Slim Keith: il fascino dell’imperfezione

La giacca maschile cade a pennello sui fianchi stretti; i capelli schiariti dal sole delle spiagge californiane sono raccolti con nonchalance in una coda da cui sbucano ciocche ribelli; la sigaretta tra le dita affusolate lascia il posto ad un sorriso che si allarga gioviale su un volto dai lineamenti marcati e dalla rara bellezza. Slim Keith è stata una socialite ed una tra le più sublimi icone di stile a cavallo tra gli anni Quaranta e Sessanta. Perfetta incarnazione della California girl, la sua leggendaria eleganza impresse un segno indelebile nella moda degli anni Quaranta e la rese iniziatrice del tomboy style.

Nancy “Slim” Keith nasce a Salinas, in California, il 15 luglio 1917. All’anagrafe Mary Raye Gross, la madre le cambia il nome in Nancy. Bionda e abbronzata, la figura snella forgiata dallo sport, le spalle larghe e il fisico atletico: Nancy cresce in salute e bellezza assaporando il sole della California. Ma la giovane è sempre più insofferente rispetto ai ristretti orizzonti culturali che respira nell’ambiente domestico. Il padre è un uomo d’affari di origine tedesca, bigotto e privo di amore, la madre un angelo del focolare senza alcuna ambizione personale. Quando i suoi genitori divorziano, la piccola Nancy sceglie di andare a vivere con la madre.

Iscritta ad una scuola cattolica, lascia gli studi un semestre prima del diploma. Affamata di vita e sicura di sé, la giovane fugge in moto nel deserto. L’istinto le dice di fermarsi in un resort situato nella Valle della Morte: è qui che inizia la sua scalata sociale, grazie all’incontro con William Powell. Vedendola emergere dalle acque di una piscina col suo fisico scultoreo, l’attore le dà il soprannome che la accompagnerà per tutta la vita, Slim, ovvero “snella”.

Slim Keith ritratta da Horst P. Horst per Vogue, Febbraio 1949
Slim Keith ritratta da Horst P. Horst per Vogue, Febbraio 1949
Untitled-1
Slim Keith a casa con un outfit disegnato da lei stessa. Foto di John Engsteadt per Harper’s Bazaar, 1945

SLIM-KEITH12
Alta e tonica, Slim Keith incarnò la tipica bellezza californiana


Grazie all’amicizia con Powell la ragazza incontra William Randolph Hearst e la sua compagna Marion Davies, per merito dei quali riesce ad affermarsi in pochissimo tempo come una delle socialite più famose di Hollywood: non vi è party a cui non presenzi, bella come una diva patinata la vediamo sorridere al fianco di divi del calibro di Gary Cooper e Cary Grant. La socialite diviene regina incontrastata del jet set internazionale, adorata tra gli altri da Clark Gable ed Ernest Hemingway. Ma l’ambizione di Slim non è soltanto quella di realizzarsi a livello lavorativo. Femme fatale spregiudicata e passionale, la futura icona di stile ha un debole per gli uomini.

Nel 1938 avviene l’incontro con quello che sarà il suo primo marito, il famoso regista Howard Hawks. Per lui è il classico colpo di fulmine: Hawks si invaghisce immediatamente di lei e fa di tutto per convincerla a sposarlo, sebbene egli sia già sposato da molti anni. Nella sua autobiografia, intitolata “Slim: Memorie di una vita ricca ed imperfetta“, la socialite racconta che nonappena la vide, Howard Hawks le disse “Sei la cosa più che straordinaria che abbia mai visto. Mi sposerai“. Quello che più piaceva in lei era il fatto che, sebbene fosse una gran bellezza, non nutriva alcun interesse per la carriera cinematografica. Ironica e divertente, le sue osservazioni erano acute e taglienti. Coraggiosa come nessuna, nelle sue memorie ammette candidamente che i suoi tre mariti furono un mezzo per avviare la sua portentosa scalata sociale: Slim Keith descrive Hawks dicendo che “Non era solo bello, affascinante e di successo, era esattamente il pacchetto che volevo. La carriera, la casa, le quattro auto, lo yacht —questa era la vita per me.” Nel 1941 i due convolano a nozze.

