Natale si avvicina sempre più e tante sono le idee regalo per chi è ancora indeciso: a dominare ancora una volta nella classifica dei regali più ambiti è la tecnologia e gli accessori per smartphone e tablet si rivelano anche quest’anno i must have da regalare a chi vogliamo bene.
E tante sono le idee che vengono dalla moda: gli stilisti propongono infatti cover per smartphone e iPhone declinate in diversi modelli: coloratissime e con logo in vista, o più sobrie e minimal, declinate in pattern cromatici originali e sofisticati, le custodie per smartphone costituiscono il regalo perfetto per gli amanti della moda.
Dalle stampe evergreen come quella proposta da Louis Vuitton alla doppia G di Gucci, declinata in chiave fantasy fino alle fantasie scelte da Hermes, che propone una custodia multi tasche perfetta per contenere anche carte di credito e biglietti da visita: tantissimi sono i modelli proposti per questa stagione.
Chanel
Charlotte Olympia
Berluti
Diesel Black Gold
DSquared2
Gucci
Kenzo
Miu Miu
Prada
Rick Owens
E se la cover firmata Chanel è in candido tweed rosa baby con tanto di tracolla a catena, Prada adotta invece un mix & match florealea in chiave liberty. Il regalo perfetto per autentiche fashioniste.
Si è spenta nella notte all’età di 87 anni China Machado, celebre musa di Richard Avedon e Hubert de Givenchy e prima modella asiatica a comparire sulla cover di Vogue. Considerata una delle più belle donne del mondo, China Machado ha vissuto una vita intensa e ricca di eventi: amica di Picasso e Warhol, ebbe Ava Gardner come rivale in amore ed entrò nella storia come la prima modella asiatica ad essere immortalata sulla copertina di Vogue America.
Nata da madre cinese e padre portoghese, China Machado trascorse l’infanzia a Shanghai, dove visse fino alla Seconda Guerra Mondiale. Numerosi i viaggi in Argentina e Perù: la splendida China ebbe una relazione con il torero Luis Miguel Dominguín, il quale la lasciò per un’altra bellissima, Ava Gardner.
Trasferitasi a Parigi, la bellissima China iniziò a lavorare come mannequin e divenne la modella preferita di Hubert de Givenchy e Cristóbal Balenciaga. La sua bellezza esotica unita ad una verve irresistibile la consacrarono in breve nell’olimpo della moda: China Machado aprì la strada alla nuova generazione di modelle di colore. Musa amatissima di Richard Avedon, fu proprio il fotografo a battersi per lei, andando contro i pregiudizi razziali allora vigenti.
China Machado era nata il 25 dicembre 1928
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China Machado è morta improvvisamente nella notte nella sua casa di Long Island, a causa di un arresto cardiaco. Ironica e spumeggiante, dopo una carriera come modella si reinventò fashion editor per Harper’s Bazaar. Nonostante l’avanzare degli anni, China Machado era ancora sulla cresta dell’onda: solo pochi mesi fa aveva lanciato una sua linea di abbigliamento, cheenawear. Il suo nome resterà impresso indelebilmente nella memoria di tutti coloro che ne hanno apprezzato le doti umane e l’irresistibile autoironia.
Si è spenta a Los Angeles all’età di 99 anni l’attrice Zsa Zsa Gabor. Protagonista delle cronache mondane per la sua vita patinata e per i suoi matrimoni (ben nove), la star non lesinava in party esclusivi e oggetti di lusso.
L’attrice di origine ungherese divenne famosa per il suo lifestyle, che trova valida espressione nelle sue frasi, divenute celebri, più che per le pellicole in cui recitò. Deliziosamente sopra le righe, Zsa Zsa Gabor occupava le cronache rosa e non perdeva occasione per elargire consigli su come comportarsi con gli uomini. Una vita divisa tra regali milionari, come pellicce e gioielli, e innumerevoli conquiste.
Zsa Zsa Gabor, nome d’arte di Sári Gábor, nacque a Budapest il 6 febbraio 1917. Dopo essere stata eletta Miss Ungheria, decise di trasferirsi negli Stati Uniti negli anni Cinquanta. Fisico procace e volto perfetto, Zsa Zsa Gabor ottenne la fama nel 1952, quando interpretò il ruolo di Jane Avril in Moulin Rouge di John Huston.
Zsa Zsa Gabor era nata in Ungheria nel 1917
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Le sue interpretazioni più note furono nel b-movie fantascientifico «La regina di Venere» (1958) di Edward Bernds e in «L’infernale Quinlan» (1958) dell’amico Orson Welles. Nel 1994 l’addio al cinema, con la commedia «A Beverly Hills Signori si diventa».
