In mostra a Parigi Fashion Forward: uno sguardo su tre secoli di moda

Apre oggi a Parigi al Musée des Arts Décoratifs la mostra Fashion Forward, 3 siècles de mode (1715-2016): in occasione del trentesimo anniversario dall’apertura del Musée des Arts de la Mode, fondato nel 1986 su iniziativa di Pierre Bergé e dell’industria tessile francese, col supporto di Jack Lang, allora Ministro della cultura, viene lanciata una straordinaria esposizione di capi storici che hanno lasciato un’impronta forte sulla storia del costume degli ultimi tre secoli.

Un’opportunità unica per fashion victim di tutto il mondo e studiosi della moda: saranno infatti esposti 300 pezzi di moda maschile e femminile, dal Diciassettesimo secolo fino ai nostri giorni. Abiti e accesssori haute couture dal valore inestimabile, in una mostra che si preannuncia come uno degli eventi fashion più importanti dell’anno: dal 7 aprile fino al 14 agosto 2016 è possibile visitare l’imperdibile esposizione presso il Musée des Arts Décoratifs di Rue de Rivoli.

La collezione del museo ora comprende più di 150.000 opere, da capi haute couture a ready-to-wear, inclusi accessori, ma anche bozzetti, fotografie e pezzi di archivio di maison storiche, del calibro di Elsa Schiaparelli, Madeleine Vionnet e Cristóbal Balenciaga, solo per citarne alcuni.

André Courrèges, Haute Couture Primavera/Estate 1965 © Les Arts Décoratifs, Paris/photo: Jean Tholance
André Courrèges, Haute Couture Primavera/Estate 1965 © Les Arts Décoratifs, Paris/photo: Jean Tholance
Karl Lagerfeld per Chanel Haute Couture, abito da sera in tulle ed organza, collezione Primavera/Estate 1996 © Les Arts Décoratifs, Paris/photo: Jean Tholance
Karl Lagerfeld per Chanel Haute Couture, abito da sera in tulle ed organza, collezione Primavera/Estate 1996 © Les Arts Décoratifs, Paris/photo: Jean Tholance
Abito di corte, circa 1778 © Les Arts Décoratifs, Paris/photo: Jean Tholance
Abito di corte, circa 1778 © Les Arts Décoratifs, Paris/photo: Jean Tholance

Azzedine Alaïa, Autunno/Inverno 1986 © Les Arts Décoratifs, Paris/photo: Jean Tholance
Azzedine Alaïa, Autunno/Inverno 1986 © Les Arts Décoratifs, Paris/photo: Jean Tholance


La collezione è la più ricca di tutta la Francia, risultato dell’unione di due collezioni, quella del Musée des Arts Décoratifs, a partire dalla sua creazione, avvenuta nel 1864, e quella dell’Union Française des Arts du Costume (UFAC). I tre secoli di moda esposti sono il risultato di un’attenta selezione dell’immensa collezione del museo, arricchita da donazioni e acquisizioni. In mostra creazioni di nomi come Charles-Frederick Worth, Jacques Doucet, Paul Poiret, Jeanne Lanvin, Madeleine Vionnet, Gabrielle Chanel, Christian Dior e Yves Saint Laurent, per un viaggio attraverso la storia del costume, dal 17esimo secolo ad oggi.

Ma l’esposizione non offre solo un’ampia prospettiva sull’evoluzione della moda e del costume nel corso dei secoli; particolare attenzione viene infatti riservata al contesto umano, artistico e sociale, nel tentativo di celebrare le affinità elettive che da sempre la moda ha con le arti decorative.

Jeanne Lanvin, Haute Couture, Estate 1923 © Les Arts Décoratifs, Paris/photo: Jean Tholance
Jeanne Lanvin, Haute Couture, Estate 1923 © Les Arts Décoratifs, Paris/photo: Jean Tholance
Abito da sera Madeleine Vionnet, Haute Couture, Inverno 1935 © Les Arts Décoratifs, Paris/photo: Jean Tholance
Abito da sera Madeleine Vionnet, Haute Couture, Inverno 1935 © Les Arts Décoratifs, Paris/photo: Jean Tholance
Abito Cristóbal Balenciaga, Haute Couture, Autunno/Inverno 1961 © Les Arts Décoratifs, Paris/photo: Jean Tholance
Abito Cristóbal Balenciaga, Haute Couture, Autunno/Inverno 1961 © Les Arts Décoratifs, Paris/photo: Jean Tholance

