H&M e Wes Anderson: corto d’autore per Natale 2016

H&M ha pensato al regista Wes Anderson per firmare lo spot della campagna Holiday 2016, il suo titolo è “Come Togheter” e, differentemente dai precedenti, è un cortometraggio che s’ispira al principio stilistico del cinema d’autore.

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Così la maison svedese rinuncia al classico spot pubblicitario per affidarsi a personaggi anticonvenzionali, palette pastello, simmetrie perfette e attenta dedizione al dettaglio, punti cardine del cinema e dell’atmosfera andersiana.

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Il paesaggio invernale avvolge i passeggeri mentre sono diretti verso casa durante la notte di Natale.
L’ambiente descritto è quello di un treno nel quale i protagonisti son seduti in solitudine, ognuno di essi in singoli vagoni.
Ecco che, irrimediabilmente, s’impadronisce della scena un inconveniente: il clima invernale blocca i passeggeri in treno.
Non c’è rimedio al ritardo del treno che li riporterà a casa, eppure l’eccentrico Adrien Brody nei panni di capotreno decide di organizzare un insolito brunch a base di cioccolata calda per festeggiare il Natale.
Questa storia è più che mai attuale in questo momento, in cui tutti potremmo fare molto abbracciando uno sconosciuto“, aggiunge Brody.

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Pernilla Wohlfahrt, Head of Design e Creative Director di H&M, commenta il mood dell’intero corto: “Il viaggio in treno d’inverno, con la direzione di Wes Anderson, è lo scenario ideale per la collezione di Natale di H&M in cui si fondono capi dalla vestibilità comoda e allo stesso tempo elegante. Abbiamo mixato pezzi informali con dettagli chic, catturando il mood natalizio, che combina la voglia di vestirsi in modo raffinato, con la ricerca della comodità tipica di quando si sta in famiglia“.

Spot della Rai contro la violenza sulle donne, “è offensivo”

Per celebrare (commemorare?) la giornata contro la violenza sulle donne la Rai ha mandato in onda uno spot pubblicitario che è divenuto presto oggetto di critiche.

In scena i sogni, le aspettative e le speranze dei bambini che rispondono alla fatidica domanda: “che vorresti fare da grande?“.
Qualcuno dice “l’astronauta”, qualcun altro “il soldato”, “la maestra”, “il dottore” tranne un’ultima bambina, la sua risposta è: “quando sarò grande finirò in ospedale perché mio marito mi picchia“.

Una bellissima bambina dai capelli biondo miele sembra sapere quale sarà il suo destino citandolo con una naturalezza fuori misura.
Ma la violenza è un destino?

Le associazioni femminili e gli utenti che navigano in rete non sono d’accordo.
Si fa strada alla velocità della luce la risposta dell’utente Twitter #Non una di meno: “Alle bambine insegniamo la ribellione, non la remissione!“.
La stessa ha spedito poi una lettera a Monica Maggioni, presidente della Rai: “Questo video è offensivo e dannoso. Utilizza una bambina per dire a lei e alle sue coetanee che le toccherà una delle sorti più dolorose e difficili che possa toccare a una donnaLa violenza sulle donne non è un destino, non è una condanna, non è inevitabile…Il vostro spot dà per scontato che almeno una bambina da grande sceglierà un uomo violento per marito, che non saprà mettersi in salvo per tempo né chiedere aiuto, che non potrà scegliere la sua vita e il suo destino, che sarà picchiata e finirà in ospedale. Ancora peggio, che questa sarà la sua identità: gli altri faranno l’architetto, la veterinaria, la stilista, ma lei no. Lei sarà soltanto una moglie picchiata“.

La Rai ha scelto un canale di trasmissione di massa per condurre alla sensibilizzazione, eppure il messaggio non è stato decodificato da tutti allo stesso modo.
La violenza non è un destino, nessuna donna è destinata a soffrire, a essere umiliata, derisa, o nel peggiore dei casi, uccisa.

