Tony Ward: sfila a Parigi l’eleganza di un cigno

Ha sfilato a Parigi la haute couture firmata Tony Ward. A calcare la passerella una diva che sembra uscita direttamente dalla Dolce Vita: sfarzo, opulenza e delicata eleganza nei lunghi abiti a sirena che si alternano sul défilé.

Tripudio di piume all over e trionfo di delicata eleganza, ricca di tagli couture, istrionismi e giochi che rivelano la maestria del couturier libanese, che ci ha da tempo abituati al suo estro creativo.

Mantelli impreziosiscono abiti da gran soirée, quasi come ali di un cigno: la donna Tony Ward è regale e principesca. Dettagli studiati con certosina precisione illuminano la sofisticata couture che strizza l’occhio alla vecchia Hollywood. Suggestioni Fifties nelle gonne a ruota di certi capi. La palette cromatica abbraccia toni neutri spezzati qua e là dal nero e dal rosso scarlatto e da un blu illuminato da intarsi e ricami preziosi.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Atelier Versace: sfila a Parigi una nuova couture

Una valchiria dall’allure sofisticata sfila tra drappeggi da dea greca e sapienti tagli sartoriali: Atelier Versace apre la settimana dell’haute couture parigina con una sfilata che riporta la maison ai suoi albori. Sensualità felina ma stemperata da una dolcezza inedita: la femminilità aggressiva da sempre emblema della maison sembra cedere il posto ad un’eleganza senza tempo. La donna Atelier Versace è una diva contemporanea, che incede sulla passerella sicura di sé e forte del proprio sex appeal.

Capispalla sartoriali si alternano ad abiti da diva: aprono il défilé cappotti preziosi più simili a kimono declinati in colori pastello: suggestioni Forties nelle silhouette, mentre il double di cashmere e seta a contrasto è impreziosito da una pioggia di cristalli Swarovski.

Gli abiti da sera rivendicano il potere seduttivo, tra nude look e profonde scollature. Il potere della donna e del suo fascino: questo sembra essere il fil rouge della collezione haute couture. Duchesse di seta e drappeggi, ma anche asimmetrie e tagli innovativi che spezzano col passato alla ricerca di una nuova couture. Abiti lunghi ma anche corti, caratterizzati da tasselli di raso multicolor.

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Karen Elson per Atelier Versace


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Capispalla sartoriali si alternano ad abiti da diva


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Tagli asimmetrici e tasselli di raso sfilano da Atelier Versace


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Irina Shayk calca la passerella di Atelier Versace


Parata di top in passerella: dalla rossa Karen Elson ad Irina Shayk a Bella Hadid, fino a Mariacarla Boscono e Carolyn Murphy. Nel front row appaludono Bradley Cooper, fidanzato della Shayk, con la ex collega di serie tv Jennifer Garner e la pantera nera Naomi Campbell. Ispirazioni disco si alternano alla nuova couture inaugurata dalla Medusa: e l’aggressività che manca ai capi che si alternano sulla passerella sembra concentrarsi invece nel make up, che, tra rossetti borgogna e sfrontata femminilità.

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Drappeggi e veli per una donna forte


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Bella Hadid per Atelier Versace


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Sensuale e graffiante la collezione che ha sfilato a Parigi


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Sinousa e sofisticata la donna Atelier Versace


(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Sfila a Parigi il decostruttivismo di Moon Young Hee

Sfila nell’ultima giornata della Paris Fashion Week la collezione prêt-à-porter Autunno/Inverno 2016-2017 di Moon Young Hee. Decostruzioni, sovrapposizioni e grande personalità nel défilé della designer coreana.

Un’impronta fortemente personale caratterizza da sempre lo stile di Moon Young Hee: ardite decostruzioni, sapienti giochi asimmetrici, proporzioni oversize e tocchi di maestria nel volume dei capi, conferito dal taglio.

Si conosce poco della vita di Moon Young Hee: schiva e riservata, la designer coreana fin da bambina mostrava un’innata predisposizione per la moda. Mentre le sue coetanee giocavano con le bambole, lei si dilettava già con ago e filo. Lo stile lo aveva evidentemente scritto nel DNA, ça va sans dire. Dopo il lancio del brand che porta il suo nome, nel 1992, seguì il trasferimento a Parigi nel 1996. La sua ricerca stilistica si è via via perfezionata, fino a costituire un unicum nel panorama della moda parigina, considerato il design originale e il decostruttivismo dei volumi. Ma il successo non sembra avere cambiato la stilista, che lo affronta dall’alto di un ammirevole low profile.

