In mostra a Cesena Marcello Mastroianni

Si è aperta a Cesena, in occasione del ventennale della morte di Marcello Mastroianni, la mostra fotografica intitolata Ciao Marcello!Il Comune di Cesena e la Fondazione Cineteca di Bologna omaggiano il divo italiano con una retrospettiva inaugurata il 24 giugno presso la Galleria d’Arte Comunale di Palazzo del Ridotto.

Incarnazione più emblematica del latin lover italiano, ma anche sex symbol ironico e versatile che, attraverso i mille ruoli interpretati, ha saputo imporsi come pochi nel cinema. La mostra ripercorre in sette sezioni l’intera carriera di Mastroianni, dagli esordi alla maturità, dai sodalizi storici con attrici e registi alla celebrità, durante gli anni della Dolce Vita.

Da Ettore Scola a Fellini, numerose le collaborazioni cinematografiche, come il sodalizio con la collega e amica di una vita, Sophia Loren, fino alla sua storia d’amore con la diva francese Catherine Deneuve, da cui l’attore ebbe la figlia Chiara.
La mostra, ad ingresso gratuito, rimarrà allestita fino all’11 luglio 2016.

MarcelloMastroianni
Marcello Mastroianni


la dolce vita
L’attore in una delle sue interpretazioni più celebri, ne “La Dolce Vita”

Paul Smith omaggia Bob Marley e inneggia alla pace

Ha sfilato nell’ambito della Paris Fashion Week il fascino british firmato Paul Smith. Una Primavera/Estate 2017 all’insegna del colore: una full immersion nelle nuance caraibiche, per una collezione che non disdegna i colori fluo: dall’arancio al giallo canarino fino al verde mela per giacche dal taglio sartoriale e camicie.

Ironico e frizzante, l’uomo Paul Smith avanza sulla passerella come fosse direttamente uscito da un’ambientazione giamaicana: e proprio sulle note di Bob Marley che prende vita una sfilata ricca di suggestioni. E accanto alla stampa caleidoscopica che ricorda l’arcobaleno è onnipresente su bluse e profilata nei dettagli, ecco sbucare da ogni dove il simbolo della pace, che sembra costituire il leit motiv dell’intero défilé: lo ritroviamo nelle cinture come logo stampato all over.

Tra jeans ricamati e tute da lavoro che sembrano rubate alla working class ecco la sartorialità tipica del brand inglese, con completi classici sapientemente sdrammatizzati attraverso le nuance fluo. Torna prepotentemente alla ribalta un must have evergreen della stagione estiva: il pantalone bianco, da indossare qui coordinato a capi coloratissimi. Ai piedi dell’uomo Paul Smith ironiche espadrillas anch’esse declinate nei colori dell’arcobaleno.

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Stampe tropicali imperversano tra decorazioni floreali e denim all over. Audaci ed iconiche le nuance scelte, tra un tartan in chiave Seventies e citazioni tecno. L’uomo visto da Paul Smith è ricco di verve e personalità e affronta la stagione estiva con classe ed eleganza, in bilico tra passato e presente.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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BEAUTY – Caitlyn Jenner. Una moderna Beauty Icon

BEAUTY – Nell’ultima settimana di Giugno, le grandi capitali come Milano, Londra, Istanbul e New York si tingono di arcobaleno, per ricordare che la diversità sessuale è un dono e non una vergogna. Migliaglia di persone sfilano per testimoniare con orgoglio la propria diversita’ sessuale, il “Gay Pride”. Inoltre, si celebra anche il 28 Giugno, data simbolo del movimento di liberazione sessuale, nato negli anni 60′

In questo articolo vi parlero’ di Caitlyn Jenner, moderna Beauty Icon che ha acceso i riflettori sulla Teoria del Gender . Teoria che che negherebbe l’esistenza delle differenze sessuali, sostenendo che maschio e femmina altro non sono che delle “costruzioni sociali”. Se le differenze sessuali non esistono e se il sesso è irrilevante il diritto sara’ uguale per tutti.



