Mia Photo Fair 2016 – in mostra la fotografia d’autore

Il MIA Photo Fair 2016, Fiera Internazionale della Fotografia d’Arte, è arrivato alla sua sesta edizione.
Conclusosi lunedì 2 maggio 2016 ha ospitato negli spazi The Mall di Milano 80 gallerie con 230 artisti provenienti da tutto il mondo.

Obiettivo del MIA, dalla sua nascita, è quello di “rivendicare la necessaria dimensione commerciale della fotografia d’arte” così come ci ricorda l’ideatore e direttore Fabio Castelli attraverso il motto
Se non c’è un prezzo da pagare, allora non ha valore” – frase di Albert Einstein scritta a caratteri cubitali tra gli stand.

In questa dimensione commerciale la politica ha sempre fatto sentire la sua presenza ingombrante, così come succede in ambito cinematografico ad esempio; la costruzione di un evento di tale portata prevede una serie di processi di scelte e selezioni e, vagabondando tra gli stand del MIA, rimane il dubbio se siano frutto di una scelta obbligata o se il valore della fotografia d’arte stia lentamente scomparendo.

In un pot-pourri di maestri della fotografia e giovani autori, andiamo a vedere alcune delle proposte del MIA:

Body Land” è la serie di Arno Rafael Minkkinen, con un chiaro rimando alle opere di Francesca Woodman.
Il fotografo, da più di quarant’anni, lavora con il proprio corpo, attraverso degli autoscatti, per comprendere il legame uomo/natura; il risultato sono fotografie in cui il senso di questa ricerca vede l’amalgamarsi tra l’essere umano con la Madre Terra.
Senza alcuna manipolazione digitale, le foto acquistano un tono surrealista, i corpi divengono alberi e ad essi si fondono, le schiene ponti su un paesaggio lacustre.

Photo & Contemporary – Torino.

"Body Land" di
“Body Land” di Arno Rafael Minkkinen


La galleria Still di Milano presenta una serie fotografica del maestro dello yachting photography, Carlo Borlenghi. Una vita passata a fotografare barche nel loro ambiente già poetico per definizione – il mare – con un’espressività personale e originale. Borlenghi ha il potere di fermare un’onda nell’attimo esatto in cui questa riempie l’obiettivo, la luce sulle increspature dell’acqua sembrano dipinte, il cielo è carico quasi sul punto di esplodere e quel punto bianco, quella barca in mezzo al mare, il pensiero di un viandante solitario.

Carlo Borlenghi


Monica Silva, fotografa di origine brasiliana, affronta il tema dei conflitti religiosi. Ispirata dall’opera di Caravaggio “Cena in Emmaus”, riunisce ad una tavola carica di simboli quattro religioni- ebraica, buddista, cattolica e musulmana – con ironia e colore; un messaggio che invita all’unione e alla fratellanza.

Galleria Bianconi, Milano

Sacro Pasto (Cena di Emmaus)
Sacro Pasto (Cena di Emmaus) – Monica Silva


ES_SENZA è la serie del fotografo italiano Settimio Benedusi che recupera dal cassetto della memoria le foto di sé bambino in compagnia del padre. Attraverso l’uso di Photoshop, il linguaggio attuale, Benedusi rimuove la figura del padre, la testimonianza di una presenza/assenza, mentre il bambino che è stato, rimane fisso nell’immagine. Una lettura profonda ci porta a riflettere sulle difficoltà che la vita ci pone, a partire dalla perdita dei cari, un destino comune a tutti e impossibile da evitare; forse il dolore più grande che, nonostante tutto, ci lascia ancora in piedi, come quel bambino nella foto, perchè la vità va avanti ed è la nostra forza.

Galleria Still – Milano

Es_senza - Settimio Benedusi
Es_senza – Settimio Benedusi


Vera scoperta di questo MIA Photo Fair è il talentuoso Marco Onofri, che presenta il progetto Followers. “Cosa succederebbe se tra le donne che posano nude sui social network e i fedeli seguaci si togliesse di mezzo il mezzo?” Tolto un computer, rimane la realtà – ed è qui che entrano in scena i soggetti che prima si nascondevano tra fake e commenti anonimi. Moralizzatori, mamme, erotomani, studenti, bambini e addirittura cani, sono i veri protagonisti dello scatto, con le loro espressioni che parlano di una verità nota a ciascuno di noi, followers a nostra volta.
Una lode per il tema scelto, di grande attualità e per essere riuscito a renderci parte dell’opera stessa.

