Riccardo Tisci per Givenchy: un alchemico bilustro di croci e delizie

Dopo l’amarcord attraverso le emozioni suscitate da John Galliano per Christian Dior qui, D-Art, in occasione del decennale del designer italiano per la maison di moda francese, vi conduce, grazie a 5 video, nel ricordo delle sfilate più memorabili.


Ci si aspettava un designer con una forte impronta italiana, ricco di positivismo e opulenza quando, circa dieci anni fa, Riccardo Tisci debuttò sulle passerelle parigine dell’Haute Couture, lasciando tutti senza fiato.
La Maison Givenchy stava fallendo e l’unica ancora di salvezza era risollevarne le sorti affidandosi a un talento che stava proiettando la sua personale visione sul mondo.
Scoperto alla settimana della moda milanese, nell’autunno 2004, Tisci decise di portare in passerella il lato oscuro della moda, sperimentando materiali innovati e volumi decostruiti, ricchi di riferimenti al mondo dell’arte sacrale e al gotico grottesco. Un anticipatore di tendenze in grado di spianare la strada a quello che sarebbe stato il trend degli anni a seguire.
La melanconia, la forte religiosità, l’infanzia segnata dalla perdita del padre e l’aura della femminilità che pervade le sue giornate, grazie alle otto sorelle, mix esplosivo e fonte ispirazionale costante. Il designer è riconosciuto anche per l’italianismo soffuso, mai invadente, che, però, ha sempre celato una critica al panorama politico e sociale.
E’stato lui stesso a sdoganare il fenomeno “no gender” iniziando, anni orsono, a giocare con l’ambiguità e la varietà razziale.
Sin dalla sua prima collezione, 8:30, The Procession, elaborata come progetto finale per la Central Saint Martins School di Londra, frequentata grazie a una borsa di studio, ha, inoltre, denotato una forte sensibilità per il mondo delle arti.
Proprio per questo motivo, sceglie da sempre la collaborazione di Marina Abramović, Antony Hegarty, Vanessa Beecroft e Erykah Badu.
E grazie alla sue forte identità, i riconoscimenti da parte del mondo dello spettacolo sono cresciuti a dismisura. Maria Carla Boscono, Madonna e Donatella Versace che, nonostante fosse una concorrente, ha posato per una delle ultime campagne Givenchy, solo alcune delle sue estimatrici.
La moda di Tisci, inoltre, è democratica. Basti pensare che, dieci anni dopo il suo ingresso nell’ufficio stile, è diventata anche social: 1200 gli inviti estesi alla gente comune per la sfilata celebrazione a New York, lo scorso 11 settembre.


Una notizia che spiana la strada all’excursus attraverso i 5 show evento che, in questi anni, hanno fatto breccia nella collettività:

Un video inedito per ricordare il debutto per la casa di moda con l’Haute Couture Primavera/Estate 2006.

Il leitmotiv è il leopardato. Una giungla pagana, quella di Tisci, che bandisce la religiosità portando in passerella, per la prima volta, un transgender: Lea T.

Con l’utilizzo dell’iconografia neo gotica dà il via a uno dei trend dell’ultima decade.

E’ Path McGrath, make up artist di fama mondiale, a celarsi dietro ai volti tribali visti in passerella. Una scelta stilistica che, tutt’oggi, identifica gli show Givenchy.

Haute couture e Ready to wear si fondono in un’unica visione. E’ il percorso della casa di moda negli ultimi dieci anni. La femminilità viene mixata agli elementi del guardaroba maschile bandendo il technicolor.

Speciale Fashion Week: Antonio Marras Primavera/Estate 2016

Una triade di visionari al servizio della moda che verrà.


