In mostra a Roma David Bowie visto da Masayoshi Sukita

Ha aperto i battenti a Roma lo scorso 24 ottobre la mostra “David Bowie & Masayoshi Sukita: Heroes”. Dopo il grande successo ottenuto a Bologna, Alba e La Spezia, anche nella Capitale viene celebrato il genio del fotografo giapponese Masayoshi Sukita, maggiore ispiratore e ritrattista del Duca Bianco.

Alla The Sign Gallery fino al 19 novembre sarà possibile ammirare le immagini più iconiche che hanno caratterizzato il lungo sodalizio artistico tra David Bowie e il maestro Sukita: pochi sono riusciti a cogliere l’essenza dell’icona del glam rock in scatti unici ed emozionanti, come Sukita ha fatto per anni. In esposizione le più famose immagini tratte dagli archivi londinesi: trattasi soprattutto di ritratti, realizzati tra Londra, New York e il Giappone tra il 1972 e il 1973.

Un sodalizio artistico e una grande amicizia ha legato i due. Correva l’anno 1972 quando Sukita, vicino alla Factory di Andy Warhol, arriva a Londra. Rimasto folgorato dal carisma di Bowie, restò legato per tutta la vita all’artista. Tanti gli scatti iconici che hanno immortalato le diverse fasi della produzione artistica del Duca Bianco: dal servizio di Heroes, del 1977, ai resoconti di viaggio in Giappone, durante gli anni Ottanta, fino agli scatti più recenti, realizzati tra il 1989 e il 2022 per la promozione dell’album Heathen.

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La bellezza efebica e l’espressività di Bowie sono state catturate in scatti dall’intensità rara dal grande fotografo giapponese. La mostra è aperta fino al 19 novembre nella location di Thesign Gallery di via Piemonte 125/a, a Roma. L’ingresso è libero.

Cappotti Autunno/Inverno 2016-2017

E’ appena iniziata la stagione invernale e tantissimi sono i modelli di capispalla proposti sulle passerelle: largo a cappotti originali e proposte sempre nuove, per un autunno/inverno 2016-2017 ricco di brio e fantasia. Non mancano modelli oversize, per proporzioni cocoon, perfetti per affrontare il grande freddo.

Full immersion nel colore, per nuance fluo, dal giallo canarino al verde e al rosa. Protagonisti delle sfilate, i cappotti uniscono grande femminilità a estro e brio. Tra le tendenze più eclatanti lo stile militare, per capispalla dai tagli rigorosi e dalle suggestioni mannish: a proporcelo è Mulberry, seguito da Prada, Burberry, Marni, mentre Max Mara rispolvera gli anni Trenta, per una donna dallo charme unico.

Capo passepartout per eccellenza, torna anche quest’anno la mantella. L’abbiamo vista da Salvatore Ferragamo, Chloé e Pascal Millet. Sobrietà e suggestioni minimal-chic nel cappotto vestaglia, dalle linee fluide e dall’ampio scollo, col punto vita strizzato in una cintura. Tanti i modelli proposti, a partire da Pascal Millet e Barbara Casasola.



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Tra colori vitaminici e l’eleganza del black and white, torna il tartan, rivisitato in chiave contemporanea. Largo a motivi check, per outfit ricchi di colore e stile. Moltissimi sono i brand che hanno sposato questo trend, da Burberry a Jacquemus a N.21. In un caleidoscopio di idee e proposte, non resta altro che scegliere quale modello fa per voi.

(Foto cover: Elle)

Corea: il futuro del lusso è qui

Occhi puntati su Seoul: la Corea si conferma crocevia di talenti e avamposto prediletto per la nuova corrente dello stile. Moda, arte, design, tecnologia, il lusso passa da qui. A carpire la tendenza non poteva essere che Vogue America: nel paese asiatico ha infatti avuto luogo l’ultima International Luxury Conference di Condé Nast, intitolata “Future Luxury”. A presentare la manifestazione la celebre firma del giornalismo di moda Suzy Menkes, che ha accolto sul palco i principali esponenti della moda e dei social network.

