Intervista a Fabrizia Milia: Non vivo d’altro che d’amore e di fotografia, e d’amore per la fotografia

Fabrizia Milia nasce in un’Isola della Sardegna nel marzo del 1984. Raggiunti i dodici anni inizia a scrivere i suoi pensieri su fogli di carta. Quando la tecnologia avanza Fabrizia ha 18 anni e sostituisce così la carta con i blog. Nel 2008 pubblica il suo primo libro “Pensieri fragili tra pareti di vetro” che è, appunto, una raccolta di tutti i suoi pensieri scritti negli anni. In quello stesso anno si avvicina alla fotografia per non abbandonarla.


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Quale significato personale attribuisce all’autoritratto?


Per me è stato, ed è, nient’altro che un mondo a parte. Un mondo che era, ed è, rifugio, dove il bello – estetico od emotivo – resta per sempre, intoccabile e pulito.


Come si sente mentre immortala la sua stessa immagine?


Ho sempre fotografato me stessa sentendomi altro, come una interpretazione di una femminilità che mi affascina, raramente me stessa o una donna soltanto, bensì una donna che potrebbe essere chiunque. Spesso di altri tempi.


Coglie delle differenze tra l’autoritratto e fotografare altri soggetti?


Per riuscire a provare soddisfazione nel fotografare gli altri dovrei conoscere queste persone almeno da trentacinque anni. Ma non si ha mai abbastanza tempo per conoscersi, mai abbastanza per poterle fotografare sentendo tutto di loro, le loro emozioni, la loro poesia.


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Quale sentimento preferisce cogliere nelle sua fotografia?


La malinconia. La trovo poetica.


Ci sono dei fotografi che ammira particolarmente? Quali?


Ci sono tante immagini che mi catturano. Tante fotografie che mi rubano gli occhi. Una marea. Un infinito cielo.


Amore e fotografia. In che relazione sono nella sua vita?


In comune hanno la costanza. Non vivo d’altro che d’amore e di fotografia e d’amore per la fotografia.


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Quale parola assocerebbe alle sue immagini?


Semplicità. Non c’è niente dietro alle mie fotografie, se non l’amore, appunto, per la luce che trasforma tutto in bello.


Come si reputa cambiata, fotograficamente parlando, dagli inizi?


Non direi in meglio, ci sono fotografie del mio passato che amo oggi più di ieri. Cambia solo la tecnica, alla fine, non credo di essermi allontanata troppo, né evoluta troppo. E’ come quando amo un film o una canzone, li riguardo e riascolto per ore, per giorni, per mesi, per anni senza stancarmi. E’ come quando ami qualcuno e lo ami per sempre.


Cosa preferirebbe non fotografare?


Non fotografo mai niente oltre ciò che amo fotografare. Non ne comprenderei il senso e non ne proverei piacere.


Come affronta i periodi di calo creativo?


Con la consapevolezza che capitano, con la consapevolezza che passano.


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Kate Middleton, in bianco con lungo spacco sul red carpet

Kate Middleton ha avuto il red carpet tutto per sé ieri sera a Londra. La Duchessa di Cambridge, ospite d’onore della premiere del film A streetcat named Bob (in italiano A spasso con Bob), si è presentata sul tappeto rosso senza William né i principini George e Charlotte, splendendo di luce propria in un abito lungo in bianco di Self Portrait. Il film racconta la storia vera dell’ex tossicodipendente James Bowen, che nella pellicola interpreta sé stesso, e della sua amicizia con il gatto randagio Bob, anche lui presente sul red carpet.


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La bella Kate, che dal matrimonio reale con William è diventata un’icona di stile – tanto che il blog What Kate Wore è uno dei più seguiti in Gran Bretagna – ha attirato ancora l’attenzione con un look sobrio, elegante e non troppo costoso ma che in qualche modo rompe la rigida etichetta monarchica. Il lungo abito bianco arriva dalla collezione resort 2016 di Self Portrait e costa appena 320 sterline. Eppure non ha avuto nulla da invidiare ai ball gown indossati dalle star sui red carpet di tutto il mondo, che vantano cifre con qualche zero in più. Corpetto e maniche lunghe sono in pizzo, tessuto che Kate Middleton ha dimostrato più volte di apprezzare, con un delicato motivo floreale intorno allo scollo castigato e una lunga gonna in crêpe plisseé. Ad attirare gli sguardi, però, è stato il lungo spacco che ha lasciato intravedere, complice la brezza londinese, le gambe perfette della Duchessa di Cambridge. Una piccola rivoluzione, che segna un altro passo della monarchia inglese verso la modernità. Il look di Kate Middleton è stato molto apprezzato dal popolo inglese: elegante, poco costoso e con quel tocco di sensualità che spezza le rigide regole di corte. Han Chong, fondatore e designer del brand Self Portrait, ha mostrato sui social network il suo orgoglio per aver vestito Kate: «È un momento di orgoglio per me come designer, vedere Kate Middleton in una delle mie creazioni! – ha scritto sulla sua pagina facebook – È una donna talmente elegante ed è un sogno guardarla. È incredibile!». 


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