Romberg Project Space– Latina

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Followers – Marco Onofri


Questi sono alcuni tra gli esempi pionieristici di questa edizione del MIA Photo Fair, piccola testimonianza in una fabbrica di racconti che rimarranno nell’ombra.
Il MIA Photo Fair rimane ad ogni modo la più grande Fiera fotografica di respiro internazionale in Italia, e da’ un valore aggiunto alla città di Milano, ma quanti “pezzi di storia” darà alla luce?

Sullo sfondo i grandi maestri, Bert Stern, Mario De Biasi, Herb Ritts – tutto il resto è noia.



MIA – Milan Image Art Fair 2016
The Mall – Milano Porta Nuova
P.zza Lina Bo Bardi
28 aprile – 2 maggio

Mostra “Dissoluzione Duomo”, il simbolo di Milano che scompare

Desideravo fermare tutte le cose belle che mi si presentavano davanti, e finalmente questo desiderio è stato soddisfatto” – citava Julia Margaret Cameron, nota fotografa inglese esponente del pittorialismo.

Pare che Giuseppe Di Piazza abbia la stessa attitudine al bello, con la sola differenza che anziché “fermare” le cose, le faccia “sparire”!

Nella sua personale fotografica “Dissoluzione Duomo“, esposta alla galleria Still (via Balilla, 36 Milano) conclusasi il 12 novembre, Di Piazza, come un moderno Houdini, fa letteralmente scomparire il simbolo di Milano: il Duomo.

Cosa ci sia dietro questo gesto, sta a chi l’arte la riceve scoprirlo, non è certo compito dell’autore, che invece lascia molte domande. Lo spettatore quindi, il lettore di queste immagini vede, attraverso una serie di scatti e di aperture progressive a mano libera, un’ondata di luce, un’apparizione che genera una sparizione. La storia di Milano che si sgretola per mano della natura, per opera della luce stessa.
Quanto in queste fotografie c’è di vero, quanto di morale e provocatorio?

Giuseppe Di Piazza racconta di aver avuto l’idea durante una soleggiata giornata meneghina, mentre era in motorino, un pomeriggio di primavera: “Straordinaria l’intensità e il colore di quella luce, voltandomi verso il Duomo, lo vidi inondato da un chiarore così bianco da farlo svanire“.

A. Dissoluzione-Duomo-totale
Dissoluzione Duomo – totale sequenza di scatti


Il Duomo, simbolo per eccellenza di Milano, è la prima cosa che cerchi quando ti alzi al mattino e l’ultima su cui lo sguardo si posa la sera. Si dice che il Duomo di Milano venga solo dopo San Pietro in Vaticano. Non riesco a capire come possa essere secondo a qualsiasi altra opera eseguita dalla mano dell’uomo”  – Mark Twain



Cos’è “Dissoluzione Duomo“? Il seme, il frutto, il fiore che rappresenta l’immensa storia del colosso milanese? Una Chiesa seconda solo a San Pietro in Vaticano, misteriosa quanto ambigua, di una magnificenza e bellezza che tutto il mondo invidia. O è forse l’amore che un siciliano trapiantato a Milano dimostra per la sua nuova casa? L’amore fotografico che imbandisce tutte le arti e porta a consacrare e sconsacrare, saccheggiare e donare, denunciare e conservare tutto quello che il nostro occhio vede?

Giuseppe Di Piazza, noto giornalista, scrittore e fotografo italiano, ci prende per il naso con questo giochetto irrisolto, forse una provocazione voluta – la dissoluzione del Duomo – blasfemia o premonizione?

A voi la risposta.

Oltre all’opera “Dissoluzione Duomo”, Giuseppe Di Piazza ha esposto 100 pezzi unici 20×30, istantanee ritoccate con pastelli ad olio, delle vedute meneghine da lui rivisitate.