La finale di Champions vinta per la figlia Xana scomparsa nel 2019

Sabato 31 Maggio si è giocata a Monaco di Baviera la finale di Champions League tra i francesi del Paris Saint Germain e gli italiani dell’Internazionale Milano. Al di là del risultato finale, che ha visto trionfare la squadra del PSG con un netto 5-0, quello che più ha colpito in questa partita è la storia personale dell’allenatore dei parigini, Luis Enrique, 55 anni, spagnolo di Gijòn, che tanto ha vinto nella sua vita, come giocatore, come allenatore, ma soprattutto come uomo.

Si, perchè nel 2019 Luis ha dovuto dire addio alla piccola figlia Xana, colpita da una forma aggressiva di cancro alle ossa, a soli 9 anni. Da quel giorno tanto è cambiato nella vita di Luis e della sua famiglia, ma non l’amore per la piccola Xana e la consapevolezza che nonostante la prematura scomparsa, lei sia ancora tra loro ogni giorno.

Nel 2015, dopo la vittoria della Champions col Barcellona a Berlino, piantò con la figlia Xana la bandiera Blaugrana nel centro del campo di gioco, per festeggiare l’ennesima vittoria della sua lunga carriera.

Dopo la scomparsa di Xana, avvenuta appunto nel 2019, Luis si era ripromesso che qualora avesse nuovamente vinto la Champions League, avrebbe piantato quella bandiera di nuovo al centro del campo.

Ieri sera, dopo la premiazione che lo ha consacrato campione d’Europa col suo PSG, ha indossato una maglietta speciale che raffigurava lui e la piccola Xana in stile “cartoon” mentre piantavano nuovamente la bandiera in mezzo al campo. Più volte Luis ha dichiarato: ” lei è sempre con me e con la mia famiglia, non serve questa vittoria, nella vita si nasce e si muore e lei è sempre con noi, che si vinca o che si perda, ogni giorno vive in mezzo a noi“. La curva del PSG intanto esponeva uno striscione che raffigurava lui e la piccola figlia mentre piantavano di nuovo quella bandiera ( questa volta con i colori del PSG ), in mezzo al campo, un momento davvero toccante che ha commosso tutti i presenti allo stadio.

Ieri sera ha vinto l’uomo prima dello sportivo, ha trionfato l’amore prima dello sport.

Ci piace pensare che l’altra sera la piccola Xana abbia spinto da lassù il suo papà verso una vittoria che va oltre i meriti sportivi, che va oltre le bandiere e il tifo per l’una o l’altra squadra. Siamo sicuri che Xana fosse sul campo di gioco che correva e incitava i giocatori guidati in panchina dal suo eroe, da quel papà che tanto amava, caricandoli e portandoli a quella vittoria che tutti aspettavamo, come si aspetta il lieto fine di una fiaba. C’era una missione da compiere l’altra sera, rimettere al centro del campo quella bandiera, dopo la sua morte il cerchio si è chiuso.

La vita a volte ci toglie qualcosa, ci pone davanti a situazioni ed eventi che mai vorremmo vivere, soprattutto quella di dover dire addio ad una figlia, e altre volte sa ridarci quella felicità e quella gioia che ci permette di andare avanti. Luis è una persona di grande dignità, umiltà e rispetto per il prossimo, sempre corretto e mai fuori posto, come quando durante la premiazione e i festeggiamenti dei suoi giocatori applaudiva gli avversari rimasti sul terreno di gioco. Perchè nello sport è sicuramente più difficile saper perdere che vincere, rendere onore agli avversari e riconoscere che siano stati più bravi di noi ed in questo i giocatori dell’ Inter sono stati un vero esempio di sportività, perchè nello sport come nella vita si può avere successo ma si può anche fallire, ma tutto deve essere affrontato con dignità e rispetto altrui e a volte sono proprio le peggiori sconfitte a renderci più forti.

Luis recentemente ha dichiarato “sono più le cose belle che Xana mi ha lasciato, rispetto al dolore per la sua perdita, perchè ancora oggi vive con noi.

I vincenti nella vita sono coloro che sanno reagire alle situazioni più difficili e disperate, che trovano la forza per andare avanti, giorno dopo giorno, con l’amore di chi non c’è più dentro al cuore, onorando ogni giorno la perdita col sorriso sulle labbra, quel sorriso che l’altra sera ha riempito il cuore di migliaia di persone, perchè diciamocelo francamente, tutti facevamo il tifo per loro, e quella coppa, in fondo, gli è sempre appartenuta.

Peugeot svela le nuove 3008 e 5008 Dual Motor

Tour di tre giorni tra Svizzera, Francia e Germania per testare le nuove elettriche della casa del leone.

In Germania, nella foresta nera, Peugeot ha presentato alla stampa internazionale le nuove 3008 e 5008 in versione totalmente elettrica con due motori elettrici, da cui deriva appunto la sigla Dual Motor.

Queste nuove versioni vanno a completare la gamma già esistente di 3008 e 5008, mantenendo la stessa carrozzeria da SUV-fastback ( per la 3008 ) con dei piccoli dettagli che vengono modificati per distinguerle dal resto della gamma, come la griglia anteriore chiusa, i cerchi in lega da 20″ con disegno specifico che garantisce una migliore aerodinamicità e lievi modifiche ai paraurti e agli specchietti laterali.

Le vere novità sono tutte sotto il cofano, in quanto queste nuove versioni sono dotate di nuovi motori elettrici che variano nella potenza e nel tipo di trazione, essendo disponibili nella variante a solo trazione anteriore da 210cv o 230cv per la versione Long Range, o alla trazione integrale che abbina due motori elettrici ( uno all’anteriore e uno al posteriore ) per un totale di 325cv e una coppia massima di 509 Nm. I due motori funzionano in modo continuo, con una potenza che viene ripartita 50/50 tra l’asse anteriore e quello posteriore per un’aderenza sempre ottimale, soprattutto su superfici scivolose, come pioggia o neve.

