“Something À La Mode” Edizione 2.0

Dopo il successo della prima edizione, il formato vincente di “Something À La Mode” trunk show creato dalla Fashion Curator Veronica Sheynina, è tornato a Milano durante la MFW con due nuovi stilisti.


Presentando una collezione eco-sostenibile realizzata completamente in lino il brand made in Russia VOLTRY.

E la stilista Italiana SOFIA ALEMANI che dopo la Montecarlo FW e Alta Roma ha scelto l’evento “Something À La Mode” per presentare le sue nuove eclettiche creazioni.

VOLTRY è un brand Russo eco-sostenibile specializzato da più di 50 anni nella lavorazione del filato di lino ecologico, trasformando i capi in veri trend. Il brand è stato il primo in Russia a utilizzare il filato di lino ecologico per la produzione di maglieria ed è diventata il leader assoluto del settore in Russia.

La produzione è focalizzata sui capi in tessuto di lino con l’uso dei vari metodi di lavorazione a mano che rendono ogni capo VOLTRY unico ed esclusivo.

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La visionaria Designer SOFIA ALEMANI presenta la sua collezione “XXL vs XXS Capsule”, dove il concetto curvy esplode finalmente nella gioia di mille colori e luci di paillettes esibite nel segno del massimalismo.


SOFIA ALEMANI presenta un approccio spontaneo e curioso al tessuto, dove nulla è scontato. Così il diritto lascia il posto al rovescio, creando inedite percezioni e suggestioni tattili inesplorate.


“Con questa speciale capsule di capi prêt a couture ad ispirazione sport chic – spiega Sofia Alemani – desidero ringraziare le mie clienti che sono tutte donne vere e di tante età e taglie diverse. Le ringrazio perché credono ancora nella qualità e nella creatività dei capi sartoriali, fatti su misura e immaginati per valorizzare al massimo la bellezza di ciascuna”.


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AD ALTAROMA SI CELEBRA IL MAESTRO RENATO BALESTRA

Alta Roma celebra Renato Balestra, 94 anni, nato a Trieste ha studiato ingegneria, con la passione per la moda, ancora giovanissimo si trasferisce prima a Milano poi a Roma dove ha aperto il suo primo atelier nel 1961.


Nello scenario più autentico dell’antica Roma Renato Balestra ha aperto la serata con il suo famoso Blu Balestra, seguito poi dai abiti per le prime della scala a concludere con abiti da sposa.


In totale sfilano 70 outfit che riassumono l’eleganza del maestro della haute couture italiana, una notte magica che neanche la pioggia è riuscita a fermare, ispirazione alla bellezza pura della donna, riprende uno stile principesco adattandolo alla raffinatezza dei suoi gusti.


Stampa, critici , blogger e ospiti, hanno assistito alla sfilata di una collezione ispirata al mondo principesco, più che una sfilata, una notte da fiaba.


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GRANDE SUCCESSO AD ALTAROMA PER BAILISS ATELIER

Larisa e Alisa Baysarov sono la mente creativa dell’ Atelier Bailiss, brand che è nato a Mosca nel 2014.

Dopo il grande successo durante la Monte Carlo Fashion Week, la maison moscovita incanta gli ospiti e addetti del settore durante AltaRoma, portandoli in un mondo di abiti e colori vivaci mescolati con quelli più tenui, per una collezione decisamente sofisticata utilizzando solo tessuti naturali e molto piacevoli da indossare.


Le ispirazioni delle designers prendono spunto dalla musica lirica, combinando eleganza e tecniche tradizionali della cultura del Caucaso russo, realizzato all’uncinetto con l’aggiunta di paillettes, strass, perle e perline.


Vediamo colori come il blu, marrone e bianco per i look eleganti e moderni. Per i capi più considerevoli troviamo il rosso acceso, fucsia e lavanda.