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Bio
Caitlyn Jenner (28/Ottobre/1976), precedentemente noto come William Bruce , fu un atleta di fama internazionale: medaglia d’oro e pluri vincitore che ha stabilito un record mondiale nel decathlon alle Olimpiadi estive 1976. Dopo tre matrimoni (l’ultimo con Kris Kardashian, ndr.) e sei figli, nel 2015 Bruce Jenner annuncio’ in un noto reality televisivo di essersi sempre sentito donna: da qui inizio’ il suo doloroso ma desiderato percorso di transizione,che hanno fatto lui l’attuale Caitlyn.


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Transizione al gender
L’Olimpico ha dichiarato che l’esperienza emotiva di parlare ai suoi figli circa la transizione, e’ stato lo step piu’ difficile da affrontare. Sua madre, cosi come altri membri della famiglia, ha affermato di essere orgogliosa di Caitlyn e di quanto sia stata coraggiosa a dichiarare la verita’ sulla sua identità.


shmine shmine.com


Prima apparizione come Cait @ Pride 2015
Al Gay Pride Parade 2015, Cait ha fatto la sua prima apparizione in pubblico, in un hotel di New York, dichiarando di non essere mai stata cosi felice. L’evento si e’ svolto dopo la storica sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, che ha reso legale in tutto il Paese i matrimoni tra persone dello stesso sesso, in nome dell’uguaglianza!
Dopo poco appare sulla copertina di Vanity Fair, preannunciando il lancio della serie televisiva I’am Cait, a lei dedicata.


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Reality star : I AM CAIT
Prima di essere ufficialmente Caitlyn, era noto come il patriarca Kardashian, Bruce Jenner. Per tale ragione, il suo personal make-up artist Kip, ha voluto assicurarsi che la storia della sua transizione non venisse del tutto oscurata da un drammatico make-up. Il look scelto e’ completamente flawless con labbra glossy. Il risultato? Una donna Elegante dallo stile molto Femminile.


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About her makeup:
Come Cait ha dichiarato – Tra l’altro , non ho mai avuto un make-up artist. Mi sono sempre occupata del make -up da sola, fino a quando ho iniziato a girare questo spettacolo, perché, come si sa la televisione ti impone certi canoni di bellezza, ed e’ questo che il pubblico e’ felice di guardare.
Caitlyn è chiaramente una fan dei look delle sue famose figliastre. Ha trovato ispirazione in molti capi indossati da Kim Kardashian, ed ha anche ammesso di aver fatto irruzione negli armadi sia di Kim sia dell’ex moglie Kris Jenner. Incredibile, ma divertente!!
Le guance e le labbra di Cait sono evidenziate dall’effetto glow/sbrobe: Kip ha dichiarato che la Jenner possiede degli zigomi incredibili, che non necessitano modellamento.


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Il brand di cosmetica, Mac cosmetics, le ha dedicato una collezione limitata a sostegno delle organizzazioni e dei programmi dedicati al miglioramento della vita dei transgender.


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La sua battaglia, il suo messaggio
Quando abbiamo iniziato le riprese I Am Cait , sapevo che il mondo intero sarebbe stato a guardare. Per la prima volta nella mia vita, non volevo che la gente parlasse del mio make-up, ma del mio messaggio! – ‘ spiega.
Caitlyn ha sfruttato e sfrutta la sua celebrità per inviare al mondo un messaggio di tolleranza e rispetto verso il prossimo. La sua battaglia e’ quella di abbattere le barriere della paura del diverso, del pregiudizio e dell’omofobia. Accettare le persone per quel che sono e’ il primo passo verso la liberta’ e la pace.




