Chic à la française in passerella da Chloé

Chic à la française per la primavera/estate 2017 di Chloé: in passerella sfila un omaggio allo stile parisien. Effortlessy-chic e sofisticata, la donna immaginata da Clare Waight Keller sfoggia classe da vendere grazie all’allure parigina, da sempre sinonimo di stile. La designer britannica, alla direzione creativa di Chloé dal 2011, rinnova le silhouette e semplifica le forme, per una collezione che strizza l’occhio al minimalismo pur senza perdere di vista il manifesto estetico della maison.

“Sono tornata all’idea di base della semplicità dello stile francese. Gli abiti sono disinvolti, i volumi squadrati, i tessuti croccanti. Voglio dare un messaggio semplice e forte. Con un tocco floreale”: così la stilista ha commentato la collezione che ha sfilato nella mirabile cornice del Grand Palais. Volumi fluttuanti e grande pulizia dominano sul catwalk, per un prêt-à-porter irresistibile e fresco.

La palette cromatica omaggia la bandiera francese, con tripudio di rosso, bianco e blu, per citazioni marinière; romanticismo nelle stampe floreali, che evocano innocenti evasioni e citano certi pattern presi a prestito dai Seventies. Largo a plissé a corolla, georgette di seta, balze dégradé, lacci e fiocchi dal candore fanciullesco. Il crochet domina su jumpsuit, tra abiti sottoveste e shorts. I volumi delle camicie sono over, i pantaloni fluidi. Non manca un tocco boyish, tanto caro alla stilista, mentre gli accessori sono caratterizzati da grande femminilità, a partite dall’irresistibile mini pochette con anello di metallo.

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(Foto: Madame Figaro)

Il ritorno di Olivier Theyskens

Dopo due anni di ritiro dalle passerelle, torna a Parigi lo spirito romantico e ribelle di Olivier Theyskens. Lo stilista belga, che vanta collaborazioni con Rochas, Nina Ricci e Theory, presenta sulle passerelle parigine una collezione primavera/estate 2017 ricca di magistrali tocchi sartoriali e sapienti esplosioni di femminilità. Dominano asimmetrie e suggestioni inedite, in un défilé che mixa elementi duri ad inusitati sprazzi di tenerezza: la donna che calca la passerella ama la contemporaneità di un pret-à-porter che strizza l’occhio alla couture, tra dettagli che rivelano un design moderno e di grande impatto scenografico e attimi onirici. Uno stile perfetto per la quotidianità ma che non disdegna coup-de-thèatre ricchi di spunti, come l’abito in seta rossa, dalle maniche aperte, o i capi a pois. Lo stilista 39enne, adorato da Madonna, sorprende con un ritorno in grande stile. Grande attenzione anche agli accessori, per una sfilata ricca di contrasti.

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(Foto: Vogue)

Liselore Frowijn debutta alla Paris Fashion Week

La settimana della moda parigina si apre con un debutto: si tratta di Liselore Frowijn, che calca per la prima volta la passerella della Paris Fashion Week con una collezione giovane e fresca. La stilista olandese omaggia la bella stagione con grafismi arditi ed eclettici e pattern floreali. Un défilé in cui si respira la formazione nordica della designer, che mixa magistralmente le note delicate e romantiche di un cappello di paglia ai tocchi futuristi delle stampe che impreziosiscono tuniche fluttuanti e caftani dal piglio boho-chic. Largo a righe e pennellate di colore che illuminano il bianco splendente di capi sovrapposti. Moderna e irriverente, la donna che calca la passerella indossa altissime platform e gioielli etnici. Suggestivi i contrasti cromatici, per una prova riuscita ed un’interpretazione brillante dello stile declinato in chiave estiva.

