L’estetica Mod in passerella da Ben Sherman

Echi nostalgici e suggestioni vintage caratterizzano la collezione AI2017 di Ben Sherman. Sono gli indimenticabili Swinging Sixties ad ispirare allo stilista una collezione iconica, che si distingue alla London Fashion Week Men’s. Mark Williams, il direttore creativo del brand, porta sulle passerelle londinesi un riuscito omaggio all’era Sixties, con notevoli citazioni al background del decennio in questione, dalla musica alle sub culture imperanti.

Tripudio di ispirazioni militari mixate a sportswear dal piglio futurista si intersecano mirabilmente in un continuo rimando di flashback e virtuosismi stilistici: Williams si volta indietro per guardare ai look sfoggiati dai giovani di allora. Ad ispirare lo stilista è in particolare lo stile Mod, che trova sublime incarnazione in Paul Weller, frontman dei Jam.

Il simbolo dei Mod spicca su magliette a maniche lunghe, tra stampe patchwork dalle note optical: una collezione che riesce a porsi al contempo come estremamente commerciale e pregna di significati e citazioni letterarie, per uno stile sofisticato e timeless, perfetto anche per la contemporaneità. Largo a capi sartoriali caratterizzati dalle linee skinny, da indossare sotto un parka oversize. Tripudio di camouflage all over per giacche e capispalla da indossare con un dolcevita e pantaloni sartoriali. Sfila un’eleganza classica che strizza l’occhio allo stile British dei Sixties, reinterpretandolo in chiave contemporanea.



Anche Ben Sherman si unisce ai brand che hanno sposato la filosofia del see-now buy-now: per l’occasione è stata creata una capsule collection esclusiva, acquistabile immediatamente dopo la sfilata. I capi saranno venduti nello store londinese del brand e sul sito web: non mancheranno parka in stile army-chic, bomber in satin, giacche Harrington, camicie a stampa vichy e jeans. I prezzi vanno dai 79 ai 613 dollari.

Ben Sherman, fondatore dell’omonimo brand, viene descritto come un uomo proiettato in avanti, rivoluzionario e alla perenne ricerca del bello. Imprenditore appassionato e visionario, Sherman nacque a Brighton nel 1925 e a soli vent’anni lasciò la Gran Bretagna post bellica per trasferirsi in America. Dopo aver fatto ritorno nella nativa Inghilterra per motivi familiari, Sherman nel 1963 iniziò a disegnare magliette per uomo, che in breve diverranno iconiche. Da lì il successo planetario ci mette poco ad arrivare e gli anni Settanta consacrano lo stilista, scomparso nel 1987. Uno stile che ha fatto storia e che ancora oggi si pone come baluardo di certa eleganza evergreen destinata a non passare mai di moda.

L’approccio filosofico di Ximonlee

Si intitola Shame, Vergogna, la prima collezione Ximonlee che sfila alla London Fashion Week dedicata alla moda uomo. Lo stilista cinese-coreano, al suo debutto alla settimana della moda londinese, punta su una collezione AI2017 dal piglio filosofico e dal mood intellettuale. Il designer intende esplorare la dimensione del conscio e del subconscio, con particolare riferimento alla vergogna.

Dopo aver presentato le precedenti collezioni a Parigi, Ximon Lee incanta Londra attraverso una collezione ricca di sfumature dal fascino etereo e dalle suggestioni streetwear. Altamente evocativa, l’analisi filosofica della vergogna intende anche indagare la dimensione estetica e le nuove categorie di bellezza, bruttezza e vulnerabilità. Un tema particolarmente attuale nella fugacità dei riferimenti contemporanei: “Penso che la coesistenza di bello e brutto sia davvero interessante”, ha dichiarato Lee, che si è detto molto intrigato da questo tema, scelto come leitmotiv della sfilata.

Noto per le sue silhouette estreme e per le costruzioni realizzate a mano, Lee si è sbizzarrito in questa collezione dando vita al proprio estro anche attraverso l’uso di perle e broccati di seta, per giacche preziose dai volumi oversize e dal mood delicato. Dettagli impreziositi da madreperla si stendono su maglie minimali e pantaloni.



“Mia madre era single e le piacevano molto le perle”, ha dichiarato lo stilista. “Non le ho mai lasciato indossare una collana di perle. Per me la rendevano vulnerabile e non mi piaceva quella sensazione. Come altre persone nella società che sono vestite in modo dolce. Li mette in una posizione di vulnerabilità- soprattutto la notte o in un bar”-

Presenti anche ricchi broccati di seta, creati con pittura ad olio raffigurante una donna nuda e un angelo: lunghi cappotti da indossare con pantaloni kaki e sciarpa. Nuovo approccio alla sartorialità, per il designer: le modelle indossano lunghi e languidi capispalla in linea con la sua estetica.

