5 curiosità su whisky e personaggi famosi

  1. Winston Churchill

Si dice che Bessie Braddock, membro del parlamento britannico, rimproverò Churchill dicendo: “Winston, sei ubriaco, e quel che è peggio, sei sporco ubriaco“.

La risposta di Churchill che lasciò allibiti i più: “Bessie, mia cara, sei brutta , e quel che è peggio, disgustosamente orribile, ma domani sarò sobrio e tu sarai ancora più disgustosamente orribile.”

Winston Churchill amava molto il whisky, con una predilezione per il Johnnie Walker Black Label, ed una fonte dell’epoca affermò che:

c’è sempre un po’ di alcol nel suo sangue, e raggiunge il picco nel tardo pomeriggio dopo aver bevuto due o tre whisky

Picture Post/Hulton Archive, via Getty

2. Humphrey Bogart

La ricerca di una “miscela perfetta” che potesse alleviare il suo dolore e dare un significato agli avvenimenti della vita fu una delle sue priorità da amante del distillato scozzese. La sua marca preferita era il North Port.

Durante le riprese di “The African Queen” tutta la troupe cinematografica ebbe a che fare con una epidemia di colera. John Houston, regista, era suo amico e compagno di bicchiere al punto che, sostiene Katherine Hepburn, loro due furono gli unici a non ammalarsi.

Certo che no, pare che non toccassero mai acqua, solo whisky anche per lavarsi i denti.

LOS ANGELES – 1942: Humphrey Bogart and Dooley Wilson nel film ‘Casablanca’ (Photo: Michael Ochs Archives)

3. Ernest Hemingway

Famoso per romanzi come “Il vecchio e il mare”, “Per chi suona la campana” o “Addio alle armi”, probabilmente membro operativo del KGB negli anni ’40, grande appassionato di caccia e pesca, viene ricordato anche per una spruzzata di succo di limone nel suo whisky. Sembrerebbero sue le parole:

Bevo da quando avevo quindici anni e poche cose mi hanno dato più piacere. Quando lavori duro tutto il giorno con la testa e sai che devi lavorare il giorno dopo, cos’altro può cambiare le tue idee e farle funzionare su un piano diverso come il whisky?

4. Frank Sinatra

Il bourbon di Jack Daniels era il suo preferito, o così si può dedurre dai 14 bicchieri giornalieri che beveva in un rito quasi religioso e che gli valsero la creazione di una edizione di lusso chiamata Sinatra Select. E non era per nulla strano entrare nel suo camerino e vederlo “sintonizzare” la gola mentre ne beveva un sorso.

Gli piaceva a tal punto questo whisky americano che poeticamente e puntualmente, di concerto in concerto:

Gli piaceva imbalsamare se stesso in fiumi di anestesia ambrata

5. Sean Connery

Di sicuro uno degli attori di Hollywood più famosi, anche per l’interpretazione nel ruolo di James Bond, ricevette moltissimi contratti pubblicitari, uno dei quali era per Jim Beam Bourbon.

Tuttavia i suoi preferiti sono sempre stati i malti della sua terra natale, tanto che una volta, quando gli è stato chiesto del suo bell’aspetto, Sean Connery disse che era “senza dubbio dovuto al whisky scozzese”.

“Sir” Thomas Sean Connery: l’eleganza di 007

Nasce presso Edimburgo il 25 agosto dell’anno 1930. Thomas Sean Connery è da sempre considerato uno degli attori più affascinanti ed eleganti del grande schermo internazionale. Tra sparatorie e tagli sartoriali di alta qualità, il celebre attore scozzese della Royal Navy, ha coronato la sua fama grazie al ruolo del famoso agente britannico, James Bond. Una fantasmagorica interpretazione che ha elevato la sua figura a icona di eleganza maschile, che incarna l’epitome dello stile classico inglese per eccellenza.


Sean Connery in 007
Sean Connery in 007



Da giovane compie svariati lavori, anche di tipo molto umile, ma negli anni ’50 cambia vita: Connery inizia ad ottenere delle piccole parti in ambito teatrale, televisivo e cinematografico e poco dopo partecipa al musical londinese “South Pacific“. Nel 1962 vince un concorso che gli cambia la vita in tutta la sua totalità, quello indetto dal London Express per James Bond, il celeberrimo agente segreto 007. Grazie a quella parte divenne in brevissimo tempo un famosissimo sex-simbol a livello internazionale ed un’icona di stile. Il James Bond di Connery esprimeva glamour ed eleganza britannica, caratterizzato da abiti d’alta qualità indossati con charme e fiducia, in grado di aumentare il fascino maschile e rendere un uomo irresistibile.


Sean Connery in 007
Sean Connery in 007



Sopracciglio inarcato e irresistibilmente arrogante alla guida della sua Aston Martin. Un’immancabile sigaretta e Vodka Martini agitato, non mescolato d’accompagnamento ai suoi smoking, sono solo alcuni dei tratti distintivi di quest’ affascinante uomo d’azione, un vero gentiluomo con un plotone di donne bellissime e sfacciate femme fatales.


I capi che lo contraddistinguono sono:


– Smoking


– Completi tweed marrone


– Maglioni dolce vita in flanella di lana blu scuro o panna


– Pantaloni in Twill tipicamente inglesi


Sean Connery in 007
Sean Connery in 007



Fiero delle sue origini scozzesiConnery ha sempre professato  l’amore per il proprio paese, sostenendo con vitalità la campagna per una maggior indipendenza della Scozia e supportando il Partito Nazionale Scozzese, economicamente ed attraverso numerose apparizioni pubbliche. Non sono passate inosservate le sue uscite in kilt e il tatuaggio sul braccio “Scotland Forever”.


