Sfila a Parigi il decostruttivismo di Moon Young Hee

Sfila nell’ultima giornata della Paris Fashion Week la collezione prêt-à-porter Autunno/Inverno 2016-2017 di Moon Young Hee. Decostruzioni, sovrapposizioni e grande personalità nel défilé della designer coreana.

Un’impronta fortemente personale caratterizza da sempre lo stile di Moon Young Hee: ardite decostruzioni, sapienti giochi asimmetrici, proporzioni oversize e tocchi di maestria nel volume dei capi, conferito dal taglio.

Si conosce poco della vita di Moon Young Hee: schiva e riservata, la designer coreana fin da bambina mostrava un’innata predisposizione per la moda. Mentre le sue coetanee giocavano con le bambole, lei si dilettava già con ago e filo. Lo stile lo aveva evidentemente scritto nel DNA, ça va sans dire. Dopo il lancio del brand che porta il suo nome, nel 1992, seguì il trasferimento a Parigi nel 1996. La sua ricerca stilistica si è via via perfezionata, fino a costituire un unicum nel panorama della moda parigina, considerato il design originale e il decostruttivismo dei volumi. Ma il successo non sembra avere cambiato la stilista, che lo affronta dall’alto di un ammirevole low profile.

Stakanovista, una laurea in letteratura francese, perché ai tempi della sua formazione non era ancora stato istituto nel suo Paese un corso di costume designing, Moon Young Hee si butta a capofitto nello studio della moda francese del Ventesimo secolo, che affronta da autodidatta, consultando i volumi della biblioteca situata nei pressi del suo atelier. Dalla sua immensa cultura nasce la capacità di coniugare il suo stile personalissimo e fortemente influenzato dal suo Paese d’origine, con le suggestioni del design di matrice squisitamente europea. La sua moda è vissuta come una forma d’arte, e ciò risulta evidente anche sulla passerella della collezione che ha appena sfilato in chiusura della settimana della moda parigina.

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Il design avanguardistico non teme dettagli femminili, come i fiocchi, che impreziosiscono capi dai volumi over e dalle suggestioni Eighties. I toni neutrali della palette cromatica indugiano sul nero all over ma sono presenti anche righe e interessanti mix & match e pattern futuristi. I materiali usati privilegiano le linee fluide di una silhouette morbida, mentre qua e là tocchi di un velato romanticismo fanno timidamente capolino tra capispalla dal taglio sartoriale e volumi decostruiti.

(Foto Imaxtree)


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La regina delle nevi di Moncler Gamme Rouge

La collezione Autunno/Inverno 2016-2017 di Moncler Gamme Rouge sfila su uno scenario innevato. Giambattista Valli, alla direzione creativa del brand, porta in passerella alla Paris Fashion Week la magia di paesaggi imbiancati immersi in un silenzio ovattato, per una sfilata ad alta quota dal mood quasi fatato.

Fiocchi di neve cadono sul Grand Palais, per effetti scenografici altamente suggestivi. Parigi si prende una pausa dal lusso degli Champs-Élysées per immergersi in un’atmosfera tirolese, tra cime innevate e campanili di paese.

È una moderna Heidi a calcare il catwalk, in mise che ricordano i costumi tipici tirolesi e che non disdegnano silhouette provocanti, come le minigonne a ruota e i calzoncini in vello di capra. Le modelle svettano su sabot dalle zeppe altissime incespicando sui sentieri ghiacciati della passerella: trattasi di una versione moderna dei tradizionali zoccoli di legno, con platform in vernice. Lana bouclé per calzamaglie e shorts da indossare con bretelle, mentre torna la salopette, da indossare sotto bolero corti, per una montanara glamour. Pull bianco neve si alternano al pizzo macramè di mini abiti e playsuit, fino ai cappotti ricamati e ai maglioni a trecce decorati con stelle alpine e genziane effetto 3D: il Tirolo costituisce ispirazione prediletta per la collezione disegnata da Giambattista Valli. Profumano di Norvegia i pull bianchi e rossi e i motivi edelweiss su jacquard, dal mood sporty-chic.