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(Foto: Madame Figaro)

Il giardino segreto di Paul Ka

Sfila alla settimana della moda di Parigi Paul Ka, con una collezione moderna e chic, tra romantici tocchi floreali e approcci futuristi. Alithia Spuri-Zampetti si rivolge a una donna minimale e femminile, che ostenta capi dalle linee essenziali. L’ispirazione prediletta è un minimal-chic che indugia in linee zen e rigore orientale per poi concedersi incursioni romantiche nelle stampe botaniche. Il mood dei primi outfit è urban, per una donna che affronta la metropoli con classe. Eterea e sofisticata, indugia poi in sete preziose sospesa in una dimensione quasi onirica, tra rose e colori tropicali. I giardini della location scelta per il défilé, il Jardin des plantes, regalano una cornice suggestiva ad una collezione ricca di spunti. Tripudio di sete preziose, fabbricate in Francia: la palette cromatica sposa il dégradé, le stampe floreali sono state realizzate a mano in Italia, a Como. Suggestioni Fifties nelle gonne a ruota in un raffinato jacquard realizzato a Venezia. Ricordano le fodere dei kimoni i lunghi abiti da sera, tra sfumature di origami e modelli fluidi.

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(Foto: Madame Figaro)

Marinière rivisitato sulla passerella di Arthur Arbesser

Dopo aver lasciato la direzione artistica di Iceberg, Arthur Arbesser riscopre se stesso portando sulla passerella milanese una collezione primavera/estate 2017 ricca di suggestioni. Nella location delle Cavallerizze Asburgiche, al Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci, rivisitato dall’architetto Luca Cipelletti, sfilano sofisticati grafismi, ironia e grande classe, tra materiali preziosi e collaborazioni illustri: gli occhiali che sfilano sono distribuiti da Silhouette, i gioielli sono di Ilenia Corti, i cristalli sono firmati da Swarovski e le calzature sono di Fabio Rusconi. Inoltre nella collezione sono presenti le stampe fotografiche di nodi marinari firmate dall’artista Sophie Sevigny. Le righe marinare dominano tra gonne pieghevoli e colli austeri: la donna Arthur Arbesser sembra quasi indossare un’uniforme, tra tocchi vintage e brio. La palette cromatica è dominata da colori vivaci mixati in modo audace. Non mancano tocchi irriverenti e sperimentazione, come il pizzo stampato effetto camouflage e richiami futuristi, come negli abitini in Crystal fabric termoadesivato.

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IL TROPICO ITALIANO DI DOLCE & GABBANA

Trionfo di italianità in passerella da Dolce & Gabbana. La collezione primavera/estate 2017, ribattezzata «Tropico italiano», è una dichiarazione d’amore al Bel Paese. Il duo di stilisti ripropone fedelmente i codici tradizionali dell’estetica della maison, per un défilé ricco di ironia. La sfilata si apre e si chiude con il catwalk invaso da ballerini di strada, mentre nell’immaginario tropico italiano le strade sono invase da carretti che vendono latte di cocco. Al ritmo di una tarantella napoletana sfila la donna Dolce & Gabbana, tra pizzo nero e tripudio di spaghetti.

La cucina italiana diventa protagonista dello show: non poteva mancare la pasta, che decora molti degli outfit che si alternano sulla passerella. Mazzi di spaghetti e farfalle sbucano da abiti da cocktail in impalpabile chiffon, insieme a crostacei, coni gelato, piatti ed utensili da cucina. La dieta mediterranea domina la collezione, anche declinata in chiave irriverente, come nell’abitino in juta dalle linee a trapezio, che reca l’etichetta di una passata di pomodoro. Largo anche a vetri di Murano, mixati all’iconografia religiosa d’ordinanza. E stavolta le Madonne fanno capolino su felpe dal piglio sporty-chic che si alternano a t-shirt con logo e scritta ricordo dell’evento, “Io c’ero”, tradotta in tutte le lingue del mondo.

Il kitsch diviene glamour, tra rose all over e mantelli interamente ricoperti di paillettes. More is more sembra essere la massima imperante, mentre sfilano i capi passepartout del brand, come i bolerini e gli abiti di pizzo nero. Citazioni Fifties nelle gonne a ruota, mentre si torna agli Eighties nei pois e nei pantaloni oversize, come nelle spalle importanti di certe giacche. Con la splendida Sara Sampaio a guidare le modelle sul catwalk, sfila la bellezza e la femminilità mediterranea. Coroncine di fiori in testa e prendisole stile bardot omaggiano la stagione estiva. Parata di stelle nel front-row, dove applaudono entusiasti influencer, socialite e modelli, da Lucky Blue Smith con le tre sorelle a Cameron Dallas, da Sistine Rose Stallone a Sofia Ben Ammar fino a Dylan Jagger Lee (figlio di Pamela Anderson).