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Altaroma: note glam in passerella da Mario Orfei

Ha sfilato nell’ambito di Altaroma la collezione Autunno/Inverno 2017-2018 di Mario Orfei. Suggestioni Seventies dominano in un défilé caratterizzato da silhouette ampie e stampe vivaci. Colorati e glam i tessuti avvolgenti indossati dalla donna Mario Orfei, che non lesina in sensualità e charme. La collezione, intitolata Reflex City, unisce note metropolitane a citazioni anni Settanta, in un crogiolo di ispirazioni multiformi: il passato e il futuro sembrano convergere in una dimensione atemporale, tra sovrapposizioni di lussuose armonie e contrapposizioni ardite. Il contrasto è la parola chiave, tra lussuose armonie e note glam nelle lavorazioni metalliche e nei tessuti laminati. Largo a sete fluttuanti e stampe dévoré, tra bagliori di rame plissé, oro e platino illuminano i classici velluti blu, cioccolato e rosa baby dai tagli sartoriali rubati dal guardaroba maschile. La donna che calca la passerella sfoggia completi e giacche rigorose in doppio petto ma anche note geometriche nel check rivisitato che si alterna al principe di Galles e all’ecopelle, che spicca tra i materiali usati, accanto a pregiate lane d’alpaca che conferiscono una nota sofisticata a pantaloni, tute, gilet e cappotti. I capispalla costituiscono il pezzo forte della collezione: tra cappotti oversize con collo in eco-pelliccia policroma e cappotti sartoriali, veniamo proiettati in inediti flashback ad un passato che si rivela sorprendentemente contemporaneo. Dettagli preziosi negli abiti fluttuanti, in cui spiccano decorazioni in argento e vetro di murano: suggestioni oriental nelle maniche e nelle cascate di rouches, per una femminilità evergreen.



(Foto cover: Blog & the City)

Altaroma: sfila il surrealismo ibrido di Melampo

Ha sfilato nell’ambito di Altaroma la collezione Fall/Winter 2017-2018 di Melampo: finaliste di “Who Is On Next? 2016″, Lulù e Anna Poletti, le menti creative di Melampo Milano, presentano sulle passerelle di Altaroma una collezione dai risvolti introspettivi, che trae ispirazione dalle opere del pittore surrealista contemporaneo Dino Valls. Le due designer partono per un viaggio lisergico attraverso un universo onirico, in cui l’individuo è al contempo centrale e sognato. Una collezione che si snoda in una affascinante dicotomia tra costruzioni e decostruzioni, tra ardite sovrapposizioni e fluidità delle silhouette. La camicia diviene capo passepartout, in una moda ibrida, in bilico tra leisure wear e homewear. In un crogiolo di connessioni e sinapsi, veniamo proiettati in un viaggio che mixa luoghi e stili: largo a tartan scozzese, indossato accanto a colli vittoriani e dettagli edoardiani. Ma sono presenti anche suggestioni che omaggiano il barocco spagnolo e gli animali mitologici delle chiese gotiche francesi. Largo a ricami floreali e decorazioni che rimandano ad un bestiario astratto su materiali diversi, che spaziano dal cotone maschile di tessiture da camiceria alla mussola in seta, dalla lana tartan al pizzo chantilly fino al velluto délavé e al tapestry prezioso. Infine tripudio di candida broderie anglaise. Introspettiva e suggestiva, la collezione delle due designer, entrambe nate a Milano, Lulù nel 1979, Anna nel 1981. Dopo un’infanzia trascorsa in fabbrica, le giovani iniziano a cucire. Dopo gli studi in architettura al Politecnico di Milano, Lulù frequenta il Corso per fotografi di scena dell’Accademia Teatro alla Scala e inizia a lavorare con fotografi del panorama contemporaneo italiano e internazionale. Anna invece fin dai tempi del liceo si all’azienda di famiglia. Non termina gli studi in Economia per iniziare a lavorare a tempo pieno come responsabile dello sviluppo prodotto, imparando a gestire tutte le fasi della realizzazione, dal figurino all’abito. Tra il 2013 e il 2014 inizia per le due giovani la nuova avventura: le due stiliste danno vita a Melampo, brand che si pone come interprete della moda contemporanea con