slimkeithsupe
Slim Keith, all’anagrafe Mary Raye Gross, nasce a Salinas, in California, il 15 luglio 1917
Slim Keith ritratta da Man Ray
Slim Keith ritratta da Man Ray
slimkeithwow
Lo stile di Slim Keith, minimale e sobrio
slimkeithbn
La socialite fu protagonista del jet set internazionale ed icona di stile

slimkeithbeau
Slim Keith fu presenza fissa della International Best Dressed List


Slim Keith fu anche talent scout ante litteram: fresca di matrimonio col regista hollywoodiano, sfogliando un numero della celebre rivista Harper’s Bazaar si imbatté nel volto di una giovane modella, ritratta da Louise Dahl-Wolfe: trattasi di Lauren Bacall, ultima scoperta della celebre fashion editor Diana Vreeland. Il fiuto di Slim le fa comprendere immediatamente il potenziale espressivo di quel viso; ne parla subito al marito e in pochissimo tempo la bella Lauren viene convocata per un provino e ottiene così il suo primo ruolo come attrice, nel film “Acque del Sud“, diretto da Hawks. Nella pellicola la Bacall flirta con Bogart —con cui nascerà una lunga storia d’amore— indossando i tailleur maschili di Slim, che le suggerisce anche molte delle battute, forgiando un personaggio a propria immagine e somiglianza. Ne viene fuori un capolavoro: lo charme di quella donna così a proprio agio nell’indossare abiti da uomo e nel fumare una sigaretta dopo l’altra diverrà emblema della bellezza anni Quaranta.

Malgrado la sua acuta intelligenza, la socialite dichiarerà di non essere stata altro che una specie di soprammobile per Hawks, una presenza prettamente decorativa. Il matrimonio non si rivelò affatto facile, anche a causa delle numerose infedeltà di lui. Poco dopo la nascita della loro figlia Kitty Hawks (oggi apprezzata interior designer), Slim si rifugia a L’Avana, dove chiede ospitalità all’amico di sempre, lo scrittore Ernest Hemingway. Ma la solitudine dura poco: qui incontra Leland Hayward, che sarà il suo secondo marito. Ricordato dalla socialite come l’unico grande amore della sua vita, Hayward e Slim si innamorano all’istante ma per convolare a nozze devono attendere il divorzio che li renderà liberi dalle rispettive unioni precedenti. La relazione tra i due dura ben dodici anni. E se per la socialite trovare un marito, possibilmente milionario e piacente, sembra essere facile come bere un bicchiere d’acqua, stavolta deve fare i conti con una pericolosa rivale: Pamela Churchill, socialite che le porta via in un battibaleno il cuore di Hayward. È un duro colpo per Slim: quell’uomo lei lo ha amato davvero. Ma tocca rialzarsi e asciugarsi le lacrime.

slimkeitttth
Nel 1990 la socialite ha ultimato la sua autobiografia dal titolo “Slim: Memorie di una vita ricca e imperfetta”
Slim Keith in un abito in rayon di Adrian
Slim Keith in un abito in rayon di Adrian
slimkeith
Lo stile di Slim Keith era innovativo per l’epoca: giacche maschili, capi sartoriali e linee pulite
slimkeithwowwww
La socialite in un abito Charles James

Slim Keith, foto di Tony Frissell per Harper's Bazaar, 1947
Slim Keith, foto di Toni Frissell per Harper’s Bazaar, 1947


Passa poco tempo e si profila all’orizzonte una nuova conoscenza: trattasi stavolta del banchiere britannico Sir Kenneth Keith. Con lui la socialite convola a nozze ottenendo anche il titolo di Lady Keith. Un’unione di puro interesse, ritenuta da entrambi vantaggiosa: agli occhi di Kenneth —ricco ma sprovvisto del savoir faire dei due precedenti mariti di Slim— appare molto conveniente sposare una donna bella, economicamente indipendente e dalle conoscenze altolocate. Lady Slim Kenneth dal canto suo si accontenta di dividersi tra l’appartamento londinese e l’enorme tenuta in campagna risalente al diciottesimo secolo, chiamata The Wicken: qui Slim non smette di risplendere tra un party e un altro. Ma le feste leggendarie e il lusso sembrano non essere sufficienti a tenere in piedi quest’unione in cui manca l’elemento fondamentale, l’amore. Dopo dieci anni anche questo matrimonio naufraga inesorabilmente.