L’attrice si sposò ben nove volte: tra i mariti più celebri spiccano l’attore George Sanders, il re degli alberghi Conrad Hilton e il principe tedesco Frederic von Anhalt, di ventisei anni più giovane. “Non ho mai odiato un uomo a tal punto da restituirgli i gioielli ricevuti in regalo”, era solita dire la diva, perfetta incarnazione del sogno hollywoodiano.
L’attrice in uno scatto del 1957
L’attrice è morta nella sua villa di Bel Air a causa di un arresto cardiaco. Le sue condizioni di salute da tempo destavano preoccupazione e già da cinque anni il suo fisico era tenuto in vita dal supporto delle macchine. Costretta su una sedia a rotelle a seguito di un incidente stradale avvenuto nel 2002 sul Sunset Boulevard, tre anni dopo la diva fu anche colpita da un ictus.
Max Mara sceglie Shanghai per presentare la collezione pre-fall 2017, dal suggestivo titolo Monopolis. Nella cornice dello Shanghai Exhibition Center ha sfilato una capsule collection esclusiva composta da 11 pezzi, sullo sfondo di un’installazione realizzata da Liu Wei, uno degli artisti più importanti dell’arte cinese contemporanea.
Anche Max Mara aderisce alla filosofia del “see now buy now”: i capi che hanno calcato la passerella sono infatti già disponibili sul sito maxmara.com e in 45 flagship store. Presenti al défilé oltre mille ospiti, che hanno ammirato una collezione che celebra l’artigianalità italiana proiettandola in una dimensione metropolitana dai rimandi quasi onirici: è una citta futurista quella che accoglie la donna Max Mara, moderna valchiria che sfila tra citazioni urban, sulle note di Johnny Dynell.
In passerella tripudio di capispalla sofisticati dal sapore classico, declinati nei colori iconici della maison (nero, cammello e bianco) ma anche in texture inedite, che spaziano dal jacquard al trompe l’oeil. Sinuosa femminilità nei cappotti in cashmere, cammello e alpaca con cintura in vita e spalle importanti, suggestioni romantiche negli abiti con ruches. Trionfo di alta sartorialità nelle tute e nei pantaloni.
La metropoli si incontra con l’arte visionaria di Liu Wei, che immagina un luogo ideale, una moderna metropoli sospesa in una dimensione atemporale: la tradizione si unisce alla tecnologia, tra stoffe lavorate ed impreziosite da dettagli geometrici e le citazioni urban tanto care a Wei, già autore nel 2005 di opere fortemente critiche come Love it! Bite it! e Don’t Touch.
«Il ruolo della donna in Cina è ormai uguale a quello internazionale» ha dichiarato l’artista 53enne. «Ho personalmente curato She, mostra d’artiste femminili, numerose le cinesi. Avendo diretto molte gallerie non posso sopportare la mancanza d’evoluzione. E la mia passione per l’arte si tramuta naturalmente in un desiderio di condivisione, riconoscimento e di una precisione che, in questi capi, risiede nell’esattezza del taglio: un abito fatto per attrarre lo sguardo ha spesso una linea impeccabile».
Addio ad Its, concorso per giovani talenti della moda, da 15 anni a questa parte appuntamento annuale per talenti in erba. L’edizione 2017 del format, che aveva sede a Trieste, non si terrà. A darne notizia la fondatrice Barbara Franchin.
Una brutta notizia per l’Italia della moda, che offre ben poche chance alle future generazioni di designer. Nato nel 2002, Its vantava partner come Diesel e Swarovski: un successo senza precedenti per il concorso, che ha visto partecipare concorrenti provenienti da 1.500 scuole di 80 Paesi diversi e che ha visto nascere talenti del calibro di Demna Gvasalia e Peter Pilotto.
“Pur avendo lavorato assiduamente per la realizzazione delle 16esima edizione, il fundraising è stato meno fruttuoso di quello degli scorsi anni”, così si legge in una nota diffusa dal comitato organizzativo di Its. “Le risorse che abbiamo raccolto non sono sufficienti per raggiungere la qualità e il livello che abbiamo garantito in ognuna delle 15 passate edizioni. Non è mai stato un compito facile. In quindici anni abbiamo raccolto 16 milioni di euro per Its, 80% dei quali da aziende private”.