John Galliano per Maison Margiela, Haute Couture, Primavera/Estate 2015 © Les Arts Décoratifs, Paris/photo: Jean Tholance
John Galliano per Maison Margiela, Haute Couture, Primavera/Estate 2015 © Les Arts Décoratifs, Paris/photo: Jean Tholance


La direzione artistica della mostra è curata dal ballerino e coreografo inglese Christopher Wheeldon, star del New York City Ballet e vincitore di un Tony Award per il suo adattamento per il palcoscenico di “Un americano a Parigi”, basato sul film di Vincente Minelli. In collaborazione con lo scenografo Jérôme Kaplan, assistito da Isabelle Vartan, Wheeldon ha saputo conferire all’esposizione una dimensione sensuale e un’aura poetica. Completa il quadro il corpo di ballo dell’Opéra di Parigi, con una coreografia che pone in evidenza la grazia della silhouette, gettando un occhio anche all’evoluzione artistica e stilistica del corpo e dei modelli di bellezza che si sono avvicendati nel corso dei secoli.

Yves Saint Laurent: Parigi e Marrakech dedicano due musei al genio della moda

Secondo il New York Herald Tribune, la sua prima collezione era stata la “Più grande orgia dei sensi della storia della moda”. Era il 30 gennaio 1958 e il genio della moda, Yves Saint Laurent, a soli 21 anni  e dopo la morte di monsieur Christian Dior, divenne direttore creativo di una fra le maison di lusso più osannate del sistema.

Saint Laurent, l’algerino approdato a Parigi, conquistò i mercati grazie alla linea trapezoidale, sua chiave di espressione. Il suo motto era “Abbasso il Ritz, viva la strada”, portando la moda a subire il fascino della cultura giovanile. La rivoluzione estetica in casa Dior, fu netta: gonne strette, giubbotti di pelle, maglioni a collo alto, capi tipici del vestiario giovanile e in contrasto con l’eleganza atemporale voluta dal couturier scomparso.

 

Saint Laurent ritratto a disegnare sulla lavagna di maison Dior. 1957
Saint Laurent ritratto a disegnare sulla lavagna di maison Dior. 1957

 

 

Jacqueline de Ribes in YSL by Richard Avedon. 1962
Jacqueline de Ribes in YSL by Richard Avedon. 1962

 

 

Il successo come stilista per Dior fu bruscamente interrotto: con Yves, l’immagine dell’azienda parigina andava controcorrente rispetto alla femminilità imposta dal fondatore del marchio, per questo fu ritenuto non idoneo a restare al comando della maison.

Tornato ad essere ai margini del sistema, Yves fu richiamato al servizio militare: furono settimane davvero difficili per lo stilista, sofferte e allo stremo delle sue forze. Fu grazie al sostegno dell’amico Pierre Bergé che Saint Laurent ebbe modo di rinascere guarendo dalle ferite fisiche e psichiche e trovando un investitore americano per lanciare sul mercato la sua omonima maison.

 

Yves Saint Laurent
Yves Saint Laurent

 

 

Yves Saint Laurent con Pierre Bergé e Ines de la Fressange
Yves Saint Laurent con Pierre Bergé e Ines de la Fressange

 

 

Nel gennaio 1962 l’inaugurazione del marchio Yves Saint Laurent lo consacra genio della moda: una popolarità troppo rumorosa per Yves che si nasconde all’interno di un armadio per arginare la forte emozione sorta come conseguenza al tanto clamore di una folla felice di averlo ritrovato.

Sicuro che l’Alta Moda era ormai agli sgoccioli, nel 1966 inizia a confezionare prêt-à-porter portando a quattro le collezioni presentate durante l’anno.

L’estro creativo di Yves strabordava attraverso inaspettate visioni estetiche introducendo nuovi capi sulle passerelle:  tailleur pantalone, capi trasparenti, sahariane e, soprattutto, lo smoking femminile.

Di lui, Catherine Deneuve disse: “Saint Laurent disegna per donne che hanno una doppia vita. I vestiti del giorno aiutano la donna a stare in mezzo agli estranei, le permettono di andare dappertutto senza attirare un’attenzione non desiderata: grazie alla loro naturalezza un po’ mascolina, le conferiscono una certa forza, la equipaggiano per incontri che potrebbero dar luogo a conflitti. Però per la sera, quando la donna può scegliere con chi stare, Yves la rende seduttrice.”

Negli anni 1983-84, fu il primo stilista vivente cui veniva dedicata una retrospettiva al Metropolitan Museum of Art di New York.