Prendendo l’eclettica veridicità di Antonio Marras e unendo la stessa alle suggestioni provenienti dai lavori del regista armeno Sergej Iosifovič Paradžanov e dell’artista iraniano Mahmoud Saleh Mohammadi si ottiene la miscela esplosiva che ha commosso e incantato gli addetti del settore presenti al fashion show della prossima collezione.
Idee che hanno profonde radici in Oriente e rami in Occidente, parafrasando un’affermazione di Mohammadi.
Tutto nasce da un incontro ispirazionale avvenuto nel 2007. Il girovago Marras si trovava a Parigi e, per puro caso, si imbattè nella personale di Paradžanov, le Magnifique. Il romantiscimo del personaggio, collezionista d’arte e di oggetti ornamentali evocativi, ricchi di folcore caucasico, segnò profondamente il suo animo.
Molti anni, e tanta elaborazione delle informazioni percepite durante la mostra, dopo il designer ha deciso di rievocare l’esperienza vissuta dedicando al regista e a tutti i popoli drammaticamente in fuga la Primavera/Estate 2016.
Contro ogni banalità e uniformità si concede l’eccentricità di dar vita a creazioni ricche di ornamenti, stratificazioni e incrostazioni . La sovrapposizione di applicazioni in tessuto, pizzo e materiali di recupero vede nascere accostamenti anomali, connessioni inedite e intrecci sbalorditivi.
Le linee sono asimmetricamente fluide e contrapposte, molte delle quali arricchite di jabot, balze e rouches e l’elaborazione stessa di tali creazioni ha la maniacalità della couture.
Il baule di tessuti che concede tale vezzo contiene il taffetà, il lino lavato, lo shantung stretch, il rigato stuoia, l’organza, il crepe fluido, il broccato, il damasco e la pelle laminata.


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Come la ricca palette del Gran Bazaar in essa si susseguono colori della terra ossidati alternati da esplosioni cromatiche vive e brillanti.
A arricchire tale sensazione è l’installazione in passerella di Mohammadi, “Touch with Eyes”. Interamente composta da tappeti persiani di varie fogge invita gli spettatori all’utilizzo dei sensi. Il tessuto dei tappeti riesce, infatti, attraverso le percezioni sensoriali a essere vissuto anche solo con gli occhi.
Una violenza visiva che raggiunge il culmine con il gran finale dello show quando, le modelle, in total white, escono trionfalmente confondendosi con l’atmosfera.


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New York Fashion Week: i migliori look

Si è conclusa da pochi giorni la New York Fashion Week. La Grande Mela è stata teatro di sfilate emozionanti. Tante le tendenze proposte per la prossima Primavera/Estate 2016. Per voi una selezione dei più interessanti fashion trend visti sulle passerelle.

Givenchy nella sua prima sfilata aperta al pubblico emoziona con l’allestimento scenico curato da Marina Abramovich. Non una data a caso, Riccardo Tisci sceglie di commemorare l’undici settembre con il suo show. Sulle note dell’Ave Maria di Schubert sfilano capi altamente scenografici: la sua donna è una guerriera, note angeliche lasciano talvolta spazio a note dark. Black & white per tuniche, sari e pepli preziosi, con frange e decorazioni da dea contemporanea, per una sfilata evento a cui hanno potuto accedere gratuitamente gli allievi del Fashion Institute of Techonology.

Da Tommy Hilfiger suggestioni folk e spirito nomade declinato in colori vitaminici: protagonista è la Giamaica di Bob Marley, tra collane e stampe etniche. Guest star della sfilata la top model protagonista dell’ultimo calendario Pirelli Gigi Hadid.

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Joan Smalls in passerella per Givenchy
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Givenchy incanta New York con la prima sfilata aperta al pubblico
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Mood giamaicano da Tommy Hilfiger

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Gigi Hadid in passerella per Tommy Hilfiger


Ralph Lauren incanta New York con una collezione ispirata al glamour della riviera francese, con suggestioni cubiste nelle stampe e charme francese nelle righe e nella palette cromatica.

Da Jeremy Scott consueta ironia, per una bambola direttamente ispirata dalla Pop Art: shift dress con decorazioni cartoon, capelli cotonati, calze a rete e colori fluo.

Una collezione sporty chic quella proposta da Victoria Beckham, con una femminilità nuova. Lunghi abiti, perfetti per il giorno, con sneakers ai piedi, e per la sera: regna il maxi tartan.

Frange, stampe etniche e mood boho-chic da Rachel Zoe, in una collezione di netta ispirazione Seventies.