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La donna Moncler Gamme Rouge per la prossima stagione invernale privilegia capispalla ricoperti di cristalli Swarowski dalle suggestioni couture, profilati di morbida pelliccia. A metà tra una regina delle nevi e una Heidi post-moderna, innocente e maliziosa, porta i capelli raccolti in trecce dall’aria infantile e berretti su cui fanno capolino ironici pon pon.

(Foto tratte da Madame Figaro)


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Sfila a Parigi YDE, tra suggestioni orientali e decadenti

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La Shanghai degli anni Venti e Trenta è l’ispirazione primaria su cui si snoda la collezione Autunno/Inverno 2016-2017 di Ole Yde, che ha sfilato nell’ultima giornata della Paris Fashion Week. Il Palais de Tokyo ospita una sfilata che profuma d’Oriente, dal suggestivo titolo “Perla”: è proprio dai gioielli indossati dalle donne orientali che si parte, in una accurata ricerca stilistica che dal passato ci conduce fino ai nostri giorni.

Considerata simbolo della creazione divina, associata al mito della nascita di Venere, la perla ispira al designer danese una collezione ricca di suggestioni decadenti. Sofisticata ed enigmatica, la donna che calca la passerella è emblema dello stile della Shanghai a cavallo tra gli anni Venti e Trenta, denominata non a caso la “Parigi d’Oriente”.

Tra sete preziose e opulenza declinata in chiave esotica sfila una donna iperfemminile, che non teme di ostentare un’eleganza che profuma di arrendevolezza, seduzione e charme. Affascinante e decadente, la collezione omaggia la donna orientale: tra colli alla coreana declinati in chiave couture, fiocchi e fur coat, la donna YDE non lesina in dettagli luxury e sex appeal.

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Candido rosa per capi in seta dalle suggestioni boudoir; i capispalla sono profilati da bordi di morbida pelliccia, mentre la palette cromatica vede fare capolino, tra bianco e nero, tocchi d’argento, fino ad un’esplosione di oro, per abiti da diva. Opulenza nei materiali usati, di grande pregio, come la lana della Mongolia, tweed, tanta seta, organza e chiffon. La sfilata YDE ci tramanda i segreti di una femminilità antica, oggi da riscoprire.

(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Giambattista Valli: tra romanticismo e suggestioni preraffaellite

Ha sfilato durante la Paris Fashion Week la nuova collezione firmata Giambattista Valli. Tripudio di femminilità in passerella, tra tocchi ladylike e linee pulite. Fluidità nelle silhouette ed eleganza evergreen nei volumi a cascata, volants e ruches suggellano le trasparenze talvolta ardite, tra maestosi capi in mousseline e lunghe gonne plissé.

Romantica e poetica, la donna Giambattista Valli non teme la propria anima femminile: eccola avanzare in un mood bucolico, quasi una ninfa silvestre che calca la passerella in lunghi abiti in impalpabile chiffon a stampa floreale. La collezione Autunno/Inverno 2016-2017 sembra abbandonare momentaneamente contrasti e contraddizioni a favore di una maggiore dolcezza: la prima parte del défilé sembra inneggiare alla moda per signore. Fiocchetti che sbucano tra i drappeggi di abiti dalle linee essenziali impreziosiscono il punto vita come cinture sottili; i capi sono caratterizzati da un appeal quasi formale, che li rende adatti ad un ricevimento in cui sia contemplato il dress code.

Colletti dal piglio bon ton fanno capolino da abitini vagamente Sixties, mentre la palette cromatica è dominata dal rosa pastello. Tra le onnipresenti stampe botaniche sbuca un black & white vagamente optical, mentre i capispalla privilegiano inserti in pelliccia, in un insolito mix & match con il pattern floreale. Ai piedi spuntano suggestivi calzari da gladiatore che stemperano il mood a tratti stucchevole.

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(Foto Madame Figaro)

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Gigi Hadid in passerella per Giambattista Valli (Foto Madame Figaro)


È nella seconda parte dello show che lo stilista dà il meglio di sé, riproponendo i pezzi cardine della propria personalità. La femminilità è ancora una volta protagonista, con lunghi abiti da sera, in cui ruches e drappeggi decorano come un grembiule la vita impero. Maestosa ed eterea, la donna Valli appare sublimata ed evanescente in imponenti mise con mantelli e maniche velate, in cui non manca la dolcezza evergreen delle stampe floreali. Ricorda un quadro preraffaellita, in cui il più struggente romanticismo si fonde con la natura, dipinta con accurata verosimiglianza. Cut-out alleggeriscono l’austerità di lunghi abiti castigati con colletti quasi elisabettiani, per ruches e cuciture che ricordano la gorgiera tipicamente aristocratica.

