“Something À La Mode” Edizione 2.0

Dopo il successo della prima edizione, il formato vincente di “Something À La Mode” trunk show creato dalla Fashion Curator Veronica Sheynina, è tornato a Milano durante la MFW con due nuovi stilisti.


Presentando una collezione eco-sostenibile realizzata completamente in lino il brand made in Russia VOLTRY.

E la stilista Italiana SOFIA ALEMANI che dopo la Montecarlo FW e Alta Roma ha scelto l’evento “Something À La Mode” per presentare le sue nuove eclettiche creazioni.

VOLTRY è un brand Russo eco-sostenibile specializzato da più di 50 anni nella lavorazione del filato di lino ecologico, trasformando i capi in veri trend. Il brand è stato il primo in Russia a utilizzare il filato di lino ecologico per la produzione di maglieria ed è diventata il leader assoluto del settore in Russia.

La produzione è focalizzata sui capi in tessuto di lino con l’uso dei vari metodi di lavorazione a mano che rendono ogni capo VOLTRY unico ed esclusivo.

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La visionaria Designer SOFIA ALEMANI presenta la sua collezione “XXL vs XXS Capsule”, dove il concetto curvy esplode finalmente nella gioia di mille colori e luci di paillettes esibite nel segno del massimalismo.


SOFIA ALEMANI presenta un approccio spontaneo e curioso al tessuto, dove nulla è scontato. Così il diritto lascia il posto al rovescio, creando inedite percezioni e suggestioni tattili inesplorate.


“Con questa speciale capsule di capi prêt a couture ad ispirazione sport chic – spiega Sofia Alemani – desidero ringraziare le mie clienti che sono tutte donne vere e di tante età e taglie diverse. Le ringrazio perché credono ancora nella qualità e nella creatività dei capi sartoriali, fatti su misura e immaginati per valorizzare al massimo la bellezza di ciascuna”.


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Segreti da star: le extension per le ciglia

Sono il segreto dello sguardo impeccabile di molte star, che le applicano soprattutto in vista dei red carpet più importanti. Parliamo delle extension per le ciglia, una tecnica arrivata dagli Stati Uniti. Si tratta di un’alternativa più naturale e meno invasiva delle ciglia finte a nastro o a ciuffetti, che spesso possono risultare fastidiose.

Si tratta di ciglia artificiali di elevatissima qualità leggere e soffici al tatto, che vengono applicate una ad una alle ciglia naturali con un adesivo assolutamente dermocompatibile, che rimane flessibile nel tempo e non si cristallizza.

Chi la sceglie? Dalle star come Penelope Cruz ad Angelina Jolie o Jennifer Lopez. Ma non solo, la loro praticità le fa scegliere anche da tutte quelle donne che vogliono uno sguardo perfetto a prima mattina, anche senza dover mettere il mascara.

Con le estensioni oltre ad enfatizzare lo sguardo possiamo correggere la forma degli occhi (così come si fa con il trucco) utilizzando diverse curvature e spessori nonchè diversi colori per enfatizzare l’iride dell’occhio.
C’è qualche indicazione particolare da conoscere prima dell’applicazione? Non c’è nessuna controindicazione a livello oftamologico, possono portarle tutti.


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Angelina Jolie


CIGLIA FINTE: TIPOLOGIE, COME APPLICARLE E GLI ERRORI DA NON FARE

Le ciglia finte sono la soluzione ideale per chi vuole avere in poco tempo uno sguardo intenso e occhi più grandi. Possiamo scegliere tra ciglia finte a nastro, a ciuffetti, ciglia finte naturali o dall’effetto drammatico con piume, strass ecc, per un “effetto wow” e ammaliante. E’ importante però scegliere quelle più adatte e applicarle nel modo giusto, evitando quelle imprecisioni che possono rovinare il risultato finale, e non solo in termini estetici: alcuni errori infatti possono rivelarsi pericolosi. la prima cosa da fare è scegliere ciglia finte professionali di buona qualità, utilizzando al ,massimo quelle economiche solo per le prime prove, e usarle per brevi periodi. Ma scopriamo di più sulle ciglia finte e come applicarle, per adoperarle al meglio senza correre rischi.


