Borsalino: Dalle stelle al crac, così finisce un’eccellenza italiana

Tutto ha inizio nel 1857, ad Alessandria. E, sempre nella città piemontese, nel 2017 tutto ha pure una fine (almeno per ora). Centosessant’anni fa la Borsalino era due fratelli, Giuseppe e Lazzaro, che crearono un laboratorio di cappelli. Poi si trasformò in mito, soprattutto quando Humphrey Bogart ne indossò uno per la scena finale di Casablanca. Tempi ormani lontani, perché oggi, dopo travagliate vicende, per la prima volta nella storia dell’azienda è stata scritta una nuova parola: fallimento.


Johnny Deep
Johnny Deep



Dopo arrivarono altri testimonial come Alain Delon e Jean-Paul Belmondo, o come Federico Fellini, che si faceva fare un modello tutto suo, il “Fedora“, poi fortemente cercato pure da Robert Redford . Robert De Niro ne indossa uno in “Gli Intoccabili“, il presidente francese François Mitterand lo portava spesso, come pure, prima di lui, Winston Churchill, Gabriele D’Annunzio, Ernest Hemingway.


Robert Redford
Robert Redford



E’ l’ultima tappa di un lungo percorso, che tra l’inizio e la fine del ‘900 ha visto una piccola bottega di Alessandria trasformarsi nella più grande fabbrica della città e in uno dei primi veri campioni dell’export italiano, capace di toccare i 2 milioni di cappelli prodotti nel 1914 e di invadere i mercati stranieri, in particolare quello statunitense. Il Borsalino divenne un “must” per attori, politici e pure gangster. Era il cappello preferito di Al Capone.


Alain Delon
Alain Delon



La Borsalino tira avanti, fino a oggi, giorno in cui la nuova richiesta di concordato avanzata dalla Haeres Equita di Camperio viene respinta del tribunale e per l’impresa viene decretato il fallimento. Il businessman elvetico fa sapere che non mollerà: “Continuiamo nell’impegno volto a trovare soluzioni che preservino questo iconico brand e gli interessi di tutti gli stakeholders: i livelli occupazionali, i fornitori, i clienti, la città e le istituzioni di Alessandria” afferma Camperio, amministratore di Haeres Equita, in una nota in cui dice di sperare “di poter continuare a costruire un futuro per Borsalino”.


Borsalino
Borsalino



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160 anni di cappelli Borsalino: un francobollo per festeggiare l’anniversario del brand

I cappelli Borsalino compiono 160 anni. Da piccola azienda, rilevata il 4 aprile 1857 da Giuseppe Borsalino, a icona del made in Italy, il marchio ha attraversato e testimoniato i cambiamenti della società, della moda e dello stile italiano. Nel giorno del suo centosessantesimo anniversario, le Poste Italiane hanno emesso un francobollo del valore di 95 centesimi che celebra il passato e il futuro di Borsalino. Il francobollo appartiene alla serie tematica “Le eccellenze del sistema produttivo ed economico“. Borsalino, infatti, non è solo un’azienda di eccellenza nella manifattura di cappelli, ma è anche un simbolo dello stile italiano: attraverso alcune pellicole cult, il cappello da uomo Borsalino è diventato talmente iconico da ottenere lo stesso nome dell’azienda.


