Nuova Omoda 5 e Jaecoo 5: Super Hybrid System

Presentate alla stampa le nuove Omoda 5 e Jaecoo 5 SHS, super Hybrid.

Dopo il debutto a Milano in occasione della Super Hybrid Night all’Alcatraz, Omoda 5 SHS-H è in arrivo nelle concessionarie italiane assieme alle versioni ICE ed EV di Jaecoo 5. Per il primo contatto da parte della stampa nazionale, OMODA & JAECOO ha scelto la splendida cornice di Carmignano, nel cuore delle colline toscane, alla scoperta della gamma SUV compatta.
Nuovo Omoda 5 SHS-H è il crossover full hybrid da 224 CV che coniuga piacere di guida e consumi ridotti (5,3 l/100 km WLTP), grazie al motore 1.5 TGDi a ciclo Miller e a due unità elettriche. Con un’autonomia complessiva di oltre 900 km e dotazioni di serie ai vertici della categoria, Omoda 5 SHS-H rappresenta il nuovo standard della mobilità sostenibile secondo OMODA & JAECOO.

A ottobre, OMODA & JAECOO ha raggiunto l’1,9% di quota nel mercato privati con 1.356 immatricolazioni, consolidando la presenza tra i principali protagonisti del comparto C-SUV. Dall’inizio dell’anno sono state consegnate oltre 11.000 OMODA & JAECOO a clienti italiani, il 68% delle quali a clienti privati. I modelli Omoda 5 e Jaecoo 7 hanno scalato le classifiche posizionandosi tra i primi 10 del segmento, grazie a un’offerta che coniuga prestazioni, autonomia fino a 1.200 km e sicurezza a 5 stelle Euro NCAP. 

Nuovo Jaecoo 5 è il SUV compatto progettato per chi ama vivere la natura in libertà, senza rinunciare a comfort, tecnologia e sostenibilità. Pensato per muoversi con disinvoltura tra città e natura e proposto con trazione anteriore, Jaecoo 5 si posiziona tra il segmento B SUV e C SUV con una lunghezza di 438 cm e offre tre diverse motorizzazioni: benzina, 100% elettrica e la nuova SHS-H full hybrid che arriverà nei prossimi mesi.

Le linee di Jaecoo 5 sono forti e decise, con una calandra frontale verticale a effetto “cascata”, sbalzi ridotti, fiancate scolpite e tetto black gloss. I gruppi ottici full LED completano un look moderno, essenziale e orientato alla vita all’aria aperta. L’abitacolo è spazioso e accogliente, con rivestimenti in ecopelle certificata TÜV, atossica e amica degli animali. Il passo di 2.620 mm assicura ampio spazio per i passeggeri, mentre il tetto panoramico di 1,45 m² inonda l’abitacolo di luce naturale. Il design è studiato anche per chi viaggia con i propri animali domestici. Il bagagliaio accoglie 480 litri, ma può essere ampliato fino a 1.180 litri abbattendo i sedili posteriori. Oltre 35 vani portaoggetti distribuiti in tutto l’abitacolo e materiali resistenti ai graffi rendono Jaecoo 5 il compagno ideale per la vita all’aria aperta, con superfici facili da pulire e progettate per durare. Con sospensioni indipendenti su tutte e quattro le ruote, telaio ad alta rigidità (23.500 Nm/grado), capacità di guado fino a 60 cm e tre modalità di guida (ECO, NORMAL, SPORT), Jaecoo 5 è progettato per affrontare ogni terreno con sicurezza in pieno controllo.

OMODA & JAECOO è uno dei brand del gruppo Chery. Con 2,4 milioni di vetture prodotte e più di un milione destinate ai mercati esteri, Chery corporation è il primo gruppo automotive cinese per esportazioni nel mondo. Fondata nel 1997 con headquarter a Wuhu, Chery è in arrivo sul mercato italiano con il brand OMODA & JAECOO proponendo soluzioni di mobilità che spaziano dai tradizionali motori a combustione interna, passando a soluzioni elettrificate super hybrid e 100% elettriche

Nuova Omoda 5 SHS-H (Full Hybrid) è proposta in due allestimenti – Pure e Premium – con prezzi chiavi in mano rispettivamente di 28.500€ e 31.500€. Entrambe le versioni condividono la stessa tecnologia SHS-H (Super Hybrid System) che abbina un motore 1.5 TGDi a ciclo Miller con doppia unità elettrica e batteria da 1,8 kWh, per una potenza complessiva di 224 CV mentre In fase di lancio, fino al 30 novembre, è possibile mettersi alla guida di Jaecoo 5 ICE in versione Pure, con una formula finanziaria con maxi rata: anticipo di 5.570€, 35 rate mensili da 179€ (comprensive di spese di incasso), più una maxi rata finale di 16.342€.

Mustang 5.0 V8 e Borgo Santo Pietro: due icone

Ci sono le auto e poi ci sono i miti: lei è una di questi, un’icona Americana che da decenni fa innamorare gli amanti delle auto sportive col cuore “termico” vecchia maniera, quelle auto che quando passi tutti si girano, per vedere cosa emette quel suono tanto rude quanto idilliaco per le nostre orecchie. La nuova Mustang per ora non cede all’elettrificazione, mantiene in vita il suo poderoso 5.0 V8 da 446cv col suo rombo inimitabile, un suono pieno che arriva dritto al cuore. Nata nel lontano 1964 per volontà di Lee Iacocca, allora manager di Ford, sì basava originariamente sulla struttura della Ford Falcon. Da allora sono state ben sette le serie prodotte da Ford della propria “Muscle Car”, con l’ultima versione presentata nel 2022.

In questi giorni abbiamo provato l’ultima nata, ovvero la versione cabrio col “Pach Nite Pony” dove esternamente spicca il logo di Mustang in colore nero, cosi come neri sono molti particolari esterni della vettura, dalla griglia anteriore sul cofano, alla scritta 5.0 sulle fiancate e quella GT sul baule posteriore, compresi gli specchietti retrovisori e i cerchi in lega da 19″. Internamente spicca il nuovo display digitale da 12.4″ davanti al guidatore e quello centrale da 13.2″ che si uniscono in un tutt’uno.