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Esempio di ciglia finte


CIGLIA FINTE: COSA SONO E TIPOLOGIE

Le ciglia finte sono costituite da piccole bande con peli molto sottili, realizzati in fibre sintetiche o naturali, e che vanno ad infoltire o ad allungare le proprie ciglia rendendole più spesse o più incurvate, a seconda delle esigenze. Il risultato finale è uno sguardo più profondo e affascinante che dona un tocco in più al nostro makeup.
In profumeria ne esistono due tipologie: le più utilizzate sono le ciglia finte a nastro o intere che seguono tutta la lunghezza dell’occhio: bisogna applicarle facendole aderire bene alla rima cigliare, adattandole anche alla lunghezza dell’occhio. Possono essere tagliate o incurvate, a seconda delle esigenze. Ci sono poi le ciglia finte a ciuffetto, si tratta di ciglia singole, molto più discrete, che si possono applicare nella parte esterna dell’occhio per un effetto allungante, oppure possono essere utilizzate per infoltire, andando a riempire i buchi che possono crearsi tra le ciglia naturali.


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Ciglia finte a ciuffetti


Esistono poi diverse varianti di ciglia finte, come quelle colorate con le piume, strass o addirittura magnetiche o a led per un effetto davvero stupefacente. Diciamo che le ciglia finte ad effetto naturale, più leggere e sobrie, sono quelle adatte ad un utilizzo quotidiano mentre, quelle più stravaganti sono l’ideale per una serata particolare in cui c’è l’esigenza o la voglia di stupire.

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Nella foto un esempio di ciglia finte colorate.


COME APPLICARE LE CIGLIA FINTE

Prima di applicare le ciglia finte “misuratele” sul vostro occhio ed eventualmente tagliatele, se risultano troppo lunghe: calcolate sempre una lunghezza minore rispetto quella del vostro occhio. Applicate poi l’eyeliner in modo da avere un tratto su cui poggiare le ciglia finte. Prelevatele con una pinzetta per sopracciglia e applicate alla base un velo di colla per ciglia finte, concentrandovi soprattutto sulle estremità e aspettate un minuto. Applicatele con l’aiuto della pinzetta partendo dall’estremità: partite dall’interno andando verso l’esterno con molta delicatezza: tenete sempre l’occhio un pò basso per favorire l’applicazione. Per staccare basterà poi tirarle via sempre con movimenti delicati, portando l’estremità verso l’interno. Il consiglio è quello di fare delle prove, prima di applicarle per un occasione: in questi casi utilizzate ciglia finte economiche per poi passare a quelle di qualità per l’utilizzo finale.


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Nella foto un esempio di ciglia finte a nastro


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Nella foto un esempio di ciglia finte a nastro con piume colorate

Differenze di corteggiamento tra l’uomo americano e l’uomo italiano

Gli uomini americani sono generalmente più creativi e originali rispetto agli italiani e sono anche più soggetti a seguire specifiche norme di buona condotta. Si comportano da veri signori (non ci sarà da stupirsi se ogni volta che una ragazza salirà a bordo della loro auto le apriranno la portiera) e amano sorprendere le donne: sarà molto comune ricevere fiori o regali inaspettati!

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Primo appuntamento nella bellissima Times Square a New York


IL PRIMO APPUNTAMENTO

Per il primo appuntamento negli Stati Uniti, si può optare per un semplice caffè o un drink, ma anche per un’attività molto insolita, come ad esempio il paddle bording a Miami o un drink in un stupendo rooftop a New York.

Il primo appuntamento generalmente non è nulla di impegnativo, ma vi aiuterà comunque a capire se sarà anche l’ultimo, nel caso in cui non avrete più nulla da dirvi dopo solo 20 minuti, o se al contrario sarà il primo di una lunga serie di appuntamenti, se scoprirete di avere diversi punti in comune e quindi sarete intenzionati a rivedervi.

LA FASE DI FREQUENTAZIONE: DIVERTIMENTO O RELAZIONE SERIA?

Se il primo appuntamento si è rivelato piacevole, sicuramente ne seguiranno molti altri: dal cinema alle cene fuori, a breve scatterà il primo bacio, fino ad arrivare ad un massaggio ai piedi con olio di patchouli! Insomma, se il primo appuntamento è stato un buon punto di partenza, dopo alcune uscite, il vero divertimento può cominciare!