Una due giorni di talk ininterrotti, per definire il futuro della piazza virtuale e del luxury. Sul palco si sono alternati Olivier Rousteing, direttore creativo di Balmain (seguito su Instagram da circa 4 milioni di followers), Eva Chen, incaricata alla fashion partnership del social network in questione: con i due si è discusso del ruolo dei nuovi media nella trasformazione del lusso e dei mercati, grazie alla nuova possibilità offerta dai nuovi strumenti di comunicazione di mettere al centro il consumatore.

All’orizzonte si starebbe quindi profilando un nuovo concetto di moda, sempre più democratico, che punta ai social per incrementare le vendite invitando da vicino il cliente attraverso sapienti strategie di marketing neanche troppo velato: non c’è più la classica distanza che intercorreva dal fashion show al consumatore, che ora può vivere in diretta i backstage, le sfilate, i party. Complice anche l’avvento della filosofia see-now-buy-now, il mondo oggi gira ad un ritmo frenetico e la velocità di acquisto dei capi presentati in sfilata è centuplicata. Nasce quindi la necessità di meccanismi di produzione nuovi, che rendano i capi immediatamente disponibili all’acquisto.

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Sul palco della conferenza si è trattato anche il tema dell’eco-sostenibilità: in particolare si è posto l’accento sull’acqua, con un’opera di sensibilizzazione globale ad opera della famiglia Swarowski, che, partendo da India, Brasile, Cina e Uganda, punta all’eduzione affinché vengano evitati gli sprechi. Presente anche Nicola Formichetti, direttore creativo di Diesel, che ha sottolineato l’importanza della moda che travalichi i confini di gender: particolarmente sentita in Asia l’esigenza di creare una moda che sia aperta e fluida, per una condivisione tra ragazzi e ragazze. Ora l’appuntamento è in Oman nel 2017.

Giulia Maenza: chi è la baby modella che ha incantato la fashion week

Viso angelico, labbra turgide e lineamenti perfetti: viene dalla Sicilia la nuova top model in erba che ha rubato la scena a tutte durante l’ultima fashion week. Giulia Maenza, 16 anni, nata a Camporeale, piccolo centro di 4000 anime in provincia di Palermo, non era mai stata a Milano. Non prima di aver calcato le passerelle della Milan Fashion Week, dove è stata catapultata grazie ad una fotogenia senza pari.

Giulia, 1 metro e ottanta di statura e lunghi capelli biondi, si è ritrovata accanto alle top model del momento, da Gigi e Bella Hadid ad Adriana Lima, da Stella Maxwell a Sara Sampao fino a Naomi Campbell. Un debutto in grande stile per la “new face” siciliana, che sembra già destinata ad una fulgida carriera nel fashion biz. Lei, bellezza acqua e sapone che nella moda pare essere entrata per puro caso, ha sfilato per brand del calibro di Versace e Dolce & Gabbana.

Ultima di tre fratelli, Marco e Davide, Giulia frequenta il liceo scientifico a Palermo. La sua carriera pare sia iniziata quando, durante una corsa al parco, la giovane è stata notata da una ragazza, che le ha fatto notare che il suo fisico è perfetto per la moda. Da quell’incontro accidentato le prime foto con Guido Palau e il primo contatto vero con il mondo della moda, con la booker della prestigiosa agenzia Why Not Models, che le ha subito fatto un contratto. La favola della baby modella sembra appena all’inizio.

