Ava Gardner: la donna più bella del mondo

Nasceva oggi Ava Gardner. In un periodo storico in cui il termine bellezza è costantemente abusato e spesso oltraggiato, osservare le foto della celebre attrice ci riporta al significato primigenio di questa parola: sì, perché Ava Gardner è stata donna di una bellezza singolare, rara, quasi un Sacro Graal oggi inseguito invano da fanatici del bisturi e donne che non godono della simpatia di Madre Natura. Ma nel caso dell’attrice non era solo una questione prettamente estetica: aggressiva, sfrontata, la diva nella sua vita privata come in quella pubblica è stata sublime incarnazione della femme fatale per antonomasia.

Eccessiva in tutto, dalla sfacciata fisicità agli amori turbolenti, Ava Lavinia Gardner nacque a Smithfield, in North Carolina, il 24 dicembre 1922, la più giovane dei sette figli di due agricoltori. La futura diva trascorre un’infanzia povera e disagiata, e il padre muore quando lei ha solo 15 anni.

Nel 1941 la bella Ava va a trovare a New York la sorella Beatrice ed attira l’attenzione del marito di quest’ultima, Larry Tarr, fotografo professionista, che le chiede di posare per lui. Il risultato di quella prima sessione fotografica, quasi improvvisata, è talmente sorprendente che Tarr decide di esporre uno scatto nella vetrina del suo studio fotografico, sulla Quinta Strada. Il volto luminoso e perfetto d Ava cattura un giorno l’occhio di Barnard Duhan, talent scout della MGM. Duhan entra nello studio e chiede il numero telefonico della ragazza, dovendo insistere per superare le iniziali perplessità del suo interlocutore. La chiamata per Ava arriva quando lei è ancora una studentessa diciottenne presso l’Atlantic Christian College. Prontamente la giovane si precipita a New York, per sostenere il provino negli uffici di Al Altman, capo del dipartimento talenti della MGM. Alla giovane viene chiesto di fare pochi piccoli gesti, ma non deve aprire bocca, in quanto il suo accento del Sud risulta quasi incomprensibile. Il provino viene tuttavia superato brillantemente ma la prima cosa che le viene ordinato è un corso accelerato di dizione.

Ava Gardner nacque a Smithfield, in North carolina, il 24 dicembre 1922
Ava Gardner nacque a Smithfield, in North Carolina, il 24 dicembre 1922
image
L’attrice sul set de “I gangsters” (1946)

image
Ava Gardner nell’atelier delle Sorelle Fontana, che firmano il suo guardaroba nel film “La contessa scalza”, Roma, 1954


La carriera cinematografica di Ava Gardner inizia con pellicole di poco conto ma nel 1946 arriva la svolta: è semplicemente impossibile non notare quella giovane bruna dallo sguardo altero, fasciata in un abito nero. Siamo sul set de I gangsters, in cui l’attrice recita accanto a Burt Lancaster. L’anno seguente lavora con Clark Gable nel film I trafficanti. Intanto ha già mandato a monte il primo matrimonio con l’attore Mickey Rooney, che aveva sposato il 10 gennaio 1942, quando lei aveva solo 19 anni. Il secondo matrimonio, col musicista jazz Artie Shaw -ex di Lana Turner– dura meno di un anno.

Nel 1948 Ava Gardner viene scelta come protagonista de Il bacio di Venere: e chi altro avrebbe mai potuto interpretare la dea della bellezza? Il film omaggia la sua fisicità, proponendoci l’attrice drappeggiata in un peplo greco, quasi come una novella Venere di Milo. Contemporaneamente la diva si fidanza con Frank Sinatra, soprannominato “The Voice” per le ineguagliabili doti canore. Per la diva Sinatra lascia la sua prima moglie Nancy e i due convolano a nozze nel 1951. Tuttavia la coppia sembra male assortita: lei appare forse troppo prorompente per il mingherlino Frank, ma i due vanno avanti nonostante il rapporto sia burrascoso, fino al divorzio, nel 1957.