 

Yves Saint Laurent backstage
Yves Saint Laurent backstage

 

 

Ed è proprio notizia degli ultimi giorni, che nell’autunno del 2017 a Parigi e Marrakech verranno aperti due musei dedicati al lavoro del designer. Cinquemila abiti di alta moda che racconteranno la storia della maison, diverse migliaia di schizzi disegnati durante la carriera del couturier, oltre quindicimila accessori e immagini recuperate dall’archivio della maison.

Il museo parigino sarà ospitato al civico 5 di Vanue Marceau, sede storica sartoria della maison ed attuale dimora della formazione di Pierre Bergé. Il museo di Marrakech sorgerà in rue Yves Saint Laurent, non distante dai giardini Majorelle.

Dalle parole di Diana Vreeland, direttrice all’epoca di Vogue America: “ Coco Chanel e Christian Dior erano giganti, ma Saint Laurent è un genio.”

Jacqueline de Ribes: l’ultima regina di Parigi

Ci sono donne che nascono con’aura particolare e che per un particolare mix di bellezza, eleganza e circostanze divengono indimenticabili icone. La viscontessa Jacqueline de Ribes ha incarnato per decenni la quintessenza del glamour parigino.

Socialite della Parigi più chic, filantropa, produttrice e designer di successo, è stata musa di stilisti del calibro di Yves Saint Laurent, Valentino e Guy Laroche.

Un fascino esotico, zigomi pronunciati e lunghissimi capelli d’ebano spesso legati in acconciature di stampo etnico, il profilo severo, il taglio orientale degli occhi, sapientemente rimarcato con un filo di eyeliner: Jaqueline de Ribes è un’icona di stile tra le più famose al mondo.

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Jacqueline de Ribes circondata dalle sue creazioni
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La contessa Jacqueline de Ribes è nata a Parigi il 14 luglio 1929
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Jacqueline de Ribes indossa un suo abito da sera in uno scatto del 1986
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La contessa ritratta da David Lees per LIFE Magazine, 1985

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Fotografata da Horst P. Horst, 1953


Aristocratica da generazioni, presenza fissa dell’International Best Dressed List a partire dal 1962, la contessa Jacqueline Bonnin de La Bonninière de Beaumont nasce a Parigi in una data emblematica per la Francia: il 14 luglio del 1929. “Ero già una piccola rivoluzionaria”– ironizzerà lei stessa a questo proposito. Figlia di Jean, conte Bonnin de la Bonninière de Beaumont, esponente di spicco dell’aristocrazia francese, e della contessa Paule de Rivaud de La Raffinière, traduttrice di Ernest Hemingway, Jacqueline cresce nella Francia più ricca e glamour.

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Una giovane Jacqueline, 1959
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La contessa in Yves Saint Laurent in una foto di Mark Shaw, 1959
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Jacqueline de Ribes è un’icona di stile, socialite, fashion designer, businesswoman e produttrice

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La contessa indossa una sua creazione, foto di Victor Skrebneski, 1983


La giovane -lunghe gambe e portamento altero- coltiva il sogno di diventare una ballerina, ma la sua infanzia è caratterizzata da una profonda solitudine: la freddezza che i suoi genitori le dimostrano fa sì che la piccola si affezioni moltissimo al nonno. Amante della bella vita, il nonno non lesina in spese folli e vive tra yacht di lusso, automobili sportive e belle donne. La giovane è già una sognatrice, come dichiarerà lei stessa più avanti. Ma alla morte del nonno, la piccola Jacqueline, che non ha ancora 10 anni, avverte un vuoto affettivo talmente forte che lo scoppio della guerra la lascia quasi indifferente. Durante l’occupazione viene mandata ad Hendaye, sui Pirenei, insieme alla sua nanny scozzese. Poco lontano da qui, quando la ragazza ha da poco compiuto diciotto anni, avviene l’incontro della sua vita: durante un party a Saint-Jean-de-Luz la giovane nota un ragazzo bruno in tenuta da tennis. È il visconte Édouard de Ribes, eroe di guerra appartenente alla Legion d’Onore, all’epoca 24enne. “Vidi questa gazzella e me ne innamorai all’istante”, dirà di lei.

