THAT’S ALYKI

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Sere d’estate
Collezione Primavera/Estate 2023
Voglia di mare, di libertà e della spensieratezza delle dolci serate estive in vacanza. 
Questa l’ispirazione della capsule collection da sera di That’s Alyki, brand italiano 100% Made in Biella.  
Maglie con scollo a V, canotte a costine, minigonne, pantaloni fluidi e un inedito abito lungo con spalline vengono illuminati da un tocco di lurex, per un effetto Golden Hour – in alcuni modelli enfatizzato anche da giochi di strass – che conferisce un’attitudine easy&fun ai look per le sere d’estate.

Boglioli. 50 Anni di Sartorialità Contemporanea

Il brand Made in Italy celebra il 50° anniversario dalla sua fondazione nel 1973 attraverso un’edizione limitata e numerata dell’iconica K-Jacket.

Una giacca decostruita, confezionata con le più nobili fibre di cashmere, tinta in capo per un effetto cromatico sofisticato, pensata per accogliere la silhouette, avvolgere ed esaltare l’attitudine individuale di chi la indossa.

Boglioli. K-Jacket. Un brand e un’icona che diventa il simbolo di 50 anni di innovazione, sapienza, maestria e lusso discreto.

Promotore dello stile italiano e di una nozione di eleganza non convenzionale, Boglioli continua ad essere massima espressione di creatività, artigianalità e Made in Italy dal 1973, anno difondazione.

Per celebrare questo anniversario e la propria storia, Boglioli ricrea il proprio capo icona che racchiude tutti i valori distintivi del brand valorizzandone la capacità di ripensare il guardaroba formale con un’attitudine rilassata, sofisticata e contemporanea.

La K-Jacket è espressione di lusso sartoriale moderno grazie ad una costruzione finemente cesellata, all’impiego di tecniche di confezione all’avanguardia, all’utilizzo della fibra più nobile, il cashmere, e alla tintura in capo, un unicum nel panorama sartoriale.

La speciale edizione della K-Jacket limitata a soli 50 pezzi e numerata è accompagnata da una black label celebrativa. Realizzata in cashmere quattro stagioni con motivo a resca in colore verde, sarà disponibile presso gli store Boglioli a Milano e New York e sulla piattaforma e-commerce del brand a partire da Settembre.

Sapienza artigiana, cultura del saper fare ed innovazione sono le cifre che hanno definito la storia di Boglioli dal 1973. L’intuizione per soluzioni creative, tutte Made in Italy, che arricchiscono il guardaroba sono radicate nella storia dell’azienda.

Fabrizio. Andrea. Mara. Laura. Davide. Solo alcuni dei nomi e volti che contribuiscono quotidianamente a tenere viva l’expertise maturata in 50 anni di storia presso il sito produttivo di Gambara. Tramandata di generazione in generazione, la sapienza sartoriale integrata e verticale che contraddistingue l’azienda è rimasta intatta.

Nel coniugare innovazione e tradizione sul piano produttivo e stilistico, Boglioli reinventa i capisaldi del guardaroba classico attraverso il prisma della contemporaneità, superando tendenze stagionali e facendo della classicità la nota timbrica che si fa spazio nel rumore.

Dalla giacca al pantalone, dall’abito alla camicia casual, Boglioli ha esteso l’intuizione sulla giacca destrutturata a tutto il guardaroba, applicandovi il medesimo rigore manifatturiero e attenzione al dettaglio. 

L’expertise nel manipolare la materia prima, la scelta dei tessuti, la definizione di processi produttivi costantemente aggiornati mettendo in discussione le certezze acquisite e il savoir faire artigiano nella confezione dei capi rivivono in tutte le collezioni per uomo e donna.

I capi Boglioli esaltano l’eleganza innata, sono amplificatori dell’attitudine e della personalità individuale, sinonimo di lusso contemporaneo. 

Presente capillarmente in Italia e nel mondo attraverso una rete selezionata di 500 negozi multimarca di fascia alta, due boutique monomarca a Milano e a New York, e grazie a pop-up in collaborazione con i principali retailer europei, Boglioli ha consolidato la sua presenza distributiva in Europa continentale, Giappone e Stati Uniti. Ambisce ad un’espansione in Middle East, India e Corea del Sud.

