LOOK OF THE DAY: BREAKFAST AT TIFFANY’S

Ci sono film che sono entrati di diritto nell’immaginario collettivo, contribuendo a sdoganare fashion trend divenuti evergreen. Colazione da Tiffany, celebre pellicola del 1961 diretta da Blake Edwards e tratta dall’omonimo romanzo di Truman Capote, è forse il film più amato da tutte le donne: lo stile senza tempo della protagonista, Holly Golightly, mirabilmente interpretata dall’indimenticabile Audrey Hepburn, ha incantato intere generazioni.

La splendida attrice, che solo pochi giorni fa avrebbe compiuto 87 anni (qui un pezzo a lei dedicato) è stata una delle icone di stile più amate nella storia: impossibile dimenticare i fantastici outfit indossati nel film, frutto del sodalizio artistico tra Audrey Hepburn e Hubert de Givenchy, celebre stilista che veste la diva nella pellicola in questione.

Copiare lo stile iconico della protagonista di Breakfast at Tiffany’s non è così difficile: must have irrinunciabile è il tubino nero. Capo principe del guardaroba femminile, il “little black dress” (o LBD) si può indossare in tutte le occasioni, dal giorno alla sera. Audrey Hepburn nel film lo abbina a lunghi guanti neri in raso, occhiali da diva, perle all over e, dulcis in fundo, coroncina in testa. Perfetto per un look sofisticato, il LBD è un capo passepartout, che si abbina facilmente ad un trench doppiopetto dalle linee classiche e a scarpe flat o con tacco basso. Suggestioni vintage dominano l’outfit, perfetto per ogni occasione. Charme, fascino e mistero caratterizzano lo stile ispirato ad Holly Golightly: tripudio di femminilità e grazia nella scelta degli accessori, dai gioielli alle scarpe. Un look perfetto sia per il giorno che per la sera, versatile e dinamico, a seconda degli accessori da abbinare.

Audrey Hepburn in Givenchy nel film "Colazione da Tiffany" (1961)
Audrey Hepburn in Givenchy nel film “Colazione da Tiffany” (1961)




(Cover Trendfortrend.com)


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Babe Paley: luci e ombre di un’icona di stile

Il suo volto è impresso nella memoria di intere generazioni. Il suo stile ha rappresentato per tutto il Novecento la somma eleganza. Una vita vissuta tra copertine patinate e abiti extralusso: ma di Babe Paley, a distanza di un secolo dalla sua nascita e di quasi quarant’anni dalla sua scomparsa, non resta solo questo. La parabola di una donna che ha modellato tutta la sua esistenza all’insegna dell’eleganza e della bellezza, scontando sulla propria pelle le conseguenze delle proprie scelte.

Barbara Cushing detta Babe nasce a Boston, in Massachusetts, il 5 luglio 1915. Figlia di un rinomato neurologo, cresce in un ambiente raffinato. Babe fa il suo debutto in società nel 1934, durante la grande depressione. Inizia così per la giovane, dotata di grande fascino, una clamorosa scalata sociale. Le sue due sorelle sposano uomini molto facoltosi, tra cui il figlio del presidente Roosevelt, ma per Babe, socialite ante litteram dalla bellezza altera, si prospetta una vita ancora più brillante.

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Babe Paley ritratta da Richard Avedon
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Babe Paley in abito Paquin e gioielli Van Cleef & Arpels, foto di John Rawlings, Vogue 15 novembre 1946

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Foto di Erwin Blumenfeld, 1947


Nel 1938 Babe inizia a lavorare come fashion editor per la Bibbia della moda: Vogue America. Qui conosce l’ereditiere Stanley Grifton Mortimer Jr., con cui convola a nozze nel 1940. Ma è il 1941 l’anno in cui Babe Paley entra nel mito: viene assunta dal Times nell’olimpo dell’eleganza, seconda solo a Wallis Simpson. Nel 1945 e nel 1946 viene invece collocata al primo posto della classifica delle Best Dressed Women, divenendo a tutti gli effetti un modello di eleganza.

Grazie al suo lavoro per Vogue, Babe è corteggiatissima dai designer dei brand più lussuosi, che spesso le prestano le loro ultime creazioni, data la visibilità di cui gode la fashion editor. Impeccabile in ogni occasione, Babe predilige Chanel, Balenciaga, Givenchy, Valentino, Charles James e i gioielli di Fulco di Verdura e Jean Schlumberger.

Viso lungo e sottile, collo da cigno e classe senza precedenti fanno di lei una vera icona. Un’immagine che incanta, nessun dettaglio lasciato al caso, ogni outfit è un successo per Babe. “Aveva un solo difetto: era perfetta”-dirà di lei Truman Capote, che la incluse tra i cosiddetti “cigni” dell’alta società, insieme a Gloria Guinness, Marella Agnelli e C. Z. Guest. Forse la prima fashion icon nel vero senso del termine, Babe ha un gusto innato nel vestire ed è in grado di mixare i capi in modo fantastico. Tutto ciò che indossa diviene immediatamente oggetto di culto. Capace di abbinare pezzi di haute couture ad accessori economici, Babe diviene una trendsetter ammirata a livello internazionale. Sarà anche la prima donna famosa a dichiarare guerra alle tinture, perfetta anche nel suo tentativo di sdoganare i capelli bianchi come nuovo fashion trend.

