Marco Michieletto: siamo quello che fotografiamo

Nel corso della sua vita, Marco Michieletto ha fatto della fotografia la sua più grande passione. Egli non si limita soltanto a ritrarre incantevoli donne, ma mira ad imprimere in immagini molto di più: gesti, sguardi, fascino e personalità.


Cos’è per lei la fotografia?


Per me, la fotografia è come se fosse un figlio: gioia, dolori, molti pensieri e una spinta motivazionale continua. Non riesco a restare un solo giorno senza studiare una foto, sfogliare un libro o discuterne con gli amici. E’ una buona abitudine che quotidianamente mi crea interesse e arricchisce lo spirito.


tumblr_nakmeoDadJ1qjno48o1_1280


Come si pone verso l’errore?


L’errore fa parte delle mie foto; nonostante io sia un perfezionista nel lavoro, nella fotografia amo la spontaneità. Dunque, se apprezzo l’espressione, il momento, la luce, non mi soffermo troppo a guardare la mano tagliata o la piega del pantalone messa male. Personalmente, ritengo che i dettagli che contano nella buona fotografia siano differenti da quelli che comunemente si è portati a criticare.


tumblr_ncdb19mh871qjno48o1_1280


Quanto conta per lei la tecnica?


Personalmente, la tecnica non conta nulla. Non ho mai usato un flash in vita mia, così come non uso pannelli e post-produco il minimo indispensabile; se posso, lo faccio fare ad altri. Per me la fotografia è altro: prendere una modella, farle dimenticare che ho una macchina fotografica in mano ed entrare in stretto contatto con la sua personalità. Per me, la fotografia è tutto quello che riesce a trasmettermi con il viso o con il corpo, nel modo più naturale possibile; si può trattare di un gesto, una movenza o un pensiero. E’ in base a questo ragionamento che arrivo ad affermare che la tecnica, per me, non conta. Avrei risposto diversamente se non mi avesse chiesto “per lei”.


tumblr_nfpue34us31qjno48o1_1280


Cosa c’è di autobiografico nelle sue immagini?


Tutto quanto. Sono un forte sostenitore della frase “siamo quello che fotografiamo“. Guardando una foto, spesso mi diverto a capire la personalità e l’educazione del fotografo che l’ha prodotta. Ho ben chiara la mia, ma mi fermo qui.


tumblr_nibxzo1vCb1qjno48o1_1280


Le donne che lei fotografa sono estremamente sensuali, pur rimanendo eleganti. Qual è l’aspetto che vuole catturare maggiormente in una donna?


La semplicità. Oggi le donne sono come un prestigiatore: vivono su Instragram e tentano di incantarti con tutti i filtri a disposizione. Io voglio prendere il loro cappello e guardare cosa c’è nel doppio fondo.


tumblr_nl9kvu56Sy1qjno48o1_1280


Ha sempre affermato di aver voluto separare la fotografia dal suo lavoro. E’ contento di questa scelta?


Assolutamente sì. Conosco molte persone che hanno mollato il loro lavoro per diventare fotografi. Hanno gli stessi problemi e gli stessi problemi che ho io nel mio, con la differenza che non fotografano più per divertirsi. Io fotografo per puro piacere, quando, con chi e come voglio; il fatto di non dover render conto a nessuno di ciò che si fotografa è una libertà impagabile.


tumblr_nnw674Z8u61qjno48o1_1280


Le sue modelle ricordano molto le dive di un tempo. C’è qualcuna di loro a cui s’ispira?


Jane Birkin.


tumblr_oesilxPeua1qjno48o1_1280


Se dovesse associare una sola parola alla sua fotografia, quale sceglierebbe? Perchè?


Sarò banale e ripetitivo ma direi “semplicità”, poiché sono io attraverso i miei click.


C’è un fotografo che ammira particolarmente?


Indubbiamente, Jerry Schatzberg.


tumblr_onhn8jRMBZ1qjno48o1_1280


Le è mai successo d’ispirarsi a un libro o ad un film mentre fotografa?


Credo che inconsciamente io lo faccia ogni volta. Sfoglio molti libri e divoro film come patatine; credo sia impossibile non essere influenzati da queste abitudini.