Slim si rifugia nella sua sfera di amicizie, tra cui spiccano Babe Paley, socialite anche lei ed indimenticabile icona di stile nonché cigno prediletto da Truman Capote, Diana Vreeland e lo stesso Capote, che la chiama affettuosamente Big Mama. Ma l’amicizia che lega i due viene bruscamente interrotta a seguito di alcune indiscrezioni sul romanzo scritto da Capote “Preghiere esaudite“: nel volume, rimasto poi incompiuto, lo scrittore avrebbe tratto ispirazione da Slim per il personaggio di Lady Coolbirth.

La socialite è furiosa e bandisce per sempre dalle sue conoscenze Capote, sebbene alcune fonti sostengono che fu in realtà Pamela Harriman ad ispirare a Capote la figura di Lady Coolbirth. Inoltre nel romanzo compare anche Babe Paley, amica di lunga data di Slim. È quando quest’ultima muore di cancro che l’universo patinato su cui si fonda l’intera esistenza di Slim inizia a vacillare in modo spaventoso. Lei continua a viaggiare e a trarre diletto dalle sue attività come socialite, che hanno sede principalmente a New York, da lei definita “una città troppo piccola per poter evitare qualcuno“. Anziana e leggermente appesantita, l’icona di stile non perde un evento, presentandosi sempre armata del consueto sorriso.

Uno scatto del 1947
Uno scatto del 1947
Sigaretta in bocca, anni Quaranta
Sigaretta in bocca, Slim Keith incarnò l’emblema dello charme anni Quaranta
Slim Hayward Keith in Spain. Photo taken by Leland Hayward
Slim Keith in Spagna, in una foto scattata dal suo secondo marito, Leland Hayward
slim keith Posing with daughter Kitty Hawks, now a famous decorator.jpg
Slim Keith con la figlia Kitty, ora apprezzata interior designer
1948
La socialite in uno scatto del 1948

Slim Keith e James Stewart al Waldorf Asroeia, 1948. Foto di Bettmann/CORBIS
Slim Keith e James Stewart al Waldorf Astoria, 1948


Data la sua voce argentina e squillante considera per un istante anche la possibilità di darsi al bel canto, iniziando una carriera come cantante lirica. Ma in breve abbandona questo proposito. Grande fumatrice, Slim Keith muore di cancro ai polmoni il 6 aprile del 1990.

Il suo stile leggendario la rese icona indimenticabile, tanto che sono ancora in molti a ricordarla, a partire dal film di Douglas McGratInfamous – Una pessima reputazione” (2006), in cui Slim Keith è interpretata da Hope Davis. La socialite ci ha lasciato la sua autobiografia, scritta nel 1990 e avente titolo emblematico: “Slim: Memorie di una vita ricca e imperfetta“. Nel libro l’icona di stile ripercorre con la consueta ironia alcuni aneddoti della sua vita, come la cartolina ricevuta da Clark Gable dall’Europa, nel 1947, dove il divo le scriveva solo “Sei meravigliosa“. Allorché il secondo marito Leland Hayward le chiese cosa mai avesse fatto così per essere così meravigliosa, lei rispose: “Riuscivo ad essere meravigliosa in modo meraviglioso“.

slimkeith With second husband, Leland Hayward..jpg
Slim Keith col secondo marito, Leland Hayward
Slim Keith con Diana e Reed Vreeland al party organizzato da Kitty Miller per la vigilia di Capodanno, 1952
Slim Keith con Diana e Reed Vreeland al party organizzato da Kitty Miller per la vigilia di Capodanno, 1952
slim keith Receiving the Neiman Marcus Fashion Award 1946
Slim Keith mentre riceve il prestigioso Neiman Marcus Fashion Award, 1946
Lady Keith a Lyford Cay, aprile 1974. (Foto di Slim Aarons, Hulton Archive, Getty Images)
Lady Keith a Lyford Cay, Bahamas, aprile 1974 (Foto di Slim Aarons, Hulton Archive, Getty Images)
image
La socialite ritratta da Horst P. Horst in uno dei suoi appartamenti

slimkeithhappy
Slim Keith morì il 6 aprile 1990


Presenza fissa della International Best Dressed List creata nel 1940 da Eleanor Lambert, nel 1946 Slim Keith fu insignita del prestigioso Neiman Marcus Fashion Award. Immortalata da fotografi del calibro di Man Ray, Horst P. Horst e Toni Frissell, ad appena 22 anni la bella Slim posa già come una diva consumata per Harper’s Bazaar, di cui ottiene anche la cover. Irriverente e moderna, il suo stile segna l’avvento di un nuovo concetto di eleganza che si discosta moltissimo dal passato: Slim Keith è assai lontana dall’ideale di perfezione tanto in voga in quegli anni. La sua personalità scoppiettante non ambisce di certo ad uniformarsi alla fredda perfezione dei celeberrimi cigni di Truman Capote. Altera e sofisticata, non è tuttavia glaciale come le bionde eroine dei film di Hitchcock. La sua vita è stata la parabola di una donna forse imperfetta ma certamente autentica e forse proprio in virtù di questo di un’eleganza genuina.