Sartorialità contemporanea, eleganza innata, volti e storie, savoir faire, intuizione, lifestyle. I 50 anni di Boglioli sono un caleidoscopio che restituisce la storia del Made in Italy.

Sfilata Dior Cruise 2023: un’ode alla bellezza andalusa

Creatività e tradizione sono due concetti molto presenti in tutti  i modelli della collezione Dior Cruise 2023 e vogliono rendere omaggio alla ricchezza della maestria andalusa

La collezione Dior Cruise 2023 è stata disegnata da Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa della maison, che si è ispirata ai territori dell’Andalusia e alla figura di Carmen Amayafamosa ballerina di flamenco e nota per aver sfoggiato per prima un look androgino

Plaza de España
Carmen Amaya

Lo show si è tenuto il 16 giugno nell’imponente Plaza de España all’interno del Parco di Maria Luisa a Siviglia, straordinario capolavoro progettato dall’architetto sivigliano Annibale González negli anni 20 del Novecento. 

Il processo creativo è stato reso noto dalla maison francese attraverso una serie di contenuti digitali che svelano il viaggio di Maria Grazia Chiuri alla scoperta della cultura e le tradizioni sartoriali del luogo.

La stilista, viaggiando per l’Italia e l’India, per Parigi e Siviglia, è rimasta particolarmente affascinata da una serie di tecniche che compongono un lessico universale: tra queste quella dell’atelier di Jesús Rosado che lavora solo con filati di oro e argento per ricamare i tessuti che ammantano la Madonna nelle processioni religiose o vengono indossati durante funzioni liturgiche. 

L’ispirazione creativa si estende anche ai numerosi disegni di Goya fino ad arrivare alle liriche di Federico García Lorca, uno splendido omaggio alla cultura locale. 

La collezione diventa espressione di una pluralità di voci e storie.

Compaiono riferimenti ai look della Duchessa d’Alba, personaggio leggendario, a quello di Jackie Kennedy a cavallo, con le giacche corte i pantaloni a vita alta e i cappelli a larga tesa posati sul capo obliquamente.

Il rosso, il nero. Le mantiglie di pizzo. 

Non possono mancare i completi maschili gessati, i pantaloni portati con le bretelle, il gilet con la fodera di seta.

La camicia bianca. I pantaloni dei cavalieri andalusi con le giacche corte decorate dagli alamari. I boleri con le passamanerie che esaltano silhouette affilate. Le maniche che possono aprirsi e diventare mantella. Il taffetà, tessuto cangiante alla luce e croccante, che nel rosso, giallo, ocra, nero costruisce gonne esagerate che sono Dior e sono Spagna.

Lifestyle siciliano per i costumi firmati Pier Sicilia

La tradizione dell’artigianato siciliano è il trampolino di lancio della nuova collezione Pier Sicilia.

Realizzata da piccoli laboratori sartoriali dell’isola, pensata da Pierfrancesco Virlinzi, è somma pregiata di fantasie e materiali. Attinge all’allure Seventies, e collega la sapienza artigianale a prospettive contemporanee.

Ciò che la rende diversa è la perfezione di una pinces, la preziosità di un dettaglio come il bottone oro logato, l’elaborazione delle cuciture, il gusto del colore, la fascinazione di un pattern, l’ossessiva sintonia fra praticità e bellezza.

MARCELLO
Stampa esclusiva ispirata all’arte astratta per il modello Marcello. Ampie pennellate per righe asimmetriche, che sfuggono dal rigore e donano dinamismo e distintività. L’accostamento dei colori è ispirato alla Sicilia, terra vibrante di contrasti forti. Le tinte vengono portate all’eccesso, nuances sature, intense, sfacciate, irrealmente autentiche dall’impatto grafico immediato.
Tagli impeccabili e maestria artigianale offrono una vestibilità perfetta, che esalta il corpo regalando libertà di movimento. Elastici in vita, piccole pinces interne, taschino con patta chiusa da bottone oro cucito a mano.

LUCHINO
Il sapore del pantaloncino da tennis anni ’70 rivive nel modello Luchino. La disinvoltura della tasca americana e degli spacchetti laterali dialoga con l’eleganza della lunghezza e la ricercatezza dei bottoni in madreperla.
Le grafiche zebrate zoomano verso l’astrazione e la scelta di abbinamenti colore irreali traghettano il costume da bagno a una sofisticata dimensione contemporanea.

Un costume tagliato come un pantaloncino, da indossare sempre, mossi da una rinnovata voglia di convivialità.