Osservando la fotografia di Marco Michieletto, è impossibile non notare la singolare eleganza delle sue donne che appaiono estremamente sensuali, grintose e semplici al tempo stesso. Le sue immagini si contraddistinguono, pertanto, per un linguaggio proprio, deciso e raffinato. Servendosi di esso, l’autore rappresenta il corpo femminile in maniera spontanea, senza troppi artefici e nel totale rispetto della personalità delle modelle.

Les Copains tra tradizione e folklore – Spring Summer 2018

Gitana e ancorata alle tradizioni, la donna Les Copains per la Primavera Estate 2018 sfoggia un’estetica folk contaminata dallo urban.

Bohémien nelle strade messicane, la donna Les Copains veste con semplicità abiti che rievocano la tradizione, nell’iperdecorativismo ricercato, nell’uso di accessori e di colori della terra mescolati ai più accesi quali i fucsia e i rossi.

Lo scenario è quello urbano ma intellettuale di Louis Barragan, famoso architetto messicano, che con l’uso di tinte molto intense e di geometrie nette, tagliate, ha lasciato traccia di numerose opere di ambientazione surreale.



La città come Barragan la immagina e la compone, si fa strada sul corpo della donna, che diviene un tutt’uno con l’ambiente. Il cielo è la maglia che indossa, i muri taglienti le gonne e le striature delle strade, gli stivali che le percorrono.



Scaramantiche, ça va sans dire,  portano al collo monili di nobili artigiani, pietre e metalli ed amuleti, scivolano poi le organze di seta, volteggiano le pieghe in chiffon, le bande bicolor vengono ricamate a punto croce, le tuniche in mussole seta-cotone ci ricordano la freschezza della stagione.


E’ una femminilità non banalizzata né idealizzata quella di Les Copains SS2018, ma attenta al dettaglio, con delicati tocchi di eccentricità personale, che si fanno spazio nella libertà delle scelte e in quella che gli abiti regalano.

Non teme l’uso degli orpelli muliebri né di quelli maschili, via libera quindi a fiocchi e cappelli, ma anche agli stivali da cow-boy. I contrasti diventano il nuovo linguaggio.



Sfoglia la collezione Les Copains Spring Summer 2018:



Leggi anche:

ALBERTA FERRETTI, IL RITORNO ALLA SEMPLICITÀ – COLLEZIONE SS 2018

DAGLI ABISSI MARINI, LA DONNA SPRING SUMMER 2018 DI ALBERTO ZAMBELLI

EL DORADO, L’EDEN DI PICCIONE.PICCIONE – PRIMAVERA ESTATE 2018

LA DONNA ESOTICA DI CRISTIANO BURANI – COLLEZIONE SS 2018

NEOCLASSIC MODERNISM FASHION EDITORIAL

Oriente ed arte arte antica dell’ikebana, l’equilibrio Byblos SS2018

Oriente, rigore, compostezza – le parole chiave della nuova collezione Primavera Estate 2018 Byblos.

Dall’arte antica dell’ikebana, la disposizione dei fiori recisi, un tempo offerti agli déi poi divenuta vera e propria vocazione artistica, trova terreno ispirativo il brand Byblos.

La forza della bellezza e la caducità del fiore strappato, la consapevolezza della donna samurai e l’arrendevolezza della geisha, il rigore e la passione, sono i contrasti i veri protagonisti della collezione Spring Summer 2018.


Un orient ride che incontra l’iperfemminilità japan e la comodità occidentale, antipodi che si sposano intrecciando stili e tessuti, trame e intrecci. Spalle in vista e fiocchi di seta, cinture che incastonano scollature e avvolgono il corpo segnando il punto vita; dolci i plissé e più vibranti i cromatismi degli abiti, tracce di colore grafico.

Morbidi gli abiti longuette, trasparenti, volumi vaporosi che lasciano libero il corpo, giacche di ispirazione militare, ampie e con maniche a cerchio.

Del Sol Levante ci sono gli equilibri: non potevano mancare i bianchi e neri, simmetrie, microgeometrie, cerchi e righe, delicati fiori impreziosiscono fianchi e spalle, i tocchi leggeri di verde ricordano quei gambi che si alzano dai vasi, ergendosi verso lo spazio.