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Babe Paley in un abito da sera Charles James fotografata da Serge Balkin, Vogue 15 ottobre 1948
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Foto di John Rawlings, febbraio 1946
Babe Paley in un abito Traina-Norell fotografata da Horst P. Horst per Vogue America febbraio 1946

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Barbara “Babe” Cushing Mortimer Paley nacque a Boston il 5 luglio 1915


I lustrini della vita pubblica di Babe lasciano però il posto a numerose delusioni nella sfera privata. Dopo aver dato alla luce due figli, Amanda Jay Mortimer e Stanley Grafton Mortimer III, Babe decide di separarsi dal marito. Tante sono le indiscrezioni che svelano un rapporto praticamente inesistente tra i due, e tante sono le voci che dipingono Babe come un’avida arrampicatrice sociale, totalmente dipendente dal marito dal punto di vista economico e troppo a suo agio in un certo stile di vita per non proseguire la sua ricerca di un secondo buon partito che potesse garantirle quegli stessi standard.

La ricerca durò poco: nel 1946, appena dopo la separazione da Mortimer, Babe incontra William S. Paley, fondatore della CBS. Segni particolari: milionario. La donna, esponente di spicco dell’alta società newyorchese grazie anche al suo prestigioso lavoro nel fashion biz, può offrire a Paley l’opportunità concreta di far parte di quella élite da cui finora l’uomo si è sempre sentito escluso. Lui dall’altra parte può offrire a Babe una sicurezza materiale vissuta dalla donna come un’esigenza fondamentale. La coppia convola a nozze nel 1947 e ha due figli, Kate e Bill Jr.

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Babe Paley fu una socialite ed icona di stile tra le più imitate
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Babe Paley al St. Regis in abito Givenchy, 1963
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Ammirata per il suo stile, Babe Paley fu a lungo inclusa nella International Best Dressed List
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Babe Paley in Givenchy, 1963
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Modella per Horst P. Horst, 1939

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Sul set di Erwin Blumenfeld per Vogue America, 15 settembre 1946


Babe e il nuovo marito Bill Paley formano una coppia semplicemente perfetta: mondani, eleganti e pieni di charme, i due non si perdono un evento e si fanno fotografare nelle occasioni ufficiali più disparate, raccogliendo favori per il loro stile. Inoltre acquistano un sontuoso appartamento all’Hotel St. Regis e affidano il compito di arredarlo secondo il loro gusto al famoso interior designer Billy Baldwin. Contemporaneamente la coppia acquista una tenuta principesca a Long Island: Kiluna Farm si estende per una superficie immensa e comprende un giardino curato dai più famosi architetti paesaggisti. Una sorta di Eden di lusso, il ritiro più lontano –Kiluna Nord, nel New Hampshire– divenne meta del jet-set internazionale, ospitato dalla coppia, nonché location per film di fama mondiale come “Sul lago dorato”, del 1981.

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Babe Paley nel 1963
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New York City, 1955
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Babe Paley ritratta da Richard Avedon, 1960
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Babe Paley ritratta da Clifford Coffin per Vogue UK, dicembre 1946
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Babe Paley all’Hotel St. Regis, foto di Lord Snowden, 1958

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Babe Paley col marito William Paley nel loro cottage in Giamaica, foto di Slim Aarons, 1959


Tuttavia anche il secondo matrimonio si rivela infelice e le numerose relazioni extraconiugali di Paley gettano Babe nell’occhio del ciclone mediatico: lei, che della perfezione aveva fatto uno stile di vita, si vede ora pubblicamente tradita ed umiliata. Costretta a mantenere il suo status di icona della moda, Babe si ritrova a vivere una vita che non è quella che desiderava. Lontana da quel paradiso di cartone mirabilmente documentato dalle foto di Slim Aarons, che la immortala spesso a bordo piscina intenta a sorseggiare drink, confinata nella torre d’avorio che lei stessa si è costruita, Babe accumula forti tensioni che la spingono a fumare due pacchetti di sigarette al giorno. Presto arriva la diagnosi più terribile: nel 1974 le viene diagnosticato un cancro ai polmoni.

Il suo bisogno di controllare tutto -ennesimo tentativo di conferire ordine e bellezza alla realtà circostante- non la abbandona nemmeno negli ultimi giorni, quando Babe pianifica con sconcertante lucidità ogni particolare del proprio funerale, arrivando a scegliere persino i piatti che sarebbero stati usati per il servizio funebre. Inoltre la fashion editor elabora un codice quasi segreto per stabilire a chi dovesse toccare la sua eredità: numerosissimi i gioielli e gli oggetti personali che amici e parenti dovettero distribuire dopo la sua morte.

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Foto di John Rawlings, 1947
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Babe Paley ritratta da Clifford Coffin per Vogue UK, 1946
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Barbara “Babe” Paley, foto di Horst P. Horst, 1964
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Babe Paley fu la prima donna del fashion biz a rinunciare alle tinture, sdoganando i capelli grigi come fashion trend
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La Paley morì il 6 luglio 1978 per un cancro ai polmoni.

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Babe e Bill Paley in uno scatto del 1965


Babe Paley si spegne il 6 luglio del 1978, il giorno dopo il suo sessantatreesimo compleanno. Ancora oggi la sua figura leggiadra continua ad ispirare generazioni di designer e registi. Ricordata anche nel celebre film “Colazione da Tiffany” come la musa di Truman Capote, la moda rende ancora omaggio a questa donna tanto perfetta quanto infelice.



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