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Pronti per il Black Friday? Amazon propone il triplo delle offerte

Anche per quest’anno si è tutti in attesa del tanto citato Venerdì Nero, è il Black Friday ed è il giorno in cui è possibile sbizzarrirsi con lo shopping.
Tradizionalmente stabilito dopo il giorno del Ringraziamento, nasce negli Stati Uniti come giornata di sconti nella quale è possibile approfittare di diverse offerte con una durata massima di qualche ora.

Il suo nome deriverebbe dalla calca e dalla fila interminabile che ogni anno affolla i centri e i negozi delle catene più importanti.
La polizia di Philadelphia utilizzò “Black Friday” per esprimere il disagio provocato dal traffico e dagli ingorghi che si tengono durante il giorno dopo del giorno del Ringraziamento.
Dopo il Venerdì Nero, si tiene nel seguente lunedì il Cyber Monday, ovvero un ulteriore giornata di sconti ma solo in ambito ambito elettronico.

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In Italia questa tradizione è iniziata a spopolare pochi anni fa soprattutto nei negozi online come Amazon.it, che quest’anno ha prolungato gli sconti per un’intera settimana anticipando il Black Friday già dal 21 Novembre.
Le offerte sono previste fino a lunedì 28 Novembre, giorno del Cyber Monday.
Oltre a possedere una maggiore durata, gli sconti sono triplicati rispetto all’anno scorso aumentando, quindi, fino a 10.000 offerte.

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In poco tempo in Italia il Black Friday è diventato un appuntamento di riferimento per i clienti che hanno scoperto la comodità dello shopping online da casa o tramite smartphone, dicendo così addio alle lunghe code e alle attese. Infatti durante il Black Friday dello scorso anno abbiamo registrato una media di circa 7 ordini al secondo, segnando il giorno di maggiori vendite del 2015“, sostiene François Nuyts, Country Manager di Amazon Italia e Spagna.

Le offerte variano a seconda degli ambiti, con un’accurata ricerca è possibile trovare diversi sconti nel reparto di elettronica, informatica, giocattoli, attrezzi, cucina e cura della casa.

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Marella a Napoli, opening party del nuovo store con Luca Argentero

L’abbigliamento femminile di Marella, brand nato come collezione nel 1976 e come società autonoma nel 1988, si sposta in un nuovo store con sede a Napoli.

Il marchio facente parte di Max Mara Fashion Group, apre il suo nuovo flagship store in via Toledo, a Napoli, nel cuore della città.
Lo storico negozio di via Scarlatti non è più solo, è accompagnato da un nuovo punto vendita di 160 metri quadrati su due piani.

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L’idea strutturale dello store ricorda le forme, il colore, l’aspetto e il calore di una casa, di un contesto familiare e genuino. Il rosa è il protagonista della nuova immagine retail del brand assieme al grigio dei pavimenti, al rame e alle strutture in plexiglass.
Il concept store interpretato e firmato dallo studio CLS Architetti di Milano, emana un gusto e un sapore italiano glam chic.
Andrea Simonazzi, direttore Generale di Marella da aprile 2015, ha commentato: “Il retail diretto fa parte della nostra storia. Il nostro obiettivo è quello di aumentare il numero di store di proprietà nei prossimi anni, ad oggi circa 160 in tutto il mondo“.

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L’aumento dei punti vendita ha favorito l’aumento delle vendite stesse anche grazie al rinnovo del sito web che possiede una nuova e diversa impronta editoriale.
Inoltre, tra le città toccate dal brand, anche Treviso: è in corso l’apertura di un nuovo store con affaccio su Palazzo dei Signori, proprio nel cuore della città.

L’opening party esclusivo nel cuore della città di Napoli, ha visto la partecipazione di blogger, giornalisti, gente dello spettacolo e attori come Luca Argentero.
Tra uno scatto e l’altro, Marella ha presentato le sue collezioni.