ALBERTO

La dichiarata vocazione sportiva sottolineata dalla coulisse e dagli spacchetti laterali arrotondati, si tinge di raffinatezza grazie al decoro jacquard. La tasca a filetto sul retro snellisce la figura, mentre i tagli orizzontali e le doppie cuciture valorizzano la silhouette e ci ricordano l’anima del brand, il suo inconfondibile equilibrio di sogno e concretezza, magia e pragmatismo.

Il tessuto ha un’eccellente resistenza ad acqua, sole, cloro oltre a una rapida asciugatura.

UGO

Dedicato a chi ricerca un fit asciutto il modello UGO. Minimale, pulito, corto, avvolge ed esalta il corpo con charme. Ossimoro voluto la scelta del pattern oversize: il classico quadretto esce dagli schemi e si espande a scacchiera.

La mano sartoriale è riconoscibile nei dettagli del taschino con patella, della abbottonatura e della zip nascosta.

Maison ARTC, la rivoluzione della moda

E’ un viaggio immaginario attraverso il deserto del Sahara; nelle esotiche giungle dove, elegantissime e silenziose, si aggirano le tigri; tra gli sfarzi luminosi e impegnati dell’oro ai tempi greco-romani; nei villaggi beduini; tra i colori africani con i suoi accessori bizzarri; la mostra di Maison ARTC durante il White di Milano è stata la più straordinaria e d’ispirazione di tutta la settimana della moda.

Un’installazione /percorso negli spazi di Tortona 27, dentro cui scoprire culture, usanze, abitudini di popoli vicini e lontani, raccontati e reinterpretati dall’artista Artsi Ifrach.

Lo stilista nato a Gerusalemme e fondatore del brand Maison ARTC, utilizza la sua memoria per creare abiti nuovi da pezzi di stoffa vintage; il passato si fonde col presente e lo rende carico di storia e di vissuto. Tutto, nell’espressione dell’abito, traspare dalla multiculturalità delle esperienze personali: Artsi Ifrach infatti si sposta da Tel Aviv a Parigi, da Amsterdam a Marrakech, dove attualmente risiede.



Totalmente “costruiti” a mano, gli abiti sono accompagnati da immagini che completano la mostra fotografica, visioni surrealiste che tanto ricordano il sodalizio Salvador Dalì – Elsa Schiaparelli, con quei guanti dalle unghie pittate di rosso che la Marchesa Casati indossò, seppur in estrema povertà, fino alla fine dei suoi giorni.


Gli spazi delle immagini sono immensi, il protagonista è l’abito che prende vita e diventa animato, come se l’animo del tessuto raccontasse tutte le sue storie passate, dai viaggi in treno passando per paesi stranieri per arrivare a noi sotto una forma nuova, con un messaggio nuovo. Ed è un messaggio di forza e speranza, di responsabilità e sensatezza, perché la fashion house marocchina lavora con materiali di recupero ed è sempre all’insegna della sostenibilità.

LE REGOLE PER ESSERE UNA PERFETTA NEWYORKESE

Ognuno di noi ha uno stile personale, che può essere più o meno influenzato dalla moda del momento. I giovani tendono a farsi condizionare, e per questo  è frequente notare che quando escono in gruppo è impossibile distinguerli l’uno dall’altro.
Le mode variano negli anni, anche se prima o poi ritornano,  oggi ad esempio potremmo tranquillamente indossare gli abiti che le nostre mamme usavano negli anni ’70. Tra le mode che ultimamente sono sempre più seguite, quella americana  sembra essere un genere evergreen che negli ultimi anni sta prendendo piede soprattutto tra i giovani che sono affascinati dall’eccentricità e dai colori vivaci e fashion.

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Il tema cardine dello stile è sicuramente la bandiera statunitense con le sue tredici strisce orizzontali rosse e bianche alternate e il suo quadrato superiore, posizionato accanto all’asta, contenente 50 piccole stelle bianche a 5 punte. Per coloro che quindi sono interessati a vestirsi secondo questo stile,  è necessario cercare capi di abbigliamento che hanno raffigurata la bandiera e i suoi tradizionali colori. In tutti i negozi d’abbigliamento potrete sicuramente tovare maglie, pantaloni, scarpe, la scelta è vastissima!
Anche tra le star questo stile fa tendenza; basta vedere le varie icone dello spettacolo fotografate con splendidi vestiti di gala, simbolo anche di un certo patriottismo.