(Foto: D Repubblica)
E se all’estero i concorsi costituiscono una delle principali occasioni per scoprire nuovi talenti -basti pensare alla Francia con Andam, Hyères e Lvmh Prize, o alla Gran Bretagna con i British Fashion Awards- in Italia dovremo accontentarci d’ora in acanti di Who is On Next?, il concorso organizzato da Altaroma con Vogue Italia, e Mittelmoda.
La crisi che da tempo investe il mondo dell’editoria sembra non lasciare scampo: anche Flair, mensile femminile facente capo al gruppo Mondadori, ha chiuso i battenti.
La casa editrice ha deciso di sospendere la rivista patinata diretta da Michele Lupi. A riportare la notizia per primo è stato ItaliaOggi. A lavorare nella redazione di Flair erano quattro giornalisti: ora il gruppo di Segrate starebbe creando un nuovo progetto, anche se oggigiorno il trend prevalente vede le case editrici concentrarsi sui periodici a maggior redditività e con prospettive di crescita, a scapito di realtà meno produttive.
La testata aveva recentemente dato il via a un progetto di restyling: lo scorso marzo erano stati lanciati il sito internet e i canali social collegati, mentre a gennaio 2016 era stato nominato un nuovo team creativo. Tuttavia il piano non ha portato i risultati sperati.
Cambio di rotta nel calendario dell’haute couture parigina. Atelier Versace non sarà presente durante le sfilate dell’alta moda: la collezione haute couture della maison della Medusa sarà presentata dal 22 al 24 gennaio 2017 in una veste inedita.
In concomitanza con la kermesse dell’haute couture parigina, che avrà luogo dal 22 al 26 gennaio, la collezione primavera/estate 2017 Atelier Versace sarà presentata al pubblico attraverso appuntamenti privati dedicati a top client, stampa internazionale e celebrity.
Il brand della Medusa, che ha incantato l’ultima edizione dell’haute couture di Parigi con una collezione che celebra l’estetica primigenia di Versace, esce questa volta dal calendario ufficiale. Una notizia che giunge inaspettata: Atelier Versace era solita inaugurare la settimana della couture, sfilando nella serata di domenica: ora questo spazio è stato invece assegnato a Maison Rabih Kayrouz.
Non solo acciaio per Breil: il brand di gioielli crea una nuova collezione. Protagoniste assolute saranno le pietre: Breil Stones vedrà un inedito connubio tra acciaio e pietre preziose. La pietra verrà attratta dal gioiello grazie ad un meccanismo ad aggancio rapido caratterizzato da un magnete.
Suggestioni preziose e sofisticate nella nuova collezione, per anelli e bracciali dallo charme unico: il fascino delle pietre semipreziose (ametista, quarzo, agata) si unisce alla solidità dell’acciaio, per incastri unici. Non solo eleganza ma anche personalizzazione: tante sono infatti le combinazioni possibili, attivabili attraverso un configuratore che sarà consultabile online sul sito del brand. La pietra ad incastro può essere cambiata svariate volte: sono infatti previste fino a duemila diverse combinazioni.
Diverse finiture (lucido, satinato e con trattamento IP rose) e dettagli preziosi, come le pietre con pavé di zirconi taglio brillante incastonati a mano, caratterizzano la nuova collezione Breil Stones. Il fascino delle gemme si unisce alla tecnologia, in una collezione ricca di spunti: le pietre sono realizzate in due diverse dimensioni e in tre tagli pensati ad hoc per Breil. Inoltre è stata brevettata anche una forma Breil, simbolo dell’unicità della collezione. Da non perdere.
Il rito del tè, da sempre sinonimo di relax e cura del corpo, specie nelle fredde giornate invernali, si arricchisce di spunti inediti grazie a Narratè: un progetto inedito creato da Narrafood slr, startup made in Italy che ha sdoganato la lettura in formato infusione.
Da oggi i cinque minuti in cui sorseggiamo il nostro tè possono essere spesi leggendo un piccolo libro. Ogni bustina dotata di filtro vede infatti un piccolo libro stampato su carta riciclata al 100%, assemblato manualmente grazie ad una Coop sociale di Lissone (MI) e disponibile in due lingue: la lettura è pensata appositamente per durare il tempo di infusione, circa 5 minuti. “Una pausa a cui abbiamo dato valore con una coccola alta per lo spirito ed il palato. Il tempo è diventato un lusso, meglio spenderlo bene”, così si legge sul sito.