Un riconoscimento che vale come celebrazione di 160 anni di storia della moda, ma anche come ringraziamento all’imprenditore italo-svizzero Philippe Camperio, che insieme ad altri dieci soci ha deciso di investire nell’azienda e salvarla dal fallimento. «È un omaggio ad un marchio protagonista del Made in Italy, che con le sue creazioni ha contribuito a diffondere lo stile italiano in tutto il mondo. Ma è soprattutto un riconoscimento a chi continua a muoversi nel solco di questa tradizione, con creatività e sapienza artigianale» ha detto Giovanni Accusani, responsabile filatelia di Poste. Nonostante le controversie ancora in corso con l’Agenzia delle Entrate, Borsalino continua a produrre e a vendere, anche grazie all’inatteso ritorno del cappello tra gli accessori must del guardaroba maschile e femminile. «Questo è un pezzo di storia, i cappelli Borsalino sono un piccolo sogno in tutto il mondo -ha dichiarato l’assessore alle attività produttive Giuseppina de Santis, presente alla presentazione ufficiale del francobollo nella sede di Spinetta Marengo – Vorrei ringraziare Philippe Camperio che ha creduto nel salvataggio, senza di lui questa giornata forse non ci sarebbe stata». Non resta che sperare in una risoluzione definitiva dell’intricato caso Borsalino

Cappelli Borsalino, il servizio itinerante Made To Measure

C’è stato un tempo in cui il cappello da uomo era l’accessorio più importante del guardaroba, indipendentemente da professione e classe sociale. Negli anni ’20 nessuno usciva di casa senza un cappello e l’Italia era il paese che produceva ed esportava il maggior numero di modelli. In quel periodo l’azienda italiana Borsalino, che ha fatto della manifattura made in Italy, del design classico ma creativo e dei materiali pregiati il suo punto di forza, è diventata il riferimento internazionale dello stile. I cappelli Borsalino sono famosi in tutto il mondo, tanto da aver dato un nome proprio all’intramontabile cappello da uomo e da donna in feltro che negli ultimi anni è ritornato ad essere un must have. Oggi Borsalino si rinnova, dando all’iconico accessorio da dandy la massima possibilità di personalizzazione. Nasce Itinerant Made To Measure Experience Trunk, un servizio itinerante che toccherà tutti i principali punti vendita della manifattura di Alessandria per garantire ad ogni gentiluomo il suo cappello Borsalino su misura.


Il servizio su misura, che a partire dal 2015 è una prerogativa della boutique milanese di Borsalino, va in tour. Si parte da Lodenfrey, department store di Monaco di Baviera che ha dedicato ai cappelli Borsalino una speciale vetrina celebrativa in stile surrealista, per poi toccare le principali città del mondo. Il trunk permette di scegliere la larghezza della tesa del proprio cappello in feltro e personalizzarlo nelle nuance e nei dettagli. Ben 33 varianti di colori per l’inverno 2016/17, da colori neutri quali le palette di grigi, marroni e blu ai colori caldi e freddi che saranno di tendenza la prossima stagione: giallo senape, azzurro intenso, rosso aurora, da abbinare ad altre 38 tinte per il nastro. E poi la fodera in seta, il marocchino in pelle, tutti i dettagli che fanno di un cappello il proprio cappello. Fino ad arrivare alla personalizzazione estrema: l’incisione delle proprie iniziali in lamina d’oro.

Galleria Vittorio Emanuele II: Chanel prende il posto di Viganò

Novità in dirittura d’arrivo all’interno della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano. La maison di lusso francese Chanel, prenderà infatti il posto della storica boutique Viganò: l’azienda di accessori e cappelli di lusso, situata al piano terra della struttura, abbandonerà a breve gli spazi occupati fin dal lontano 1919.

La giunta comunale di Milano ha approvato l’ingresso del marchio ponendo però una condizione fondamentale: l’aumento del canone che di fatto passerà da 129.300 annue di Viganò (alle Botteghe Artigianali viene applicato il 10% di sconto) a 314mila di Chanel, con l’obiettivo di incrementare gli introiti della Galleria.

Con questa operazione la redditività del monumento è destinata inevitabilmente ad aumentare. Queste manovre commerciali hanno permesso, infatti, di elevare le entrate per milioni di euro nel corso degli anni; basti pensare che nel 2011 la Galleria era riuscita ad incassare la modica cifra di 11 milioni di euro e che attualmente i canoni introitati ammontano a 27 milioni di euro.