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Ma L’America non è solo questo, indossare una maglietta con la bandiera americana o riciclare un vecchio vestito di 30 anni fa. E allora qual’è lo stile di un americana, nel dettaglio di una “Newyorkese”? Tutte vorremmo sentirci un pò Newyorkesi. Intanto perchè la Newyorkese è sicura di sè e la cosa ci piace.

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LE 4 REGOLE PER ESSERE UNA PERFETTA NEWYORKESE

Scegliete tra una dieta gluten free o vegan.

Dilapidate una fortuna in unghie e capelli.

L’asfalto è la vostra passerella.

Lasciate che gli abiti parlino e il gioco è fatto.

La donna Newyorkese è disposta anche a divorzi multipli pur di poter ricominciare dal wedding party. E così si è inventata il rinnovo delle promesse. Perchè nessuna al mondo ama tanto i party e gli abiti da cocktail. Abitini e gonne arricciate a mo’ di torta attorno a vite un pò troppo vitaminiche e sandali trampoli per poi riprendere a ciabattare in flip flop.
A New York fa tutto l’atteggiamento. Devi sfoggiare il tuo fisico con grande fiducia, a prescindere da altezza e magrezza. A differenza di Parigi e Milano, dove più che la tendenza conta lo stile, a Manhattan la moda è un elemento fondamentale della felicità – successo di una donna (Sex and the City insegna).

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SEMPRE FELICI

La donna Newyorkese con gli amici è una super felice, sempre complimentosa. Imparate, quando incontrate qualcuno, amici o nemici non importa: “you are amazing”, “Oh my god, I love your shoes”. Le formule funzionano sempre, anche per le conquiste.

GLUTEN FREE O VEGAN. “CONVERTITEVI”

Il salutismo è la vostra nuova religione. Se non volete sentirvi out, imparare a memoria: Health kick, gluten free eating, vegan,food trucks, street food, brunch. E nel week end tassativo farsi portare a casa la juice cleanses, succhi depurativi.

SVEGLIA ALLE 6

Con le amiche sottolineate sempre, come un mantra, che vi siete alzate alle 6 per fare gli esercizi con il vostro personal trainer.

FONATISSIME

I capelli sono finemente naturali. Non scordate mai di infilare nella shopping bag un arriciacapelli e una piastra.


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OCCHIALI DA SOLE, ANCHE AL BUIO

Vietato togliere gli occhiali da sole, estate e inverno. Lo sport preferito della Newyorkese è entrare a passo spedito in un department store, a una mostra o una festa celando lo sguardo dietro a lenti scure, atteggiandovi da celebrity. Spera ch qualcuno le chieda un autografo o un selfie, che ovviamente non concederà.

UNGHIE SEMPRE LACCATE

Dilapidate una fortuna in manicure e pedicure . Le unghie devono essere sempre perfettamente laccate. Lasciate lo stile nature alle francesi.

RITMO DA MARATONETA

Il passo è fondamentale. La Newyorkese fa sempre la maratona anche quando cammina sul tacco 11. Superorganizzata, ha il timer tarato sulla corsa a Central Park.

TRE PAIA DI SCARPE AL GIORNO

Le scarpe dal mattino alla sera cambiano tre volte: si esce con le sneakers, si entra in ufficio con le pumps e si va all’aperitivo con il sandalo assassino. L’accessorio immancabile è la borsa, sempre di piccole o medie dimensioni, da cambiare come le calze.

FARE LA SNOB

Snob si nasce, e l’americana non lo nacque, direbbe Totò, per questo guarda con una certa ammirazione l’europea. Ma quell’aria tristissima che devi avere per sentirti davvero parigina, la newyorkese proprio non lo sopporta. E allora si consola subito con una puntata di shopping per comprarsi un nuovo abito da sfoggiare nei roof bar di Brooklyn e Williamsburg e le torna subito il sorriso. Meglio felici e colorate.

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GRANDE SUCCESSO AD ALTAROMA PER BAILISS ATELIER

Larisa e Alisa Baysarov sono la mente creativa dell’ Atelier Bailiss, brand che è nato a Mosca nel 2014.

