Akris sfila a Parigi con un’ode al cappotto, capo passepartout

Essenziale e pratica la collezione autunno/inverno 2017-18 di Akris: “Una donna in cappotto e borsa” è il titolo scelto da Albert Kriemler per la collezione che ha sfilato alla Paris Fashion Week. Un titolo semplice, che descrive l’essenza dello stile promosso dal designer per la prossima stagione invernale. E proprio sui cappotti e sulle borse si concentra il fil rouge della collezione, che non lesina in coat iconici da indossare come nuovo capo passepartout, accanto a jeans, capi sporty, ma anche dress femminili. Sulla scia dell’autoritratto di Rodney Graham intitolato Coat Puller, che dipinge l’artista nel tentativo di indossare il suo cappotto, e dell’installazione denominata “Der Mantelanzieher”, Kriemler dà vita ad una collezione che sceglie il cappotto quasi come mezzo tramite cui perdersi in epifanie suggestive: il capo più amato durante la stagione invernale si arricchisce di spunti inediti, fino alla parata che chiude il défilé, con otto cappotti raffiguranti una stampa delle due opere che ispirano il designer. Giacche e capispalla per ogni occasione, realizzati usando tessuti impeccabili, dominano la collezione, tra note glamour e tailoring. Ce n’è davvero per tutti i gusti, dal bianco e nero in chiave cocoon al classico in stampa check double-faced fino al cappottino bon ton dalle note ladylike, preferibilmente in cashmere: accanto al cappotto la borsa torna in primo piano, sia come tote bag che come secchiello. Non mancano note knitwear nelle giacche in pelle dal piglio young, accanto a dettagli fur. La palette cromatica predilige verde, porpora, blu e nero. Femminilità nel trench in chiffon pensato per la sera. Non mancano stampe vichy, a conferire un tocco di femminilità leziosa, sapientemente smorzato dalle linee sartoriali e dal comfort, cifra stilistica del brand.

Rahul Mishra in bilico tra arte e sportswear

Suggestioni artsy dominano sulla passerella di Rahul Mishra: per la collezione autunno/inverno 2017-18 lo stilista esplora il suo amore per il movimento pittorico del Puntinismo, attraverso un design che strizza l’occhio allo sportswear senza disdegnare decorazioni fatte a mano. Mishra si conferma geniale nell’utilizzare i capi come delle tele, riproducendo con maestria le opere di Vincent van Gogh e Paul Signac, ed esplorando la sua innata passione per il Puntinismo, movimento pittorico nato in Francia verso il 1870, caratterizzato dalla scomposizione dell’immagine in piccoli punti: il designer unisce ispirazioni tratte dal mondo dell’arte a capi dal piglio sporty. Il risultato è un tripudio di capi basic che vengono ridefiniti in chiave multicolor, tra paesaggi e girasoli che impreziosiscono giacche in check e principe di Galles e maxi gonne in velluto. Non mancano note mannish nelle silhouette oversize, come nei pigiami palazzo, in una moda che sceglie l’inedito accostamento tra l’arte e lo streetwear. Sagace deus ex machina della situazione, Mishra riesce nel suo ambizioso progetto, creando una collezione altamente indossabile, ricca di effetti optical piacevoli alla vista: non mancano note high-tech come nell’uso di applicazioni e passamanerie realizzate in 3D, ad impreziosire capi semplici dal gusto timeless e dal grande comfort. Ecco che blazer in check vengono invasi da girasoli e fiori, accanto a maxi gonne a balze, tripudio di femminilità rétro; il gessato si alterna a stampe patchwork, in un gioco di sapienti sovrapposizioni, un mix & match dal forte impatto scenografico.