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Jacqueline de Ribes in un abito Dior e copricapo di Raymundo de Larrain per il Bal de Têtes di Alexis de Redé, 1957
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Jacqueline de Ribes al Ballo orientale, 1969
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Ancora modella per se stessa, foto di Victor Skrebneski, 1983
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In un abito da sera delle sue collezioni, foto di Victor Skrebneski, 1983

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In Christian Dior nella sua casa di Parigi, foto di Mark Shaw, 1959


I visconti appartengono all’élite di Parigi: sono i tempi dell’haute couture e dei balli di lusso e la splendida Jacqueline risplende dall’alto del suo stile. Soprannominata “la De Gaulle della moda”, nella Parigi del Folies Bèrgere Jacqueline de Ribes diviene un’icona ammirata e dallo stile imitatissimo. “Elegante fino a farti distrarre”, dirà di lei Oleg Cassini, l’altera eleganza si unisce in lei ad una forte carnalità: il mix ideale in ogni donna, si potrebbe dire. Iniziata alla moda durante un ballo a Venezia, a cui la giovane si presenta con un abito da sera creato da lei, durante un viaggio a New York la sua bellezza esotica conquista la più grande talent scout dell’epoca, Mrs. Diana Vreeland, che la fa immortalare da Richard Avedon.

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Ritratta da Slim Aarons nella sua casa a Ibiza, 1978
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A Cervinia, foto di Victor Skrebneski, anni Cinquanta
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Jacqueline de Ribes col logo della sua collezione

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Ritratta da Martine Franck, 1989


Dal 1956 il suo stile raffinato e barocco entra a far parte dell’International Best Dressed List, ideata nel 1940 da Eleanor Lambert e, a partire dal 1962, Jacqueline divenne presenza fissa nella Hall of Fame. Nel 1983 venne nominata “la donna più elegante del mondo” da Town and Country. Intima amica di Oleg Cassini, era la “giraffina” prediletta da Emilio Pucci, mentre Valentino Garavani la soprannominò “L’ultima regina di Parigi”.

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Tratti orientali e bellezza esotica, Jacqueline de Ribes fu musa di Yves Saint Laurent, Valentino e Guy Laroche
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La viscontessa ritratta con Raymund de Larrain, 1961
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Jacqueline de Ribes e Raymundo de Larrain ritratti da Richard Avedon, 1961
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Jacqueline de Ribes ritratta da Pierluigi Praturlon per Vogue, 1969
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Il fascino esotico di Jacqueline de Ribes immortalato da Richard Avedon, 1955

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Ancora per Richard Avedon, 1955


Al compimento dei 53 anni, nel 1982, la viscontessa organizzò un meeting familiare per annunciare a suo marito e ai loro figli la sua improrogabile decisione di iniziare una carriera come fashion designer. Caparbia e temeraria, Jacqueline dichiarò fermamente che niente e nessuno avrebbe mai potuto farle cambiare idea. Gli stessi Yves Saint Laurent e Pierre Bergé, suoi confidenti, si dichiararono fortemente preoccupati per la sua scelta: erano tanti gli ostacoli che la contessa doveva superare, in primis il suo stesso status sociale, che poteva suscitare facilmente pregiudizi nel pubblico.

La sua prima collezione sfilò nella regale location di casa sua nell’ambito della Fashion week di Parigi del 1983. Una linea sontuosa -pur trattandosi di prêt-à-porter– che si rivelò subito un grande successo: negli Stati Uniti Saks Fifth Avenue le offrì un contratto di tre anni. Nel 1984 la contessa creò anche una linea di gioielli. Jacqueline continuò a disegnare le sue collezioni fino al 1995. Tra le sue clienti più affezionate troviamo Joan Collins, Raquel Welch, Barbara Walters, Cher, Danielle Steel, la baronessa von Thyssen e Olympia de Rothschild.

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La viscontessa de Ribes in uno scatto di Richard Avedon, 1955
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Jacqueline de Ribes ritratta da Pierluigi Praturlon per Vogue, 1969
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Un altro scatto di Pierluigi Praturlon per Vogue, 1969
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Uno scatto del 1966

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Ritratta da Bill King, anni Ottanta


Le sue creazioni ottennero i favori del pubblico e della stampa: l’International Herald Tribune e il Women’s Wear Daily scrissero recensioni entusiastiche sulle sue collezioni. La contessa fu costretta da problemi di salute a chiudere la sua linea di abbigliamento nel 1995. Nel 1999 Jean-Paul Gaultier le dedicò una sua collezione. Insignita nel 2010 del prestigioso titolo di Cavaliere della Legion d’Onore, Jacqueline de Ribes non è stata soltanto un’icona di stile: produttrice teatrale, televisiva e cinematografica, ha finanziato alcune delle attività culturali più importanti del teatro e della televisione francesi, dalla metà degli anni Cinquanta. Inoltre è stata ecologista, filantropa, mercenario per diversi musei ed istituzioni nonché accanita sostenitrice di cause umanitarie. Nel 1980 ha vinto il Women of Achievement Award.

