Boucheron presenta la collezione Fall Winter “Wild Within”

Per la fall-winter 2023, Boucheron amplia gli orizzonti della collezione Animaux e presenta la campagna “Wild Within”

Riccio, panda, gatto, cicala, cervo… la straordinaria collezione Animaux di Boucheron abbina l’alta gioielleria con le opere d’arte. Si tratta di una serie di animali favolosi che prendono vita: occhi intensi in zaffiri, smeraldi o rubini, pelliccia in oro o in pavé di diamanti e piume delicate. Che rappresenti la forza o la sensualità, la dolcezza o il potere, con la collezione Animaux ognuno trova un amico, liberando così la propria personalità e affermando il proprio stile.

Quali sono le novità? 

La collezione Animaux di Boucheron accoglie due nuovi animali: il panda e la cicala.

Simbolo di pace e amicizia, il panda porta tenerezza a chi lo sceglie come compagno ed è realizzato in oro bianco con pavé di diamanti, zaffiri neri, tsavoriti e tormalina verde. 

La cicala, simbolo di rinnovamento e armonia, è realizzato in oro bianco e diamanti, con pietra acquamarina.

They are coming

Photography Alice Rosati

Incubi febbrili, scrolling notturno su “Reddit”, cospirazionismo e angoscia esistenziale.

THEY ARE COMING, ultimo libro d’arte di Alice Rosati, raccoglie svariate opere prodotte nell’ultimo decennio che ruotano attorno al tema della fine del mondo. Screenshots della video installazione “anxiety triggers”, un video mashup di scene hollywoodiane di meteoriti che si scagliano sulla terra e invasioni extraterrestri, si alternano a visioni aliene dai colori pastello.

Una nuova umanità geneticamente modificata, doppelganger dell’artista, si sovrappone a minacciosi paesaggi deserti e navicelle spaziali alla conquista di un pianeta terra nell’era post atomica. Tra finzione e speculazione “They Are Coming” ci proietta ad anni luce in un futuro distopico.

From anxiety-pitched fever dreams. to late night “Reddit” reading, conspiratorial fed fear and existential angst. THEY ARE COMING collates the material produced over the course of a decade from both first and second -hand sources by Alice Rosati. The collected screenshots of ‘anxiety triggers’ introduce a reoccurring slime-like substance, the artist’s doppelgangers layer and build momentum towards ominous cinematic landscapes, geological studies, meteor craters and observatories. Situated between fiction and speculation, internal and external dialogues narrate the publication towards extraterrestrial abduction.

La Psicologia e la Psicopatologia dell’odio: la parola al Profiler

La Psicologia e la Psicopatologia dell’odio: la parola al Profiler

Di Roberta Bruzzone, Criminologa e Psicologa Forense 

Chi, come me, lavora da oltre 20 anni in campo criminologico, deve confrontarsi su base quotidiana con un sentimento che alberga nella mente della maggior parte degli esseri umani e che, in alcuni, diventa il detonatore psichico di fantasie di vendetta e distruzione difficilmente arginabili. Questa condizione ci accompagna dalla notte dei tempi ed è figlia della paura, dell’angoscia e della rabbia. Sia chiaro, esistono molti modi e gradi di odiare. E, purtroppo, oggi più ce mai, tale scenario interiore trova ampio modo di alimentarsi attraverso l’ignoranza e il clima di profonda insicurezza che caratterizza la nostra quotidianità. Questo mix letale di ingredienti porta assai velocemente e facilmente a individuare potenziali nemici ovunque. Mi riferisco all’odio in tutte le sue molteplici, e malevoli, manifestazioni. Prima ancora di coltelli, armi da fuoco, veleni, mezzi per strangolare, la mente di chi uccide è armata di odio, un sentimento che si spinge ben al di là della semplice (si fa per dire) inimicizia, disistima o antipatia. Chi odia profondamente impiega gran parte della sua energia psichica a immaginare che l’oggetto del suo odio venga umiliato, svalutato, devastato, ucciso, eliminato sotto ogni profilo. E queste fantasie sono il rifugio preferito dell’odiatore perché permette al suo Io di riorganizzarsi velocemente intorno a temi di vendetta quando sperimenta l’angoscia che gli/le deriva dall’immaginare il volto sorridente del target di tanta rabbia distruttiva. Questo meccanismo difensivo altamente disfunzionale lo vediamo soprattutto in soggetti con tratti narcisistici, paranoici e borderline. Si tratta di soggetti incapaci di elaborare la frustrazione e l’angoscia che deriva dallo sperimentare invidia (che porta con sé un profondo ed difficilmente elaborabile vissuto di inadeguatezza) e dalla percezione (reale o solo ipotizzata) di essere considerati inferiori, di essere stati umiliati o smascherati, di essere stati respinti o abbandonati. E dall’odio alla violenza agita il passo può essere davvero molto breve. La Psicologia e la Sociologia, fortunatamente, ci forniscono importanti strumenti per comprendere i meccanismi profondi che alimentano tale condizione. Secondo la cosiddetta «teoria della struttura triangolare dellodio» di Sternberg, per parlare di odio vero e proprio occorre che vi siano almeno tre fattori indispensabili: negazione dell’intimità, passione (odio espresso), impegno. In un certo senso, proprio per la presenza di questi tre elementi fondamentali (gli stessi che entrano in campo quando amiamo qualcuno profondamente) possiamo considerare l’odio l’altra faccia della medaglia dell’amore. E dell’amore l’odio condivide anche la persistenza che, molto spesso, sfocia nella vera e propria ossessione. Perché chi odia pensa costantemente al suo target e non riesce a smettere di farlo. La sua mente è dominata da una fantasia di vendetta o competizione che diviene, giorno dopo giorno, sempre più invasiva e incoercibile. 