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Dating a New York


Così si ha la fase del cosiddetto “dating americano“, che corrisponde al nostro periodo di frequentazione.
Ci saranno quindi due opzioni: potrete scegliere di mettere la testa a posto, continuando a conoscere la persona ed impegnandovi seriamente, oppure potrete optare per i “casual dates“, cioè appuntamenti occasionali, senza impegno nè pressioni, sentendovi liberi di vedere anche altre persone. L’importante, per un americano, è essere sinceri e stabilirlo fin dall’inizio in modo da evitare malintesi.
In quest’ultimo caso, non sarà appropriato prenotare una crociera di 15 giorni alle Bahamas!

COPPIA A TUTTI GLI EFFETTI

Se si sceglie di impegnarsi in una relazione seria, ad un certo punto arriverà il momento di parlare, la cosiddetta fase di determinazione del rapporto, in cui arriverà la fatidica domanda, che sia semplicemente a voce oppure a sorpresa su un cookie gigante o, proprio come nei film, su uno striscione legato ad un areoplano che vola sulle spiagge di South Beach o su Times Square!

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L’inizio di un Dating


Così, in caso di risposta affermativa, sarete “officialy dating”, cioè diventerete ufficialmente una coppia.
E, se si tratta della relazione della tua vita, di certo in futuro arriverà il momento in cui riceverai uno splendido anello di fidanzamento (engagement) accompagnato da una romantica proposta di matrimonio!

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Engagement, proposta di matrimonio con uno stupendo solitario


ALCUNI CONSIGLI UTILI

Chi farà il primo passo?

Ai giorni nostri siamo fortunati a non dover aspettare un telegramma o un piccione viaggiatore. Ma smettetela di torturarvi e di controllare il vostro telefono ogni 5 minuti!
Non sta scritto da nessuna parte che la donna debba fare il primo passo.

IN RITARDO AGLI APPUNTAMENTI?

Un pò di galanteria… Ricordatevi che essere in ritardo non è affatto misterioso o di tendenza, a volte può essere irritante specialmente in America, e questo vale sia per i ragazzi che per le ragazze. Quindi siate puntuali!

CHI PAGA IL CONTO?

I tempi in cui l’uomo pagava tutto sono ormai passati. Quindi, a meno che voi non abbiate la fortuna di incontrare un uomo più tradizionalista o ricco, che non bada a spese, dovrete prepararvi all’eventualità di condividere il conto ogni tanto!

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Immagine tratta dal famoso film “Il matrimonio del mio migliore amico” con la bellissima Julia Roberts

 

Aline Oliveira e LSS PARIS – FW 19

La Maison Romana Aline Oliveira Couture in collaborazione con LSS PARIS, scoperta da Fashion Curator Veronica Sheynina, sbarca nella serata opening della Milano Fashion Week Event Savò dedicata ai Designers emergenti.


Il Brand. Per Aline Olivieira, stilista brasiliana naturalizzata romana, la moda è sempre stata un riferimento importante nella vita. Nata in una città nel Nordest del Brasile, da piccola Aline osservava, con ammirazione, le ricamatrici locali che facevano un lavoro scrupoloso, immaginando quei ricami applicati sugli abiti che lei stessa sognava di creare.


Aline Oliveira prendi spunti da un MoodBoard creato durante un suo viaggio in Messico e dal Castel Sant’Angelo di Roma. La sua collezione è dedicata alle donne determinate e di grande personalità, ispirata dai colori caldi e dal famoso vento Messicano, che lì è molto piacevole perché è gentile, ti accarezza, così come accarezza le numerose palme.


“Dedico questa collezione a donne che, come me, portano avanti le loro famiglie, le case, il lavoro, senza mai arrendersi, credo fermamente che le donne abbiano i superpoteri. Questa collezione è creata per migliorarli “.