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Cinema: è morto Bud Spencer, aveva 86 anni

Quando il Padreterno mi chiamerà, voglio andare a vedere che cosa succede. Perché se non succede niente, m’in****o. M’hai fatto alzare ogni mattina per ottantasette anni per non andare, alla fine, da nessuna parte? Io, di fronte a tante cose enormi che non comprendiamo, mi posso attaccare solo a lui. E sperare che quando mi chiamerà, mi si chiarirà tutto. Perché oggi, mi dia retta, non si capisce proprio più niente”. Così parlava in una delle sue ultime interviste Bud Spencer, al secolo Carlo Pedersoli, il gigante buono del cinema italiano. A diffondere la notizia della sua morte è stato ieri sera il figlio Giuseppe: “Papà è volato via serenamente alle 18.15. Non ha sofferto, aveva tutti noi accanto e la sua ultima parola è stata ‘grazie“.


L’attore era nato a Napoli il 31 ottobre del 1929, e aveva vissuto innumerevoli vite. A Napoli, poi a Roma, poi in Sudamerica seguendo gli spostamenti del padre, si appassiona al nuoto conseguendo importanti risultati. Il debutto sul grande schermo nel 1951 con una piccola parte in Quo Vadis?, poi l’abbandono delle scene e della piscina per tornare in Sudamerica. Lì si sposa con la fidanzata storica Maria e diventa padre di Giuseppe, Christiana e Diamante. Ma il suo ritorno al cinema avviene in grande stile, e lo trasforma nell’idolo di grandi e piccini: è il 1967 e sul set di Dio perdona…io no! incontra Mario Girotti. Ai due viene suggerito di adottare nomi più internazionali, così nascono Bud Spencer e Terence Hill. La coppia funziona da subito e i successivi trionfi al botteghino lo dimostrano. Nasce un genere, quello del western comico, che conquista tutti. C’è l’azione, ci sono (tante!) scazzottate ma c’è sempre una morale. Bud Spencer e Terence Hill raccolgono successi ovunque vadano, in coppia o separatamente: sono gli anni di Lo chiamavano Trinità (1970), Più forte ragazzi (1972), Altrimenti ci arrabbiamo (1974), della serie di Piedone. Ma Spencer si cimenta anche in altri generi, dal thriller alla denuncia sociale. Intanto, trova il tempo di fare un po’ di tutto. In pochi anni fonda una compagnia aerea e una linea di jeans, prende il brevetto di pilota di elicottero, scrive canzoni, pubblica una biografia (Altrimenti mi arrabbio: la mia vita), si diletta anche con la filosofia. Nella mia vita ho fatto di tutto – raccontava Bud Spencerma proprio di tutto. Solo due cose non ho potuto fare: il ballerino classico e il fantino”. Vive i suoi 86 anni al massimo, divertendosi e facendo divertire. Fino a ieri, quando ha lasciato questa terra. Adesso possiamo dire veramente che “Anche gli angeli mangiano fagioli“. 

Max Mara lancia i marchi Tresophie e Aiim

Novità in gruppo Max Mara. Nel 2017, infatti, verranno lanciati sul mercato i marchi Tresophie e Aiim (acronimo di Art is inside me), con l’obiettivo di raggiungere  nuove nicchie di mercato.

Tresophie è la linea dedicata ad una donna capace di interpretare a suo modo, l’abito. La collezione, si comporrà di 52 capi tra cui: dress, jumpsuit, gonne, copri abiti  ed una tiara, che simboleggia l’eleganza di Tresophie.

 

Collezione Tresophie (fonte immagine adnkronos)
Collezione Tresophie (fonte immagine adnkronos)

 

 

Aiim, prende ispirazione dai lavori di Alfons Mucha, pittore e scultore ceco, esponente di spicco dell’Art Nouveau. Certamente più creativa, la linea si presenterà con una selezione di capi che varieranno dal cardigan, al maglioncino fino alle gonne, agli abiti ed i pantaloni, tutti confezionati con tessuti pregiati.

 

(fonte immagine fashionmagazine.it)
(fonte immagine fashionmagazine.it)

 

 

L’arrivo negli stores multimarca d’Italia, Spagna, Russia, Regno Unito e Francia, è previsto per gennaio 2017 ma le clienti avranno la possibilità di acquistare le collezioni anche attraverso l’e-commerce ufficiale, che sarà attivato in concomitanza con i siti tresophie.com e aiimfashion.com.