Frankie Morello collezione autunno- inverno 2017/18

MEN’S AND WOMEN’S COLLECTION FALL WINTER 2017-18

Una ricerca che riscopre l’umanesimo come metodo di crescita tecnologica. Un’indagine profonda sulla compatibilità tra l’evoluzione e la storia. Una moda che non si lascia impressionare dalle tendenze ma crea contenuti plausibili per il nostro presente. Nella coscienza che, come sostiene Roland Barthes, essendo un sistema di linguaggio di segni non può ignorare i segnali che racchiude. E che ogni domanda su “chi siamo, dove andiamo”, non può prescindere dalla consapevolezza del nostro passato, della nostra storia, del complesso intrecciarsi delle culture dell’umanità.

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La collezione FW 2017-18 di Frankie Morello, curata dal team stilistico interno, nasce da un interrogativo fondamentale per capire l’oggi e immaginare il futuro: veramente ci troviamo a vivere nella società tecnologicamente più avanzata della storia dell’umanità? E da qui apre diversi e numerosi percorsi esplorativi sull’abito maschile e femminile per indagare sul signi cato di evoluzione sociale, culturale ed estetica. Cioè di quell’evoluzione umana che comprende e sollecita il significato e il senso della moda.

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La collezione procede con il mescolare riferimenti del passato e del presente, da quelle che ci ostiniamo a chiamare intuizioni della cultura dell’antico Egitto alle pratiche spaziali dei nostri giorni, dai segnali esoterici racchiusi in uno scarabeo, simbolo e segno di rinascita e del nuovo inizio, a quelli immagini ci di galassie ravvicinate, dalla scrittura per gerogli ci e pittogra ca agli emoticons del linguaggio digitale odierno, dalla rappresentazione di una Nefertiti con gli occhiali della realtà virtuale alle forme di giacche, pantaloni, abiti, felpe, giubbotti che, replicando e mescolando le forme della modernità che si riferiscono al formale, allo sportswear, all’abbigliamento intimo e all’urban style, le trasportano in passati lontani dove il senso scenogra co del vestire racchiude i simboli di una comunicazione potente perché comprensibile.

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Così, nella collezione maschile, a una felpa basta una stampa digitale o occata per mettere insieme l’immagine di Akhenaton e quella degli alieni extraterrestri, a una giacca bastano due maniche di pelle per rendersi metamorfosi di un giubbotto chiodo come basta una stampa che mescola caratteri della scrittura egizia e i pannelli solari per identi care un presente già previsto nel passato, come a un paio di pantaloni biker le borchie danno l’aspetto di un paramento celebrativo.

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Allo stesso modo, la collezione donna, che abbraccia mondi che sembrano lontani come lo spaziale e il country, si compone di riferimenti sovrapposti e mixati, a partire da un abbigliamento intimo che si trasforma in segnale di indipendenza, da un abito di tulle a tutù che si sottopone volentieri alla forza di un corpetto di pelle, di una pelliccia ecologica che replica la naturalezza con una lavorazione jacquard sul jersey, da un jumpsuit il cui colore metallico serve a descrivere una sensualità naturale.

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Il tutto per dare vita a un senso della moda che Frankie Morello descrive con un carattere personale espressione di una consapevolezza che deriva da una visione. Una moda composta da abiti portabili ma che abbiano in sé il senso della riconoscibilità che diventa identità, che sappiano valorizzare quel valore espressivo delle arti visive, narrativa e immagine di esteriorità e di stati d’animo. Per uomini che non trasformano la forza in arroganza e donne che sanno gestire le innumerevoli sfaccettature stravaganti e sexy della loro personalità. Entrambi nello stato mentale che costruisce l’alternativa all’attuale omologazione.