Stakanovista, una laurea in letteratura francese, perché ai tempi della sua formazione non era ancora stato istituto nel suo Paese un corso di costume designing, Moon Young Hee si butta a capofitto nello studio della moda francese del Ventesimo secolo, che affronta da autodidatta, consultando i volumi della biblioteca situata nei pressi del suo atelier. Dalla sua immensa cultura nasce la capacità di coniugare il suo stile personalissimo e fortemente influenzato dal suo Paese d’origine, con le suggestioni del design di matrice squisitamente europea. La sua moda è vissuta come una forma d’arte, e ciò risulta evidente anche sulla passerella della collezione che ha appena sfilato in chiusura della settimana della moda parigina.

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Il design avanguardistico non teme dettagli femminili, come i fiocchi, che impreziosiscono capi dai volumi over e dalle suggestioni Eighties. I toni neutrali della palette cromatica indugiano sul nero all over ma sono presenti anche righe e interessanti mix & match e pattern futuristi. I materiali usati privilegiano le linee fluide di una silhouette morbida, mentre qua e là tocchi di un velato romanticismo fanno timidamente capolino tra capispalla dal taglio sartoriale e volumi decostruiti.

(Foto Imaxtree)


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Sfila a Parigi YDE, tra suggestioni orientali e decadenti

La regina delle nevi di Moncler Gamme Rouge

La collezione Autunno/Inverno 2016-2017 di Moncler Gamme Rouge sfila su uno scenario innevato. Giambattista Valli, alla direzione creativa del brand, porta in passerella alla Paris Fashion Week la magia di paesaggi imbiancati immersi in un silenzio ovattato, per una sfilata ad alta quota dal mood quasi fatato.

Fiocchi di neve cadono sul Grand Palais, per effetti scenografici altamente suggestivi. Parigi si prende una pausa dal lusso degli Champs-Élysées per immergersi in un’atmosfera tirolese, tra cime innevate e campanili di paese.

È una moderna Heidi a calcare il catwalk, in mise che ricordano i costumi tipici tirolesi e che non disdegnano silhouette provocanti, come le minigonne a ruota e i calzoncini in vello di capra. Le modelle svettano su sabot dalle zeppe altissime incespicando sui sentieri ghiacciati della passerella: trattasi di una versione moderna dei tradizionali zoccoli di legno, con platform in vernice. Lana bouclé per calzamaglie e shorts da indossare con bretelle, mentre torna la salopette, da indossare sotto bolero corti, per una montanara glamour. Pull bianco neve si alternano al pizzo macramè di mini abiti e playsuit, fino ai cappotti ricamati e ai maglioni a trecce decorati con stelle alpine e genziane effetto 3D: il Tirolo costituisce ispirazione prediletta per la collezione disegnata da Giambattista Valli. Profumano di Norvegia i pull bianchi e rossi e i motivi edelweiss su jacquard, dal mood sporty-chic.

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La donna Moncler Gamme Rouge per la prossima stagione invernale privilegia capispalla ricoperti di cristalli Swarowski dalle suggestioni couture, profilati di morbida pelliccia. A metà tra una regina delle nevi e una Heidi post-moderna, innocente e maliziosa, porta i capelli raccolti in trecce dall’aria infantile e berretti su cui fanno capolino ironici pon pon.

(Foto tratte da Madame Figaro)


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Sfila a Parigi YDE, tra suggestioni orientali e decadenti

Miu Miu: tra miseria e nobiltà, si chiude la stagione delle sfilate

Miseria e nobiltà è la dicotomia su cui si regge il delicato equilibrio della collezione autunno inverno 2016-17 di Miu Miu. Il marchio più giovane della signora Prada chiude la fashion week di Parigi, e con essa tutta la stagione delle sfilate, mostrando ancora una volta il volto da borghese ribelle di Miuccia. C’è di tutto in questa sfilata che ripercorre le età della moda e della donna, condite con un pizzico di ironia. C’è il giubbino di jeans (che sarebbe proprio il caso di tirare fuori dall’armadio!) decorato con patch sportive e n po’ boysh. C’è il colletto ampio e ricamato, di pizzo o di lana. Ci sono le cinture a vita alta che chiudono cardigan e cappotti. Le ragazze Miu Miu giocano a vestirsi da scolarette o da signore, da ragazzacce o da figlie dei fiori, e in ogni caso si divertono da morire.

