarezzano il corpo avvolgendolo in una soffice nuvola calda. Comfort e charme di antica tradizione gaelica divengono gli ingredienti chiave di una sfilata che rielabora l’estetica scozzese in chiave contemporanea, mixando magistralmente epoche e stili diversi. I pregiati filati del tradizionale kilt del Settecento vengono traslitterati attraverso la tecnica del wrapping: largo a morbidi pepli avvolgenti che offrono calore e protezione dal rigore invernale ma anche dai cataclismi che sconvolgono il pianeta Terra. Una metafora affascinante, che rende la donna Pringle vestale di uno stile millenario. Tripudio di asimmetrie e sovrapposizioni, per silhouette oversize di ispirazione greca e romana: come dei pepli da dea, i maxi cardigan monospalla creano volumi scultorei attorno al corpo, impreziositi da spille e bottoni in madreperla grezza. Minimale eppure suggestiva, la donna Pringle sfoggia morbidi filati in cashmere di lana che accarezzano il corpo senza mai imprigionarlo: la palette cromatica spazia dal nero al crema al cannella. L’heritage scozzese diviene leitmotiv di una collezione eclettica che attinge alla storia del Diciottesimo secolo, rielaborando il tartan ma anche il kilt e il plaid. Le radici storiche del brand divengono funzionali all’elaborazione di una nuova estetica che rielabora i tartan e gli argyle attraverso l’artwork Identity + Refuge, risultato di una collaborazione tra il brand e l’artista Lucy Orta, risalente al 1995. Largo a stampe patchwork iconiche e rielaborazioni arboree che danno vita a suggestivi coup-de-theatre in una collezione all’insegna della sobrietà, perfetta per trascorrere momenti di relax davanti ai bagliori di un caminetto, in una fredda notte invernale.

La guerriera chic di David Koma incanta Londra

Profuma di un Est ricco di fascino millenario e sensuale femminilità la collezione autunno/inverno 2017-2018 di David Koma: lo stilista cresciuto a San Pietroburgo si ispira alle sue radici georgiane per una sfilata iconica, che coniuga suggestioni army-chic e sensualità felina. Una cultura lontana, con le sue tradizioni e il suo folclore diviene protagonista assoluta sulla passerella londinese: il designer mette in scena una danza tra due amanti. Sulle note di un kartuli -questo il nome del ballo nella lingua georgiana- si consuma una passione tormentata, i cui protagonisti si celano dietro un’anima misteriosa e sfuggente, in cui i confini tra i due sessi risultano ambigui. Enigmatica e strong, la valchiria che calca la passerella stretta in abiti che ricordano un’uniforme dell’esercito: non manca però il coup-de-theatre, per cui la giacca dal sapore military si unisce a gonne bordate di pelliccia, in un inedito connubio dalle suggestioni luxury. Come un’armatura, la donna che sfila sfoggia abiti che ricordano il chokra, la tradizionale divisa dei guerrieri georgiani: largo a pelle matelassé con maniche interamente ricoperte di micro ruches che ricordano le cartucciere, maxi gilet profilati di shearling, pantaloni impreziositi da cinghie. Non mancano note iperfemminili nei colli di pelliccia di volpe e nelle silhouette, che enfatizzano le curve. Severa eppure conturbante, la combattente di ispirazione caucasica ama provocare ed irretire il nemico con le due armi seduttive. Innumerevoli i riferimenti storici e bellici, che si susseguono senza sosta in un crescendo parossistico, tra camouflage floreali e tessuti metallizzati quali il pizzo e il macramè. Numerosi gli input visivi lanciati da Koma, in una sperimentazione ardita che coniuga daywear e note couture. Il focus dell’intera collezione è sui capispalla, come le giacche militari in verde, tra austeri cappotti dalle proporzioni maxi, fino a toccare terra, e vibrante sex appeal nelle minigonne in pelle. Le proporzioni sono body-con, ad enfatizzare le curve del corpo femminile. Largo anche a capi con spalle nude e fiocchi in grosgrain, ornamenti in plexiglass e dettagli dal sapore futurista.

Il senso di Markus Lupfer per lo stile

Eclettica e sofisticata la donna Markus Lupfer: lo stilista per la collezione autunno/inverno 2017-2018, presentata nell’ambito della settimana della moda londinese, punta alla portabilità e ad un inedito mix & match ispirazionale. La sua è un’eleganza che trascende le regole e i trend imperanti, in un’incessante sperimentazione, che dà vita ad una collezione dal sapore timeless. Un senso dello stile fortemente personale che inaugura un’estetica irriverente ed originale, tra knitwear ricamato, cappotti cocoon e layerings. Trionfo di maglieria, impreziosita da decorazioni raffiguranti i segni zodiacali; fiori decorano invece bomber in seta; lana e shirling sono i materiali prediletti per i cappotti caratterizzati da ampi revers. Femminile e delicata, la donna immaginata da Lupfer ama osare, sempre aperta a nuove possibilità dettate dal suo gusto. Estremamente portabile, l’intera collezione si distingue per un’attitudine spiccata per la sperimentazione: il risultato è uno stile genderless, in cui i confini tra i due sessi divengono sempre meno netti. Tra le ispirazioni più evidenti il Circolo Polare Artico, che trova espressione in alcune decorazioni floreali, tra note tailoring che conferiscono un’allure formale pur senza perdere di vista l’ironia. Virtuosismi stilistici nei volumi e nelle forme; le suggestioni mannish si uniscono con garbo e nonchalance a note ladylike, tra bluse a pois mixate a completi dal taglio sartoriale, che sembrano presi in prestito dal guardaroba maschile. Trionfo di stampe floreali per una collezione dal piglio easy, perfetta per affrontare con charme la quotidianità. La musa dello stilista adora mixare capi diversi, come i leggings con le gonne tempestate di paillettes: le ispirazioni divengono quindi multiformi, spaziando dallo sportswear al dailywear. Grande cura per i dettagli, come gli occhiali da sole firmati Linda Farrow. Una moda in cui tutto diviene possibile. Per spiriti liberi.