La “negazione dell’intimità” è quella componente dell’odio che porta a tenere le distanze da chi viene ritenuto inferiore, indegno, malato, debole, disgustoso ecc.. Poi c’è la seconda caratteristica dell’odio, la passione, quella più ribollente di rabbia e/o paura, quella che attinge all’angoscia più profonda che alberga nella mente dell’odiatore e che con maggiore probabilità porta a mettere in campo condotte aggressive improvvide e imprevedibili anche verso soggetti del tutto sconosciuti (le aggressioni per liti stradali ne sono una chiara dimostrazione). Arriviamo poi alla terza ed ultima componente, quella dell’impegno, che porta l’odiatore a manifestare apertamente disprezzo verso diverse categorie di persone soprattutto quando il soggetto sperimenta invidia e deve aggredire e svalutare i risultati raggiunti dal proprio target per sedare quel vissuto di profonda inadeguatezza che gli deriva dal timore di essere percepito come inferiore. E le Neuroscienze oggi ci hanno dimostrato che quando odiamo profondamente qualcuno anche il nostro funzionamento cerebrale cambia e in maniera molto evidente. Insomma, l’odio ci trasforma e rende molto più agevole il passaggio all’atto delle nostre fantasie distruttive. In particolare, Semir Zeki e John Romaya, neurologi e ricercatori del University College of London (studio, pubblicato sulla rivista PLoS One) sono riusciti letteralmente a mappare i circuiti neurobiologici dell’odio e a renderli riconoscibili. Tale scoperta ha importanti risvolti anche sotto il profilo giudiziario e investigativo, soprattutto in sede di interrogatorio di sospettati dal momento che lo studio dimostra che quando odiamo o proviamo un forte risentimento per qualcuno ad attivarsi particolarmente sono le aree del “putamen” e dell’“insula”. E questa attivazione anomala è individuabile attraverso esami specifici, magari proprio mentre mostriamo la foto della vittima al nostro sospettato. Ma non possiamo certo perdere di vista che l’odio attinge copiosamente dalla parte più oscura e remota di noi stessi, quella che non vogliamo riconoscere e preferiamo proiettare all’esterno per non ammettere che anche noi siamo in grado di fare del male, persino di uccidere. Certo, per motivi diversi e sulla scorta degli scenari emotivi più eterogenei, ognuno di noi possiede una serie di “grilletti interiori” (i profiler li chiamano emotional triggers) pronti a scattare, quando e se si verificano le condizioni scatenanti. Ed è facile immaginarlo se si pensa per un solo istante, ipoteticamente, che cosa saremmo in grado di fare se qualcuno facesse del male deliberatamente ai nostri figli, ai nostri genitori, al nostro partner, insomma alle persone che abbiamo più care. Se entriamo in questa prospettiva, non è poi così difficile considerare la manifestazione comportamentale dell’odio come una via percorribile per alleviare il dolore che ci sta spezzando il cuore. “Occhio per occhio” è ancora, dunque, un meccanismo psichico tragicamente attuale. 

Everything is mixed, nothing is alike

Everything is mixed, nothing is alike

Two couples, a 4 year old child, and Gior gio, the cat. The chalet where they stayed for five days is owned by the Bugnon Foundation and is located near Chateau d’Oex, a few hundred meters from the former residence of the painter Balthus.