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Addio alle scollature vertiginose

Se fino ad oggi avete sempre puntato su una scollatura mozzafiato, ebbene sappiate che questa tendenza è stata ufficialmente dichiarata fuori moda. Out of vogue, potremmo dire: e proprio dalle illustri fila di Vogue America parte l’inversione di tendenza.
Bandita ogni scollatura, ritenuta volgare e appariscente: in un inedito panegirico alla sobrietà, uno scollo vertiginoso non è più considerato attuale. Meglio quindi puntare sulla classe, per mise sofisticate che indugiano piuttosto in un sapiente gioco di trasparenze e di vedo-non vedo.

Talvolta lasciare la fantasia a briglia sciolta, facendo solo immaginare le linee sinuose del fisico, può essere anche più sensuale della continua ostentazione. Ma come non ripensare a scollature celebri che hanno sdoganato l’immagine della femme fatale, dalle curve generose spesso evidenziate da bustini o sapienti scolli: correva l’anno 1957 e uno scatto rubato immortalava una esplosiva Jayne Mansfield mentre tratteneva a stento le forme burrose entro la generosa scollatura del suo vestito, sotto agli occhi di una imbarazzatissima Sophia Loren, anche lei degna rappresentante delle maggiorate che andavano tanto in voga in quegli anni.

Da Marilyn Monroe a Liz Taylor fino a Bettie Page, tante sono le dive che hanno puntato anche sulla scollatura. In tempi più recenti anche la splendida Eva Herzigova, che negli anni Novanta iniziava la sua carriera ammiccando dai cartelloni pubblicitari: nello slogan annesso, passato alla storia, la top model esortava gli uomini a sforzarsi di guardarla negli occhi, anziché lasciar cadere lo sguardo più giù.


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Che la bellezza mediterranea esca sacrificata dal nuovo trend imperante è fuor di dubbio: e chi alle curve aveva sempre affiancato uno stile sofisticato dovrà decidere se abbracciare la nuova tendenza o restare piuttosto fedele alla propria personalità. Una tendenza che intende sostenere le donne puntando anche sul comfort: sarebbe questa la motivazione alla base del nuovo trend che abolisce definitivamente lo scollo hot. Meno push up e ferretti per una maggiore libertà: basta costrizioni, quindi, godiamoci una rinnovata comodità.

La Lady Dior reinterpretata da 7 artisti

Oggetto di culto e accessorio tra i più iconici in assoluto, la Lady Dior si tinge ora di inedite stampe, grazie ad un progetto che vede la celebre maison di moda francese collaborare con l’artista inglese Marc Quinn: il risultato è una limited edition che vede la celebre it bag interpretata da sette diversi artisti. Stampe ardite, cromie accese, trompe d’oeil e nuance fluo per un colpo d’occhio sensazionale: non saranno disponibili più di 100 modelli di ogni versione.

Largo a stampe floreali, tessuti iridescenti, petali, orchidee, stampe optical e veri e propri quadri d’autore: la Lady Dior vieen reinterpretata dall’occhio di sette artisti, provenienti da Gran Bretagna e Stati Uniti: si va dal fotografo Matther Porter, che si ispira al design automobilistico, con grafiche in bianco e nero, al creativo britannico Mat Collishaw, che ripropone pattern naturalistici tra ali di farfalle e suggestioni pastello.

Non manca l’estro creativo di Jason Martin, che declina la celebre it bag in un’inedita versione 3D. Ian Davenport fa dell’iconica borsa culto la propria tela su cui dipinge magistralmente col suo tocco unico. Chris Martin si ispira alla sua opera Frog 1.




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Il progetto, che ha visto la luce solo pochi mesi fa, è gia divenuto virale su internet, dove spopolano le foto delle borsette con l’hashtag di riferimento #DiorLadyArt. L’idea, partorita dalla mente dell’eclettico Marc Quinn, è nata in concomitanza con l’inaugurazione della boutique Dior a Londra. Le borse dipinte dai sette artisti saranno in vendita nelle boutiqye di Miami, a Los Angeles, in Corea, in Cina, a Londra, Dubai, Parigi. Inoltre l’iconico accessorio sarà esposto in un’installazione durante la Art Basel di Miami, dal prossimo 29 novembre.