 

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Gli abiti ampi in taffetà anni ’80 testimoniano che la disco non è morta, ha solo imparato a fraternizzare con stili ed epoche molto diversi. Così si mischia a completi sartoriali di ispirazione militare, cappotti anni ’50 e twin-set da signora perbene. Ma il vero fulcro della sfilata autunno inverno 2016-17 sono i tessuti tappezzeria: gonne lunghe, cappotti, giacche, borse in diverse nuance della stessa fantasia, danno vita a un nuovo concetto di mix and match. Se i capi derivano dall’armadio della mamma, gli accessori e le borse Miu Miu sono sicuramente l’eredità di qualche eccentrica zia. Splendide le cinture broccate, le ciabattine ricoperte di pelliccia turchese e pietre colorate, le decolleté con tacco gioiello. Ma saranno soprattutto le doctor bag di velluto, con manico a fiocco e fibbie preziose, a conquistare i cuori di tutte le ragazze innamorate del vintage.

 

Foto da Vogue.com

Sfila a Parigi YDE, tra suggestioni orientali e decadenti

La Shanghai degli anni Venti e Trenta è l’ispirazione primaria su cui si snoda la collezione Autunno/Inverno 2016-2017 di Ole Yde, che ha sfilato nell’ultima giornata della Paris Fashion Week. Il Palais de Tokyo ospita una sfilata che profuma d’Oriente, dal suggestivo titolo “Perla”: è proprio dai gioielli indossati dalle donne orientali che si parte, in una accurata ricerca stilistica che dal passato ci conduce fino ai nostri giorni.

Considerata simbolo della creazione divina, associata al mito della nascita di Venere, la perla ispira al designer danese una collezione ricca di suggestioni decadenti. Sofisticata ed enigmatica, la donna che calca la passerella è emblema dello stile della Shanghai a cavallo tra gli anni Venti e Trenta, denominata non a caso la “Parigi d’Oriente”.

Tra sete preziose e opulenza declinata in chiave esotica sfila una donna iperfemminile, che non teme di ostentare un’eleganza che profuma di arrendevolezza, seduzione e charme. Affascinante e decadente, la collezione omaggia la donna orientale: tra colli alla coreana declinati in chiave couture, fiocchi e fur coat, la donna YDE non lesina in dettagli luxury e sex appeal.

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Candido rosa per capi in seta dalle suggestioni boudoir; i capispalla sono profilati da bordi di morbida pelliccia, mentre la palette cromatica vede fare capolino, tra bianco e nero, tocchi d’argento, fino ad un’esplosione di oro, per abiti da diva. Opulenza nei materiali usati, di grande pregio, come la lana della Mongolia, tweed, tanta seta, organza e chiffon. La sfilata YDE ci tramanda i segreti di una femminilità antica, oggi da riscoprire.

(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Mademoiselle Coco rivive sulla passerella di Chanel

Che a Kaiser Karl piacesse fare le cose in grande non era un segreto per nessuno, ma stavolta ha davvero superato se stesso: ad ospitare la sfilata Chanel nell’ambito della Paris Fashion Week una passerella lunga ben 600 metri. Nessuna scenografia mirabolante, nessun coup de théâtre per il fashion show più atteso, solo la certosina ricostruzione dell’atelier di rue Cambon, adattandolo però ad un pubblico che abitualmente conta circa 3.000 ospiti.

Front row only recitava l’invito: perché non si nega a nessuno l’emozione di occupare la prima fila di un défilé tanto importante, prendendo posto accanto a celebrities e it girls. Lagerfeld prolunga la prima fila all’infinito, in un catwalk di oltre 600 metri, per una moda che si apre al mondo in una sorta di rivoluzione democratica.

Ma non è l’unica rivoluzione che ha caratterizzato la collezione Autunno/Inverno 2016/2017 di Chanel: come un déjà vu, la donna che calca la passerella ci sembra assai familiare, nel suo cappellino, nel tailleur bon ton in tweed accompagnato dall’immancabile filo di perle. In tempi in cui la tensione verso un futuro ignoto e spesso privo di gusto sembra essere l’ultimo fashion trend, monsieur Lagerfeld decide di andare controcorrente, attingendo al glorioso passato. E chi meglio di mademoiselle Coco in persona può mai dettare tendenza? “Io non faccio moda, io sono la moda”, diceva l’impavida stilista, che, sfidando il destino, non proprio benevolo durante la sua infanzia, ha rivoluzionato il corso della moda e dello stile.