SFOGLIA LA GALLERY:




Nel 1949 recita accanto a Gregory Peck nel film Il grande peccatore mentre nel 1951 inizia ad incarnare anche sullo schermo la più autentica femme fatale: accade con Voglio essere tua, di Robert Mitchum. Nel 1953 prende parte a Mogambo, pellicola ad alto tasso di sensualità che vede un inedito triangolo amoroso, costituto da Ava Gardner, Grace Kelly e Clark Gable, ambientato nelle atmosfere tropicali di un paesaggio esotico. Per questa pellicola la Gardner ottiene una nomination agli Oscar. L’anno successivo è la consacrazione artistica, con La contessa scalza: bella come nessuna, Ava mixa sapientemente la sua bellezza sofisticata ad una sensualità felina. Nel film la diva danza come una principessa ribelle suscitando primordiali istinti. L’attrice, passionale come poche, non sa stare da sola. Il suo nuovo amore parla italiano: è l’attore comico Walter Chiari a farla capitolare, dopo il loro primo incontro sul set del film La capannina. Intanto l’attrice è preda dell’alcolismo, che ne offusca l’incredibile bellezza.

Inserita dall’American Film Institute al venticinquesimo posto tra le più grandi star della storia del cinema, nel 1964 la sua interpretazione nel film La notte dell’iguana le vale una nomination ai Golden Globes, mentre nel 1976 recita -già matura ma sempre splendida- nel film Cassandra Crossing, accanto a Sophia Loren. Fumatrice di lungo corso e alcolista, Ava Gardner sfiorisce presto: non ancora sessantenne, la diva soffre di enfisema polmonare e di una malattia autoimmune non meglio identificata. Due colpi apoplettici la lasciano parzialmente paralizzata e costretta a letto. La diva muore di polmonite all’età di 67 anni, nel suo appartamento londinese, il 25 gennaio 1990.

image
L’attrice è stata sublime incarnazione della femme fatale per antonomasia

Ava Gardner in "Pandora" (1951)
Ava Gardner in “Pandora” (1951)


Negli ultimi anni della sua vita, Ava Gardner chiede al giornalista Peter Evans, ex corrispondente del Daily Express, di farle da ghost writer nella stesura della sua autobiografia, basata sulle loro conversazioni notturne. Il volume viene pubblicato poco dopo la morte di Evans, avvenuta nel 2012: esce così negli USA nel luglio 2013 Ava Gardner: The Secret Conversations, edito da Simon & Schuster, un libro destinato a fare scalpore. Qui la diva ci rivela succulenti aneddoti sulla sua burrascosa vita amorosa.

Tantissimi sono gli uomini che le cadono ai piedi, dal torero Luis Miguel Dominguín allo scrittore Ernest Hemingway, da Howard Hughes a Clark Gable; forte e ribelle, indipendente e moderna, indomabile e femmina come poche, riuscire a tenere testa ad Ava Gardner è roba per pochi. La diva non cede alle avances di Aristotele Onassis, che descrive -testuali parole- come “un piccolo stronzo allupato”; etichetta Humphrey Bogart come un bastardo, e descrive persino le perverse abitudini sessuali del primo marito, l’attore Mickey Rooney. Inoltre non mancano giudizi al vetriolo anche su alcune colleghe, come Liz Taylor, di cui la Gardner scriverà «Non è bella, è carina. Io ero bella». Di Grace Kelly la diva racconta quanto adorasse scommettere, ricordando la volta in cui, vinta una scommessa, ricevette dalla principessa Grace 20 dollari, un Magnum di Dom Pérignon ed un pacchetto di aspirine che le sarebbero servite post sbornia. Graffiante ed autoironica -perché il sex appeal passa inevitabilmente da qui- la diva rivive con tutta la sua straripante personalità nei suoi scritti. La vita di una dea molto più alla mano di quanto si potesse mai pensare.