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The Young Pope, Sorrentino e l’elogio dell’abbandono

Cast d’eccezione per The Young Pope, la serie tv scritta e diretta da Paolo Sorrentino, prodotta da Wildside, Haut et Court TV, Mediapro per Sky, HBO e Canal+.
Nelle vesti di papa Pio XIII, un giovane e attraente Jude Law.
In quelle del cardinal Voiello, una macchietta interpretata da Silvio Orlando e, dulcis in fundo, in quelle di Suor Mary, la bellissima e sempreverde Diane Keaton.

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Lenny Belardo (papa Pio XIII) è un giovane cinico eletto “per sorte” al conclave.
Le sue mire tendenzialmente assolutiste lo inquadrerebbero in una cornice oscura, mistica, a tratti incomprensibile.
Si presenta così, in maniera anticonvenzionale ma al contrario.
Chi non si aspetterebbe da un papa le buone maniere, l’affetto, la benevolenza, la comprensione?
Pio XIII non è nulla di tutto ciò.
Punisce, rimprovera, ammaestra, scandisce imperativi.
La tolleranza sfrattata, cede il posto al fanatismo, all’irriverenza, all’elogio del contrario.

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Ma prima d’essere papa, Lenny è un orfano.
Non lo è solo nella breve fase della crescita, lo è per tutta la sua vita.
Per tutta la durata della serie, Lenny è perseguitato dall’idea d’essere senza padre e senza madre, senza affetti, senza radici, idea che si rafforza con la mancanza di un credo definito al quale non può appartenere perché invisibile ad occhio nudo.
L’assenza dell’elemento genitoriale si svela nell’inquietudine dell’esistenza e nell’idealizzazione del ruolo materno che sposta il suo centro libidico sulla figura di Suor Mary.

Ma l’abbandono, espresso come un grido solitario nella notte, sembra non avere risposte.
L’amore e il dolore sono due facce della stessa medaglia, compatibili e costanti.
L’amore, così come il dolore, è mancanza, è il rifiuto della risposta materna.
Questo è il nesso del dialogo sull’aborto nel quale Lenny cita: “Nell’aborto sono tutti colpevoli, tranne la donna. E se fosse così per tutto? Se nelle cose della vita fossero tutti colpevoli tranne che la donna?“.

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Il disincanto e i limiti della razionalità spazzano via l’artificio del papa oscuro, incline al nascondimento, e danno il benvenuto a un papa amorevole, sensibile, mai esibizionista, sempre severo ma sorridente.
Lenny non può amare, Lenny vuole essere amato.
Il verbo appartenere è declinato secondo la dicotomia tra uomo e Dio, esistente e inesistente, presenza e assenza, bipartizione inconciliabile che fa dell’inadeguatezza il motore degli eventi.
Sorrentino utilizza i meccanismi del potere di un’istituzione sacra e moraleggiante per poter descrivere la tragedia dell’esistenza umana, sola, disillusa, inquieta.

“Cosa desiderava essere da bambino?
Volevo solo essere un bambino“.

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Moncler, la filosofia della maison: nuovo flagship store a New York

Moncler, l’azienda tessile specializzata in abbigliamento invernale, apre un flagship store a New York.
La marca di piumini conserva la stessa produzione tenendo sempre a mente l’evoluzione da semplice marchio a global trend.

Ma tra le parole chiave dell’azienda, “innovazione” e “scelta” sembrano essere quelle più utilizzate.
Renzo Ruffini, Chairman e Managing Director di Moncler, esprime queste due caratteristiche in un’ottica che fa da contrasto tra la ricerca e la tradizione: “Negli ultimi anni abbiamo lavorato moltissimo sulla tecnologia e sulla ricerca, in particolare di materiali sempre più leggeri, in grado di rendere il piumino un prodotto adatto ad ogni stagione e ogni zona geografica. La scelta più forte è stata quella di fare poche cose ma fatte bene: Moncler non ha ceduto alle lusinghe di sfruttare il brand allargando la gamma di prodotti. La segmentazione della marca è stata un boom degli anni ’80, oggi il cliente vuole unicità e qualità“.