Nel suo guardaroba spiccano capi che potremmo definire sportswear ante litteram. La socialite era solita indossare abiti comodi e sporty-chic, come giacche da fantino e pantaloni, gonne in lana, dolcevita a collo alto e occhiali da sole che le conferivano un appeal da diva. Estimatrice del minimalismo chic, prediligeva linee essenziali e pulite anche per la sera. Ma la sua incontenibile personalità è il cardine della sua eleganza evergreen.


Potrebbe interessarti anche:
Buon compleanno, Jane Fonda

Slim Aarons: il fotografo dei divi

Corpi abbronzati, piscine che riflettono i raggi del sole, yacht e ville nobiliari. A volte si può fare la differenza non tanto per lo stile quanto per i soggetti che si sceglie di fotografare. Slim Aarons è il genio fotografico che ha legato indissolubilmente il proprio nome ai divi del jet set internazionale.

Da Marilyn Monroe a Salvador Dalí, da icone fashion del calibro di Gloria Guinness e Babe Paley fino ad esponenti dell’intellighenzia: farsi immortalare dall’obiettivo di Slim Aarons era già uno status symbol.

All’anagrafe George Allen Aarons, il fotografo nacque a Manhattan il 29 ottobre 1916. Universalmente riconosciuto per le sue foto patinate tra yacht e località extra lusso, dalla Sardegna alla Costa Smeralda, da Saint Tropez a Porto Ercole, fino a Cortina d’Ampezzo, nessuno come lui ha immortalato la bella vita a cavallo tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta.

image
L’attrice austriaca Mara Lane a bordo piscina in un costume Jantzen, Hotel Sands, Las Vegas, 1954
image
Laguna Beach, San Diego, California, 1957
image
Lago Tahoe, Nevada, 1959
image
Penthouse Pool, 1961

image
Ospiti a Villa Nirvana, di proprietà di Oscar Obregon, Las Brisas, Acapulco, 1972


Ma L’ironia della sorte vuole che il fotografo più patinato abbia iniziato la sua carriera immortalando situazioni assai diverse da quelle del bel mondo: arruolatosi a 18 anni, divenne fotografo di guerra durante il secondo conflitto mondiale, ottenendo anche diverse medaglie all’onore.

La lezione che Aarons impara dai combattimenti è che l’unica spiaggia degna di essere ritratta vuole ragazze seminude e abbronzate. Amante della bella vita, i bombardamenti e le sofferenze della guerra lasciarono in lui cicatrici profonde. Forse per esorcizzare tutto questo, trasse la sua ispirazione da situazioni mondane e dalla tranquillità della vita patinata.

image
Carla Vuccino e Marina Rava, Capri, 1958
image
Bettina Graziani in Costa Smeralda,1964
image
Kevin McClory e sua moglie Bobo Segrist a Nassau, 1967
Teddy Stauffer con Dorothy Webb e Mrs. Ray Rogers, Acapulco, Messico, gennaio 1961
Teddy Stauffer con Dorothy Webb e Mrs. Ray Rogers, Acapulco, Messico, gennaio 1961
image
Sciatori a Verbier, 1964
image
Catherine Wilke, Capri, 1980
image
Gloria Guinness in pigiama palazzo Halston nella sua casa di Acapulco, febbraio 1975

image
La principessa Carolina di Monaco col suo cagnolino Tiffany, Montecarlo, 1977


Dopo la guerra Aarons si trasferisce in California ed è lì che inizia a fotografare le celebrità. La sua foto più celebre si intitola “Kings of Hollywood” ed è un ritratto di Clark Gable, Van Heflin, Gary Cooper e James Stewart durante la vigilia dell’anno nuovo del 1957, intenti a rilassarsi in un bar vestiti di tutto punto. Le fotografie di Aarons apparvero su LIFE, Town & Country e Holiday, solo per citare alcuni tra i più importanti magazine dell’epoca.