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(Foto Madame Figaro)
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(Foto Madame Figaro)
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(Foto Madame Figaro)
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Gigi Hadid in passerella da Chanel (Foto Madame Figaro)
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Kendall Jenner per Chanel (Foto Madame Figaro)
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(Foto Madame Figaro)

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Lindsey Wixson sfila per Chanel (Foto Madame Figaro)


Tante sono le uscite che omaggiano Gabrielle Coco Chanel, accanto a suggestioni classiche, che attraversano tanto i tailleur quanto gli abiti da sera che chiudono il défilé. Tweed e lana bouclé dominano, tra simboli tipici della maison e arabeschi di chiffon ed organza. Gonne a corolla si alternano a stivali da cavallerizza, il denim sfila accanto a satin e lamé. Non mancano le stampe mentre la palette cromatica celebra il trionfo del fucsia e del rosa, specie nelle prime uscite.

Tra i capispalla spicca il piumino matelassé dalle proporzioni oversize nei toni di un candido bianco che si alterna ai cappotti dorati. Parata di top model ad attraversare con lunghe falcate l’immensa passerella: dalle onnipresenti Gigi Hadid e Kendall Jenner a Mariacarla Boscono e Lindsey Wixson. Nel parterre ad applaudire l’ultima geniale trovata di Lagerfeld ritroviamo Pharrell Williams, Jada Pinkett-Smith e Willow, Isabelle Huppert e Anna Wintour.

(Foto copertina Getty Images)


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Giambattista Valli: tra romanticismo e suggestioni preraffaellite

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Ha sfilato durante la Paris Fashion Week la nuova collezione firmata Giambattista Valli. Tripudio di femminilità in passerella, tra tocchi ladylike e linee pulite. Fluidità nelle silhouette ed eleganza evergreen nei volumi a cascata, volants e ruches suggellano le trasparenze talvolta ardite, tra maestosi capi in mousseline e lunghe gonne plissé.

Romantica e poetica, la donna Giambattista Valli non teme la propria anima femminile: eccola avanzare in un mood bucolico, quasi una ninfa silvestre che calca la passerella in lunghi abiti in impalpabile chiffon a stampa floreale. La collezione Autunno/Inverno 2016-2017 sembra abbandonare momentaneamente contrasti e contraddizioni a favore di una maggiore dolcezza: la prima parte del défilé sembra inneggiare alla moda per signore. Fiocchetti che sbucano tra i drappeggi di abiti dalle linee essenziali impreziosiscono il punto vita come cinture sottili; i capi sono caratterizzati da un appeal quasi formale, che li rende adatti ad un ricevimento in cui sia contemplato il dress code.

Colletti dal piglio bon ton fanno capolino da abitini vagamente Sixties, mentre la palette cromatica è dominata dal rosa pastello. Tra le onnipresenti stampe botaniche sbuca un black & white vagamente optical, mentre i capispalla privilegiano inserti in pelliccia, in un insolito mix & match con il pattern floreale. Ai piedi spuntano suggestivi calzari da gladiatore che stemperano il mood a tratti stucchevole.

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(Foto Madame Figaro)
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(Foto Madame Figaro)

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Gigi Hadid in passerella per Giambattista Valli (Foto Madame Figaro)


È nella seconda parte dello show che lo stilista dà il meglio di sé, riproponendo i pezzi cardine della propria personalità. La femminilità è ancora una volta protagonista, con lunghi abiti da sera, in cui ruches e drappeggi decorano come un grembiule la vita impero. Maestosa ed eterea, la donna Valli appare sublimata ed evanescente in imponenti mise con mantelli e maniche velate, in cui non manca la dolcezza evergreen delle stampe floreali. Ricorda un quadro preraffaellita, in cui il più struggente romanticismo si fonde con la natura, dipinta con accurata verosimiglianza. Cut-out alleggeriscono l’austerità di lunghi abiti castigati con colletti quasi elisabettiani, per ruches e cuciture che ricordano la gorgiera tipicamente aristocratica.

Protagonista assoluta sulla passerella una Gigi Hadid insolitamente efebica, che chiude il défilé con un lungo abito che incarna alla perfezione la summa dello stile di Valli. Nel front row spicca la it girl Olivia Palermo.


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Ci sono dei défilé che travalicano i diktat della moda, con le sue mutevoli stagioni, per regalare emozioni allo stato puro. È il caso di Givenchy, che ha monopolizzato l’attenzione della settimana della moda parigina. Riccardo Tisci stupisce tutti con una collezione suggestiva e ricca di colpi di scena, a partire dalla passerella. Dimenticatevi catwalk rettilinei: lo stilista ha ideato un percorso che ricorda il labirinto di Meride, con le sue curve e i suoi angoli, caratterizzato dai toni sabbia, a ricordare il deserto.