Il guardaroba di Sean Connery come 007 rappresenta una vera pietra miliare per il menswear contemporaneo, la vittoria della pura britannicità su misura impuntata all’innovazione del presente. Eleganza proveniente da “Savile Row”. Il sarto del Conduit Cut, Anthony Sinclair definì lo stile di Sean dalla prima apparizione in “Dr. No” (1962) a i “Diamanti sono per sempre” (1971).


Mister 007 elargì preziosi spunti in fatto di stile ed abbigliamento: charme, classe e raffinatezza lo contraddistinguerranno nel corso dei decenni:


– papillon di seta e pochette piegate a regola d’arte nel taschino dello smoking


– revers importanti: dai classici a quelli a picco o a scialle per poi spaziare sui dentellati


– i lussuosi accessori: Rolex Submariner categorico e lucidi gemelli


– leggere sfumature di blue navy, per poi arrivare al panna e all’avorio, tinte classiche ed instancabili


Sean Connery in 007
Sean Connery in 007



Chi ha bussato prima al nostro cuore: James o Sean? Interrogativo capzioso, perché per noi non è esistito mai nessun Bond se non quello interpretato, lasciato, ripreso, quindi abbandonato da Connery. Tutti gli altri vengono dopo, come quelle band che si esibiscono facendo cover altrui. Un giorno del 1962 arrivò lui con «Agente 007-Licenza di uccidere», fra l’altro accompagnato dall’indimenticabile bikini di Ursula Andress e ci conquistò proprio come, quelli sono i tempi, i primi dischi e filmati dei Beatles. Ma anche la leggenda Bond-Connery non è nutrita soltanto di nostalgia generazionale: molti figli dei ragazzi di allora conoscono a menadito la musica dei Fab Four così come le trame del padre di tutti gli 007.


Sean Connery e Ursula Andress
Sean Connery e Ursula Andress



Sean Connery col suo famigerato Kilt
Sean Connery col suo famigerato Kilt



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Addio, Umberto Eco

Nato ad Alessandria nel 1932 e laureatosi a Torino con una tesi sull’estetica in San Tommaso D’Aquino, Umberto Eco alla fine degli anni cinquanta inizia a lavorare in Rai.

L’interesse per la cultura medievale, lo porta a scrivere il suo primo libro nel 1956: “Il problema estetico in San Tommaso”, chiaro riferimento all’argomento trattato in sede di laurea.

Nelle opere di Eco, predominerà sempre la filosofia medievale. Nel 1980 scrive “Il nome della rosa”: un best-seller dal carattere rivoluzionario. La fusione tra il giallo e il romanzo storico. Un’opera nata dalle capacità sopraelevate di un semiologo come Umberto Eco che conosce alla perfezione gli elementi della narratologia.

Il nome della Rosa” riflette la capacità dello scrittore ad  indagare nel caos infido della ragione umana. È l’attitudine di Eco a svelare un modo tutto inedito di intrecciare la letteratura di qualità al best-seller riuscendo a coinvolgere la cultura di massa.

Il successo del capolavoro è mondiale. Tradotto in più di quaranta lingue, la consacrazione de “Il nome della rosa” arriva con la pellicola di  Jean-Jacques Annaud che vede tra i protagonisti l’inossidabile Sean Connery nei panni di Guglielmo da Baskerville.

 

Sean Connery ne "Il nome della rosa" (fonte romafictionfest)
(fonte romafictionfest)

 

 

Da qui, un susseguirsi di importanti opere letterarie : “Il pendolo di Foucault”, “L’isola del giorno prima”, “Baudolino”, “Direi Quasi la stessa cosa”, “Il cimitero di Praga”, “A passo di gambero” e “Dall’albero al labirinto” . La lista dei suoi capolavori è colma di titoli, basti annoverare anche l’ultima fatica “Numero zero”: un romanzo ambientato a Milano che tocca i temi di Mani pulite e della Mafia.

Eco non era solo un abile comunicatore, ma anche un appassionato lettore: “Chi non legge a 70 anni avrà vissuto una sola vita, chi legge avrà vissuto 5000 anni.: c’era quando caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro”, disse.

Il suo ingegno, la sua sopraelevata intelligenza, le sue proverbiali capacità di comunicazione, sempre vivide nei suoi progetti letterari, lo hanno visto candidato al Premio Nobel per la Letteratura, mai però aggiudicato.

Eco, resta un grande saggista, un lodevole scrittore. Un uomo sempre attento ad osservare e criticare le scelte politiche del nostro Paese e un appassionato docente universitario.

 

Umberto-Eco-è-morto-lo-scrittore-de-Il-Nome-della-Rosa-aveva-84-anni

 

 

Corteggiato da sempre da diversi quotidiani che si contendevano la sua firma per poter pubblicare le sue riflessioni, amato dal pubblico per la sua libertà di pensiero,  Umberto Eco lascia un ricordo immenso di sé, un vuoto incolmabile nel panorama culturale italiano.

Eco, infatti,  è spirato ieri sera alle 22:30 nella sua abitazione di Milano, all’età di ottantaquattro anni. L’ultimo addio allo scrittore avverrà  martedì 23 febbraio all’interno del Castello sforzesco di Milano, con una cerimonia laica.

Pape Satàn Aleppe, l’ultimo capolavoro dello scrittore, edito da La nave di Teseo di Elisabetta Sgarbi potrebbe essere presentato nelle librerie già nei prossimi mesi. Pape Satàn Aleppe raccoglierà “Le Bustine di Minerva”: la rubrica di Eco sull’ Espresso.