Dopo il grande successo durante la Monte Carlo Fashion Week, la maison moscovita incanta gli ospiti e addetti del settore durante AltaRoma, portandoli in un mondo di abiti e colori vivaci mescolati con quelli più tenui, per una collezione decisamente sofisticata utilizzando solo tessuti naturali e molto piacevoli da indossare.


Le ispirazioni delle designers prendono spunto dalla musica lirica, combinando eleganza e tecniche tradizionali della cultura del Caucaso russo, realizzato all’uncinetto con l’aggiunta di paillettes, strass, perle e perline.


Vediamo colori come il blu, marrone e bianco per i look eleganti e moderni. Per i capi più considerevoli troviamo il rosso acceso, fucsia e lavanda.


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Via alla 19° edizione dell’evento pugliese Lecce Fashion Weekend

Il 9 e il 10 giugno ritorna, alla sua 19° edizione, l’evento pugliese Lecce Fashion Weekend, organizzato dall’Agenzia Alta Voce e patrocinato dal Comune di Campi Salentina e da CNA Federmoda.


Come spiega l’organizzatrice Elisabetta Bedori, “LFW non è solo una sfilata di moda, ma è occasione di visibilità per i giovani talenti e promozione della cultura e dell’artigianato del territorio, nonché possibilità di lavoro per tante persone: più di cento quelle coinvolte in ogni edizione della rassegna. Dieci anni, quelli di LFW, spesi con passione, sacrificio ed investimenti personali che hanno portato, numeri alla mano, grosse opportunità e soddisfazioni agli stilisti”.


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Questi gli stilisti che si susseguiranno nel corso delle due giornate sulle passerelle salentine : Antonio Franco, Palma Maria Ligorio, Annarita Polito, Miriana Presicce, Sara Lolli, F&P Occhiali con la sua prima collezione moda donna Palascìa, Giulia Lezzi, Giulia Rizzo, Le Sete di Monica Papadia, l’Accademia Calcagnile, Pietro Paradiso, Antonella Resta, Fiorella Salierno, Joly Monte per Alba Rita Metrangolo e Daniela Taddeo, l’Accademia dei Volenterosi, che comprende il gruppo Le Borsedonnagiusi, Michy Hande Made Accesories, Muchimoo, Foulard Bamboo by Inn Bamboo. Presenza speciale grazie a Cristian Stenti, con una performance dedicata alle moto e alla collezione moda Ducati.


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Oltre all’assegnazione del Premio LFW19, che andrà a Maria Luisa Capasa, sarà effettuata una selezione di stilisti per un’iniziativa che li vedrà protagonisti in un evento del tutto dedicato al Made in Puglia, in occasione della prossima edizione invernale di Alta Roma Alta Moda.


Lecce Fashion Weekend è, senza ombra di dubbio, una vetrina importante per gli stilisti salentini che ogni anno s’impegnano a crescere con costanza e dedizione, e che hanno voglia di confrontarsi col panorama nazionale e internazionale.


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La provocazione dei “pantaloni vagina” firmati Duran Lantink

Janelle Monáe ha spiazzato tutti indossando nell’ultimo videoclip Pynk(features Grimes) dei bizzarri pantaloni rosa a forma di vagina in seta e tulle, destinati ad entrare nella storia di moda. Janelle appare con una schiera di ballerine al suo fianco, in una location western dai colori sabbia e rosa.


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Il videoclip, girato da Emma Westenberg, è colmo di allusioni e simboli femministi ed è una vera celebrazione del “pussy power“. Di uomini non ce n’è nemmeno l’ombra. Già in occasione dei Grammys 2018 , la cantante-femminista aveva affermato: «Sono orgogliosa di manifestare la mia solidarietà, non solo come artista ma anche come giovane donna, alle mie sorelle che in questa stanza lavorano nell’industria della musica: cantanti, autrici, segretarie, uffici stampa, amministratori delegati, produttori, ingegneri e donne di ogni settore del business. Siamo anche figlie, sorelle, mogli ed esseri umani. Veniamo in pace, ma sappiamo che cosa sono gli affari. E a quelli che osassero silenziare le nostre voci noi offriamo due parole: Time’s up».