Dai pantaloni diritti spuntano i divertenti inseriti in vinile sui fianchi, la palette colori è luminosa nei verdi tendenti al lime, caldi negli amaranto e fucsia, con rilassanti toni naturali che vanno dal cipria cosmetic al nude.



Guarda la collezione Byblos Spring Summer 2018:



Potrebbe interessarti anche:

BYBLOS TRA ROTHKO E NOLAND – COLLEZIONE AUTUNNO/INVERNO 17/18

BYBLOS CREA UNA COLLEZIONE LEGGERA COME L’ARIA – PRIMAVERA ESTATE 2017

ALBERTA FERRETTI, IL RITORNO ALLA SEMPLICITÀ – COLLEZIONE SS 2018

DAGLI ABISSI MARINI, LA DONNA SPRING SUMMER 2018 DI ALBERTO ZAMBELLI

LA DONNA ESOTICA DI CRISTIANO BURANI – COLLEZIONE SS 2018

EL DORADO, L’EDEN DI PICCIONE.PICCIONE – PRIMAVERA ESTATE 2018

Dagli abissi marini, la donna Spring Summer 2018 di Alberto Zambelli

E’ dalla natura che emergono le donne Alberto Zambelli SS 2018, esattamente dai profondi abissi marini.

Un incontro tra i due elementi acqua e terra, fatto di forme e consistenze diverse, di materiali palpabili e impalpabili, una ricerca di masse e linee, un viaggio per mare, tra immersioni e respiri a pelo d’acqua.

La Primavera Estate 2018 di Alberro Zambelli si sveste di veli, di tessuti trasparenti e pregiati, sottili come la pelle di un pesce, invisibili come meduse, luminosi come pesci abissali.



I bianchi sale illuminano sufi-tuniques in popeline e gli abiti dai generosi drappeggi sul retro, i ricami dai fili dorati di conchiglie, regalano l’aria regale anche nelle notti più scure,  jacquard moire’ tramati ottoman e organze disegnano macro rouffle e balze oversize.

Untitled-2


Flessibili come delle spugne, gli abiti Alberto Zambelli incantano per la loro elegante leggerezza, i plissé avvolgono e dialogano con il corpo della donna, che si muove soave come una sirena.

Le fasce multiple scandiscono capi a scatola in crepe aurei accoppiati e laserati al vivo. Check aristocratici incontrano i pizzi deco’ in capispalla e tuniche minimali, ampissimi colli diventano carrè appoggiandosi sulla spalla in stampe damier.

Untitled-3


E’ un aprirsi e chiudersi, un abbracciare e ritrarsi, il movimento continuo delle spugne che si dissetano per poi pietrificarsi fuori dal loro habit, la collezione Alberto Zambelli Spring Summer 2018.
I colori: ematite, bianco aurea, bianco sale, carta da lucido, blu laguna, nude cosmetico, arancio tonico.


Guarda qui la collezione Alberto Zambelli Primavera Estate 2018:



Potrebbe interessarti anche:

PETRA VON KANT RIVIVE NELLA COLLEZIONE ALBERTO ZAMBELLI FW 17/18

SFILATA ALBERTO ZAMBELLI AUTUNNO INVERNO 2016/17

FASHION EDITORIAL “JUSTIFY MY LOVE” STARRING JUSTINE MATTERA

LA DONNA ESOTICA DI CRISTIANO BURANI – COLLEZIONE SS 2018

ALBERTA FERRETTI, IL RITORNO ALLA SEMPLICITÀ – COLLEZIONE SS 2018

LA DONNA METALLICA DI RICOSTRU – COLLEZIONE SS2018

EL DORADO, L’EDEN DI PICCIONE.PICCIONE – PRIMAVERA ESTATE 2018

ALBERTO ZAMBELLI COLLEZIONE AUTUNNO/INVERNO 15/16

NEOCLASSIC MODERNISM FASHION EDITORIAL

Qual è “L’altra metà della storia”?

Tony è un anziano signore, burbero, intollerante, impacciato con la figlia che decide di fare una inseminazione artificiale, divorziato ovviamente, si direbbe sociopatico con una tendenza a vivere nel passato. Un nostalgico.