(Foto cover Harper’s Bazaar)

La gonna a ruota, intramontabile must have

Da sempre passepartout del guardaroba femminile, la gonna a ruota è un capo iconico che vanta una lunga storia: dagli anni Cinquanta ad oggi rappresenta la quintessenza della femminilità. Anche l’Autunno/Inverno 2016-2017 vede tanti modelli per un must have irrinunciabile.

Proporzioni over e versatilità, la gonna a ruota non passa mai di moda ed è perfetta per ogni occasione: da sfoggiare in ogni stagione, è un capo che ben si adatta sia al giorno che alla sera. Declinata in tutti i colori e in tutti i tessuti, dal cotone al jacquard di seta, l’iconico capo dalle suggestioni vintage piace sempre più anche perché riesce a valorizzare ogni tipo di fisico.

Dalle curvy alle più esili, la full skirt sta bene a tutte: tante le proposte per questa stagione invernale, non solo sulle passerelle ma anche nei principali portali di e-commerce. Da ASOS a Missguided, innumerevoli sono i modelli di gonne a ruota, declinati in chiave casual e gran soirée.

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(Foto: Pinterest)



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Correvano i mitici Fifties e la gonna a ruota vantava già una lunga lista di star che non perdevano occasione di sfoggiare il fashion trend, da Lauren Bacall alla splendida Audrey Hepburn in “Vacanze romane”, celebre pellicola in cui la diva sdogana la gonna a ruota girando per le vie della Capitale a bordo di una Vespa in compagnia di Gregory Peck. Tra le attrici che più volte hanno indossato l’iconico capo anche Sophia Loren e Grace Kelly. Indimenticabili le mise create per quest’ultima dalla celebre costumista premio Oscar Edith Head, che esaltò la bellezza della diva con sapienti cuciture e tessuti preziosi, vestendola in pellicole che hanno fatto storia, da “Caccia al ladro” a “La finestra sul cortile”.

Audrey Hepburn e Gregory Peck in Vacanze Romane
Audrey Hepburn e Gregory Peck in Vacanze Romane (1953)


Grace Kelly e Lauren Bacall (Foto: Shoeplay)
Grace Kelly e Lauren Bacall (Foto: Shoeplay)


Due modelli di gonna a ruota, 1959 (Photo by Chaloner Woods/Getty Images)
Due modelli di gonna a ruota, 1959 (Photo by Chaloner Woods/Getty Images)


Se volete fare scorta di gonne a ruota ma non avete a disposizione un grande budget, tanti sono i siti che fanno al caso vostro, dal delizioso ModCloth, che vanta uno stile vintage estremamente accattivante, ad ASOS, che propone un’ampia gamma di modelli, dal cotone alla seta plissettata fino al jacquard. Tante proposte anche sull’inglese Missguided. Cosa aspettate?

(Foto cover: Getty Images)

Il blu denim sarà il colore del 2017

Se avete sempre bisfrattato i jeans, è ora di ricredervi: il blu denim sembra infatti essere il colore del 2017. La palette cromatica jeans in tutte le sue sfumature si preannuncia già colore dominante dell’anno prossimo.

A rivelare i risultati di questa ricerca il Global Aesthetics Center di AkzoNobel, multinazionale olandese nel settore delle vernici che vanta oltre 50.000 dipendenti in 80 Paesi: le ultime ricerche in materia di colore sono state appena presentate a Torino nell’ambito di Paratissima, mostra sulla creatività giovanile mondiale.

Questa la location scelta per presentare in anteprima nazionale il Colour Futures International Colour Trends 2017. E proprio il Global Aestethetic Center di AkzoNobel ogni anno riunisce un gruppo di esperti internazionali e di professionisti provenienti dal mondo del design, dell’architettura, della moda, dell’arte e della fotografia al fine di analizzare una serie di tendenze, da cui poi estrapolare il colore dell’anno.