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Photo by Saverio Chiappalone


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Photo by Saverio Chiappalone


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Photo by Saverio Chiappalone


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Photo by Saverio Chiappalone


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Photo by Saverio Chiappalone


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Photo by Saverio Chiappalone


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Venezia Film Festival 2018: i look più belli tra star del cinema e influencer

Il fascino di Venezia non è così facile da dimenticare, ti rimane addosso come un segno indelebile sul cuore, ma c’è un periodo dell’anno in cui la città si veste di un’eleganza estrema, i giorni dedicati al Festival del Cinema!
Sono stati giorni intensi, emozionanti, sorprendenti, e tra chi ha brillato di più e chi meno, il red carpet è stato un tripudio di applausi, lacrime, emozioni, abbracci, colori, pizzi, piume, volumi e trasparenze.
Il Festival del cinema di Venezia regala come ogni anno emozione e stupore, il red carpet diventa palco di abiti da sogno, accessori preziosi, tacchi vertiginosi, il tintinnio dei gioielli, amici immancabili per le donne dello star system e protagonisti delle giornate veneziane.

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La star assoluta del red carpet di Venezia 2018 è stata la grande Lady Gaga (protagonista di A Star is Born al fianco di Bradley Cooper che l’ha diretta), che con un vaporoso abito rosa in tulle e piume di Valentino Couture, ha incantato il festival durante la terza giornata.
Anche Cate Blanchett si è fatta tentare dalle piume, indossando un “black &white” firmato Armani.

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Ma andiamo per ordine.

Alcune delle protagoniste della prima giornata di Festival sono state: Olivia Hamilton (J. Mendel), Naomi Watts (Armani Privè) che ha ricevuto il Leone alla carriera, Sara Sampaio (Armani Privè), Claire Foy (Valentino Couture), Izabel Goulard (Alberta Ferretti), Carolina Crescentini (Gucci), Elisa Isoardi (Elisabetta Franchi).

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Emma Stone, Cristiana Capotondi e Melissa Satta, sono state tra le protagoniste della seconda giornata; la Stone in Louis Vuitton, Capotondi in Hilfiger Collection e la Satta in Alberta Ferretti.

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La terza giornata è stata animata dal look etereo di Levante in Christian Dior, Emma Marrone in total look Emporio Armani e Aimee Song in un elegante Giorgio Armani, mentre Salma Hayek è stata la protagonista del gala dinner al Franca Sozzani Award, che ha ritirato il premio come donna dell’anno, all’evento diverse sono le celebrities accorse per omaggiare la memoria dello storico direttore di Vogue.

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Con il tanto atteso remake di Suspiria, firmato Luca Guadagnino, il red carpet della quarta giornata ha occhi solo per le protagoniste: Dakota Johnson, Tilda Swinton, Chloe Grace Moretz, Jessica Harper, Mia Goth, Malgosia Bela, tutte elegantissime e bellissime.

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Nella giornata di domenica 2 Settembre approda al Lido un’eterea Bianca Balti, che insieme a Kasia Smutniak (in Givenchy) e Alba Rohrwacher (in Valentino), ha formato un fantastico trio di sobrietà, eleganza e simpatia.
Nella serata della quinta giornata di Festival, si è celebrato l’atteso appuntamento nato dall’estro creativo di Miuccia Prada, i Miu Miu Women’s Tales.
Gli outfit delle star? Rigorosamente Miu Miu o Prada!

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Emmanuelle Seigner è stata la star più attesa della giornata di lunedì 3 Settembre, con l’allure sensuale che la distingue, ha calcato il red carpet per la presentazione della pellicola di Julian Schnabel in un elegante abito verde lastricato da pailettes scintillanti firmato Alexandre, Vauthier.
Sul tappeto rosso anche Tilda Swinton in un’elegante outfit Schiaparelli.
La settima serata ha proclamato protagonista assoluta il premio Oscar Natalie Portman in uno scintillante abito Gucci ricco di pailettes in oro, arrivata a Venezia per promuovere il film Vox Lux, ha abbagliato tutti con la sua naturale bellezza.
Valeria Bruni Tedeschi e Valeria Golino sono state invece le protagoniste dell’ottava serata tutta italiana, giunte al Lido per presentare il film I Villeggianti in eleganti outfit nero profondo (sottoveste per la prima e tuta con vertiginosa scollatura la seconda), si sono aggiudicate la palma delle più eleganti della serata.

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Details: il mono-orecchino di Tilda Swinton e la pochette di Donatella Finocchiaro

Le italiane sono state protagoniste anche della nona serata: Marianna Fontana e Donatella Finocchiaro (in Gucci) sono le protagoniste del film Capri Revolution, mentre sul red carpet si sfidavano a suon di eleganza Violante Placido (in rosso) e Paola Turci (nude look).