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Allora perché continuare ad aprire nuovi flagship store?
La risposta dell’azienda risiede nell’esigenza di comunicare direttamente con il cliente consumatore che può rivolgersi a un team di professionisti Moncler per ogni occasione.

All’inizio non eravamo abbastanza vicini al consumatore, perché la necessità era di riorganizzare l’azienda. L’apertura dei negozi ci ha fatto capire l’importanza di capire a fondo il cliente per soddisfare le sue esigenze: per avere successo bisogna creare esperienze diverse in ogni città e non presentare un prodotto standardizzato o stereotipato. Moncler cerca di fare prodotti che non seguano le tendenze della moda, ma le necessità del consumatore: ad esempio prodotti adatti per chi viaggia, con modalità d’uso estremamente versatili“, continua Ruffini.

Comunicazione diretta, presenza, inutilizzo di intermediari fa di Moncler un’azienda in grado di soddisfare il consumatore locale.
Ruffini afferma: “Non credo al ‘see now, buy now’, il ciente va coinvolto in altri modi“.

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Uno di questi è dare spazio al brand in diverse città, ecco che Moncler apre il primo flagship store a New York in Madison Avenue.
In occasione di questo evento, l’azienda ha prodotto una collezione di 28 piumini in edizione limitata venduti sul sito ad essi dedicato.
Special Collection designed by Thom Browne è il nome della capsule collection che destinerà il suo ricavato alla organizzazione Roobin Hood.
Inoltre, per festeggiare ulteriormente questa nuova apertura, Moncler ha prodotto “Brave“, lo short movie girato dal regista newyorkese Spike Lee con protagonisti i ballerini Lil Buck, John Boogz e Damaris Lewis.

Date le direttive del brand, sembrerebbe essere sempre in espansione.
In linea d’onda con questa filosofia della maison, ci sarebbe da chiedersi: “E in Italia?
Ruffini risponde: “Per quanto Milano continui ad essere una piazza importante, le città d’arte, come Venezia e Firenze, stanno crescendo sempre di più“.
Che questa crescita possa essere il pretesto di nuovi punti vendita?

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PETA Fashion Awards, la moda vegana e attenta ai diritti degli animali

PETA, ovvero People for the Ethical Treatment of Animals, è un’organizzazione che comprende più di 5 milioni di soci e sostenitori.
L’obiettivo dell’organizzazione è quello di difendere i diritti degli animali nel mondo.

PETA opera attraverso l’istruzione pubblica, le indagini sulla crudeltà dell’uomo nei confronti degli animali, la ricerca, le leggi statali, gli eventi speciali, il coinvolgimento di celebrità e le campagne di protesta e concentra la sua attenzione su quattro aree fondamentali accusate di provocare sofferenza agli animali per periodi molto lunghi: il settore alimentare, il settore del commercio e dell’abbigliamento, i laboratori e il settore dello spettacolo.

Al termine dei PETA Fashion Awards, il gruppo animalista ha annunciato i brand e i designer della moda animal-friendly.
Il premio di Stilista dell’Anno è stato vinto dalla designer Stella McCartney per lo spot pubblicitario “Senza pelle, piume o pelliccia” del 2014 e per il suo assiduo impegno nella gestione del benessere degli animali, mentre il Gruppo Armani, avendo rinunciato all’utilizzo delle pellicce, ha vinto il premio per il Momento Più Importante per la Moda.
La moda eco e animal friendly ha ottenuto il suo successo anche nelle calzature “sexy e sostenibili” come quelle vegane di Amélie Pichard x Pamela Anderson. Le calzature hanno vinto il premio come Migliore Collaborazione.

Mimi Bekhechi, direttore per i programmi internazionali della PETA, si è espressa così: “I vincitori hanno dimostrato che la compassione è il futuro della moda, come dimostra anche la crescita della domanda per i modelli innovativi che non usano prodotti animali. Gli stilisti di oggi stanno sperimentando materiali vegani che sono sostenibili e all’avanguardia, e offrono una vasta gamma di prodotti favolosi cruelty-free disponibili sia nei negozi low cost che nelle boutique di lusso“.