During the Easter weekend, they shared cameras, vintage clothes, painting supplies, paper, and many hours in the kitchen. They had endless and brilliant discussions. and instead of celebrating resurrection, they celebrated a great creative mass. The chalet dates back to the 1700s, the light is the difficult and raw one of the pre-Alps, the faces and bodies are unique, they do not speak of fashion, they do not act: they eat, love. say swear words.
They consumed little alcohol but a lot of smoke, that of the large fireplace that was constantly burning and that of tobacco.

The cameras pass from hand to hand, they are not placed on tripods. there is no trick. the hands do not tremble becau se words comfort even if sometimes they shake, as in any respectable friendship.
The snapshots are out of time, ultra-con-temporary and acidic, in some ways unpleasant but pictorial. They are portraits of a party. portraits of faces and words. of smells and fires. They are unwanted. hated portraits that demonstrate love.

Everything is mixed. nothing is alike.

PHOTOGRAPHY: MANUELE GEROMINI & JEAN-MARIE REYNIER

STYLING: GAËLLE BON / PETITE CORTO

MODELS: CORTO, GAÊLLE, ONDINE & GIORGIO

COURTESY: AARLO U VIGGO, ART GALLERY, SWITZERLAND

Malfy Gin ed E. Marinella svelano l’esclusiva coffret che celebra lo stile e il gusto dell’estate italiana

Malfy Gin ed E. Marinella svelano l’esclusiva coffret che celebra lo stile e il gusto dell’estate italiana

Malfy, il gin, n. 1 in Italia* incontra E. Marinella, icona dell’alta sartoria , per celebrare lo stile italiano.

Un incontro creativo da cui nasce un’esclusiva limited edition in cui stile e convivialità, nati dalla passione tutta italiana, s’incontrano per celebrare l’arte di stare insieme e abbracciare l’estate in un’esplosione di colori e sapori che coinvolge tutti i sensi.

Aprendo la coffret si rivela l’esclusiva pochette di seta realizzata da E.Marinella e disponibile in due versioni, una ispirata a Malfy Originale dallo stile casual e una a Malfy Rosa, perfetta per donare un tocco di personalità a qualsiasi outfit estivo.
Entrambe le versioni sono state create in esclusiva da E. Marinella per Malfy Gin richiamando gli elementi che contraddistinguono il gusto fresco e unico di Malfy unito allo stile iconico di E. Marinella.

L’esclusiva limited edition include una bottiglia di Malfy Gin, vestita con la sua mini-pochette abbinata, due bicchieri copa glass in edizione limitata Marinella x Malfy, un jigger per dosare, due stirrer e uno spoon per miscelare il cocktail perfetto.

Dejan Petrovic, Head of Marketing White Spirits di Pernod Ricard commenta: “Siamo elettrizzati di annunciare questa collaborazione che nasce da una profonda affinità e condivisione di valori: maestria artigianale, eccellenza delle materie prime e volontà comune di promuovere l’eccezionalità dell’Italia nel mondo. Malfy Gin ed E. Marinella hanno saputo conquistare il mercato grazie alla loro distintiva personalità e alla capacità di affascinare le persone con un’esperienza memorabile. Con questa limited edition, rendiamo omaggio al patrimonio straordinario del nostro Paese, all’arte di saper innovare e alla dedizione che contraddistingue la nostra ricerca della qualità senza eguali. Siamo pronti a trascendere i confini, a solcare nuove frontiere e a regalare un sogno a tutti coloro che entreranno in contatto con questa straordinaria collaborazione.”

Alessandro Marinella, General Manager e rappresentante della quarta generazione della famiglia, ha dichiarato: “Siamo lieti di presentare la nostra straordinaria coffret limited edition creata in collaborazione con Malfy Gin. Questo cofanetto unisce l’eleganza della moda di Marinella con l’eccellenza dei Malfy Gin, offrendo un’esperienza esclusiva per gli amanti del gusto e dello stile. Le due pochette limited edition rappresentano l’incarnazione perfetta dell’artigianalità italiana, con dettagli raffinati che si abbinano con maestria agli ingredienti selezionati con cura del Gin Malfy. Non vediamo l’ora di condividere con voi questa edizione speciale.”

L’accessorio per eccellenza dello stile italiano perfetto per accompagnare qualsiasi situazione: dagli aperitivi al tramonto ai brindisi galanti, che siano in barca al mare così come su un rooftop in città. Un perfetto connubio di gusto e stile made in Italy.