Esternamente le due versioni sono ben diverse per dimensioni e carrozzeria, a parte il frontale che invece le accomuna. Linee più sportive e da coupè per la 3008e, mentre per la 5008e si notano subito linee più classiche da SW che le permettono di avere dimensioni maggiorate con più spazio a bordo, che può ospitare fino a 7 persone, grazie alla terza fila di sedili a scomparsa.

Pubblico più giovane e dinamico quello della 3008, per la famiglia e i nostri amici a quattro zampe quello della 5008, che non disdegna i lunghi viaggi tutti insieme per i week end, il tempo libero e le vacanze.

Internamente per entrambe le versioni troviamo il nuovo Panoramic i-Cockpit, ovvero un pannello curvo da 21 pollici, in cui sono integrati il quadro strumenti ed il sistema di infotainment, quest’ultimo gestito tramite un touchscreen. Molto intuitivo e facile da utilizzare racchiude tutte le funzioni richieste, compresa la compatibilità wireless per Apple CarPlay e Android Auto, mentre sotto lo schermo troviamo gli i-Toggles, scorciatoie personalizzabili per accedere ai vari menù.

Per quanto concerne la guida su strada, nella nuova versione full-electric di 3008 e 5008 troviamo quattro modalità di guida: normal, eco, sport e 4wd per adeguare al meglio il proprio stile di guida a seconda del tipo di percorso che ci si trova ad affrontare.

Buona la frenata, diretto e preciso lo sterzo, mentre la visibilità posteriore per la 3008 non è delle migliori a causa dall’andamento fastback del tetto, anche i sensori di parcheggio anteriori e posteriori e la retrocamera ad alta definizione aiutano e rendono più facili le manovre.

Per quanto riguarda la 5008e invece la visibiltà risulta molto buona e l’abitabilità interna offre davvero molto spazio, sia per la seconda fila, ( regolabile sia in profondità che in inclinazione ) sia per la terza fila, che può essere estratta dal bagagliaio in caso di necessità. Quando questa non viene utilizzata, il bagagliaio della 5008 offre davvero un’ottima capacità di carico.

Completo il pacchetto Adas, che per entrambe le versioni include tra gli altri il cruise control adattivo con funzione Stop & Go, il controllo automatico degli abbaglianti e i fari a matrice led, la frenata automatica d’emergenza e mantenimento di corsia, con guida autonoma di livello 2 .

La batteria che equipaggia le due versioni è da 73 kWh e garantisce un’autonomia dichiarata dalla casa di circa 490 km nel ciclo WLTP che può essere ricaricata dal 20 al 80% in circa 30 minuti nelle colonnine ad alta potenza.

Queste nuove versioni vanno a completare la gamma di 3008 e 5008 che ora è ancor più completa e in grado di soddisfare ogni esigenza del cliente, ribadendo il successo che da sempre hanno riscosso sul mercato europeo.

A breve saranno disponibili per la vendita presso la rete dei concessionari Peugeot con prezzi che ancora devo essere comunicati.

Nella “Ville Lumière” svelata la nuova Citroën C5 Aircross

Non poteva che essere la città di André Citroën ad ospitare il lancio della nuova C5 Aircross, il nuovo C-Suv della casa del “Double Chevron”.
Una serata davvero suggestiva che ha ospitato la stampa internazionale con circa 700 giornalisti provenienti da Cile, Brasile, Spagna, Europa, Giappone ed Argentina, per presentare la nuova vettura del segmento C-Suv.

A bordo di un bellissimo Bateau Mouche, una crociera sulla Senna ai piedi della Tour Eiffel illuminata, spettacoli di danza, ottimo cibo, giochi di magia, un sottofondo musicale e l’immancabile champagne francese. Un omaggio al fondatore nella città che ha assistito ad un primo grande evento di marketing, esattamente 100 anni fa, quando André fece illuminare la torre con la scritta del suo brand.

Da sempre Citroën si contraddistingue per innovazione e tecnologia, stravaganza stilistica e comfort assoluto. Anche la nuova C5 non poteva tradire le aspettative ed il risultato è una vettura dalle linee decise e molto personali, con dimensioni che crescono di ben 15cm rispetto alla precedente versione, arrivando ora a ben 465 cm di lunghezza, allungando il passo di 6cm, aumentando cosi lo spazio a bordo.

Frontale ora più imponente con la grande calandra piatta e la mascherina dal nuovo disegno, che inglobano i sottili fari a matrice Led, mentre nel posteriore la vera novità soni i gruppi ottici a sbalzo, che fuoriescono dalla carrozzeria per aumentarne l’aerodinamica. Le fiancate invece sono rese più muscolose dai grandi cerchi da 20″.

Una rivoluzione che dona nuova linfa ad un vettura che negli anni ha riscosso un buon successo tra il pubblico, che ora potrà contare su una versione totalmente elettrica e sue due versioni ibride, basate sulla nuova piattaforma STLA Medium di Stellantis.

La versione full-electric godrà di due motorizzazioni da 210 e 230 CV che si abbineranno a due batterie da 73 kWh e 97 kWh, assicureranno così percorrenze di 520 km o 680 kM, nel caso della batteria più potente i nuovi sistemi di ricarica garantiranno 160 km in soli 10 minuti, numeri che tanto faranno piacere agli amanti delle vetture elettriche.
Le altre due motorizzazioni prevedono un motore 1.2 mild hybrid a benzina da 145cv abbinato ad un cambio a 6 rapporti doppia frizione.

Troviamo poi una motorizzazione Plug-in da 1.6 litri che lavorando insieme ad un motore elettrico è in grado di sviluppare una potenza totale di 195 CV con una batteria che arriva ora a 21 kWh totali e una percorrenza in full-electric di 90 km, piu che sufficiente per gli spostamenti nei centri urbani.

Molte le novità anche all’interno della vettura, che hanno ora un’aspetto più futuristico e più tecnologico, con il volante tagliato a due razze e un grande schermo centrale da 13,6″ posizionato in verticale e sospeso su di una mensola, che aumentano “l’effetto wow” per chi sale a bordo. Molto ben definita la grafica che racchiude molteplici funzioni, tra cui ChatGPT, il sistema sorround per l’impianto HI-FI sino alla funzione massaggio per i sedili.