Per l’occasione abbiamo deciso di effettuare qualche scatto presso una struttura iconica come Borgo Santo Pietro, una vera eccellenza nel panorama dell’hotellerie italiana e non solo. Uno splendido Relais 5 stelle lusso immerso nel verde delle colline Senesi, dove oltre al lusso e all’eleganza, spicca quel senso di pace e riservatezza che tanto piace ai suoi clienti. Acquistato nel 2001 come rovina abbandonata dalla coppia dei coniugi Thottrup, ( Claus e Jeanette ), in poco più di sei anni è stata trasformata in qualcosa di unico, che abbina la bellezza del territorio all’eleganza di una dimora unica nel suo genere, dove tutto è stato pensato per il benessere e la cura dei propri ospiti. 120 ettari coltivati biologicamente circondano la struttura, includendo orti, giardini di erbe aromatiche, vigneti, uliveti, allevamento di animali, tutti prodotti che forniscono direttamente le cucine del rinomato ristorante stellato “Saporium” capitanato dallo chef Hariel Hagen e l’incantevole Trattoria sull’Albero, costruita intorno ad una quercia secolare.

E proprio lo Chef stellato non ha potuto resistere al fascino della Mustang regalandoci alcuni scatti col fotografo Franco Capovilla. Ma Borgo è anche una splendida SPA, dove i clienti possono provare e apprezzare i prodotti che il laboratorio interno prepara con cura e passione. Per gli ospiti più esigenti la struttura offre la possibilità di splendide crociere nel mediterraneo a bordo del veliero Satori, un 42 metri che può essere noleggiato e ospitare fino a 10 persone più l’equipaggio.

La nuova Mustang nonostante il passare degli anni non ha mai tradito la sua essenza, il suo essere un cavallo di razza, a volte indomabile ma anche docile e amante dei lunghi viaggi, come una vera GT deve essere. Prestazioni da vera Muscle Car, accelerazione bruciante e assetto da vera sportiva, che abbinati alle nuove tecnologie e a agli ADAS di bordo la rendono oggi ancora più divertente e sicura nella guida.

Il tempo dell’elettrificazione arriverà anche per lei ma al momento siamo sicuri che i suoi affezionati clienti non ne sentiranno la mancanza, perché una vera Mustang è come i cavalli ai quali si ispira, non può essere domata, deve essere libera di sfrecciare veloce per le strade di tutto il mondo, con il suo rombo inimitabile.

Jeep Wrangler: nulla è impossibile

Go anywhere, do anything“, questo il motto di Jeep, nata per l’avventura con il suo spirito libero, per viaggiare in tutta sicurezza su ogni tipo di terreno, in qualsiasi stagione.

Chi sceglie Jeep vuole identificarsi in qualcosa di unico, difficilmente replicabile nel panorama automobilistico, poichè Jeep è stata la prima nel lontano 1942.

E anche noi di “Snob” quest’estate, insieme a Radio Wise, abbiamo voluto provare queste sensazioni, attraversando da nord a sud la Sardegna, un’isola dalle molteplici sfaccettature, dai mille panorami, dai profumi unici regalati dal mirto abbinati ad incantevoli colori, che solo questo luogo sa regalare.

Lo abbiamo fatto a bordo della Jeep per antonomasia, l’iconico Wrangler, nella versione 4xe da 380cv con il motore termico di 2 litri di casa Stellantis abbinato ad una “power unit” che permette di viaggiare in modalità totalmente elettrica per circa 70km, rispettando la natura e l’ambiente circostante, soprattutto nei percorsi “off-road”.

Viaggiando a bordo di Wrangler abbiamo scoperto luoghi incontaminati, spiagge deserte, perchè difficilmente raggiungibili, se non a bordo di un vero fuoristrada, che ci ha permesso di superare anche gli ostacoli più difficili, come sabbia, sterrati e vere e proprie mulattiere sul Monte Gennargentu.

Poche vetture hanno il fascino rude, selvaggio e avventuroso di un Wrangler, che per decenni ha accompagnato diverse generazioni di appassionati e amanti del fuoristrada più estremo, che da oggi lo potranno fare nel silenzio più assoluto, ascoltando solo i suoni che la natura sa regalarci, grazie alla modalità totalmente elettrica.

Da molti anni Jeep si è convertita all’elettrificazione di tutta la propria gamma, perchè da sempre il brand americano presta molta attenzione al rispetto dell’ambiente e delle nostre città. Oggi, dalla più piccola Avenger, passando per Renegade e Compass, arrivando sino a Wrangler e Grand Cherokee, tutta la gamma gode di nuovi motori elettrificati, in linea con le nuove normative.

Guidando per parecchi chilometri lungo le strade sarde, ci siamo resi conti di come esista una comunità di “Wranglers”, veri e propri estimatori di quello che rappresenta questa vettura. Spesso incontrandoli, ci siamo fermati a parlare e a condividere le rispettive impressioni di guida, di quanto sia particolare e unica quest’auto e di quanto amore abbiano i loro proprietari per la loro “creatura”. Ascoltarli ci ha fatto capire che in fondo non stiamo parlando solo di una vettura, ma bensì di un vero e proprio stile di vita, un modo diverso di concepire l’auto, totalmente fuori dal comune, ma d’altronde nessuna Jeep lo è.

Poter andare ovunque si voglia a bordo di una vettura sicura, robusta e inarrestabile ci ha trasmesso quel senso di sicurezza che raramente abbiamo riscontrato in altre vetture, con lei nulla è impossibile e saper di poter raggiungere qualsiasi destinazione ci ha resi quasi invincibili.

Nella nuova versione MY 25, spicca il nuovo sistema di sospensioni anteriori e posteriori a cinque bracci, che si poggia su un robusto telaio body-on-frame. Questo, insieme agli assali rigidi e ai bloccaggi elettronici disponibili, rende la Wrangler MY25 un riferimento per gli appassionati di fuoristrada. Vengono introdotti gli airbag a tendina laterali di serie  per la prima e per la seconda fila. Il nuovo sistema di infotainment Uconnect 5 con touchscreen da 12,3 pollici, offre Apple CarPlay e Android Auto wireless, garantendo un’esperienza digitale di ultima generazione, abbianto al sistema HI-Fi della Alpine.