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SUGGESTIONI AFRICANE IN PASSERELLA DA UMA WANG

Un viaggio nel continente africano, tra i villaggi e le ampie distese del deserto; fotografie e ricordi, souvenir di un resoconto etnografico alla scoperta dell’Africa: è da qui che parte Uma Wang per la sua collezione primavera/estate 2017. La designer cinese sceglie un mood etnico per definire i codici stilistici di una sfilata suggestiva e ricca di pathos. Il reportage si unisce al glamour per capi fluidi e minimali. Bandito ogni eccesso: regna un’eleganza fatta di linee ampie e stampe che raffigurano i colori della terra. Una tavolozza di impronta naturalistica che predilige il nero, il blu, il tabacco e il marrone. Non mancano tocchi gold e grafismi suggestivi. La donna che calca la passerella ricorda una dea tribale immersa in un paesaggio urban, tra sari, caftani, sahariane e pigiami palazzo. Comfort e raffinatezza si intersecano

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(Foto: Madame Figaro; cover: Sterlizie)

ETRO: ELEGANZA GIPSY ALLA MILANO MODA DONNA

Il topos del viaggio funge da ispirazione per la collezione primavera/estate 2017 di Etro. Una viaggiatrice dalle suggestioni luxury calca la passerella alla Milano Moda Donna. Preziosa e affascinante, la collezione disegnata da Veronica Etro per la prossima stagione estiva reinterpreta un capo passepartout dalla storia antichissima, il caftano, che viene declinato in versione mini e maxi. Sovrapposizioni e suggestioni esotiche creano un’atmosfera ricca di pathos: la donna che calca la passerella indossa il poncho e lunghe mantelle perfette per affrontare una avventurosa traversata del deserto. Non mancano suggestioni Navajo e riferimenti alle popolazioni berbere e beduine, per una sfilata che tanto attinge al loro guardaroba. Ad aprire il défilé un pigiama palazzo con iconica stampa cachemire. Poi tripudio di abiti a stampa foulard, sulle note di Led Zeppelin. Libera ed eclettica, la viaggiatrice di Etro affronta l’estate in caftano e pashmine: enormi sciarpe in stampa patchwork impreziosiscono molti degli outfit. Suggestioni military-chic si alternano allo stile gipsy e al boho-chic, da sempre cifra stilistica del brand. La palette cromatica alterna tinte autunnali alle tinte fluo di un paisley rivisitato in chiave psichedelica: i colori sono vitaminici, in un’esplosione di fucsia, giallo, verde mela. I caftani hanno nappine su polsi e scollature, per interessanti rimandi alla cultura andina, in una collezione in cui regna lo stile etnico. Motivi tribali accompagnano i lunghi abiti in impalpabile chiffon. Citazioni hippie negli accessori, come i sandali in cuoio che rivelano però un inaspettato tacco 12. I gioielli ricordano certi monili sfoggiati dalle popolazioni africane; le borse con grandi tasche sono perfette per contenere appunti di viaggio, matite, fiaschette. Per una viaggiatrice di lusso.

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(Foto: Madame Figaro)

KRIZIA: INIZIA L’ERA ZHU CHONGYUN

Prima sfilata di Krizia sotto la direzione creativa di Zhu Chongyun: nell’ambito della Milano Moda Donna si apre un’era nuova per lo storico brand di Mariuccia Mandelli. L’eredità lasciata dalla stilista, scomparsa nel dicembre 2015, viene raccolta dall’imprenditrice cinese. Zhu Chongyun, 52 anni molti dei quali passati nel fashion business, ha acquisito il marchio nel febbraio 2014 per una cifra che secondo i rumours ammonterebbe a 35 milioni di dollari. Il rilancio del brand, avvenuto gradualmente, viene ora coronato dalla prima sfilata. Il défilé coniuga suggestioni orientali al glorioso passato della maison italiana. Romantici volant sbucano da maglie in imprevisti giochi stilistici. La tigre, simbolo per antonomasia di Krizia, torna a ruggire sbucando da felpe e stampe in jacquard multicolor e pelle lavorata al laser. Camouflage all over sui tessuti, tra romantiche balze e sete plissettate che impreziosiscono giacche maschili: sembrano ventagli e nastri che si posano lateralmente al bavero di una giacca o che, come una spilla, fanno capolino da un capo in maglia. Proporzioni oversize per i capispalla, mentre gli abiti da sera enfatizzano la silhouette femminile. Asimmetrie dominano il catwalk tra ruches che ricordano i petali di un fiore e riuscite citazioni artistiche. Blu, black and white e oro nuance predilette, mentre tra i materiali usati spiccano seta, mohair ed organza.

