Barbara Rizzi | Collezione Primavera-Estate 2026 MAKTUB
Barbara Rizzi costruisce la sua Primavera-Estate 2026, che ha sfilato Sabato 27 Settembre nella cornice del Castello Sofrzesco, come un percorso concettuale intitolato Maktub, parola araba che significa “tutto è scritto”. Non si tratta di un semplice titolo, ma di una dichiarazione estetica e filosofica: il destino come trama invisibile che guida trasformazioni e scelte, in un equilibrio costante tra inevitabilità e libertà. Il riferimento al romanzo L’Alchimista di Coelho sottolinea il legame con la dimensione narrativa e simbolica, ma qui Rizzi traspone quella tensione nel linguaggio della moda.


La sfilata è articolata sui quattro elementi primordiali – Terra, Acqua, Fuoco, Aria – a cui la designer affianca un quinto, volutamente personale e anticonvenzionale: la Libertà. Quest’ultima non viene evocata come concetto astratto, ma come gesto creativo, come possibilità di rileggere il reale attraverso la lente della “pazzia” – intesa come scintilla di coraggio e visione. È in questa idea di libertà che si concentra la cifra di Barbara Rizzi, capace di far dialogare un’estetica potente e magnetica con un pensiero che si muove oltre le convenzioni.


La materia è il veicolo di questo racconto: broccato e seta con la loro gravitas evocano rituali antichi e un’eco quasi esoterica; chiffon e organza si muovono nell’aria come fumo o spiriti leggeri; crêpe e cady costruiscono silhouette che oscillano tra scultura e movimento, trasformando il corpo in un’armatura fluida, mai rigida. La palette cromatica non è un mero esercizio di stile, ma un codice simbolico: argento lunare e bianco come visioni chiaroveggenti, oro come sacralità, marrone e sabbia come radicamento, verde mare come profondità, rosso come passione e forza femminile, nero come protezione e mistero.


In passerella prende vita una donna che non subisce la collezione, ma la interpreta: magnetica, consapevole, sicura di sé, in grado di accogliere la “follia” come cifra della propria autenticità. Maktub diventa allora non solo un atto di moda, ma un statement culturale: un’ode all’empowerment, un invito a riconoscere nella forza creativa la possibilità di riscrivere le regole.


Con questa collezione, Barbara Rizzi consolida la sua posizione come autrice di un linguaggio stilistico che non teme di fondere materia e spirito, estetica e filosofia, costruendo un’estetica che diventa manifesto di un destino scelto e interpretato con audacia.