Protagonista assoluta sulla passerella una Gigi Hadid insolitamente efebica, che chiude il défilé con un lungo abito che incarna alla perfezione la summa dello stile di Valli. Nel front row spicca la it girl Olivia Palermo.


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Rick Owens: il bozzolo di una crisalide

Il suo nome è da sempre sinonimo di eccentricità, ogni sua sfilata è un evento, atteso e quasi temuto il consueto coup de théâtre puntualmente non si fa attendere, rivelandosi sempre di grande impatto scenografico. Anche questa volta Rick Owens non ha deluso le aspettative.

Il genio ribelle della moda ha portato sulla passerella della Parigi Fashion Week un nuovo simbolismo, rivelatore di un’inedita estetica, a tratti ermetica ma altamente evocativa: al consueto piglio avanguardistico tipico dello stilista statunitense si aggiungono nuove suggestioni. Teatrale, efficace la collezione per il prossimo Autunno/Inverno 2016-2017: tra un’apologia del tessuto, che avvolge il corpo in suggestivi drappeggi e pieghe, ecco sbucare una crisalide ancora in bozzolo. Quattordici uscite vedono infatti le modelle avvolte in un originale bozzolo, che ne occulta il viso, arrivando fino alle spalle.

Come un nido, o solo un velo tra lo sguardo e la realtà circostante, l’inedito bozzolo nasconde le pupe, sospese quasi in un limbo ancestrale, mute osservatrici di un mondo che appare ancora lontano ed inaccessibile. Le ninfe sono avvolte in strati di tessuto, più simile a pannelli tubolari, in un groviglio primitivo che ne difende l’esistenza ancora in fieri. I capelli sono una nuvola arruffata, con l’hairstyling firmato da Duffy. Potente l’immagine che ne deriva, che ricorda il cugino Itt: vere e proprie palle di capelli, realizzate ognuna in una forma diversa, si pongono come una barriera tra l’Io e il mondo circostante, quasi un velo a celare le ingiustizie del mondo, o solo un simbolo di rinascita.

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Il Palais de Tokyo è rapito dal nuovo simbolismo astratto e gli ospiti del défilé ammirano estasiati le potenti architetture che si alternano sulla passerella, dai cappotti con colature di vernice alle mantelle fino ai piumini corazza, che evocano steli e uova, per metamorfosi ricche di pathos: la tendenza è proteggersi dall’esterno, in attesa del tanto atteso momento in cui la crisalide potrà finalmente divenire farfalla e vivere autonomamente. Tra jumpsuit in pelle e capispalla in mohair, spiccano gonne a forma di bolla e tuniche senza maniche. Veniamo catapultati in uno scenario apocalittico e la donna che calca la passerella è a metà tra un’eterea creatura e una testimone rediviva di un’era post-atomica.

Drappeggi e cuciture si rivelano protagonisti assoluti, mentre i materiali usati svelano una predilezione per il cavallino e il nylon imbottito. La palette cromatica trae spunto dagli elementi della natura, con nuance neutrali quali rosa, salvia, menta, crema. Nel front row spiccano Donna Karan e Claude Montana, che si professano fan sfegatati dello stilista californiano.


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Sfila a Parigi la dark lady di Ann Demeulemeester

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In passerella da Ann Demeulemeester una ieratica dark lady, creatura misteriosa che popola la notte, tra suggestioni romantiche e tocchi dark. La collezione Autunno/Inverno 2016-2017 disegnata da Sébastien Meunier abbonda di abiti sartoriali dal piglio maschile: il classico tre pezzi rivive in una nuova veste più casual, adatta al giorno ma anche alla notte. Basic black all over arricchito sovente da tocchi argentati e metallizzati per pantaloni fluidi e lunghi abiti.

