Zara apre il primo store in un aeroporto italiano

Ha inaugurato pochi giorni fa a Malpensa il primo store Zara all’interno di un aeroporto italiano. Seicento metri quadri è la superficie su cui si stendono gli spazi del nuovo punto vendita, che va ad aggiungersi a quelli di Zara Home e Massimo Dutti, già presenti nell’hub, disposti su un unico piano all’interno dell’area Duty Free Shop presso il Terminal 1.

Una forma quasi circolare caratterizza il concept su cui si erge il monomarca del colosso spagnolo: un semicerchio in vetro, che funge da vetrina, rivolto verso il corridoio dell’aeroporto. Un design innovativo ed accattivante, per uno store che segna un nuovo successo per il brand.

All’interno vengono proposte le collezioni menswear e womenswear. Con un personale composto da 18 persone, con otto nuove assunzioni, il nuovo store si preannuncia già crocevia di clienti di tutte le nazionalità, nel segno dello stile.

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Zara, capsule collection dedicata ai Rolling Stones

Zara rende omaggio ai Rolling Stones con una capsule collection esplosiva, grintosa, carica di un romanticismo rock glam.
La collezione omaggia l’uscita dell’ultimo album del gruppo britannico datato 2 Dicembre: Blue & Lonesome.
Un ritorno al passato quello di Mick Jagger, Keith Richards, Ronnie Wood e Charlie Watt che celebrano le loro radici blues e giocano con suoni dal sapore autentico, un vero e proprio disco che sembra suonare dal vivo.

Zara ne fa un editoriale senza tempo lasciando scorrere sul sito ufficiale alcune foto del concerto del 2013 a Londra, Hyde Park.

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Non un memoriale, non un ricordo sbiadito, bensì il riecheggiare di una continua musica che non possiede confini temporali, apprezzata e da apprezzare anche per i suoi contenuti testuali.
Si fa spazio – nella presentazione della capsule – il testo della canzone “i’m just your fool” che cita così:

I’m just your fool, can’t help myself
I love you baby, and no one else
I ain’t crazy, you are my baby
I’m just your fool

I’m just your fool, I must confess
Still love you baby, and take your mess
I ain’t lyin’, no use a jivin’
I’m just your fool

You must be tryin’ to drive me crazy
Treatin’ me the way you do
I ask you please have mercy baby
Let me be happy too
If you gonna leave me, for someone new
Gonna buy me a shotgun, shoot it at you
I ain’t lyin’, no use a jivin’
I’m just your fool

I’m just your fool, can’t help myself
I love you baby, and no one else
I ain’t crazy, you are my baby
I’m just your fool


Il mood della capsule sembra delinearsi sulla base di questo pezzo: si alternano t-shirt con iconico logo stampato a felpe, giacche e camicie in denim, tagli da cowboy e ricami.

L’innovazione gioca a suo favore: ogni capo della collezione presenta un QR code sull’etichetta che permette di collegarsi direttamente ad una piattaforma musicale che consente l’ascolto in streaming del nuovo album.

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Bufera da Zara: trovato un topo morto cucito dentro un vestito

Scandalo in casa Zara: resasi conto dello strano odore proveniente dal vestito appena acquistato, una ragazza di Manhattan ha trovato nella cucitura del capo un topo morto. La brutta avventura è capitata lo scorso luglio a Cailey Fiesel, 24 anni: la ragazza era andata a fare shopping in un negozio Zara di Greenwich, in Connecticut, e aveva acquistato un vestito alla cifra di 40 dollari.

Due settimane dopo, indossato il capo, Cailey avvertiva un odore pungente e sentiva qualcosa proveniente dalla cucitura pungerla. Convinta si trattasse della targhetta antitaccheggio, la giovane ha tirato la cucitura e da lì la macabra scoperta: la zampa di un topo morto largo circa 6 centimetri, in avanzato stato di decomposizione, che faceva capolino dalla cucitura della scollatura.

Dopo aver documentato la scoperta con tanto di foto, la giovane ha citato in giudizio presso la Supreme Court di Manhattan la multinazionale di moda, che dal canto suo si difende, assicurando verifiche e indagini interne. A dare per primo la notizia il New York Post, seguito da diversi quotidiani americani. Dato lo choc causatole dall’accaduto, la giovane americana ha subito deciso di fare causa al colosso di abbigliamento spagnolo. I suoi legali parlano di “danni non specificati” e la giovane avrebbe manifestato una eruzione cutanea riconducibile al contatto col roditore.