Hanno fatto seguito ancora bei momenti per la moda ecologica e solidale, uno di questi è stato successivo alla denuncia da parte della PETA sulla crudeltà del procedimento di utilizzo di animali.
A favore di ciò, alcuni tra i più noti brand come Topshop, ASOS, Dr Martens, Primark e Oasis, si sono impegnati a non utilizzare più le piume nelle loro collezioni.

Tra i vincitori, compare anche il nome di Liberty, premiato come Retailer di Lusso Più Progressista per la sua presa di posizione contro la pelliccia e le pelli esotiche, Rombaut come Miglior Stilista Esordiente per la sua linea moderna di calzature unisex,Ruby + Ed come Migliore Marchio di Pellicce Sintetiche per le giacche bomber personalizzate, risultate tra le preferite della Settimane della Moda, Denise Roobol premiata come Migliore Collezione di Pelle Esotica Vegana per la microfibra in rilievo di finti coccodrillo e struzzo, Melie Bianco per i Migliori Accessori grazie alle sue borse ecologiche ed animal-friendly, Vaute come Migliore Marchio Wool-Free (Senza Lana) per i maglioni intrecciati in cotone riciclato, Bourgeois Boheme per le Migliori Scarpe Cruelty-Free per le sue collezioni artigianali, e Flocus che ha vinto il Premio Innovazione per aver creato il kapok, un’alternativa alle piume realizzata con la fibra di semi naturali.

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BookCity Milano, il fascino della cultura e del sistema editoriale

La lettura e i lettori sono i protagonisti del progetto BookCity Milano, voluto dal Comune di Milano e dall’Associazione BookCity Milano – Fondazione Corriere della Sera, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Fondazione Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Maur -, sostenuta inoltre da l’AIE – Associazione Italiana Editori – e da l’ALI – Associazione Librai Italiani-.

Il quarto anno dell’iniziativa milanese che verte sulla cultura e sulla diffusione del libro è fortemente voluto da editori italiani e protagonisti del sistema editoriale.
La manifestazione si srotola in tre giorni per tutta la città e ne conserva un quarto dedicato alle scuole.

Quali sono, quindi, gli obiettivi di BookCity Milano?
BookCity si prodiga per ottenere una dimensione metropolitana capace di aprirsi a una fruizione nazionale e internazionale, dare visibilità a Milano come centro della produzione editoriale, proporre la lettura come esperienza di valore, coniugare innovazione e tradizione, accompagnando la trasformazione sia delle filiere produttive sia dei comportamenti e delle forme di lettura, nella direzione dello sviluppo di prodotti e servizi realmente innovativi, capaci di fornire occasioni di lavoro e di crescita.

BookCity si espande per diversi temi: scienze naturali, fisica, chimica, matematica, filosofia, psicologia, religione, spiritualità, sport, viaggi, cibo, cucina, narrativa e poesia dall’Italia e dal mondo, arte, fumetto, illustrazione, fotografia, editoria, digitale, premi letterari, traduzione, eventi speciali, società, economia, attualità, lavoro, cinema, radio, teatro, televisione, musica, eventi nelle università e per bambini.

La kermesse del libro si terrà dal 17 al 20 novembre e vedrà progetti come quello di 18 novembre ore 20:00: “In ricordo di Dario Fo. L’universo impossibile: l’origine della specie umana e Darwin secondo Fo“.
Parteciperanno Jacopo Fo e Gianni Barbacetto con letture e interventi di Michela Casiere, Mario Pirovano, Jacopo Zerbo.
L’evento si terrà al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci, Auditorium, Via San Vittore 21, Milano.

O ancora “Fotografia e giornalismo: il ruolo dell’immagine nell’informazione oggi“, 18 novembre ore 15:30.
Parteciperanno Isabella Balena, Monika Bulaj, Andrea Cancellato, Gianluigi Colin, Mimmo Jodice, Uliano Lucas, Piergaetano Marchetti, Arturo Carlo Quintavalle, Ferdinando Scianna, Vincenzo Trione, Antonio Troiano.
L’evento a cura di Fondazione Corriere della Sera e la Lettura, si terrà alla Triennale di Milano, Teatro dell’Arte, viale Alemagna 6, Milano.