La limited edition E. Marinella x Malfy è disponibile presso il negozio di Marinella a Milano – via A. Manzoni 23 – e in esclusiva su Amazon [costo 220€].


Damiani sul red carpet dell’ 80ª Mostra del Cinema di Venezia

Dalla cantante Rita Ora a Leona Lewis, dall’attrice Ludovica Coscione a Serena De Ferrari, il tappeto rosso del cinema ha visto sfilare i gioielli Damiani.
Sul red carpet dell’ 80ª Mostra del Cinema di Venezia, le protagoniste hanno indossato i preziosi gioielli della collezione Alta Gioielleria Damiani, della collezione Eden, Mimosa e Notte di San Lorenzo.

L’attrice Ludovica Coscione ha indossato un paio di orecchini e anelli in oro bianco e diamanti della collezione Mimosa Alta Gioielleria di Damiani 
La cantante Leona Lewis ha indossato un paio di orecchini in oro bianco e diamanti della collezione Minou, un anello in oro bianco e diamanti della collezione Notte di San Lorenzo e verette in oro bianco e diamanti di Damiani Alta Gioielleria
La cantante Rita Ora ha indossato un paio di orecchini in oro bianco e diamanti della collezione Mimosa, anelli in oro bianco e diamanti  e acqua Marina della collezione Mimosa di Damiani Alta Gioielleria, un bracciale in oro bianco e diamanti della collezione Eden e verette in oro bianco e diamanti
L’influencer e digital creator Tásshia Naves ha indossato gioielli  in oro bianco e diamanti di Damiani 
L’influencer e digital creator Giulia De Lellis ha indossato un paio di orecchini e anelli in oro bianco, diamanti e zaffiri di Damiani 
La cantante Leona Lewis ha indossato un collier, un paio di orecchini e anelli in oro bianco e diamanti di Damiani Alta Gioielleria
Il cantante Mr.Rain ha indossato un paio di orecchini, un bracciale e un anello in oro giallo e diamanti della Collezione Belle Epoque di Damiani 
L’attrice Serena De Ferrari ha indossato un paio di orecchini e un anello in oro bianco, diamanti e diamante giallo della collezione Margherita di Damiani Alta Gioielleria
Il regista Jonas Carpignano ha indossato gemelli Damiani in oro bianco e onice e anelli in oro della collezione Belle Epoque Reel. 
 L’attrice e regista Isabella Torre ha  indossato una collana in oro bianco e diamanti della collezione Mimosa, orecchini in oro bianco e diamanti della collezione Minou e un anello in oro bianco e diamanti della Collezione Belle Epoque

(foto concesse da GM/PR)

La similitudine (con Sergio Rubini)

Il Festival del Cinema di Venezia è finalmente iniziato, lo omaggiamo con questo cortometraggio prodotto da Snob Srl, interpretato dal grande Sergio Rubini, e scritto e diretto da Peppe Tortora.

Un maestro di scuola elementare, dopo essere stato preso in giro dal direttore, davanti alla classe, decide di raccontare ai suoi bambini il significato della parola “Similitudine“. Lo fa con la storia di un uomo di nome Pernillo, un ignorante ma furbo che decide di aprire una scuola per maiali.
Sergio Rubini è l’attore protagonista che interpreta il maestro, Roberto Ciufoli interpreta il direttore.
L’ambiente è essenziale per dare importanza solo alla narrativa; la musica è composta da Alberto Bof come accento alla narrazione.

Tratto da un racconto di Angelo Tortora
Scritto e diretto da Peppe Tortora
Il maestro: Sergio Rubini
Direttore della scuola: Roberto Ciufoli
Bambino: Romeo Ciufoli
Aiuto Regia: Jacopo Rosso Ciufoli
Direttore della fotografia: Valerio Di Lorenzo
Musica originale di Alberto Bof
Press Agent Rubini: Saverio Ferragina
Supervisione Costumi: Tommaso Basilio
Aiuto Costumista: Paola Ragosta
Acconciature: Concetta Argondizzo @simonebelliagency
Operatore: Andrea D’Andrea
Aiuto Operatore: Vittorio Penna
Correzione Colore: Claudia Pasanisi
Grazie al centro Anziani San Felice di Roma