Vinicio Capossela al Market Sound di Milano

FESTIVAL DEI RECORD

Musica, Street Food & Smart Entertainment
nell’area dei Mercati Generali di Milano
Dal 10 giugno al 7 agosto 2016

Dal 10 giugno al 7 agosto 2016, è ripartito Market Sound, la manifestazione dei record, sotto il cielo di Milano, giunto alla Seconda Edizione. Un fitto programma di concerti live, con grandi nomi della musica italiana e internazionale, quality food e puro divertimento per tutte le età.

Il 29 giugno sul palco del Market Sound, sarà la volta di Vinicio Capossela. La data milanese rientra tra le prime tappe confermate del tour “Polvere” a cui seguirà il tour autunnale “Ombra” nei principali teatri italiani. Venerdì 6 maggio è uscito “Canzoni della Cupa”, il nuovo disco di Vinicio Capossela. Composto da due lati, Polvere e Ombra, “Canzoni della Cupa” è un’opera originale, su cui Capossela ha lavorato per 13 anni e che arriva a 5 anni di distanza dal suo ultimo album di inediti.

E proprio come il disco, anche il nuovo tour di Capossela sarà composto di due lati, per presentare al meglio il mondo folclorico, rurale e mitico espresso in quest’album.
“Le canzoni che affondano nei solchi di questo doppio disco sono canzoni forti e contorte come le radici – ha scritto Capossela a proposito di questo nuovo tour – Il concerto che ne ricaveremo sarà un concerto radicale. Radicale nei timbri, nel repertorio e nella formazione. Doppio è il disco e doppio il concerto. All’aria aperta, nella stagione calda, il concerto denominato “Polvere”. Nel chiuso dei teatri, nell’autunno, il concerto denominato “Ombra”. La sostanza della Polvere sarà di timbri forti, marcati e netti che uniscano in forma di quadri, anzi di stasimi, come nella tragedia greca, i blocchi di cui è costituita la materia emotiva del concerto: e cioè l’ancestrale, l’arcaico, il folk, la serenata, la ballata, la frontiera, la fiesta y feria, e la mitologia.”

 

Le date: 

Vinicio Capossela va ad arricchire il cartellone del Market Sound: Bad Religion (1 luglio); Paddy’s, la festa irlandese: Modena City Ramblers (2 luglio); Slayer + Carcass + Behemoth (4 luglio); Tame Impala (5 luglio); Treves Blues Band special guest Guitar Ray & Gab d (8 luglio); Zarro Night – Schiuma Party (9 luglio); Afterhours (14 luglio); Cosplay Party (16 luglio); Neil Young & Promise Of The Real (18 luglio); Morgan Heritage (19 luglio); The Chemical Brothers + Opening Dj-Set Sigma + After Show Gramatik (22 luglio); Blue Note Sunday Music Village: Romain Collin (24 luglio); Lagwagon (27 luglio); Blue Note Sunday Music Village: Ray Mantilla (7 agosto).

Angelo Inglese, il sarto più ambito d’Inghilterra, conquista Pitti Uomo 90

Veste il principe William, primi ministri, reali e mecenati, ma le sue radici arrivano dalla piccola realtà di Ginosa.


G. Inglese, la sartoria più ambita del Regno Unito, cuce una camicia su misura per le nozze del Principe William e arriva così ad una risonanza di livello mondiale. Ma il suo attaccamento al territorio lo trattiene in quella terra tanto amata che è la Puglia. A Ginosa infatti, in provincia di Taranto, ha sede il negozio dove lavorano i componenti della famiglia Inglese, un destino segnato già nel nome.

E la tradizione è la firma con cui Angelo Inglese si contraddistingue: è nel lontano 1955 che viene fondato il marchio, dalla nonna, maestra camiciaia. Oggi Inglese porta avanti la competenza artigianale specializzata e realizza capi su misura, dalla camicia sartoriale alla cravatta a 10 pieghe.