Dietro al volante non manca uno schermo lcd da 10,25″ abbinato all’immancabile head-up display a colori, che diminuisce la distrazione del conducente e lo coadiuva durante la guida. Di sera colpisce l’effetto creato dalle luci soffuse in puro stile parigino.

Da sempre le vetture di Quai de Javel hanno precorso i tempi con innovazioni che in molti casi sono state delle vere e proprie novità in campo automobilistico, hanno forse lasciato perplessi all’inizio ma poi sono diventate fonti d’ispirazione per molti.

La nuova C5 Aircross è una vettura adatta alle famiglie, a chi cerca spazio senza rinunciare al piacere di guida, a chi vuole rispettare l’ambiente scegliendo la versione totalmente elettrica o a chi preferisce usarla tutti i giorni per recarsi sul posto di lavoro con la versione Plug-in. Insomma una vettura per tutti i gusti e adatta ad ogni tipo di clientela, un concetto tanto caro al suo fondatore, che fu tra i primi a rendere le vetture accessibili.


(foto concesse da @Citroën Communication)

La nostra intervista a Giovanni Falcone, Managing Director di Citroën in Italia

Citroën: 100 anni di intuizioni visionarie

Era l’Agosto del 1924 quando André Gustave Citroën decise di aprire in Italia una filiale del proprio marchio automobilistico, acquistando un terreno nella periferia milanese, dove ancora oggi sorge li centro Stellantis di via Gattamelata. Una storia che dura da cent’anni, un legame inossidabile che lega Citroën al nostro paese, fatto di successi, auto rivoluzionarie e iconiche che hanno cambiato il mondo dell’automobile.

André Citroën nacque a Parigi nel 1878 da una ricca famiglia ebraica commerciante di diamanti. Sin da piccolo si dimostrò molto vivace, curioso e intelligente, con una grande voglia di apprendere e di leggere soprattutto Jules Verne, anche se un altro personaggio attirò maggiormente la sua attenzione, Gustave Eiffel e il suo progetto di costruire la Tour Eiffel.
Proprio in occasione dell’inaugurazione di quest’ultima, durante l’Esposizione Mondiale di Parigi nel 1889, André conobbe alcuni dei più importanti personaggi legati al mondo dell’automobile, come Gottlieb Daimler, Wilhelm Maybach, Armand Peugeot, Emile Levassor e Louis Renault.


Dopo essersi iscritto al Politecnico di Parigi, nel 1900, durante un viaggio in Polonia, visitò una fabbrica di ingranaggi, ed è qui che ebbe l’intuizione da cui tutto iniziò: l’idea di costruire ingranaggi in ghisa a cuspide, detti anche a doppia elica o con dentatura a “V”, che avevano il vantaggio di essere più resistenti e meno rumorosi di quelli a denti inclinati.
Tornato in Francia ne registrò il brevetto e nel 1902 aprì la prima fabbrica. Proprio dagli ingranaggi a “V” deriva il logo del “Double Chevron” che divenne l’emblema della casa automobilistica, fondata ufficialmente nel maggio del 1919 a Quai de Javel, con la presentazione del primo modello, denominato “Type A”.
Da allora sono stati ben trecento i modelli di auto creati da Citroën, alcuni dei quali divenuti delle vere e proprie icone.

Negli anni venti il marchio divenne famoso, oltre che per la produzione di vetture, anche per la sua rete di assistenza e garanzia post vendita, offerta ai clienti che in questo modo si legarono di più al marchio francese, trovando spesso officine vicino casa, una vera e propria novità per l’epoca.
Innovativi furono anche i metodi di vendita, basati su una forte pubblicità e sull’intuizione di far testare alla clientela le proprie vetture per valutarne personalmente qualità ed efficienza, dando vita così alle “Carovane Citroën” dove poter ammirare, ma soprattutto toccare con mano, i veicoli della casa.

Da sempre convinto che il miglior mezzo per la vendita dei propri veicoli fosse la pubblicità, creò delle vere e proprie vetture giocattolo in miniatura, le “Citroënettes”, destinate ai concessionari.


Il nome di Citroën nel 1920 comparve nel cielo di Parigi con un aereo che ne tracciò la scia; di lì a poco la Tour Eiffel venne illuminata con la scritta della casa automobilistica.

Fu il primo a lanciare le donne come protagoniste per pubblicizzare le vetture Citroën, qualcosa di mai visto prima, con questo slogan: “La donna moderna guida una Citroën”.

André era innovativo, amava stupire e creare vetture davvero uniche e dal design inconfondibile, caratteristche che da sempre hanno accompagnato la casa lungo un percorso di crescita e sviluppo.

Negli anni successivi nacquero modelli quali la B2, la B10 e la B12 nonchè l’innovativa “Traction Avant” negli anni ‘30, quando André decise di ristrutturare e rimodernare la fabbrica di Quai de Javel.


Alla sua morte, avvenuta nel 1935, lasciò la fabbrica nelle mani del colosso francese di pneumatici Michelin. Prese così le redini dell’azienda Pierre-Jules Boulanger che riportò in vita l’idea di Citroën di costruire una vettura adatta a tutti, super economica che avrebbe dovuto risolvere il problema del trasporto di massa dando vita al progetto TPV (Toute Petite Voiture).

Gli anni del secondo conflitto mondiale però interruppero il progetto di nuove vetture, facendo cadere la casa in una forte crisi produttiva e finanziaria, arrivando nel 1943 a fermarne del tutto la produzione.

Nel dopoguerra Citroën ebbe la forza di ripartire col progetto TPV, che diede vita nel 1948 ad uno dei più iconici modelli Citroën, la 2CV, prodotto per oltre quarant’anni in più di 4 milioni di esemplari, venduti in ogni parte del globo.

La 2CV è stata per intere generazioni qualcosa di unico, una vettura per ogni età e per ogni esigenza.
Non sono state molte le vetture che hanno legato il loro nome alla storia dell’intera umanità, attraversando quattro decenni, dalla fine della seconda guerra mondiale sino agli inizi degli anni ‘90.
La 2CV ha rappresentato un modo di essere, di vivere le nostre città e di viaggiare a cielo aperto, una vettura che ha segnato in maniera indelebile la storia dell’automobile, facendo sognare intere generazioni.