Motivi egizi, decori tipici delle civiltà dei faraoni, ma anche colori elettrici e stampe caleidoscopiche: c’è tutto questo e molto altro nella collezione Autunno/Inverno 2016-2017 di Givenchy. “Era da tanto che volevo fare questa collezione”, ha ammesso lo stilista, all’undicesimo anno alla direzione creativa della maison francese. Tisci ci porta indietro nella storia, per un excursus attraverso culture antiche e civiltà millenarie. Non solo Egittomania, ma anche un tocco di arte indigena dei Nativi Americani, tra stampe Incas e mandala Indù.

Suggestiva, enigmatica, la donna di Tisci è una sacerdotessa, novella Iside dal fascino reverenziale e mistico, stretta dentro capispalla in stampa patchwork e total black e shift dresses dall’impatto regale. L’occhio di Horus fa capolino da abiti a balze in pizzo, tra ali, simboli religiosi ed iconografie tipiche delle civiltà egizie. Pattern animalier si incrociano alle stampe mosaico che ricordano le iscrizioni della stele di Rosetta e i geroglifici, rivisitati in chiave digitale con geometrie bidimensionali in colori fluo. Disegni stilizzati e stampe patchwork dal sapore esoterico animano una collezione che va indietro nella storia: un po’ archeologa la donna stretta in chemisier che profumano di tè nel deserto, ma diviene novella Osiride nel total black e nelle suggestioni in pizzo, tra pelli e pellicce.

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(Foto Madame Figaro)
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Bella Hadid (Foto Madame Figaro)
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Candice Swanepoel in passerella per Riccardo Tisci (Foto Madame Figaro)
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Mariacarla Boscono (Foto Madame Figaro)
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Irina Shayk (Foto Madame Figaro)
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(Foto Madame Figaro)

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(Foto Madame Figaro)


Si continua con cappotti dal sapore militare e abiti caratterizzati da lunghezze al ginocchio, ma anche shorts e stivali in pitone e suede. Le bluse sono decorate da inediti mandala versione 3D, da indossare sotto giacche oversize, che divengono uniformi di una nuova borghese. I bomber in velluto e satin sono decorati con occhi di falco e dischi dorati, che ricordano il misticismo e il culto delle divinità pagane. Sfarzo e opulenza nei tailleur in broccato e negli abiti con le maniche profilate di pelliccia. Mood esotico nei kimono in tulle profilati di visone, da indossare su altissimi tacchi a cono e dettagli borchiati, che conferiscono un dettaglio aggressivo insieme alle croppet jacket e agli stivali. L’animalier all over testimonia l’ossessione degli antichi Egizi per la stampe raffiguranti animali, mentre il pitone albino caratterizza la pelletteria e gli accessori, tra stampe ardite e suggestioni glam rock.
Si avverte un’influenza Art Déco tra le sete preziose e le stampe simmetriche che caratterizzano molte delle uscite.

Misteriose e mistiche le modelle che si alternano sulla passerella, da Candice Swanepoel a Irina Shayk, dall’adorata musa di Tisci Mariacarla Boscono a Bella Hadid. Nel front row della sfilata Bradley Cooper ad ammirare la fidanzata Irina Shayk.

(Foto cover Isidore Montag)


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Sfila a Parigi Andreas Kronthaler for Vivienne Westwood

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Dopo 25 anni d’amore e di sodalizio artistico Andreas Kronthaler firma la collezione Autunno/Inverno 2016-2017 di Vivienne Westwood. L’eccentrica stilista inglese, antesignana del punk, abbandona la storica etichetta Gold Label a favore di una collezione che vede accanto al proprio nome quello del marito. Un modo per sugellare la love story che lega i due: la Westwood conobbe Kronthaler nel 1980, quando lei insegnava moda all’Università di Berlino. Andreas era uno degli allievi più promettenti. Notato il talento del giovane, dopo uno stage presso la casa di moda creata dalla stilista inglese nacque una storia d’amore che dura fino ad oggi.

«È un riconoscimento all’uomo che amo e che lavora con me da una vita»: queste le parole con cui Vivienne Westwood ha commentato il nuovo sodalizio artistico. «Negli anni Andreas si è preso carico di sempre più responsabilità e sono lieta che anche il pubblico possa riconoscerne i meriti», ha aggiunto la stilista, la cui linea adesso si chiamerà Andreas Kronthaler for Vivienne Westwood.