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Paul & Joe in bilico tra note mannish e femminilità

Si respira un’aria nuova sulla passerella di Paul & Joe: per la collezione autunno/inverno 2017-18 Sophie Mechaly sceglie di essere meno dolce rispetto al solito. L’attitudine che prevale tende questa volta al rock, con un tocco androgino che non guasta. Suggestioni streetwear dominano, al posto del preppy d’ordinanza, più volte sperimentato dall’eclettica designer. Grintosa e senza fronzoli la donna che attraversa la passerella della Paris Fashion Week, sfoggiando capi dalle suggestioni mannish. Largo a colori accesi, come il giallo lime e il verde, per pattern suggestivi e ricchi di sfumature caleidoscopiche. Il velluto domina l’intera collezione, sia declinato a costine che su hoodie dal piglio sporty declinate in blocchi cromatici e grafismi arditi in colori al neon, come ambra e blu elettrico. Femminilità nella seta floreale, tra stampe playful, quintessenza dell’estetica di Mechaly. Tante le sfumature di rosa, come nei pattern a forma di rossetto, protagonisti assoluti della collezione. Istrionica e femminile, la stampa a forma di rossetto domina su blazer dal taglio sartoriale e su gonne, sposando lo Zeitgeist contemporaneo, che vede un fiorire di stampe cartoon in quasi tutte le collezioni presentate nelle principali fashion week. Femminile ma mai leziosa, la donna Paul & Joe unisce un’anima cosmopolita e contemporanea alle note timeless di una sartorialità destinata a non passare mai di moda.
“Volevo qualcosa di estremamente urbano ma che fosse anche lussuosa”, ha commentato la stilista. Trionfo di effortlessy-chic nei tuxedo in velluto rosso, per una moda androgina, sapientemente smorzata dalle bluse in pizzo decorate con perle, che conferiscono un tocco ultrafemminile all’intera collezione.

Models Matter: un volume celebra le top model più iconiche

Un volume esclusivo celebra la bellezza femminile in circa un secolo di moda: Models Matter raccoglie un’antologia di vite famose, volti entrati nel mito. L’autore, Cristopher Niquet, stylist francese di grande successo, ha collezionato gli autografi dei volti più iconici della moda, creando un’opera unica nel panorama odierno. Da Lauren Hutton a China Machado, da Brooke Shields ad Alek Wek, passando per Cindy Crawford, Twiggy e Peggy Moffitt: i volti della moda mondiale vengono tutti ritratti, decennio per decennio, in un’affascinante excursus attraverso le trasformazioni subite dall’ideale di bellezza femminile imperante.

Tutto ebbe inizio nel 2008, quando Niquet incontrò Peggy Moffitt in un ristorante di Beverly Hills: lo stylist, mai stato amante degli autografi, quella volta non riuscì a resistere, trovandosi davanti l’incarnazione dei mitici Swinging Sixties. Da allora Niquet iniziò una vera e propria collezione di autografi, raccogliendo le firme delle supermodelle più famose del mondo, da Jean Shrimpton a Jerry Hall, da Lauren Bacall ad Isabella Rossellini, da Anita Pallenberg a Naomi Campbell.

Il volume, dal titolo degno di nota (“Le modelle contano”), vede la prefazione di Steven Meisel, che ha più volte immortalato le icone in questione in scatti entrati di diritto nella storia del costume. “Mi rattrista che molti volti dagli anni Cinquanta alla fine degli anni Ottanta siano scivolati nell’oblio”, scrive Meisel.

Photography courtesy Models Matter, Damiani (Twiggy by Burt Glinn/Magnum)
Photography courtesy Models Matter, Damiani (Twiggy by Burt Glinn/Magnum)


“Finché non ho incontrato Christopher Niquet pensavo di essere il loro unico ammiratore, il solo a ricordare le loro storie. Il fatto che qualcuno giovane come Cristopher tenesse all’eredità di Susan Moncur era per me motivo di stupore, sollievo e fiducia. Queste donne meritano il nostro riconoscimento. Erano tutte così uniche, talentuose, appassionate del loro lavoro. Come dimenticarle?”, continua il fotografo.

SFOGLIA LA GALLERY:



Niquet include tra le icone del volume molte modelle di colore, spesso discriminate dal fashion biz, accanto alle colleghe asiatiche. L’autore ha iniziato la sua carriera come stylist lavorando per Self Service, prima di trasferirsi a New York, dove risiede da circa dieci anni. Quindi ha iniziato a scrivere per l’edizione francese di Vanity Fair. Models Matter è la sua opera prima, anche se l’autore sta già lavorando ad altri due progetti.