Le falene di Greta Boldini conquistano Altaroma

“Come Falene” è il titolo della collezione di prêt-à-porter Autunno/Inverno 2017-2018 presentata da Greta Boldini ad Altaroma. Sontuosa eleganza in bilico tra contemporaneità e suggestioni anni Quaranta caratterizzano una collezione iconica, che celebra la crescita stilistica del giovane brand, disegnato da Alexander Flagella: accettazione, perdono e redenzione divengono le parole chiave attorno alle quali si sviluppa la sfilata. La donna che calca la passerella ricorda una falena, mantide enigmatica e sospesa in una dimensione onirica, in cui si avverte il peso incombente di note belliche. In un crogiolo di libere associazioni si erge lo stile di Greta Boldini, che trae ispirazione dall’arte di Van Eyck e di George Grosz. Lo stile Forties sembra dominare, in una collezione che si snoda tra echi nostalgici e dettagli maschili. Flagella rivisita intramontabili classici del guardaroba, come la giacca Barbour in tela anti pioggia, che si indossa ora con gonne in seta plissettata e lunghi abiti alla caviglia in ciniglia e velluto prezioso. Una combattente la donna Greta Boldini, che percorre sicura la passerella di una sfilata velata da una vena di spiritualità. Tripudio di sete plissé per lunghi abiti che scoprono le caviglie: i capispalla sono rubati al guardaroba maschile. Domina il rigore di costruzioni tipicamente anni Quaranta, per un’eleganza sobria ma che non lesina in suggestioni couture. Largo ad ardite sovrapposizioni ed inediti coup-de-theatre: tripudio di lana bouclé e cashmere pregiato, seguito a ruota da viscose, tulle ricamati, organze preziose, crepe de chine e pizzo. Suggestioni Art Déco nei dettagli in vetro nero e cristalli, lusso nelle pellicce di visone, volpe e mongolia, che danno vita a caleidoscopici giochi insieme al mohair in pelliccia e alle spugne misto lana-cotone. Calda e drammatica la palette cromatica, che indugia nei toni dell’antracite, del chianti, del muschio, del phard e del glicine, fino ad aprirsi alle scale dei grigi e dei rosa violenti. I gioielli sono firmati da Iosselliani e le borse da Cecchi de Rossi. Alexander Flagella è la mente creativa dietro Greta Boldini: il giovane, classe 1984, si è laureato presso il Polimoda di Firenze. Il brand si ispira ad un’estetica bifronte, che guarda da un lato alla bellezza di una diva senza tempo come Greta Garbo e dall’altro allo charme imperituro delle donne ritratte da Giovanni Boldini.

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Altaroma: la teoria del bambù di Marianna Cimini

Ha sfilato nell’ambito di Altaroma la collezione prêt-à-porter Autunno/Inverno 2017-18 di Marianna Cimini: la giovane stilista, finalista a Who’s On Next 2014 nella sezione prêt-à-porter, presenta una collezione ispirata alla cultura giapponese. Suggestioni botaniche e tocchi oriental si uniscono per grafismi eclettici e velluti preziosi: si intitola “La teoria del bambù” la collezione che ha calcato la passerella di Altaroma. Il bambù diviene fil rouge di una sfilata ricca di suggestioni: l’arbusto, simbolo di tenacia, vitalità ed equilibrio, ispira alla stilista partenopea stampe audaci ed irriverenti, che celano profonde riflessioni filosofiche. Robusta e tenace, la radice del bambù sembra assomigliare all’animo femminile, fragile e forte, pronto ad affrontare la vita con entusiasmo ragazzino.

In bilico tra rigore e spensieratezza, la collezione parte da una serie di lunghi abiti in velluto nero, per poi aprirsi ai colori: largo a jumpsuit, abitini e gonne frastagliate da giochi di rouches, da indossare con manteau e giacche a vento trapuntate. Le silhouette sono a trapezio, in un gioco di rimandi al passato, in primis agli anni Sessanta. Brio e fantasia nei contrasti cromatici e nello styling irriverente, che non lesina nell’uso del calzino. Come da copione, la collezione è pervasa da note sportswear ma non lesina in romanticismo e sprazzi di una femminilità ancora in fieri.