Una produzione di SNOB Srl
Direttore Responsabile: Miriam De Nicolò

L’IMPERMEABILE DONNA

ANTICIPAZIONI SS 2024 | WHITE MILANO
Evadere verso nuove mete, coniugare lavoro a viaggio. Ispirate al nuovo nomade digitale le collezioni de L’ IMPERMEABILE rispondono alle nuove esigenze del mercato con capi comodi, leggeri, funzionali. Il trench diventa la risposta ideale anche ad un meteo sempre meno prevedibile.
La collezione donna per la ss 2024, anticipata a Pitti e presentata alla prossima edizione di White di settembre, si arricchisce di nuove proposte e diventa sempre più ampia. Ai capi iconici, classici, ma intramontabili, si affiancano le nuove proposte dai tessuti sempre più fluidi, come i lini, accoppiati con le viscose, e sempre più sperimentali, arricchiti di spalmature, cerature, crackatureche, che danno corpo e vita a tessuti leggeri. Entra in collezione il quadrettato di VICHY su trench abbinato al cappello da pescatore, un tocco bon ton che irrompe e rompe la dichiarata ispirazione vintage e militare che caratterizza il marchio.

CLARKS x EASTPAK

BOLD. ICONIC.
CLARKS e EASTPAK si uniscono per una nuova collabo che mixa artigianato e innovazione. L’iconico brand britannico di footwear CLARKS, combina la nuova silhouette TORHILL con il design casual di EASTPAK.
Due modelli iconici ispirano la nuova CLARKS x EASTPAK TORHILL: la WALLABEE e la BIG GRIPPER.
Realizzati in autentica tela EASTPAK e una struttura Strobel che ne migliora la flessibilità, i modelli resistono agli elementi. Il plantare Contour Cushion rimovibile in pelle sagomata garantisce il massimo comfort, mentre la suola in gomma resistente, offre una trazione leggera. Questo modello esclusivo, rifinito con la caratteristica zip, tag e l’etichetta intrecciata EASTPAK, rende omaggio alla maestria artigianale del brand, creato per durare nel tempo.
“La nostra mission è consentire a chiunque la massima libertà di movimento”, afferma Tara McRae, Global Chief
Marketing Officer di CLARKS. ” Questa collaborazione con Eastpak è nata in modo spontaneo grazie ai nostri comuni core values. È un onore lavorare con Eastpak, un brand che sfida le regole, i confini e il conformismo per rendere il mondo un posto migliore e più inclusivo”.

ABOUT CLARKS
Clarks, con sede nel Somerset, in Inghilterra, è un brand all’avanguardia nella produzione di calzature innovative fin dalla sua fondazione nel 1825, quando i fratelli James e Cyrus Clark crearono una pantofola con ritagli di pelle di pecora. All’epoca si trattava di una novità assoluta: un perfetto connubio tra innovazione e artigianato che è rimasta al centro dell’attenzione tutt’oggi.
Nell’archivio Clarks, che conta più di 22.000 paia di scarpe, si trovano modelli che hanno dato il via a rivoluzioni e segnato generazioni.
Dall’originale Clarks Desert Boot, disegnato per la prima volta da Nathan Clark e lanciato nel 1950, alle iconiche Wallabee, ogni modello ha una caratteristica immediatamente riconoscibile, che lo rende inconfondibilmente Clarks. Clarks è un’azienda globale che gestisce canali di vendita al dettaglio, all’ingrosso, in franchising e online in oltre 100 mercati.


ABOUT EASTPAK
Dal 1952 Eastpak produce borse che ispirano le persone al movimento. Da produttore di zaini e borsoni militari per l’esercito americano, Eastpak è diventato un marchio leader nello stile di vita di chi vive, lavora e si muove in città. Dal 2000, Eastpak fa parte del portfolio internazionale VF. Il marchio Eastpak è un’azienda che si impegna a garantire lo stesso impegno per la qualità che l’ha reso famoso e che continua a vivere nella sua gamma di zaini, borse a tracolla, articoli da viaggio, accessori eleganti e funzionali.
Eastpak continua a evolversi insieme ai suoi fan più affezionati e continua a essere ancora oggi il brand “Built to Resist”.

Ti amo, ti odio

Text Maria Vittoria Baravelli

I will always look for you hoping never to find you / you said to me at the last leave
I’ll never look for you always hoping to find you / I answered you (Michele Mari).