Per quanto concerne la sicurezza e l’assistenza alla guida troviamo il monitoraggio degli angoli ciechi, il rilevamento del percorso trasversale posteriore e il cruise control adattivo che la rendono ancora più sicura e moderna.

Wrangler si e adeguato ai tempi, si è evoluto e migliorato, anno dopo anno, senza mai perdere il suo vero DNA, ovvero quello di essere una Jeep, sinonimo di avventura e amore per la natura.

Durante alcune tappe lungo le spiagge di questa meraviglia che si chiama Sardegna, abbiamo messo lei, la nostra Jeep, in esposizione, come protagonista indiscussa delle serate e quello che più ci ha colpiti è stato vedere come tutti, dai più piccoli ai meno giovani, dagli uomini alle donne, la riconoscessero e identificassero come una Jeep, anzi “LA JEEP”, americana sì ma universale agli occhi di tutti. D’altronde quando nacque fu denominata non a caso “Universal Jeep“. Ancora oggi molti usano chiamare questo tipo di vetture, anche di altri Brand, semplicemente Jeep, per identificarne un tipo di carrozzeria e modello.

Wrangler ha mantenuto intatta la propria personalità, non ha seguito le mode ma al contrario le mode le ha create, non ha seguito le nuove tendenze stilistiche ma è rimasto fedele al suo modo di essere, al suo DNA, perchè se sei davvero iconico puoi permetterti di non seguire nessuno, saranno gli altri a voler diventare come te.

Giorgio Armani, Re di stile non solo nella moda

Il segno che spero di lasciare è fatto di impegno, rispetto e attenzione per le persone e per la realtà. E’ da li che tutto comincia. L’eleganza non è farsi notare ma farsi ricordare“.

Giorgio Armani è stato e sarà per sempre un’icona di stile, eleganza, creatività, ma anche di sobrietà e gentilezza. Ha reso Milano la capitale della moda, ha vestito i più importanti attori e divi di tutto il mondo, ha creato la leggenda di un colore, il “Blu Armani”, quel blu che tanto gli donava e che è diventato il colore delle divise e del rigore.

Amante dello sport – ha acquistato la squadra di basket milanese Olimpia Milano riportandola sul tetto d’Italia, tra le migliori in Europa, e conquistando il trentesimo scudetto e la terza stella – Giorgio Armani ha anche creato le divise per la Nazionale di calcio vittoriosa agli Europei nel 2021, quelle della nazionale italiana alle Olimpiadi di Tokyo 2020; le maglie del Napoli; e nel 2004, in onore del calciatore e punta del Milan Andrij Shevchenko, ha dato vita al marchio EA7 facendone un brand distintivo di bellezza ed eleganza che oggi molti sportivi indossano sui campi di tutto il mondo.

Foto Nbapassion.com

Da Beckham a Ronaldo, da Kakà a Figo e Cannavaro, gli sportivi sono diventati i primi veri testimonial delle sue campagne, quelle che tappezzano le città e i building della grandi metropoli.

Anche in campo automobilistico Armani ha legato il suo nome ad alcuni brand, come Mercedes e Fiat. Agli inizi del nuovo millennio con la creazione della Mercedes CLK Cabrio Giorgio Armani, prodotta in soli due esemplari, presentata al Salone dell’Auto di Parigi e successivamente esposta alla Milano Fashion Week. Colorazione “sabbia”, dettagli e rifiniture curatissimi tanto da renderla un capo d’alta moda più che una vettura.

Nel 2020 firma invece un esemplare unico della 500e, messo all’asta per sostenere l’organizzazione Earth Alliance (fondata da Leonardo Di Caprio) che si batte per la salvaguardia dell’ambiente. La vettura ha una colorazione effetto seta, interni in legno e tessuti naturali, un connubio tra lusso e sostenibilità, in linea con la visione di Armani.

Recentemente la collaborazione con Fiat ha dato vita invece alla 500e Giorgio Armani Collector’s Edition, la celebrazione dei 125 anni di storia della casa torinese che coincidevano anche con i 90 anni dello stilista. Edizione rigorosamente limitata in sole due colorazioni: Verde scuro Micalizzato e Greige Ceramico. Anche in questo caso grande cura per i dettagli che richiamano quelli della Maison, cerchi da 17″ che riproducono le iniziali dello stilista, fari full-led, interni in legno tagliati al laser, inserti tridimensionali e la firma Armani sul lunotto e sul battitacco. Fiat ha definito questa creazione come un’auto non solo da guidare ma da “indossare“.

Consacrato “Re della moda” dalle copertine più importanti del mondo, insignito delle più alte onorificenze, Giorgio Armani lascia dei suoi 50 anni di lavoro il senso profondo di gentilezza, compostezza, e semplicità, quella per cui ha lottato con caparbietà senza mai scendere a compromessi dettati dal mercato e dai cambiamenti.

(foto cover Pinterest)

La finale di Champions vinta per la figlia Xana scomparsa nel 2019

Sabato 31 Maggio si è giocata a Monaco di Baviera la finale di Champions League tra i francesi del Paris Saint Germain e gli italiani dell’Internazionale Milano. Al di là del risultato finale, che ha visto trionfare la squadra del PSG con un netto 5-0, quello che più ha colpito in questa partita è la storia personale dell’allenatore dei parigini, Luis Enrique, 55 anni, spagnolo di Gijòn, che tanto ha vinto nella sua vita, come giocatore, come allenatore, ma soprattutto come uomo.

Si, perchè nel 2019 Luis ha dovuto dire addio alla piccola figlia Xana, colpita da una forma aggressiva di cancro alle ossa, a soli 9 anni. Da quel giorno tanto è cambiato nella vita di Luis e della sua famiglia, ma non l’amore per la piccola Xana e la consapevolezza che nonostante la prematura scomparsa, lei sia ancora tra loro ogni giorno.