Da quando ha raggiunto l’età della pensione, ha aperto, in un angolo di Londra, un piccolo negozio di fotocamere Leica usate, che vende e propone con la passione di chi quella passione gliel’ha trasmessa. E in genere in questi casi si tratta di donne. La sua ha il nome di Veronica, la ragazza con cui stava ai tempi dell’università, una misteriosa bionda, cinica, fredda, diretta, cruda, con la passione per la fotografia, per l’appunto.

Questa donna, che da adulta assume il volto di Charlotte Rampling nel film, dagli occhi segnati dal tempo, lo sguardo sempre severo e quell’allure enigmatica, sfingea, consegnerà a Tony una lettera relativa alle volontà testamentarie della madre, che avrebbe voluto lasciargli il diario personale di Adrian, il suo migliore amico.
Tony è quindi costretto a fare un rewind di ricordi, gli anni giovanili, l’amore mai consumato con Veronica, la madre di lei, bizzarra, a tratti infantile, seduttiva, l’amicizia con Adrian e quel traumatico momento in cui gli confesso’ di essersi innamorato della sua bella e impenetrabile Veronica.

TSOAE_12SEP2015-RV_1882

Cosa sia successo in quell’arco di tempo, nelle vite dei protagonisti, non ci è dato saperlo, ma dai ricordi di Tony scopriamo che il suo migliore amico si è suicidato, quel ragazzo introverso che definiva la storia come “qualcosa che è successo”, che parlava di suicidio di un ex compagno di scuola perchè aveva scoperto la sua lei incinta, quel giovane biondo dagli occhiali da secchione, dietro cui si celano problemi irrisolti, che ha deciso di suicidarsi tagliandosi i polsi, con una collezione di lamette ben affilate.

laltra_met_della_storia_billy_howle_joe_alwyn

Tony non leggerà mai quel diario, Veronica si rifiuterà di consegnarglielo. Nel frattempo la nascita del nipote lo addolcisce, la vicinanza dell’ex moglie lo consola e la scoperta di un figlio di Sarah, la madre di Veronica, quella madre malata, bambina, che lascia in eredità alla figlia un fratellastro con problemi di handicap, lo frastorna e lo copre di sensi di colpa. Da questi, difficile separasene. Il senso di colpa è come una colla a lunga tenuta, nemmeno le intemperie lo sciolgono via. E’ lì, dentro di te, e torna a farti visita, quando qualcuno di importante sparisce dalla tua vita, quando il destino decide di portartelo via o quando il vento decide che è arrivato il momento di riflettere e te lo riconsegna come una foglia secca d’autunno, svolazzante qua e là per le strade, per poi capitare proprio tra i tuoi piedi.

Tony capirà qual è per Veronica, il peso di quel fratellastro tanto somigliante ad Adrian.
No, non puoi capire” sarà la risposta severa.
Perchè il dolore, a differenza dell’amore, non è condivisibile. Purtroppo.

maxresdefault

L’ALTRA METÀ DELLA STORIA regia di RITESH BATRA

dal romanzo di Julian Barnes Il senso di una fine, pubblicato in Italia da Einaudi 

con JIM BROADBENT, CHARLOTTE RAMPLING, HARRIET WALTER, MICHELLE DOCKERYEMILY MORTIMER, MATTHEW GOODE

uscita  nelle sale il 12 ottobre 2017

Altre recensioni:

“QUELLO CHE SO DI LEI” LA VITA E LA MORTE NEL FILM DI PROVOST CON CATHERINE DENEUVE

L’INGANNO DI SOFIA COPPOLA, LA FOLLIA OMICIDA DEL DESIDERIO

THE READER – A VOCE ALTA – COSA È PIÙ FORTE? IL SENSO DI COLPA O LA VERGOGNA?

PSYCHO A CONFRONTO, DA HITCHCOCK A GUS VAN SANT FINO ALLA VISIONE PIÙ MODERNA DI PAOLO RANIERI

L’OTTAVA NOTA – SE LA PRENDI, SEI DESTINATO A PERDERLA

Piero Gemelli: la fotografia di moda racconta un mondo e modi in “apparizione”

Attualmente, Piero Gemelli è considerato uno dei fotografi italiani più importanti a livello internazionale. È noto come fotografo di moda grazie alle innumerevoli campagne e immagini pubblicitarie che ha curato per marchi prestigiosi come Coveri, Shiseido, Revlon, Gucci e Ferrè. L’esperienza a Parigi, New York a Londra è stata particolarmente incisiva per la definizione e il maturare di un linguaggio proprio.