Stampe tapestry, fiori tra i capelli e romanticismo protagonista della sfilata di Diane von Furstenberg: i toni del rosa predominano, in una collezione all’insegna della femminilità. Modella d’eccezione Kendall Jenner.

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Ralph Lauren
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Suggestioni cubiste da Ralph Lauren
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Una Pop Art girl in passerella da Jeremy Scott
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Tartan da Victoria Beckham
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Frange, stampe azteche e suggestioni boho-chic per Rachel Zoe
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I Seventies sono al centro della collezione proposta da Rachel Zoe

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Fiori tra i capelli e stampe foulard da Diane von Furstenberg


Minimalismo è la parola d’ordine di Narciso Rodríguez, in una collezione che profuma d’Oriente. Mood monastico direttamente ispirato al Sol Levante per tuniche asimmetriche e stampe astratte.

Toni pastello su abiti sartoriali tagliati a vivo per Carolina Herrera, che fa sfilare una donna sofisticata e romantica, dalle sfumature ton sur ton e dalla femminilità classica.

La Petite Robe di Chiara Boni punta sui toni del rosa, che impreziosiscono lunghi abiti da sogno. Mood fiabesco per capi che uniscono alla linea sofisticata e garbata la comodità del jersey stretch, che la designer ha adottato come propria cifra stilistica. Divertenti i dettagli: il black & white viene impreziosito da colletti e polsini.

Da Michael Kors giochi di balze e capi strutturati, fluidità di impalpabile chiffon di seta e tripudio di bianco. Pulizia ed essenzialismo si sposano perfettamente con un pizzico di grinta, per una collezione in linea con lo stile del brand.

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Mood oriental da Narciso Rodríguez
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Pieghe e mood romantico per Carolina Herrera
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La Petite Robe di Chiara Boni sfila in black & white

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Minimalismo estivo da Michael Kors


Un’esplosione di femminilità da Oscar de la Renta. Gonne a ruota, pizzi ed audaci trasparenze, e ancora rosso sanguigno e suggestioni spagnoleggianti per una P/E 2016 da vera diva.

Relaxed mood da Calvin Klein con proporzioni oversize e capispalla estivi caratterizzati da grande fluidità. Una palette cromatica che va dal panna al bianco al crema, per una sfilata all’insegna della delicatezza.

Da Tory Burch sfilano caftani preziosi e suggestioni orientali. Allure da diva per lunghi caftani e kimoni che diventano abiti da sera di grande impatto scenografico. Impreziositi da accessori etnici, per un look da dieci e lode.

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Full immersion nella femminilità da Oscar de la Renta
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Fluidità dei capi e predilezione per il total white da Calvin Klein

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Caftani preziosi da Tory Burch





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Cividini autunno/inverno 2015/16

Cividini, leader della maglieria e della lavorazione dei filati, sfila virtuoso come un Glenn Gould al pianoforte.

In occasione della Milano Moda Donna, presenta la sua collezione autunno/inverno 2015/16, un racconto che passa dai più sofisticati capi di maglia, frutto di una preziosa lavorazione artigianale, ai più urban look dove aleggiano comodi e leggeri abiti in lana.

E’ quindi la maglia la protagonista indiscussa di questa collezione, regina sotto i gilet lunghi trapuntati con strato di tricot in supergeelong o accostato a parka con il cuore di cashmere high gauge.

La donna Cividini è una donna multitasking, super impegnata, che indossa bag capienti e stivaletti bassi in vernice nera con dettaglio metallo della cerniera. Una donna busy ma che non rinuncia alle tendenze e alla ricerca dei dettagli. Super trendy con il gilet di visone, alternato da strisce di visone e fettucce di lana o con il cappotto over size con le maniche in tricot.

Artigianalità, design e fantasie, sulle apparizioni di colore viola, il colore del mistero, che sbocciano in cappotti a lavorazione double o su jacquar di lana con disegno floreale in rilevo; fiori che hanno i colori militari, per una guerriera della pace, abbinati a buste in coordinato.

Di grande tendenza per l’autunno/inverno 2015/16 i cappotti a vestaglia, arricchiti dalla sartorialità Cividini di un largo bordo a balzine bicolori in merino.

Guarda le foto della sfilata CIVIDINI:

 

(foto Camera della Moda)