Nel 2015, dopo la vittoria della Champions col Barcellona a Berlino, piantò con la figlia Xana la bandiera Blaugrana nel centro del campo di gioco, per festeggiare l’ennesima vittoria della sua lunga carriera.

Dopo la scomparsa di Xana, avvenuta appunto nel 2019, Luis si era ripromesso che qualora avesse nuovamente vinto la Champions League, avrebbe piantato quella bandiera di nuovo al centro del campo.

Ieri sera, dopo la premiazione che lo ha consacrato campione d’Europa col suo PSG, ha indossato una maglietta speciale che raffigurava lui e la piccola Xana in stile “cartoon” mentre piantavano nuovamente la bandiera in mezzo al campo. Più volte Luis ha dichiarato: ” lei è sempre con me e con la mia famiglia, non serve questa vittoria, nella vita si nasce e si muore e lei è sempre con noi, che si vinca o che si perda, ogni giorno vive in mezzo a noi“. La curva del PSG intanto esponeva uno striscione che raffigurava lui e la piccola figlia mentre piantavano di nuovo quella bandiera ( questa volta con i colori del PSG ), in mezzo al campo, un momento davvero toccante che ha commosso tutti i presenti allo stadio.

Ieri sera ha vinto l’uomo prima dello sportivo, ha trionfato l’amore prima dello sport.

Ci piace pensare che l’altra sera la piccola Xana abbia spinto da lassù il suo papà verso una vittoria che va oltre i meriti sportivi, che va oltre le bandiere e il tifo per l’una o l’altra squadra. Siamo sicuri che Xana fosse sul campo di gioco che correva e incitava i giocatori guidati in panchina dal suo eroe, da quel papà che tanto amava, caricandoli e portandoli a quella vittoria che tutti aspettavamo, come si aspetta il lieto fine di una fiaba. C’era una missione da compiere l’altra sera, rimettere al centro del campo quella bandiera, dopo la sua morte il cerchio si è chiuso.

La vita a volte ci toglie qualcosa, ci pone davanti a situazioni ed eventi che mai vorremmo vivere, soprattutto quella di dover dire addio ad una figlia, e altre volte sa ridarci quella felicità e quella gioia che ci permette di andare avanti. Luis è una persona di grande dignità, umiltà e rispetto per il prossimo, sempre corretto e mai fuori posto, come quando durante la premiazione e i festeggiamenti dei suoi giocatori applaudiva gli avversari rimasti sul terreno di gioco. Perchè nello sport è sicuramente più difficile saper perdere che vincere, rendere onore agli avversari e riconoscere che siano stati più bravi di noi ed in questo i giocatori dell’ Inter sono stati un vero esempio di sportività, perchè nello sport come nella vita si può avere successo ma si può anche fallire, ma tutto deve essere affrontato con dignità e rispetto altrui e a volte sono proprio le peggiori sconfitte a renderci più forti.

Luis recentemente ha dichiarato “sono più le cose belle che Xana mi ha lasciato, rispetto al dolore per la sua perdita, perchè ancora oggi vive con noi.

I vincenti nella vita sono coloro che sanno reagire alle situazioni più difficili e disperate, che trovano la forza per andare avanti, giorno dopo giorno, con l’amore di chi non c’è più dentro al cuore, onorando ogni giorno la perdita col sorriso sulle labbra, quel sorriso che l’altra sera ha riempito il cuore di migliaia di persone, perchè diciamocelo francamente, tutti facevamo il tifo per loro, e quella coppa, in fondo, gli è sempre appartenuta.

Peugeot svela le nuove 3008 e 5008 Dual Motor

Tour di tre giorni tra Svizzera, Francia e Germania per testare le nuove elettriche della casa del leone.

In Germania, nella foresta nera, Peugeot ha presentato alla stampa internazionale le nuove 3008 e 5008 in versione totalmente elettrica con due motori elettrici, da cui deriva appunto la sigla Dual Motor.

Queste nuove versioni vanno a completare la gamma già esistente di 3008 e 5008, mantenendo la stessa carrozzeria da SUV-fastback ( per la 3008 ) con dei piccoli dettagli che vengono modificati per distinguerle dal resto della gamma, come la griglia anteriore chiusa, i cerchi in lega da 20″ con disegno specifico che garantisce una migliore aerodinamicità e lievi modifiche ai paraurti e agli specchietti laterali.

Le vere novità sono tutte sotto il cofano, in quanto queste nuove versioni sono dotate di nuovi motori elettrici che variano nella potenza e nel tipo di trazione, essendo disponibili nella variante a solo trazione anteriore da 210cv o 230cv per la versione Long Range, o alla trazione integrale che abbina due motori elettrici ( uno all’anteriore e uno al posteriore ) per un totale di 325cv e una coppia massima di 509 Nm. I due motori funzionano in modo continuo, con una potenza che viene ripartita 50/50 tra l’asse anteriore e quello posteriore per un’aderenza sempre ottimale, soprattutto su superfici scivolose, come pioggia o neve.

Esternamente le due versioni sono ben diverse per dimensioni e carrozzeria, a parte il frontale che invece le accomuna. Linee più sportive e da coupè per la 3008e, mentre per la 5008e si notano subito linee più classiche da SW che le permettono di avere dimensioni maggiorate con più spazio a bordo, che può ospitare fino a 7 persone, grazie alla terza fila di sedili a scomparsa.

Pubblico più giovane e dinamico quello della 3008, per la famiglia e i nostri amici a quattro zampe quello della 5008, che non disdegna i lunghi viaggi tutti insieme per i week end, il tempo libero e le vacanze.

Internamente per entrambe le versioni troviamo il nuovo Panoramic i-Cockpit, ovvero un pannello curvo da 21 pollici, in cui sono integrati il quadro strumenti ed il sistema di infotainment, quest’ultimo gestito tramite un touchscreen. Molto intuitivo e facile da utilizzare racchiude tutte le funzioni richieste, compresa la compatibilità wireless per Apple CarPlay e Android Auto, mentre sotto lo schermo troviamo gli i-Toggles, scorciatoie personalizzabili per accedere ai vari menù.