E così anche 20 novembre ore 15:00 con l’evento “La “svergolata” città dell’Ingegnere. Milano secondo Gadda” che cita: “Milano è città, per Gadda, di nascita e non di elezione, d’amore viscerale e di odio, criticata, spesso dissacrata, e insieme celebrata.
Questo itinerario, attraverso i luoghi e le parole dell’autore stesso, ci condurrà alla scoperta di vari aspetti della sua vita e della sua opera e si concluderà con la presentazione del libro La svergolata Milano di Carlo Emilio Gadda, di Lucia Lo Marco, edito da Perrone Editore
“.
Francesca Calorio, del giovane collettivo milanese, spiega:”Lo abbiamo scelto perché è un autore dall’ironia raffinatissima, che descrive Milano con uno sguardo davvero originale. Nei suoi brani i ricordi di infanzia e gioventù si mischiano a un giudizio caustico sulla città nel suo aspetto architettonico e sul carattere dei suoi abitanti. È anche un’occasione anche per mostrare la Milano di un tempo, così diversa da quella che conosciamo oggi e per certi aspetti ancora così vicina“.

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Pitti Uomo ’17: la dedica a Ciro Paone, fondatore di Kiton

Dal 10 al 13 gennaio 2017 si terrà il Pitti Immagine Uomo 91, la rassegna tutta al maschile delle ormai consolidate Fashion Week.
In questa occasione, verrà reso un tributo speciale a Ciro Paone, fondatore della sartoria industriale e casa di moda napoletana Kiton.

La maison Kiton procede per unicità dagli anni della sua nascita, produce infatti abiti esclusivi ed artigianali che variano il loro prezzo dai 5.000 ai 15.000 dollari.
Ogni abito – ne vengon prodotti solo 18.000 l’anno – è cucito e curato da un team di 45 sarti.
Uno dei modelli più celebri di casa Kiton è quello del K-50 che richiede 50 ore di lavoro e possiede un prezzo di 50.000 dollari.

L’evento all’interno del Pitti dedicato a Ciro Paone s’intitolerà “Due o tre cose che so di Ciro“, ad opera di Angelo Flaccavento che ne ha curato il progetto espositivo.
L’evento verterà sul simbolo della moda italiana cucita sulla figura di Ciro Paone e sulla sua passione per il buon vestire.

Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine, sostiene: “Per noi di Pitti Immagine, Ciro Paone è sempre stato un riferimento di simpatia, eleganza, visione e coraggio e il suo lavoro un esempio di ricerca e al tempo stesso di salvaguardia della tradizione. Rappresenta il meglio della sartoria contemporanea, e al tempo stesso uno degli imprenditori più illuminati della moda italiana: una storia che parte da Napoli e da qui va alla conquista del mondo. Due o tre cose che so di Ciro sarà un’immersione nel gusto, nella passione e nell’indefessa dedizione alla causa del bello, che attraversano la vita e la carriera di Ciro Paone. Un ringraziamento dovuto a lui e alle persone che con lui condividono questa storia aziendale, per quanto hanno fatto e faranno in futuro“.

Aggiunge Antonio De Matteis, Ceo di Kiton:”Da parte mia e di tutta la famiglia Paone confermo che questa mostra dedicata a mio zio è un onore immenso, perché Ciro Paone è la persona che più di ogni altra ha influito sulla nostra vita, sul nostro modo di pensare e ci ha insegnato con dedizione e passione il suo credo. Ringraziamo Pitti Immagine, tra le manifestazioni internazionali leader per la moda Uomo, per aver creduto in Kiton dagli esordi e per averci offerto uno scenario così prestigioso. Il modo in cui Pitti ha saputo rinnovarsi negli ultimi anni conferma che chi la gestisce ha fatto un lavoro davvero eccezionale“.
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fonte foto: YouReporter.it
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fonte foto: Kiton
fonte foto: Kiton

Elena Iachi, la collezione per la primavera/estate 2017

Elena Iachi, brand nato nel 2011 dalla storica azienda marchigiana Strategia, ha dato avvio alla sua nuova collezione per la primavera/estate 2017 questo 8 novembre 2016.
La filosofia del brand consiste nel comporre calzature uniche coniugate alla moda del momento.
Inoltre, è possibile approfittare della vasta produzione di tronchetti, sneakers e sandali per poter scegliere tra questi quello più incline al proprio stile.