Il direttore creativo del brand belga, che quest’anno festeggia i 30 anni, riesce nell’arduo compito di rispettare il DNA di Ann Demeulemeester pur immettendovi il proprio stampo. Il gessato vede una nuova vita, tra completi rubati al guardaroba di lui e gli outfit tipici dello stile della maison. I capispalla d’ispirazione militare sono impreziositi da cuciture asimmetriche, tra gonne e lunghe tuniche dal sapore monacale. Spiccano redingote e gilet in lurex, tra flanella, lana e lurex. Drappeggi e stampe delavé impreziosiscono la silhouette, che si fa fluttuante e morbida.

Enigmatica e suggestiva la dark lady che calca la passerella, in una sorta di processione funebre, davanti ad uno schermo buio occasionalmente illuminato da lampi di luce metallica e stampe astratte. Il mood prevalente è gotico, l’atmosfera che si respira inquietante e sinistra.

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Paco Rabanne: il futurismo sfila a Parigi

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Visionaria e futurista la collezione Paco Rabanne, che ha sfilato oggi nell’ambito della Paris Fashion Week. Il direttore creativo Julien Dossena ha portato sulla passerella una donna bionica, quasi un’aliena, tra suggestioni high-tech e dettagli iridescenti.

Il candore di morbidi abiti dal collo alto viene stemperato dagli stivali argentati, dal mood spaziale. La pulizia e il minimal-chic di camicette vengono impreziositi da trasparenze e linee verticali. Tanto Oriente nei motivi floreali e nei tagli degli abiti, squadrati e corti. La palette cromatica, che vede prediligere nuance delicate e neutrali nelle prime uscite, si arricchisce nella seconda parte del défilé di elementi dark, con tanto nero, e spunti avanguardistici.

Mutante, robotica, la donna Paco Rabanne calca la passerella tra cappucci argentati e calzari bionici: anche il make up sfoggiato dalle modelle omaggia il fil rouge spaziale, tra rossetti fosforescenti en pendant con i colori degli outfit. Jersey, satin, lana e alluminio predominano, tra tessuti metallizzati e sperimentazioni. Suggestioni sportswear nei pantaloni oversize e nei cappucci, mentre i capispalla hanno il sapore avanguardistico di un’odissea nello spazio.

Julien Dossena, direttore creativo della maison dal 2013, si adegua alla nuova tendenza del “see now, wear now”: a partire da oggi una selezione di quattro dei look presentati durante la sfilata odierna, sarà già disponibile sia online che nel monomarca del brand di rue Cambon. “È bello soddisfare subito un desiderio”, ha dichiarato lo stilista a proposito dell’iniziativa. Per una moda immediatamente fruibile.

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Vionnet: una vestale in passerella a Parigi

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È il mondo della musica ad ispirare Goga Ashkenazi nella collezione Autunno/Inverno 2016-2017 che ha sfilato ieri sera a Parigi. Il direttore creativo di Vionnet, che suona il piano da quando aveva sei anni, trae spunto dal suo Steinway, per una sfilata emozionante e poetica. La musica, con l’eleganza dei suoi spartiti e l’armonia dei suoi accordi, diviene musa incontrastata di Vionnet, per una collezione ricca di pathos e sentimento.

Drappeggi che ricordano i pepli delle dee dell’antica Grecia, intarsi e imbracature conferiscono al jersey e al lurex brillante nuove leggerezze e suggestioni classiche. La sfilata di Vionnet per la prossima stagione invernale riprende gli archivi storici della maison, in particolare una collezione datata 1932: è così che, in un gioco di geometrie e ricami, passamanerie e trasparenze, sfila sulla passerella una vestale, eterea e celestiale, che cede talvolta alle lusinghe di elementi luxury, come le pellicce.

Eleganza da diva nel satin stampato e nel jersey blu cielo, che si unisce ad un impalpabile chiffon, mentre il lurex conferisce un appeal da gran soirée che non perde di vista la comodità. Gli accordi musicali vengono trasfigurati su linee e cuciture diagonali che impreziosiscono il busto attraverso giochi di alta sartoria; le note musicali si materializzano su abiti da sera e da giorno, decorati con inedite chiavi di violino e note del pentagramma, mentre i tasti del pianoforte divengono stampa inedita black & white che impreziosisce lunghi abiti da sera ma anche abiti da giorno. Pianoforti disegnati come elementi surrealisti fanno capolino da jumpsuit colorate da indossare con colli di pelliccia.