Per quanto concerne la guida su strada, nella nuova versione full-electric di 3008 e 5008 troviamo quattro modalità di guida: normal, eco, sport e 4wd per adeguare al meglio il proprio stile di guida a seconda del tipo di percorso che ci si trova ad affrontare.

Buona la frenata, diretto e preciso lo sterzo, mentre la visibilità posteriore per la 3008 non è delle migliori a causa dall’andamento fastback del tetto, anche i sensori di parcheggio anteriori e posteriori e la retrocamera ad alta definizione aiutano e rendono più facili le manovre.

Per quanto riguarda la 5008e invece la visibiltà risulta molto buona e l’abitabilità interna offre davvero molto spazio, sia per la seconda fila, ( regolabile sia in profondità che in inclinazione ) sia per la terza fila, che può essere estratta dal bagagliaio in caso di necessità. Quando questa non viene utilizzata, il bagagliaio della 5008 offre davvero un’ottima capacità di carico.

Completo il pacchetto Adas, che per entrambe le versioni include tra gli altri il cruise control adattivo con funzione Stop & Go, il controllo automatico degli abbaglianti e i fari a matrice led, la frenata automatica d’emergenza e mantenimento di corsia, con guida autonoma di livello 2 .

La batteria che equipaggia le due versioni è da 73 kWh e garantisce un’autonomia dichiarata dalla casa di circa 490 km nel ciclo WLTP che può essere ricaricata dal 20 al 80% in circa 30 minuti nelle colonnine ad alta potenza.

Queste nuove versioni vanno a completare la gamma di 3008 e 5008 che ora è ancor più completa e in grado di soddisfare ogni esigenza del cliente, ribadendo il successo che da sempre hanno riscosso sul mercato europeo.

A breve saranno disponibili per la vendita presso la rete dei concessionari Peugeot con prezzi che ancora devo essere comunicati.

Nella “Ville Lumière” svelata la nuova Citroën C5 Aircross

Non poteva che essere la città di André Citroën ad ospitare il lancio della nuova C5 Aircross, il nuovo C-Suv della casa del “Double Chevron”.
Una serata davvero suggestiva che ha ospitato la stampa internazionale con circa 700 giornalisti provenienti da Cile, Brasile, Spagna, Europa, Giappone ed Argentina, per presentare la nuova vettura del segmento C-Suv.

A bordo di un bellissimo Bateau Mouche, una crociera sulla Senna ai piedi della Tour Eiffel illuminata, spettacoli di danza, ottimo cibo, giochi di magia, un sottofondo musicale e l’immancabile champagne francese. Un omaggio al fondatore nella città che ha assistito ad un primo grande evento di marketing, esattamente 100 anni fa, quando André fece illuminare la torre con la scritta del suo brand.

Da sempre Citroën si contraddistingue per innovazione e tecnologia, stravaganza stilistica e comfort assoluto. Anche la nuova C5 non poteva tradire le aspettative ed il risultato è una vettura dalle linee decise e molto personali, con dimensioni che crescono di ben 15cm rispetto alla precedente versione, arrivando ora a ben 465 cm di lunghezza, allungando il passo di 6cm, aumentando cosi lo spazio a bordo.

Frontale ora più imponente con la grande calandra piatta e la mascherina dal nuovo disegno, che inglobano i sottili fari a matrice Led, mentre nel posteriore la vera novità soni i gruppi ottici a sbalzo, che fuoriescono dalla carrozzeria per aumentarne l’aerodinamica. Le fiancate invece sono rese più muscolose dai grandi cerchi da 20″.

Una rivoluzione che dona nuova linfa ad un vettura che negli anni ha riscosso un buon successo tra il pubblico, che ora potrà contare su una versione totalmente elettrica e sue due versioni ibride, basate sulla nuova piattaforma STLA Medium di Stellantis.

La versione full-electric godrà di due motorizzazioni da 210 e 230 CV che si abbineranno a due batterie da 73 kWh e 97 kWh, assicureranno così percorrenze di 520 km o 680 kM, nel caso della batteria più potente i nuovi sistemi di ricarica garantiranno 160 km in soli 10 minuti, numeri che tanto faranno piacere agli amanti delle vetture elettriche.
Le altre due motorizzazioni prevedono un motore 1.2 mild hybrid a benzina da 145cv abbinato ad un cambio a 6 rapporti doppia frizione.

Troviamo poi una motorizzazione Plug-in da 1.6 litri che lavorando insieme ad un motore elettrico è in grado di sviluppare una potenza totale di 195 CV con una batteria che arriva ora a 21 kWh totali e una percorrenza in full-electric di 90 km, piu che sufficiente per gli spostamenti nei centri urbani.

Molte le novità anche all’interno della vettura, che hanno ora un’aspetto più futuristico e più tecnologico, con il volante tagliato a due razze e un grande schermo centrale da 13,6″ posizionato in verticale e sospeso su di una mensola, che aumentano “l’effetto wow” per chi sale a bordo. Molto ben definita la grafica che racchiude molteplici funzioni, tra cui ChatGPT, il sistema sorround per l’impianto HI-FI sino alla funzione massaggio per i sedili.

Dietro al volante non manca uno schermo lcd da 10,25″ abbinato all’immancabile head-up display a colori, che diminuisce la distrazione del conducente e lo coadiuva durante la guida. Di sera colpisce l’effetto creato dalle luci soffuse in puro stile parigino.

Da sempre le vetture di Quai de Javel hanno precorso i tempi con innovazioni che in molti casi sono state delle vere e proprie novità in campo automobilistico, hanno forse lasciato perplessi all’inizio ma poi sono diventate fonti d’ispirazione per molti.

La nuova C5 Aircross è una vettura adatta alle famiglie, a chi cerca spazio senza rinunciare al piacere di guida, a chi vuole rispettare l’ambiente scegliendo la versione totalmente elettrica o a chi preferisce usarla tutti i giorni per recarsi sul posto di lavoro con la versione Plug-in. Insomma una vettura per tutti i gusti e adatta ad ogni tipo di clientela, un concetto tanto caro al suo fondatore, che fu tra i primi a rendere le vetture accessibili.