Le sue fotografie trasmettono un senso di solennità ed equilibrio. Qual è o quali sono gli aspetti a cui presta più attenzione mentre fotografa?


Solennità ed equilibrio sono due “sentimenti” che vorrei davvero mi appartenessero. Li sento miei anche se li inseguo e cerco in ogni mia visione e in ogni soggetto che si offre o che scelgo davanti ai miei occhi, ai miei desideri.
La mia formazione è nell’Architettura anche se, appena agli inizi della professione, è stata messa in disparte per la Fotografia; quest’ultima si è offerta come strumento più agile, di grande soddisfazione, di scoperta e racconto di sé.
Io credo che l’attenzione che dai al lavoro che fai debba essere naturale, istintiva e non troppo controllata. L’unico controllo che è giusto e doveroso operare è quello relativo all’esecuzione tecnica di ciò che si produce. Se l’idea ha un valore è anche grazie alla tecnica, corretta e controllata, con cui è prodotto.


2012©PieroGemelli- no any other usage is allowed,image can not be reproduced or downloaded for any purposeÊ without prior written authorization by Piero Gemelli


Quando e come nasce la sua passione per la fotografia? Ce ne può parlare?


Ho iniziato a fotografare da ragazzino per ricordare viaggi, momenti di festa, genitori, per poi passare al liceo, a fotografare compagni di scuola e le prime fidanzatine. In quei ritratti ho introdotto l’emozione e il coinvolgimento emotivo. Oggigiorno, anche nel lavoro più strettamente professionale, cerco di mantenere sempre quello stesso coinvolgimento affinché l’atto fotografico possa essere occasione di conoscersi e raccontarsi.


Quali sono i fotografi che attualmente reputa fonte d’ispirazione?


L’ispirazione credo che nasca da una sintesi di tutto quanto è visto e vissuto, e fare nomi di possibili artisti come fonte di ispirazione non credo sia esaustivo; alla fine, tutto e tutti possono ispirare così come nessuno può risultare fonte d’ispirazione. Ogni lavoro, ogni fotografia, così come ogni prodotto artistico anche di non fotografi, lavorano nel tuo inconscio, ma è solo la tua personale coniugazione che dà a loro un valore nuovo; allo stesso modo, il mio stesso lavoro è stato sin dagli inizi occasione di emozioni e suggestioni per molti che, in un meraviglioso gioco di ping-pong, poi diventano essi stessi fonte d’ispirazione per me ed altri.


Che posizione occupa la creatività nei suoi lavori?


Senza di essa, nessun lavoro potrebbe essere definito creativo.


MONICA BELLUCCI "She and herself"
MONICA BELLUCCI vs MONICABELLUCCI



Che posizione occupano, invece, i dettagli nelle sue immagini?


L’opera, ossia il prodotto del proprio lavoro di creativo e di artista, contiene nient’altro che i dettagli che tra molti possibili sono stati selezionati ed enfatizzati per comporre il proprio personale racconto.


Come crede che sia possibile conciliare la libertà e la creatività con le richieste dei clienti?


Il valore del professionista dipende proprio dalla capacità di farlo; egli sa fare propria una commessa di lavoro e la sviluppa caratterizzandola con il proprio stile e la propria linguistica; diversamente, sarebbe solo un abile tecnico e un semplice, pur bravo, esecutore di creatività altrui. Infatti, non avrebbe alcun senso scegliere e pagare un professionista.


DG4 FOTO ARCHIVIO PIERO GEMELLI
ELISA SEDNAOUI



Il suo modo di concepire la fotografia è rimasto inalterato negli anni o ha subìto cambiamenti?


La fotografia, come ogni altra cosa della vita, è concepita in modo sempre dinamico perché la conoscenza, l’esperienza, le gioie, i dolori della vita fanno vedere e valutare ogni cosa in modo sempre diverso ed interessante. Tutto ciò è bello e difficile: coniugare chiarezza e coerenza di pensiero con nuove e diverse opinioni in un modo evolutivo e non condizionante.