L’eccentrico decostruttivismo di Alex Mullins

Eccentrico decostruttivismo domina la collezione AI2017 di Alex Mullins, protagonista della settimana della moda uomo londinese. Lo stilista offre una panoramica eclettica ed originale che coniuga suggestioni workwear e citazioni artistiche. Un crogiolo di ispirazioni per una collezione ricca di spunti. Largo a sovrapposizioni e contrasti, per capi istrionici ed originali.

Tra tartan rivisitato e declinato in un inedito blu elettrico ed iconici sprazzi di blu, l’uomo che calca la passerella è audace e ribelle. Tocchi underground caratterizzano i volumi e le proporzioni, mentre suggestioni sportswear trovano riscontro nelle felpe e nei cappelli. Youth culture ed arte si uniscono dando vita ad un inedito sincretismo che non lascia certo indifferenti: il denim domina l’intera collezione, tra capi che sembrano ispirarsi all’interior design. Mostarda, blu e beige tra i colori predominanti del défilé.

Alex Mullins, formatosi alla Central Saint Martins e specializzatosi successivamente al Royal College of Art, è tra i designer più audaci della nuova generazione. Insignito di numerosi premi, come quello promosso da Dazed and Confused/Casio G-Shock, che lo ha incoronato ‘Spirit of Toughness’, il giovane stilista ha lavorato per Alexander McQueen, Diane von Furstenberg, Jeremy Scott, Kanye West e Dirk Bikkembergs, prima di creare il brand che porta il suo nome, nella primavera 2013.



Una sfilata che non lesina certo in virtuosismi tecnici e stilistici, tra capi effetto 3D e ardita sperimentazione. Brio, allegria ed estro sfilano sulla passerella, dando vita ad una prova magistrale. Mullins gioca ed osa, come nelle maschere che coprono l’intero viso dei modelli: affascinante e a tratti ermetico, lo stilista dimostra grande coerenza ed un’estetica ricca di contrasti.

Suggestioni grunge in passerella da Tourne de Transmission

Il grunge anni Novanta torna prepotentemente alla ribalta alla London Fashion Week, grazie alla sfilata di Tourne de Transmission. Echi di una ribellione giovanile mai dimenticata ma solo sopita nei meandri della memoria ritornano in auge uniti ad una personalità esplosiva.

Graeme Gaughan rievoca l’estetica caratterizzante gli anni Novanta: largo a camicie tartan oversize da indossare con il cappello in feltro, tra iconiche t-shirt da cui fa capolino il logo indicante il nome della collezione, Nowhere, o ancora i pantaloni da skater, che rimandano all’adolescenza del direttore creativo del brand.

La palette cromatica abbraccia i toni del nero, del grigio, del bianco, tra sprizzi inaspettati di giallo e tartan rosso a stemperare il mood prevalente. Non mancano virtuosismi stilistici che rimandano allo stile di Gaughan, come la giacca in denim ton-sur-ton, che aveva già caratterizzato l’ultima collezione di Tourne de Transmission, da indossare questa volta su pantaloni cargo e una maglia grigio.



Dettagli dal mood sporty-chic caratterizzano l’intero défilé, a partire dalla cerniera lampo in plastica brillante che impreziosisce outfit come il parka con cappuccio a stampa camouflage. Non mancano outfit total white: prevale il nylon trasparente, per look oversize che ricordano le tute da sci. Una collezione forse priva di eccessivi coup de théâtre ma che punta sulla vestibilità e sul comfort, tra suggestioni streetwear e citazioni grunge. Inoltre il brand ha recentemente presentato una capsule collection disegnata in esclusiva per River Island, colosso del retail online.

L’estetica pop di Bobby Abley

Colori fluo, ironia e brio caratterizzano la collezione AI2017 di Bobby Abley, che ha sfilato nell’ambito della settimana della moda londinese dedicata al menswear. L’uomo vestito Bobby Abley non corre certo il rischio di passare inosservato: pellicce in iconici blocchi di colore che ricordano il cubo di Rubik, maxi felpe a stampa cartoon e maglioni con dettagli eccentrici dominano sul catwalk.

Uno stile a metà tra suggestioni pop e arti marziali: se enormi orsacchiotti campeggiano sulle felpe e sui maglioni, inneggiando ad uno spirito romantico e a suggestioni infantili, le silhouette recuperano invece virilità e sembrano ispirate dalle arti marziali.