L’ideatore dell’iniziativa è Adriano Giannini: il nuovo prodotto di food design si caratterizza per una teabag iconica allegata ad un libretto. La miscela stessa del tè viene studiata a seconda di ogni città narrata, in una personalizzazione ricca di suggestioni. Roma, ad esempio, prevede un sapore sofisticato e arcaico, che profuma di storia, magia e mistero. Su Milano domina invece una miscela energica e sensuale, grazie a cannella e zafferano. Tra i racconti brevi anche Venezia e Firenze.
Xavier Dolan torna al cinema con un melodramma a tinte cupe: enfant prodige del cinema contemporaneo, il giovanissimo regista canadese (classe 1989) mette in scena un dramma familiare basato sull’opera teatrale di Jean-Luc Lagarce. In 90 struggenti minuti ambientati in un interno familiare si consuma un dramma dell’incomunicabilità.
Traendo ispirazione dalla tragica parabola familiare di Jean-Luc Lagarce, celebre regista morto a soli 38 anni, cinque anni dopo aver messo in scena la sua pièce più riuscita, intitolata “Giusto Alla Fine Del Mondo”, Dolan ci fa rivivere in prima persona lo stesso conflitto interiore che si consuma nell’animo di Jean-Luc, trasfigurato qui nel protagonista Louis, magistralmente interpretato da Gaspard Ulliel. “Non accetto un ruolo se non mi commuove”, ha dichiarato l’attore e modello, che, dopo aver vestito i panni di monsieur Yves Saint Laurent nella pellicola di Bertrand Bonello, nel 2014, in questo film si distingue per una prova attoriale encomiabile.
Lucido e sagace, il regista si sente perfettamente a suo agio nel ruolo di deus ex machina, tanto da farci provare fin dalle prime scene del film il tragico senso del non ritorno, chiave di volta dell’intera trama, che accompagna il protagonista nella sua visita alla famiglia, dopo dodici anni di lontananza. Louis ha avuto tutto dalla vita: dopo aver abbandonato gli angusti confini della provincia, per lui si sono spalancate le porte del successo, accompagnato dall’amore, vissuto liberamente, al riparo dalla barriera omofoba intrisa di atavici pregiudizi che caratterizza certe realtà.
Gaspard Ulliel in una scena del film
Ma, come spesso accade, dietro alla patina glamour che caratterizza l’esistenza di chi ce l’ha fatta, si celano dolori e sofferenze indicibili. Nel caso del giovane scrittore, è la vita che se ne va: dopo aver contratto l’AIDS, il giovane Louis fa ritorno a casa per comunicare ai suoi familiari la sua morte imminente. Ma quel che doveva essere un addio, si consuma in un silenzio assordante in cui affiora in superficie un caleidoscopio di rancori e frustrazioni, gelosie e umane debolezze di quei familiari rispetto ai quali il giovane Louis si è sempre intimamente sentito un estraneo. Lo spettatore viene trascinato in un vortice di sentimenti contrastanti. Umano, troppo umano il fratello (interpretato da Vincent Cassel), che ammette i propri complessi di inferiorità rispetto al talentuoso Louis; innocente ed ancora acerba la sorella minore (interpretata da Léa Seydoux), che per lui prova un’autentica venerazione mista a timore reverenziale. Magistrale l’interpretazione di Marion Cotillard, la sola ad incarnare qualche residua traccia di umana pietas: naïf ed impacciata quanto basta, la cognata di Louis si troverà ad essere suo malgrado testimone unica di un addio che non verrà mai pronunciato. Louis ne esce tramortito, sconfitto, sporcato: infine, libero. Anche di volare via verso il proprio destino.
Una inedita querelle è sorta su Instagram: protagonisti Philipp Plein e Dolce & Gabbana. Lo stilista tedesco ha postato una foto in risposta ad un’accusa lanciata da Dolce & Gabbana: il duo di stilisti ha mandato una raccomandata all’azienda tedesca, accusandola di aver tentato di reclutare dal loro punto vendita di via della Spiga i sales assistant più qualificati.
Philipp Plein avrebbe proposto al personale senior della boutique lo stesso ruolo nel nuovo negozio di Corso Venezia 7, che aprirà i battenti alla fine del 2016. Lo stilista si sfoga attraverso una foto, che testimonia gli accesi toni della diatriba che vede contrapposte le due maison.
Plein afferma di aver ricevuto una “love letter”, postando la foto della lettera in questione e commentando con decisione. Tra i sostenitori di Plein anche Flavio Briatore. Non la pensano così Domenico Dolce e Stefano Gabbana, che intimano lo stilista a stare lontano dal personale delle loro boutique.