 

La boutique Viganò lascia il posto a Chanel
La boutique Viganò lascia il posto a Chanel

 

 

L’assessore al demanio Daniela Benelli ha così commentato l’accordo: “Ricordo tra l’altro che le maggiori risorse della Galleria vengono investite nei quartieri popolari, in particolare per la manutenzione ordinaria delle case. E non dimentichiamo l’importante contributo dei privati che, con risorse proprie, contribuiscono al recupero e alla manutenzione del complesso monumentale. Mi auguro che anche con Chanel si possa aprire un dialogo su questo.”

Con Chanel, che fiancheggia Prada, Louis Vuitton, Gucci, Tod’s e Borsalino, la galleria incrementa la lista di nomi eccellenti al suo interno e si veste di lusso sfrenato.

BLONDIEFULL FOR D-ART

I cappelli hanno sempre fatto parte del nostro guardaroba, da secoli, e ne sono stati un grande arricchimento.

Ovviamente hanno un scopo, per esempio ci proteggono dal freddo, dal sole o dalla pioggia – e talvolta invece servono come accessorio per catturare l’attenzione o come simbolo di una uniforme.

Pensiamo a certe celebrità/icone  praticamente inseparabili dai loro cappelli… o ai  film hollywoodiani che devono parte del loro successo ai personaggi che li interpretavano e al loro stile.

Il cappello più in voga oggi è quello da Baseball, ma cosa ne pensate del “bowler” (come nel film Clock Work Orange), o del cappello Cowboy, il cappello a cilindro (Abraham Lincoln), del basco, del beanie, Il Fedora (Indiana Jones) o il grande cappello cascante (Brigitte Bardot).

Ce ne sono troppi per poterli nominare tutti, ma una cosa è certa: uno dei marchi più prestigiosi e di fama mondiale è Borsalino. Chi non lo conosce?
Producono cappelli dal 1857.  I 2 modelli più famosi  sono “il cappello Panama” e “il cappello Fedora” anche conosciuto come “il Borsalino“.

Humphrey Bogart l’ha portato, John Belushi (Blues Brothers), Michael Jackson. E Alain Delon e Jeanpaul Belmondo erano i gangster francesi nel film “Borsalino“.
Celebrità come Johnny Depp, Audrey Hepburn, Greta Garbo, Leonardo Di Caprio, Justin Timberlake, Madonna, Kate Moss, Nicole Kidman e John Malkovich tutti hanno portato Borsalino.

Per questo oggi voglio fare un giochetto mostrandovi i cappelli Borsalino che hanno catturato la mia attenzione e che mi hanno fatto ricordare dei bellissimi film iconici.

Spero vi piacciano 🙂
Love B



ENGLISH VERSION

Hats have always played a big part in our wardrobes for centuries and have been a great enrichment. Obviously they serve a purpose, they for example protect us from the cold or the sunlight or rain but sometimes they can also just be an attention catcher or be a part of an uniform.
Just think of some iconic celebrities that are inseparable from their hats..or some great Hollywood movies that owe alot of their success also to their characters wearing their iconic hats..
For sure the most common hat seen on the street today is by far the baseball cap, but how about the bowler (like in the movie Clock work orange), or the cowboy hat, the top hat (Abraham Lincoln),the beret, a beanie, the Fedora (Indiana Jones), or the big floppy hat (Brigitte Bardot)

Of course there are too many hats for me to name but one thing is for sure that one of the most prestigious brands of hats worldwide is without a doubt Borsalino..Who doesn’t know them?
They have been making hats since 1857.The 2 most famous models they made are for sure “the Panama Hat” and “the Fedora hat” also known as ” The Borsalino”.
Humphrey Bogart has worn it, John Belushi (Blues Brothers), Michael Jackson… Alain Delon and Jeanpaul Belmondo were the french gangsters in the movie “Borsalino”.
Celebrities such as Johnny Depp, Audrey Hepburn, Greta Garbo,Leonardo di Caprio, Justin Timberlake, Madonna, Kate Moss, Nicole Kidman and
John Malkovich all have been wearing Borsalino .