Nei suoi scatti non utilizzò mai ne stylist nè truccatori. Costruì la sua carriera sulla massima “Fotografare persone attraenti intente a fare cose attraenti in luoghi attraenti”. In fondo anche quella è cronaca: le sue foto testimoniano la vita dell’high society a cavallo tra due generazioni e forse anche più. Vero e proprio testimone oculare di una rivoluzione che ha investito la moda, gli stereotipi e la cultura: dalle foto anni Cinquanta, che immortalano pin up a bordo piscina, agli scatti più hot degli anni Settanta, con ragazze in topless a bordo di yacht extralusso o una Marisa Berenson strizzata in bikini estremamente audaci.

Marisa Berenson, 1968
Marisa Berenson, 1968
image
Ragazze immortalate sullo yacht di Dino Pecci Blunt, 1967
image
Sardegna, 1967
image
C.Z. Guest col figlio, Palm Beach, 1955
Laura Hawk al Tempio di Poseidone, Paestum, agosto 1984
Laura Hawk al Tempio di Poseidone, Paestum, agosto 1984
Carlton Hotel, Cannes, France,1958
Carlton Hotel, Cannes, France,1958
Lake Tahoe, Nevada 1959
Lago Tahoe, Nevada 1959

In piscina, Las Brisas Hotel, Acapulco, Mexico, 1972
In piscina, Las Brisas Hotel, Acapulco, Messico, 1972


Si dice che l’appartamento in cui vive il protagonista de “La finestra sul cortile” di Alfred Hitchcock, interpretato da James Stewart, fu modellato proprio sull’appartamento di Aarons: viene da chiedersi quanto ci sia della personalità di Aarons nell’ex fotografo di guerra allergico alle crinoline degli abiti indossati da Grace Kelly. Quasi un paradosso, per chi ha costruito la sua carriera sul lusso.

Sfarzo, magnificenza, ostentazione: è questo che trapela dalle sue foto, per un’eleganza assolutamente sfrontata. Esagerazione, perché no, c’è anche questo negli scatti che immortalano milionari intenti a guidare spider che in realtà sono motoscafi, o ancora divi del jet set che festeggiano a bordo piscina party esclusivi, tra un bicchiere di champagne e l’ultimo gossip. Ma è un piacere per gli occhi, soffermarsi su quegli scatti dal sapore antico eppure quantomai attuale.

Princess Colonna and her third son, Prospero 1960 Slim Aarons Dolce Vita
La Principessa Colonna col suo terzogenito Prospero, 1960
Donna Anna Monroy di Giampilieri immortalata nella cornice di Villa Spedalotto, Palermo, 1984
image
Slim Aarons immortalò divi ed esponenti dell’aristocrazia
image
Roberta Droulers con le sue due figlie, Nathalie e Virginie a Villa D’Este, Como, 1984

image
Cap Eden Rock Antibes, Francia, 1969


Slim Aarons è scomparso nel 2006 a Montrose, New York. Il suo patrimonio fotografico è immenso: una sua fotografia oggi vale moltissimo. Ma incommensurabile è il valore a livello storico: nessuno mai è riuscito ad immortalare certo lifestyle in modo così mirabile. Ma nelle sue foto non c’è solo il mare o le ville extra lusso: protagoniste dei suoi celebri scatti sono state anche le dimore storiche che hanno visto immortalati nomi dell’aristocrazia italiana ed europea, in una serie esclusiva denominata “Dolce Vita”. Fotografie che sono vere e proprie opere d’arte. Per veri intenditori.

image
Lo stilista greco Dimitris Kritsas con quattro modelle nel tempio di Poseidone, Capo Sounion, luglio 1967
image
Hotel Carlton, Cannes, 1958
image
Norina Pisciotto nella villa dello zio Franco Zeffirelli, Positano, 1984
image
L’attrice Tania Mallet alle Bahamas

Vacanzieri ad Algarve, Portogallo, 1973
Vacanzieri ad Algarve, Portogallo, 1973



Potrebbe interessarti anche:
Balmain per H&M

Babe Paley: luci e ombre di un’icona di stile

Il suo volto è impresso nella memoria di intere generazioni. Il suo stile ha rappresentato per tutto il Novecento la somma eleganza. Una vita vissuta tra copertine patinate e abiti extralusso: ma di Babe Paley, a distanza di un secolo dalla sua nascita e di quasi quarant’anni dalla sua scomparsa, non resta solo questo. La parabola di una donna che ha modellato tutta la sua esistenza all’insegna dell’eleganza e della bellezza, scontando sulla propria pelle le conseguenze delle proprie scelte.