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Sfila a Parigi il minimalismo tecnologico di Courrèges

Dsquared2: sfila alla Milano Fashion Week il militare vittoriano

In passerella da Dsquared2 nell’ultima giornata della Milano Fashion Week ha sfilato un militare vittoriano di grande effetto. Tra bluse in pizzo ricche di costruttivismi spunta il pantalone militare, tipico esempio del mix & match caratteristico del brand.

In passerella una donna romantica e seducente, tra nostalgici tocchi retrò e suggestioni vittoriane, che si sposano mirabilmente alla grinta di dettagli military-chic. In una sfilata caratterizzata dal massiccio impiego di social network, con una telecronaca fotografica realizzata su Instagram, i gemelli canadesi Dean & Dan Caten hanno creato il consueto show per presentare la collezione Autunno/Inverno 2016-2017.

Eccentrici come sempre, gli stilisti hanno fatto sfilare bluse con dettagli in pizzo sangallo e ruches, unite a pantaloni militari con maxi tasche; torna prepotentemente alla ribalta la vita bassa, ormai scomparsa tra le tendenze fashion. Tra i capispalla spiccano giacche con revers profilate a contrasto, quasi delle uniformi, da indossare con gonne ricoperte di paillettes ed accessori iper femminili. Forte impatto scenografico nelle pellicce a strati con stampa patchwork. Tra gli accessori predominano i grandi orecchini con nappine, dettaglio ritrovato anche sui sandali platform. Mood barocco per gli accessori, come bracciali e bangles: dimenticatevi il “less is more”, qui la parola d’ordine è esagerare.

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I pantaloni cargo a stampa mimetica sono protagonisti assoluti e il duo di stilisti riesce nel non facile compito di conferire a questo capo nuova femminilità. Eleganza dal sapore vittoriano nel pizzo, mentre numerosi sono gli accenni tribali; taffettà nelle gonne e sex appeal nei sandali a stiletto.


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Missoni: l’electromélange in passerella alla Milano Fashion Week

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Ha sfilato ieri nell’ambito della Milano Moda Donna la collezione Autunno/Inverno 2016-2017 di Missoni: il patchwork tipico della maison si arricchisce di pattern a zig zag e grafismi 3D per un’eleganza contemporanea e delicata. Electromélange è la definizione della nuova estetica del brand, per nuove geometrie che coniugano l’artigianalità italiana con le vibrazioni più moderne derivanti dalla tecnologia.

La donna di Angela Missoni sfila in uno scenario urban come una fata metropolitana: poetica e a tratti onirica, indossa morbide maglie avvolgenti che sembrano dei plaid, tra stampe caleidoscopiche e la dolcezza di maxi cardigan in lana melange da indossare come vestaglie sopra maxi dress in tinte pastello. Sovrapposizioni e proporzioni oversize scendono sulla silhouette senza costrizioni, fluide e compatte, tra tuniche, maglioni e sciarpe da indossare sulla gamba nuda.

Suggestioni newyorkesi negli outfit dall’appeal metropolitano. Camicie e giacche si uniscono a maglie e dettagli urban-chic per filati di cachemire che sfoggiano inedite stampe a righe verticali, che conferiscono nuova vitalità anche ai capispalla bicolor. Mix & match è la parola chiave e se knitwear è da sempre sinonimo di stile in casa Missoni, ora lo troviamo impreziosito da dettagli iper femminili che ancora una volta testimoniano la maestria tipica del brand nel valorizzare la silhouette attraverso l’amore per i filati e audaci giochi cromatici.

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Ispirazioni disco glam negli abiti in pizzo da indossare sopra T-shirt e nei leggings, come anche nel lurex che illumina abiti da sera con frange ed elementi glitter. Cappe come capispalla, rigorosamente in stampa zig zag, e ancora pantaloni morbidi e scollature audaci sotto boleri e maglie plissé, per un’effortlessy-chic spesso in chiave metallizzata. La palette cromatica è iridescente, tra texture preziose e glitter all over: cipria, lime e carta da zucchero predominano. Ai piedi troviamo sneakers o ballerine, o, ancora, stringate con lacci metallizzati.