Non nuovo ad ispirazioni prepotentemente pop per le sue collezioni, Abley è solito mixare i cartoon della Disney ai Muppet: la sua ironia e il consueto garbo gli permettono persino di usare il logo in stile Louis Vuitton rivisitandolo in un esperimento fashion. Ora lo stilista mixa faux fur in stampa patchwork a shorts in pelo: audace sperimentatore, Abley gioca con la palette cromatica, che alterna giallo canarino a verde.

In un maglione ecco fare capolino gli indimenticabili Power Rangers, che hanno allietato l’infanzia di tutti coloro che sono nati alla fine degli anni Ottanta. Ecco dunque sbucare seducenti fotomodelle, o ancora il logo della maison. Noto per il suo charme unico come anche per il suo sense of humour tipicamente British, Bobby Abley si lascia andare a nostalgici richiami ai Nineties e ad immagini giocose che mixa con grande nonchalance al design contemporaneo. La sua linea, lanciata solo pochi anni fa, nel 2012, si è imposta all’attenzione del fashion biz nel giro di pochi anni.



In questa stagione lo stilista testa anche la filosofia del see now buy now, mettendo subito in vendita alcuni dei capi che sono stati presentati durante la sfilata: alcune maglie e alcune giacche della collezione AI2017 sono già disponibili sul sito di Selfridges (selfridges.com) e nei diversi store: i prezzi variano da 65 a 200 sterline.

What We Wear: il brand di Tinie Tempah debutta a Londra

Cantante, autore e rapper, Tinie Tempah è stato per anni ospite dei front row della settimana della moda uomo di Londra. In questa edizione della kermesse l’artista debutta col suo brand, What We Wear.

Un mood pragmatico ed attraente quello della collezione, caratterizzata dal logo con l’iconica doppia w a zigzag. Suggestioni prevalentemente sportswear dominano sul catwalk tra minimalismo e concettualismo. La linea, interamente realizzata a Londra, si compone di capi in jersey: largo a camicie e shorts, capispalla opachi, giacche senza collo.

Tinie Tempah presenta così i frutti di due anni di studio- questo il tempo in cui ha concepito la collezione. Una nuova avventura per il cantante, che ha dichiarato di essersi sempre considerato un creativo. “Quando sei un musicista sei definito da ciò che fai. Io odio l’idea di essere definiti da qualcosa”.

La collezione, considerata un esercizio stilistico, serviva all’artista quasi come una prova di abilità per testare le sue reali capacità nel fashion system. “Volevo vedere se potevo farcela”, così Tempah ha commentato il suo debutto. L’artista ha avuto modo di sviluppare una personale estetica anche grazie alle sfilate a cui ha assistito come invitato, nel corso della sua carriera musicale. Grazie anche ai consigli di alcuni amici stilisti si è quindi gettato a capofitto nella nuova avventura.



Nella collezione prevalgono il bianco e il blu, per capi dalle linee fluide e dal piglio essenziale. Largo a camicie aperte sul petto e pantaloni dritti, per un look dalle ispirazioni esotiche; suggestioni sporty-chic prevalgono invece nei pantaloni con riga centrale da indossare sotto t shirt con logo del brand o ancora nelle sneakers sfoggiate dai modelli che si alternano sulla passerella.

L’eroe impavido di Cottweiler

Spirito indomito per l’avventuriero che sfila da Cottweiler: un eroe 2.0 che non teme le calamità naturali e le avversità, dominando lo Zeitgeist con uno stile unico. Ben Cottrell e Matthew Dainty sfornano una collezione accattivante e ricca di suggestioni.

Nella cornice di Regent Street, all’interno di un ex shopping center ora in ristrutturazione sfila una natura in chiave futurista che accoglie l’uomo Cottweiler. Il duo di stilisti getta le badi una «Cultural geography», tra gigantesche piante sempreverdi e ghiaia. Una natura artificiale, emblema della modernità, che ha assorbito e distrutto la bellezza di paesaggi incontaminati e terre vergini.

L’uomo che calca la passerella tenta di ristabilire un contatto primordiale con Madre Natura, attraverso attività quali il camping o il birtdwatching. Uno stile perfetto per affrontare ogni avversità climatica: largo a parka imbottiti, sneaker da trekking e zaini da arrampicata. Dominano ad ogni outfit suggestioni high-tech per tessuti dal piglio futurista: il capospalla ora è una sorta di sacco a pelo da indossare, tra colori cangianti e dettagli futuristi.