La collezione per la primavera/estate si articola in un ampio numero di capi, sviluppando sia diversi nuovi temi che arricchendo filoni già seguiti in passato.
In particolare si nota un richiamo agli anni ’70 attraverso l’introduzione di diversi dettagli e passamanerie che si rifanno ad uno stile gipsy-chic.
Il denim compone diverse calzature, viene infatti largamente utilizzato sia in sneakers che in sandali e tronchetti declinati sia nella versione classica che in quella grigia o nera.
I broccati vengono impiegati con stampe intense e colorate o in maniera più semplice.
Patches dal gusto divertente arricchiscono sneakers e sandali, i quali vengono proposti anche in fini pellami intagliati.


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I più bei 10 choker della collezione di Zara 16/17

La choker mania ha contagiato tutti senza dimenticare nessuno, neppure il colosso spagnolo Zara.
Così questo oggettino da legare al collo rappresenta una rinascita, in parole più semplici un nuovo modo di riappropriarsi di ciò che è vecchio, ritornando in voga dagli anni ’90.


Quando una nuova moda sgomita per le strade, è difficile farne a meno.
Infatti tutte le donne, o quasi, di qualsiasi età lo indossano con disinvoltura su ogni tipo d’abito possibile ed immaginabile.
Eppure, questo collarino così amato possiede un dress code da non sottovalutare.


L’unica certezza risiede però nel fatto che sia un oggetto tanto praticato quanto desiderato.
Zara propone un abbinamento composto da un choker e da un ulteriore accessorio coordinati in diversi “chocker pack“, ecco i 10 più belli.


1. Il primo choker pack è composto da un laccetto molto lungo con copertura color oro in estremità e da un collarino lunghezza collo con catenelle.
Il suo prezzo è 15,95 euro.


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2. Il secondo choker pack è composto da un primo choker in velluto rosa antico con luminosi inserti floreali e da due collanine gioiello.
Il suo prezzo è 17,95 euro.


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3. Il terzo choker pack è composto da due choker in pizzo e da un altro choker che è declinato sottoforma di una serie di brillantini.
Il suo prezzo è 12,95 euro.


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4. Il quarto choker pack è composto da un primo choker di tessuto nero, un secondo choker in color oro e da una collana lunga con pendente.
Il suo prezzo è 15,95 euro.


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5. Il quinto choker pack è composto da un choker di tessuto nero e da una collana lunga con pendente a forma di stella.
Il suo prezzo è 15,95 euro.


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6. Il sesto choker pack è composto da un primo choker laminato e da un secondo choker multicolor con sfere.
Il suo prezzo è 15,95 euro.


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7. Il settimo choker pack è composto da un choker in strass con pendenti a forma di stelle e da un laccetto in velluto.
Il suo prezzo è 15,95 euro.


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8. L’ottavo choker pack è composto da un choker molto lungo in velluto rosso con piccoli inserti luminosi a forma di cuore o stella e un choker corto con unico inserto a forma di cuore sempre in velluto rosso.


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9. Il nono choker pack è composto da un choker in tessuto nero con anello che congiunge i due lembi del collarino e un choker sottoforma di laccio.
Il suo prezzo è 15,95 euro.


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10. Il decimo choker pack è composto da due lembi di choker in tessuto nero congiunti da un laccio a forma di fiocco. Le due estremità del choker posseggono inserti luminosi a forma di fiore.
Il suo prezzo è 17,95 euro.


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