Matias Perdomo interpreta così Bluraphsody, la pasta 3d

Non avere pregiudizi” – così recita un vecchio aforisma e così inizia il discorso di Matias Perdomo, chef di Exit Pastificio Urbano, chiamato a interpretare Bluraphsody, la pasta 3d.

Allontanatevi dal piatto più confortevole del mondo, la pasta al pomodoro, quella bollente appena scolata e insaporita da un acceso pomodoro di San Marzano, scardinate i metodi di cottura, le forme della nostra memoria infantile, e provate a sedervi sulla tavola del futuro, è qui che inizia il viaggio di Bluraphsody, dove l’elemento pasta diventa un gioco.

Bluraphsody, brand di 3d Food srl, è la start up del Gruppo Barilla che ha ideato una stampante 3d atta a stratificare, creare, diversificare il concetto di pasta classico.
Antonio Gagliardi, Ingegnere che lavora al progetto dal 2017 e alla creazione della stampante unica al mondo, con l’entusiasmo di un bambino racconta le difficili fasi di realizzazione e fattibilità, quelle che servono ad accontentare gli chef creativi come Matias Perdomo, che ama la pasta e su questa fonda un ristorante dedicato, Exit Pastificio Urbano, dove non esistono antipasto e secondo, ma dei pre-pasta e post-pasta. Anche questo è futuro.
Perchè nell’immaginario collettivo questo piatto è sinonimo di carboidrati, mentre le semole pregiate sono ricche di proteine, come quelle utilizzate da Bluraphsody, che permette l’acquisto non solo ai grandi chef ma al pubblico attraverso lo shop online, un modo divertente di incantare i propri ospiti e giocare su forme e sapori.

Niente maccheroni rigati nel piatto, Matias Perdomo ha voluto giocare sui contrasti di sapori e ha ideato una conchiglia (la pasta) che racchiude ceviche peruviano su un gazpacho spagnolo, un viaggio intorno al mondo. Splatter l’interpretazione del formato Mussel, che racchiude la protagonista del piatto, la cozza. Sapori di mare e consistenze gommose abbinate a nero di seppia, tendini di vitello, tartare di ostrica, alghe e salsa di peperone verde.

Sapori di casa invece per il formato DNA, che tanto mi ha ricordato il sugo delle braciole della nonna pugliese; e giochi da matrioska per il piatto Geometria, la quadratura del cerchio, dove lo chef nasconde una pasta sferica dentro un cubo di gelatina nervosa con vitello tonnato e un’idea di insalata russa.

Via libera alla fantasia quindi, divertitevi con gli acquisti cari appassionati di Masterchef e tenetevi pronti per la nuova frontiera della pasta, cari gourmet, che questo è solo l’inizio.



(foto di AGHirelli)


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