Presenza fissa a Pitti Uomo, l’evento di moda maschile più atteso dell’anno, Angelo Inglese presenta una linea interamente creata per Karl Edwin Guerre, blogger e fotografo tra i più influenti negli Stati Uniti e non solo. Una capsule collection composta da 4 giacche e 6 camicie in tessuto denim invecchiato; sarà venduta online ad un prezzo più accessibile rispetto ai prodotti G.Inglese, un modo per far conoscere la qualità e il prodotto ad un target più ampio.

Il legame alla propria terra, il radicamento delle tradizioni e uno spirito innovativo sono le chiavi del successo G.Inglese, che rinnova puntualmente la loro storia della camiceria.

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lo stand G. Inglese a Piiti Uomo 90


 

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Karl Lagerfeld “veste” l’Acqualina di Miami

L’inarrestabile kaiser Karl Lagerfeld, dopo l’incessante abnegazione nei confronti della moda, è pronto a dedicarsi  all’interior design, curando le hall delle torri Acqualina di Miami.

 

Torri Acqualina a Sunny Isles Beach, Miami (fonte immagine mansionsatacqualina.com)
Torri Acqualina a Sunny Isles Beach, Miami (fonte immagine mansionsatacqualina.com)

 

 

Con i suoi 50 piani, Acqualina  resort, offre una vista da mozzare il fiato ai suoi clienti. I complessi architettonici, sovrastano Sunny Isles Beach: comune della contea di Miami-Dade,  (Florida), regalando tramonti indimenticabili.

L’apporto creativo di Lagerfeld all’interno della struttura, è ancora top secret; è certo, però, che curerà gli arredi e le rifiniture delle lobby rispettando un concept fresco e  seguendo le naturali bellezze che offre la Florida.

Il progetto lo vedrà impegnato per tutto il 2016 e segue la sua precedente avventura nel mondo immobiliare, già testata a Toronto con Art Shoppe Lofts+Condos.

 

 

Foto cover elle.co.za

 

Brexit e la moda: Asos va in tilt

Non solo conseguenze sulla politica europea ed internazionale: tra gli effetti a breve termine causati da Brexit si è riscontrato un blocco del sito ASOS. Il colosso inglese, leader dello shopping online, è andato in tilt immediatamente dopo l’annuncio del clamoroso risultato del referendum che ha avuto luogo in Gran Bretagna.

Si è subito scatenato il panico nel fashion biz: milioni sono infatti gli utenti che quotidianamente comprano sul sito. Il break è divenuto un caso internazionale che ha fatto discutere i fashion addicted di tutto il mondo, che, sotto l’hashtag #asosdown, si sono riuniti sui principali social network in cerca di risposte: numerosissimi i commenti, tra chi dichiarava che la propria vita fosse finita a chi auspicava la fine del mondo. Tra le probabili cause del momentaneo problema tecnico un’eccessiva mole di acquisti a seguito della caduta in borsa della sterlina.

Asos si è imposto negli ultimi anni come uno dei principali punti di riferimento per lo shopping online: il sito offre infatti un’ampia scelta di capi a cifre modiche in perfetta linea con i fashion trend del momento, insieme ad una sezione dedicata al vintage che permette di fare acquisti in numerose boutique specializzate, sparse per il mondo. Il tutto, unito ai tempi celeri di consegna e alla spedizione gratuita, ha permesso al colosso di superare il miliardo di ricavi nel 2015. La moda inglese trema dopo l’uscita della Gran Bretagna dell’Unione Europea.

Questo il messaggio di errore che veniva visualizzato dagli utenti dopo la notizia della Brexit (Foto: Giornalettismo)
Questo il messaggio di errore che veniva visualizzato dagli utenti dopo la notizia della Brexit (Foto tratta da: Giornalettismo)


(Foto cover tratta da Asos Magazine)


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Ann Demeulemeester: sfila il gotico romantico

Ha sfilato a Parigi la Primavera/Estate 2017 firmata Ann Demeulemeester: un défilé ricco di suggestioni, dal gotico ad un inedito romanticismo vissuto in chiave dark. Sébastien Meunier, direttore creativo della maison, sembra proprio aver lasciato il cuore in questa collezione: e proprio il cuore diviene simbolo che, attraverso un sapiente uso di immagini iconiche, va ad impreziosire bluse e top.