Quanto hanno influito le sue esperienze all’estero nell’elaborazione di un linguaggio fotografico personale?


Voglio essere sincero: la mia fotografia, il mio linguaggio personale, la qualità del mio lavoro mi hanno offerto l’occasione di essere apprezzato all’estero, e quindi è forse più giusto dire quanto il mio lavoro e la credibilità professionale abbiano influito nel modo di vivere l'”estero”. Sicuramente molto.


FOTO ARCHIVIO PIERO GEMELLI


Dove si dirige l’attuale fotografia di moda?


La fotografia di moda, come tutta la fotografia non pedissequamente descrittiva, racconta un mondo e modi in “apparizione“. sa leggere i segnali del cambiamento, li cavalca e li comunica fino a diventare racconto di una realtà prossima, di nuovo gusto ed orientamento culturale. Così fa oggi e così farà sempre. L’unica vera evidente novità è che il digitale, gli smartphone, tablet vari hanno dato accesso alla fotografia a tutti, permettendole di divenire un nuovo linguaggio globale e senza eccessivi filtri; tutto ciò da una parte, comporta una valanga di immagini sovrapposte e spesso confuse e non sempre di alta qualità; dall’altra, ha dato però la possibilità di far emergere talenti, quando validi, e di offrire loro un modo migliore di farsi strada e conoscere. Personalmente, seguo i social come Facebook e Instagram poiché sono convinto della loro forza di aggregazione e informazione.


Quali sono i prossimi appuntamenti di questo 2017 che la vedranno protagonista?


Gli appuntamenti migliori sono spesso quelli al buio, dove la sorpresa si arricchisce dell’attesa. Il 23 ottobre, all’interno del programma “Archivi aperti“, ci sarà un evento organizzato da Rete Fotografia (http://www.retefotografia.it/) in occasione della settimana della fotografia a Milano, dal 23 al 29 ottobre.
Gli ultimi mesi di quest’anno saranno invece dedicati all’organizzazione e preparazione di eventi, mostre, interventi e talk che sono in calendario per il 2018. Per aggiornamenti su questi appuntamenti e non perdere le novità si può fare riferimento ai miei account sui social e ai comunicati stampa in rete.


MARIAGRAZIA CUCINOTTA 1995
MARIAGRAZIA CUCINOTTA 1995



La fotografia di Piero Gemelli si contraddistingue per una straordinaria eleganza: in ogni sua immagine è, infatti, evidente la ricerca di equilibrio e geometria dettata dai suoi studi in Architettura. I suoi ritratti sono solenni e intimi al tempo stesso. Egli è creativo ma rispetta la tecnica, e ciò gli dà vanto affermando la sua impronta personale nel mondo della fotografia di moda internazionale.


http://www.pierogemelli.com/
https://www.facebook.com/Piero-Gemelli-1287913677984528/
https://www.instagram.com/pierogemelli/

La donna metallica di Ricostru – collezione SS2018

La collezione Primavera Estate 2018 di Ricostru ha l’impronta futuristica di “Metropolis”, fredda, cerebrale, metallica.
Una collezione che è bisogno di allontanarsi dalla realtà, un viaggio lontano di un luogo inesplorato, che ha i colori argentei della Luna e del suo riflesso sull’acqua.

sx Ricostru SS18 – dx foto Eugenio Recuenco


La “seconda pelle“, questo il tema scelto dalla designer Rico, una ricerca che parte dai tessuti, quelli che si fondono con il corpo per formare un’unica texture. Protagonista la rete in metallo realizzata a mano, che ricorda la “cotta di maglia“, l’armatura formata da anelli in ferro e indossata anticamente dai combattenti per proteggere il corpo dai pugnali.