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Trussardi: il lato country dello stile

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Le corde di una chitarra risuonano tra i meandri della memoria, a formare una melodia country, le cui note attraversano i decenni. A volte un’ispirazione può venire così, improvvisa ed inaspettata, da una ballata folk impressa nei ricordi. “Jolene, I’m begging of you please don’t take my man“, cantava così nei lontani anni Settanta Dolly Parton, in pantaloni scampanati e riccioli d’ordinanza, descrivendo il più classico dei triangoli amorosi ed implorando la rivale, bella e giovane, di non portarle via il suo uomo, in nome di una solidarietà femminile spesso sottovalutata.

È questo lo spunto primigenio da cui trae ispirazione Gaia Trussardi per la collezione Autunno/Inverno 2016-2017 del brand di famiglia. Una bellissima giovane, ancora acerba e inconsapevole del proprio fascino, dai lunghi capelli castani lasciati selvaggi e dagli occhi verde smeraldo: la immaginiamo così Jolene, il piglio aristocratico nei modi da ragazza perbene e una vita divisa tra la città e la campagna.

La donna Trussardi ricorda una moderna rampolla blasonata, eccentrica e naïf: nessuno snobismo però nelle giacche doppiopetto e nei pantaloni da fantino, che raccontano del suo amore per la campagna e per la natura; solo la classe senza tempo di una personalità che unisce il fascino country al glamour più sofisticato, senza mai perdere di vista la femminilità. È così che troviamo inedite stecche stile guêpiere sulle giacche e nei pantaloni in suede dalla vita altissima, ove spicca una sorta di corsetto ad enfatizzare le curve.

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Suggestioni folk anni Settanta si uniscono al bohémien più chic per una collezione ricca di spunti e stili eterogenei. Gaia Trussardi, alla direzione creativa della maison, riporta in auge elementi caratteristici degli archivi del brand, per una donna dandy, che ruba al guardaroba maschile il tre pezzi, sdoganando il gilet come nuovo incontrastato must have per la prossima stagione invernale. Dagli shorts alle gonne, spicca il velluto a coste, a conferire un’allure da lady dell’alta società a questa fanatica country.

Camicie di seta stampata richiamano i pattern delle cravatte Trussardi, mentre jacquard e Principe di Galles dominano nei capispalla, tra cappe e mantelle profilate con asole in camoscio, blazer doppiopetto e velluti a coste. Il giubbotto di jeans viene ora rivisitato con inserti in montone rovesciato e tagli a vivo. Tra le stampe torna in auge il tartan tra frustini e levrieri, simboli della maison, mentre gli impalpabili maxi dress a stampa paisley sono in georgette di seta, tra tocchi delicati di tulle e ruches. Gonne, shorts e pantaloni palazzo stampati conferiscono suggestioni boho-chic stemperate dal cappello da cowboy; si prosegue con cardigan con cintura ad enfatizzare il punto vita e cappotti vestaglia, fino ad abiti in raso che ricordano un négligé, da indossare sotto maxi cardigan. Infine, maxi fur coat ci riportano negli anni Settanta.

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Nel mood country-chic predominante c’è posto per dettagli sofisticati, come il foulard in testa e gli occhiali da diva, a conferire mistero e classe d’altri tempi a questa aristocratica immersa nella natura. La palette cromatica riprende i toni della campagna, tra borgogna, blu scuro, ruggine, cuoio, grigio, lilla e rosso, mentre suede e pelle predominano tra i materiali usati. L’artigianalità e la cura per il dettaglio offre spazio a spunti che profumano di vintage, come le borse postina in coccodrillo e patchwork di pelli montate. Trussardi appare nostalgico, deciso a portare sulla passerella un’eleganza discreta e aristocratica oggi tristemente in disuso. Tutto appare in mirabile equilibrio, in un’intrinseca perfezione. Ad accompagnare il défilé una performance dal vivo di giovani musicisti che intonano le note di Elvis Presley. Il levriero continua a brillare.

(Foto copertina Davide Maestri/WWD)


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