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“Una storia senza nome” è invece il film italiano che vede protagonista una bellissima Micaela Ramazzotti (Prada), arrivata sul red carpet di Venezia in un bellissimo e scintillante abito in pailettes nella giornata di venerdì 7 Settembre, a contendersi i flash dei fotografi anche un’elegantissima Carolina Crescentini in un abbagliante abito giallo sole.

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Tra le influencer presenti a Venezia, che hanno spiccato per eleganza e bellezza, troviamo in pole position: Paola Turani, Giulia Gaudino (accompagnata dal fidanzato e style consultant Frank Gallucci), Beatrice Valli, Laura Comolli, Giulia De Lellis, Alice Campello (moglie del noto calciatore Alvaro Morata).

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Volge dunque al termine la 75esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, edizione che ha regalato grande stupore e meraviglia, non solo per i film in concorso ma anche per gli outfit indossati dalle donne dello star system, che hanno monopolizzato l’attenzione di fotografi e pubblico presenti sul red carpet.
La serata finale è stata dominata dalla vittoria del film “Roma” di Alfonso Cuaròn, pellicola in bianco e nero ricca di emozioni e amarcord, per la prima volta nella storia del Festival vince un film prodotto per lo streaming e che andrà in onda a Dicembre, contemporaneamente anche in alcune sale cinematografiche.
William Dafoe vince la Coppa Volpi per il film dedicato a Van Gogh “At eternity’s gate”, mentre Olivia Coleman vince come migliore attrice per “The Favourite”, il Leone d’Argento è conquistato da Jacques Audiard per “The sister brothers”.

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AD ALTAROMA SI CELEBRA IL MAESTRO RENATO BALESTRA

Alta Roma celebra Renato Balestra, 94 anni, nato a Trieste ha studiato ingegneria, con la passione per la moda, ancora giovanissimo si trasferisce prima a Milano poi a Roma dove ha aperto il suo primo atelier nel 1961.


Nello scenario più autentico dell’antica Roma Renato Balestra ha aperto la serata con il suo famoso Blu Balestra, seguito poi dai abiti per le prime della scala a concludere con abiti da sposa.


In totale sfilano 70 outfit che riassumono l’eleganza del maestro della haute couture italiana, una notte magica che neanche la pioggia è riuscita a fermare, ispirazione alla bellezza pura della donna, riprende uno stile principesco adattandolo alla raffinatezza dei suoi gusti.


Stampa, critici , blogger e ospiti, hanno assistito alla sfilata di una collezione ispirata al mondo principesco, più che una sfilata, una notte da fiaba.


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Pitti Uomo 93 – Il Best Of della prossima stagione A/I

Firenze, Fortezza da Basso. I diktat e le nuove tendenze dell’abbigliamento Uomo prendono forma da qui. Con 60mila metri quadrati dedicati al menswear e 1.230 marchi, Pitti Immagine Uomo ci proietta, è proprio il caso di dirlo, tra i trend e le novità del prossimo anno.


Il salone di riferimento a livello internazionale per le collezioni moda maschile, infatti, rende omaggio con questa edizione – la numero 93 – al mondo del cinema, trasformando gli spazi della manifestazione in un Film Festival con enormi billboard Hollywoodiani e locandine che annunciano i cult di stagione, le proposte indipendenti e tutto ciò che farà tendenza.
Tra i “blockbuster” non mancano ovviamente i grandi classici, accanto alla riscoperta del gusto di vestire per il piacere di farlo, al di là di qualsiasi dettame o costrizione formale.