La frase “I am red with love” diventa motto della collezione: lo ritroviamo ovunque, stampato su cardigan come una bandiera, o appena accennato, come un dettaglio, che fa capolino tra le maniche di lunghe casacche. In nome dell’amore, si potrebbe dire. Ma l’immaginario punk-rock a cui il brand ci ha da tempo abituati non viene scalfito dai cuori.

Sfila un uomo selvaggio che si perde dentro seta e chiffon dal piglio delicato, sapientemente smorzato dai pantaloni aggressivi. Non mancano perle e foglie, indossate su collane che rendono l’uomo Ann Demeulemeester quasi efebico, un eroe romantico degno del miglior romanzo ottocentesco. Suggestioni army-chic sbucano tra le giacche militari e le cinture avvitate che esaltano il portamento.

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La camicia bianca viene declinata in chiave vittoriana, perduta dentro stratificazioni e un riuscito costruttivismo. Eleganza classica e sofisticata dal retrogusto ribelle e scanzonato, per l’uomo che calca la passerella. Meunier, alla guida della maison dal 2014, sembra in bilico tra il rispetto dei codici tipici della maison ed un’urgenza impellente di dare sfogo alla propria personalità e al proprio estro, che in questa collezione vengono fuori in mirabile equilibrio con la tradizione.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Lo scacchiere inglese

Mai nella storia la Gran Bretagna è stata così ridicolizzata. Sarà che lo humor inglese gli europei non lo hanno sempre apprezzato molto. Sarà l’effetto web, la viralizzazione dei social network, il fatto che per una volta a stare in una condizione tra incudine e martello sia uno “stato forte” e non un piccolo o povero paese europeo del sud. Saranno tutti questi fattori, ed anche una certa supponenza che gli inglesi hanno quasi sempre avuto, almeno nella percezione collettiva.
Questa condizione di bersaglio della satira dice tuttavia qualcosa in più della condizione con cui gli inglesi si apprestano alla difficile trattativa sulla Brexit. E le “non risposte” che arrivano da Londra sono anch’esse indicative.


Sul fronte interno Londra sta cercando qualsiasi appiglio giuridico per “cancellare” l’esito referendario: il veto degli stati (Scozia e Nord Irlanda), la petizione per ripetere il referendum, per esempio, e non ultima la crisi di governo e l’attesa del nuovo premier.
Per ottenere questo risultato il governo inglese deve “prendere tempo”. 
Cameron non risponde. Nemmeno alle pesanti parole di Juncker e dei ministri europei. Prima volta che Londra non è centrale negli incontri del vecchio continente. Non c’è un solo leader pronto a concedere tempo ai britannici (ad eccezione di una linea morbida della Merkel, che ha in ballo con Londra la fusione della borsa di Francoforte con la City e forti interessi delle sue banche sulla piazza londinese).
È bene riflettere sul fatto che l’uscita dall’Unione è stata dettata sostanzialmente da tre questioni su cui i promotori del referendum hanno fatto leva. 
Intanto l’eccesso di regolamentazione: l’effetto sarà alla fine che non solo ogni prodotto esportato in Europa dovrà comunque rispettare quelle regolamentazioni, ma sarà anche soggetto a dazi e a tutte le procedure di sdoganamento che rallentano la circolazione delle merci.