Ma Citroën non ha voluto fermarsi qui e negli anni ‘50 ha dato vita ad un’altra vettura iconica e straordinariamente evoluta per i tempi, soprannominata “Lo Squalo”, ovvero la Citroën DS che nell’anno della sua presentazione al Salone di Parigi seppe oscurare tutte le concorrenti, semplicemente perché non c’era nulla di simile. Fu la prima vettura a racchiudere in sé la trazione anteriore, la scocca portante, il cambio semiautomatico, le sospensioni idropneumatiche e il circuito idraulico in comune con sospensioni, servofreno e servosterzo, nonché la frizione idraulica, senza tralasciare la solita linea avveniristica e originale che da sempre identifica ogni vettura Citroën.

Seguirono altri modelli iconici come la Mehari, la spiaggina di Citroën nata sul pianale della 2CV, la Ami 6, la Dyane, la Visa e l’ammiraglia CX negli anni ‘80. Citroën ottenne ottimi risultati anche nelle competizioni sportive, vincendo per diversi anni il campionato del mondo di Rally con la Xsara, la C4 e la C3.

(Audrey Hepburn and Anthony Perkins – Citroën Archive)


Ed il mondo del cinema non ha saputo resistere al suo fascino; sono state prodotte più di 1.200 pellicole che hanno visto protagoniste le vetture del Double Chevron insieme a molti dei più iconici attori della storia del cinema, soprattutto quelle femminili. Da “Solo per i tuoi occhi” del 1981, James Bond guidava una 2CV gialla in uno spettacolare inseguimento a Parigi. Ne nacque la 2CV 6 spécial color mimosa, i fortunati possessori potevano “vestire” l’auto con adesivi che riproducevano i fori dei proiettili, interpretando così la spia più invidiata del mondo.

In “Gattaca” del ‘97, Uma Thurman guida una splendida DS19 cabriolet del’64; in “Thelma, Louise et Chantal” tre amiche, tra cui una splendida Jane Birkin, intraprendono un lungo viaggio a bordo di una DS Pallas; l’attrice britannica nel ‘70 fu anche protagonista di alcuni scatti per il lancio della nuova DS Cabriolet, ripresa dalle maggiori testate motoristiche di quegli anni. A casa nostra Carlo Verdone in “Benedetta Follia” guidò una Citroën C3 del 2018 e un’ iconica Mehari.

Citroën appartiene alla storia dell’automobile, ha sempre stupito mettendo al primo posto innovazione, avanguardia, carattere e personalità nell’auto, ma soprattutto accessibilità, come ha sempre desiderato il suo fondatore.

(All the images are from the Citroën Archive)

Si è spento Papa Francesco: lascia una Chiesa più moderna e più vicina ai fedeli 

Si è spento Papa Francesco: lascia una Chiesa più moderna e più vicina ai fedeli 

Si è spento Papa Francesco che fino all’ultimo ha voluto restare vicino ai suoi fedeli, quei fedeli che sin dalla sua elezione a Pontefice lo hanno amato e ascoltato, adorato e preso ad esempio.
Una persona semplice che amava i fedeli e la Chiesa che era stato chiamato a guidare; usava parole del popolo ma sempre profonde e dirette, non amava i convenevoli ma al contrario preferiva concretezza.

Sin dalla cerimonia di consacrazione nessuna  mozzetta rossa, nessuna croce d’oro, nessun abito cerimoniale pesante. Solo una veste bianca, lineare, priva di decori, un abito che parlava più di molti discorsi, che rappresentava il suo modo per dire che qualcosa stava cambiando, anche nei dettagli, riducendo ai minimi la forma per dare invece più importanza alla sostanza. È proprio questo suo modo di fare, di comportarsi, che lo ha avvicinato ancora di più alla gente.

Anche la scelta di Santa Marta come sua residenza è stata una vera e propria innovazione per la Chiesa e il Vaticano. 

Papa Francesco, di umili origini, è rimasto tale anche da Papa.
Ascoltava e aiutava i più deboli perché “tutti siamo uguali su questa terra“. Sempre pacato, cordiale e gentile nei modi, non amava far pesare ciò che in realtà rappresentava, voleva essere uno come tanti, devoto al Signore e alla Chiesa che rappresentava. Aveva capito, più di ogni altro, che per far passare alcuni concetti era necessario essere “come noi” devoti, evitando troppe celebrazioni o cerimonie di Stato, perché l’essere fedeli è prima di tutto credere in qualcosa e a Papa Francesco in molti credevano, come persona prima che come Pontefice. 

La sua semplicità e le sue idee innovative in materia ecclesiastica non sempre sono piaciute alle alte cariche del Vaticano, che in passato non si sono dimostrate aperte all’innovazione e al cambiamento, ma con la sua convinzione e con la sua tenacia ha saputo andare contro certi stereotipi e certe “usanze”, avvicinando maggiormente la Chiesa alle nuove generazioni e alle nuove comunità. 

Il Papa ha da sempre un compito difficile: guidare milioni di fedeli verso la fede e la speranza, verso un mondo migliore. Papa Francesco ha saputo parlare alla gente mettendosi sullo stesso piano di chi lo ascoltava, si è sempre presentato al mondo con un semplice “buonasera a tutti” come chiunque farebbe dovendo tenere un discorso in pubblico, chiedendo ai fedeli di pregare per lui e aiutarlo in quella che sarebbe stata una missione difficile e complicata.

La sua figura ha da sempre condizionato il comportamento e le decisioni politiche, economiche e societarie. Grazie a lui, durante la sua guida al Vaticano, gli interessi dei fedeli sono stati messi al primo posto, ha aiutato concretamente chi ne aveva bisogno, viaggiando moltissimo per i paesi, ha combattuto gli abusi all’interno della Chiesa, ha bloccato alcuni dispendi della Banca Vaticana, ha insomma perseguito con coerenza ciò che aveva promesso.