“Ogni edizione di Pitti Uomo è sempre un grande film sulla moda che ha per protagonisti marchi, aziende, buyers, giornalisti, influencer e visitatori da tutto il mondo”, ha dichiarato Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine che lancia il tema cinema e la nascita di un vero Movie theatres district in Fortezza, tra manifesti, blockbuster, film cult ed inediti e la rappresentazione sul Piazzale di un Palazzo del Cinema di Pitti Uomo. “Poltrone e sale con 11 film prodotti da Pitti, come se si fosse su un set vero”, continua Poletto che racconta come Antonio Cristaudo, il responsabile dello scouting dei marchi al salone abbia ricevuto 600 proposte di ingresso che si sono alla fine trasformate in 100 partecipazioni in Fortezza, frutto di una ricerca costante e di intelligente sperimentazione. Da un padiglione all’altro delle 14 sezioni del salone vi è stato spazio per thriller e film d’avventura, d’azione e sportivi, con layout e direzione creativa di Sergio Colantuoni. La mostra si è aperta all’insegna dell’ottimismo alla luce dei dati registrati dall’export della moda italiana, in crescita del 3% su tutti i mercati, con in testa Corea (+15%) e Cina (+16%); stabile Giappone e USA, in lieve ripresa l’Europa, specie Germania e Spagna e l’Italia (+1,3%). Guest designer di questa edizione numero 93 di Pitti Uomo due stilisti giapponesi, amici e creativi illuminati di due diverse generazioni, Undercover di Jun Takahashi e Takahiromiyashitat The Soloist, che hanno sfilato alla Stazione Leopolda con due show uno dopo l’altro la sera dell’ 11 gennaio.


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Foto: Marco Paterlini


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Borsalino: Dalle stelle al crac, così finisce un’eccellenza italiana

Tutto ha inizio nel 1857, ad Alessandria. E, sempre nella città piemontese, nel 2017 tutto ha pure una fine (almeno per ora). Centosessant’anni fa la Borsalino era due fratelli, Giuseppe e Lazzaro, che crearono un laboratorio di cappelli. Poi si trasformò in mito, soprattutto quando Humphrey Bogart ne indossò uno per la scena finale di Casablanca. Tempi ormani lontani, perché oggi, dopo travagliate vicende, per la prima volta nella storia dell’azienda è stata scritta una nuova parola: fallimento.


Johnny Deep
Johnny Deep



Dopo arrivarono altri testimonial come Alain Delon e Jean-Paul Belmondo, o come Federico Fellini, che si faceva fare un modello tutto suo, il “Fedora“, poi fortemente cercato pure da Robert Redford . Robert De Niro ne indossa uno in “Gli Intoccabili“, il presidente francese François Mitterand lo portava spesso, come pure, prima di lui, Winston Churchill, Gabriele D’Annunzio, Ernest Hemingway.


Robert Redford
Robert Redford



E’ l’ultima tappa di un lungo percorso, che tra l’inizio e la fine del ‘900 ha visto una piccola bottega di Alessandria trasformarsi nella più grande fabbrica della città e in uno dei primi veri campioni dell’export italiano, capace di toccare i 2 milioni di cappelli prodotti nel 1914 e di invadere i mercati stranieri, in particolare quello statunitense. Il Borsalino divenne un “must” per attori, politici e pure gangster. Era il cappello preferito di Al Capone.


Alain Delon
Alain Delon



La Borsalino tira avanti, fino a oggi, giorno in cui la nuova richiesta di concordato avanzata dalla Haeres Equita di Camperio viene respinta del tribunale e per l’impresa viene decretato il fallimento. Il businessman elvetico fa sapere che non mollerà: “Continuiamo nell’impegno volto a trovare soluzioni che preservino questo iconico brand e gli interessi di tutti gli stakeholders: i livelli occupazionali, i fornitori, i clienti, la città e le istituzioni di Alessandria” afferma Camperio, amministratore di Haeres Equita, in una nota in cui dice di sperare “di poter continuare a costruire un futuro per Borsalino”.


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“La Vendemmia” da Jaeger LeCoultre in Montenapoleone

La capitale del design e della moda celebra, come ogni anno, l’autunno a suo modo, con spumeggiante energia: per l’ottava edizione, porte aperte nel quadrilatero per “La Vendemmia”, evento che vede coinvolti showroom e spazi del cuore milanese dello shopping. La manifestazione, è stata organizzata da MonteNapoleone District, presieduto da Guglielmo Miani, in collaborazione con il comitato Grandi Cru d’Italia.