Frank Sinatra: “La voce dello Stile”

Francis Albert Sinatra, detto Frank, è stato un cantante, attore e conduttore televisivo statunitense. Fu un personaggio importante e carismatico dell’intrattenimento americano e mondiale, ed entrò nella leggenda per l’eterna giovinezza delle sue canzoni, oltre che della sua voce, riuscendo ad imporsi nel panorama musicale mondiale dal primo dopoguerra fino ai giorni nostri, grazie ad una intensa attività durata ben 63 anni, dal 1932 al 1995, anno in cui tenne il suo ultimo concerto dal vivo. Frank Sinatra è vissuto per quasi ottantatré anni. Non lo avevano provato né i frenetici ritmi di lavoro a Las Vegas, nei primi anni sessanta, quando di giorno lavorava sui set cinematografici e alla sera si esibiva fino alle due di notte con gli spettacoli del Rat Pack, dormendo meno di tre ore a notte, né i due pacchetti di sigarette che fumò ogni giorno per quasi settant’anni, né la bottiglia di whisky che assumeva quotidianamente, né le tournée mondiali, specialmente negli ultimi vent’anni di carriera.


Frank Sinatra
Frank Sinatra



“O hai o non hai stile. Se ce l’hai, starai fuori un miglio”, Frank Sinatra canticchiava una volta in una canzone dedicata allo stile “In the Style”. Un’ icona di stile che nel corso di tutta la sua meravigliosa carriera ha saputo dettare con garbo utili e attualissimi consigli per il guardaroba di ogni gentleman. Da buon italiano amava molto vestire con un’eleganza impeccabile e sicuramente uno dei suoi migliori amici era un sarto che gli cuciva abiti su misura personalizzati preferibilmente con ampi revers. Cantava vestito adatto per quasi ogni occasione indossando un cappotto sportivo tagliato su misura con precisione, anche se il più delle volte optava per l’uso dello smoking.


Frank Sinatra
Frank Sinatra



Una sua frase celebre fu:


“Qualunque cosa si dica di me non ha importanza. Quando canto, credo di essere sincero… Il pubblico è come una donna: se sei indifferente, è la fine!”


I capi che lo contraddistinguono sono:


– I gemelli da polso


– La camicia bianca e le derby nere lucide


– Il cappello Fedora a falda stretta portato di sbieco


– Il cappotto a tre bottoni, fantasia Principe di Galles


– I pullover in cachemire dalle tonalità chiare


– Lo smoking con il papillon


Frank Sinatra
Frank Sinatra



Frank Sinatra
Frank Sinatra



Frank Sinatra era un incallito bevitore di whisky, fan devoto di Jack Daniel’s. Sempre con un bicchiere in mano, anche sul palco, per brindare con il pubblico che lo ascoltava. Era il suo drink per eccellenza, ne amava il colore, il profumo. Tre cubetti di ghiaccio, qualche goccia d’acqua che ne esaltava gli aromi. Lo beveva così, mentre incantava i suoi ospiti. E per ricordarlo il master distiller di Jack Daniel’s gli dedica una selezione speciale limitata a duemila bottiglie, la Sinatra Century. Da gustarsi mentre si ascolta uno dei suoi best.


"Sinatra Century"
“Sinatra Century”



Beh, ora un bel Jack con in sottofondo “Fly me to the moon“…


Frank Sinatra
Frank Sinatra

Frank Sinatra
Frank Sinatra



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Dolce & Gabbana: party esclusivo a Los Angeles con i Millennials