Gli abiti metallizzati effetto camouflage sono fluidi e morbidi, la maglieria high-tech è elastica e trasparente e mette in scena l’underwear, quando c’è.
La donna Ricostru è un umana in terra extra-terrestre, la figura glaciale delle immagini di Eugenio Recuenco, che si fonde con la natura circostante.

sx foto Eugenio Recuento – dx Ricostru SS18


Sfoglia la collezione Primavera Estate 2018 Ricostru: 



Potrebbe interessarti anche:

ALBERTA FERRETTI, IL RITORNO ALLA SEMPLICITÀ – COLLEZIONE SS 2018

EL DORADO, L’EDEN DI PICCIONE.PICCIONE – PRIMAVERA ESTATE 2018

LA DONNA ESOTICA DI CRISTIANO BURANI – COLLEZIONE SS 2018

NEOCLASSIC MODERNISM FASHION EDITORIAL

Monica Cordiviola: la fotografia è una cosa seria



La fotografia di Monica Cordiviola è una fotografia tutta al femminile. Le donne che ritrae sembrano tutte quante atipiche: dotate di straordinaria personalità e charme.


DSCF0029 copia 2


I soggetti delle sue immagini sono prevalentemente donne. Qual è l’aspetto su cui si sofferma?


Molto probabilmente amo ritrarre donne perché mi rivedo o tento di farlo in ognuna di esse. Mi soffermo soprattutto sui loro punti di forza e sulle loro debolezze per trarne al meglio l’immagine che maggiormente le rappresenta. Adoro soprattutto i dettagli dei loro corpi.


Le donne fotografate da lei sembrano tutte quante dotate di forte personalità e contemporaneamente molto emotive. Quanto c’è di autobiografico?


Credo che ognuno di noi nasconda in sé forza e debolezza; la mia fotografia ancora oggi è completamente autobiografica. Infatti, rivedo sempre qualcosa di me stessa mentre fotografo.


17103754_10210056554748195_474217422690934845_n
Micol Rochi



Le donne nelle sue immagini sono piene di sensualità e carica erotica. Come pone in relazione fotografia ed erotismo?


L’erotismo in fotografia è molto soggettivo: in un’epoca in cui il nudo è all’ordine del giorno, trovo molto più erotiche le donne che si coprono e nascondono il proprio corpo. Io sono in controtendenza, da sempre. Ho studiato molto sul tema del corpo femminile nel corso degli anni, a livello antropologico e di cultura; oggi ritengo che sia una delle forme più dirette nella comunicazione e la fotografia, il suo mezzo.


Come si pone quando ritrae i suoi soggettI?


Quando ritraggo i miei soggetti cerco di mettere, per quanto possibile, a proprio agio le persone; non sempre ci riesco. Nel lavoro, come nella vita, non sempre abbiamo le famose affinità elettive e quando non vi sono, il risultato finale parla per noi.


Come è nata la sua passione per la fotografia? Ci racconta un aneddoto?


La fotografia è entrata nella mia vita circa quindici anni fa e in maniera molto particolare. In realtà, da spettatrice, sono sempre stata circondata dal mondo della fotografia. Da bambina mi dilettavo con le Polaroid ovunque mi trovassi, poi per molto tempo ritagliavo immagini dai magazine degli anni 80 come Harper’s Bazaar e Vogue e le raccoglievo meticolosamente in quaderni che ancora conservo. A trent’anni avevo talmente tante riviste che sfruttavo i loro fogli per ricavarci comodini e mobili in casa. Poi, intorno ai trentacinque anni, comprai la mia prima reflex semi-professionale e da lì è iniziato il mio vero e proprio percorso fotografico.



17159227_10210046082486395_4032460983012081087_o
Martina Colombari


Dove si dirige la sua fotografia?


La mia fotografia si dirige verso la ricerca dell’essenza del ritratto, sempre contestualizzato ma molto più intimo. Inoltre, sto pensando di iniziare a ritrarre anche gli uomini con la stessa identica intensità.


Se dovesse utilizzare una parola, quale riterrebbe più appropriata per definire la sua fotografia?


Una parola sola? Carnale.


Molte sue immagini sono in bianco e nero. Come giustifica questa scelta?


La scelta di produrre prevalentemente in bianco e nero deriva dal fatto che adoro la vecchia pellicola. Nonostante oggigiorno è sempre più difficile utilizzare l’analogico, ma amo editare le mie immagini con quel sapore. A livello emotivo, mi trasmettono molto di più le immagini in bianco e nero.


o copia 2


Dove si sta dirigendo la fotografia attuale?