Ardite giustapposizioni si alternano alla più audace sperimentazione, per una sfilata ricca di spunti inediti: un concettualismo che strizza l’occhio agli sport estremi si unisce ad una palette cromatica che indugia in nuance come il viola e il verde brillante. Tripudio di stile nelle suggestioni sportswear che si arricchiscono di dettagli couture, tra luce psichedelica e musica elettronica.

Un défilé interessante, che anticipa la presentazione della prima capsule collection realizzata dal duo creativo in collaborazione con Reebok, che sarà presentata domani nell’ambito di Pitti Uomo 91.

I classici rivisitati di Maison Mihara Yasuhiro

L’eleganza senza tempo di un basco alla francese, suggestioni mariniere e linee sartoriali dominano nella collezione di Maison Mihara Yasuhiro, che ha sfilato nell’ambito della settimana della moda londinese.

La semplicità sembra essere il fil rouge della sfilata: lo stilista giapponese rivisita alcuni degli intramontabili classici, capi passepartout del guardaroba, reinterpretandoli attraverso guizzi stilistici. Dettagli inediti trasformano ora gli stessi capi in qualcosa di nuovo. Il designer ha dichiarato di ispirarsi alla semplicità più autentica come antidoto al caos del mondo contemporaneo.

“La semplicità è spesso vista come basic ma io penso che sia forte, che abbia un grande impatto”, ha affermato Mihara Yasuhiro.
Si alternano sul défilé capi maschili e femminili che condividono il medesimo stile, all’insegna dell’effortlessy-chic. Eleganza senza tempo nei capispalla: solo qua e là l’estro dello stilista si lascia andare a dettagli deformanti, che modificano l’allure originaria di certe creazioni.



Largo a giacche di nylon in kaki dalle proporzioni cocoon, che si alternano a cappotti in lana navy anch’essi oversize. Per la donna linee classiche e rimandi vintage, come nella gonna a vita alta. Tocchi di una sartorialità destinata a non passare mai di moda impreziosiscono gli outfit che sfilano in passerella. Non mancano pantaloni skinny che esaltano le linee del corpo.

Prevale un senso di ribellione, per una Youth culture dal mood rivoluzionario: sembrano quasi ribellarsi ai codici stilistici imperanti, i modelli che si danno il cambio in passerella. Alcuni sfoggiano ai piedi snearker Converse, altri si rifugiano in un passato glorioso. Non mancano i parka impreziositi da faux fur, tra berretti e charme d’ordinanza. Una collezione iconica, che sembra riaffermare il panta rei di eraclitiana memoria. Tutto passa, tutto si trasforma per poi tornare indietro: questa sembra essere la formula che ispira lo stilista giapponese, nostalgico di uno stile oggi forse dimenticato.

London Fashion Week: A-Cold-Wall collabora con NikeLab Air Force 1

Istrionica ed irriverente la collezione presentata da A-Cold-Wall durante la settimana della moda maschile dedicata alle collezioni di menswear per l’autunno/Inverno 2017.

Il brand londinese di Samuel Ross, pupillo di Virgil Abloh/Off-White, punto di riferimento per chi ama lo streetwear, ha presentato una collezione iconica caratterizzata dalla collaborazione con NikeLab Air Force Ones.

La collezione segna il debutto di Ross nel calendario della moda uomo londinese. Largo a capi dalle suggestioni androgine e dai bagliori iridescenti, come nei capispalla argentati, che strizzano l’occhio a certo grunge anni Novanta, mai dimenticato, come anche a guizzi futuristi. Un uomo che ama sperimentare ed osare, quello che ha calcato la passerella di A-Cold-Wall, audace ed eclettico interprete di uno stile fortemente attuale.



Ma le vere protagoniste della serata sono state le scarpe. “Chiamiamolo pure un esperimento su misura”, ha commentato Ross, “perché la scarpa è stata modificata piuttosto pesantemente”. Il risultato dell’esperimento è una sneaker che reca il logo angolare del brand cucito sull’angolo esterno del piede.

“A Cold Wall e Nike offrono prodotti unici, innovativi e curati che celebrano la cultura del design e la cultura Street”, ha aggiunto poi lo stilista, definendo lo scambio tra i brand come una conversazione tangibile, che dà vita ad un prodotto iconico.

Sebbene le scarpe siano state realizzate appositamente per il défilé, sembra già aleggiare la possibile decisione da parte dei due brand di commercializzare il prodotto, se la domanda sarà abbastanza forte. Il 25enne Ross, che si è autodefinito “un uomo vecchio”, interessato solo “ad andare a letto presto e creare”, ha debuttato alla London Fashion Week in grande stile, con una sfilata ricca di suggestioni. Dopo aver lanciato la sua linea lo scorso maggio, con solo 25 pezzi, vanta già tra i suoi clienti Barneys New York ed Harvey Nichols. Ora arriva anche la collaborazione con NikeLab Air Force 1.

