Prima alla Scala: lo stile, questo sconosciuto

È l’evento culturale più glamour e prestigioso, fulcro della tradizione italiana per antonomasia: in un Teatro alla Scala blindatissimo causa allarme attentati lo scorso 7 dicembre si è svolta la consueta Prima. Quest’anno è toccato alla Giovanna d’Arco di Giuseppe Verdi.

Il tempio della lirica, addobbato con dei gigli bianchi in omaggio alle vittime dell’attentato che ha avuto luogo a Parigi lo scorso 13 novembre, si è aperto al pubblico per un evento che da tradizione non smette di appassionare. Grande successo e ben undici minuti di applausi per Anna Netrebko, Francesco Meli e Devid Cecconi, protagonisti della rappresentazione di quest’anno, insieme a Riccardo Chailly, che ha diretto magistralmente l’Orchestra.

Con biglietti che hanno sfiorato la cifra record di 2.500 euro, la Prima alla Scala si riconferma come l’evento più esclusivo di Milano: appuntamento da non perdere assolutamente, sia per la crême che per le celebrities desiderose di apparire ad ogni costo, in barba agli allarmismi. Come di consueto largo a pellicce, gioielli vistosi, smoking passepartout. Ma la classe sembra essere ancora una volta la grande assente, tranne rare eccezioni. Non convince Agnese Landini Renzi: la professoressa non brilla in fatto di stile e neppure l’abito in pizzo nero disegnato per lei da Ermanno Scervino riesce nell’ardua impresa di conferire femminilità alla First Lady italiana. Nude look e appeal sofisticato per l’abito monospalla dalle preziose lavorazioni in pizzo: ma il sex appeal resta la grande incognita.

Mood tirolese tra maxi gonna in raso verde en pendant con inedito papillon e bolero in pelliccia dello stessa nuance: è apparsa così Daniela Santanchè, a fianco del compagno Alessandro Sallusti. La sua è stata la mise che in assoluto ha destato più clamore da parte dei media, che non hanno perso occasione di criticarne il look alquanto improbabile. La parlamentare dal canto suo si difende strenuamente e cita il designer reo di aver scelto per lei il bizzarro outfit: trattasi di Diego Dossola, titolare della boutique Ultrachic, di Milano. Lo stilista, classe 1975, originario di Vimercate, è titolare insieme alla socia Viola Baragiola, della boutique sita nel cuore di Milano: il piccolo atelier propone capi ironici e divertenti, ma la mise sfoggiata dalla Santanchè non convince assolutamente.





Certamente nella Prima alla Scala non ritroviamo più nulla o quasi del glamour che caratterizzava tale evento nei tempi andati: e se la massima del “less is more” non ha mai trovato grande seguito tra le attempate signore del foyer, convinte da sempre che la mera ostentazione sia sinonimo di stile, è pur vero che ormai le vestigia di un tempo sono solo un ricordo lontano: per rendersene conto basta osservare nel parterre una Efe Bal in Roberto Cavalli con scollatura hot, intenta ad auspicare il ritorno alle case chiuse e la solita Valeria Marini, che punta tutto sul sandalo in vista, tra un’esplosione di botox e glitter all over. Sabina Negri, ex compagna del ministro Calderoli, sfila in un improbabile abito da dark lady: completano il look una serie di tatuaggi che inneggerebbero a suo dire alle religioni monoteiste, simbolo di pace in tempo di guerra. Risaliamo la china del bon ton con Giovanna Salza, moglie di Corrado Passera, che sfoggia un abito nero profilato di viola con annessa mantella, mise funzionale a nascondere le forme arrotondate dalla gravidanza. Nel parterre della serata evento anche couturier storici come Renato Balestra e Raffaella Curiel.

Spiccano come perle rare in questo ambaradan Nathalie Dompè, aggraziata come poche in un Valentino dalle suggestioni surrealiste, e Margareth Madè in Armani: l’attrice è stata la più fotografata della serata, insieme al nuovo fidanzato, il collega Giuseppe Zeno, anche lui vestito Giorgio Armani. Total look white e consueta classe per l’etoile Carla Fracci ed eleganza d’altri tempi per Roberto Bolle.

Vincitrice morale della serata Patti Smith: la diva della musica New Wave sfida l’etichetta e il bigottismo imperante sfoggiando con ammirevole nonchalance un berretto di lana, tailleur pantaloni e anfibi dal mood country. In un tripudio di botox il suo viso marcato da qualche ruga e i lunghi capelli lasciati grigi incarnano la classe di chi non ha nulla da dimostrare e ci impartiscono una grande lezione di stile. Meditate.


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