Geppi Cucciari in “Perfetta”

Da pochi mesi ci ha lasciati Mattia Torre, drammaturgo romano, famoso per molteplici produzioni teatrali e televisive. Ricordiamo con particolare affetto il grande successo di Boris.

Geppi Cucciari approda a teatro con “Perfetta”, un monologo scritto dallo sceneggiatore da poco scomparso. Lo spettacolo, oltre ad essere un’importante omaggio a questa triste perdita, vuole essere una dedica al complesso e affascinante mondo femminile.

“Alla  donna si chiede un doppio sforzo, quello di agire con un’energia maschile e poi ritrovare quella femminile per essere sé stessa e dare spazio alla sua natura”.

Un monologo che ripercorre il mese di vita di una donna, scadenzato dalle quattro fasi del ciclo femminile. La visione di una giornata tipo, vista dagli occhi di una moglie, mamma e impiegata costretta ad affrontare i piccoli drammi di una vita ordinaria, vissuti in maniera più o meno disordinata a causa dell’alternasi del ciclo.

Geppi Cucciari interpreta magistralmente il ruolo di una donna in preda a sentimenti drammatici e al contempo esilaranti, ripercorrendo i diversi stati d’animo vissuti tra lavoro, famiglia e rapporti umani. Affronta così il tabù del ciclo mestruale, argomento che trova impreparato gran parte del pubblico maschile.

Quattro giornate identiche, eppure diverse tra loro, vengono raccontate dalla bravura e dalla pungente ironia dell’attrice sarda. Critica sferrata verso il mondo maschile e sincera autoironia femminile sono gli elementi chiave di uno spettacolo che tra risate e momenti di riflessione, conducono lo spettatore lungo scenari comuni che tutti, in maniera diretta e non, viviamo.

Il titolo di quest’opera diventa, infine, l’accettazione di una realtà che affrontiamo in maniera personale, unica e spesso altalenante. La constatazione di non perfezione, ci conduce verso la consapevolezza di essere perfetti così come siamo.

 

Geppi Cucciari

TOURNEE

Gennaio 2020

dal 10 al 12 – Roma, Teatro Brancaccio

15 – Modena, Teatro Storci

16 – Faenza (RA), Teatro Masini

17 – Cascina (PI), La Città del Teatro

22 – Asti (AT), Teatro Alfieri

23 – Savigliano (CN), Teatro Milanollo

24 – Varese, Openjobmetis

27 – Napoli, Teatro Diana

Febbraio

dal 6 al 9 – Bari, Teatro Piccinni

12 – Barletta, Teatro Curci

13 – Brindisi, Nuovo Teatro Comunale Giuseppe Verdi

14 – Taranto, Teatro Orfeo

Addio, Paolo Poli

Istrionico. Artista complesso e versatile. L’Italia s’inchina dinanzi a Paolo Poli, l’attore fiorentino che avrebbe compiuto 87 anni il prossimo 23 maggio, spirato a Roma dopo una malattia che non gli ha permesso di vivere ancora.

Ha riempito le platee, entusiasmando con la sua comicità disarmante. Era omosessuale e non ebbe remore  ad annunciare la sua inclinazione sessuale. Si diceva favorevole al matrimonio tra gay ma contrario al proprio contratto matrimoniale.

Acuto e diretto nell’esprimere la sua opinione, perfino quando toccava tematiche come la cristianità: “Se Gesù anziché finire in croce veniva impalato, adesso ai santi dove comparivano le stigmate?

Figlio di un carabiniere e di una maestra, dopo la laurea in Letteratura francese con una tesi su Henry Beque, esordisce in un teatro di Genova con <<La borsa di Arlecchino>>.

 

L'attore Paolo Poli in un suo travestimento in "I Sillabari"
L’attore Paolo Poli in un suo travestimento in “I Sillabari”

 

 

Un inizio che prelude il futuro artistico di Paolo Poli che negli anni sessanta lavora in RAI leggendo favole per bambini estrapolate da Esopo.

Diventa sceneggiatore per la RAI lavorando allo sceneggiato “I tre moschettieri “ assieme alla sorella Lucia Poli, Milena Vukotic e Marco Messeri.

Rifiuta una parte in di Federico Fellini e intraprende una carriera trasversale come cantante, pubblicando anche diversi album.

Superbo appare il suo approccio artistico e le sue interpretazioni sempre convincenti, hanno fatto vivere mondi paralleli ai suoi spettatori. Non possiamo esimerci dal ricordare le sue performances “Il mondo d’acqua” di Aldo Nicolaj e “I Sillabari” tratto dall’opera di Goffredo Parise, per il teatro.

Per il cinema, interpretò svariate pellicole come” La piazza vuota” di Beppe Recchia e “Le due orfanelle” di Giacomo Gentilomo.

 

«In fondo dobbiamo alla Chiesa anche Dante, che pure era antipapista. Se la Chiesa non avesse inventato il Purgatorio giusto qualche anno prima, non avremmo avuto la cantica più bella. Non amo l’Inferno: una scopiazzatura di Guinizzelli. Preferisco il Paradiso: la poesia d’amore applicata al tomismo; e la donna amata personifica la religione.>> Paolo Poli.

 

 

Fonte Cover giacomobaldoni.altervista.com

 

 

L’ingannevole mondo dei Social Network debutta a teatro

I Social Network sono ormai entrati così a fondo nelle vite di tutti che quasi non si fa più caso: non ci si sofferma più ad ammirare un tramonto perché si è troppo impegnati a fotografarlo, ed ancora si può conoscere a fondo un illustre sconosciuto, dai connotati fisici e carattere ai gusti di ogni specie, fino ai dettagli più intimi della vita privata e lavorativa, solo seguendone gli aggiornamenti di status.


Il carattere iperbolico e narcisistico dei social crea spesso un senso di inadeguatezza: ciò che è esposto è una realtà enfatizzata, camuffata, avvolta dall’ingannevole patina dei filtri di Instagram e il risultato è sentirsi esclusi da tutto ciò, non provando reale immedesimazione e condivisione.

Eppure è sempre più frequente non distinguere quella linea sottile, quasi impercettibile, che però separa nettamente il mondo social dalla realtà tangibile.


L’ingannevole mondo dei Social Network debutta a teatro


A moltissimi è capitato, almeno una volta, di provare un sentimento di esclusione, accedendo a Facebook al termine di una giornata storta e, di fronte al tripudio di allegri selfie, ritrovarsi a pensare: ‘qui sono tutti felici tranne me’! E ci si vorrebbe omologare a quello stato di felicità apparente, a quella perfezione che dal di fuori sembra non appartenerci fino in fondo. Di questo sentito senso di esclusione ne discutono già le più influenti università del mondo.


Ma è un sentimento che accomuna un po’ tutti, dando vita a molte reazioni, a volte anche di tipo artistico: sensazione condivisa quella da cui è scaturita anche una riflessione teatrale nella nuova commedia scritta, diretta e interpretata da Maurizio Canforini, che in seguito all’entusiasmo del pubblico, già dopo il primo ciclo di repliche, e anche per la nuova stagione, torna in scena al teatro L’Aura, dal 29 ottobre all’8 novembre.


“Tutti felici, tranne me…”, è infatti la prima commedia teatrale dedicata all’ingannevole mondo dei Social Network, si presenta come indagine dai toni leggeri ma anche riflessivi, fra le relazioni sentimentali 2.0 in cui ‘realtà’ e ‘mondo virtuale’ si sovrappongono senza però mai coincidere.