(foto concesse da @Citroën Communication)

La nostra intervista a Giovanni Falcone, Managing Director di Citroën in Italia

Citroën: 100 anni di intuizioni visionarie

Era l’Agosto del 1924 quando André Gustave Citroën decise di aprire in Italia una filiale del proprio marchio automobilistico, acquistando un terreno nella periferia milanese, dove ancora oggi sorge li centro Stellantis di via Gattamelata. Una storia che dura da cent’anni, un legame inossidabile che lega Citroën al nostro paese, fatto di successi, auto rivoluzionarie e iconiche che hanno cambiato il mondo dell’automobile.

André Citroën nacque a Parigi nel 1878 da una ricca famiglia ebraica commerciante di diamanti. Sin da piccolo si dimostrò molto vivace, curioso e intelligente, con una grande voglia di apprendere e di leggere soprattutto Jules Verne, anche se un altro personaggio attirò maggiormente la sua attenzione, Gustave Eiffel e il suo progetto di costruire la Tour Eiffel.
Proprio in occasione dell’inaugurazione di quest’ultima, durante l’Esposizione Mondiale di Parigi nel 1889, André conobbe alcuni dei più importanti personaggi legati al mondo dell’automobile, come Gottlieb Daimler, Wilhelm Maybach, Armand Peugeot, Emile Levassor e Louis Renault.


Dopo essersi iscritto al Politecnico di Parigi, nel 1900, durante un viaggio in Polonia, visitò una fabbrica di ingranaggi, ed è qui che ebbe l’intuizione da cui tutto iniziò: l’idea di costruire ingranaggi in ghisa a cuspide, detti anche a doppia elica o con dentatura a “V”, che avevano il vantaggio di essere più resistenti e meno rumorosi di quelli a denti inclinati.
Tornato in Francia ne registrò il brevetto e nel 1902 aprì la prima fabbrica. Proprio dagli ingranaggi a “V” deriva il logo del “Double Chevron” che divenne l’emblema della casa automobilistica, fondata ufficialmente nel maggio del 1919 a Quai de Javel, con la presentazione del primo modello, denominato “Type A”.
Da allora sono stati ben trecento i modelli di auto creati da Citroën, alcuni dei quali divenuti delle vere e proprie icone.

Negli anni venti il marchio divenne famoso, oltre che per la produzione di vetture, anche per la sua rete di assistenza e garanzia post vendita, offerta ai clienti che in questo modo si legarono di più al marchio francese, trovando spesso officine vicino casa, una vera e propria novità per l’epoca.
Innovativi furono anche i metodi di vendita, basati su una forte pubblicità e sull’intuizione di far testare alla clientela le proprie vetture per valutarne personalmente qualità ed efficienza, dando vita così alle “Carovane Citroën” dove poter ammirare, ma soprattutto toccare con mano, i veicoli della casa.

Da sempre convinto che il miglior mezzo per la vendita dei propri veicoli fosse la pubblicità, creò delle vere e proprie vetture giocattolo in miniatura, le “Citroënettes”, destinate ai concessionari.


Il nome di Citroën nel 1920 comparve nel cielo di Parigi con un aereo che ne tracciò la scia; di lì a poco la Tour Eiffel venne illuminata con la scritta della casa automobilistica.

Fu il primo a lanciare le donne come protagoniste per pubblicizzare le vetture Citroën, qualcosa di mai visto prima, con questo slogan: “La donna moderna guida una Citroën”.

André era innovativo, amava stupire e creare vetture davvero uniche e dal design inconfondibile, caratteristche che da sempre hanno accompagnato la casa lungo un percorso di crescita e sviluppo.

Negli anni successivi nacquero modelli quali la B2, la B10 e la B12 nonchè l’innovativa “Traction Avant” negli anni ‘30, quando André decise di ristrutturare e rimodernare la fabbrica di Quai de Javel.


Alla sua morte, avvenuta nel 1935, lasciò la fabbrica nelle mani del colosso francese di pneumatici Michelin. Prese così le redini dell’azienda Pierre-Jules Boulanger che riportò in vita l’idea di Citroën di costruire una vettura adatta a tutti, super economica che avrebbe dovuto risolvere il problema del trasporto di massa dando vita al progetto TPV (Toute Petite Voiture).

Gli anni del secondo conflitto mondiale però interruppero il progetto di nuove vetture, facendo cadere la casa in una forte crisi produttiva e finanziaria, arrivando nel 1943 a fermarne del tutto la produzione.

Nel dopoguerra Citroën ebbe la forza di ripartire col progetto TPV, che diede vita nel 1948 ad uno dei più iconici modelli Citroën, la 2CV, prodotto per oltre quarant’anni in più di 4 milioni di esemplari, venduti in ogni parte del globo.

La 2CV è stata per intere generazioni qualcosa di unico, una vettura per ogni età e per ogni esigenza.
Non sono state molte le vetture che hanno legato il loro nome alla storia dell’intera umanità, attraversando quattro decenni, dalla fine della seconda guerra mondiale sino agli inizi degli anni ‘90.
La 2CV ha rappresentato un modo di essere, di vivere le nostre città e di viaggiare a cielo aperto, una vettura che ha segnato in maniera indelebile la storia dell’automobile, facendo sognare intere generazioni.

Ma Citroën non ha voluto fermarsi qui e negli anni ‘50 ha dato vita ad un’altra vettura iconica e straordinariamente evoluta per i tempi, soprannominata “Lo Squalo”, ovvero la Citroën DS che nell’anno della sua presentazione al Salone di Parigi seppe oscurare tutte le concorrenti, semplicemente perché non c’era nulla di simile. Fu la prima vettura a racchiudere in sé la trazione anteriore, la scocca portante, il cambio semiautomatico, le sospensioni idropneumatiche e il circuito idraulico in comune con sospensioni, servofreno e servosterzo, nonché la frizione idraulica, senza tralasciare la solita linea avveniristica e originale che da sempre identifica ogni vettura Citroën.