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La foto che documenta la scoperta choc fatta da una ragazza americana


Zara ha rilasciato una nota in cui spiega la sua posizione in merito all’incresciosa vicenda: Zara è a conoscenza delle accuse mosse da una cliente negli Stati Uniti e sta indagando ulteriormente la questione. Il brand opera in base a severi controlli di qualità e standard di salute e sicurezza comuni in tutto il mondo che vengono seguiti in tutte le fasi della produzione, incluse la cucitura e la stiratura. Siamo impegnati a garantire che tutti i nostri prodotti soddisfano questi requisiti rigorosi”.

I più bei 10 choker della collezione di Zara 16/17

La choker mania ha contagiato tutti senza dimenticare nessuno, neppure il colosso spagnolo Zara.
Così questo oggettino da legare al collo rappresenta una rinascita, in parole più semplici un nuovo modo di riappropriarsi di ciò che è vecchio, ritornando in voga dagli anni ’90.


Quando una nuova moda sgomita per le strade, è difficile farne a meno.
Infatti tutte le donne, o quasi, di qualsiasi età lo indossano con disinvoltura su ogni tipo d’abito possibile ed immaginabile.
Eppure, questo collarino così amato possiede un dress code da non sottovalutare.


L’unica certezza risiede però nel fatto che sia un oggetto tanto praticato quanto desiderato.
Zara propone un abbinamento composto da un choker e da un ulteriore accessorio coordinati in diversi “chocker pack“, ecco i 10 più belli.


1. Il primo choker pack è composto da un laccetto molto lungo con copertura color oro in estremità e da un collarino lunghezza collo con catenelle.
Il suo prezzo è 15,95 euro.


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2. Il secondo choker pack è composto da un primo choker in velluto rosa antico con luminosi inserti floreali e da due collanine gioiello.
Il suo prezzo è 17,95 euro.


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3. Il terzo choker pack è composto da due choker in pizzo e da un altro choker che è declinato sottoforma di una serie di brillantini.
Il suo prezzo è 12,95 euro.


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4. Il quarto choker pack è composto da un primo choker di tessuto nero, un secondo choker in color oro e da una collana lunga con pendente.
Il suo prezzo è 15,95 euro.


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5. Il quinto choker pack è composto da un choker di tessuto nero e da una collana lunga con pendente a forma di stella.
Il suo prezzo è 15,95 euro.


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6. Il sesto choker pack è composto da un primo choker laminato e da un secondo choker multicolor con sfere.
Il suo prezzo è 15,95 euro.


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7. Il settimo choker pack è composto da un choker in strass con pendenti a forma di stelle e da un laccetto in velluto.
Il suo prezzo è 15,95 euro.


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8. L’ottavo choker pack è composto da un choker molto lungo in velluto rosso con piccoli inserti luminosi a forma di cuore o stella e un choker corto con unico inserto a forma di cuore sempre in velluto rosso.


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9. Il nono choker pack è composto da un choker in tessuto nero con anello che congiunge i due lembi del collarino e un choker sottoforma di laccio.
Il suo prezzo è 15,95 euro.


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10. Il decimo choker pack è composto da due lembi di choker in tessuto nero congiunti da un laccio a forma di fiocco. Le due estremità del choker posseggono inserti luminosi a forma di fiore.
Il suo prezzo è 17,95 euro.


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I più bei cappotti ’16 di Zara sotto i 100 euro

Ultimamente Zara sorprende con prezzi che sembrano salire sempre più dimenticando il vero motivo che spinge le donne a comprare: il rapporto qualità/prezzo.
Eppure non tutti i capi sono untouchable per il portafoglio, molti altri sembrano perfetti per completare un armadio in linea con la moda del momento, ma economico.
Così, scovando nella collezione Autunno Inverno 2016 del colosso spagnolo, si sono resi visibili alcuni indumenti sui quali la qualità/prezzo sembrerebbe ancora governare.
Tra questi, i cappotti.