So today I wanted to play a little and show you a few kind of different Borsalino hats that got my attention and reminded me a bit of some iconic movies..
Hope you enjoy…
love B

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Hats/Cappelli @BORSALINO
Dress/Vestito @PINKO
Earrings/Orrecchini @TIFFANY AND CO

PH by HENRIK HANSSON

Ingrid Bergman: il glamour di una diva

Nasceva cento anni fa l’attrice Ingrid Bergman. Moglie del regista Roberto Rossellini, madre di Isabella, l’attrice svedese è stata una delle più famose dive di Hollywood a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta.

Fascino svedese che ha incantato il maestro del brivido Alfred Hitchcock, che le affida il ruolo di protagonista in Notorius, l’amante perduta, sarà però l’interpretazione nel celebre film Casablanca a decretarne il successo mondiale, in una struggente love story con Humphrey Bogart sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale.

Il suo volto perfetto rigato di lacrime incorniciato da un Borsalino in quell’addio così struggente, con la promessa di rivedersi a Parigi, è divenuta immagine simbolo degli anni Quaranta.

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Ingrid Bergman in “Casablanca” di Michael Curtiz, 1942
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In “Notorius” di A. Hitchcock, 1946

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Ancora la Bergman in “Casablanca”, il film con cui divenne celebre in tutto il mondo


Vincitrice di tre premi Oscar, al centro delle cronache rosa per il triangolo con Roberto Rossellini e Anna Magnani, Ingrid Bergman aveva la bellezza algida del Nord e lo charme tipico degli anni Quaranta.

Elegantissima in Gattinoni nel film Europa ’51, splendida in Notorius-L’amante perduta al fianco di Cary Grant, con i costumi della celebre Edith Head, Ingrid Bergman è stata nominata nel 1999 dall’American Film Institute la quarta attrice più grande della storia del cinema. Una bellezza ingombrante che però non mise mai in secondo piano il suo talento, la Bergman aveva quella forza e quella modernità tipica dello stile Forties. Perfetta in Casablanca, con i costumi del mitico OrryKelly, il film che ne decretò la fama mondiale, rendendola una diva.

Timidissima per sua stessa ammissione, da bambina restò incantata di fronte al mestiere dell’attore, che decise di intraprendere, studiando con dedizione e con una buona dose di stakanovismo.

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Sigaretta in bocca e basco, in perfetto stile anni Quaranta
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In “Casablanca” con i costumi di Orry-Kelly

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In “Notorius”, con i costumi di Edith Head


Un volto espressivo come pochi davanti alla macchina da presa, un’eleganza innata e una grande intelligenza. “Il segreto della felicità è avere buona salute e cattiva memoria” è una sua massima storica.

Incarnazione della bellezza nordica, perfetta per interpretare l’eroina tormentata, la sua sensualità era un sapiente mix di algido e torrido che fece perdere la testa a Roberto Rossellini, da cui l’attrice ebbe tre figli, le gemelle Isabella e Isotta e Roberto Jr.

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Ingrid Bergman in un abito da sera in seta: perfetta incarnazione dello stile anni Quaranta
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Sul set di “Stromboli, terra di Dio”, 1949
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Ingrid Bergman nacque a Stoccolma il 29 agosto 1915
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Immortalata da Richard Avedon, New York 1961
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La Bergman fu al centro del gossip per il triangolo amoroso con Rossellini e Anna Magnani

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L’attrice svedese con la figlia Isabella


Dopo una lunga battaglia contro un cancro al seno, l’attrice si spense nel 1982, proprio nel giorno del suo compleanno. L’edizione di quest’anno del Festival del Cinema di Cannes le ha reso omaggio. Il carisma- come dichiarava la stessa diva- era il suo tratto distintivo, insieme all’indipendenza, che ne fece una donna moderna. Il fascino senza tempo di una vera diva.