Sulla scia dell’ultima sfilata di ready-to-wear, Dolce & Gabbana continuano a cavalcare la nuova generazione di divi 2.0. Sono i Millennials le nuove icone di riferimento predilette dal duo di stilisti, che negli anni ha lanciato modelle del calibro di Monica Bellucci, Marpessa Hennink e Bianca Balti, solo per citarne alcune: amatissimi sui social network, i nuovi divi sono stati protagonisti assoluti sulla passerella, indossando le 150 creazioni della collezione autunno/inverno 2017-18. Ecco che una parata di figli di personaggi famosi, blogger, socialite e millennials ha invaso la Milano Moda Donna: dal biondissimo modello Lucky Blue Smith, che ha sfilato con la fidanzata Stormi Bree, anche lei regina di Instagram, a Rafferty Law, figlio di Jude Law, fino a Destry Allyn Spielberg, figlia del celebre regista, questi solo alcuni dei nomi dei protagonisti dell’ultimo défilé. Ora i nuovi divi della rete sono stati al centro anche dell’ultimo evento, organizzato a Los Angeles: un party esclusivo, #DGNewVision, che celebra la nuova collezione: la serata, le cui foto sono rimbalzate su tutti i social con l’hashtag #dgmillennials, ha visto tra i protagonisti Pixie Lott, Zendaya e Bianca Balti, ma non solo. Presenti anche la sexy Sasha Grey e il figlio di Cindy Crawford, già volto del brand. Una grande festa, quella celebrata nel cuore di Rodeo Drive, centro pulsante della moda di Los Angeles: ad improvvisarsi dj per una sera Brandon Thomas Lee e Pyper America Smith, mentre protagonisti assoluti dell’after party sono stati Rafferty Law e DJ Mad Marj.

In mostra a Chatsworth 500 anni di moda

È stata inaugurata lo scorso 25 marzo la mostra “House Style: 500 anni di moda a Chatsworth”: l’esclusiva esibizione, patrocinata da Gucci, comprende anche due abiti disegnati da Alessandro Michele. Protagoniste dell’evento sono le donne legate a Chatsworth House, storica dimora dei duchi di Devonshire, sita nel Derbyshire: in esposizione oltre 100 capi haute couture, tiare e copricapi iconici, gioielli, abiti da sposa e vesti da battesimo, accanto ad uniformi, livree e cimeli antichissimi.

Obiettivo della mostra curata da Hamish Bowles, international editor at large di Vogue America, è ripercorrere mezzo millennio della storia dell’aristocrazia inglese, svelando retroscena affascinanti sui personaggi che hanno abitato le stanze di Chatsworth: tante le donne famose che hanno vissuto qui, da Georgiana Spencer, consorte di William Cavendish, quinto Duca di Devonshire, icona di stile del XVIII secolo, fino ad Adele Astaire , celebre partner di Fred, passando per Kathleen Kennedy, sorella di John Fitzgerald Kennedy, e Stella Tennant, blasonata ed androgina top model anni Novanta, nipote di Andrew e Deborah Cavendish, undicesimi Duchi di Devonshire.

La mostra, sponsorizzata da Gucci, vede anche due creazioni realizzate ad hoc per l’evento da Alessandro Michele, direttore creativo della maison: «Non c’è un posto come Chatsworth da nessun’altra parte al mondo», ha commentato lo stilista. «Questa rassegna dimostra quanto gli oggetti storici siano un’incredibile fonte d’ispirazione per il presente». La mostra nasce da un’idea di Lady Laura Burlington, moglie di William Cavendish, Conte di Burlington, erede del dodicesimo Duca di Devonshire. Lady Laura, ex modella nonché membro attivo del comitato New generation della London Fashion Week, rovistando tra gli archivi di Chatsworth House ebbe l’illuminazione: quel materiale era perfetto per dare vita ad un’esposizione destinata ad entrare nella storia.

Deborah Devonshire & Stella Tennant, Chatsworth, 2006. Foto Mario Testino
Deborah Devonshire & Stella Tennant, Chatsworth, 2006. Foto Mario Testino


«Ci sono voluti sei anni per mettere a punto House style, che ora comprende molto più di quanto immaginassimo quando abbiamo iniziato a scavare negli archivi di Chatsworth», ha commentato Lady Burlington. «Spero che i visitatori apprezzino le dimensioni e aspirazioni della mostra e si divertano a esplorare le storie che questi vestiti e cimeli rivelano sulla famiglia Cavendish».