(Foto: TorinoToday)
(Foto: TorinoToday)


(Foto: Ansa)

Fiocco rosa per Blake Lively e Ryan Reynolds

Fiocco rosa per Blake Lively: la bionda attrice e il marito Ryan Reynolds hanno avuto un’altra bambina. Sul sesso del nuovo nato regnava il massimo riserbo, dal momento che mamma Blake ha sempre affermato di voler tenere i suoi figli lontani dai riflettori.

Ma a tradirsi è stato proprio Reynolds: l’attore di Deadopool durante un’intervista ha ammesso che si tratta ancora una volta di una bimba. Due anni fa la coppia aveva avuto James, la prima figlia. Sul secondogenito, nato lo scorso settembre, non era trapelata alcuna indiscrezione fino all’intervista dell’attore nel programma televisivo Conan.

Chiamato ad esprimersi sul ruolo di genitore, Reynolds ha detto: “Avere due bambini sotto i due anni è dura. Ci sono molti estrogeni in casa mia. È come se una bambola American Girl si prendesse la mia vita”. Poche parole ma sufficienti per trarre le dovute conclusioni sul sesso del nuovo nato. L’attore si era tradito anche in un tweet, in cui faceva riferimento alla “giostrina sulla carrozzina di mia figlia”. Successivamente è arrivata la conferma ufficiale.

Blake Lively e Ryan Reynolds (Foto: PopSugar)
Blake Lively e Ryan Reynolds (Foto: PopSugar)


L'attrice durante la gravidanza
L’attrice durante la gravidanza


Belli, ricchi e innamoratissimi, Blake Lively Ryan Reynolds sembrano il ritratto della felicità. La bellissima attrice ha recentemente postato su Instagram una foto con un hashtag che inneggia al più smielato romanticismo: #SeTuSeiUnUccelloLoSonoAncheIo, scriveva Blake Lively, facendo probabilmente riferimento ad una battuta del film “Le pagine della nostra vita”.

Taylor Swift è la cantante più pagata secondo Forbes

E’ Taylor Swift la cantante più ricca del 2016 secondo Forbes: la pop star americana avrebbe infatti chiuso il 2016 con un guadagno pari a 170 milioni di dollari. Taylor Swift avrebbe infatti guadagnato tale somma tra giugno 2015 e giugno 2016, durante il suo “1989 World Tour”.

Regina assoluta della classifica stilata da Forbes, la ventisettenne americana batte colleghe del calibro di Madonna, Adele e Katy Perry. Seconda nella classifica Adele, che nello stesso periodo ha guadagnato 80,5 milioni di dollari. Terza Madonna, con 76,5 milioni di dollari. Al quarto posto Rihanna con 75 milioni di dollari mentre Beyoncé è quinta con la “modica” cifra di 54 milioni di dollari. La reginetta del pop batte Katy Perry, che dominava la classifica lo scorso anno: la cantante californiana quest’anno è solo sesta, con 41 milioni di dollari. La classifica prosegue con Jennifer Lopez, Britney Spears, Shania Twain. Chiude Celine Dion con 27 milioni di dollari.

Taylor Swift, appena 27 anni e alle spalle 10 anni di carriera, ha superato anche il suo ex Calvin Harris, nominato pochi mesi fa dj dell’anno. Donna da record, la cantante ha infranto anche il record stabilito dal tour nordamericano dei Rolling Stones, guadagnando più di 200 milioni di dollari grazie alla parte nordamericana del suo tour mondiale “1989 World Tour”.

