“Extinction”, Max Papeschi racconta l’estinzione della razza (umana?)

Noto per aver deflorato Minnie (avete capito bene), per aver venduto la madre ad un’asta (con tanto di cartellino al collo), per essersi (falsamente) proclamato Ambasciatore del Ministero della Propaganda Sociale e Culturale della Repubblica Popolare Democratica di Corea, oggi Max Papeschi, artista provocatorio (?), discusso e irriverente, ci stupisce con una mostra differente dai suoi soliti schemi: Extinction, un progetto da lui ideato in collaborazione con Flavia Vago e realizzato in partnership con AIIO e Michele Ronchetti.

Extinction vuole rappresentare ciò che resterà di noi quando ci saremo estinti, ma è (ahinoi) la fotografia del presente, il decadimento culturale che tutto oscura. E nell’oscurità Max Papeschi decide di far marciare dei soldati in terracotta alti 1.80 mt, quello che potrebbe essere l’esercito di Xi’an, ma con il volto dei nani. Un tramonto verde acido ispirato ad “Alien” dove statue fossilizzate raccontano un popolo in guerra perenne, e della cui scelta l’artista si prende gioco, inserendo l’elemento kitsch (la testa dei nani) come simbolo dell’impoverimento culturale.

Da un insieme di formule matematiche e dati mixati di culture occidentali e orientali, nascono invece le 1200 opere d’arte digitali create in partnership con Michele Ronchetti; l’installazione “Snow White overdrive” mostra su 4 schermi la complessa elaborazione dell’intelligenza artificiale dove dna di alieni, umani, antenati, nani, si mescolano formando una nuova razza, ancora ignota.

Com’è nata l’idea di Extinction?

Qualche anno fa Flavia ed io abbiamo visitato il Leeum Samsung Museum of Art di Seoul ed una mostra che aveva come tema l’umanità e ci siamo chiesti “Come potremmo rappresentare un concetto artistico sulla razza umana?
Nel contempo è scoppiata la pandemia e il primo pensiero comune, che aveva sempre come obiettivo un progetto, è stato proprio l’Estinzione.
La ricerca si faceva strada tra il Palazzo di Cnosso a Creta (siamo grandi appassionati di storia e archeologia) e abbiamo scoperto che tutte le installazioni presenti erano solo ipotesi, arbitrarietà, non vi era nulla di certo. Il Minotauro è mai esistito? Certo che no, ma abbiamo bisogno di riferimenti, di miti, di simboli. È stato così che gli errori archeologici ci hanno permesso di fare satira della razza umana.

Perché la scelta del volto è ricaduta sui nani?

Perché è la cosa più stupida e kitsch della cultura europea. Oggi il nano in casa potrebbe essere definito “cool“, ma i nani da giardino rappresentano in sé la cretineria folle, la scelta ignorante, e messi insieme all’esercito di Xi’an, sintetizzano la stupidità della guerra e il decadimento culturale.

Perché sono esseri estinti?

La guerra potrebbe essere una prima ipotesi: si sono uccisi tra di loro.
Dall’altra parte più che una distruzione di massa, si può parlare di regressione, di bassa cultura, lo “stato nano” è lo sfascio culturale.

Ha un suo specchio nell’era dei social network?

I social network SONO lo specchio della società, il pensiero stupido lo si percepisce proprio da lì.

E qual è la punta di diamante del mondo culturale?

La lettura di Yuval Noah Harari ad esempio, grande antropologo e filosofo israeliano, o quella di Jared Diamond, grande divulgatore e geografo che nel saggio “Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere“, spiega i motivi che hanno portato nel passato il crollo repentino e la diminuzione drastica della popolazione, spesso attraverso conflitti armati.

Perché è interessante raccontare l’estinzione?

Perché è sempre interessante studiare la razza umana, ci aiuta nella comprensione del presente, e il nostro presente oggi conferma una citazione di James Graham Ballard:

“Un diffuso gusto per la pornografia significa che la natura ci sta avvertendo di una certa minaccia di estinzione.”

Extinction – Chapter One”, quale sarà il secondo appuntamento della trilogia?

Nei prossimi interventi ci muoveremo in giro per l’Italia, insieme a Stefania Morici che è curatrice del progetto.
Ogni installazione avrà protagonisti diversi ma sempre legati al tema dell’estinzione, che Karl Kraus ci ricorda con questa frase:

“Quando il sole della cultura è basso all’orizzonte, i nani hanno l’aspetto di giganti”.


EXTINCTION. CHAPTER ONE
20 gennaio – 19 febbraio 2023
Sala del Collezionista, Gallery I
martedì – domenica, 10-20 (chiuso il lunedì)
ingresso gratuito

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