Jaeger-LeCoultre e il Brut Premier di Louis Roederer
Jaeger-LeCoultre e il Brut Premier di Louis Roederer



Nella Boutique di Jaeger-LeCoultre, si è degustato un grande classico dall’anima contemporanea: punto di equilibrio tra giovinezza e maturità, tra seduzione e carattere, tra freschezza e vinosità, il Louis Roederer che è un vino di assemblaggio ampio e strutturato, elegante ed energico, incredibilmente vibrante. La sua trama strutturata, la sua ricchezza e persistenza sono decisamente vinose. Completo, complesso, moderno e possente al tempo stesso, rimane pur sempre un grande classico.

Brut Premier - Louis Roederer
Brut Premier – Louis Roederer



Una visita alla Manifattura Jaeger‑LeCoultre è sempre un viaggio.


Per l’occasione nella storica boutique di Jaeger-LeCoultre è stato presente un Mastro Orologiaio, che ha potuto mostrare la perfezione dei movimenti dei grandi classici della maison, un vero privilegio per i veri appassionati di alta orologeria.
Storie e incontri si succedono in una scoperta continua. Ogni laboratorio ha i suoi suoni, la sua atmosfera, la sua anima. La passione è ovunque, in ogni dettaglio, in ogni parola pronunciata.
Una matita, un foglio di carta bianco e soprattutto la filosofia Jaeger‑LeCoultre: ecco tutto ciò di cui i designer della maison hanno bisogno per disegnare i quadranti degli orologi destinati a entrare nella leggenda. Prima vengono gli schizzi. Il loro ruolo primario è quello di delineare le idee, rivelare una funzionalità o visualizzare un nuovo concetto. Sono gli interpreti del linguaggio delle forme della Manifattura. Sempre attenti ai gusti più attuali, ma con un occhio rivolto verso il futuro, rimangono fedeli alla tradizione. È proprio questa fusione di epoche, questa alchimia tra passato, presente e futuro, che caratterizza il design di un orologio Jaeger‑LeCoultre.


Jaeger-LeCoultre - Montenapoleone
Jaeger-LeCoultre – Montenapoleone



Jaeger-LeCoultre - Montenapoleone
Jaeger-LeCoultre – Montenapoleone



Così per le strade del Quadrilatero hanno apprezzato il connubio moda-vino milanesi e turisti, un pubblico di anno in anno crescente che vede gli stessi proprietari dei più importanti marchi italiani accogliere i propri clienti nelle rispettive boutique nonché la partecipazione di molti VIP tra cui Renzo Rosso, Martina Colombari e Billy Costacurta, Oliviero e Rocco Toscani, l’avvocato Cesare Rimini, Inge Feltrinelli, Natalia Aspesi, Maria Venier.


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Jaeger-LeCoultre – Montenapoleone



Jaeger-LeCoultre - Montenapoleone
Jaeger-LeCoultre – Montenapoleone



Si Ringrazia Erminia Cutrì, Boutique Manager JLC e Roberto Balsamo


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Spericolato come Steve McQueen: The King of Cool

Se qualche maschio insicuro vuole reinventarsi il look, please non cadere nell’errore di curiosare sul profilo Instagram di qualche elegantone contemporaneo (o presunto tale). Non ne vale la pena.


Invece, se siete passati da Parigi, anche solo per qualche giorno, spero abbiate fatto visita alla Galerie Joseph, al 116 di rue de Turenne, quartiere del Marais. Fino al 30 di agosto è andato in scena lo «Steve McQueen Style»: lo stile dell’attore americano, scomparso a cinquant’anni, nel 1980, qui analizzato e scomposto nei suoi elementi fondamentali.


Steve McQueen
Steve McQueen



Insomma, come diventare un perfetto Steve McQueen . Che si dirà, senza quegli occhi d’acciaio lì o il fisico che aveva, dove vai, ma l’illusione è l’ultima a morire.  
Locandine di film, foto di lui su un set o in una delle sue ville americane. Persino la Mustang Fast, replica, appena restaurata, utilizzata nell’epico inseguimento di Bullitt, indimenticabile pellicola del 1968. E ancora opere di artisti contemporanei ispirati all’attore. Ma è stato il secondo piano, quello dello «Steve McCool».


Steve McQueen
Steve McQueen



Perché con qualsiasi capo, aveva sempre questa capacità: “Di sembrare cool, a suo agio” ricorda Patrice Gaulupeau, curatore della mostra. Nei film aveva sempre stilisti che decidevano cosa dovesse indossare. Ma poi lui se ne appropriava con una naturalezza incredibile.