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Nel 2018 si può davvero ancora parlare di femminismo? Sarebbe più corretto parlare di post-femminismo? Nonostante siano passati alcuni anni dalla pubblicazione dei Monologhi della Vagina a cura di Eve Ensler, le donne continuano a battersi per la propria libertà sessuale e a rivendicarla, anche in maniera originale e insolita. In ogni caso, la provocazione di Janelle è stata recepita in maniera altamente positiva dal pubblico e dai social, dove i suoi pussypants stanno circolando con entusiasmo. Tuttavia, in Italia, risulta ancora improbabile e scandaloso vedere allusioni apertamente sessuali in un videoclip tutto al femminile.


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Prada Spirit: la nuova frontiera dello shopping alternative

Prada Spirit è il nome del nuovo e originale progetto retail lanciato da Miuccia Prada e Patrizio Bertelli a Macau, presso  lo store cinese Galaxy Mall. Da oggi in poi, è infatti possibile acquistare dei capi firmati Prada in tutto relax, in un comodo angolo appositamente ricostruito come un Bar-Caffé e ideato per la socializzazione dei clienti.


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Come un vero e proprio bar tradizionale, è fornito di menu tramite il quale il cliente può ordinare ed acquistare il prodotto desiderato in un’atmosfera rilassata e lussuosa. Il bancone centrale è rivestito completamente da una teca trasparente ed è circondato da alti sgabelli rossi. Il fondale, invece, consiste in una parete-chandelier, con delle lame in perspex sfaccettato.


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Il centro Galaxy Mall aveva  d’altronde già ospitato un altro progetto di Prada intitolato Silver Line dove era possibile acquistare accessori da viaggio per donna, direttamente all’interno di una porzione di treno. Il nuovo progetto Prada Spirit, in occasione del Capodanno Cinese, farà ben presto tappa in altre importanti città: Pechino, Shanghai, Hong Kong, Taipei, Singapore, Seoul, Vancouver e Costa Mesa.


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Intervista a Gian Paolo Barbieri: la fotografia è una profonda testimonianza della condizione umana

Gian Paolo Barbieri nasce nel centro di Milano, da una famiglia di grossisti di tessuti dove, proprio nel grande magazzino del padre, acquisisce le prime competenze inerenti la fotografia di moda. Muove subito i primi passi nell’ambito teatrale diventando attore, operatore e costumista; in seguito, gli viene affidata una piccola parte non parlata in ”Medea” di Luchino Visconti. Ed è proprio il cinema noir americano ad incuriosirlo sulla gestione della luce e il senso di movimento, che rende gli attori e i personaggi ancora più affascinanti e dotati d’immensa autorità. A Parigi, inoltre, assiste il celebre fotografo di Harper’s Bazaar, Tom Kublin. Le campagne commerciali di Barbieri contribuiscono a definire la moda degli anni ’80 e ’90 dei marchi più famosi: Yves Saint Laurent, Chanel, Givenchy e Vivienne Westwood, Gianni Versace, Valentino, Giorgio Armani, Gianfranco Ferré.

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I suoi ritratti si differenziano per una naturale e straordinaria eleganza. Cos’è, per lei, l’eleganza?

L’eleganza si può paragonare alla bellezza. L’eleganza è cultura. I greci dicevano: “Dove nasce la bellezza nasce la cultura”. L’iconografia della bellezza si fonde sulla visione radicale della libertà. La libertà come la bellezza, non si concede, si prende. Come diceva A. Camus, “La nostra epoca ha nutrito la propria disperazione nella bruttezza e nelle convulsioni”. Noi abbiamo esiliato la bellezza; i greci hanno preso le armi per essa.

Tra le donne che ha ritratto vi è anche la raffinata Audrey Hepburn. Cosa ricorda di lei?

Era il 1969 quando ho fotografato Audrey Hepburn. Eravamo a Roma nello studio di Valentino per Vogue Italia. Lei era molto gioiosa, mi disse che si era appena sposata con il Dott. Andrea Dotti. E’ arrivata con delle pantofole perché così, mi disse, non avrebbe sporcato il fondale bianco. Mi ricorderò sempre della sua estrema eleganza, quell’arte che nasceva dai suoi studi di danza, prima di approdare nel teatro e nel cinema.

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Le sue immagini spiccano per un grande rigore formale. Come si pone rispetto all’errore?

Da ogni errore vedo un’opportunità, infatti, molte delle mie fotografie più belle nascono dai miei stessi errori.

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Come nasce il suo interesse per la fotografia?