Papa Francesco è stato, prima che Capo della Chiesa, un vero capo spirituale.

RAM 1500 Tungsten: molto più di un pick-up

RAM ha da poco lanciato sul mercato italiano la nuova versione del suo iconico “1500“, pick-up versatile adatto ad ogni situazione, che tanto piace agli americani ma che anche in Europa e nel nostro paese sta riscuotendo un buon successo tra gli amanti del genere.

Nato nei primi anni ’80, quale erede dei modelli “Dodge D” , ha subito riscosso un grande successo sul mercato Nordamericano, dove questo tipo di vetture sono molto comuni e richieste.

Dal 2009 viene commercializzato col marchio Ram Trucks, che comprende modelli pick-up e commerciali.

Il nuovo modello “1500 MY 2025” è stato completamente rivisto sia per quanto concerne il design sia per quanto concerne la parte meccanica e telaistica.

Abbandonate le iconiche motorizzazioni V8, oggi siamo passati a motorizzazioni più “green” da 3 litri e 6 cilindri in linea, con potenze che vanno dai 420 cv sino ai 540 cv della versione Tungsten della nostra prova, abbinate ad una trasmissione automatica ad 8 rapporti e sospensioni pneumatiche a regolazione variabili con ben 5 livelli selezionabili.

Motorizzazioni che di sicuro si addicono maggiormente al mercato europeo, che non tolgono però potenza e prestazioni rispetto ai vecchi V8, anzi per certi versi sono anche migliori, regalando un piacere di guida e un comfort che mai abbiamo trovato in vetture simili.

Grazie a questi nuovi motori, consumi e emissioni di CO2 ne hanno tratto sicuramente vantaggio e adesso sono molto più rispettosi dei limiti imposti dalla comunità europea in termini di rispetto dell’ambiente.

Anche gli interni sono stati completamente ridisegnati e ora sono molto più curati e godono di materiali di primissima qualità, come pelle, inserti in alluminio, un grande schermo centrale da ben 14,5″ e uno da 10,25″ per il passeggero. Eleganza, comfort e spazio sono elementi che contraddistinguono questa nuova versione del “1500 Tungsten” che non ha nulla da invidiare nei confronti di molti Premium SUV che troviamo sul mercato.

Salendo a bordo si rimane subito colpiti dall’enorme spazio che si ha a disposizione, con i grandi sedili rivestiti in morbida pelle, dotati di svariate regolazioni elettriche, riscaldati e raffreddati, anche al posteriore, con rifiniture curate in ogni minimo dettaglio. Molto bello e comodo il grande tetto panoramico, soprattutto nelle mezze stagioni e nei percorsi in off-road in mezzo alla natura.

Ed è proprio in off-road che il Ram trova il suo habitat naturale, dove sa esprimere al meglio tutta la sua potenza e versatilità, grazie alle cinque modalità di trazione: Normal, Snow, Sport, Tow e off-road. Grazie al sistema 4WD on demand si ha sempre a disposizione la miglior trazione possibile a seconda delle necessità e del fondo stradale che andremo ad affrontare.

Non mancano neppure tutti i controlli Adas di ultima generazione, come il mantenimento di corsia, l’adaptive cruise control, il monitoraggio dell’angolo cieco, la lettura dei cartelli stradali, la telecamera anteriore e posteriore a 360° e le telecamere di assistenza alla guida frontali e laterali.

L’erogazione della potenza, che nella versione Tungsten arriva appunto a 540 cv è corposa, quasi esagerata e a parte il sound meno “cattivo” non fa rimpiangere la versione V8 , risultando sempre pronto ed elastico, mai brusco .

Nella guida su strada, nel misto, si avvertono i limiti che una vettura da più di due tonnellate e mezzo può manifestare, l’agilità non può certo essere il suo punto di forza, ma al contrario nei percorsi autostradali risulta comodo e molto confortevole, anche per chi siede nella parte posteriori, dove lo schienale regolabile elettricamente permette di trovare la posizione preferita e ascoltare nel totale relax l’impianto HI-FI da ben 1230 watt e 23 altoparlanti, insomma a bordo del nuovo Ram tutto è esagerato.

I Pick-up, si sa, non sono mezzi per tutti, ma con il nuovo Ram molti potranno coniugare il proprio lavoro con il proprio piacere, i propri hobbies, i propri sport preferiti, perchè non dimentichiamoci che dispone di una capacità di traino notevole ( 3,5 tonnellate ) e grazie alla funzione Trailer Hitch Assist il veicolo sterza in modo da allinearsi alla traiettoria del rimorchio e facilita l’aggancio del rimorchio stesso.

Il cassone sviluppa una superficie di ben 2,2 metri quadri ed ai lati trovano spazio due battenti che offrono ulteriore spazio per gli oggetti più piccoli, mentre il portellone posteriore è dotato di apertura elettrica ed è dotato di una propria copertura totale.

Oltre alla versione Tungsten troviamo anche la versione RHO, con un anima ancora più fuoristradistica che sostituisce il precedente modello TRX, dotato di ammortizzatori a elevate prestazioni con il 40% in più di escursione delle ruote posteriori e pneumatici da 35″, un vero e proprio “mostro” del fuoristrada.

Durante il 2025 farà il suo debutto anche la versione REV, 100% elettrica con emissioni zero, che sarà in grado di offrire autonomia e capacità di traino senza eguali nella categoria, perchè sappiamo che Ram ama stupire sempre e comunque, sapendo di essere il migliore, come il suo DNA suggerisce.

Seal U DM-i : il plug-in secondo BYD

Dopo il lancio della versione Full-electric BYD presenta in questi mesi sul mercato italiano la versione ibrida Plug-in denominata DM-i, che sfrutta la nuova tecnologia ibrida della casa cinese.

Si tratta di un SUV di grandi dimensioni, essendo lunga 4.80 metri, con tanto spazio all’interno e una buona capacità di carico, adatta a tutta la famiglia.

Le motorizzazione prevede un 1.5 turbo benzina da 130 cv che può arrivare a 218cv per la versione a trazione posteriore con un solo motore elettrico, oppure a 324 cv nella versione con due motori elettrci della versione 4wd.