Potrebbe interessarti anche:
Auguri, Carla Bruni

Speciale Fashion Week: Costume National Primavera/Estate 2016

E’ il cinema italiano a ispirare la dark lady di Ennio Capasa.


La contemporaneità tinta di nero, misteriosamente drammatica, guida l’interprete della collezione di Costume National.
Una sfilata che prende il via con l’installazione visiva e riflessiva di Riccardo Previdi “Maha Mantra”. A comporre l’opera immagini e tracce audio ricercate attraverso i social e gli stock online, talvolta prive di autore. Il loro scopo è quello di far capire agli ospiti come, molto spesso, ciò che condividiamo non evoca più un’esperienza, bensì è atto unicamente a riempire il display di uno smartphone, di un tablet o il desktop di un computer.
L’avventura di Antonioni e A bigger splash di Guadagnino sono le suggestioni, provenienti dal grande schermo, che guidano Capasa.
Il rock cardine della Maison si fonde con la morbida sensualità delle luci soffuse e dei chiaroscuri contrastati.

La fluidità asimmetrica e i tagli maschili dei look proposti svelano tessuti altamente ricercati, come la stampa glitter gessata su doppio canvas in viscosa e il denim nero giapponese.


defile-costume-national-printemps-ete-2016-milan-look-12


defile-costume-national-printemps-ete-2016-milan-look-27


Il flash rosso spezza le monocromie del bianco e nero che, però, celano a sorpresa un’anima silver.
Hollywood non è mai stata così vicina ed ecco come la borsa Black, in crosta nera con attacco in metallo, insieme ai sandali con tacco a spillo e agli occhiali da sole over, completa l’aura da vera diva del noir.


defile-costume-national-printemps-ete-2016-milan-look-32


defile-costume-national-printemps-ete-2016-milan-look-5

Ingrid Bergman: il glamour di una diva

Nasceva cento anni fa l’attrice Ingrid Bergman. Moglie del regista Roberto Rossellini, madre di Isabella, l’attrice svedese è stata una delle più famose dive di Hollywood a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta.

Fascino svedese che ha incantato il maestro del brivido Alfred Hitchcock, che le affida il ruolo di protagonista in Notorius, l’amante perduta, sarà però l’interpretazione nel celebre film Casablanca a decretarne il successo mondiale, in una struggente love story con Humphrey Bogart sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale.

Il suo volto perfetto rigato di lacrime incorniciato da un Borsalino in quell’addio così struggente, con la promessa di rivedersi a Parigi, è divenuta immagine simbolo degli anni Quaranta.

image
Ingrid Bergman in “Casablanca” di Michael Curtiz, 1942
image
In “Notorius” di A. Hitchcock, 1946

image
Ancora la Bergman in “Casablanca”, il film con cui divenne celebre in tutto il mondo


Vincitrice di tre premi Oscar, al centro delle cronache rosa per il triangolo con Roberto Rossellini e Anna Magnani, Ingrid Bergman aveva la bellezza algida del Nord e lo charme tipico degli anni Quaranta.

Elegantissima in Gattinoni nel film Europa ’51, splendida in Notorius-L’amante perduta al fianco di Cary Grant, con i costumi della celebre Edith Head, Ingrid Bergman è stata nominata nel 1999 dall’American Film Institute la quarta attrice più grande della storia del cinema. Una bellezza ingombrante che però non mise mai in secondo piano il suo talento, la Bergman aveva quella forza e quella modernità tipica dello stile Forties. Perfetta in Casablanca, con i costumi del mitico OrryKelly, il film che ne decretò la fama mondiale, rendendola una diva.

Timidissima per sua stessa ammissione, da bambina restò incantata di fronte al mestiere dell’attore, che decise di intraprendere, studiando con dedizione e con una buona dose di stakanovismo.

image
Sigaretta in bocca e basco, in perfetto stile anni Quaranta
image
In “Casablanca” con i costumi di Orry-Kelly

image
In “Notorius”, con i costumi di Edith Head


Un volto espressivo come pochi davanti alla macchina da presa, un’eleganza innata e una grande intelligenza. “Il segreto della felicità è avere buona salute e cattiva memoria” è una sua massima storica.