Cresciuta in Costiera Amalfitana, Marianna Cimini ancora giovanissima si trasferisce a Milano, dove frequenta il prestigioso Istituto Marangoni. Seguono collaborazioni con brand del calibro di Max Mara, dove disegna per più di tre anni la linea ‘S Max Mara, e Tod’s, dove crea una capsule collection per Fay Donna. Tanti i riconoscimenti di cui la giovane designer è stata insignita, come il “Premio Moda Italia” sponsorizzato dal CNA. La stilista è stata finalista con menzione speciale del concorso “Next Genaration” e finalista al concorso Muuse per Vogue Talents for The Young Vision Awards.

Nel 2012 la giovane lancia il marchio che porta il suo nome ed ottiene subito notevoli riscontri da parte della critica. Nel 2014 sfila alla decima edizione di Who’s On Next, concorso organizzato da Vogue Italia ed Altaroma. Nel settembre dello stesso anno viene inserita da Vogue Talents tra i migliori 200 designer emergenti. Nelle sue collezioni trionfa il Made in Italy, insieme ad uno stile fresco e frizzante, in bilico tra femminilità evergreen ed attualità. Il suo stile iconico è caratterizzato da una grafica metropolitana vibrante, che unisce le radici mediterranee, capisaldi dell’estetica del brand, a note minimal-chic che strizzano l’occhio alla contemporaneità.

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L’eleganza disimpegnata dell’uomo Phoebe English

Ironica ed anticonformista, Phoebe English ha presentato la collezione autunno/inverno 2017-2018 nell’ambito della fashion week londinese dedicata al menswear. Suggestioni femministe caratterizzano la collezione, che viene presentata attraverso un’installazione iconica in cui i modelli sono impegnati nei lavori domestici tipici di una casalinga: passare l’aspirapolvere, spazzare i pavimenti e pulire non era mai stato tanto trendy.

Pezzi basic di facile portabilità compongono la collezione: gli otto modelli indossano i capi mentre stirano, puliscono ed affrontano le quotidiane incombenze della vita di una desperate housewife. Una realtà surreale quella rappresentata nella performance, che ribadisce una parità di genere talvolta dimenticata.

Londra, baluardo del Sessantotto e patria di Mary Quant, torna a difendere il femminismo e lo fa attraverso una collezione dedicata all’uomo contemporaneo: Phoebe English decreta la scomparsa del macho a favore di un nuovo prototipo di virilità, che non disdegna di farsi carico di quelle che la tradizione di stampo maschilista ha sempre considerato come prerogativa assoluta della donna.



La collezione si caratterizza per un piglio fortemente pratico, che unisce funzionalità e minimalismo in chiave ultra chic. L’uomo veste con capi dalle linee pulite ed essenziali: ispirazioni orientali nel cappotto vestaglia, che ricorda un kimono. Tripudio di fibre naturali per capi basic, tra cotone e velluto. La palette cromatica predilige tinte neutrali, come il blu, il verde militare e il grigio.

Suggestioni military-chic anche nelle scarpe, come gli stivali in pelle, o ancora nelle tinte in cui vengono declinati i capispalla. Una collezione che strizza l’occhio anche a suggestioni sporty sapientemente alternate ad un sofisticato tocco businesswear. “Una collezione radicata nella realtà ed ispirata dagli uomini creativi”, così la designer ha commentato la collezione AI2017.

SPFW TRANS N42

Precedentemente chiamata San Paolo Fashion Week primavera/estate e autunno/inverno, la settimana della moda più gettonata di quest’anno in America Latina ha deciso di seguire le tendenze mondiali, è diventata SPFW TRANS N42.


La parola TRANS è stata inclusa nel nome per accentuare questo momento di transizione e trasformazione, oltre al fatto che le sfilate cominciano con il trend “vedere ora, acquista ora”, un’ altra moda delle sfilate di dare al visitatore la possibilità di acquistare allo stesso tempo alcuni dei modelli visti in passerella.


Questa edizione della SPFW TRANS N42 ha voluto anche la presenza di due mostre fotografiche, una intitolata “La costruzione dell’immagine” del designer Lino Villaventura, in collaborazione con il fotografo Miro, e la mostra “Essenza” con le fotografie di Rodrigo Bueno.