Barbara Cushing detta Babe nasce a Boston, in Massachusetts, il 5 luglio 1915. Figlia di un rinomato neurologo, cresce in un ambiente raffinato. Babe fa il suo debutto in società nel 1934, durante la grande depressione. Inizia così per la giovane, dotata di grande fascino, una clamorosa scalata sociale. Le sue due sorelle sposano uomini molto facoltosi, tra cui il figlio del presidente Roosevelt, ma per Babe, socialite ante litteram dalla bellezza altera, si prospetta una vita ancora più brillante.

image
Babe Paley ritratta da Richard Avedon
image
Babe Paley in abito Paquin e gioielli Van Cleef & Arpels, foto di John Rawlings, Vogue 15 novembre 1946

image
Foto di Erwin Blumenfeld, 1947


Nel 1938 Babe inizia a lavorare come fashion editor per la Bibbia della moda: Vogue America. Qui conosce l’ereditiere Stanley Grifton Mortimer Jr., con cui convola a nozze nel 1940. Ma è il 1941 l’anno in cui Babe Paley entra nel mito: viene assunta dal Times nell’olimpo dell’eleganza, seconda solo a Wallis Simpson. Nel 1945 e nel 1946 viene invece collocata al primo posto della classifica delle Best Dressed Women, divenendo a tutti gli effetti un modello di eleganza.

Grazie al suo lavoro per Vogue, Babe è corteggiatissima dai designer dei brand più lussuosi, che spesso le prestano le loro ultime creazioni, data la visibilità di cui gode la fashion editor. Impeccabile in ogni occasione, Babe predilige Chanel, Balenciaga, Givenchy, Valentino, Charles James e i gioielli di Fulco di Verdura e Jean Schlumberger.

Viso lungo e sottile, collo da cigno e classe senza precedenti fanno di lei una vera icona. Un’immagine che incanta, nessun dettaglio lasciato al caso, ogni outfit è un successo per Babe. “Aveva un solo difetto: era perfetta”-dirà di lei Truman Capote, che la incluse tra i cosiddetti “cigni” dell’alta società, insieme a Gloria Guinness, Marella Agnelli e C. Z. Guest. Forse la prima fashion icon nel vero senso del termine, Babe ha un gusto innato nel vestire ed è in grado di mixare i capi in modo fantastico. Tutto ciò che indossa diviene immediatamente oggetto di culto. Capace di abbinare pezzi di haute couture ad accessori economici, Babe diviene una trendsetter ammirata a livello internazionale. Sarà anche la prima donna famosa a dichiarare guerra alle tinture, perfetta anche nel suo tentativo di sdoganare i capelli bianchi come nuovo fashion trend.

image
Babe Paley in un abito da sera Charles James fotografata da Serge Balkin, Vogue 15 ottobre 1948
image
Foto di John Rawlings, febbraio 1946
Babe Paley in un abito Traina-Norell fotografata da Horst P. Horst per Vogue America febbraio 1946

image
Barbara “Babe” Cushing Mortimer Paley nacque a Boston il 5 luglio 1915


I lustrini della vita pubblica di Babe lasciano però il posto a numerose delusioni nella sfera privata. Dopo aver dato alla luce due figli, Amanda Jay Mortimer e Stanley Grafton Mortimer III, Babe decide di separarsi dal marito. Tante sono le indiscrezioni che svelano un rapporto praticamente inesistente tra i due, e tante sono le voci che dipingono Babe come un’avida arrampicatrice sociale, totalmente dipendente dal marito dal punto di vista economico e troppo a suo agio in un certo stile di vita per non proseguire la sua ricerca di un secondo buon partito che potesse garantirle quegli stessi standard.