Incarnazione della bellezza nordica, perfetta per interpretare l’eroina tormentata, la sua sensualità era un sapiente mix di algido e torrido che fece perdere la testa a Roberto Rossellini, da cui l’attrice ebbe tre figli, le gemelle Isabella e Isotta e Roberto Jr.

image
Ingrid Bergman in un abito da sera in seta: perfetta incarnazione dello stile anni Quaranta
image
Sul set di “Stromboli, terra di Dio”, 1949
image
Ingrid Bergman nacque a Stoccolma il 29 agosto 1915
image
Immortalata da Richard Avedon, New York 1961
image
La Bergman fu al centro del gossip per il triangolo amoroso con Rossellini e Anna Magnani

image
L’attrice svedese con la figlia Isabella


Dopo una lunga battaglia contro un cancro al seno, l’attrice si spense nel 1982, proprio nel giorno del suo compleanno. L’edizione di quest’anno del Festival del Cinema di Cannes le ha reso omaggio. Il carisma- come dichiarava la stessa diva- era il suo tratto distintivo, insieme all’indipendenza, che ne fece una donna moderna. Il fascino senza tempo di una vera diva.

Marilyn Monroe, spunta il calendario sexy

Il 5 agosto del 1962 si spegneva in modo tragico la diva che ha segnato in modo indelebile gli anni Cinquanta. Troppo fragile per gestire il suo sfrontato sex appeal, Marilyn Monroe è stata l’emblema della femminilità morbida e prorompente della Hollywood di quegli anni.

Segnata da un’infanzia difficile e costellata di circostanze tragiche, a partire dall’assenza della figura paterna fino all’affidamento alle case-famiglia, Marilyn, all’anagrafe Norma Jeane Baker, iniziò a lavorare come modella all’età di diciannove anni.

Posò per diversi fotografi, estasiati dalle sue curve e dal volto perfetto, fino al 1946, quando firmò il suo primo contratto cinematografico.

image
Marilyn Monroe, all’anagrafe Norma Jeane Baker, nacque a Los Angeles il primo giugno del 1926

image
Segnata da un’infanzia difficile, trascorse i suoi primi anni in diverse case-famiglia


La sua bellezza e la sua personalità, a tratti infantile e a tratti femme fatale, la innalzarono in breve nell’Olimpo del cinema.

image
Marilyn Monroe ritratta da Richard Avedon
image
Ancora uno scatto di Avedon, 1957
image
Celebre scatto di Douglas Kirkland, 1961

image
La Monroe in posa per Bert Stern pochi giorni prima della morte, in quella che è passata alla storia come “L’ultima sessione”


Oggi, a distanza di cinquantatré anni dalla sua morte, sono stati resi noti alcuni scatti inediti che la ritraggono. Una giovanissima Marilyn che posa senza veli per il fotografo Tom Kelley.

image
Marilyn senza veli per la cover di Playboy, 1953


Non ancora ventitreenne e bisognosa di denaro, la futura diva decise di posare nuda per 50 dollari. Compenso terribilmente esiguo per una futura star, ma una di quelle foto è già entrata nel mito. Sfondo di velluto rosso e posa da pin up: conosciamo perfettamente questo scatto, divenuto celebre copertina del primo numero della rivista Playboy nel 1953. Ma quello che non sapevamo finora è che quello scatto non fu il solo ma ve ne sarebbero molti altri, assolutamente inediti, che ritraggono Marilyn in pose provocanti.

image
Marilyn nel film “Come sposare un milionario” (1953)

image
Uno scatto raro della diva dalla tormentata bellezza


21 di queste foto saranno presentate al pubblico nel corso di questa estate, in una mostra itinerante che girerà l’America, grazie alla concessione di Limitate Runs. I numerosissimi fan della diva, che credevano di aver già visto tutte le sue foto, dovranno ricredersi.