Prada: estetica globetrotter in passerella a Milano

È stato finora il défilé più controverso, quello che più ha animato le discussioni della seconda giornata della Milano Moda Donna: sfila sulla passerella di Prada una nuova estetica, che trova incarnazione in una incallita viaggiatrice dall’animo curioso, un po’ bohémien e un po’ globetrotter, sempre pronta ad abbracciare nuove sfide e nuovi orizzonti.

A calcare la passerella è una donna dissoluta, ai margini della società, stretta in corsetti che profumano di antichi boudoir e segreti inconfessabili; poi ecco il lusso del broccato di seta ad impreziosire capi dal sapore retrò, vagamente Fifties, reliquie di un passato lasciato ad attecchire tra la naftalina degli armadi, tra ricordi custoditi con cura in soffitte polverose.

La donna immaginata da Miuccia Prada per la collezione Autunno/Inverno 2016-2017 è una vagabonda di lusso, che sembra quasi provare un autentico piacere nell’inedito mix & match a cui si lascia andare. Gli accostamenti sono arditi e surreali, audaci prove stilistiche che catturano l’occhio e la fantasia. È un patchwork di lana e broccati preziosi, tra calze ricamate e abiti da sera, tartan e velluti. Sovrapposizioni, cappotti in stile militare, capispalla dall’allure classico in tweed con il collo di pelliccia a contrasto. Gli accessori sembrano rubati dal guardaroba della nonna, mentre decorazioni surrealiste fanno capolino ovunque, ed inserti in velluto come spalline completano abiti da sera che ricordano un passato mai vissuto o mai dimenticato.

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(Fonte Madame Figaro)
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Protagonista indiscusso della sfilata è un casual mood perfettamente studiato in ogni dettaglio, nel segno di un effortlessy chic che strizza l’occhio a certe suggestioni barocche e sopra le righe da indossare con disinvolta allegria accanto alla mise più sobria. Largo ad accostamenti borderline ed accessori iperbolici, per un’eleganza nuova, che fa di questa originale clochard extra lusso una trendsetter ante litteram. Ribelle, anticonformista, complessa ed individualista, la donna Prada non teme il giudizio altrui e sfila dall’alto di una invidiabile self-confidence.

Le stampe firmate da Christophe Chemin profumano di viaggi in paesi lontani, di valigie mai riposte e di un bagaglio culturale che trae linfa vitale dalla mera osservazione del mondo, tra popoli e culture lontane che affascinano questa cittadina del mondo, più a suo agio on the road che entro i ristretti limiti delle feste glamour. Proustiana nel suo approccio al viaggio, curiosa e decadente, è una donna che ha un vissuto da raccontare, che trova espressione nelle collane con libri e chiavi come ciondoli, tra oro all over e stoffe pregiate.

Il cappello marinère si accosta alla camicia hawaiana, gli stivaletti da montagna accompagnano l’abito da sera, mentre sotto a paletot dall’aria vintage sbucano corsetti semi slacciati. I capispalla sposano astrakan e lana patchwork, per suggestioni globetrotter; il mood è casual e folk, per peregrinazioni ricche di aneddoti, ricordi e souvenir di viaggi, racchiusi nell’immancabile handbag che fa capolino quasi ad ogni uscita. In passerella brilla Stella Tennant, blasonata top model britannica, oggi splendida quarantacinquenne, mirabile testimone dell’estetica di Miuccia Prada.


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