I trend del momento affermano:” Sì al cappotto, ma che sia lunghissimo“.
Zara non si fa cogliere impreparata e aggiunge nella sua collezione un cappotto nero molto lungo, così lungo da coprire le caviglie.
Si presenta con classico colletto e abbottonatura a sei bottoni.
Il suo prezzo è 89, 95 euro.


cosmpolitan.it
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Per le amanti delle fantasie, immancabile nell’armadio dell’autunno inverno 2016 è il tartan.
Zara propone un cappotto con tartan nero su una base in grigio chiaro.
Anche questo abbastanza lungo ma meno del primo, scivola infatti sulle ginocchia.
Classico colletto e tasche laterali lo completano.
Il suo prezzo è 69,95 euro.


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Dalla commistione tra il primo e il secondo, ne viene un terzo lungo sino a nascondere le caviglie (proprio come il primo) ma con un particolare che richiama il secondo: le tasche laterali.
Un solo bottone centrale congiunge il classico colletto.
Nella versione in colore rosso, questo cappotto richiama il calore delle feste natalizie e del fuoco dei caminetti accesi durante il periodo invernale.
Il suo prezzo è 99,95 euro.


fonte foto: cosmpolitan.it
fonte foto: cosmpolitan.it



Ancora tartan per il cappotto dalle linee morbide, meno rigide delle precedenti.
Il capotto si presenta su base neutra con tartan rosso e verde mascherando così una rivisitazione della classica fantasia.
Lunghezza fino alle caviglie, classico colletto, bottone unico centrale e tasche a sacco laterali lo completano.
Il suo prezzo è 69,95 euro.


fonte foto: cosmopolitan.it
fonte foto: cosmopolitan.it

Zara colpisce ancora, ecco il cappotto che fa impazzire tutte

Zara sembra sfornare per ogni stagione dei capi di tendenza.
Il colosso del fast fashion non sbaglia un colpo: dopo la biker jacket gialla, si fa strada un cappotto che piace davvero a tutte, è il “that coat“.


“That coat” possiede anche un profilo Instagram che raccoglie al momento solo 200 foto, un piccolo numero, simbolico, eppure emblema della condivisione, della viralità.
Un sistema forse, e sarebbe davvero geniale, per far conoscere e far circolare il cappotto.
Ricercando attraverso l’hashtag #thatcoat, si susseguono milioni e milioni di foto da parte di utenti di tutto il mondo, con prevalenza su Londra.


L’ho visto anche io“, “ero in un supermercato e l’ho visto almeno tre volte in un’ora soltanto“, “mi chiedevo se avessi le allucinazioni, ma #thatcoat è davvero ovunque!“, questi i commenti degli utenti Instagram, tra reazioni incredule e sorprese.


Così, questo cappotto dalla trama bon ton che ricorda vagamente lo stile e l’allure di Chanel, si presenta bianco e blu, senza alcun bottone e alcuna zip.
Semplice ed elegante, ha conquistato presto il cuore delle donne.


Zara non possiede rivali, permette di indossare in maniera economica alcuni capi visti sulle ultime passerelle facendone un copia e incolla perfetto.
Copia e incolla che necessita essenzialmente di un sistema di velocità, infatti è il primo fast fashion a subire il fascino dell’immediatezza.
Negli store sono già presenti, quasi da qualche giorno dopo la loro visione, i capi più cool della stagione attuando la formula dell’imminenza, quasi come quella del “see-now-buy-now” tipica delle ultime passerelle allestite durante le Fashion Weeks.


I risultati della condivisione, riconducono inevitabilmente al fenomeno dell’omologazione.
E seppur appaia semplice nell’era dell’apparenza sentirsi e mostrarsi diversi, molto meno lo è comunicando uno stesso messaggio visivo attraverso l’estetica del vestire.
Il consenso simulato per un tale oggetto o indumento qual sia attraverso i social sites, è il primo esempio di pubblicità gratuita e favorita che arriva agli utenti come sinonimo di scelta, eppure non è scelta, è accettare la massificazione.


Vestirsi non è coprirsi e non è assomigliarsi, è unicità da esprimere, mettendo da parte l’ansiogena paura del sentirsi soli.