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Monica Vitti spegne 85 candeline

I capelli scompigliati, la voce roca, la verve e la bellezza fuori dagli schemi: impossibile non amare Monica Vitti, una delle più grandi attrici italiane di tutti i tempi. Mattatrice della commedia all’italiana, celebri le sue interpretazioni a fianco di Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e Nino Manfredi. Ma non meno importanti sono stati i suoi ruoli drammatici in pellicole storiche, come quelle firmate da Michelangelo Antonioni (L’avventura, La notte, L’eclisse e Deserto Rosso), che le diedero la fama internazionale.

All’anagrafe Maria Luisa Ceciarelli, detta Marisa, l’attrice è nata a Roma il 3 novembre 1931 da madre bolognese e padre romano. Da bambina trascorre circa otto anni nella città di Messina: a questo periodo risale il nomignolo affibbiatole scherzosamente dai familiari, “setti vistini”, ossia “sette sottane”, per quel suo buffo modo di indossare diversi strati di vestiti uno sull’altro a causa di una scarsissima tolleranza al freddo. E proprio “Sette sottane” sarà il titolo della sua prima autobiografia, uscita nel 1993, seguita, due anni più tardi, da “Il letto è una rosa”.

Monica, viso dalla rara espressività e charme unico, si avvicina al teatro durante la guerra, quando gioca con i burattini per distrarre i fratelli. Il debutto a teatro avviene ad appena quattordici anni, con “La Nemica” di Niccodemi, dove interpretava, malgrado la giovane età, una madre quarantacinquenne che perde il figlio in guerra. Nel 1953 Monica si diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Le sue eccezionali doti comiche sono ben presto evidenti: a notare per primo la sua grande versatilità sarà il suo insegnante all’Accademia Sergio Tofano. E proprio su consiglio di quest’ultimo Marisa cambierà nome, scegliendo lo pseudonimo di Monica Vitti. Il nome deriva dalla metà del cognome materno, Vittiglia, a cui associò il nome Monica.

Un celebre scatto di Karen Radkai, 1968
Un celebre scatto di Karen Radkai, 1968


Monica Vitti in una foto di Henry Clarke, Vogue Paris, febbraio 1969
Monica Vitti in una foto di Henry Clarke, Vogue Paris, febbraio 1969


Monica Vitti da Christian Dior, 1973
Monica Vitti da Christian Dior, 1973


Monica Vitti immortalata da Helmut Newton negli anni Ottanta
Monica Vitti immortalata da Helmut Newton negli anni Ottanta


Dopo aver preso parte ad alcune pellicole comiche, la svolta nella sua carriera arriva grazie a Michelangelo Antonioni, con il quale l’attrice inizia una relazione artistica e sentimentale, divenendone musa prediletta. Antonioni forgia dei personaggi a immagine e somiglianza di Monica, enfatizzando lo charme dell’attrice, che nelle mani del maestro viene consacrata a nuova diva del cinema italiano. La sua interpretazione nella tetralogia dell’incomunicabilità resta celebre, come la carica passionale delle tre donne a cui presta il volto, da Claudia, tormentata protagonista de L’avventura (1960) a Valentina de La notte (1961) fino a Vittoria de L’eclisse (1962) e alla nevrotica Giuliana di Deserto rosso (1964). È così che Monica Vitti entra nel mito. La sua è una bellezza senza tempo, naturale, scevra da ogni costrizione; una sensualità conturbante e spontanea, che la rende timida e impacciata sotto ai proverbiali occhiali dalle spesse lenti e, un attimo dopo, femme fatale sinuosa e felina.