Nel 2000 la SPFW è stata la prima settimana della moda a trasmettere in diretta su internet le sue sfilate, sono 22 anni di trasformazione, è stata anche la prima settimana della moda ad adottare il modello Carbon Free, abbracciando il tema della sostenibilità.


Ora vediamo cosa hanno proposto i designers brasiliani.


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Cotton Project


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Osklen


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Osklen


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Joao Pimenta


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Joao Pimenta


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Ratier


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Iodice

IL TROPICO ITALIANO DI DOLCE & GABBANA

Trionfo di italianità in passerella da Dolce & Gabbana. La collezione primavera/estate 2017, ribattezzata «Tropico italiano», è una dichiarazione d’amore al Bel Paese. Il duo di stilisti ripropone fedelmente i codici tradizionali dell’estetica della maison, per un défilé ricco di ironia. La sfilata si apre e si chiude con il catwalk invaso da ballerini di strada, mentre nell’immaginario tropico italiano le strade sono invase da carretti che vendono latte di cocco. Al ritmo di una tarantella napoletana sfila la donna Dolce & Gabbana, tra pizzo nero e tripudio di spaghetti.

La cucina italiana diventa protagonista dello show: non poteva mancare la pasta, che decora molti degli outfit che si alternano sulla passerella. Mazzi di spaghetti e farfalle sbucano da abiti da cocktail in impalpabile chiffon, insieme a crostacei, coni gelato, piatti ed utensili da cucina. La dieta mediterranea domina la collezione, anche declinata in chiave irriverente, come nell’abitino in juta dalle linee a trapezio, che reca l’etichetta di una passata di pomodoro. Largo anche a vetri di Murano, mixati all’iconografia religiosa d’ordinanza. E stavolta le Madonne fanno capolino su felpe dal piglio sporty-chic che si alternano a t-shirt con logo e scritta ricordo dell’evento, “Io c’ero”, tradotta in tutte le lingue del mondo.

Il kitsch diviene glamour, tra rose all over e mantelli interamente ricoperti di paillettes. More is more sembra essere la massima imperante, mentre sfilano i capi passepartout del brand, come i bolerini e gli abiti di pizzo nero. Citazioni Fifties nelle gonne a ruota, mentre si torna agli Eighties nei pois e nei pantaloni oversize, come nelle spalle importanti di certe giacche. Con la splendida Sara Sampaio a guidare le modelle sul catwalk, sfila la bellezza e la femminilità mediterranea. Coroncine di fiori in testa e prendisole stile bardot omaggiano la stagione estiva. Parata di stelle nel front-row, dove applaudono entusiasti influencer, socialite e modelli, da Lucky Blue Smith con le tre sorelle a Cameron Dallas, da Sistine Rose Stallone a Sofia Ben Ammar fino a Dylan Jagger Lee (figlio di Pamela Anderson).

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Sfila a Milano la savana di Maurizio Pecoraro

La primavera/estate 2017 di Maurizio Pecoraro ci porta nella savana. Tra animalier all over e stampe jungle, veniamo proiettati in un’atmosfera quasi fiabesca, sulle orme dei bestiari disegnati dal pittore francese Henri Rousseau. Ad aprire il défilé dello stilista palermitano un pigiama palazzo maculato. Largo poi a lussureggianti patchwork di stampe floreali da cui fanno capolino giraffe, scimmie, uccelli, pantere, pappagalli, serpenti, leoni e tigri, decorati su maxi dress, tuniche e pantaloni. Coloratissime le decorazioni dal piglio cartoon, per una collezione ironica e fantasiosa. Sofisticata e glamour ma anche un po’ bambina la donna che calca la passerella, tra suggestioni oniriche e ricami preziosi. Largo a flock e jacquard, broccati e sete damascate, tulle di lino grezzo, pizzo sangallo, canotte a rete e in neoprene, sofisticate vestaglie di seta. Asimmetrie e trasparenze, dettagli sporty-chic nelle felpe e nei capi in spugna, romanticismo nelle gonna a corolla. Nelle stampe domina il verde salvia unito alle cromie tipiche della giungla: avorio, arancio, giallo, cammello, ebano. La vegetazione della savana impreziosisce i bikini, mentre piume e frange sbucano dalle calzature.

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