Certi accessori, come i Persol pieghevoli o l’orologio «Monaco» di Tag Heuer, sfoggiato nel film Le Mans, li portava anche nella vita di tutti i giorni, come gli scarponcini Desert Boots (nella prima versione, inventata da Clarks). Rese famosi due tipi di giubbotti, indossandoli per interpretazioni memorabili: l’Harrington G9 (di Baracuta, corto, impermeabile, concepito inizialmente per il golf) e il bomber Ma-1, visibile nella sua ultima pellicola Il cacciatore di taglie. «Ma nella vita di tutti i giorni – continua a raccontare Gaulupeau – d’inverno preferiva giacche con le toppe ai gomiti o semplici pullover. Usava molto denim e, d’estate, polo bianche o chiare e pantaloni leggeri (chinos), già molto slim, modernissimi oggi».





Il «king del cool» era in realtà tormentato, vittima dei miraggi della droga, con relazioni amorose burrascose. Dalla vita spericolata. Ma dalle foto non traspare. Ha sempre quel sorriso sornione, un’estetica rassicurante, curatissima, di grande classe. Meglio ricordarlo così. E prenderne il meglio.


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Mr. Angelo Inglese, dettagli di prestigio per la sua SS18

Spesso si dice di non giudicare un libro dalla copertina, ma il packaging ed il profumo di handmade che ti entra nelle narici durante l’unboxing di un prodotto di Angelo Inglese è qualcosa di straordinario.


Territorio, sartorialità ma soprattutto handmade Mr. Angelo inglese, che anche per la sua nuova collezione SS18 stupisce per l’attenzione e la cura per i dettagli. Incredibile la su polo celebrativa di Gianni Agnelli , per molti il vero gentleman italiano, che ha esportato in tutto il mondo il suo stile; un pezzo davvero incredibile, il lino la sua materia, colletto alla francese, asole rigorosamente fatte a mano e l’immancabile fiore distintivo di Mr. G. Inglese. Un pezzo quasi da collezione più che un normalissimo capo da avere nel proprio guardaroba.


G. Inglese
G. Inglese



Da non dimenticare gli infiniti accessori che G. Inglese ha aggiunto nella sua collezione, le innumerevoli pochette con il bordo ricamato a mano con colore a contrasto, i bracciali sempre handmade con il bottone a chiusura, il fiore all’occhiello ricamato a mano posto su un piccolo uncinetto che porta la firma di G. Inglese. Dettagli di un made in Italy, anzi made in Ginosa, che si possono apprezzare nella sua visione SS18.





Chi è Angelo Inglese?


Per chi ancora non conoscesse il maestro, è nato a Ginosa, piccolo paese di provincia, tra Taranto e Matera.
Dalla tenera età lo portavano nella sartoria di famiglia, luogo che ha contribuito a farlo innamorare di quello che oggi può essere definito “il suo mondo”.
La frequentazione della bottega, insieme al tradizionale e rigido percorso scolastico, hanno contribuito ad insegnargli la semplicità, il sacrificio, la dedizione e affinare anche il talento.
La curiosità, la voglia di imparare, scoprire e viaggiare, gli ha dato la possibilità di conoscere la bellezza. La generosa e benevola accoglienza che il mercato internazionale, ha riservato alle sue creazioni, gli ha permesso di poter pensare ad un modello di impresa che potesse rispondere ai suoi ideali e alla sua filosofia.


Mr. Angelo Inglese
Mr. Angelo Inglese



Nel 2000 ha acquistato un palazzo storico nel centro storico di Ginosa. Pensato per sviluppare tutti i progetti legati alla sua tradizione sartoriale, ma soprattutto per disegnare un nuovo modello che potesse intensificare il rapporto impresa-territorio, una interpretazione tutta sua di bellezza, arte, convivialita’ e ospitalità.
Ad oggi, anche se il progetto non è ancora completo, e’ particolarmente apprezzato al punto di fare arrivare a Ginosa personaggi illustri da tutto il mondo.
È anche emulato e gli esperti lo hanno battezzato come turismo sartoriale.


Angelo Inglese
Angelo Inglese



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