La bellezza e l’intramontabile eleganza di Jacqueline de Ribes saranno celebrate con una mostra organizzata presso il Metropolitan Museum of Art di New York in cui saranno esposti 60 pezzi, tra haute couture e ready-to-wear — da Giorgio Armani a Pierre Balmain, Bill Blass, Marc Bohan per Dior, Roberto Cavalli, John Galliano, Madame Grès, Valentino Garavani e creazioni della linea della viscontessa —dal 1959 fino ai giorni nostri. “Jacqueline de Ribes: The Art of Style” sarà esposta all’Anna Wintour Costume Center del MET dal 19 Novembre 2015 fino al 21 Febbraio 2016. Per veri gourmet dello stile.


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Saint Laurent, sarà di nuovo Haute Couture

Rivoluzione in casa Saint Laurent. Dopo anni di prêt-à-porter si torna all’Haute Couture. Hedi Slimane, dal 2012 a capo della direzione creativa dello storico brand francese, ha appena presentato le prime foto della nuova campagna pubblicitaria dell’esclusiva “ligne privée”. Una collezione che travalica l’haute couture: la linea si presenta come il ritorno ad una sartorialità ormai estinta.



Ahn Duong in Yves Saint Laurent Haute Couture P/E 1986
Ahn Duong in Yves Saint Laurent Haute Couture P/E 1986


Non ci sarà alcuna sfilata ma a beneficiare delle esclusive creazioni sarà una ristretta élite di celebrities, principalmente attori e musicisti. Si tratterà di capi sia maschili che femminili, sia da giorno che da sera.



Yves Saint Laurent Haute Couture 1992
Yves Saint Laurent Haute Couture 1992


Slimane, già dall’età di ventisette anni direttore creativo della linea YSL Rive Gauche nonché pupillo di Pierre Bergé, nel 2012 assunse le redini della maison cambiandone anche il nome, non senza una lunga scia di polemiche da parte dei “puristi”. Dopo aver radicalmente cambiato lo stile che caratterizzava la maison francese, conferendogli un’allure più moderna e metropolitana, ora si torna alle origini.

Karen Mulder in Yves Saint Laurent Haute Couture, Parigi 20 luglio 1994
Karen Mulder in Yves Saint Laurent Haute Couture, Parigi 20 luglio 1994
Yves Saint Laurent Haute Couture A/I 1990
Yves Saint Laurent Haute Couture A/I 1990

YSL Haute Couture, P/E 1994
YSL Haute Couture, P/E 1994




Le collezioni Haute Couture di Yves Saint Laurent hanno fatto storia: impossibile non ricordare le top models, da Carla Bruni a Claudia Schiffer e ancora Karen Mulder fino ad una prorompente Laetitia Casta in versione botticelliana.

Laetitia Casta, YSL Haute Couture, P/E 1999
Laetitia Casta, YSL Haute Couture, P/E 1999
Esther Cañadas in YSL Haute Couture P/E 1999
Esther Cañadas in YSL Haute Couture P/E 1999
Carla Bruni, Yves Saint Laurent Haute Couture, 2002
Carla Bruni, Yves Saint Laurent Haute Couture, 2002

Una giovanissima Naomi Campbell in passerella per YSL Haute Couture, 1987
Una giovanissima Naomi Campbell in passerella per YSL Haute Couture, 1987




Uno stile inconfondibile, che conferiva ad ogni donna un’aria da diva. Sofisticata, in lunghi guanti di raso e sfarzosi abiti da sera, o misteriosa, il volto nascosto sotto eleganti cappelli e tailleur dalla linea perfetta.

YSL Haute Couture, A/I 1995
YSL Haute Couture, A/I 1995
YSL Haute Couture A/I 1976
YSL Haute Couture A/I 1976
P/E 1990
P/E 1990
P/E 1993
P/E 1993
A/I 1990
A/I 1990

1986
1986


L’opulenza e lo charme di un’epoca felice della moda internazionale. Innumerevoli le muse di monsieur Yves, da Loulou de la Falaise a Catherine Deneuve.

Ancora Carla Bruni in passerella per YSL Haute Couture
Ancora Carla Bruni in passerella per YSL Haute Couture
Renée Simonsen in Yves Saint Laurent Haute Couture P/E 1988, L'Officiel Paris, foto di Micheal Zeppetello
Renée Simonsen in Yves Saint Laurent Haute Couture P/E 1988, L’Officiel Paris, foto di Micheal Zeppetello
Catherine Deneuve in YSL Haute Couture, 1969
Catherine Deneuve in YSL Haute Couture, 1969

Collezione P/E 1988
Collezione P/E 1988


Auspichiamo che tale arte possa ritornare, dalle gloriose vestigia del passato di casa Saint Laurent.