Attratto dal cinema e dal teatro sono andato a Roma. Per pagarmi la pensione, facevo i test ai ragazzi di Cinecittà con la mia prima macchinetta fotografica, poi sviluppavo la pellicola. Nella pensione mi davano il permesso di usare il bagno di notte, dove stampavo le mie foto e al mattino seguente le consegnavo dopo averle posizionate sotto il letto per farle asciugare. Poi un conoscente di mio padre, Gustave Zumsteg, nonché proprietario dell’azienda Abraham di tessuti di Zurigo, mi chiese di fargli vedere le mie fotografie, anche se erano totalmente amatoriali, gliele ho fatto vedere e mi disse: “Tu hai una sensibilità pazzesca e sei tagliato per fare la moda”. Io sono rimasto allibito, non sapendo nemmeno cosa fosse la moda. Dal momento che in Italia non esisteva ancora, le riviste compravano dei servizi fotografici già pronti, confezionati dalla Francia. Da lì, andai a Parigi per lavorare con Tom Kublin: un’esperienza che segnò decisamente l’inizio della mia carriera come fotografo.

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Qual è l’aspetto a cui presta più attenzione mentre ritrae in particolare una donna?

Una donna deve essere estremamente femminile, non importa se presenta dei difetti poiché il più delle volte aiutano la fotogenia. Deve attrarre e sedurre chi osserva l’immagine. Lo sguardo è molto importante per me.

Creatività e fotografia di moda. Come si conciliano nei suoi lavori?

Tutte le arti influiscono sulla creatività fotografica. Una buona conoscenza della pittura, scultura ma anche cinema e letteratura, aiutano sicuramente il fotografo a conciliare la moda con la creatività. Per me non esiste la fotografia senza la propria capacità di invenzione. Molti pittori hanno influenzato la mia creatività unendola al mondo della moda come Gauguin, Michelangelo, Hockney, Holbein, Bacon e Rothko.

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L’avvento dei social quanto ha influenzato la fotografia di moda?

Completamente. La fotografia di moda, intesa come lo era qualche anno fa, non esiste più in seguito all’avvento dei social. Con essi, infatti, si è persa quella poesia che c’era nell’utilizzare il negativo. E’ cambiato anche lo stile, non essendoci più la moda come era concepita una volta, ossia con dei temi ben precisi che la fotografia rispecchiava. Con i social oggi, ognuno fa quello che gli pare; non viene più rappresentato uno stile, un’eleganza o un modo di essere.

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Se dovesse associare una parola alla sua fotografia, quale sceglierebbe?

Metafore della visione.

Fotograficamente parlando, si reputa soddisfatto di ciò che ha ottenuto finora?

Mi reputo abbastanza fortunato perché la fotografia è una profonda testimonianza della condizione umana. Fotografare è guardare in faccia la vita e fare della propria esistenza un’opera d’arte, come citava D’Annunzio.

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Ci può accennare i suoi prossimi rendez-vous fotografici?

Sto lavorando su un nuovo progetto fotografico ispirato al poeta inglese Shakespeare, proprio in occasione della celebrazione dei 400 anni dalla sua morte. Prendo infatti ispirazione dalle più famose tragedie e dai sonetti del drammaturgo britannico, per poi trascriverle attraverso il mio occhio.
Inoltre, da quest’anno, è stata costituita la Fondazione Gian Paolo Barbieri; si tratta di un’istituzione culturale no-profit che promuove l’arte, la fotografia e ogni forma di espressione culturale nelle sue diverse realizzazioni attraverso workshop, collaborazioni con istituzioni e attività formative. (www.fondazionegianpaolobarbieri.it).

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Gian Paolo Barbieri, tramite la sua sapiente fotografia, la collaborazione a riviste di grande importanza come Vogue America, Vogue Paris e Vogue Germania e grazie ai suoi eccellenti contributi a Vogue Italia con le campagne pubblicitarie dei marchi più noti, ha rinnovato profondamente la fotografia di moda italiana. Il senso di equilibrio, proporzione ed estrema armonia di derivazione classicistica sono il punto di forza del suo linguaggio personale e il riflesso di uno spirito di ricerca artistica, dovuto ad un’incessante curiosità. La sua Fondazione, costituita nel 2016 dallo stesso artista, è un’istituzione culturale che opera nel settore delle arti visive e che persegue finalità di promozione della figura artistica del Fondatore, delle sue opere fotografiche, dell’attività artistico-creativa nonché, più in generale, di promozione della fotografia storica e contemporanea.

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