La ricerca durò poco: nel 1946, appena dopo la separazione da Mortimer, Babe incontra William S. Paley, fondatore della CBS. Segni particolari: milionario. La donna, esponente di spicco dell’alta società newyorchese grazie anche al suo prestigioso lavoro nel fashion biz, può offrire a Paley l’opportunità concreta di far parte di quella élite da cui finora l’uomo si è sempre sentito escluso. Lui dall’altra parte può offrire a Babe una sicurezza materiale vissuta dalla donna come un’esigenza fondamentale. La coppia convola a nozze nel 1947 e ha due figli, Kate e Bill Jr.

image
Babe Paley fu una socialite ed icona di stile tra le più imitate
image
Babe Paley al St. Regis in abito Givenchy, 1963
image
Ammirata per il suo stile, Babe Paley fu a lungo inclusa nella International Best Dressed List
image
Babe Paley in Givenchy, 1963
image
Modella per Horst P. Horst, 1939

image
Sul set di Erwin Blumenfeld per Vogue America, 15 settembre 1946


Babe e il nuovo marito Bill Paley formano una coppia semplicemente perfetta: mondani, eleganti e pieni di charme, i due non si perdono un evento e si fanno fotografare nelle occasioni ufficiali più disparate, raccogliendo favori per il loro stile. Inoltre acquistano un sontuoso appartamento all’Hotel St. Regis e affidano il compito di arredarlo secondo il loro gusto al famoso interior designer Billy Baldwin. Contemporaneamente la coppia acquista una tenuta principesca a Long Island: Kiluna Farm si estende per una superficie immensa e comprende un giardino curato dai più famosi architetti paesaggisti. Una sorta di Eden di lusso, il ritiro più lontano –Kiluna Nord, nel New Hampshire– divenne meta del jet-set internazionale, ospitato dalla coppia, nonché location per film di fama mondiale come “Sul lago dorato”, del 1981.

image
Babe Paley nel 1963
image
New York City, 1955
image
Babe Paley ritratta da Richard Avedon, 1960
image
Babe Paley ritratta da Clifford Coffin per Vogue UK, dicembre 1946
image
Babe Paley all’Hotel St. Regis, foto di Lord Snowden, 1958

image
Babe Paley col marito William Paley nel loro cottage in Giamaica, foto di Slim Aarons, 1959


Tuttavia anche il secondo matrimonio si rivela infelice e le numerose relazioni extraconiugali di Paley gettano Babe nell’occhio del ciclone mediatico: lei, che della perfezione aveva fatto uno stile di vita, si vede ora pubblicamente tradita ed umiliata. Costretta a mantenere il suo status di icona della moda, Babe si ritrova a vivere una vita che non è quella che desiderava. Lontana da quel paradiso di cartone mirabilmente documentato dalle foto di Slim Aarons, che la immortala spesso a bordo piscina intenta a sorseggiare drink, confinata nella torre d’avorio che lei stessa si è costruita, Babe accumula forti tensioni che la spingono a fumare due pacchetti di sigarette al giorno. Presto arriva la diagnosi più terribile: nel 1974 le viene diagnosticato un cancro ai polmoni.

Il suo bisogno di controllare tutto -ennesimo tentativo di conferire ordine e bellezza alla realtà circostante- non la abbandona nemmeno negli ultimi giorni, quando Babe pianifica con sconcertante lucidità ogni particolare del proprio funerale, arrivando a scegliere persino i piatti che sarebbero stati usati per il servizio funebre. Inoltre la fashion editor elabora un codice quasi segreto per stabilire a chi dovesse toccare la sua eredità: numerosissimi i gioielli e gli oggetti personali che amici e parenti dovettero distribuire dopo la sua morte.

image
Foto di John Rawlings, 1947
image
Babe Paley ritratta da Clifford Coffin per Vogue UK, 1946
image
Barbara “Babe” Paley, foto di Horst P. Horst, 1964
image
Babe Paley fu la prima donna del fashion biz a rinunciare alle tinture, sdoganando i capelli grigi come fashion trend
image
La Paley morì il 6 luglio 1978 per un cancro ai polmoni.

image
Babe e Bill Paley in uno scatto del 1965


Babe Paley si spegne il 6 luglio del 1978, il giorno dopo il suo sessantatreesimo compleanno. Ancora oggi la sua figura leggiadra continua ad ispirare generazioni di designer e registi. Ricordata anche nel celebre film “Colazione da Tiffany” come la musa di Truman Capote, la moda rende ancora omaggio a questa donna tanto perfetta quanto infelice.



Potrebbe interessarti anche:
Gloria Guinness: la donna più elegante del mondo