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(Foto: Madame Figaro)

ROMANTICISMO ROCK DA DIESEL BLACK GOLD

Ribelle ma con un’anima romantica la donna Diesel Black Gold. Non manca il consueto spirito rock ma intriso stavolta di suggestioni romantiche per silhouette pulite e delicate. Tripudio di rosa e khaki per capi dall’appeal urban che si sposano con suggestioni militari, addolcite però dai riferimenti all’estetica del fotografo David Hamilton. Eterea come una ninfa la donna immaginata da Andreas Melbostad, che rielabora i codici femminili del brand attraverso una luce nuova. Tripudio di rosa antico per un’eleganza iperfemminile, tra corsetti, decorazioni preziose e volants. Mini dress in pizzo sangallo ricordano la lingerie; il denim si arricchisce di pizzo e dettagli in sangallo; le giacche in pelle scamosciata rivelano un’appeal grintoso, come le scarpe: anfibi di tela, snearkers e sandali da gladiatore. Largo a pantaloni cargo da indossare sotto corsetti; shorts con cinghie boudoir svelano il dualismo della primavera/estate 2017 di Diesel Black Gold.

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(Foto: Madame Figaro)

MILAN FASHION WEEK: IL PAST FORWARD DI PRADA

Inversione di marcia da Prada, che riafferma con forza il manifesto estetico da sempre congeniale al brand: è un’eleganza semplice e saldamente radicata nella contemporaneità e nelle sue contraddizioni quella che sfila in passerella. Largo a pigiami dal piglio orientale, tailleur e capispalla profilati di piume di marabù, grafismi ed iperbolici déjà-vu. Introspettiva e nostalgica, in linea con lo spirito della maison ma proiettata al futuro, la collezione disegnata da Miuccia Prada per la prossima stagione estiva può essere riassunta in quel Past forward che dà il titolo al cortometraggio realizzato da David O. Russell in collaborazione con la stilista, che sarà presentato il prossimo novembre a Los Angeles.

Patchwork di tartan e pattern floreali si incrociano tra velcro che strizza le silhouette e classicità. Ricami e dettagli preziosi all over si intersecano ad accenni sporty-chic, mentre costumi profilati di piume con culottes dalle linee Fifties si indossano sopra camicette classiche, per un’eleganza che non segue alcun diktat e che non teme di osare. Un po’ collegiale la donna che sfila in grembiulini e chemisier, per un ritorno al passato: tripudio di tartan e piume di marabù per un nuovo concetto di semplicità che guardi al lato umano.

“Questa mia eleganza è tutta sbagliata e per questo mi piace -così Miuccia Prada ha descritto la collezione-. Se no la parola stessa fa vecchio, anche se fa sempre bene guardare al classico di certi cardigan cammello o grigi e di certi chemisier”. “Stavolta ho voluto cambiare tutto, purificare, togliere il troppo -ha aggiunto la stilista- per una semplicità chic, molto umana, passionale, sensibile. Cose belle e brutte mixate insieme senza troppe contaminazioni di stylist. Adesso no, è l’ora della semplicità alla mia maniera, con la piuma messa su una camicetta e sui polsi, all’orlo dei pantaloni o sui sandali, a volte di dubbio gusto”. Miuccia Prada pesca dal passato per farsi strada nella giungla contemporanea, dove spesso l’eleganza diviene un’incognita. Accostamenti arditi eppure mirabili, per un vecchio che non invecchia mai, iconici evergreen magistralmente riproposti in una collezione che riafferma l’identità primigenia di un marchio da sempre sinonimo di stile.

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(Foto: Madame Figaro)