La perdita di molti posti di lavoro nella “vecchia industria” britannica: l’effetto sarà tuttavia che molte aziende delocalizzeranno in continente parte dei propri settori produttivi e forse di intere aziende, e la situazione si aggraverà notevolmente. Le piccole e medie aziende che non potranno delocalizzare saranno in forte difficoltà, se non costrette a chiudere.
Infine l’immigrazione. Se il fenomeno era comunque limitato in relazione alle quote europee, la condizione complessivamente non cambierà – soprattutto per la lunga storia di colonie e dominions britannici – ma peggiorerà in termini di qualità. Sino a ieri gran parte dell’eccellenza e del PIL inglese era dovuto alla grande capacità di attrarre un’immigrazione d’eccellenza: il 30% dei ricercatori che lavorano in Inghilterra sono “di importazione”. Venendo meno tanti accordi di reciprocità, l’appeal inglese inevitabilmente scenderà. Quindi probabilmente più immigrazione da impiegare come manodopera a basso costo (a discapito dei lavoratori inglesi) e meno ricercatori e laureati.
Sul piano diplomatico è la prima volta che gli inglesi si trovano in condizione di inferiorità rispetto ai partners al tavolo delle trattative. Non hanno nulla da poter chiedere, non hanno leve per rafforzare le proprie richieste, hanno di fronte negoziatori poco inclini alle concessioni.
E la Gran Bretagna non ha una tradizione diplomatica utile in scenari simili, abituata da sempre a trovarsi in posizione di vantaggio (forse gli unici precedenti sono l’indipendenza americana e indiana, e in entrambi i casi gli inglesi non hanno brillato).


Esiste tra l’altro una “via breve” per lo scioglimento del rapporto con l’Unione Europea: la decadenza di ogni accordo e il ripristino dello status quo al 1991, previa accettazione bilaterale di ciascun singolo paese. Uno stato di cose di cui nessuno ha più memoria, e che non tiene conto di un mondo che nel frattempo è cambiato completamente, ed in cui esistono cose prima nemmeno esistevano. E questo “salto nel passato” è quello che la Gran Bretagna non può permettersi nemmeno di immaginare.
Londra non è in una posizione che le consente nemmeno di chiedere il mantenimento “di qualcosa”: eliminazione dei dazi, accordi commerciali di vantaggio con l’Unione, sburocratizzazione dei processi amministrativi, libertà di sorvolo per le sue compagnie aeree: in nessun settore vi sarebbe un interesse europeo ad andarle incontro.


La linea della “non replica” anche alle provocazioni forti, e l’attendismo britannico, si spiegano perfettamente tenendo conto di tutti questi fattori.
Se Cameron passerà alla storia come il premier del referendum, non vuole essere anche quello di negoziati così punitivi e dagli effetti così drammatici per la Gran Bretagna.
Una situazione che rischia – concretamente – anche di frammentare materialmente il paese.
Politicamente anche lo scenario che – domani – farà rivalutare la sua posizione politica per il “restare” in Europa, e l’unica chance per mettere nell’angolo quegli avversari interni che pur di prendere il suo posto hanno appoggiato il “leave”, primo tra tutti Boris Johnson, che in queste ore sta comprendendo il boomerang che gli sta per arrivare al punto da dichiarare cose impossibili “Avremo ancora libero accesso al mercato unico” perchè secondo lui ci sarà ancora un’intensa e crescente cooperazione con l’Europa.
È vero del resto che molti di coloro che hanno votato per lasciare l’Europa erano convinti che alla fine avrebbe prevalso il “restare”, e hanno votato per lanciare un segnale forte, non certo per ottenere quell’esito. Un po’ come fu per l’indipendenza scozzese un anno fa.
Di fatto oggi, tuttavia, l’Europa è più povera, non solo perché perde un paese dall’economia forte, ma perché si ritrova a ponderare qualcosa che tutti non avremmo sino a ieri messo nel conto: che un paese uscisse dall’unione. Ma è anche più forte: mai come oggi può dimostrare quell’unità politica e di interessi propri che sino a ieri avevamo considerato poco e male, e spesso fumosi.
Oggi l’Europa è chiamata – forse per la prima volta – a difendere se stessa politicamente. E questo potrebbe davvero renderci tutti più europei e più solidali, consapevoli del valore di questa casa comune che generazioni più lungimiranti della nostra (e dei nostri politici) ci hanno consegnato.