Esistono amori travolgenti, teatrali, irragionevoli, irrequieti e nostalgici. Esistono amori che è bene non rivelare a nessuno nemmeno alla persona amata. Esistono amori che sono in realtà sublimazioni e che per questo di fatto non esistono. 
Anche se Jean-Luc Godard ci insegna come l’amore prediliga al linguaggio delle parole quello dei sentimenti, noi non ci accontentiamo mai. Vogliamo parlare, parlare, parlare ed alla fine sale un gran vento che non ci permette di sentire alcunché. È solo il nostro corpo, il nostro involucro, la nostra pelle, lo strumento più sensibile per abitare la complessità del reale che si configura come una interferenza che ci salva e ci sottrae agli automatismi della smaterializzazione in un mondo digitale sempre più  fatto di pixel e codici. 
Del resto la fine del XX secolo resterà nella storia dell’arte, della fotografia anche nel diritto, come l’epoca in cui la riflessione giuridica ha dovuto riscoprire il corpo e considerarlo come uno spazio ed uno strumento per esercitare la propria libertà, la propria auto affermazione in modo assoluto. 

È passato circa un anno da quando il mondo si è spinto oltre al nostro futuro prossimo. Il metatarso ha di fatto aperto la corsa ad una dimensione nuova, a chi l’avrebbe riempita per prima e quindi meglio di tutti gli altri. 
Chat GPT ci ha dimostrato quanto possa auto generare una poesia d’amore in meno di 7 secondi seguendo stili di scrittori che amiamo.

Ma può un algoritmo, un sistema di ricerca emozionarsi per il profumo delle rose?
E in questo scenario il mondo analogico, la nostra esistenza e l’amore che fine hanno fatto? 

Veronica Gaido in questi scatti indaga il corpo che ne è la soglia; sconfina ed unisce istanze che forse non dialogherebbero e racconta della nostra figura attraverso immagini frutto di una elaborazione digitale. 
Corpi reali che diventano virtuali. Entità virtuali che rimandano all’esistenza del qui e ora. Presenze che Veronica sdoppia, modifica, sovrappone, accosta ed intreccia.  A volte le allontana dimostrando che la vita è così. Raccontando tutte le possibilità di una persona di essere “infinita” come amava dire Pasolini. 
Attraverso la lunga esposizione Veronica usa la macchina fotografica alla stregua di un pennello ed esplora il movimento e la luce. Il corpo come strumento attraverso cui conosciamo il mondo e l’altro, quella frontiera che come in una danza, ci porta ad allontanarci o avvicinarci da una persona che quando viene amata smette di somigliare a tutte le altre. 
E se davvero oggi viviamo in un lento diradarsi del confine che separa un dato oggettivo da un vissuto soggettivo, ciò che vediamo, sentiamo, tocchiamo è veramente reale? 
La storia della filosofia ci ricorda le mille domande poste sui fenomeni esistenziali e le poche risposte date di conoscere a noi esseri umani. 

Siamo davvero come diceva Platone nel suo Simposio, alla ricerca di qualcuno che ci completi? Due anime diverse che si abbracciano per ritrovarsi intere? Oppure aveva ragione il maestro americano Philip Roth  nell’affermare che noi esseri umani nasciamo completi  ed “è l’amore che ci spezza”? 

L’amore e la separazione, Ti amo, ti odio.

L’avvicinamento e allontanamento, un lento continuo ed incessante. Corpi che si incontrano e che si separano. Corpi che si abbracciano. Perchè quando abbracciamo qualcuno abbiamo l’opportunità di far ripartire il mondo da capo. 
Un ritmo incessante e indomabile che non riusciamo a controllare, proprio come i battiti cardiaci che ci infondono la vita. 
E allora il corpo è la soglia. Può essere frontiera o barriera. È l’essere e l’avere. È l’essere stato e l’aver avuto. Alla domanda di una giornalista “il corpo è tutto”? La poetessa Patrizia Cavalli rispondeva “Il corpo è tutto è dove sperimentano la conquista e la perdita” 

Ti amo, ti odio. Ti ho avuto e ti ho perso. La lontananza,  lo spazio che mi è dato per poterti avere ancora. 

Photography Veronica Gaido

LOVE HATE

PHOTOGRAPHY Marco Onofri
ART DIRECTION Roberto Da Pozzo
STYLING Camilla Fioravanti
HAIR STYLIST Carlo Ruggiu
MAKE UP ARTIST Vania Cesarato

STARRING Amelie Zalaiti, Myriem Boukadida

DIGITAL ASSISTANT Riccardo Pasciucco

Total look Alexander McQueen
Total look Krizia  
sx Dress Philosophy by Lorenzo Serafini
dx Bra, skirt Ermanno Scervino, Caban Maison Margiela
sx Dress 19:13 Dresscode
dx Total look Dolce & Gabbana