La batteria è da 18,3 kWh e consente un’autonomia in modalità elettrica dichiarata di 70 km che risulta molto comoda per gli spostamenti nei centri urbani, dove la filosofia emissioni zero meglio si sposa con le normative antinquinamento.

Gli interni sono curati in ogni dettaglio, con materiali di pregio e un buon assemblaggio generale con l’ampio touchscreen da 15,6 pollici a rotazione elettrica che domina la plancia, offrendo un’esperienza davvero unica e multimediale, che prevede anche Apple Car Play.

L’innovativo sistema ibrido di BYD si basa su una filosofia di “elettrico prima di tutto” dove i motori elettrici sono i principali responsabili della trazione mentre il motore termico interviene solo in casi particolari, come la richiesta di maggior potenza o per andare a ricaricare la batteria quando necessario.

Tre sono le modalità di guida disponibili: Full Electric, l’auto funziona come un veicolo elettrico puro. In modalità Hybrid Serie, il motore elettrico alimenta la trazione mentre il motore termico carica la batteria quando necessario. In modalità Hybrid Parallela, entrambi i motori (elettrico e termico) partecipano alla trazione, con il termico che ricarica la batteria se necessario. Questa tecnologia ottimizza l’efficienza, con il motore termico che ha un’efficienza del 43% e un’efficienza totale del sistema di circa il 97%.

Su strada ciò che più colpisce sono il confort di guida, con uno sterzo forse un pò troppo leggero e la taratura morbida delle sospensioni, molto apprezzate nei lunghi viaggi e un pò meno nella guida sportiva, che però non e la natura vera della Seal U. Detto ciò la stabilità in curva è buona anche nelle curve più strette, sebbene presenti un leggero rollio dovuto alla sua taratura che predilige il comfort e la rigenerazione dell’energia in frenata è efficace, contribuendo a mantenere la batteria carica .

La versione Boost accelera da 0 a 100 km/h in 8,9 secondi e raggiunge una velocità massima di 170 km/h. La versione Design, più potente, accelera da 0 a 100 km/h in 5,9 secondi per una velocità massima autolimitata a 180 km/h.

Prezzi a partire da 43.000 euro sino ai 49.000 della Boost a trazione integrale.

Subaru Solterra: integralmente elettrica

Subaru da sempre è sinonimo di 4×4, vetture a trazione integrale che hanno fatto la storia anche nel mondiale Rally.

La nuova Solterra continua questa tradizione abbinandola alla tecnologia full-electric, prima volta assoluta per la casa delle pleiadi, un’ambizioso progetto condiviso con Toyota.

Le somiglianze con la cugina Toyota BZ4 soprattutto nelle vista posteriore e laterale sono notevoli e anche le dimensioni sono generose, sfiorando i 4.70 metri di lunghezza e 1.85 metri di larghezza.

Le linee spigolose e i numerosi inserti in plastica nera ne esaltano l’originalità, donandole un tocco di sportività e dinamicità, doti che emergono anche nella guida su strada.

Internamente la prima cosa che salta all’occhio è la configurazione della plancia, con la strumentazione digitale lontana dal volante e molto vicina al parabrezza, dall’aspetto curato e dalla grafica chiara, con molte informazioni al suo interno.

Nella parte centrale trova invece posto lo schermo dell’infotainment da 12,3″ che racchiude le info sulla multimedialità e quelle della navigazione, con una superficie in piano black che viene ripresa anche in altre parti degli interni.

Molto bello e originale il nuovo volante tagliato sia nella parte superiore che in quella inferiore, molto sportivo e pratico nell’utilizzo, che permette una maggiore visibilità dello schermo a led davanti ad esso.

Interni Solterra

I sedili sono rivestiti in ecopelle, a regolazione elettrica (con memorie per il guidatore) e sono anche riscaldabili, cosi come quelli posteriori.

L’infotainment comprende Apple Car Play e Android auto, il grande tetto in vetro dona poi una buona luminosità a tutto l’abitacolo e lo spazio a bordo non manca, soprattutto nella parte posteriore, dove troviamo tantissimo spazio per le gambe. Buono anche il volume del bagagliaio, rigorosamente con apertura elettrica.

Sulla versione della nostra prova, quella più accessoriata, erano presenti anche i bellissimi cerchi in lega da 20″ ed i fari full led.

La Solterra è equipaggiata con due motori sincroni trifase a magneti permanenti, posizionati sui due assi che garantiscono cosi la trazione integrale, il tutto alimentato da un pacco batteria agli ioni di litio da 74,1 kWh alloggiato nel pianale.

La potenza generata è di 218 CV, mentre la coppia massima è di 336 Nm disponibili fin da subito, per un’accelerazione da 0 a 100 in 7,6 secondi e una velocità massima autolimitata a 160 km/h, più che sufficiente per una vettura totalmente elettrica.

Presente, come in altre Subaru, il sistema X-Mode che, in base al terreno che ci si trova ad affrontare, gestisce la ripartizione della coppia per avere il massimo grip, a seconda che ci si trovi su neve, fango o sterrato.

Per le discese più ripide ed impegnative viene in aiuto il sistema Grip Control, un mantenitore di velocità che può essere impostato su diversi livelli cosi da permettere al guidatore di concentrarsi sulla guida senza pensare a dosare acceleratore e freno.

Su nuova Solterra sono presenti tutti gli Adas di ultima generazione, come cruise control adattivo, mantenimento della corsia e frenata di emergenza, oltre all’S Pedal, la guida a singolo pedale, con la macchina che togliendo il piede dell’acceleratore rallenta rigenerando le batterie.

Per quanto concerne i consumi e l’autonomia, nel ciclo combinato WLTP, è di 465 chilometri nella versione 4E-xperience coi cerchi da 18 pollici, mentre sono 434 chilometri nella versione 4E-xperience+ con quelli da 20 pollici. Il consumo che abbiamo riscontrato durante la prova si attesta intorno ai 23,5 kWh/100 km nella versione top di gamma, garantendo un’autonomia massima di poco superiore ai 350 chilometri effettivi.