Mistress of the Robes Coronation Gown, worn by Duchess Evelyn at 1937 coronation and Duchess Mary at 1953 coronation, Painted Hall, Chatsworth, 2016. Photo by Thomas Loof, © Chatsworth
Mistress of the Robes Coronation Gown, worn by Duchess Evelyn at 1937 coronation and Duchess Mary at 1953 coronation, Painted Hall, Chatsworth, 2016. Photo by Thomas Loof, © Chatsworth


In mostra anche alcune creazioni di Christian Dior, Alexander McQueen e Chanel. La mostra resterà aperta fino al 22 ottobre 2017. Per maggiori informazioni su biglietti e prenotazioni: www.chatsworth.org/book-tickets/

Megan Hess: una guida fashion alla scoperta della Grande Mela

“Fashion victim a New York” è il titolo dell’ultimo libro di Megan Hess: la regina dell’illustrazione di moda sforna un altro volume imperdibile per le fashioniste di ogni parte del mondo. Dopo la biografia illustrata di Coco Chanel e l’illustrazione per la cover del celebre libro di Candace Bushnell Sex & the City, Megan Hess vi aspetta ancora una volta in libreria, con la sua guida a New York, in versione fashion. Amatissima per le sue illustrazioni chic ed ironiche, Megan Hess vanta in curriculum collaborazioni con Prada, Dior, Louis Vuitton, Yves Saint Laurent, Tiffany & Co. e Bergdorf Goodman, per cui decorato una limited edition di accessori. Il suo tratto versatile e glamour descrive ora il suo amore per la Grande Mela: una guida fuori dal comune, quella scritta da Megan Hess, che immagina la sua giornata ideale a New York, sulla scia delle indimenticabili protagoniste di Sex & the City. Tanti gli indirizzi chiave, dai concept store alle boutique di lusso fino ai grandi magazzini, ma non solo: nella sua raffinata guida l’autrice seleziona i luoghi più ambiti per lo shopping e il lifestyle, dai mercatini vintage ai locali più trendy, dai quartieri glamour agli hotel di lusso, passando per Times Square senza tralasciare una full immersion nel verde di Central Park. I musei, luoghi di culto per gli appassionati d’arte, tornano in primo piano, accanto al celebre Fashion Institute of Technology, la Mecca della moda. Ultima meta imperdibile del tour promosso dalla Hess è la casa di Carrie Bradshaw, location degli episodi della serie cult, rimasti per sempre impressi nella nostra memoria. “Fashion victim a New York”, edito da Mondadori, è uscito pochi giorni fa: una guida imperdibile, creata da una amante della Grande Mela. .«Credo sia la mia città preferita in assoluto, contando anche che ci sono andata praticamente di continuo negli ultimi 15 anni. Mi sono innamorata della sua energia da subito: il rumore, la gente, le differenze tra Uptown e Downtown… E poi è il luogo della mia prima grande occasione lavorativa, quindi occupa un posto speciale nel mio cuore anche per questo. È quel tipo di posto in cui non importa quante volte tu ci vada, c’è sempre qualcosa di nuovo e interessante da scoprire che ti fa mantenere la voglia di ritornarci», così ha commentato l’autrice del volume.

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La copertina dell’ultimo libro di Megan Hess, edito da Mondadori

Caroline Corbetta nuovo volto di Pomellato nella nuova campagna firmata Peter Lindbergh