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fonte foto: www.zara.com
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Place to be: ISMARA

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Recentemente anche i colossi del fast retail, ovvero quei negozi la cui principale caratteristica risiede nel produrre e distribuire sul mercato piccole collezioni al ritmo di una ogni due/tre settimane, hanno proclamato la loro “Recycle week”, cioè un avvicinamento alla cosiddetta visione etica della moda, dichiarando così un cambiamento di rotta e sancendo così un nuovo importante avvenimento nella storia della moda contemporanea.


C’è chi, nella capitale meneghina, ha fatto della moda sostenibile il proprio punto di forza sin dagli esordi, il 2005 per essere precisi: stiamo parlando di Ismara (www.ismara.it), una giovane impresa che unisce artigianalità al rispetto dell’ambiente.


Stefano Vandelli, il direttore commerciale di Ismara, dichiara: “Per noi usare tessuti BIO è stata una scelta fisiologica, esattamente come avere un laboratorio di proprietà o l’utilizzo di materiali provenienti da circuiti di up cycling. Ci piace pensare di riuscire a dimostrare come una piccola realtà come la nostra possa sostenersi e generare utili senza rinunciare a produrre in Italia, impiegando tessuti di qualità ed avvalendosi di dipendenti diretti.”


La proposta moda di questo giovane marchio ( il negozio si trova in Via Poerio, 3 a Milano, a due passi da Porta Venezia) prevede modelli dal design essenziale, drappeggiati o che prevedono l’accostamento di più tessuti, per l’estate 2016.

La piccola azienda rappresenta una emergente realtà della moda sostenibile.



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Zara nella bufera. L’illustratrice Tuesday Bassen denuncia il marchio

 

Bufera non solo mediatica in quel di Zara.

Il colosso spagnolo della moda, è infatti accusato di rubare, per così dire, le illustrazioni altrui, trasmigrandole con fugace velocità nelle sue collezioni.

A lanciare questo monito/accusa, è l’illustratrice americana Tuesday Bassen che utilizza la piattaforma Instagram per “sbugiardare” il marchio.

Come ha dichiarato la ventisettenne illustratrice californiana, il presunto caso di plagio ai danni del suo lavoro, è stato reso noto ad un legale che provvederà a richiamare Zara.

 

 

Il post di denuncia di Tuesday Bassen apparso sul suo profilo Instagram. Fonte immagine Tuesday Bassen IG)
Il post di denuncia di Tuesday Bassen apparso sul suo profilo Instagram. Fonte immagine Tuesday Bassen IG)

 

 

La risposta del marchio, però, non si è fatta attendere: “La mancanza di tratti distintivi, rende molto difficile quantificare la parte di popolazione che associa i disegni in questione a quelli di Tuesday Bassen”, hanno fatto sapere dall’ufficio stampa.

Ma un’assomiglianza, come tutti potranno notare, c’è è come e non solo associando i disegni di Tuesday con quelli proposti dalla griffe low cost.

Sbirciando in rete, infatti, diverse sono le analogie che legano i disegni di Zara, con marchi oramai affermati nel fashion biz ma, come tutti ben sapranno, basta anche solo un tratto modificato, per non incorrere alle accuse infamanti di fake e uscirne indenni da ogni calunnia.

Come terminerà la bagarre tra le due parti, non possiamo ancora saperlo, ma se è vero che l’ispirazione percorre una strada lunga per essere rielaborata, in questa occasione, il percorso è stato, molto probabilmente, “accorciato”.

 

 

Fonte cover Twitter

 

 

Zara e Pepsi siglano una capsule collection

Il mix è perfetto. Due colossi (uno della moda e l’altro delle bibite) s’incontrano e nasce una mini capsule collection composta da due capi: un crop top e una t-shirt.

Zara e Pepsi, insieme per creare capi  giovanili, divertenti e dall’allure pop.

 

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(Fonte cover europrosem.com)

 

(Fonte cover europrosem.com)
(Fonte cover europrosem.com)

 

Ispirati allo stile anni 60/70, il top e la t-shirt, sono stati creati accontentando i gusti  delle giovanissime che potranno abbinarli con jeans delavé (come dettano le tendenze attuali), chiodi in pelle (come suggerisce la campagna pubblicitaria di presentazione) o con salopette per un mood anni ’90.

La collezione, sarà disponibile nei punti vendita Zara e sull’e-commerce del marchio spagnolo.

 

 

 

 

Fonte cover  europrosem.com