I prezzi partono da circa 59.800 euro per la versione entry-level sino ai 64.000 della top di gamma della nostra prova.

Citroen C5X: viaggiare sul velluto

“Si viaggiare..” cantava Lucio Battisti negli anni settanta, che oggi sarebbe un sottofondo perfetto per la colonna sonora di presentazione della nuova C5X di casa Citroen, una vettura nata per viaggiare nel massimo comfort.

Da sempre Citroen è stata capace di creare vetture che hanno fatto della comodità e dello spazio interno il loro punto forte, il loro marchio di fabbrica.

La nuova C5X ne è la conferma ancora una volta, vettura straordinariamente comoda, ben rifinita e curata nei dettagli interni, molto spaziosa e con una linea inconfondibile e decisa, che la rende diversa da tutta la concorrenza, perchè Citroen è sempre stata cosi, ama stupire con linee innovative e uniche nel loro genere, una anticonformista di natura.

La nuova C5X provata di recente era equipaggiata con un motore ibrido plug-in di ultima generazione, capace di abbinare un motore termico di 1.6 litri da 180cv ad uno elettrico da 81 Kw per un totale di 225cv e una velocità di punta che supera i 230 km/h.

Diverse le possibilità di guida disponibili, che vanno dalla modalità ibrida, dove i due motori lavorano insieme, alla modalità full-electric che riesce a muovere la vettura per circa 50 km senza l’ausilio del motore termico, sino alla modalità sport che sfrutta al massimo la potenza dei due motori per garantire prestazioni di tutto rispetto regalando un maggior divertimento di guida.

il design della C5X

Il cambio automatico è l’EAT 8 rapporti e l’erogazione del motore è sempre lineare e pronto nella risposta, così come è buona la capacità delle sospensioni Advance Control di copiare le asperità stradali che in questo caso sono di tipo attivo e possono contare sugli smorzatori idraulici progressivi rendendo la vettura estremamente confortevole e comoda nei lunghi viaggi.

La Citroën C5 X è l’ammiraglia della casa francese e con i suoi 4,81 metri di lunghezza risulta imponente e importante nelle dimensioni, sebbene le linee volute dai designer francesi la rendano filante e più snella di quello che in realtà risulta, donandogli un carattere deciso e originale, unico nel suo segmento.

Interni curati, materiali di buona qualità e sedili estremamente confortevoli sono solo alcuni degli aspetti che rendono questa nuova C5 una vettura nata per viaggiare nel massimo del comfort, per rendere il viaggio un’esperienza unica e rilassante, ed in effetti noi che l’abbiamo testata lungo il percorso autostradale da Milano a Roma possiamo dire che alla fine del viaggio eravamo davvero riposati e rilassati, come se avessimo viaggiato in prima classe.

Presenti a bordo tutti gli Adas di ultima generazione, dall’assistente alla corsia, al cruise control adattivo, sino al controllo degli angoli ciechi e la retrocamera per i parcheggi più impegnativi.

Rivestimento dei sedili in ecopelle, regolazione elettrica e riscaldamento per gli stessi, cerchi da 19″, Apple Car Play, tetto panoramico e fari full led sono solo alcune delle dotazioni del modello che abbiamo provato.

Il cruscotto digitale non è tra più grandi del segmento ma in compenso è presente un enorme head up display a colori che proietta le informazioni sul parabrezza su una superficie di ben 21 pollici, che risulta molto comodo nel caso si utilizzi il sistema di navigazione.

Gli accumulatori della Citroën C5 X si ricaricano in sette ore collegandosi via cavo a una presa di casa (che fornisca 1,8 kW), e in meno di 4 ore da una a 3,7 kW. Volendo per 400 euro si ottiene il caricatore integrato da 7,4 kW, cosi da una colonnina pubblica servono meno di due ore per arrivare al 100%. 

Oltre alla versione Plug-in possiamo trovare in gamma due motorizzazioni ibride che montano un 1.2 tre cilindri da 130cv e un 1.6 da 180cv, entrambe con cambio automatico ad 8 rapporti.

Prezzi a partire da circa 33.000 euro per la 1.2 entry-level, sino ad arrivare ai 48.000 euro della versione della nostra prova.

Bentley’s convertible philosophy

Immaginatevi per un attimo di trovarvi nelle Highlands, in un angolo di Scozia tra i più aspri e selvaggi della nazione, poco abitato, caratterizzato da montagne e colline brulle e spoglie, punteggiate solo da cespugli d’erica che, quando fiorisce, dona un caratteristico color viola al paesaggio, tra laghi ricchi di storia e leggende e castelli medioevali incantevoli.

Questi luoghi dal fascino inconfondibile, nel nord più estremo del Regno Unito, sono gli scenari perfetti per immaginarsi alla guida di una cabrio dal fascino intramontabile, come la Continental GTC, che vive anch’essa di storia e tradizione da più di cento anni.

Proprio la sua storia ha reso Bentley uno dei marchi più prestigiosi al mondo, fatto di modelli che sanno unire esclusività, comfort e prestazioni sportive, come forse nessuna altra vettura del panorama automobilistico mondiale.

D’altronde chi acquista una vettura del genere vuole possedere qualcosa di unico che lo possa distinguere da tutto il resto, in modo unico ma senza eccessi, perchè per apparire non sempre bisogna ostentare o eccedere e in questo a Crewe sono dei veri maestri, creando oggetti unici per i loro fortunati clienti.

L’eleganza è insita in ogni Bentley e nella versione cabrio viene ancor più esaltata dalle linee filanti e morbide che le donano un’aspetto elegante e sportivo allo stesso tempo, un connubio perfetto che sempre troviamo in ogni vettura della casa inglese.

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Anche gli interni sono in puro stile Bentley, dove l’uso di materiali pregiatissimi come pelle, radica di noce e carbonio, si fondono insieme tra loro, donando quell’eleganza che solo una Continental sa regalare, perchè ogni minimo dettaglio è studiato per essere in sintonia con il prestigio della vettura, creando un’ambiente che non trova eguali nel mondo automotive.