È il volto elegante di Caroline Corbetta ad illuminare la nuova campagna di Pomellato: la curatrice d’arte è stata immortalata in sofisticati scatti firmati da Peter Lindbergh. Tra i sei volti scelti per rappresentare la donna contemporanea, Caroline Corbetta si distingue per lo charme innato: classe 1972, madre francese e viso espressivo, l’esperta d’arte più amata da Renzo Rosso, che la definisce ironicamente “la teacher”, incarna alla perfezione l’ideale di bellezza contemporanea promosso da Pomellato. Tra i valori fondanti dell’estetica del brand, come anche delle foto realizzate da Peter Lindbergh, l’autenticità occupa un posto predominante: essenziale e pura, la bellezza promossa da Pomellato inneggia ad una naturalezza oggi in disuso. Come i gioielli indossati dalle sei protagoniste della campagna, che si contraddistinguono per un design essenziale e rigoroso. La bellezza è verità, afferma Caroline Corbetta, che vanta nel suo curriculum progetti come Expo Gate e la Biennale d’Arte di Venezia: nel corso della sua lunga carriera ha scritto di mostre d’arte per Vogue, Domus, Flash Art e Rolling Stone. Dopo esseri formata all’Accademia di Brera, Corbetta ha frequentato un master per diventare curatrice d’arte. Tante le esposizioni curate in giro per il mondo, forte di un occhio critico e sempre attento alle novità. Tra i suoi lavori più noti il Crepaccio, spazio no profit installato in una trattoria minalese di Porta venezia, fucina di idee e crocevia di talenti. Frangetta irriverente e lineamenti forti, la curatrice d’arte più glamour d’Italia posa con nonchalance per l’obiettivo di Lindbergh, accanto ad Helen Nonini, alla scrittrice e modella finlendese Pilha Hintikka, a Larissa Hofmann ed Anh Duong, tra le altre ambasciatrici del brand. L’hashtag ufficiale della nuova campagna Pomellato è #PomellatoForWomen.

Caroline Corbetta in uno scatto di Peter Lindbergh per la nuova campagna Pomellato
Caroline Corbetta in uno scatto di Peter Lindbergh per la nuova campagna Pomellato

Clio Zammatteo è incinta: in arrivo una baby Clio Make Up

Clio Zammatteo, meglio nota come Clio Make Up, è incinta. L’annuncio della gravidanza è arrivato, ovviamente, via social. Con un video su Youtube e un post su Instagram, la youtuber appassionata di trucchi ha rivelato ai suoi fan di aspettare una bimba e di essere già alla ventunesima settimana. Diventata un vero e proprio fenomeno del web nel 2008, con il suo canale Clio Make Up ha avuto un successo straordinario, che le è valso anche la conduzione di un programma tutto suo su RealTime e la pubblicazione di un libro. Oggi racconta in un video la sua gioia nell’attesa della piccola che, mentre mamma e papà Claudio cercano di decidere che nome darle, si chiama per gli amici e i fan “Baby Lenticchia”.


Nel video, però, Clio Zammatteo ci tiene a trattare anche un argomento molto delicato. «Spesso mi è stato chiesto quando avremmo avuto un figlio, se avessimo intenzione di creare una famiglia, mi è stato anche detto che sarei un’ottima mamma – racconta la 34enne veneta, che vive a New York con il marito – Che sia rivolta a un personaggio pubblico dai fan, o a una mia amica dai suoi parenti, è una domanda troppo delicata». Clio racconta del lungo percorso che lei e Claudio hanno affrontato per avere un figlio, passando per un aborto spontaneo la vigilia di Natale del 2015 e per un anno e mezzo di tentativi a vuoto. «Una domanda che può far male, o anche dar fastidio se rivolta a una donna che non vuole avere figli (adesso, oppure sempre). Va bene fatta da mia nonna, che ha 78 anni e ha vissuto in un’epoca diversa. Ma oggi noi donne sappiamo che ci sono difficoltà di ogni tipo, quindi se siete giovani non fate mai questa domanda». Il video di Clio Make Up si chiude con il racconto di qualche paura ma soprattutto tanta gioia per l’arrivo di Baby Lenticchia. «Segnatevi questa data: 21 luglio. Anche se – aggiunge ridendo – può arrivare prima o dopo, se ha preso dal papà sarà testarda e farà di testa sua».


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Una foto di Clio Zammatteo con la mamma e la nonna, pubblicata su instagram dopo l’annuncio della gravidanza