Lou Dalton incanta Londra tra joie de vivre e suggestioni knitwear

Gioiosa, colorata, fresca la collezione autunno/inverno 2017 di Lou Dalton, presentata nell’ambito della settimana della moda maschile di Londra. Un’iniezione vitaminica perfetta per combatter il rigore invernale: ottimismo e joe de vivre caratterizzano i modelli per l’uomo disegnati da Lou Dalton. Da sempre amante di certa convivialità, la designer ha scelto di presentare la nuova collezione in un’atmosfera intima: i modelli sono stati raccontati dalla sua stessa voce, che ne ha descritto ispirazioni e stile.

La stilista ha collaborato per la collezione AI2017 con il brand di knitwear John Smedley: l’inedita partnership ha dato vita a filati molto interessanti, che uniscono suggestioni sporty-chic a linee pulite e tinte fluo. Largo a maglioni stampati caratterizzati da colori vitaminici. Brio e allegria costituiscono fil rouge prediletto di una collezione in cui l’uomo è libero da ogni diktat imposto dall’esterno, finalmente deciso a recuperare la propria essenza più autentica e, perché no, a riscoprire e ridare dignità anche al suo lato più infantile.

Lou Dalton si è anche servita dell’aiuto di John Booth, pittore e ceramista di fama mondiale, che ha decorato le borse e anche le camicie jeans, impreziosite da tocchi di arancio, giallo limone e rosa baby. Voluttuose e iridescenti le tinte scelte per la collezione, perfetta per illuminare anche il proverbiale fumo di Londra.



L’attore britannico Russell Tovey recita in un cortometraggio indossando i capi della collezione. Largo a denim e richiami agli anni Ottanta/Novanta, per un uomo educato che ama i colori. La stilista sceglie come location il St. James Market, accanto a Piccadilly Circus. I modelli siedono lungo un muro. Largo a cappotti dalle spalle cadenti, giacche e capispalla iconici, che sovente indugiano nell’eleganza evergreen di tagli sartoriali. Non mancano dettagli in lana bouclé, stampe a righe e denim all over. Ai piedi dell’uomo coloratissime sneakers Converse.

London Fashion Week Men’s: la sfilata di moda uomo e donna KTZ

Sulla passerella della London Fashion Week Men’s, il brand dallo spirito urban KTZ ha scelto di presentare insieme la moda uomo e donna per la prossima stagione autunno inverno 2017. I generi si mescolano e si confondono in questa sfilata di moda dai colori basici e dal gusto un po’ fetish. Protagoniste indiscusse sono le stringhe rubate alla corsetteria: si allungano su bustini, abiti, pantaloni e capispalla, definendo la silhouette come inquietanti scheletri ai raggi X. L’ispirazione per questa collezione, ha spiegato il designer e fondatore di KTZ Marjan Pejoski, arriva dalle pressioni della vita moderna che costringono e soffocano come un corsetto troppo stretto. Una riflessione esistenziale che si snoda attraverso diverse suggestioni e riferimenti estetici e culturali. Forme e volumi arrivano dalle uniformi dell’Antica Grecia e dal kilt scozzese, ma anche dall’abbigliamento streetstyle e dalle tute da motociclismo. Le linee, sia femminili che maschili, sono così strizzate in vita, e le stringhe che comprimono sono contrapposte a maglioni e felpe extralarge.


KTZ Men's Fall 2017
KTZ Men’s Fall 2017



La novità per la moda uomo 2017 sono ampie gonne a ruota, interpretazione contemporanea di un classico kilt, e le miniskirt indossate su aderentissimi pantaloni skinny. La collezione femminile invece si snoda in sexy abiti-bustier, anch’essi percorsi da lacci e stringhe che sottolineano le forme. Tutta la collezione autunno inverno 2017 si compone di tre colori: bianco, nero e khaki, il cui contrasto fa risaltare maggiormente le linee che intrappolano sia gli uomini che le donne. Abbondano i tessuti tecnici e la pelle in questa sfilata, tra le più estreme della London Fashion Week Men’s. L’identità di KTZ e del suo fondatore Marjan Pejoski si conferma una mistione di riferimenti ancestrali e spinte futuristiche, riflessioni esistenziali e svolte anarchiche, stile urban e dettagli couture che dal 2003 contribuiscono a rendere il brand uno dei più riconoscibili e apprezzati nel panorama inglese.


KTZ Men's Fall 2017
KTZ Men’s Fall 2017