È l’Oriente ad ispirare la sfilata che ha avuto luogo nell’ambito della Paris Fashion Week: il Buddismo e la filosofia zen sono i cardini entro cui si sviluppa una collezione dal nome altamente evocativo, Sexercise, che vede sfilare in passerella modelli maschili e femminili, in un continuo gioco di rimandi e scambi di identità. Come lo Yin e lo Yang, i due poli maschile e femminile si intersecano a vicenda, in un suggestivo gioco di ruolo. La collezione è nata dopo la visita di un’amica di lunga data della Westwood, ricevuta lo scorso Natale: è stata infatti Sharon, ex assistente della stilista ai tempi di Buffalo Girls, ora divenuta monaca buddista, ad ispirare la collezione. La donna, nonostante lunghi anni dedicati alla meditazione, non ha perso la sua vena creativa e gli abiti da lei cuciti per i suoi viaggi sono stati portatori di una potente ispirazione per la nuova collezione di Vivienne Westwood.

(Fonte Madame Figaro)
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(Fonte Madame Figaro)
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(Fonte Madame Figaro)

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(Fonte Madame Figaro)


La donna che calca la passerella per la prossima stagione invernale ricorda un po’ una monaca buddista, tra drappeggi e volumi che ricordano il saio e la tonaca. Ma la vena punk e i consueti dettagli neoromantici rientrano nei canoni tipici del brand inglese. Contrasti e sovrapposizioni si uniscono a corsetti e suggestioni neoromantiche. Stampe orientali fanno capolino sotto a mantelle e capispalla strutturati dai volumi teatrali, che vestono sia l’uomo che la donna. La palette cromatica abbraccia toni scuri, mentre i gioielli sono firmati dalla madre di Kronthaler. Vivienne Westwood attinge dai pittori fiamminghi e da Bruegel per quanto riguarda le suggestioni di paese, le cromie scure e drammatiche e i colletti da ragazza perbene, che vengono poi declinati nella consueta chiave Eighties, evidente nelle giacche oversize che profumano di punk.

(Foto cover AP Images)


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Paris Fashion Week: Svelato il “nuovo capitolo” di Balenciaga

L’intera settimana della moda parigina è stata pervasa da una febbrile attesa, serpeggiante sotto i sorrisi estatici e le corse ticchettanti di giornalisti e buyer. Il pensiero di tutti era rivolto a questa domenica mattina e a una sfilata che si annunciava già chiacchieratissima. Balenciaga ha svelato oggi, infatti, la prima collezione firmata da Demma Gvasalia come nuovo direttore artistico. Il designer, che l’anno scorso ha lanciato il proprio marchio Vetements, è stato nominato pochi mesi fa. L’uscita di scena di Alexander Wang, direttore creativo della maison dal 2012 allo scorso ottobre, non aveva poi sorpreso più di tanto. Designer geniale, mago dello sportswear e animo sensibile e giocoso, Wang è riuscito a conciliare perfettamente il suo stile con i codici estetici di Balenciaga solo nell’ultima sfilata, dopo aver già annunciato la rottura con il gruppo Kering. La nomina del suo successore è stata preceduta da chiacchiere e sussurri, improbabili candidati e pettegolezzi.

 

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Quando oggi Gvasalia si apprestava a presentare la sua prima collezione autunno inverno 2016-17 per Balenciaga, tutta l’attenzione è stata catalizzata da una sua frase. “Una rivisitazione del lavoro di Cristobal Balenciaga…una traduzione, non una ripetizione. Un nuovo capitolo“. Una frase che suona quai minacciosa. Subito dopo le prime uscite, parecchi nomi illustri delle prime file hanno smesso di prendere appunti e scattare fotografie per incrociare le braccia, indignati. Il lavoro di Demma Gvasalia sembra lontano anni luce dai volumi perfettamente bilanciati di quello che  Christian Dior definì “il maestro di tutti noi“.  Apre la sfilata un tailleur grigio seguito da abiti, completi, bomber e cappotti dai volumi esagerati, secondo molti semplicemente “rubati” all’ultima collezione Vetements. Sebbene sia innegabile che molti capi – i cappotti over per esempio, la borsa già destinata a diventare it-bag, i look interamente stampati – siano molto interessanti, questo è quanto di più lontano si potesse immaginare dall’universo Balenciaga. E sicuramente di questa sfilata si parlerà a lungo.

 

Foto da vogue.com