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Ironica ed autoironica, Monica Vitti ha incarnato l’antidiva per eccellenza, forte di una personalità esplosiva: ma l’attrice, che alle luci della ribalta ha sempre preferito un glamour all’italiana, lo stesso della tv di Canzonissima, specchio di un Paese che fondava la propria unità in valori oggi desueti, ha incantato intere generazioni ergendosi ad icona. Capelli cotonati, un filo di eyeliner sugli occhi, ciglia finte, Monica Vitti è emblema di un esistenzialismo che non lesina in sottili e languidi accenni ad una carnalità rigorosamente celata dietro ai golfini da educanda. Immortalata da Helmut Newton, David Bailey, Henry Clarke e molti altri, il suo stile indugia in dettagli sofisticati ed elementi iconici, come le giacche maschili, sapientemente adattate al suo guardaroba. Umana eppure perfetta, Monica Vitti è un personaggio dalle infinite contraddizioni, a partire dai ruoli che interpreta, perfettamente a proprio agio nelle vesti della popolana come in quelle della borghese nevrotica. Sullo sfondo degli anni Cinquanta il suo modello di bellezza riesce ad imporsi sebbene a dominare siano ancora le maggiorate: eppure lei, fisico asciutto e disarmante spontaneità, diviene simbolo di eleganza, grazie ad un fascino raro che esula dalla mera quanto banale perfezione fisica. “Le attrici diciamo “bruttine” che oggi hanno successo in Italia lo devono a me”: così l’attrice era solita ripetere in molte interviste.
Niente lustrini per lei, né polvere di stelle, la stessa di un celebre film a cui la diva prese parte accanto ad Alberto Sordi: la sua bellezza rassicurante ha sdoganato un nuovo glamour, consacrando l’attrice ad icona nazional-popolare.

Grazie alla sua voce dal timbro caratteristico, Monica Vitti ha lavorato saltuariamente anche come doppiatrice in film celebri, come Accattone di Pier Paolo Pasolini e I soliti ignoti di Mario Monicelli. E fu proprio Mario Monicelli a captare per primo l’immensa potenzialità comica dell’attrice, dirigendola nel film La ragazza con la pistola, del 1968, dove Monica interpreta una ragazza siciliana che arriva fino a Londra per vendicarsi dell’uomo reo di averla disonorata. Celebre la sua interpretazione nel Dramma della gelosia- Tutti i particolari in cronaca di Ettore Scola (1970), dove recita accanto a Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini. Monica Vitti entra nel mito anche grazie alle pellicole del filone della commedia all’italiana, in cui recita accanto ad Alberto Sordi. Intanto è acclamata anche all’estero e prende parte al film di Luis Buñuel Il fantasma della libertà (Le fantôme de la liberté) (1974). Protagonista anche della televisione italiana, nel 1974 è insieme a Mina e Raffaella Carrà in Milleluci.

Monica Vitti ne L'avventura di Michelangelo Antonioni, 1960
Monica Vitti ne L’avventura di Michelangelo Antonioni, 1960


Monica Vitti (Photo by Stephan C. Archetti/Pix Inc./Time Life Pictures/Getty Images)
Monica Vitti (Photo by Stephan C. Archetti/Pix Inc./Time Life Pictures/Getty Images)


Con Alain Delon ne L'eclisse di Michelangelo Antonioni
Con Alain Delon ne L’eclisse di Michelangelo Antonioni


L'attrice in uno scatto di Elisabetta Catalano per Vogue Francia, 1970
L’attrice in uno scatto di Elisabetta Catalano per Vogue Francia, 1970


Una vita ricca di colpi di scena, la sua, con amori travagliati, come la relazione con il regista Michelangelo Antonioni, poi con il direttore della fotografia Carlo Di Palma, e infine col fotografo di scena Roberto Russo, con cui convolò a nozze nel settembre del 2000 dopo ben 27 anni di fidanzamento.

Numerosissimi i riconoscimenti ottenuti nel corso della sua lunga carriera artistica: cinque David di Donatello, tre Nastri d’Argento, dodici Globi d’oro (di cui due alla carriera), un Ciak d’oro alla carriera, un Leone d’oro alla carriera a Venezia, un Orso d’argento alla Berlinale, una Cocha de Plata a San Sebastián e una candidatura al premio BAFTA. Oggi un velo la separa dal mondo e il silenzio a cui l’Alzheimer l’ha relegata priva l’Italia di una delle sue dive più amate.