Seguirono altri modelli iconici come la Mehari, la spiaggina di Citroën nata sul pianale della 2CV, la Ami 6, la Dyane, la Visa e l’ammiraglia CX negli anni ‘80. Citroën ottenne ottimi risultati anche nelle competizioni sportive, vincendo per diversi anni il campionato del mondo di Rally con la Xsara, la C4 e la C3.

(Audrey Hepburn and Anthony Perkins – Citroën Archive)


Ed il mondo del cinema non ha saputo resistere al suo fascino; sono state prodotte più di 1.200 pellicole che hanno visto protagoniste le vetture del Double Chevron insieme a molti dei più iconici attori della storia del cinema, soprattutto quelle femminili. Da “Solo per i tuoi occhi” del 1981, James Bond guidava una 2CV gialla in uno spettacolare inseguimento a Parigi. Ne nacque la 2CV 6 spécial color mimosa, i fortunati possessori potevano “vestire” l’auto con adesivi che riproducevano i fori dei proiettili, interpretando così la spia più invidiata del mondo.

In “Gattaca” del ‘97, Uma Thurman guida una splendida DS19 cabriolet del’64; in “Thelma, Louise et Chantal” tre amiche, tra cui una splendida Jane Birkin, intraprendono un lungo viaggio a bordo di una DS Pallas; l’attrice britannica nel ‘70 fu anche protagonista di alcuni scatti per il lancio della nuova DS Cabriolet, ripresa dalle maggiori testate motoristiche di quegli anni. A casa nostra Carlo Verdone in “Benedetta Follia” guidò una Citroën C3 del 2018 e un’ iconica Mehari.

Citroën appartiene alla storia dell’automobile, ha sempre stupito mettendo al primo posto innovazione, avanguardia, carattere e personalità nell’auto, ma soprattutto accessibilità, come ha sempre desiderato il suo fondatore.

(All the images are from the Citroën Archive)

Si è spento Papa Francesco: lascia una Chiesa più moderna e più vicina ai fedeli 

Si è spento Papa Francesco: lascia una Chiesa più moderna e più vicina ai fedeli 

Si è spento Papa Francesco che fino all’ultimo ha voluto restare vicino ai suoi fedeli, quei fedeli che sin dalla sua elezione a Pontefice lo hanno amato e ascoltato, adorato e preso ad esempio.
Una persona semplice che amava i fedeli e la Chiesa che era stato chiamato a guidare; usava parole del popolo ma sempre profonde e dirette, non amava i convenevoli ma al contrario preferiva concretezza.

Sin dalla cerimonia di consacrazione nessuna  mozzetta rossa, nessuna croce d’oro, nessun abito cerimoniale pesante. Solo una veste bianca, lineare, priva di decori, un abito che parlava più di molti discorsi, che rappresentava il suo modo per dire che qualcosa stava cambiando, anche nei dettagli, riducendo ai minimi la forma per dare invece più importanza alla sostanza. È proprio questo suo modo di fare, di comportarsi, che lo ha avvicinato ancora di più alla gente.

Anche la scelta di Santa Marta come sua residenza è stata una vera e propria innovazione per la Chiesa e il Vaticano. 

Papa Francesco, di umili origini, è rimasto tale anche da Papa.
Ascoltava e aiutava i più deboli perché “tutti siamo uguali su questa terra“. Sempre pacato, cordiale e gentile nei modi, non amava far pesare ciò che in realtà rappresentava, voleva essere uno come tanti, devoto al Signore e alla Chiesa che rappresentava. Aveva capito, più di ogni altro, che per far passare alcuni concetti era necessario essere “come noi” devoti, evitando troppe celebrazioni o cerimonie di Stato, perché l’essere fedeli è prima di tutto credere in qualcosa e a Papa Francesco in molti credevano, come persona prima che come Pontefice. 

La sua semplicità e le sue idee innovative in materia ecclesiastica non sempre sono piaciute alle alte cariche del Vaticano, che in passato non si sono dimostrate aperte all’innovazione e al cambiamento, ma con la sua convinzione e con la sua tenacia ha saputo andare contro certi stereotipi e certe “usanze”, avvicinando maggiormente la Chiesa alle nuove generazioni e alle nuove comunità. 

Il Papa ha da sempre un compito difficile: guidare milioni di fedeli verso la fede e la speranza, verso un mondo migliore. Papa Francesco ha saputo parlare alla gente mettendosi sullo stesso piano di chi lo ascoltava, si è sempre presentato al mondo con un semplice “buonasera a tutti” come chiunque farebbe dovendo tenere un discorso in pubblico, chiedendo ai fedeli di pregare per lui e aiutarlo in quella che sarebbe stata una missione difficile e complicata.

La sua figura ha da sempre condizionato il comportamento e le decisioni politiche, economiche e societarie. Grazie a lui, durante la sua guida al Vaticano, gli interessi dei fedeli sono stati messi al primo posto, ha aiutato concretamente chi ne aveva bisogno, viaggiando moltissimo per i paesi, ha combattuto gli abusi all’interno della Chiesa, ha bloccato alcuni dispendi della Banca Vaticana, ha insomma perseguito con coerenza ciò che aveva promesso.

Papa Francesco è stato, prima che Capo della Chiesa, un vero capo spirituale.

Seal U DM-i : il plug-in secondo BYD

Dopo il lancio della versione Full-electric BYD presenta in questi mesi sul mercato italiano la versione ibrida Plug-in denominata DM-i, che sfrutta la nuova tecnologia ibrida della casa cinese.

Si tratta di un SUV di grandi dimensioni, essendo lunga 4.80 metri, con tanto spazio all’interno e una buona capacità di carico, adatta a tutta la famiglia.

Le motorizzazione prevede un 1.5 turbo benzina da 130 cv che può arrivare a 218cv per la versione a trazione posteriore con un solo motore elettrico, oppure a 324 cv nella versione con due motori elettrci della versione 4wd.