A questo aggiungiamo che per ogni Bentley è possibile optare per una serie di personalizzazioni che spaziano dalla scelta delle colorazioni per la carrozzeria, sino alle innumerevoli combinazioni di pelli pregiate, fatte su misura per ogni singolo cliente; perchè sono proprio questi dettagli che fanno la differenza e trasmettono quel senso di lusso e esclusività che caratterizza ogni Bentley.

Il reparto che si occupa di queste personalizzazioni è la divisione Mulliner, che si distingue per una serie di aggiornamenti che rendono ancora più esclusive le vetture della casa britannica, come la griglia “Floating Diamond”, una vera e propria opera d’arte in metallo che si può ordinare sia in versione cromata che in versione nero opaco, cosi come i cerchi da 22″ con un design specifico, disponibili anch’essi in nero lucido oppure in grigio tungsteno.

Mulliner prevede 101 colori per la colorazione esterna, più alcune tinte personalizzabili su richiesta del cliente, mentre per gli interni possiamo optare tra 15 tonalità principali per le pelli, 11 colori secondari e sei esclusivi colori Accent, oltre a 3 finiture tecniche.

Per quanto concerne la motorizzazione, la Continental GTC è equipaggiata col propulsore 4 litri biturbo da ben 550 cv di potenza e una coppia di 770 Nm che le garantiscono uno 0-100 km/h in 3.9 sec. e una velocità massima di 318 km/h, numeri impressionanti visto anche la massa della vettura, che sfiora i 2.800 kg.

Nonostante ciò la vettura si muove sempre agilmente in ogni situazione di guida, (grazie anche ad un sofisticato sistema di trazione integrale) che può essere più rude e nervoso se la spingiamo al limite, docile e regale se vogliamo goderci un viaggio a cielo aperto, grazie alle varie modalità di guida che si possono selezionare dalla consolle centrale, che sono in grado di cambiare il carattere ed il comportamento della vettura.

Proprio questa doppia anima è ciò che contraddistingue una vera Bentley, una vettura “bipolare” per usare un eufemismo, che sa adattarsi ad ogni situazione e ad ogni stile di guida, un mix che molto piace ai clienti Bentley.

Da sempre l’obbiettivo di Bentley è quello di creare vetture eleganti, veloci, confortevoli e dall’indiscussa unicità, qualcosa di veramente esclusivo che possa distinguersi dalla massa, che nel caso della versione cabrio possiamo dire essere riuscito nel migliore dei modi, avendo dato vita ad una vettura davvero unica, iconica e dal fascino totalmente British.

Mini Countryman: a new age is coming

Arriva sul mercato italiano la terza generazione della mini countryman, lanciata per la prima volta da Bmw nel 2010 che nel corso di questi ultimi anni ha riscosso un enorme successo tra il pubblico di mezzo mondo.

Cresce nelle dimensioni, ora più lunga, più alta e più larga della versione precedente, disponibile anche nella versione full-electric, che si va ad aggiungere alla versioni ibride a benzina.

Non perde il DNA di ogni mini, ovvero divertente, dinamica, versatile e ora ancora più spaziosa e adatta a tutta la famiglia, sia in città che negli spostamenti più lunghi.

La motorizzazione elettrica è equipaggiata con una batteria da 66,45 kWh abbinata alla trazione integrale ALL4, che garantisce un’autonomia di 430 km e una potenza massima di ben 313cv, per una velocità massima limitata elettronicamente a 180 km/h e uno 0-100 km/h che avviene in 5,6 secondi.

La vettura è completamente nuova rispetto alla versione precedente, con linee ancora più nette rispetto al passato e con un nuovo frontale ora più imponente ed importante, un posteriore con il nuovo montante C, con logo ALL 4 e fari posteriori a led con la grafica che può essere variata nello stile a seconda dei gusti personali.

Mini è una vettura iconica, che ha fatto la storia dell’automobile dettando le mode del momento, attraversando diversi momenti storici, condividendoli con le varie generazioni a cui è sempre piaciuta perchè originale, spregiudicata e sempre tanto trendy.

Oggi si rinnova e resta al passo con i tempi, elettrificando la propria gamma, nel rispetto dell’ambiente e delle nostre città, usando materiali riciclati per gli interni e rendendo più sostenibili le proprie fabbriche di produzione.

L’interno è volutamente minimal con l’immancabile strumento circolare al centro della plancia, ora con schermo Oled da 240mm dotato di sistema Mini Operating System 9 e nuovo assistente vocale “Hey Mini” .

Al di sotto dello schermo touch trovano posto alcuni tasti fisici che includono il selettore del cambio, il tasto per la gestione delle varie modalità di guida e quello per l’accensione della vettura.

La nuova Mini Countryman è dotata di sistemi Adas di secondo livello, cerchi in lega dedicati che possono arrivare sino alla misura di 20″, sedili sportivi, fari a Led anteriori e posteriori, sistema HI-FI Harman Kardon e telecamera posteriore abbinata ai sensori di parcheggio, oltre ai molti accessori disponibili a richiesta per personalizzare al meglio la propria Mini, tra cui i vari pacchetti che in Mini vengono denominati: XS, S, M, L e Xl e comprendono vari optional.

La ricarica avviene tramite presa di corrente continua fino a 130kW, e può essere ricaricata dal 10 all’80% in soli 30 minuti, oppure presso una normale presa domestica. Come detto l’autonomia dichiarata dalla casa è di circa 430 km ma può variare a seconda dell’utilizzo e delle condizioni meteo, come per tutte le vetture elettriche.

Su strada risulta divertente, soprattutto nei percorsi misti e nelle curve, dove risulta agile, scattante e sempre pronta nella risposta, grazie alla trazione integrale e ai 313 cv che spingono tanto e le permettono accelerazioni brucianti.

Se non si volesse optare per la versione elettrica, della nostra prova, si può scegliere tra diverse motorizzazioni ibride con motore termico a benzina o diesel, che vanno dai 163 ai 300 cv della JCW.

I prezzi di listino partono invece da 35.000 euro per la versione 1.5 a benzina sino ai 55.000 circa della versione elettrica All 4 con due motori elettrici da 313cv.