La fotografia attuale non la guardo troppo. A parte alcune eccezioni ovviamente, per me oggi la fotografia è violentata e dissacrata. Molto probabilmente ciò accade perché sta andando di pari passo con la nostra società. Non vorrei sembrare “catastrofista” o colei che è legata alla vecchia scuola, tutt’altro, ma purtroppo vedo un ambiente inflazionato e deprezzato dal suo vero valore. Abusata. Io dico spesso che la fotografia è una cosa seria.


Ci sono dei fotografi da cui si è sentita particolarmente ispirata durante il suo percorso fotografico?


Certamente. Per anni, mi sono nutrita di immagini di Helmut Newton, Dorothea Lange e Steven Meisel.


16422987_10209740911457310_6104766029822394386_o


Il corpo è il vero protagonista delle immagini di Monica Cordiviola. Esso è inevitabilmente il punto di partenza per comunicare e la fotografia è il mezzo di cui si serve per farlo. Ne deriva una visione della donna che si distanzia da quella proposta attualmente dalla società; sensualità, carattere e grande personalità risultano i caratteri peculiari delle sue donne.


http://www.monicacordiviola.com/

El Dorado, l’Eden di Piccione.Piccione – primavera estate 2018

COLLEZIONE PICCIONE.PICCIONE PRIMAVERA ESTATE 2018


Dalla leggenda dorata di El Dorado, nasce la collezione Primavera Estate 2018 di Piccione.Piccione.
L’Eden di cui tutti sono alla ricerca disperata, calamita che attirò esploratori, avventurieri, banchieri che finanziarono migrazioni, El Dorado è la città più esoterica del mondo.
Oro e pietre preziose dovrebbero nascondersi in questo angolo terrestre, forse situato nella foresta amazzonica, chi lo sa, dove i bisogni materiali sono appagati e gli esseri umani godono di una pace condivisa.

I colori di questo Paradiso li ritroviamo sulle donne Piccione.Piccione, le fortunate ancelle che vivono il luogo misterioso, dalle stampe grafiche coloratissime, popolate di flora e fauna tropicali, dai ricami preziosi che disegnano fiori esotici imperlati di rugiada, dai fili di lurex e paillettes argentate che ricordano i giochi di luce sui corsi d’acqua. La natura selvaggia, con la sua forza, è l’elemento di questa collezione SS18, il rosso e il fucsia, l’arancio e l’argento, sono addolciti dalle contrapposizioni ai più delicati cipria e bianchi.

Untitled-3

Piccione.Piccione si lascia ispirare da una città immaginaria, costruita sui disegni dell’architetto e paesaggista brasiliano Roberto Burle Marx il quale, profondo conoscitore della natura, impiega con equilibrio colori, tagli lineari, volumi, ordinati paesaggi, luci ed ombre. Nasce così nella collezione la stampa “Amazzonia”, dall’energia sudamericana, su aeree georgette di seta.

Untitled-4

E da Maranhao, uno stato del Brasile che si affaccia sull’Oceano Atlantico, compaiono le sacerdotesse contemporanee, di bianco vestite, come la schiuma del mare, increspate come le onde, leggere nei cotoni e nelle organze ricamate ton sur ton, in pizzi femminili e graziosi.

Untitled-2

Candide come le sabbie più simili a un deserto che a un affaccio sul mare, le donne austere si mescolano alle ninfe del Rio delle Amazzoni, dove abiti laminati prendono luce dalle stratificazioni di tulle e paillettes, dall’effetto tridimensionale.

Il taffettà regala croccantezza, consistenza indispensabile non solo per i piatti gourmet, i tessuti sono strutturati, gli chiffon impalpabili rendono eteree le donne Piccione.Piccione e fili di lurex le donano preziosità.  La ricerca creativa del designer siciliano si fa strada, così come quella stilistica, simbolo di come, alle volte, l’ignoto, sia la via giusta.

Guarda la collezione Piccione.Piccione Primavera Estate 2018: 



Potrebbe interessarti anche:

UNIVERSO MARINO ALLA SFILATA PICCIONE.PICCIONE – PRIMAVERA ESTATE 2017

LA DONNA ESOTICA DI CRISTIANO BURANI – COLLEZIONE SS2018

ALBERTA FERRETTI, IL RITORNO ALLA SEMPLICITÀ – COLLEZIONE SS 2018

NEOCLASSIC MODERNISM FASHION EDITORIAL