La batteria è da 18,3 kWh e consente un’autonomia in modalità elettrica dichiarata di 70 km che risulta molto comoda per gli spostamenti nei centri urbani, dove la filosofia emissioni zero meglio si sposa con le normative antinquinamento.

Gli interni sono curati in ogni dettaglio, con materiali di pregio e un buon assemblaggio generale con l’ampio touchscreen da 15,6 pollici a rotazione elettrica che domina la plancia, offrendo un’esperienza davvero unica e multimediale, che prevede anche Apple Car Play.

L’innovativo sistema ibrido di BYD si basa su una filosofia di “elettrico prima di tutto” dove i motori elettrici sono i principali responsabili della trazione mentre il motore termico interviene solo in casi particolari, come la richiesta di maggior potenza o per andare a ricaricare la batteria quando necessario.

Tre sono le modalità di guida disponibili: Full Electric, l’auto funziona come un veicolo elettrico puro. In modalità Hybrid Serie, il motore elettrico alimenta la trazione mentre il motore termico carica la batteria quando necessario. In modalità Hybrid Parallela, entrambi i motori (elettrico e termico) partecipano alla trazione, con il termico che ricarica la batteria se necessario. Questa tecnologia ottimizza l’efficienza, con il motore termico che ha un’efficienza del 43% e un’efficienza totale del sistema di circa il 97%.

Su strada ciò che più colpisce sono il confort di guida, con uno sterzo forse un pò troppo leggero e la taratura morbida delle sospensioni, molto apprezzate nei lunghi viaggi e un pò meno nella guida sportiva, che però non e la natura vera della Seal U. Detto ciò la stabilità in curva è buona anche nelle curve più strette, sebbene presenti un leggero rollio dovuto alla sua taratura che predilige il comfort e la rigenerazione dell’energia in frenata è efficace, contribuendo a mantenere la batteria carica .

La versione Boost accelera da 0 a 100 km/h in 8,9 secondi e raggiunge una velocità massima di 170 km/h. La versione Design, più potente, accelera da 0 a 100 km/h in 5,9 secondi per una velocità massima autolimitata a 180 km/h.

Prezzi a partire da 43.000 euro sino ai 49.000 della Boost a trazione integrale.

Subaru Solterra: integralmente elettrica

Subaru da sempre è sinonimo di 4×4, vetture a trazione integrale che hanno fatto la storia anche nel mondiale Rally.

La nuova Solterra continua questa tradizione abbinandola alla tecnologia full-electric, prima volta assoluta per la casa delle pleiadi, un’ambizioso progetto condiviso con Toyota.

Le somiglianze con la cugina Toyota BZ4 soprattutto nelle vista posteriore e laterale sono notevoli e anche le dimensioni sono generose, sfiorando i 4.70 metri di lunghezza e 1.85 metri di larghezza.

Le linee spigolose e i numerosi inserti in plastica nera ne esaltano l’originalità, donandole un tocco di sportività e dinamicità, doti che emergono anche nella guida su strada.

Internamente la prima cosa che salta all’occhio è la configurazione della plancia, con la strumentazione digitale lontana dal volante e molto vicina al parabrezza, dall’aspetto curato e dalla grafica chiara, con molte informazioni al suo interno.

Nella parte centrale trova invece posto lo schermo dell’infotainment da 12,3″ che racchiude le info sulla multimedialità e quelle della navigazione, con una superficie in piano black che viene ripresa anche in altre parti degli interni.

Molto bello e originale il nuovo volante tagliato sia nella parte superiore che in quella inferiore, molto sportivo e pratico nell’utilizzo, che permette una maggiore visibilità dello schermo a led davanti ad esso.

Interni Solterra

I sedili sono rivestiti in ecopelle, a regolazione elettrica (con memorie per il guidatore) e sono anche riscaldabili, cosi come quelli posteriori.

L’infotainment comprende Apple Car Play e Android auto, il grande tetto in vetro dona poi una buona luminosità a tutto l’abitacolo e lo spazio a bordo non manca, soprattutto nella parte posteriore, dove troviamo tantissimo spazio per le gambe. Buono anche il volume del bagagliaio, rigorosamente con apertura elettrica.

Sulla versione della nostra prova, quella più accessoriata, erano presenti anche i bellissimi cerchi in lega da 20″ ed i fari full led.

La Solterra è equipaggiata con due motori sincroni trifase a magneti permanenti, posizionati sui due assi che garantiscono cosi la trazione integrale, il tutto alimentato da un pacco batteria agli ioni di litio da 74,1 kWh alloggiato nel pianale.

La potenza generata è di 218 CV, mentre la coppia massima è di 336 Nm disponibili fin da subito, per un’accelerazione da 0 a 100 in 7,6 secondi e una velocità massima autolimitata a 160 km/h, più che sufficiente per una vettura totalmente elettrica.

Presente, come in altre Subaru, il sistema X-Mode che, in base al terreno che ci si trova ad affrontare, gestisce la ripartizione della coppia per avere il massimo grip, a seconda che ci si trovi su neve, fango o sterrato.

Per le discese più ripide ed impegnative viene in aiuto il sistema Grip Control, un mantenitore di velocità che può essere impostato su diversi livelli cosi da permettere al guidatore di concentrarsi sulla guida senza pensare a dosare acceleratore e freno.

Su nuova Solterra sono presenti tutti gli Adas di ultima generazione, come cruise control adattivo, mantenimento della corsia e frenata di emergenza, oltre all’S Pedal, la guida a singolo pedale, con la macchina che togliendo il piede dell’acceleratore rallenta rigenerando le batterie.

Per quanto concerne i consumi e l’autonomia, nel ciclo combinato WLTP, è di 465 chilometri nella versione 4E-xperience coi cerchi da 18 pollici, mentre sono 434 chilometri nella versione 4E-xperience+ con quelli da 20 pollici. Il consumo che abbiamo riscontrato durante la prova si attesta intorno ai 23,5 kWh/100 km nella versione top di gamma, garantendo un’autonomia massima di poco superiore ai 350 chilometri effettivi.

I prezzi partono da circa 59.800 euro per la versione entry-level sino ai 64.000 della top di gamma della nostra prova.